[Rubrica] [In corso] Guerra: armi e tecnologie.

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Takenspace
00giovedì 26 novembre 2009 20:36
Figurati mi piace la tua rubrica :)
AURORA PILOT
00giovedì 26 novembre 2009 21:54
Veramente spettacolare l'idrovolante sul sommergibile, non l'avrei mai pensato!
Noi siamo senza atomiche perchè abbiamo perso la seconda guerra mondiale, e nei patti di pace c'era scritto che noi non avremmo avuto la bomba...meglio così!!!

Roswellino
00giovedì 26 novembre 2009 22:05
Giusto! Insieme alla germania e al giappone mi sembra.
Lorenzolabile
00giovedì 26 novembre 2009 22:09
Quando abbiamo perso la II Guerra Mondiale, i nostri trattati di pace impedivano molti tipi di armamenti, fra cui la costruzione di porta-aerei per un certo periodo, o la costruzione di bombe atomiche.

Ciò non toglie che all’indomani della firma , in Italia si sia iniziato a studiare la possibilità di dotarsi di questo tipo di ordigni.

Avevamo una buona conoscenza nel campo missilistico, che ci portò a produrre un missile, molto simile al Polaris, chiamato Astra ed in grado di avere una portata sui 3.000Km.Furono pure effettuati alcuni lanci di prova, e tutto funzionò.
Per quanto riguarda la Bomba, non avevamo la più pallida idea di come costruirne una, ma l’idea, piuttosto precisa, l’avevano i Tedeschi.

Quando gli altarini furono scoperti, la NATO non prese molto positivamente la situazione intrapresa, e ci consigliò di rispettare i patti stabiliti.

Noi ed i Tedeschi obbiettammo che eravamo gli Stati in contatto con il Nemico (noi a Gorizia, la Germania su tutto il fronte Est), e che avevamo il diritto di difenderci, se fossimo stati attaccati dai Russi.
La soluzione adottata fu che gli USA installarono alcune postazioni dotate di bombe atomiche in Italia, con un meccanismo detto “della doppia chiave”.

In pratica le bombe USA in Italia e Germania hanno l’innesco che deve essere attivato con due chiavi: una l’ha il capo della guarnigione italiana della base (in Italia, sembra siano Aviano e Ghedi), l’altra il capo della guarnigione americana.
Le bombe sono caricate su Tornado italiani o tedeschi, i cui piloti sono addestrati negli USA, ed anche l’accesso ai bunker in cui questi sono posteggiati è regolato con la doppia chiave.


Il Capitolo 5 (Chapter 5) dell’accordo NATO prevede che, in caso di attacco ad uno Stato membro, tutta la NATO debba immediatamente rispondere.
E’ possibile che, in caso di attacco nucleare, ci sia un obbligo automatico degli USA a “sbloccare” le bombe agganciate sotto i nostri aerei.
Tuttavia l’accordo è segreto, e quindi i dettagli non sono conosciuti.
NeKo89
00giovedì 26 novembre 2009 22:29
Re: Re:
_Thomas88_, 26/11/2009 20.04:



.
E pensare che i giapponesi avevano pensato di caricare i 3 idrovolanti sui sommergibili I 400 con armi batteriologiche...La proposta fu bocciata dagli alti ufficiali giapponesi che la definirono "non umana".




Questa non la sapevo...hai altre informazioni a riguardo? mi incuriosisce molto questo aspetto! [SM=x708811]
_Thomas88_
00venerdì 27 novembre 2009 13:34
Re: Re: Re:
NeKo89, 26/11/2009 22.29:




Questa non la sapevo...hai altre informazioni a riguardo? mi incuriosisce molto questo aspetto! [SM=x708811]




Le ultime righe dell'approfodimento di TakenSpace ti dicono quello che c'è da sapere su quel piano.
Io ti posso dire che il ragionamento dei giapponesi era semplice.
I tre idrovolanti caricati sui sommergibili I 400 dovevano portare il minor peso bellico possibile per facilitare l emanovre del sommergibile.
Scagliando due o tre unità I 400 contro le coste occidentali statunitensi, gli aerei sarebbero stati 9, ognuno con una sola bomba come carico. 9 bombe non sarebbero mai riuscite a mettere in ginocchio gli Stati Uniti.
Così optarono per le bombe batteriologiche, che invece avrebbero potuto causare migliaia e migliaia di morti mettendo in ginocchio una buona parte dello stato.
_Thomas88_
00venerdì 27 novembre 2009 14:14
U-Boot
Wiston Churchill disse:
« I sottomarini nemici devono essere chiamati "U-Boot". Il termine "sottomarino" deve essere riservato solo ai vascelli subacquei alleati. Gli U-Boot sono quei codardi furfanti che affondano le nostre navi, mentre i sottomarini sono quegli apparecchi nobili e coraggiosi che affondano le loro. »

U-Boot è il termine tedesco per indicare i sommergibili nazisti.
Il termine U-Boot è l'abbreviazione di Underseeboot, battello sottomarino. Gli obiettivi degli U-Boot furono, in entrambi i conflitti mondiali, i convogli che portavano i rifornimenti dagli Stati Uniti e dal Canada in Europa.
Il termine U-Boot seguito da un numero, ad esempio U-Boot 47, indica uno specifico vascello, mentre U-Boot Tipo II indica una determinata classe.

