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[Rubrica] [In corso] Guerra: armi e tecnologie.

Ultimo Aggiornamento: 25/11/2015 19:46
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Utente Illuminato
18/11/2010 21:59

Dal nome non ci si poteva aspettare altro [SM=g6794]
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Utente Master
19/11/2010 15:52

L'asino Hermann congedato con disonore
Ha trasportato armi e munizioni nelle aree di guerra dell'Afghanistan. Ora non serve più.
Fa discutere la decisione della Bundeswehr: l'animale, dopo anni di fronte, è stato ceduto ad un mercato.


L’asino Hermann aveva cominciato a puntare i piedi e neppure i comandi impartiti dai soldati della Bundeswehr riuscivano più a smuovere il caparbio quadrupede. E così Hermann, di stanza a Shar Darah, provincia di Kunduz, nel nord dell’Afghanistan, è stato congedato. E neppure con onore. Per la precisione - scrive il quotidiano tedesco Bild - è stato venduto per 100 dollari al mercato locale.
Abbandonato in Afghanistan - Nell’ultimo periodo l’asino si rifiutava di trasportare carichi pesanti di armi e munizioni attraverso i territori del pericoloso distretto sotto controllo dei tedeschi e soprattutto di scavalcare i fossati d’acqua. Inoltre, a causa del normale avvicendamento delle truppe, i soldati che abitualmente si prendevano cura di lui hanno lasciato la base in Afghanistan per rientrare in Germania. Così per lui non c'è stata più alcuna gloria. Congedato con disonore, insomma, anche se resta da vedere se il disonore è il suo o di chi lo ha lasciato laggiù.

Fonte: Corriere della sera.It
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Utente Master
20/11/2010 12:57

Afghanistan, la Nato vara l'exit strategy. "Via entro il 2014 ma non vi lasciamo soli"
Entro il 2014 dovrebbe chiudersi la missione militare. L'Italia manda altri 200 istruttori.
A Lisbona il vertice dell'Alleanza con Karzai e l'Onu. Obama ringrazia Berlusconi per il ruolo dei nostri soldati.

