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[Rubrica] Onda radio

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    filovirus59
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    Utente Illuminato
    00 15/09/2013 22:17
    eh già, la procedura è questa: 1 misurare la distanza in cm tra l'immagine diretta e quella riflessa. 2 dividere il numero fisso 52 per la larghezza dello schermo tv in cm ottenendo il tempo che impiega il pennello elettronico a percorrere un cm. 3 moltiplicare il risultato per il ritardo dell'onda riflessa. 4 moltiplicare il numero ottenuto per la velocità di propagazione delle onde elettromagnetiche espressa in km per microsecondi e cioè per il numero fisso 0,3. quello che si ottiene moltiplicato per 1000 sono i metri di distanza dell'ostacolo.
  • Regulus83
    00 21/09/2013 01:51
    filovirus59, 15/09/2013 22:17:

    eh già, la procedura è questa: 1 misurare la distanza in cm tra l'immagine diretta e quella riflessa. 2 dividere il numero fisso 52 per la larghezza dello schermo tv in cm ottenendo il tempo che impiega il pennello elettronico a percorrere un cm. 3 moltiplicare il risultato per il ritardo dell'onda riflessa. 4 moltiplicare il numero ottenuto per la velocità di propagazione delle onde elettromagnetiche espressa in km per microsecondi e cioè per il numero fisso 0,3. quello che si ottiene moltiplicato per 1000 sono i metri di distanza dell'ostacolo.



    Grazie filovirus!!! [SM=g2201355]
    Anche se ormai, non possiamo misurare più niente, dato che le trasmissioni TV sono in digitale. [SM=g3061176]


  • Regulus83
    00 21/09/2013 02:48
    M.U.F. - Massima Frequenza Utilizzabile

    Nelle radio-trasmissioni, la Massima Frequenza Utilizzabile (MUF) è la più alta frequenza radio, che può essere utilizzato per la trasmissione tra due punti, tramite riflessione ionosferica in un determinato momento, indipendentemente dalla potenza del trasmettitore. Questo indice è particolarmente utile per quanto riguarda le ricetrasmissioni in onde corte.
    La ionizzazione dell'atmosfera, varia con l'ora del giorno e della stagione, quindi il limite di frequenza superiore per la comunicazione, varia su base oraria. La MUF è una frequenza mediana, definita come la frequenza massima a cui la comunicazione è possibile nei 50% dei giorni in un mese, in contrapposizione alla L.U.F. "Bassa Frequenza Utilizzabile" (che è la frequenza alla quale è possibile la comunicazione il 90% giorni), e la U.F.T., "Frequenza di Trasmissione Ottimale".
    Dunque, quando si vogliono conoscere le condizioni di trasmissione favorevoli per un collegamento a lunga distanza, da effettuare in un desiderato momento, è utile calcolare la Massima Frequenza Usabile.
    Conoscerla, serve a sfruttare nel miglior modo possibile, i vari strati atmosferici di riflessione dell'onda, stabilendo quale di essi è possibile utilizzare in un determinato momento, e quindi scegliere la relativa frequenza (o banda) opportuna per la trasmissione. Formula:

    [IMG]http://i44.tinypic.com/zwlqit.jpg[/IMG]