Durante la seconda guerra mondiale, gli attacchi degli U-Boot furono la componente principale della Battaglia dell'Atlantico, che durò fino al termine della guerra. Nelle prime fasi della guerra e subito dopo l'ingresso degli Stati Uniti, gli U-Boot furono estremamente efficaci nella distruzione dei mercantili alleati. Le migliorie nella tattica dei convogli, l'invenzione del sonar, le bombe di profondità, la decifrazione del Codice Enigma usato dai tedeschi e il raggio d'azione degli aerei di scorta servirono a segnare la sorte degli U-Boot. Alla fine, la flotta degli U-Boot soffrì di perdite estremamente pesanti, perdendo 789 unità (più 3 sommergibili inglesi che i tedeschi avevano conquistato) su 1157 (più 25 sommergibili alleati che i tedeschi avevano catturato) e circa 30.000 marinai su un totale di 50.000.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, vennero costruiti diversi tipi di U-Boot, via via sempre migliorati in base allo sviluppo delle tecnologie.

Il più avanzato tecnologicamente dei sottomarini durante il secondo conflitto mondiale era l'U-Boot tipo XXI. Doveva fornire eccezionali prestazioni di immersione e fu la base dei sottomarini del dopoguerra.
La sua velocità di immersione era di 17 nodi e il suo raggio d'azione senza pari.
Solo pochi esemplari vennero ultimati e solo uno entrò effettivamente in combattimento nell'aprile del 1945.
Cinque giorni dopo venne ordinato di cessare le operazioni e di alzare bandiera bianca.

Nella foto, lo U-Boot 2540 preservato come nave-museo a Bremerhaven.



_Thomas88_
00venerdì 27 novembre 2009 14:44
I sommergibili tascabili
Un sommergibile tascabile, o minisommergibile, è un sommergibile di piccole dimensioni adatto a contenere un equipaggio estremamente ridotto (2-3 persone). I sommergibili tascabili furono una delle armi più efficaci del XX secolo; però, i primi esempi di imbarcazioni di questo genere possono essere fatti risalire addirittura al 1776.

All'inizio del 1900, tutti i sommergibili avevano dimensioni ridotte, ma via via che il loro dislocamento aumentava, emerse la necessità di realizzare anche unità piccole, in grado di penetrare le difese del porto e attaccare le navi al suo interno. Questa prima necessità si è poi ampliata in una serie di altri ruoli possibili e l'esperienza con i sommergibili tascabili o minisommergibili ha dimostrato che unità di questo tipo potevano svolgere operazioni di considerevole importanza strategica e dare risultati notevoli, nonostante le loro dimensioni ridotte e il loro costo contenuto.

L'italia, la Gran Bretagna, il Giappone e la Germania utilizzarono questo tipo di sommergibili, mentre USA e URSS non se ne dotarono.
Il Giappone ne utilizzò di tre classi:
Ko-Hyoteki, Kaiten, Kairyu.

La classe Ko-Hyoteki di sommergibili tascabili fu l'unica utilizzata dai giapponesi in un'azione di guerra molto famosa, a Pearl Harbor, dove ne vennero impiegate 6 unità ma senza successo.
Questi sommergibili erano molto veloci e piccoli e in totale erano 50.
Erano lunghi 24 metri, larghi 1,8 metri e alti 3 metri.
A 4km/h ( 2 nodi ) la loro autonomia era di 190 chilometri ma in superficie potevano arrivare anche a 23 nodi di velocità.
L'equipaggio era formato da due uomini e le uniche armi di cui erano dotati erano due siluri.




_Thomas88_
00venerdì 27 novembre 2009 20:50
SLC...il maiale
Come detto, anche l'Italia utilizzò i sommergibili tascabili durante la Seconda Guerra Mondiale.
Uno era il siluro a lenta corsa, LSC, conosciuto anche come maiale. Era un sommergibile a forma di siluro adatto a trasportare a bassa velocità due sommozzatori autonomi ed una carica esplosiva da applicare alla carena della nave nemica ormeggiata al porto.
Veniva usato quindi per operazioni di sabotaggio.
Gli inglesi ne copiarono le caratteristiche creando i chariots.
I maiali erano lunghi quasi 7 metri e potevano operare a profondità di 15/30 metri, con velocità massiam di 3 nodi.
Operavano in questo modo:
i siluri a lenta corsa erano chiusi in appositi cilindri a tenuta stagna, disposti sulla coperta del sommergibile avvicinatore, all'interno del quale si trovano gli assaltatori. Per mettere in mare i siluri a lenta corsa, il sommergibile doveva avvicinarsi il più possibile al porto nemico.
Usciti dal sommergibile gli uomini tiravano fuori i siluri a lenta corsa dai cilindri e si accertano che non avevano subito danni durante la navigazione. Quindi procedevano a tutta velocità verso l'imboccatura del porto seguendo le indicazioni della bussola luminosa.
Durante l'avvicinamento, l'equipaggio teneva la testa fuor d'acqua per orientarsi e per respirare l'aria naturale; intanto la velocità veniva ridotta all'avvicinarsi del raggio di sorveglianza delle sentinelle nemiche. In caso di pericolo, il siluro a lenta corsa compieva un rapida immersione sparendo sott'acqua.
All'imboccatura del porto si trovava solitamente una rete di protezione, per oltrepassare la quale il "maiale" cercava un varco sottostante oppure se lo creava con l'alza-rete o il taglia-rete. Una volta all'interno del porto, a bassa velocità e con mezza testa fuor d'acqua ("quota occhiali") l'SLC si dirigeva verso il bersaglio assegnato (una nave) fino ad avvicinarsi ad una trentina di metri, dopo di che si immergeva fin sotto la nave. A quel punto, emergeva lentamente fino a toccare la carena della nave bersaglio.
Mentre il pilota controlla il "maiale", il secondo uomo procedeva a fissare una cima fra le due alette di rollio che stavano su ciascun fianco della carena. Una volta fissata la cima, il secondo staccava la testa del "maiale", dove si trova la carica con 300 kg di esplosivo, e la collegava alla cima, sotto la carena della nave bersaglio, regolando la spoletta ad orologeria per le seguenti due ore e mezzo.
Infine, l'equipaggio si allontanava.

