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[Rubrica] [In corso] Guerra: armi e tecnologie.

Ultimo Aggiornamento: 25/11/2015 19:46
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23/03/2010 11:11

M24 SWS
L’M24 SWS (Sniper Weapon System) è la versione militare e per le forze di polizia del fucile Remington 700; M24 è il nome assegnato al modello dall’US Army. E’ utilizzato anche dall’Israeli Defence Forces e da altri paesi come Regno Unito, Giappone e Brasile.
Viene definito “sistema di armamenti” perché non si tratta solo del fucile ma anche di altri accessori come il mirino telescopico staccabile.
Il fucile è entrato in servizio nel 1988 ed è utilizzato tutt’ora, nonostante sia stato già designato il suo successore, l’M110 Semi-Automatic Sniper System.
Può utilizzare cartucce 7.62x51mm della NATO, .300 Winchester Magum 7.62x67mm o .338 Lapua Magum 8.60x70mm (dipende poi dalla variante del fucile), azionamento bolt-action con un raggio d’azione massimo di 800m anche se sono stati ottenuti record con colpi sparati da oltre 1000m. La precisione dell’arma deve essere, in base alla distanza, di 1.3/1.4pollici da 200m, 1.9pollici da 300m.
Le varianti dell’M24 sono:
XM24A1: variante per la cartuccia .300 Winchester Magnum, non adottata dall’US Army a causa della preoccupazione degli operatori di non riuscire a procurarsi le cartucce speciali, che per altro non si sono dimostrate prive di problemi;
M24A2: variante capace di contenere 10 colpi nel sistema di alimentazione al posto dei 5 della variante A1 e con altre differenze nella canna ed in altre parti del fucile. Gli A1, comunque, possono essere facilmente modificati per diventare A2;
M24A3: variante per la cartuccia .338 Lapua Magnum ed alimentazione a 5 colpi.

Nella foto, un M24.
[Modificato da _Thomas88_ 23/03/2010 11:12]
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24/03/2010 05:59

Te ne intendi di bellica, ma ecco un esempio del perchè la tecnologia quantistica subisce continuamente dei cover-up.
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24/03/2010 10:55

M40
L’M40 è un fucile di precisione basato sul Remington 700 al quale gli specialisti dell’armeria dei Marine di Quantico aggiungono componenti provenienti da diversi fornitori. Ha un azionamento bolt-action ed è utilizzato dallo US Marine Corp. Ne esistono 4 varianti: M40 (1966), M40A1 (1970), M40A3E (2000) e M40A5 (2009). Utilizza cartucce calibro 7.62x51mm Long Range con una gittata massima di 800m; il caricatore estraibile contiene 5 colpi.
Durante la guerra del Vietnam i Marines decisero di standardizzare il fucile di precisione in dotazione e dopo aver esaminato diverse proproste, nel 1966 adottarono il Remington 700 a cui venne assegnata la designazione M40. Nei primi anni ‘70, le armerie USMC iniziarono a modificare gli originali M40 portandoli allo standard M40A1, in cui il calcio di legno veniva sostituito da uno in fibra di vetro (più leggera) ed il cannocchiale originale Redfield 3-9x40 con l’Unertl MST-100 10x42.
L’M40A3 ha un calcio McMillan modello A4 ed un’ottica Schmidt & Bender 3-12x50 Police Marksman II LP con il caricatore estraibile.
La versione A1 è meno pensante e più corta della versione A3: 6.57kg contro 7.5kg e 1117mm contro 1124mm.

Nella foto, l'M40A3.
[Modificato da _Thomas88_ 24/03/2010 10:56]
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25/03/2010 15:28