Via libera da parte del vertice Nato alla strategia di transizione in Afghanistan che partirà all'inizio del 2011 e ha come obiettivo il riconsegnare la sicurezza «di tutte le province» del Paese alle forze locali «entro la fine del 2014». Lo si legge nel documento finale della riunione Isaf di stamani a Lisbona alla presenza del presidente afghano Hamid Karzai di cui si è avuta un'anticipazione. La strategia di uscita dall' Afghanistan, con l'obiettivo di passare alle autorità locali la responsabilità militare, è il tema dominande della seconda sessione di lavoro del summit dell'Alleanza atlantica che vede, appunto, nel ruolo di protagonista il capo dello stato afghano Hamid Karzai. La riunione è allargata ai 20 paesi non Nato che con i 28 stati dell'Alleanza atlantica partecipano alla missione Isaf in Afghanistan, e al segretario Onu Ban ki-Moon.
Le 3 condizioni - La Nato, nel ribadire il proprio sostegno al processo di riconciliazione in Afghanistan, ha anche posto tre condizioni. Nel documento si legge: «Continuiamo ad appoggiare gli sforzi guidati dagli afghani per riconciliare e reintegrare quei membri dell'insorgenza che rinunciano alla violenza, tagliano i legami con i terroristi e accettano la Costituzione afghana». Nello stesso testo si sottolinea l'importanza che l'Afghanistan «rispetti i suoi obblighi costituzionali e internazionali sui diritti umani, in particolare delle donne».
Il ruolo dell'Italia - L'Italia è rappresentata a Lisbona dal premier Silvio Berlusconi, accompagnato dai ministri degli esteri e della difesa Franco Frattini e Ignazio La Russa. E proprio all'Italia ha rivolto un pensiero il presidente americano Barack Obama che ha ringraziato il presdente del consiglio per l'impegno delle nostre truppe sul territorio afghano. Intervenendo nella seconda giornata del vertice della Nato Obama ha citato il premier italiano e il primo ministro canadese Stephen Harper. Il presidente americano ha ringraziato Berlusconi per «la leadership italiana» facendo riferimento soprattutto all'attività degli addestratori in Afghanistan. Obama, riferiscono fonti della delegazione italiana, ha sottolineato che Berlusconi e Harper stanno riuscendo a fare la differenza sul campo.
L'annuncio di Berlcusconi - «L'Italia è presente in Afghanistan fin dall'inizio - ha fatto notare lo stesso Silvio Berlusconi - e ultimamente ci è stato chiesto dal presidente americano Obama e dal segretario generale della Nato Rasmussen un aumento del numero degli addestratori. Aumenteremo questo numero di altri duecento». Poi una rassicurazione a Karzai: «Anche dopo il 2014 saremo vicini al vostro Paese affinchè gli sforzi che tutti insieme abbiamo fatto abbiano effetti duraturi». E ancora: «Ai nostri uomini e donne in Afghanistan abbiamo dato la missione di avere una grande attenzione nei confronti della popolazione: non solo di garantire la sicurezza sul territorio, ma anche dare supporto alla popolazione e aiuto per la realizzazione delle infrastrutture, soprattutto ospedali e scuole».
Scadenze e prospettive - La strategia di uscita, almeno parziale, dall'Afghanistan che il vertice deve delineare dovrebbe indicare la fine del 2014, come chiesto dal presidente Karzai, come obiettivo per il completamento del passaggio delle consegne sul terreno militare agli afghani. Il segretario Nato Anders Fogh Rasmussen ha però chiarito ieri che «truppe internazionali» rimarranno anche «dopo il 2014, però non con una missione di combattimento, bensì di appoggio, che comprenderà la formazione delle forze di sicurezza afghane». Barack Obama inoltre ha indicato che gli Usa e la Nato «non abbandoneranno gli afghani a loro stessi» dopo il 2014.
La questione russa - Nel pomeriggio i leader alleati hanno in programma un incontro con il presidente russo Dimitri Medvedev, con il quale la Nato punta, dopo le tensioni innescate due anni fa dalla crisi georgiana, a una nuova partenza nelle relazioni di cooperazione, anche sul fronte della difesa anti-missili, sulla quale i 28 ieri hanno raggiunto un accordo. In chiusura è previsto oggi un vertice bilaterale Ue-Usa, con la partecipazione per parte europea dei presidenti della Commissione e del Consiglio Manuel Barroso e Herman Van Rompuy, e per gli Stati Uniti del presidente Barack Obama.

Fonte: Corriere della sera.It
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20/11/2010 20:19

Lontanuccio il 2014....quanti morti ancora ci dovranno essere per poi alla fine non risolvere nulla ed ottenere la solita disfatta tipo Corea e Vietnam??
[Modificato da (richard) 20/11/2010 20:19]
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20/11/2010 21:46

Re:
(richard), 20/11/2010 20.19:

Lontanuccio il 2014....quanti morti ancora ci dovranno essere per poi alla fine non risolvere nulla ed ottenere la solita disfatta tipo Corea e Vietnam??




Sono dell'idea che ritirarci non serve. L'unica cosa da fare è portare a termine gli incarichi, a costo di altre vittime.
Mi dispiace ma la mia idea sulla guerra al terrorismo è sempre stata la stessa:
la guerra si doveva fare, è giusta e bisogna portarla a termine!
Poi si sa, nelle guerre si contano sempre morti da ambo le fazioni, anche se esiste un divario tecnologico notevole, è il prezzo da pagare.
La pace si è sempre ottenuta facendo la guerra [SM=g2201354] , non viene da sola... [SM=g1420769]
[Modificato da _Thomas88_ 20/11/2010 21:47]
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22/11/2010 15:28

Afghanistan, crolla il consenso; il 60% contrario alla missione
Dall'indagine dell'istituto Demos con LaPolis emerge un aumento rilevante degli scettici rispetto al maggio 2009. Sempre meno italiani credono all'intento pacificatorio, la grande maggioranza favorevole a una riduzione dell'impegno bellico.