Nella foto, un maiale in navigazione subaquea con i due sommozzatori a bordo.


_Thomas88_
00sabato 28 novembre 2009 11:21
Le armi chimiche
Si tratta di armi che utilizzano le proprietà tossiche di alcune sostanze chimiche per uccidere, ferire o comunque mettere fuori gioco il nemico.
Le armi chimiche sono diverse da quelle convenzionali o da quelle nucleari perché i loro effetti distruttivi non sono strettamente dovuti ad una esplosione. L'uso di microorganismi nocivi (come l'antrace) non rientra nelle armi chimiche ma in quelle biologiche, ma l'uso di sostanze nocive prodotte da organismi (per esempio la tossina botulinica, la ricina o la saxitossina) rientra sotto il controllo della Convenzione sulle armi chimiche. In base a questa convenzione, ogni agente chimico di qualunque origine è considerato arma chimica a meno che non sia usato per scopi non vietati.
Le armi chimiche sono classificate dalle Nazioni Unite come armi di distruzione di massa, e la loro produzione e stoccaggio sono stati messi al bando dalla Convenzione sulle armi chimiche del 1993, in base alla quale gli agenti chimici in grado di poter essere usati come armi chimiche o da essere usati per fabbricare tali agenti chimici, vengono divisi in tre gruppi a seconda del loro scopo e del loro trattamento:

Lista 1: hanno pochi, quando ne hanno, usi legittimi. Possono essere prodotti o usati solo per scopi di ricerca: medici, farmaceutici o protettivi. Comprende iprite, lewisite, gas nervino, ricina.
Lista 2: non hanno usi industriali su larga scala, ma possono averne su piccola scala, come il dimetil metilfosfonato, un precursore del sarin usato come sostanza ritardante negli incendi, e il tiodiglicole, che è un precursore chimico dell'iprite, ma è anche un solvente per inchiostri.
Lista 3: hanno legittimi usi industriali su vasta scala, come il fosgene e la cloropicrina; il fosgene è un importante precursore per molte materie plastiche, la cloropicrina è utilizzata come fumigante.

Le armi chimiche possono essere raggruppate per tipo e categoria così:
nervini: insetticidi, sarin ( problemi visivi, emicrania, nausea, convulsioni );
asfissianti: acido cianidrico( confusione, convulsioni, senso di soffocamento ) ;
vescicanti: iprite ( gravi irritazioni alla pelle, lacrimazioni, danni alla cornea, danni alle vie respiratorie );
polmonari: acido cloridrico, cloro ( secchezza, fastidio agli occhi, irritazione );
lacrimogeni: spray al pepe e gas lacrimogeno ( forte irritazione oculare );
inibienti: agente 15 ( sintomi influenzali, tosse, emorragie, problemi renali );
cotossici: ricina ( sintomi influenzali, problemi renali, tosse, emorragie).

La mia lista comprende solo pochi dei sintomi effettivi di tali armi, secondo me le peggiori. Alcune, come i lacrimogeni, hanno trovato sbocco nella polizia.
Le altre, fortunatamente, non possone essere più usate, almeno ufficialmente, in battaglia.

Nella foto, un soldato svedese con indosso la tuta per la protezione chimica e la maschera antigas.
_Thomas88_
00domenica 29 novembre 2009 19:02
U.S. Nuclear bomb test...
Il titolo l'ho messo in inglese...ma penso che tutti lo capiscano.
Se avete dei dubbi, guardatevi il video seguente e sperate di non vederlo mai dal vivo...
AURORA PILOT
00domenica 29 novembre 2009 23:57
Semplicemente paura questo video!!
Thomas se ti interessa in questi giorni fanno vedere su History channel "La battaglia dell'altantico", io l'ho visto ed è fatto molto, ma molto bene!

_Thomas88_
00lunedì 30 novembre 2009 14:23
Re:
AURORA PILOT, 29/11/2009 23.57:

Semplicemente paura questo video!!
Thomas se ti interessa in questi giorni fanno vedere su History channel "La battaglia dell'altantico", io l'ho visto ed è fatto molto, ma molto bene!





Caro mio amico Aurora, ti ringrazio per avermi avvertito ma, guarda un po, l'ho già visto...eheh.
Da li ho pubblicato l'altro ieri le notizie sugli U-boot nazisti...
Penso che oggi, se riuscirò, proverò a postare qualcosa sulla corazzata con cui Hitler voleva vincere la battaglia dell'atlantico ma che poi si è rivelata una scelta tattica non molto buona...
Piccolopopolo
00lunedì 30 novembre 2009 14:29
Mi riallacio al post di prima sulle armi batteriologie che mi affascinano molto.
L'uso delle armi "non convenzionali" si perde nella notte dei tempi: l'utilizzo di queste armi ha da sempre appassionato i maestri di guerra fin dagli inizi della nostra storia, quando gli stregoni cercavano di avvelenare il nemico.
Studiando la storia delle armi non convenzionali ci accorgiamo che questa perversione non è stata prerogativa solo di quelli che l'Occidente considera Stati e governanti criminali (dalla Germania di Hitler all'Iraq di Saddam Hussein). Proprio gli Stati Uniti d'America, i paladini della giustizia del nostro tempo [SM=g1950688] , ma anche l'ex Unione Sovietica sono stati i pionieri di programmi d'armamento chimico e biologico: i piani per lo studio, la ricerca e la realizzazione di armi non convenzionali sono stati infatti sovvenzionati e portati avanti da strutture statali. Ovviamente nessuna grossa potenza ha mai rivelato pubblicamente i propri propositi di sviluppare progetti per intraprendere guerre con armi non convenzionali, tanto più che queste sono state messe al bando da opportune convenzioni.