    dove:
    FC è la frequenza critica (quando un'antenna ha un angolo di riflessione variabile dal più basso al più alto, il punto, a partire dal quale l'onda non viene più riflessa dalla ionosfera, correlato alla frequenza in uso, determina la FC. Oltre, il segnale si perde nello spazio.);
    D è la distanza tra l'antenna trasmittente e quella ricevente;
    h è la quota alla quale si verifica la riflessione della ionosfera.
    Naturalmente l'antenna deve essere posta ad una certa altezza dal suolo, per ottenere l'angolo più basso possibile, in modo che il segnale possa, con un solo "salto", giungere a destinazione e presentarsi al ricevitore con intensità rilevata sufficientemente leggibile.
    E' anche conveniente utilizzare frequenze non troppo basse, poiché la superficie terrestre tratterrebbe parte della potenza irradiata, costringendoci così ad un aumento della potenza trasmessa per compensare quella persa.
    L'obiettivo è quello di ottenere una certa intensità di campo, sufficiente per una buona ricezione.
    La frequenza più bassa è anch'essa quindi da ritenere critica, ed è definita, come dicevamo prima, L.U.F.
    Generalmente, per collegamenti a lunga distanza effettuati durante le ore solari, si utilizzano frequenze intorno ai 14 MHz (banda dei 20 metri), mentre durante le ore notturne la frequenza preferita è quella dei 10 MHz (banda dei 30 metri).
    Il segnale già utilizzato, continuerà poi comunque a rimbalzare sulla superficie terrestre, in modo ciclico e a distanze susseguenti anche variabili di lunghezza, fino ad estinguersi per esaurimento d'energia leggibile prima, per esaurimento totale poi.
    Apposite pubblicazioni prevedono l'andamento delle MUF con anticipo di circa tre mesi, e sono a cura di riviste specializzate.
    Come regola generale, la MUF è di circa 3 volte la frequenza critica.

    [IMG]http://i41.tinypic.com/293y1ra.jpg[/IMG]
    Grafico esemplificativo per il calcolo della Massima Frequenza Usabile
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    filovirus59
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    [IMG]http://oi65.tinypic.com/2hq8bb5.jpg[/IMG]
    Utente Illuminato
    00 21/09/2013 18:40
    Re:
    Regulus83, 21/09/2013 01:51:



    Grazie filovirus!!! [SM=g2201355]
    Anche se ormai, non possiamo misurare più niente, dato che le trasmissioni TV sono in digitale. [SM=g3061176]






    i digitali hanno l'effetto mosaico e la metallizzazione della voce prima che entra il muting. nuova tecnologia...nuovi difetti. [SM=g1950677]
  • Regulus83
    00 21/09/2013 19:57
    filovirus59, 21/09/2013 18:40:




    i digitali hanno l'effetto mosaico e la metallizzazione della voce prima che entra il muting. nuova tecnologia...nuovi difetti. [SM=g1950677]



    Vero...purtroppo... [SM=g1950688]
  • Regulus83
    00 27/09/2013 02:38
    L.U.F. - Minima Frequenza Utilizzabile

    C'è un limite inferiore, alla frequenza che può essere utilizzata per la propagazione ionosferica durante le ore diurne ed è chiamato L.U.F. (Lowest Usable Frequency ), cioè "Minima Frequenza Utilizzabile". Questo è dovuto principalmente all'assorbimento nello strato D, come andremo a spiegare.
    Lo strato D contiene molti più atomi neutri e molecole rispetto ai livelli più alti. A volte gli elettroni liberi, si scontrano con gli atomi neutri. Questo fa sì che parte dell'energia elettromagnetica, vada persa. Frequenze più basse, hanno lunghezze d'onda più lunghe, che fanno spostare gli elettroni ad una distanza maggiore, rispetto alle frequenze più alte, rendendo quindi più probabile che si scontrino con gli atomi neutri. Pertanto, a frequenze inferiori alla L.U.F., la trasmissione non raggiungerà il ricevitore.

    [IMG]http://i39.tinypic.com/e6pwqr.jpg[/IMG]
    Il diagramma, mostra un raggio (un'onda radio) che è ad una frequenza inferiore rispetto alla LUF. L'energia elettromagnetica, viene assorbita dallo strato D.

    Sopra lo strato D, vi è un certo assorbimento, ma è molto meno dello strato D, perché ci sono meno atomi neutri. Sotto lo strato D, non vi sono elettroni liberi di muoversi e quindi l'assorbimento è nuovamente poco. C'è qualche assorbimento quando un raggio si riflette sulla superficie.
    Pertanto, la L.U.F. dipende dalle caratteristiche dello strato D e da quanti salti un raggio deve fare, prima di raggiungere il ricevitore.
    Durante la notte, lo strato D non è presente e quindi le trasmissioni in HF, potenzialmente possono percorrere distanze molto superiori (ma di questo, ne abbiamo già parlato).
    A differenza della M.U.F. (Massima Frequenza Utilizzabile), la L.U.F. dipende anche dalla potenza del trasmettitore e la sensibilità del ricevitore, in quanto questi fattori possono permettere di aggirare qualche effetto dell'assorbimento dell'onda radio, dovuto allo strato D.