La sensazione che il clima d'opinione verso la missione italiana in Afghanistan fosse cambiato negli ultimi mesi era nell'aria. Nel maggio dello scorso anno il 57,2% degli italiani era ancora orientato positivamente verso l'impegno dell'esercito italiano in Asia centrale. Oggi si assiste invece ad un crollo sensibile del consenso nei confronti della missione ISAF (International Security Assistance Force). Le perdite tra le fila dei nostri militari, i costi che si sono moltiplicati, la situazione che a Kabul rimane confusa, hanno logorato l'orientamento positivo degli italiani. I dati recenti fanno osservare che, nello spazio di diciotto mesi, quanti si ritengono molto o abbastanza contrari rispetto alla missione in Afghanistan, hanno ormai raggiunto una vasta maggioranza nel Paese. Sono passati dal 40,5% del maggio 2009 al 60,6% del novembre 2010. Con un aumento di ben 20,1 punti percentuali. Per contro, la componente che in passato si era espressa favorevolmente è calata in maniera quasi speculare dal 57,2% al 36,4% (-20,8 punti percentuali). Dunque, uno spostamento netto delle opinioni degli italiani, soprattutto di quanti si dicono "molto contrari". Sono i dati che emergono da una ricerca promossa da Demos e LaPolis - Laboratorio di Studi Politici e Sociali dell'Università di Urbino, in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro. L'indagine di cui presentiamo alcuni risultati è parte di un progetto più ampio per lo studio del rapporto fra opinione pubblica e politica estera in Italia e verrà pubblicata sul numero di Limes in uscita.
Secondo i cittadini intervistati l'impegno italiano nella missione ISAF è volto soprattutto a dimostrare fedeltà nei confronti del nostro alleato più importante: gli Stati Uniti (36,7%). Risulta inoltre in calo un'altra delle motivazioni capitali che hanno portato l'Italia in Asia centrale: ristabilire la pace (24,6%, -7,2 punti percentuali rispetto al 2009). Oggi, infatti, la missione di peacekeeping assume sempre più il profilo di una guerra aperta. Dimostrata dal progressivo aumento dei contingenti militari (anche di quello italiano) a cui non corrisponde però la pacificazione dei territori. Qui si gioca la scommessa dell'intervento internazionale. Cioè abbinare repressione militare al supporto socioeconomico e alla protezione dei civili. Una difficoltà che ci portiamo dietro dall'inizio della missione. Infatti, le operazioni più efficaci di peacekeeping si hanno solo nel momento in cui gli scontri armati sono terminati. L'opinione pubblica italiana fa registrare parallelamente al calo della motivazione "pacificatoria" l'aumento di ragioni basate sugli interessi, soprattutto per il petrolio. Argomento quanto meno discutibile - poiché i giacimenti in Afghanistan di fatto scarseggiano - ma è sempre più diffusa l'idea che le guerre si conducono principalmente per il controllo delle risorse energetiche. Quindi, a motivazioni di alto valore simbolico, come la pace, si associano i sospetti che la molla dell'intervento sia scattata anche per interessi di natura economica.
Dunque, per uscire dall'impasse strategico in cui la coalizione si è ritrovata, la "soluzione politica" risulta nelle opinioni dei cittadini sempre più plausibile. Il 24,4% degli intervistati ritiene infatti che le difficoltà incontrate sul terreno siano state superiori a quanto si potesse immaginare (+ 4,6 punti percentuali rispetto a maggio 2009). Va poi aggiunto che secondo il 34,2% degli italiani manca ancora un accordo con gli afghani. E qui incontriamo un problema ulteriore. Infatti, comprendere qual è la controparte locale non rappresenta una cosa di poco conto. In un Paese lontano dai canoni occidentali dello Stato - nazione, dove da secoli nella vita sociale e politica è centrale il peso di tribù orgogliose della propria autonomia, risulta oggi difficile individuare un interlocutore credibile. E, conseguentemente, ipotizzare un passaggio delle consegne in tempi relativamente stretti. Per cui immaginare che il rieletto presidente Hamid Karzai incarni l'effettivo traghettatore politico può risultare verosimile, ma è soprattutto funzionale alla nostra uscita di scena.
In questo gioco delle parti anche i leader occidentali hanno il proprio interesse da tutelare. Sempre più spesso utilizzano i vertici internazionali come palcoscenico per recuperare credibilità in Patria: il presidente Obama all'indomani delle elezioni di medio termine da cui è uscito sconfitto; Nicolas Sarkozy reduce da un sostanzioso rimpasto di governo; il presidente del Consiglio Berlusconi alle prese con le tensioni nella sua maggioranza e con le vicende personali.
I dati della ricerca sottolineano che i cittadini italiani sono ampiamente d'accordo con l'opzione che il nostro contingente militare debba essere ridotto (62,8%). E' un'opzione che prevale tra gli elettori più orientati a sinistra. In primo luogo quelli di Sinistra Ecologia e Libertà (79,1%) e dell'Italia dei Valori (77,7%). Ma anche gli elettori del Partito democratico, 69,5%. Se guardiamo ad un altro partito di opposizione, l'Unione di Centro, il dato cala un po' (60,1%), ma resta comunque elevato. Dalle fila della maggioranza di governo giungono segnali contrastanti. Infatti, il 62,9% degli intervistati vicini alla Lega Nord dichiara che è tempo di ridurre il contingente. Decisamente più basso è il dato tra chi voterebbe FLI, 46,5%, e tra gli elettori del Popolo della Libertà, 44,6%. Va infine ricordato che - tra maggio 2009 e novembre 2010 - sono morti 19 dei 34 soldati caduti nei sette anni di missione. Si tratta di una escalation nelle perdite che rischia seriamente di danneggiare il Presidente del Consiglio. Sono episodi che spingono, in modo più o meno diretto, a ripensare all'impegno italiano in Afghanistan.