Il pericolo: pensate se tutto questo sfuggisse di mano... possiamo far fronte anche a un attacco atomico, come l'ultimo video che ha postato Thomas..ma contro i batteri siamo "fottuti". [SM=x708823]
_Thomas88_
00lunedì 30 novembre 2009 15:33
La corazzata Bismarck
La Bismarck era una nave da battaglia tedesca della seconda guerra mondiale. La sua notorietà nacque quando affondò l’incrociatore da battaglia Hood, scatenando una successiva caccia che le venne data dalla flotta inglese e che portò poi al suo affondamento.
Hitler non credeva che la chiave della battaglia dell’Atlantico risiedeva negli U-Boot ma confidava moltissimo nelle corazzate. Era come un bambino di fronte a due giocattoli: uno piccolo ed uno grande; il paragone non esisteva e lui era innamorato delle armi grandi, che esprimessero potenza.
Era convinto che costruendo una corazzata come la Bismarck sarebbe riuscito a vincere facilmente ed in poco tempo la battaglia.
La Bismarck fu avvistata alle 18 del 23 maggio dall'incrociatore Suffolk che pattugliava il Canale di Danimarca con il Norfolk ed i due incrociatori cominciarono a pedinare la squadra tedesca.
Il 24 maggio iniziò la battaglia dello Stretto di Danimarca. L’Hood venne affondato.
La Bismarck e la sua compagna Prinz Eugen vinsero e poterono entrare nell’Atlantico. La corazzata tedesca ne uscì con tre colpi incassati, due non gravi mentre uno più serio.
Durante la sua navigazione, fu attaccata da un aereo Swordfish che la colpì con un siluro.
Il 26 maggio gli inglesi individuarono nuovamente la corazzata tedesca e gli lanciarono contro altri Swordfish che misero a segno altri due colpi. Il meccanismo del timone venne danneggiato e il destino della Bismarck fu segnato. Venne accerchiata da cinque cacciatorpedinieri che gli lanciarono contro 14 siluri, nessuno dei quali la colpirono.
Peccato che era solo l’inizio della sua fine. Arrivarono altri colpi che, piano piano, iniziarono a colpire il bersaglio e a provocare danni ingenti. 300 colpi totali la raggiunsero e, il 27 maggio, la Bismarck affondò nell’oceano.

Alcuni sui dati:
lunghezza 251 metri;
larghezza 36 metri;
velocità 30 nodi;
autonomia 17.200 chilometri a 16 nodi;
equipaggio 2.100 uomini.
Armamento, artiglieria:
8 cannoni da 380/47 mm;
12 cannoni skc/28 da 150 mm ;
16 cannoni flak skc/28 da 105 mm;
16 cannoncini flak da 37 mm.
Corazzatura:
protezione verticale 320 mm;
orizzontale 50/80 mm;
torre 340 mm.
(richard)
00lunedì 30 novembre 2009 18:27
La corazzata Yamato




La corazzata Yamato, insieme ala gemella Musashi, è, è stata e sarà la nave da guerra più grande e poderosa mai creata (è tuttora nel Guiness dei primati 2005).

Rappresenta il limite estremo dello sviluppo della nave corazzata in grandezza ed in potenza di fuoco.

Con la sua enorme stazza di 73.000 tonnellate a pieno carico, con i suoi 9 cannoni da 460 mm., con i suoi giganteschi motori a turbina da 150.000 cavalli vapore rappresenta il non plus ultra dello sviluppo bellico della corazzata.

La sua potenza doveva metterla in grado di affondare qualsiasi nave e di resistere a qualunque attacco aereo.

Entrò in servizio appena dopo l'attacco di Pearl Harbor e combattè da nave ammiraglia della Marina Imperiale in tutte le battaglie navali più significative della Seconda Guerra Mondiale (dalla battaglia navale delle Midway, passando per la battaglia navale di Santa Cruz, per la battaglia navale delle Marianne, per la battaglia navale di Leyte, fino ad arrivare al suo "canto del cigno" con la battaglia navale di Okinawa).

Una nave quindi che rappresentò il suo Paese (lo Yamato è infatti lo spirito stesso del Giappone), combattè per esso e si immolò andando al martirio tentando di salvare le truppe giapponesi asserragliate nel disperato tentativo di difendere l'isola di Okinawa.

Questo è il lato positivo e romantico delle corazzate di classe Yamato, quello che dal 1945 ai giorni nostri affascina gli appassionati della storia della marina e delle battaglie navali.

Se si analizza però freddamente la corazzata Yamato si scopre che era tutt'altro che una nave invincibile e perfetta.

Citiamo ad esempio questi versi tratti da "I gladiatori del mare" di A. Solmi:

"I piani per Midway vennero elaborati a bordo della nave da battaglia " superkolossal" Yamato, da 65.000 tonnellate (73.000 a pieno carico), armata di 9 cannoni da 460 mm.: la nave più potente del mondo insieme con la gemella Musashi (che, però, nel giugno 1942, non aveva ancora completato l'allestimento).

Qui bisogna aprire una breve parentesi su questi super- colossi che, in teoria, avrebbero dovuto spazzare tutto davanti a sè nel loro cammino.

Invece non spazzarono nulla, anzi furono essi ad essere spazzati via con relativa facilità, non appena la piega degli eventi cambiò.

Nel corso della guerra combinarono poco o nulla e furono più d'intralcio che altro, per la necessità di dotarle di una enorme protezione.

Non servirono neppure a far da fleet in being, come dicono gli Inglesi, ossia da flotta che non combatte ma pesa sulle mosse dell'avversario in quanto gli impedisce di compiere alcune azioni o lo induce a intraprenderne altre non felici.