Barrett M82
Il Barrett M82 è fucile semiautomatico statunitense a ricircolo di gas progettato nei primi anni ’80 e prodotto dalla Barrett Firearms Company. Calibro .50 BMG (12.7x99mm NATO), ne esistono tre varianti: M82A1 (1986), M82A2 (1987) e M82A3. Ha una gittata di 3500m con una velocità alla volata di 854m/s ed un caricatore a 10 colpi. Il peso è di 12.9kg e la lunghezza di 1448mm.
L’ M82 è molto efficace contro obiettivi come stazioni radar, camion, aerei ed elicotteri parcheggiati ma può anche essere utilizzato per colpire cecchini o soldati nemici a lunghe distanze, anche quando il nemico è nascosto dietro a delle protezioni (anche se questo compito di anti-persona non gli si addice molto). Visti il peso e le dimensioni, non è adatto per impieghi a corto raggio e per ingaggi istintivi.
Ronnie Barrett fondò la Firearms Company con il solo scopo di produrre fucili da cecchino capaci di utilizzare la potente munizione .50 BMG, originariamente utilizzata dalle mitragliatrici pesanti. Nel 1980 iniziò il lavoro di progettazione e nel 1982 erano pronti i primi fucili (da cui la designazione M82). Il lavoro di miglioramentò continuò fino ad arrivare all’M82A1 nel 1986, di cui ne vennero acquistati 100 esemplari dall’esercito svedese nel 1989. Ma il vero successo si ebbe nei primi anni ’90, quando l’esercito USA ne acquistò grandi quantità per utilizzarli prima nell’Operazione Desert Shield e poi nell’Operazione Desert Storm.
L'M82A1 è conosciuto dai militari statunitensi come SASR (Special Applications Scoped Rifle - letteralmente fucile con mirino per applicazioni speciali). Viene tuttora utilizzato come arma anti-materiale e come strumento EOD (Esplosive Ordnance Disposal) cioè eliminazione di materiale esplosivo. E’ munito di cavalletto bipede.
Nel 1987 si arrivò all’M82A2, una variante bullpup progettata per poter sparare tenendo il fucile in spalla, forse concepita per colpire bersagli mobili come elicotteri ma questo fucile non ebbe successo e venne presto tolto dalla produzione.
L’ultima evoluzione dell’M82 è l’M82A1M, conosciuto anche come M82A3, adottato dall’USMC e prodotto in grande quantità. Si distingue dalle precedenti versioni perché presenta una guida di tipo Picatinny alla quale possono essere attaccati i più vari sistemi di puntamento, per il minor peso della meccanica, per l’aggiunta di un monopiede posteriore, per il sistema bipede anteriore removibile e per il freno di bocca migliorato. Il suo successore è l’M90, concepito per chi preferisce un bolt-action piuttosto che un semi automatico.
Il fusto del fucile è composto da due parti (superiore e inferiore), stampate in lamiera d'acciaio e collegate da cross-pin. La canna è scanalata per migliorare la dissipazione del calore e risparmiare peso. Sulla volata presenta un freno di bocca di grandi dimensioni che nelle prime versioni era di sezione rotonda con due fori per lato mentre i successivi modelli sono equipaggiati con un freno sempre a due fori per lato ma di sezione rettangolare in grado di ridurre lo sforzo di rinculo del 65%. Per quanto riguarda gli organi di mira, il fucile è spesso equipaggiato con ottiche a 10x per tiri che variano fra 500 e 1800 metri, in ogni caso sono sempre presenti mirini metallici pieghevoli. Tutti i fucili della serie M82 sono dotati di maniglia pieghevole per il trasporto e di un bipod anch'esso pieghevole (entrambi amovibili nel modello M82A3). Nell'M82A3 è anche presente un monopiede situato sotto la calciatura, mentre la parte terminale del calcio è dotata di ammortizzatore di rinculo a molle. I modelli M82A1 e M82A3 potrebbero essere montati su M3 o su un treppiede M122 (originariamente destinati a mitragliatrici) o su veicoli utilizzando il Barrett soft-mount (uno speciale sistema che assorbe il rinculo dell'arma). L'M82A1 può essere munito di cinghia per il trasporto anche se a causa del peso e delle dimensioni è molto scomodo e, per questo motivo, solitamente è posto in una valigetta rigida o in una custodia. Il fucile viene trasportato smontato in due parti ed è assemblato e pronto al fuoco in meno di un minuto grazie all'inserimento di solo due perni.
L’M82, oltre ad essere in servizio nelle forze militari statunitensi, è utilizzato anche dalla Svezia, Danimarca, Finlandia, Grecia, Spagna, Italia, dal Belgio, da Israele e da molti altri Paesi.
In Italia, è in dotazione al Battaglione San Marco, al Reggimento d’assalto paracadutisti Col Moschin, al Reggimento Carabinieri “Tuscania”, al G.I.S. dei Carabinieri ed al 4° Reggimento Alpini Paracadutisti “Ranger”.