Fonte: La Repubblica.It


Di certo non hanno interpellato me [SM=g8297] ...
Io sono favorevole [SM=g2201354]
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22/11/2010 15:53

E' tempo che auspico il ritiro delle forze italiane dai territori di guerra di tutto il mondo.......
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22/11/2010 18:35

Re:
(richard), 22/11/2010 15.53:

E' tempo che auspico il ritiro delle forze italiane dai territori di guerra di tutto il mondo.......




Sarebbe troppo bello per essere vero [SM=g8087] ...
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23/11/2010 12:52

Corea Nord contro Seul: bombardata isola, 2morti
Esercito di Seul ha risposto al fuoco. Morti due soldati sudcoreani. Popolazione fugge in barca.


Seul - La Nord Corea ha bombardato con colpi di artiglieria una isola sudcoreana. L'esercito di Seul ha risposto al fuoco, riferiscono i militari sudcoreani.
Il bombardamento ha incendiato, secondo i testimoni, 60-70 case. I residenti sono stati evacuati nei bunker. L'esercito di Seul è in stato di massima allerta. Obiettivo del bombardamento, scrive l'agenzia Yhonap, è un'isola nell'ovest della Penisola coreana.
L'isola sudcoreana di Yeonpyeong è ancora sotto i colpi dell'artiglieria della Nord Corea, secondo testimoni, per i quali alcune degli edifici colpiti precedentemente sono crollati. Dalle immagini tv si vedono almeno quattro colonne di fumo levarsi da vari punti dell'isola, che si trova lungo la linea di confine tra i due Paesi. Seul ha inviato una squadriglia aerea.
Il bombardamento della Nord Corea è iniziato alle 14.34 locali (le 6.24 in Italia), oltre 200 i colpi sparati, ha riferito il colonnello Lee Bung-woo, portavoce degli Stati Maggiori di Seul, all'agenzia Yonhap. L"esercito sudcoreano, ha aggiunto il militare, ha risposto al fuoco con colpi di artiglieria. Sul posto è stata inviata una squadriglia di caccia.
14 i milirai feriti, popolazione fugge con barche - E' di 14 militari sudcoreani feriti, il bilancio provvisorio del bombardamento di artiglieria della Nord Corea sull'isola sudcoreana di Yeonpyeong, dalla quale la popolazione sta fuggendo utilizzando le barche dei pescatori.
Sono due i militari di Seul morti nel bombardamento di artiglieria da parte del Nord su un'isola sudcoreana nel Mar Giallo, riferisce l'agenzia Yonhap citando responsabili militari.
Su isola colpita incendi fuori controllo - Le fiamme che hanno avviluppato decine di case sull'isola sudcoreana di Yeonpyeong si stanno diffondendo, e il fuoco è "fuori controllo". Lo riferisce un responsabile locale citato dalla Yonhap. Sull'isola, secondo le tv, vivono almeno 1.300 persone. Un portavoce di Incheon City, il distretto amministrativo di Yeonpyeong, confermando il ferimento di quattro civili, ha detto che il fuoco si sta propagando alle montagne circostanti, e che gli edifici colpiti nel bombardamento sono ancora in fiamme. Sull'isola è saltata la corrente.
L'isola sudcoreana di Yeonpyeong è stata severamente danneggiata dal bombardamento di artiglieria della Corea del Nord. Lo riferisce un responsabile locale citato dall'agenzia Yonhap. Almeno 50 colpi hanno raggiunto i bersagli, ha detto Yoon Kwan-seok, portavoce dell'Incheon Metropolitan City, distretto cui appartiene l'isola. "Tutti i 1.600 residenti sull'isola sono stati evacuati nei rifugi", ha aggiunto. Secondo l'ultimo censimento, sull'isola vivono 1.780 persone in 932 abitazioni.
Testimone, villaggio trasformato in mare di fuoco - "Mi trovato in casa quando sono stato sorpreso dalle esplosioni. Sono uscito, l'intero villaggio era un mare di fuoco": così Kim, 35 anni, ha raccontato all'agenzia Yonhap, i momenti del bombardamento di artiglieria della Corea del Nord. "Ora sono con altri in un rifugio, ma tremo ancora per la paura", ha aggiunto.
Seul, stop provocazioni o risposta forte - Il presidente sudcoreano Lee Myung-bak ha detto oggi, al termine di un incontro d'urgenza del governo, che sta cercando di impedire che lo scambio di colpi di artiglieria con il Nord scateni una escalation in un conflitto più ampio, ma che se le "provocazioni continueranno" la risposta di Seul sarà "più forte".