Immani mostri dal cervello pigro, queste unità pesantissime rivelarono anche difetti di costruzione e di protezione, nonostante la corazzatura di 650 mm. nelle torri, una corazzatura che arrivava fin sotto la carena, e i motori a turbina da 150.000 C. V ., che avrebbe dovuto assicurare loro una velocità per altro mai raggiunta di 27 nodi.

Costruite nei cantieri Mitsubishi di Nagasaki, era- no navi " squilibrate ": qualsiasi moderna corazzata anche di minor tonnellaggio era più rapida, più agile e, in definitiva, più potente di loro, perchè meglio in grado di difendersi dagli attacchi aerei.

In una parola erano colossi che facevano paura solo sulla carta."

Queste poche righe demoliscono in maniera brutale il mito della Yamato e ne sintetizzano tutti i suoi difetti:

eccessiva stazza

lentezza pachidermica

scarsa mobilità

radar primitivi

bassa frequenza di tiro

Ad essi deve essere aggiunto, a nostro giudizio, anche la mediocre precisione dei cannonieri, i quali non seppero utilizzare a fondo i cannoni più potenti del mondo.

Mi riferisco allo scontro con le portaerei di scorta americane, durante la battaglia navale del Golfo di Leyte.

In questo frangente il gruppo di Kurita riuscì a fare pochissimi danni alle numerose portaerei leggere americane difese da valorissimi cacciatorpediniere.

La Yamato sparò sì a lungo, ma con scarsissima precisione e coordinazione, quindi "alla prova del fuoco" fallì clamorosamente.

Non è eretico affermare che se ci fosse stata la Bismarck al posto della Yamato nel giro di un'oretta sarebbero affondate una ventina di portaerei di scorta americane, impedendo lo sbarco americano nelle Filippine e facendo vincere la Battaglia di Leyte ai giapponesi.

In questo caso l'Ammiraglio Halsey sarebbe giustamente finito alla corte marziale (come del resto meritava)!

La Musashi non riuscì invece nemmeno a sparare un colpo contro una nave nemica, limitandosi a difendersi disperatamente contro gli attacchi aerei.

Dimostrò indubbiamente una capacità difensiva e resistenza ai colpi incredibile, incassando ben 19 bombe e 26 siluri prima di affondare, ma alla prova dei fatti dimostrò che anche la più resistente e poderosa corazzata del mondo nulla poteva contro gli attacchi aerei.

Evidentemente i giapponesi non avevano imparato la lezione che loro stessi avevano dato al mondo affondando senza eccessivi affanni la corazzata Prince of Wales e l'incrociatore da battaglia Repulse orgoglio della Royal Navy ma prive di copertura aerea.

La classe di corazzate Yamato sarebbe forse potuta essere utilizzata come artiglieria semovente per preparare alle truppe di invasione gli sbarchi delle isole da conquistare, come fecero gli americani con le proprie corazzate.

Grandiosa ma sfortunata!

CARATTERISTICHE TECNICHE

Nave
Yamato

Numero di serie 109
Classe Yamato
Tipo
Corazzata

Cantiere
Cantiere di Kure

Impostazione
4 novembre 1937

Varo
8 agosto 1940

Entrata in servizio
16 dicembre 1941

DIMENSIONI

Lunghezza massima
263,20 metri

Lunghezza a linea di galleggiamento 253,00 metri
Larghezza
38,90 metri

Immersione
10,90 metri (a pieno carico)

DISLOCAMENTO

A pieno carico
72.809 tonnellate

Normale 69.100 tonnellate
Standard vuota 63.200 tonnellate
Di disegno 61.890 tonnellate
MOTORI

Caldaie
12 caldaie a coppie

Turbine 4 turbine Belluzzo
Potenza
150.000 cavalli vapore di disegno

153.553 cavalli vapore di prova

Velocità
27,46 nodi raggiunti in prova

26 nodi velocità operativa reale

Combustibile
6.300 tonnellate

Autonomia
7.200 miglia marina a 16 nodi

PROTEZIONE

Ai lati lati: 400 mm. con placche di acciaio Ducol
a prua ed a poppa: 76 mm.

superiore: 152 mm.

Sui ponti sovrastrutture: 33 - 48 mm.
ponte principale: 220 mm.

secondo ponte: 89 mm.

Lanciasiluri 40.6 mm.
Torrette principali davanti: 650 mm.
dietro: 381 mm.

Torrette secondarie NVNC: 25 mm.
Ponte di comando 495 mm.
Compartimenti stagni sotto la linea di galleggiamento: 1.065
sopra il ponte principale. 82

ARMAMENTO

Principale 9 cannoni da 450 mm. in tre torri trinate (2 a prua ed una a poppa), modello del 1934
Secondario 12 cannoni da 155 mm., modello del 1914 in 4 torri trinate (una a prua, una a poppa e due ai lati; le due torrette ai lati sono state rimosse nel 1944;
12 cannoni da 127 mm., modello del 1928 in 6 torri binate ai lati della sovrastruttura;

24 cannoni da 127 mm., modello del 1928, in 12 torri binate (aggiunte nell'aprile del 1944)

AAW 24 cannoncini da 25 mm. in 8 mitragliere triple (di disegno)
72 cannoncini da 25 mm. in 24 mitragliere triple (aggiunti nell'aprile del 1944)

87 cannoncini da 25 mm. in 29 mitragliere triple (aggiunti nel giugno del 1944)

146 cannoncini da 25 mm. in 41 mitragliere triple ed in 23 mitragliere singole (aggiunti nel maggio del 1945)

4 cannoncini da 13 mm. (MG) (rimossi nell'aprile del 1944)