Nella foto, un Barrett M82.
[Modificato da _Thomas88_ 25/03/2010 15:34]
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29/03/2010 16:19

Barrett M90
Il Barrett M90 è fucile di precisione progettato dalla Barrett Firearms Company nel 1990 (da cui la designazione M90) ed entrato in produzione nello stesso anno. E’ nato per quei clienti che desiderano un fucile calibro .50 ma che preferiscono un bolt-action piuttosto che un’azione semi automatica, già offerta dall’M82. Come detto, utilizza le potenti munizioni .50 BMG ed ha una gittata di 1800m, con velocità alla volata di 854m/s. Ha un caricatore da 5 colpi, pesa quasi 10kg ed ha una lunghezza di 1143mm. Nel 1995 è stato sostituito dal modello Barrett M95, leggermente migliore del suo predecessore. Entrambi vengono utilizzati come fucili anti-materiale, anti-cecchino a lunga distanza e per l’eliminazione di materiale esplosivo.
Le differenze tra i due sono molto piccole: le più evidenti sono che nell’M95 la maniglia dell’otturatore è stata leggermente ridisegnata e piegata in dietro ed il freno di bocca è più grande e con tre fori laterali. Infine, il grilletto e l’impugnatura sono stati spostati in avanti di 25mm, la camera di scoppio è cromata (per una più facile estrazione del bossolo e per una migliore resistenza alla corrosione) e ci sono alcuni piccoli miglioramenti nel meccanismo del grilletto.
L’M90 non presenta mire metalliche (come l’M95) ed ha un castello dov’è montata un’ottica 10x. Ha un bipiede anteriore asportabile ed un monopiede regolabile inserito nel calcio, calcio il quale meno costoso, più leggero e più corto di 30cm di quello dell’M82 (la differenza di lunghezza si ha poiché al suo interno si trovano l’otturatore, il sistema di scatto ed il caricatore). La canna è da 29” ed il receiver è costituito da due pezzi stampati in lamiera d’acciaio alleggerito e collegati tra loro da 2 push-in.

Nella foto, un Barrett M90
[Modificato da _Thomas88_ 29/03/2010 16:21]
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31/03/2010 09:36

Barrett M95
Il Barrett M95 è la versione migliorata dell'M90, prodotto sempre dalla Barrett Firearms Company dal 1995. Si tratta sempre di un calibro .50 BMG (12.7x99mm) con una gittata di 1800m, caricatore da 5 colpi, velocità alla volata di 854m/s e peso di quasi 11kg. SI differenzia dall'M90 sono per alcuni miglioramenti.

Nella foto, tratta dal sito ufficiale della Firearms, un Barrett M95.
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01/04/2010 11:43

Barrett M99
Il Barrett M99, chiamato anche Big Shot, è un fucile per cecchino calibro .50 BMG (12.7x99mm NATO). E’ uno dei modelli più recenti della Barrett Firearms Company, prodotto nel 1999 (da cui la designazione). Si tratta di un’arma usata in scenari dove il volume di fuoco è meno importante della precisione perché si tratta di un bolt-action a colpo singolo, cioè dopo ogni colpo ne deve essere inserito manualmente uno nuovo direttamente in camera dalla finestra di espulsione. Quindi viene usato solitamente per eliminare i cecchini nemici. Non è presente il caricatore ed ha una gittata massima di 2600m.
Ne esistono due varianti: l’M99 e l’M99-1. I due modelli differiscono solo per la lunghezza della canna; nel primo è lunga 838mm, nel secondo 737mm. Anche il peso è leggermente diverso, con 11.36kg nel primo e 9.53kg nel secondo. Entrambe le versioni, oltre al claibro .50, possono utilizzare il calibro .416 Barrett.
A differenza dei precedenti modelli (M82 e M95) il receiver il lega d’alluminio è un pezzo unico ed il gruppo d’impugnatura-grilletto è fissato al receiver con tre push-pin e quindi può essere facilmente smontato.
Non sono presenti mirini metallici ma una guida tipo Picatinny. Non è presente il monopiede posteriore ed il bi-pod è dotato di gambe regolabili e può essere velocemente rimosso.

Nella foto, un Barrett M99 posto sopra la sua custodia.
[Modificato da _Thomas88_ 01/04/2010 11:44]
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02/04/2010 17:27

M110 SASS
L’M110 SASS, Semi-Automatic Sniper System, è un fucile semi automatico che utilizza una cartuccia 7.62x51mm NATO. Prodotto dalla Knight’s Armament Company, è entrato in servizio nel 2008 prima nelle truppe di stanza in Afghanistan e poi anche in quelle inIraq. Ha una gittata di 800/1000m, con velocità alla volata di 783m/s. Il caricatore può essere a 10 o 20 colpi.
L’M110 è destinato a sostituire gli M24 nell’US Army, dopo aver vinto un concorso nel 2005. E’ un fucile ambidestro ed è molto simile al suo predecessore, l’SR-25/Mk 11 Mod 0.