Isole Yeonpyeong già teatro di numerosi scontri - L'arcipelago delle isole di Yeonpyeong, nel Mar Giallo, bombardato oggi dall'artiglieria di Pyongyang, è stato teatro già di diversi confronti militari tra Nord e Sud Corea. L'isola principale dista solo 12 km dalle coste della Nord Corea. Nel giugno del 1999, vi fu uno scontro armato navale, a cui hanno fatto seguito una serie di incidenti minori causati dalle dispute sulla pesca. Nel 2002, un altro scontro, tra navi da pattugliamento quando due vascelli della Nord sconfinarono attaccando due navi sudcoreane. Prima dell'arrivo dei rinforzi si Seul, le navi nordcoreane si ritirano. Nel giugno dello scorso anno, Seul ha dispiegato più di 600 Marine sono stati dislocati sulle isole di Yeonpyeong per rinforzare le truppe già presenti sul posto.
Cina preoccupata per la situazione - La Cina è "preoccupata" per la situazione tra le due Coree. Pechino, ha affermato un portavoce del ministero degli Esteri cinese, sta "verificandò se le notizie di uno scambio di colpi di artiglieria tra le due Coree "corrisponda al vero" ed esprime la propria "preoccupazione" per la situazione che si è venuta a creare.
La Cina ritiene ''imperativo'' rilanciare i colloqui di pace con la Corea del Nord dopo lo scambio di colpi di artiglieria di oggi tra le due Coree. Lo ha affermato il portavoce del ministero degli esteri Hong Lei dopo aver espresso la ''preoccupazione'' di Pechino per il bombardamento effettuato dall'artiglieria nordcoreana contro l'isola sudcoreana di Yeonpyeong, al quale la Corea del Sud ha detto di aver risposto. Secondo il portavoce le due Coree devono ''fare di piu' per contribuire alla pace'' ed e' necessario riprendere i colloqui a sei sul disarmo nucleare di Pyongyang. Ai colloqui, oltre alle due Coree, partecipano Usa, Cina, Giappone e Russia.
Inviato americano Bosworth arrivato a Pechino - L' inviato speciale americano per la Corea del Nord Stephen Bosworth e' arrivato oggi a Pechino. Lo affermano fonti dell' Ambasciata americana in Cina. La visita di Bosworth, prevista da tempo, avra' al suo centro la situazione che si e' creata oggi dopo il bombardamento che l' artiglierIa nordcoreana ha lanciato contro l' isola sudcoreana di Yeonpyeong. La Corea del Sud ha affermato di aver risposto al fuoco.
Mosca mette in guardia contro escalation - La Russia ha messo in guardia contro una escalation militare nella Penisola coreana dopo che la Corea del Nord ha bombardato con colpi di artiglieria una isola sudcoreana. Lo ha affermato il ministero degli Esteri russo in dichiarazioni citate dall'agenzia Interfax.
Amb. Italia a Seul, situazione tranquilla nel paese - La situazione in Corea del Sud e nella capitale Seul è tranquilla: lo riferisce l'ambasciatore italiano nel Paese, Andrea Leggeri, intervistato da SkyTg24. "Non c'é nessuna ragione per allarmare, il Paese ha reagito con calma" al bombardamento odierno condotto dalla Nord Corea contro un'isola sudcoreana nel Mar Giallo. L'ambasciata italiana sta monitorando l'evolversi della situazione. "Purtroppo in questo contenitore è molto difficile interpretare le ragioni dell'episodio. La Marina del Sud stava conducendo manovre di routine, sono cose che creano dall'altra parte tensione", ha detto l'ambasciatore, sottolineando che il presidente sudcoreano Lee Myung-bak "ha mostrato una calma che voleva scoraggiare una eccessiva reazione di allerta nella popolazione e nell'opinione pubblica".
Casa Bianca, ferma condanna bombardamento isola - La Casa Bianca ha "condannato fermamente" il bombardamento di un'isola della Corea del Sud da parte di Pyongyang e chiesto di fermare le "azioni belliche".
Pyongyang, il Sud ha sparato per primo - La Corea del Nord ha bombardato l'isola di Yeonpyeong in risposta al fuoco dell'esercito sudcoreano, che "ha sparato per primo". Lo annuncia l'agenzia ufficiale nordcoreana Kcna.
"Nonostante i nostri ripetuti avvertimenti, la Corea del Sud ha sparato numerosi colpi di artiglieria a partire dalle 13 locali (le 5 italiane) e noi abbiamo avviato immediatamente una azione militare", si legge in un comunicato della Kcna.