    [IMG]http://i39.tinypic.com/2yozr5v.jpg[/IMG]

    Nell'immagine sopra, il diagramma mostra i raggi trasmessi durante il giorno (rosso) e di notte (blu inferiore) a frequenze inferiori alla EMUF (MUF dello strato E), e di notte a frequenze sopra la EMUF e sotto il MUF (blu superiore). Durante la notte, lo strato EMUF è più basso e quindi è più probabile che il raggio passi attraverso lo strato E, e sia rifratto dallo strato F in posizione elevata (blu superiore). Entrambi questi effetti, tendono a creare distanze copribili più lunghe per le HF, durante la notte.
  • Regulus83
    00 03/10/2013 02:44
    Collegamenti radio su percorsi polari (prima parte)
    Analisi scientifica della propagazione alle alte latitudini

    La Ionosfera alle latitudini alte

    La Ionosfera, alle alte latitudini presenta delle caratteristiche differenti e particolari dovute al fatto che essa si trova maggiormente esposta alle perturbazioni solari. Le linee di forza del campo magnetico convergono verso i poli, passando orizzontalmente sopra l'equatore magnetico; esse catturano le particelle emesse dal vento solare e le convergono verso i poli, generando alle alte latitudini, delle deboli tempeste secondarie quotidiane, che rendono la ionosfera polare in una condizione di continua agitazione e fortemente dipendente dall'intensità del vento solare e di conseguenza dalla situazione dell'attività solare stessa. All'interno della ionosfera polare, tutti gli strati, ma soprattutto la regione F, essendo lo strato più esterno e quindi il più esposto, presenta situazioni d'estrema dinamicità legate all'andamento di questi fenomeni. L'andamento delle linee di forza, che si chiudono in maniera concentrica sui poli geomagnetici, sono allineate orizzontalmente con l'equatore e quindi proteggono la ionosfera alla basse latitudini, dalle perturbazioni del vento solare.

    [IMG]http://i43.tinypic.com/34tcvf9.jpg[/IMG]

    L'interazione del vento solare con il campo magnetico terrestre, provoca la Magnetosfera, che per effetto della pressione esercitata dal vento solare, assume la forma tipica della cometa; compressa dal lato illuminato, si allunga per almeno 600 mila chilometri dal lato oscuro. Le particelle cariche del vento, trovano difficoltà ad attraversare le linee di forza del campo, mentre possono scivolare agevolmente lungo esse; proseguono quindi verso la coda da dove, essendo il campo debole, possono finalmente precipitare all'interno, guidate dalle linee di forza, verso i poli. La precipitazione particellare, si arresta nella ionosfera delle alte latitudini, che subisce quindi delle perturbazioni anche quando non avvengono forti eruzioni solari. Queste particelle energetiche, sono elettroni e protoni ad alta energia, che catturati dalle linee di forza, sono accelerati all'interno del campo magnetico verso le regioni polari dove entrano in contatto con l'atmosfera, formando un circolo chiamato "ovale aurorale". Questo circolo è centrato sul polo geomagnetico e si estende per circa 3000 chilometri di diametro nei periodi di quiete geomagnetica. L'ovale aurorale è localizzato tra i 60 e i 70 gradi di latitudine Nord e Sud e si allarga in estensione quando la magnetosfera è disturbata.