Nella foto, un M110 SASS con un'ottica AN/PVS-10 Sniper Night Sight (SNS).
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06/04/2010 12:12

SM-62 Snark
L’ SM-62 Snark è un missile da crociera entrato in servizio nell’USAF nel 1958 e ritirato nel 1961, l’evoluzione del concetto della bomba volante V-1. Pesava circa 30 tonnellate al decollo e, con un unico turbogetto, percorreva circa 10000km con una velocità massima di 1050km/h (impiegava 10 ore di tempo minimo per raggiungere l’obiettivo).
Il lancio avveniva tramite rampe mobili e questo era abbastanza incredibile per una simile arma. Il programma statunitense Northrop Snark prevedeva un bombardiere strategico senza pilota e lo Snark era, a tutti gli effetti, la prima arma intercontinentale mai entrata in servizio anche se non era un missile balistico.
Cosa particolare era il suo sistema di navigazione, basato sulla posizione delle stelle. Durante i test, la navigazione astronomica sembrò essere efficace ma poi si rivelò un completo fallimento.
Esso portava una testata nucleare che veniva sganciata sull’obiettivo con la parte anteriore del muso mentre il resto del missile eseguiva una manovra pitch-up per evitare una collisione con la testata e si disintegrava per l’attrito subito dopo.
Durante la progettazzione di questo missile, vennero eseguiti molti test di lancio da Cape Canaveral e moltissimi fallirono cadendo in mare (per scherzarci sopra, i tecnici che lavoravano allo Snark dicevano che le acque di fronte alla base erano infestate dagli Snark).
Prima di diventare un sistema affidabile passarono molti anni e quando accadde, lo Snark era ritenuto parzialmente superato nonostante fosse molto più economico di un bombardiere e senza rischi per l’equipaggio. Agli inizi degli anni ’60, infatti, i primi missili ICBM facevano il lavoro dello Snark meglio ed in minor tempo, senza rischiare di essere abbattuti (nonostante lo Snark avesse acquisito la capacità di essere programmato per eseguire avvicinamenti a quote e rotte varie, e fosse dotato anche di contromisure elettroniche). Anche i rischi di avarie in volo erano minori nei nuovi ICBM.
Comunque, quest’arma aveva un’ottima caratteristica: se la testata non veniva sganciata, il missile poteva viaggiare per un massimo di 11 ore, ritornare alla base ed atterrare su una normale pista di atterraggio; lo stesso, poteva essere lanciato più volte.
Radiato dal servizio di prima linea, lo Snark, grazie a questo suo pregio, venne impiegato come ricognitore a lungo raggio: uno fu ritrovato nella foresta brasiliana, forse precipitato dopo una missione di ricognizione sopra Cuba.

Nella foto, uno Snark durante la fase di decollo da una rampa mobile.
[Modificato da _Thomas88_ 06/04/2010 12:16]
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07/04/2010 12:31