Fonte: Ansa.It
[Modificato da _Thomas88_ 23/11/2010 12:54]
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23/11/2010 13:58

Sembra uno scenario della II Guerra mondiale nella guerra nippo-americana del Pacifico!! [SM=g2201339]
[Modificato da (richard) 23/11/2010 13:59]
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23/11/2010 16:03

Re:
(richard), 23/11/2010 13.58:

Sembra uno scenario della II Guerra mondiale nella guerra nippo-americana del Pacifico!! [SM=g2201339]




E' vero!
Speriamo si concluda tutto per il meglio, diplomaticamente e senza continuare con le armi [SM=g2201348] ...
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24/11/2010 15:36

Esercitazioni militari Usa-Corea del Sud in risposta all'attacco: mobilitata la USS George Washington
Gli USA hanno decido si spostare la portaerei USS George Washington nel Mar Giallo per iniziare una serie di esercitazioni congiunte con le forze armate della Corea del Sud in risposta all'attacco della Corea del Nord avvenuto ieri.


L'USS George Washington è una portaerei americana, che prende il nome dal primo Presidente degli Stati Uniti, in carica fino al 4 marzo 1797. Per una lunghezza di 333 metri è grado di ospitare circa 80 aerei. La sua costruzione è stata ordinata il 27 dicembre 1982.

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24/11/2010 22:18

Ti pareva che gli americani non mostravano subito i muscoli....e se i russi inviassero nel mar giallo la portaerei Kuznetsov?

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25/11/2010 13:58

Re:
(richard), 24/11/2010 22.18:

Ti pareva che gli americani non mostravano subito i muscoli....e se i russi inviassero nel mar giallo la portaerei Kuznetsov?





Però la Corea del Sud è un loro alleato, uno dei più importanti; quindi è giusto che l'appoggino da subito.

Spero, comunque, che quella portaerei russa rimanga dove sia; non penso che i Russi vogliano appoggiare la Corea del Nord, se mai lo farebbe la Cina [SM=g2201354]
Fatto sta che tutto sembra volgere verso la tranquillità anche se ancora la situazione nella regione è tesa.
Non sembra ci sia l'intenzione da parte della Nord Corea di continuare gli attacchi [SM=g2201354]
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25/11/2010 16:05

Minacce di guerra tra le due Coree. Seul "caccia" il ministro della Difesa
Ritenuto troppo "colomba" si dimette tra le polemiche.
No di Pyongyang ai colloqui Onu:
se provocati pronti nuovi attacchi.