    Caratteristiche dinamiche della Ionosfera polare

    Lo ionosfera polare è una parte della magnetosfera terrestre, ed è influenzata dal livello di dispersione magnetosferica e dalla dinamica del vento solare. I parametri del vento solare, che possono essere considerati come fattori di controllo della ionosfera polare, sono quelli relativi alla pressione dinamica Psw = mnV (dove m è la massa del protone, la n è la densità del vento solare e V è la sua velocità). Recentemente si è scoperto che l'aumento della pressione dinamica del vento solare, causa cambiamenti spaziali significativi alle alte latitudini, a causa della precipitazione di particelle dalla magnetosfera. Il livello di ionizzazione di giorno nella ionosfera polare, si riduce di circa la metà quando la magnetopausa si avvicina alla Terra: esiste quindi un collegamento importante tra la posizione della magnetopausa ed il livello di ionizzazione di giorno nella ionosfera polare. La struttura della ionosfera, non dipende soltanto dalla radiazione ultra-violetta del Sole, ma anche dagli effetti del vento solare e dal campo magnetico della Terra. La maggior parte dell'energia del vento solare che viene trasferita nella magnetosfera e nella ionosfera, è depositata nelle regioni polari: uno dei processi di dispersione di questa energia, è l'aurora.

    Fenomeni nella magnetopausa

    L'energia e la massa, vengono trasferite dal vento solare al sistema magnetosfera-ionosfera. Gli elementi principali nel processo di trasferimento di energia, si fondono alla magnetopausa. La magnetopausa nel lato illuminato della Terra e le regioni polari, sono come sappiamo molto dinamiche, con fenomeni che possono accadere nel giro di alcuni minuti, così come per l'evoluzione dei segnali radio che possono arrivare e poi sparire in poco tempo, poiché le riflessioni sono regolate da questi eventi. Il rilascio esplosivo di energia nella magnetosfera è chiamato "tempesta magnetosferica", e causa altri fenomeni, come la formazione di una Aurora. Tuttavia, è ancora poco chiaro che cosa avviene all'interno di queste fasce esplosive, della tempesta magnetosferica. Per studiare le varie caratteristiche del fenomeno, quale la forte accelerazione delle particelle, la modulazione, l'aumento di intensità delle correnti ionosferiche e i fenomeni aurorali, vengono eseguite osservazioni complete da terra, per esempio tramite radar HF, macchine fotografiche speciali, fotometri, riometri e magnetometri localizzati nelle zone polari. Inoltre avvengono osservazioni utilizzando degli aerostati (osservazioni del campo elettrico e dei raggi X ), e negli ultimi anni vengono eseguiti continui monitoraggi e studi tramite una rete di satelliti dedicati ad orbita polare.

    Tempeste magnetiche

    Le tempeste magnetiche, sono le più grandi dispersioni energetiche che avvengono nella magnetosfera della Terra. Il vento solare ad alta velocità e il campo magnetico interplanetario, generano delle grandi forze elettriche, che inducono molte particelle caricate ad alta energia, a penetrare profondamente nella magnetosfera interna. Cause estreme di questo fenomeno, sono per esempio una depressione magnetica alle latitudini equatoriali e fenomeni di Aurora che si spingono anche a latitudini molto più basse del normale.
    La ionosfera polare, risponde globalmente alle dispersioni nel vento solare; tuttavia, la risposta è spesso differente fra le due regioni polari (Artide ed Antartide), che possono avere caratteristiche e comportamenti differenti. Le osservazioni simultanee in entrambe le regioni polari quindi, forniscono i dati che confrontati, sono spesso diversi; l'assorbimento e la dispersione di energia nella magnetosfera, risulta essere differente tra i due poli.


    Fonte: Analisi scientifica della propagazione alle alte latitudini di Flavio Egano IK3XTV
  • Regulus83
    00 04/10/2013 02:30
    Collegamenti radio su percorsi polari (seconda parte)
    Analisi scientifica della propagazione alle alte latitudini

    Struttura della ionosfera polare

    Un'altra fonte di ionizzazione nella ionosfera delle alte latitudini, è l'aurora. La dispersione di luce, causata dalla caduta a spirale di elettroni e protoni che colpiscono l'atmosfera ad elevata velocità provenienti dalla magnetosfera con moti a spirale lungo le linee di forza del campo magnetico, incrementa la densità elettronica nella ionosfera polare. Queste particelle, entrando in collisione con gli atomi neutri presenti nella ionosfera, oltre a produrre una spettacolare rete di luci (Aurora visibile), producono una ulteriore ionizzazione nell'atmosfera. I diversi colori dell'aurora visibile, dipendono dai diversi gas presenti e dal loro stato elettrico, a seconda della concentrazione di atomi di ossigeno oppure di azoto; i colori possono variare dal rosso al verde. Questa ulteriore fonte di ionizzazione, aumenta considerevolmente durante i periodi di alta attività solare (massimo del ciclo undecennale) e durante le tempeste geomagnetiche. Questi fenomeni avvengono ad altitudini comprese tra i 100 e i 400 chilometri, anche se l'effetto più intenso si ha tra i
    100 e i 150 chilometri, all'interno della regione E o nella parte più alta della regione D.