AEREI

Aerei 2 E13A1 Aichi "Jakes"
2 FM1M2 Mitsubishi "Petes"

possibilità di carico massimo: 4 aerei

catapulte: 2 a poppa

RADARS

Ricerca aerea Non presente
Ricerca di superficie Tipo 21
Navigazione Non presente
Controllo di tiro Non presente
EQUIPAGGIO

In tempo di pace 2.200
In tempo di guerra
2.500


_Thomas88_
00lunedì 30 novembre 2009 19:08
Colossi "tutto fumo e niente arrosto" possiamo dire. Si rivelarono essere mostri costosi, potenti e pieni di difetti, in 2 parole, praticamente inutili.
AURORA PILOT
00lunedì 30 novembre 2009 19:20
Forse si chiamavao corazzate proprio perchè resostevano ai colpi inferti in modo impeccabile, ma non ne davano uno! Sembra un po' come se fossero messe li nel mare per far sperperare le munizioni ai nemici...sono navi tattiche.
_Thomas88_
00lunedì 30 novembre 2009 19:25
Re:
AURORA PILOT, 30/11/2009 19.20:

Forse si chiamavao corazzate proprio perchè resostevano ai colpi inferti in modo impeccabile, ma non ne davano uno! Sembra un po' come se fossero messe li nel mare per far sperperare le munizioni ai nemici...sono navi tattiche.




Giusto, peccato però che gli eserciti che le hanno varate ci voleca distruggere intere flotte...E come farlo se non si mettono a segno i colpi? eheh. Come in aeronautica, la potenza non serve a niente se a muoverla non ci sono persone preparate.
_Thomas88_
00lunedì 30 novembre 2009 20:12
Test nucleari: la lista
Non so se domani riuscirò a pubblicare qualcosa e, così, ho deciso anticipare ad oggi il mio programma.

Conosciamo tutti le esplosioni nucleari di Hiroshima e Nagasaki ma quelle due non furono le uniche di quel genere...
Si contano fino ad oggi altre esplosioni prodotte da ordigni nucleari: quelle dei test.

Ecco una lista a 5 Stati, con i test più importanti ( il nome prima della data è il nome in codice del test ):

USA
Trinity, 1945, New Mexico, primo ordigno fatto esplodere in assoluto;
1946, Atollo di Bikini, primo test dopo Trinity;
Crossroads, 1946, Atollo di Bikini, primo test sott'acqua a 71m di profondità;
George, Atollo di Enewetak, 1951, prima bomba a fissione-fusione;
Ivy Mike, 1952, Atollo di Enewetak, prima vera bomba all'idrogeno;
Castle Bravo, 1954, Atollo di Bikini, la più potente bomba all'idrogeno mai sperimentata dagli USA, 15000 chilotoni.
Totale test statunitensi fino al 2006= 1039.

URSS
Prima luce, 1949, Kazakistan, primo test russo;
Joe 4, 1953, Kazakistan, prima superbomba sovietica;
RDS-37, 1955, prima bobma all'idrogeno sovietica;
Ivan, 1961, Circolo Artico, la più potente bomba all'idrogeno mai sperimentata dall'uomo, 50000 chilotoni;
Totale test russi fino al 2006= 718.

Francia
Gerboise Bleue, 1960, Deserto del Sahara, primo test francese;
Canopus, 1968, prima bomba termonucleare francese.
Totale test francesi fino al 2006= 198.

Regno Unito
Hurricane, 1952, Australia, primo test inglese;
Grapple X, 1957, prima bomba termonucleare.
Totale test inglesi fino al 2006= 45.

Cina
596, 1964, Lago di Lop Nur, primo test cinese;
Pokhran-II, 1998, prima potenziale bomba a fusione / prima bomba a fissione.
Totale test cinesi fino al 2006= 45.

A questi Stati si vanno ad aggiungere l'India con 3 test, il Pakistan con 2, la Corea del Nord e il duo Sud-Africa/Israele con 1.

Secondo Greenpeace, sono stati più di 2000 i test condotti fino al 1996, 711 nell'atmosfera o in mare, per una potenza complessiva di 438 megatoni, più o meno l'equivalente di 35000 bombe di Hiroshima.
Tutte queste esplosioni insieme hanno disperso nell'ambiente 3800 chilogrammi di plutonio e 4200 di uranio.

Nella foto, la parte iniziale dell'esplosione del Trinity test.






_Thomas88_
00mercoledì 2 dicembre 2009 12:18
M4 Sherman DD
L'M4 Sherman fu il carro armato medio standard dell'US Army dal 1942.
Rimase attivo negli USA fino alla Guerra di Corea, con l'esercito Israeliano fino agli anni 70 ed è ancora in servizio con l'esercito del Cile.
Fu il carro armato costruito in maggiore numero durante la seconda guerra mondiale, con circa 45mila esemplari comprese le varianti.
Di queste ne esistevano moltissime perchè USA e Gran Bretagna cercavano di utilizzare le componenti dei carri armati per creare veicoli con altre funzioni tattiche.

Uno era lo Sherman DD, dove la DD stava per Duplex Drive ( doppia propulsione ) anche se per i soldati dell'US Army DD stava a significare Donald Duck. Il veicolo aveva possibilità di galleggiamento conferite da un telone estensibile. La manovrabilità in acqua era possibile grazie a due eliche che fuoriuscivano dalla parte posteriore del carro. Il telone, una volta che il carro era arrivato sulla terra ferma, poteva essere abbattuto dall'interno e il carro armato poteva combattere normalmente.

Operò nello Sbarco in Normandia ocn tre battaglioni statunitensi, cinque inglesi e due canadesi.

Alcune caratteristiche:
equipaggio 5 persone;
lunghezza 6.12m;
peso 28 tonnellate;
velocità 40km/h;
autonomia 160km;
armamento primario M3 75mm.