Si è dimesso il ministro della Difesa sud-coreano Kim Tae-young: lo hanno annunciato fonti della Presidenza della Repubblica a Seul. Il presidente Lee Myung-bak ha immediatamente accettato la rinuncia di Kim all'incarico. Il ministro della Difesa era stato criticato sia dalle forze di opposizione sia dal Grande Partito Nazionale, cui appartiene lo stesso Lee, per la presunta tardività e inadeguatezza della risposta militare all'attacco a sorpresa di due giorni fa da parte della Corea del Nord contro l'isolotto di Yeonpyeong, sotto la sovranità del Sud. La sua reazione è stata ritenuta troppo debole.
Contro il ministro si era scatenata negli ultimi giorni la stampa e l'opinione pubblica sudcoreane hanno criticato con forza il governo e lo stesso esercito per la risposta «debole» data all'attacco nordcoreano di lunedì scorso che ha provocato la morte di quattro persone, tra cui due civili. Il ministro dimissionario, Kim Tae-young, ieri è stato pesantemente attaccato in Parlamento, dove deputati sia della maggioranza che dell'opposizione hanno denunciato il ritardo e la scarsa efficacia della reazione militare della Corea del Sud all'attacco.
La Corea del Sud ha intanto deciso di rinforzare il suo contingente militare in cinque delle sue isole nel mar Giallo vicine alla Corea del Nord, dopo il bombardamento portato martedì nella zona da parte di Pyonyang. Il governo «ha deciso di aumentare nettamente le truppe di terra su cinque isole del mar Giallo» a nord della Corea del Sud, ha dichiarato oggi l'alto responsabile della presidenza sudcoreana Hong Sang-pyo.
Quanto alla Corea del Nord, ha accusato Seul e Washington di essere responsabili in parte dello scambio di colpi d'artiglieria di martedì scorso tra le due Coree e avverte di essere pronta a colpire ancora se provocata nuovamente. Lo riporta l'agenzia di stampa nordcoreana Kcna: «Il Mar Giallo è diventato una polveriera dove persiste il continuo rischio di scontri tra Nord e Sud. Questo perchè gli Usa hanno tracciato una linea di demarcazione illegale» tra i due Paesi. «Per questo motivo - ha detto un alto ufficiale nordcoreano, «gli Usa devono ritenersi responsabili di ciò che è successo». «Se poi quei burattini guerrafondai di sudcoreani non ritorneranno alla ragione e provocheranno ancora militarmente, allora il nostro esercito porterà avanti un secondo e un terzo round di attacchi senza alcuna esitazione».
La Corea del Nord ha inoltre rifiutato la proposta da parte del Comando Onu a guida Usa in Corea del Sud di organizzare un incontro a livello di generali, volto a discutere l'attacco militare portato martedì da Pyongyang contro un'isola sudcoreana. Secondo quanto riferisce l'agenzia sudcoreana Yonhap, che cita un funzionario del governo di Seul, «la Corea del Nord pare aver rifiutato l'offerta perchè non ritiene di poter trarre alcun beneficio dall'incontro».
La Cina, infine, ha fatto sapere di «opporsi a ogni azione militare provocatoria» nella penisola coreana. Lo ha affermato il premier cinese Wen Jiabao, parlando da Mosca dove si trova in visita, riferendosi alla tensione tra le due Coree. Wen ha invitato le due parti alla calma e a mantenere la stabilità nell'area. Intanto il ministro degli esteri cinese, Yang Jiechi, ha annunciato di aver rimandato la sua missione in Corea del Nord «per motivi di organizzazione». Yang sarebbe dovuto partire domani per Pyongyang per colloqui bilaterali su questioni regionali e anche per riprendere i colloqui sul disarmo nucleare. La Cina è l'unico grande alleato di Pyongyang e ha sempre mostrato forte opposizione anche alla presenza di flotte militari Usa nel Mar Giallo.

Fonte: La Stampa.It
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25/11/2010 21:48

Da quello che ho trovato in rete la Cina ha due sole portaerei,una russa della serie Kuznetsov ancora da ultimare nel porto di Deian ed un altra comprata,mi sembra, dagli inglesi.
[Modificato da (richard) 25/11/2010 21:50]
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26/11/2010 13:14

Re:
(richard), 25/11/2010 21.48:

Da quello che ho trovato in rete la Cina ha due sole portaerei,una russa della serie Kuznetsov ancora da ultimare nel porto di Deian ed un altra comprata,mi sembra, dagli inglesi.