    Dinamica della ionosfera polare

    I venti e le onde atmosferiche nella ionosfera polare, sono influenzati sia dall'atmosfera più bassa e densa, che dagli agenti elettrodinamici collegati alla regione magnetosferica. La precipitazione di particelle aumenta la densità elettronica così come l'eccitazione aurorale, creando forti interazioni tra la ionosfera, l'atmosfera neutra e la magnetosfera. La ionosfera e l'atmosfera neutra, sono legate sia dinamicamente che chimicamente. Alle latitudini basse e centrali nel lato illuminato della Terra, per esempio, i venti neutri termosferici spostano il plasma ionosferico attraverso le linee del campo geomagnetico, creando una dinamo che genera tutta una serie di correnti ionosferiche e l' electrojet equatoriale, si forma una forte corrente dal lato illuminato verso il lato oscuro che entra nella regione E, lungo l'Equatore geomagnetico. Nelle regioni polari, d'altra parte, gli ioni che vanno alla deriva all'interno della ionosfera, a causa del campo elettrico imposto dalla magnetosfera, generano forti correnti nella regione F polare (electrojet polare). La ionosfera inoltre interagisce fortemente con la magnetosfera, e una funzione importante di questa interazione è l'accoppiamento elettrodinamico effettuato dalle correnti elettriche che fluiscono seguendo le linee del campo geomagnetico che collegano la ionosfera al plasma della magnetosfera. Si produce quindi un campo elettrico, che genera le correnti orizzontali nella ionosfera polare responsabile del flusso convettivo degli ioni di cui abbiamo appena parlato . Queste correnti sono trasportate sia dagli elettroni aurorali che precipitano verso il basso seguendo le linee del campo, che dagli elettroni ionosferici che fluiscono verso l'alto. Questi notevoli flussi di energia nell'atmosfera superiore, hanno effetti profondi sia sulla ionosfera che sulla termosfera neutra; e oltre ad eccitare le emissioni aurorali, la precipitazione aurorale degli elettroni aumenta la densità del plasma e la conducibilità della ionosfera. Si tratta di fenomeni fisici complessi, che interagiscono con la dinamica della propagazione HF e la influenzano in maniera importante.

    Grande variabilità delle MUF

    Le particelle energetiche presenti nelle regioni polari, sono sempre in uno stato di forte agitazione, pertanto la ionosfera si presenta raramente ben stratificata e in quiete. Questo è uno dei motivi della difficoltà dei collegamenti sopra il polo (i segnali mediamente devono percorrere almeno 4000 chilometri per oltrepassare la regione e quindi sono soggetti ad una forte interazione da parte di essa); inoltre questo stato di costante agitazione, provoca una grande variabilità delle MUF della regione F. Alle nostre latitudini, l'andamento delle MUF è abbastanza regolare: grandi sbalzi li possiamo trovare in corrispondenza della Grey line (una linea fittizia che delimita la parte illuminata (diurna) dalla parte in ombra (notturna) di un corpo celeste), alla sera e al mattino; per il resto l'andamento delle MUF è genericamente regolare. Viceversa alle alte latitudini, esiste una forte variabilità delle massime frequenze utilizzabili, determinata appunto dalle stesse caratteristiche dinamiche delle ionosfera, la cui stratificazione soprattutto nelle regioni più in alto e quindi più esposte, non è uniforme e subisce continue variazioni.