Nella foto, un M4 Sherman base.
NeKo89
00mercoledì 2 dicembre 2009 13:15
ne ho visti a frotte di Sherman! sopratutto in normandia... diciamo che il suo punto forte era la manegevolezza, almeno così sapevo ;)

A me avevnao molto incuriosito gli Sherman anfibi utilizzati proprio nello sbarco..che furono al massimo fallimentari..ne arrivarono pochissimi!

Se puoi posta anche le caratteristiche del Panzer III :D quello si che è un bestione! Si dice che il rapporto tra Sherman e Panzer III era di 5:1, cioè per "fare fuori" un Panzer III erano necessari almeno 5 Sherman...
Takenspace
00mercoledì 2 dicembre 2009 13:39
Che bestioni, sapete che tipo di blindati usiamo noi in afganistan? C'erano state parecchie polemiche sulla sicurezza durante la strage di Nassiria per quel tipo di cingolati in dotazione nostra e degli americani mi pare..
_Thomas88_
00mercoledì 2 dicembre 2009 14:55
Re:
Takenspace, 02/12/2009 13.39:

Che bestioni, sapete che tipo di blindati usiamo noi in afganistan? C'erano state parecchie polemiche sulla sicurezza durante la strage di Nassiria per quel tipo di cingolati in dotazione nostra e degli americani mi pare..




Intanto rispondo velocemente a Taken, in serata lo farò anche a Neko e approfondirò questa discussione.

In Afghanistan e Iraq vengono utilizzati dagli USA e dall'Italia molti mezzi, cingolati e non ( poi te ne elencherò altri ), tra cui i veicoli MRAP(Mine Resistant Ambusch Protected), non cingolati.
Sono veicoli pesanti con il compito di resistere alle mine e agli ordigni improvvisati.
Ora sono una priorità del Pentagono visto che il 60% dei militari americani morti sono dovuti alla non resistenza dei veicoli su cui viaggiavano.
I veicoli MRAP sono concepiti per resistere ad esplosioni anche di elevata potenza e sono caratterizzati da una cellula corazzata con scafo a “v” in grado di deflettere gran parte dell’energia generata dall’esplosione garantendo così l’integrità dell’abitacolo.
Proprio la forma della cellula determina una notevole differenza in termini di sicurezza con gli altri veicoli corazzati.
Per quanto protetti infatti, i mezzi a scafo piatto offrono all’impatto una superficie troppo ampia e tendono a spaccarsi sotto la pressione dell’onda d’urto.
I veicoli MRAP impiegano telai di veicoli pesanti e montano ruote con pneumatici alti, così da aumentare quanto possibile la distanza da terra per favorire ulteriormente il dissipamento dell’energia dell’esplosione.
Vi sono tre varianti dei veicoli MRAP suddivisi dal Pentagono in tre categorie.
La prima comprende i mezzi di più ridotte dimensioni destinati ad operazioni di pattugliamento, ricognizione e comando e controllo.
Alla seconda categoria appartengono i veicoli destinati alla scorta dei convogli, al trasporto truppe e all’evacuazione medica.
La terza categoria è infine composta da mezzi equipaggiati per le operazioni di bonifica delle vie di comunicazione da mine, IED e UXO (ordigni inesplosi).
_Thomas88_
00mercoledì 2 dicembre 2009 16:04
Altri mezzi in dotazione all'esercito USA sono, i più comuni, l'Hummer H1 versione militare, i carri armati M1A1 Abrams e l'M2 Bradley. Questi mezzi sono attivissimi sulle zone di guerra odierne.
Ti elenco ora i mezzi dell'Esercito Italiano, di cui non so quali effettivamente siano operativi sui vari fronti:
C1 Ariete, Leopard 1A5, carri armati;
AAV7, veicolo d'assalto anfibio utilizzato anche dai Marines ( attivo sul fronte di guerra );
VM90, mezzo leggeto ruotato per fuoristrada ( attivo sul fronte di guerra );
VBM, veicolo ruotato blindato per trasporto truppe ( penso attivo );
M113, veicolo cingolato per trasporto truppe statunitense ma utilizzato anche dal nostro esercito ( attivo sul fronte di guerra ).
Poi ce ne sono altri, ma non sto ad elencarteli tutti.
_Thomas88_
00mercoledì 2 dicembre 2009 16:23
Re:
NeKo89, 02/12/2009 13.15:

ne ho visti a frotte di Sherman! sopratutto in normandia... diciamo che il suo punto forte era la manegevolezza, almeno così sapevo ;)

A me avevnao molto incuriosito gli Sherman anfibi utilizzati proprio nello sbarco..che furono al massimo fallimentari..ne arrivarono pochissimi!

Se puoi posta anche le caratteristiche del Panzer III :D quello si che è un bestione! Si dice che il rapporto tra Sherman e Panzer III era di 5:1, cioè per "fare fuori" un Panzer III erano necessari almeno 5 Sherman...




Il Panzer III era un carro armato tedesco. Svolgeva contemporaneamente il ruolo di mezzo di manovra negli attacchi di massa e mezzo anti carri armati nemici.
Era dotato di una torretta con un cannone di 50mm. Esordì in Francia nel 1940 con una corazzatura limitata e un cannoncino da 37mm ma arrivò alla campagna di Russia molto più sviluppato, in grado di tener testa ad ogni carro armato pesante dell'epoca grazie al suo cannone da 60 calibri e una corazza massima di 57mm.
Tra i suoi meriti vi fu quello di far capire che, in uno scontro tra carri armati, contava molto di più la velocità con cui veniva sparato il proiettile che il calibro dell'arma.
Ne furono fatte anche delle varianti, tra cui una anfibia.