Si, di quella russa sapevo...
Fonti dicevano addirittura che sarebbe stata smantellata e trasformata in qualcosa con scopi civili (tipo casinò, albergo...) anche se altre affermavano che sarebbe stata ultimata.
Di quella comprata dagli inglesi, invece, non so niente.
Di che classe è? Sai qualcosa di più Ric?
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26/11/2010 13:43

Nuove esplosioni in Corea del Sud


Fonte: Corriere della sera.It
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26/11/2010 14:22

Re: Re:
_Thomas88_, 26/11/2010 13.14:




Si, di quella russa sapevo...
Fonti dicevano addirittura che sarebbe stata smantellata e trasformata in qualcosa con scopi civili (tipo casinò, albergo...) anche se altre affermavano che sarebbe stata ultimata.
Di quella comprata dagli inglesi, invece, non so niente.
Di che classe è? Sai qualcosa di più Ric?



Negli anni passati la Cina acquisto' la vecchia portaerei leggera australiana Melbourne (l'ex britannica Majestic della classe Hercules) e la portaelicotteri russa Minsk, tentando poi senza successo di comperare lo scafo della francese Clemenceau.
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Utente Master
26/11/2010 16:04

HMAS Melbourne (ex HMS Majestic)
Visto che abbiamo tirato in ballo questa portaerei, ho deciso di fare una ricerca.
Ecco la sua storia:


L’HMAS Melbourne, ex HMS Majestic, è stata una portaerei convenzionale della Royal Australian Navy, le terza ed ultima a servire nella marina australiana dove fu operativa dal 1955 al 1982.
La Royal Navy iniziò a costruirla nel 1943 e la inaugurò nel febbraio 1945 ma alla fine della seconda guerra mondiale i lavori sulla nave vennero interrotti fino a che non venne acquistata nel 1947 dalla RAN.
Gli australiani modificarono il ponte di volo, angolandolo ed aggiustandolo con altre modifiche, ed equipaggiarono la nave con una nuova catapulta a vapore. Queste modifiche fecero si che la portaerei non entrasse in servizio prima del 1955.
La Melbourne non prese mai parte ad azioni militari di attacco durante il suo servizio ed ebbe solamente ruoli di appoggio durante lo scontro tra Malesia e Indonesia e durante la guerra del Vietnam. Nonostante questo, fu coinvolta in due collisioni con navi alleate: nel 1964 si scontrò con il cacciatorpediniere HMAS Voyager causandone l’affondamento ed uccidendone 82 membri dell’equipaggio; nel 1969, invece, urtò contro il cacciatorpediniere americano USS Frank E. Evans affondandolo e causando la morte di 74 marinai.
Questi incidenti gravi, più altre collisioni minori, incidenti a bordo e perdita di aerei, diedero alla Melbourne la fama di nave iellata.
Dopo il ritiro nel 1982 si pensò di trasformarla in un casinò galleggiante ma, quando questo progetto non andò in porto, venne venduta alla Cina per la demolizione. La Marina cinese, però, astutamente ne ritardò la demolizione in modo da poterla studiare a fondo per avviare e sviluppare un proprio piano segreto per la costruzione di una portaerei. La nave venne anche utilizzata per addestrare gli aviatori cinesi ad effettuare manovre a bordo.
La portaerei Melbourne ha una larghezza di 24.38m e una velocità massima di 24 nodi. Il suo equipaggio è composto da 1350 marinai, inclusi 350 aviatori, e può trasportare 27 mezzi aerei tra aerei ed elicotteri.
Il suo armamento era strettamente difensivo e composto da cannoni contraerei.
Inizialmente c’erano 25 cannoni Bofors da 40mm ma tra l’entrate in servizio ed il 1959 quattro vennero rimossi. Il radar era composto da tre Type 277Q, da un Type 293Q e da un Type 978. Tra il 1967 ed il 1969 i cannoni vennero portati a dodici ed i tre Type 277Q vennero sostituiti con nuovi radar più evoluti: un LW-02 per la ricerca in aria e un SPN-35 per le manovre della nave. Sempre durante questo periodo venne montato un TAN (sistema di navigazione aerea a breve raggio) e vennero aggiunte altre contromisure elettroniche.

Nella foto, datata 1981, possiamo vedere l'HMAS Melbourne navigare in mare aperto seguita dalla USS Midway.
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