    Poli geomagnetici

    La posizione geografica dei poli geomagnetici, non è stabile, ma subisce delle fluttuazioni nel corso degli anni. C'è un lento cambiamento nel tempo, denominato "variazione secolare" del campo magnetico, osservata in tutte le sue componenti.
    I poli magnetici nord e sud, non hanno lo stesso comportamento: le loro variazioni sono differenti sia come valore che come direzione. Il polo nord attualmente si sposta in direzione nord-est ad una velocità di 12 Km. per anno, mentre il sud magnetico si sposta verso nord ovest con una velocità di circa 14 Km. all'anno. La variazione secolare è un fenomeno regionale oltre che un fenomeno planetario, ed è più grande e complicato nella regione Antartica. In un area di circa 1000 Km. di estensione, tra il Sud Africa e l'Antartide, la variazione secolare del campo magnetico dovuto al movimento dei poli, risulta essere 18 volte maggiore rispetto alla media planetaria. La causa della variazione secolare è dovuta probabilmente ai moti convettivi che avvengono all'interno del nucleo liquido della Terra.
    Attualmente il polo Nord magnetico è localizzato vicino a Ellef Ringes Island, nell'Artico canadese.

    [IMG]http://i40.tinypic.com/2cnjgva.jpg[/IMG] [IMG]http://i41.tinypic.com/5l8f0h.jpg[/IMG]
    La figura in alto a sinistra, mostra la maggior concentrazione di particelle ad alta energia attorno ai poli, nella fascia equatoriale e nella zona del Sud Atlantico, causata dall'Anomalia Sud Atlantica. La figura a destra, mostra l'estensione dell'ovale Aurorale nell'emisfero boreale.


    Fonte: Analisi scientifica della propagazione alle alte latitudini di Flavio Egano IK3XTV
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    filovirus59
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    [IMG]http://oi65.tinypic.com/2hq8bb5.jpg[/IMG]
    Utente Illuminato
    00 04/10/2013 20:26
    per calcolare la frequenza di trasmissione in base alla riflessione della ionosfera e quindi di fatto in base all'orario, usavamo opportunamente crakkato un software di un radioamatore francese tale chistian ramade. il software dxprop era fatto molto bene e garantiva sempre ottimi collegamenti. non so se attualmente tale software è ancora reperibile/scaricabile.
  • Regulus83
    00 04/10/2013 22:11
    Re:
    filovirus59, 04/10/2013 20:26:

    per calcolare la frequenza di trasmissione in base alla riflessione della ionosfera e quindi di fatto in base all'orario, usavamo opportunamente crakkato un software di un radioamatore francese tale chistian ramade. il software dxprop era fatto molto bene e garantiva sempre ottimi collegamenti. non so se attualmente tale software è ancora reperibile/scaricabile.



    Ciao filovirus.
    Se non erro, ne avevamo parlato all'apertura di questa rubrica. Si, il software esiste ancora... [SM=g3061192] [SM=g1950677]
  • Regulus83
    00 05/10/2013 02:18
    Collegamenti radio su percorsi polari (terza parte)
    Analisi scientifica della propagazione alle alte latitudini

    Struttura molecolare della regione D

    La regione D è la più importante per un analisi degli assorbimenti in gioco nei collegamenti radio: si tratta dello strato che incide più di tutti, nelle attenuazioni introdotte sui treni d'onde che attraversano la ionosfera, pertanto riporto di seguito alcuni dati sulla struttura molecolare di questa regione. Alle alte latitudini assume un significato ancora più importante, poiché la regione D è dinamicamente legata all'attività geomagnetica e di conseguenza alla precipitazione particellare causata dall'attività solare; quindi l'assorbimento, dipende in maniera diretta e preponderante da questi fattori. Essa inizia approssimativamente a 40 chilometri di altezza e si estende fino a circa 100 chilometri. Per effetto della relativa vicinanza alla superficie terrestre, la densità molecolare è molto più elevata della concentrazione elettronica; questo provoca un elevato livello di collisioni tra le molecole neutre e le particelle elettroniche.
    La densità di ionizzazione dello strato D, segue un andamento abbastanza regolare: essa ha inizio alla levata del Sole, aumenta man mano che il sole irradia la ionosfera, raggiunge il picco massimo al mezzogiorno locale, inizia a diminuire nel pomeriggio e scompare repentinamente dopo il tramonto. La composizione molecolare dell'atmosfera nella regione D, è simile alla composizione molecolare
    della troposfera. La forte concentrazione ionica della regione D è la causa principale dell'assorbimento indotto sulle onde in transito,
    dovuto alle collisioni tra gli elettroni e le particelle ioniche.