Jet pack
Il jet pack o rocket pack, tradotto letteralmente dall’inglese significa “zaino-jet” o “zaino-razzo”, è un dispositivo, solitamente indossato sulla schiena a modi zaino, che grazie ad una propulsione a reazione permette ad una persona di volare.
Sono dispositivi affascinanti e ne escono in continuazione nuovi prototipi che, però, hanno sempre lo stesso difetto di non essere duraturi.
Cosa centra il jet pack con l’esercito? Be, la maggior parte della ricerca su questo dispositivo è stata effettuata proprio dalle forze armate degli Stati Uniti che, però, poi hanno dichiarato più funzionali gli elicotteri che i “soldati volanti”.
Infatti, la prima idea dei Generali USA era quella di utilizzare il jet pack sui campi di battaglia, per operazioni di ricognizione, creando proprio dei “soldati volanti”. Però, nonostante ne siano stati testati diversi modelli ad inizio della ricerca, si è subito capito che, in questo modo, i soldati si sarebbero trovati completamente esposti al fuoco nemico. Per di più, diverse complicazioni tecniche fecero si che il progetto venne abbandonato.
Una volta che i militari non si interessarono più del jet pack, altri provarono a realizzare nuovi modelli di questo dispositivo ottenendo sempre risultati discontinui e facendo si che il loro utilizzo fu limitato ai film e ai racconti di fantascienza. Nel 2009/2010, però, Glenn Martin ha progettato un jet pack che, a suo dire, può raggiungere una quota di 2,4km e volare per 30 minuti al massimo: per guidare il jet pack, una volta in commercio, serviranno 15 ore di addestramento.
Nel primo vero jet pack, il Bell Rocket Belt originale, il getto di gas era fornito da un razzo alimentato da perossido di idrogeno. Un motore così alimentato è basato sulla reazione di decomposizione del perossido di idrogeno, utilizzato quasi allo stato puro: è un liquido incolore con una densità di 1.35 g/cm cubici. E’ molto stabile ma a contatto con un catalizzatore si decompone in una miscela di vapore caldissimo ed ossigeno in meno di 0.1 millisecondi, aumentandone di 5000 volte il suo volume. Questa reazione libera molto calore formando una miscela gas-vapore di 740°C, comunque più fredda di altri propellenti e, quindi, con meno rischi di incendi. Il gas viene poi condotto a uno o più diffusori a getto. Il grande svantaggio del jet pack è la limitata quantità di carburante che può essere trasportata e, poiché il getto di vapore è ciò che da la spinta, il motore ha un basso impulso specifico.
In altri modelli, invece, si utilizzava un motore turbjet, una turbina o altri tipi di razzi alimentati da combustibile che poteva essere solido, liquido o gassoso compresso (azoto).

Nella foto, Dan Schlund vola col suo jet pack a Melbourne, Australia, nel 2005.
[Modificato da _Thomas88_ 07/04/2010 12:36]
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08/04/2010 11:48

Williams X-jet
Creato dalla Williams International su richiesta dell’US Army nel 1980, lo X-jet era un veicolo VTOL piccolo e leggero, capace quindi di atterrare e decollare verticalmente. Era alimentato da un motore a turbina Williams F107 per aerei e poteva essere guidato da una sola persona, la quale poteva controllarne la direzione e la potenza. L’X-jet poteva muoversi in qualsiasi direzione, accelerare e decelerare rapidamente, alzarsi di quota e ruotare sul suo asse, rimanendo in aria per un massimo di 45 minuti, raggiungendo una velocità massima di poco inferiore ai 100km/h ed un’altitudine di 3049m.
Nonostante queste sue qualità, l’Esercito USA lo ritenne inferiore agli elicotteri ed agli UAV ed il progetto non venne portato avanti.
Oggi, il Williams X-jet può essere visto al Museo Nazionale dell’USAF di Dayton, nell’Ohio, e nel Museo del Volo di Seattle, nello stato di Washington.

Nella foto, un Williams X-jet.
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08/04/2010 13:15

Fantastico l'M110 SASS. Da quello non scappi :O
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09/04/2010 12:03

