Il North American X-15 era un aereo razzo statunitense monoposto, dalla forma allungata, snella e cilindrica. Era lungo 15.45m ed aveva un’apertura alare di quasi 7m. Era spinto da un motore a razzo Thiokol XLR99-RM-2 alimentato da carburante liquido e dalla potenza di 250kN, capace di fargli raggiungere la velocità di Mach 6.70. Aveva una velocità di salita di 18000m/min, un’autonomia di 450km ed una tangenza di 108km.
A metà degli anni ‘50 si iniziò a pensare al progetto per la richiesta del NACA di poter studiare un aereo ipersonico. Il primo volo si tenne l’8 giugno 1959 con il motore spento. L’X-15 non poteva decollare da solo e doveva essere portato alla quota prestabilità per l’accensione del motore sotto l’ala di un B-52. Ne vennero costruiti tre esemplari, i quali eseguirono un totale di 199 voli.
Durante questi test, il velivolo ottenne numerosi record di velocità ed altezza nei primi anni sessanta, raggiungento il confine tra l’atmosfera e lo spazio. Questi voli fecero ottenere dati importantissimi che vennero poi usati per la progettazione di altri aerei e di veicoli spaziali.
Di fatto, l’X-15 potrebbe essere considerato il primo veicolo spaziale con equipaggio per voli suborbitali (volo spaziale che raggiunge lo spazio ma la cui orbita interseca l'atmosfera o la superficie del corpo da cui è partito il volo, non riuscendo quindi a compiere una completa rivoluzione. Per esempio, un oggetto lanciato dalla terra che raggiunge i 100km sul livello del mare e che poi precipita nuovamente sulla terra compie effettivamente un volo suborbitale).
Nel corso del programma, 13 voli (eseguiti da otto piloti diversi) superarono gli 80km di altitudine e soddisfecero il requisito dell’USAF per essere considerati voli spaziali.
Tre dei piloti di X-15 vennero successivamente qualificati come astronauti dalla NASA, tra cui Neil Armstrong e Joseph Eagle.
Ci furono molti dibattiti e constroversie sul numero di quanti piloti di questo velivolo dovrebbero essere considerati effettivamente degli astronauti. Il problema sta nell’altitudine della soglia dello spazio:
per l’USAF e la NASA (che considerano come soglia dello spazio 80km di altitudine) sono otto mentre per alcuni ricercatori aerospaziali, i quali considerano spazio anche la regione detta ”aeropausa” (nella quale si iniziano a manifestare le condizioni equivalenti a quelle dello spazio vero e proprio), sono molti di più visto che la soglia dell ”aeropausa” si trova a 30km. Nonostante questo, due voli dell’X-15, eseguiti dallo stesso pilota nel 1963, superarono la più severa definizione di spazio data dalla FAI supedando i 100km.
I test del programma X-15 si svolsero tra il 1959 ed il 1968 e, alla guida dei tre velivoli costruiti, si alternarono dodici piloti (Armstrong non fu uno degli otto piloti a superare gli 80km di altitudine e pilotò l’aereo solo sette volte).
Nel 1963, con i voli 90 e 91, il pilota Joe Walker stabilì i record di altezza raggiungendo rispettivamente i 105.9 e 107.8km; Walker divenne il primo astronauta a compiere un volo suborbitale a bordo di un velivolo riutilizzabile ed il primo uomo ad andare due volte nello spazio.
Il 3 ottobre del 1967, invece, con il volo 188 venne stabilito il record di velocità quando il pilota Pete Knight raggiunse i 7272.6km/h.
Il volo 191, svoltosi nel novembre del 1967, si concluse tragicamente con la morte del pilota Michael J. Adams (era al suo settimo volo sull’X-15).
L’ultimo volo di questo aereo si tenne il 24 ottobre del 1968.
I record ottenuti dall’X-15 resistettero fino al 2004, quando quelli di altitudine vennero superati dallo SpaceShipOne e quelli di velocità dallo statoreattore X-43.
In questa prima foto vediamo il secondo esemplare di X-15 in volo.
In questa seconda foto vediamo la sua linea laterale mentre è fermo sulla pista.
In questa terza foto, invece, lo vediamo agganciato sotto l'ala di un B-52.