Il Berghof e il Nido dell’Aquila.
Il Berghof.
Nella Germania meridionale e sulle Alpi bavaresi, nei dintorni di Berchtesgaden, si trova la zona di Obersalzberg, famosa per la villeggiatura alpina.
Di questo luogo Hitler si innamorò negli anni '20 e proprio qui ci costituì, con i gerarchi del suo partito Göring, Hess, Bormann, Speer e Göbbels, una sorta di quartier generale-bunker per le vacanze. Questo villaggio si trova a circa 1.000 metri d'altezza.
Hitler soggiornò qui, in compagnia di Eva Braun, in una villetta da lui battezzata Berghof.
Il Berghof inizialmente era una piccola casa di vacanza chiamata Haus Wachenfeld. Costruita da un uomo d’affari di nome Otto Winter, alla sua morte la vedova l’affittò a Hitler, il quale riuscì ad acquistarla nel 1933.
Il luogo è molto scenografico perché si trova in un punto che fa sembrare il lago Konigssee molto vicino.
Con il passare dei mesi, altri gerarchi nazisti costruirono case di montagna in questa zona.
Dopo essere stato acquistato da Hitler, il piccolo chalet venne ricostruito ed ampliato. Venne aggiunta una grande terrazza, venne decorato in stile rustico alpino, la cucina venne rivestita di pino cembro e nella grande sala vennero dipinte finte finestre con immagini dei paesi dell’Austria, terra natale del leader nazista.
Molti eventi importanti si svolsero al Berghof:
4 e 5 settembre 1936, incontro tra Hitler e il ministro inglese Lloyd George;
22 ottobre 1937, incontro di Hitler con l’ex Re del Regno Unito Edoardo VIII e sua moglie;
12 febbraio 1938, incontro tra Hitler e il presidente del consiglio austriaco Kurt von Schuschnigg;
15 settembre 1938, incontro tra Hitler ed il primo ministro inglese Neville Chamberlain per trovare una soluzione pacifica per i Suderi, che porterà al Patto di Monaco;
8 agosto 1939, incontro tra il ministro degli esteri ungherese Csaky e Hitler;
11 e12 agosto 1939, Hitler informa il ministro degli esteri italiano Galeazzo Ciano dell’attacco alla Polonia;
6 giugno 1944, Hitler viene informato dello sbarco in Normandia.
L’Obersalzberg venne bombardato dagli aerei alleati, bombardieri britannici Avro Lancaster, il 25 aprile ed il 7 maggio 1945. Il Berghof venne colpito da due bombe e ne uscì gravemente danneggiato. Negli stessi giorni la 3a Divisione di fanteria dell’US Army e la 2a Divisione corazzata francese arrivarono insieme nella città di Berchtesgaden. Gli americani, confondendo Berchtesgaden con Berghof, si fermarono, sicuri di aver fatto il colpo grosso, mentre i francesi continuarono l’avanzata, raggiungendo per primi lo chalet di Hitler. Nei giorni successivi la residenza venne saccheggiata di continuo dai soldati alleati.
Un battaglione americano, percorrendo una strada diversa, fu vittima di uno scontro a fuoco con due soldati nazisti rimasti in difesa della città e subì diverse perdite.
Le rovine del Berghof vennero rase al suolo nel 1952.
Complessivamente Hitler passò 139 giorni circa in questa residenza.
Nell'area si trova oggi un Centro di documentazione sul nazismo.
Il Nido dell’Aquila.
Nel 1938, come regalo per il suo cinquantesimo compleanno, Hitler ricevette in dono dai gerarchi del partito il "Nido dell'Aquila", uno chalet-fortezza costruito sul Kehlstein, un picco di 1834 metri che si trova nello stessa montagna che ospitava, ad una quota più bassa, il Berghof.
Il Kehlsteinhaus, nome ufficiale di questo chalet, domina tutta la Baviera e l’area di Salisburgo..
Percorrendo la Kehlsteinstraße, una strada tortuosa lunga 7 km scavata sui fianchi della montagna, e attraversando un tunnel di 124 metri si giunge ad un avvenieristico e futuristico ascensore, in parte ricoperto di marmo rosso di Carrara offerto in dono da Mussolini ed in parte rivestito d’oro, di bronzo e smeraldo. L’ascensore, lungo circa 120m, porta dalla fine del tunnel all’interno dello chalet in quaranta secondi circa.
La costruzione di questo chalet fu tutt’altro che facile. I lavori durarono due anni, coinvolsero circa un migliaio di persone ed andarono incontro ad enormi difficoltà tecniche.
Il Nido dell’Aquila era circondato da balconate che permettevano una stupenda vista sul Königssee e sul Watzmann (che con 2713 metri di altezza è la seconda vetta più alta della Germania). L’interno venne arredato dall’ungherese Paul Laszlo che utilizzò marmi e legni pregiati. Nel grande atrio ottagonale fu installato un camino di marmo rosso cupo con venature bianche, dono di Mussolini al Führer.
Hitler visitò ufficialmente questa fortezza poche volte, nel 1938 (16, 17, 19 settembre; 16, 17, 18, 21, 23, 24 ottobre) e nel 1939 (4 gennaio; 15 luglio; 11 e 12 agosto).
Le cronache riportano anche tre visite non ufficiali, anche se è ignoto il loro numero totale.
Pur colpito dall'edificio e dal panorama, Hitler non nutrì un sentimento speciale per il luogo, a causa dell'aria troppo rarefatta e della sua paura per l’altitudine.
Hitler vi preferiva di molto il Berghof. Infatti, dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale il Führer non soggiornò più nel Kehlsteinhaus, mentre continuò a frequentare il sottostante Berghof.
Il Nido dell’Acquila, a differenza del Berghof, venne risparmiato dal bombardamento alleato del 1945 e dal successivo rastrellamento del 1952.
Dopo l’occupazione alleata, venne utilizzato come fortezza militare degli alleati fino alla fine degli anni ’60 e poi riconsegnato al governo della Baviera.
Oggi il Nido dell’Aquila è un ristorante. Per raggiungerlo si deve arrivare ad Obersalzberg, nei pressi di Berchtesgaden, dove con dei bus si giunge sul piazzale antistante l'ingresso al tunnel che porta al sopracitato ascensore, decorato con specchi, ottoni e sedili in pelle verde, che tuttora permette ai turisti di salire in circa 41 secondi là dove si rilassava il dittatore nazista con la sua amata Eva Braun.
Fonte: Wikipedia
it.wikipedia.org/wiki/Berghof
it.wikipedia.org/wiki/Kehlsteinhaus
Fonte:
www.tuttobaviera.it/nido-aquila.html