Missile SLAM
Il missile SLAM (Supersonic Low-Altitude Missile) è il nome del progetto di un missile da crociera spinto da uno statoreattore a propulsione nucleare. Il programma venne avviato nel 1957 dall’USAF e cancellato nel 1964, senza che questo sistema d’arma fu mai realizzato: infatti, furono condotte solo alcune prove dell’impianto propulsivo, prove che andarono comunque a buon fine.
Il missile doveva pesare 27540kg ed avere una lunghezza di quasi 27m, con un diametro di 1.5m;
avrebbe dovuto avere una gittata di 21300km con una velocità di Mach 3.5 a 300m di altitudine e di 182000km con una velocità di Mach 4.2 a 9000m. La potenza del reattore avrebbe dovuto essere di 600MW.
L’idea di base dello SLAM nacque agli inizi degli anni ’50, quando si iniziò a pensare di utilizzare gli stratorettatori a propulsione nucleare che avrebbero avuto un’autonomia illimitata. Così, nel 1955 l’United States Office of Strategic Development incaricò la Commissione per l'energia atomica degli Stati Uniti di studiare la fattibilità di questa soluzione e nel 1956 l’USAF emise il requisito SR-149 relativo allo sviluppo di un missile da crociera a propulsione nucleare. Nel 1961, l’impresa Chanse Vought Aircraft venne dichiarata la vincitrice tra molte aziende, ognuna delle quali aveva proposto una soluzione differente.
In teoria, lo SLAM doveva essere equipaggiato con oltre 20 testate nucleari, che avrebbero dovuto essere sganciate su altrettanti obiettivi; dal punto di vista tecnico, questo missile era innovativo e complesso. I problemi maggiori si riscontrarono nella resistenza dei materiali alle alte velocità e nel sistema propulsivo, per non parlare del fatto che fu sviluppato un sistema di guida completamente nuovo.
Per i test di volo vennero scelte delle aree a nordest dell’Oceano Pacifico. Prima della cancellazione del programma, molte problematiche tecniche furono risolte, il progetto preliminare venne completato e il motore testato con successo. Molte delle tecnologie sviluppate durante il progetto del missile SLAM vennero poi utilizzate su altri missili americani ed alcune di queste sono utilizzate ancora oggi.
Il programma per lo sviluppo del sistema propulsivo prese il nome di Progetto Plutone e portò alla realizzazione di un paio di prototipi chiamati Tory. Il primo, Tory-IIA, fu portato alla massima potenza ma non era adatto al volo. Venne così realizzato il Tory-IIB, più leggero e potente del primo, che però rimase solo sulla carta. Tre anni dopo venne realizzato il Tory-IIC, più sofisticato e che venne portato alla massima potenza il 20 maggio 1964. Sia il Tory-IIA e C, durante i test, vennero posti su vagoni ferroviari. Comunque, il C non sarebbe stato il vero motore dello SLAM perché era in programma il Tory-III, ulteriolmente perfezionato, che rimase solo teoria perché il programma fu cancellato dopo una spesa di 260 milioni di dollari.
Per la struttura, furono effettuate prove nella galleria del vento per l’aerodinamica con un modellino della punta scala 1 a 3 e, per i materiali, fu realizzata una sezione della fusoliera utilizzando una lega di René 41 ed acciaio inox, che venne poi testata in una fornace per valutarne la resistenza alle temperature nell’ordine dei 1000 gradi Fahrenheit.. La sezione davanti, inoltre, avrebbe dovuto essere placcata in oro, in modo da favorire la dissipazione del calore per irraggiamento.
Il sistema di guida creato prese il nome TERCOM (TERrain COntour Matching) e si trattava di un sistema che permetteva il riconoscimento del profilo orografico del terreno da sorvolare, le cui caratteristiche erano memorizzate in una matrice digitale a bordo del missile, sul quale era montato un radar rivolto verso il basso.
Il missile avrebbe dovuto volare a quota 10000m con velocità Mach 4 fino alla zona degli obiettivi, per poi scendere di quota per eludere le difese antiaeree. La potenza delle testate doveva essere di un megatone e queste sarebbero dovute scendere lentamente sui bersagli per permettere al missile di allontanarsi.
I danni, però, non sarebbero stati fatti solo dalle testate:
il boom sonico a bassa quota avrebbe danneggiato le strutture non corazzate sul terreno delle zone sorvolate;
il reattore avrebbe lasciato una scia altamente radioattiva, contaminando vaste aree;
finita la missione, il missile si sarebbe schiantato al suolo con il suo reattore, comportandosi come una bomba sporca.
Il motivo della cancellazione dello SLAM fu che il Dipartimento della Difesa ed il Dipartimento di Stato ritennero che il progetto fosse troppo provocante: infatti, si ritenne che se gli Stati Uniti avessero schierato un sistema d’arma di tale potenza, lo avrebbe fatto anche l’Unione Sovietica.
Oltre a questo, vi furono altri problemi come i costi elevatissimi, l’avvento degli ICBM (a confronto dei quali lo SLAM appariva lento e vulnerabile) e i problemi legati ai test dei volo che avrebbero inquinato la biosfera, per non parlare del rischio di incendi o missili fuori controllo.

Nella foto, il Tory-IIC.
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12/04/2010 10:21

Hiller VZ-1 Pawnee
Il VZ-1 Pawnee, designazione dell’US Army HO-1, era un velicolo capace di volare tramite un ventilatore con due pale contro-rotanti posto all’interno di una piattaforma circolare che il pilota, unica persona sul velivolo, poteva controllare stando in piedi e spostando il peso del corpo per inclinarla e fargli cambiare direzione.
La piattaforma fu sviluppata a partire dal 1953 per l’Office of Naval Research R&D tramite la Hiller Aircraft Corporation e fece il suo primo volo nel 1955.
Di questo dispositivo ne vennero creati due modelli principali, l’ONR e il VZ-1 Pawnee (prodotto per l’esercito USA), di cui vennero poi prodotti tre esemplari ciascuno per un totale di sei prototipi che non andarono mai in commercio. I tre modelli ONR usavano un motore Nelson H-59 da 44 cavalli più piccolo rispetto al motore del VZ-1.
Durante i test, il Pawnee volò molto bene ma, visto che non raggiungeva un’altezza superiore ai 10m e non superava i 26km/h di velocità, l’esercito abbandonò il progetto.
Oggi, un modello ONR è conservato all’Hiller Aviation Museum in California mentre un modello VZ-1 al National Air and Space Museum.