Alcuni dati del Panzer:
lunghezza 6.41m;
peso quasi 23 tonnellate;
autonomia 155km su strada;
armamento principale cannone 50mm;
armamento secondario due mitraglaitori da 7.92mm.

Nella foto, il Panzer III, con in bella vista la corazza aggiuntiva nella parte frontale.
_Thomas88_
00mercoledì 2 dicembre 2009 20:00
La battaglia di Dubno
Per Neko:
visto che ti piacciono tanto i Panzer, ti faccio una breve descrizione di una campagna a cui hanno partecipato.

Seconda Guerra mondiale, anno 1941, fronte orientale. Battaglia di Dubno.
Questa battaglia si svolse durante la prima settimana dell'Operazione Barbarossa, il gigantesco attacco tedesco sul fronte orientale.
Si trattò del più grande scontro tra forze corazzate della prima fase della battaglia. Lo scontro volse a favore delle truppe tedesche ma le divisioni russe diedero prova di grande coraggio e spirito di sacrificio, mettendo in difficoltà i Panzer.
5 divisioni per un totale di 600 carri armati Panzer si spinsero avanti a tutta velocità per sconvolgere il fronte sovietico.
Le forze meccanizzate russe erano molto numerose, quasi 5000 carri armati tra T26, BT, T34, KV1 e KV2, ma disperse su enormi distanze e non concentrate in gruppi adatti per un contrattacco.
L'attacco a sorpresa tedesco gettò nel panico e nella cunfusione le truppe sovietiche che reagirono disordinatamente finendo schiacciate sotto i colpi dei carri armati nazisti e della Luftwaffe.
I panzer tedeschi superarono la crisi grazie alla loro maggiore esperienza, alla abilità tattica e tecnica degli equipaggi e dei comandanti, al dominio aereo e ai migliori sistemi di comando e controllo, ma i carristi sovietici inflissero dure perdite, rallentarono l'avanzata e diedero una dimostrazione di coraggio e valore che impressionò il nemico. Il Panzergruppe 1 perse oltre 100 carri armati nella battaglia di Dubno, mentre le perdite sovietiche ( dovute non solo all'azione nemica, ma anche per il 50% a avarie meccaniche e scarsità di carburante , a causa delle enormi difficoltà logistiche e di controllo degli improvvisati e ingombranti corpi meccanizzati) furono molto più alte ( fino a 3000 carri armati).

Nella foto, carri armati tedeschi Panzer in marcia nella steppa russa.
_Thomas88_
00giovedì 3 dicembre 2009 14:45
T-34
Nella battaglia di Dubno i sovietici, tra i vari carri armati a disposizione, schierarono contro i Panzer anche i T-34, il mezzo corazzato sovietico più famoso della seconda guerra mondiale.
All'inizio dell'Operazione Barbarossa, le truppe tedesche lo incontrarono raramente ma, in quelle poche occasioni, vennero gettate quasi nel panico da questo mezzo.
Era un carro armato innovativo, superiore a qualsiasi mezzo tedesco, che divenne il principale componente delle unità corazzate sovietiche nel 1942.
Alcune delle sue innovazioni rispetto al suo predecessore erano la corazza inclinata, i cingoli più larghi e il cannone a canna medio-lunga.
La corazza frontale inclinata di 60° e spessa 45mm si traduceva ad una resistenza pari a 100mm di acciaio posto orizzontalmente; i cingoli larghi consentivano al mezzo di attraversare i terreni più difficili e gli conferivano maggiore mobilità; il cannone, infine, era l'arma, nel 1942, di maggior calibro e poteva perforare facilmente le corazze dei Panzer III e IV.
Altro punto di forza del T-34 era la velocità: nonostante le 31 tonnellate di peso, raggiungeva i 55km/h con una autonomia di 465km.
La sua produzione fu velocissima e semplice grazie alle catene di montaggio delle fabbriche costruite dietro agli Urali.
I tedeschi, come sua contromisura, oltre a migliorare i Panzer III e IV, progettarono il Panther che copiava il T-34 nelle innovazioni ma con corazza e peso maggiore.
Il T-34 era facilmente utilizzabile e ne vennero prodotti circa 50000 esemplari contro, ad esempio, i 2000 del Tiger tedesco.

Nella foto, un T-34 nel 1942.


NeKo89
00giovedì 3 dicembre 2009 19:17
Grazie mille Thomas per la risposta!!! Ho letto con attenzione anche della battaglia di dubno e come prevedevo ho nuovamente notato la superiorità dei carri tedeschi nella seconda guerra mondiale..quasi imbattibili! Conoscevo anche il T-34, proprio perchè tra i carri russi è il più fmaoso e conosciuto... secondo me è forse uno dei pochi che poteva far qualcosa contro i panzer tedeschi, anche se come hai sottolineato con i tuoi interventi, poteva fare be poco...
Scusa se ti rispondo solo ora ma non ho avuto il tempo prima ^^
_Thomas88_
00giovedì 3 dicembre 2009 19:34
Re:
NeKo89, 03/12/2009 19.17:

Grazie mille Thomas per la risposta!!! Ho letto con attenzione anche della battaglia di dubno e come prevedevo ho nuovamente notato la superiorità dei carri tedeschi nella seconda guerra mondiale..quasi imbattibili! Conoscevo anche il T-34, proprio perchè tra i carri russi è il più fmaoso e conosciuto... secondo me è forse uno dei pochi che poteva far qualcosa contro i panzer tedeschi, anche se come hai sottolineato con i tuoi interventi, poteva fare be poco...
Scusa se ti rispondo solo ora ma non ho avuto il tempo prima ^^




...Nessun problema...Sapevo che mi avresti risposto... [SM=g27811]
Comunque domani pubblicherò notizie su altri bestioni, più grandi di questi...
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