Nella foto, l'ONR conservato all'Hiller Aviation Museum.
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Utente Master
13/04/2010 09:59

Hangar
L’hangar è una struttura in legno, metallo o cemento armato costruita per contenere al suo interno degli aeroplani. Il suo scopo è quello di proteggerli dagli agenti atmosferici, da attacchi nemici o, semplicemente, per ospitarli mentre non sono in uso. In alcuni casi, gli hangar sono costruiti per occultare i velivoli dalla vista dei satelliti e degli aerei spia.
Queste strutture sono di diverse dimensioni a seconda del velivolo che devono ospitare. Infatti possono contenere, oltra agli aerei ed agli elicotteri, anche i dirigibili.
La parola deriva dal francese. Il primo a costruire un hangar fu Carl Rickard Nyberg che ne usò uno per il suo Flugan alla fine del XIX secolo ed all’inizio del XX secolo.
Nel 1909, Louis Bleriot precipitò su una fattoria della Francia Settentrionale e spinse il suo velivolo nella stalla dell'agricoltore. All'epoca Bleriot era in gara per essere il primo uomo ad attraversare La Manica con un velivolo più pesante dell'aria, così stabilì la sua base nel rifugio inutilizzato. Dopo essere tornato a casa, Bleriot chiamò la REIDsteel e ordinò tre "hangar" per uso personale. La REIDsteel continua ancor oggi a fabbricare hangar e parti di hangar.
I fratelli Wright, nel 1902, costruirono un hangar in legno dove vi conservarono il loro aeroplano nella Carolina del Nord.
Le porte degli hangar devono essere molto grandi per permettere al velivolo di entrarci senza problemi. A seconda della largehzza della campata del capannone, gli hangar possono essere suddivisi in:
S (meno di 30m);
M (dai 30 ai 60m);
L (dai 60 ai 90m);
XL (dai 90 ai 120m);
XXL (più di 120m).
Gli hangar XXI sono quelli destinati ad ospitare i più grandi aerei del mondo come l’Airbus A380. Strutture di queste dimensioni sono molto complesse da costruire.
Gli hangar per dirigibili sono solitamente più grandi di quelli per aerei (in particolare in termini di altezza). Molti dei primi dirigibili usavano l'idrogeno, quindi queste strutture dovevano fornire loro protezione dai fulmini allo scopo di impedire l'esplosione del gas infiammabile. Gli hangar che contenevano diversi apparecchi di questo tipo erano a rischio di una esplosione a catena e, per questo motivo, molti degli hangar per i dirigibili ad idrogeno erano dimensionati per ospitare solo uno o due di questi apparecchi. Con la I guerra mondiale all'orizzonte, il disegno degli hangar dovette tenere il passo con i progressi della tecnologia dell'aviazione. I tedeschi usarono gli Zeppelin per bombardare Parigi e Londra, mentre i britannici usarono dei "blimp" (dirigibili senza struttura rigida) per pattugliare le loro coste. I dirigibili divennero in seguito uno standard per i voli transoceanici. Durante l'"età d'oro" dei viaggi in dirigibile, vennero costruiti piloni di ancoraggio e capannoni in tutto il mondo. Il più grande di questi, alla Goodyear Tire and Rubber Company di Akron (Ohio), venne usato per la costruzione dello USS Akron (ZRS-4) e dello USS Macon (ZRS-5). La sua lunghezza era di 358 m e il suo tetto era posto all'altezza di 61 m. Capannoni per dirigibili esistono ancora a Moffett Field e a Cardington (Bedfordshire). La US Navy creò dieci basi per velivoli "più leggeri dell'aria" in tutti gli Stati Uniti, durante la II guerra mondiale, come parte del piano di difesa costiera, il che richiese la costruzione di alcune delle più grandi strutture in legno autoreggenti del mondo. Sette dei diciassette hangar originali esistono ancora, e uno di questi ospita il Tillamook Air Museum di Tillamook (Oregon).
Una tipologia di hangar è l’Hardened Aircraft Shelters (HAS), una struttura rinforzata appositamente costruita per ospitare velivoli militari e proteggerli dagli attacchi nemici. Visti i costi e la complessità della costruzione, tali strutture hanno dimensioni ridotte e possono ospitare quindi solo i velivoli più piccoli.

Nella foto, l'Hangar n.2 dell'Air Station Tustin del Corpo dei Marine.
[Modificato da _Thomas88_ 13/04/2010 10:01]
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13/04/2010 10:07

Pakistan: 13 morti in attacco drone Usa
ISLAMABAD, 13 APRILE - E' salito a 13 morti il bilancio delle vittime dell'attacco missilistico Usa lanciato ieri nel Nord del Waziristan, in Pakistan. Un aereo drone aveva colpito con due missili un complesso appartenente a un sospetto comandante islamico estremista, identificato come Tarik Khan e situato nella regione montagnosa di Boya a 20 km dalla citta' di Miranshah. Fonti locali avevano riferito ieri di cinque persone morte sul colpo e di diversi feriti gravi.

Fonte: Ansa.It
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14/04/2010 15:03

Missile SNARk: il video
Nonostante sia vecchiotto, il video che vi propongo è a colori e ritrae un missile SM-62 SNARK nella fase di lancio, nella successiva prima fase di volo e nell'ultima parte del suo viaggio, nella fase di atterraggio. Il test è stato svolto nella base di Cape Canaveral.
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14/04/2010 15:46

veramente bello.
Sai qualcosa della riserva di missile che ha il nostro arsenale militare? si parla sempre di missili nucleare della altre nazioni e noi facciamo sempre la parte degli sfigati [SM=g2201357]
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15/04/2010 09:35

Re:
°Menelao°, 14/04/2010 15.46:

veramente bello.
Sai qualcosa della riserva di missile che ha il nostro arsenale militare? si parla sempre di missili nucleare della altre nazioni e noi facciamo sempre la parte degli sfigati [SM=g2201357]




Be, se parli di armamenti nucleari, noi non li possediamo ma teniamo quelli degli altri. Infatti, i nostri amici americani hanno depositati nelle loro basi in Italia decine e decine di ordigni nucleari. Cosa da far rizzare i capelli?[SM=g2201356]
Secondo me no, essendo alleati, i due Paesi saranno giunti ad un accordo...ma, comunque, hai ragione tu: facciamo sempre la parte degli sfigati, eheh...
[Modificato da _Thomas88_ 15/04/2010 09:37]
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Utente Master
15/04/2010 09:41

SVD Dragunov
L’SVD o Dragunov è un fucile di precisione semi-automatico sviluppato in Unione Sovietica a partire dalla fine degli anni ’50. La sua produzione iniziò nel 1963 e viene prodotto ancora oggi: ha partecipato alla Guerra del Vietnam, all’Invasione Sovietica dell’Afghanistan e alla Guerra d’Iraq. Ha un’azionamento a presa di gas ed utilizza una cartuccia 7.72x52mm, adottando lo stesso funzonamento dell’AK-47. I proiettili hanno una velocità alla volata di 800m/s e sono contenuti in un caricatore da 10 colpi.
Gli organi di mira sono un’ottica PSO-1 con ingrandimento 4x, dotata di un retino con un’illuminazione a batteria e di un filtro arancione per migliorare il contrasto dell’immagine e, soprattutto, capace di individuare sorgenti di luce infrarossa, ed un mirino metallico regolabile. La gittata dell’arma è di 1500m (per un colpo di precisione) ma i proiettili possono arrivare ad una distanza superiore ai 5000m.
L’SVD pesa circa 4.3kg ed è lungo 1225mm, di cui 620mm sono della canna. Il suo sviluppo non fu complesso perché si trattò di adottare il principio ad otturatore rotante dell’AK-47 ad una cartuccia migliore sulle lunghe distanze e più adatta ad un tiro di precisione. Molto efficace in quest’arma sono il compensatore-spegnifiamma ed il calcio ergonomico in legno, calcio che rende il Dragunov unico tra i fucili di precisione: nonostante non sia regolabile o mobile risulta essere molto comodo e consente l’utilizzo del fucile anche se si indossano i guanti.

Nella foto, un Marine si addestra ad utilizzare l'SVD.
[Modificato da _Thomas88_ 15/04/2010 09:42]
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