    Assorbimento

    L'assorbimento dell'energia delle radio onde è sensibile ai cambiamenti nella densità elettronica nelle regioni D, e in misura minore nella regione E della ionosfera. L'assorbimento aurorale è causato dalla precipitazione degli elettroni energetici( 10 KeV) dalla magnetosfera, che fa aumentare la densità elettronica ionosferica fra circa 70 e 120 chilometri di altezza. Soprattutto in presenza di perturbazioni ionosferiche, si possono formare delle chiazze di differente densità elettronica, chiazze della larghezza di alcuni chilometri, che provocano oltre a livelli non omogenei di assorbimento, anche forte instabilità ed evanescenza dei segnali. Tempeste ionosferiche improvvise (SID), aumentano la densità particellare negli strati più bassi della ionosfera, espandono il relativo limite verticale ed abbassano il livello dello ionosfera più bassa. La rifrazione dei segnali HF, si ha principalmente nella parte più alta della ionosfera (strato F), dove il numero di elettroni liberi è più grande. Le frequenze inferiori alla MUF "Massima frequenza limite utilizzabile", sono piegate verso la Terra, mentre quelle superiori alla MUF non incontrano la piegatura sufficiente e attraversano lo ionosfera.
    Viceversa, al di sotto della LUF "Minima frequenza utilizzabile", i segnali non riescono a penetrare gli strati ionosferici più bassi (regione D). Ciò accade, perché ogni volta che un radiosegnale attraversa lo strato D, induce un'oscillazione sulle particelle atmosferiche ionizzate; molte di queste particelle ionizzate, si scontreranno con le molecole neutre presenti all'interno della regione D. Maggiore è la densità degli strati più bassi, più frequenti sono questi scontri e di conseguenza maggiore è l'energia sottratta all'onda, che si disperde in calore (è questa la dinamica dell'assorbimento). Più bassa è la frequenza, più grande il grado di assorbimento del segnale, poiché aumentano le probabilità di collisione, in quanto la distanza che gli elettroni possono percorrere è più grande quando la frequenza dell'onda che li ha eccitati è bassa.

    Disturbi ionosferici improvvisi (SID)

    Il vento solare ha un forte effetto sul campo magnetico terrestre che è soggetto alle sue variazioni di velocità e alla differente pressione di radiazione. Quando le caratteristiche del vento solare cambiano rapidamente, il campo magnetico diventa disturbato, e
    questo genera delle forti correnti all'interno della ionosfera. L'aumento della ionizzazione all'interno della zona aurorale, può essere talmente forte da assorbire tutti i segnali radio che la attraversano (Blackout polare). La propagazione alle basse latitudini, generalmente risente meno degli effetti negativi delle tempeste geomagnetiche, anche se non ne è del tutto esente. Infatti, dopo dei brillamenti solari di forte intensità (flares di categoria X) che generano un aumento del vento solare (valori anche superiori a 800 Km/sec.), le condizioni di propagazione nelle bande HF ne risentono in maniera pesante, anche a latitudini come la nostra (Italia).

    [IMG]http://i39.tinypic.com/2q1rwk0.jpg[/IMG]

    La finestra di propagazione delle HF, è la gamma di frequenze comprese tra la LUF e la MUF. Gli operatori HF, scelgono le frequenze migliori all'interno di questa finestra, in modo che i loro segnali attraversino lo strato D assorbente e vengano successivamente curvati dagli strati ionosferici più in alto (soprattutto nella regione F). Le curve di MUF e di LUF, mostrano una variazione normale e quotidiana. Durante il pomeriggio, la radiazione solare ricevuta è massima, pertanto gli strati D e F sono fortemente ionizzati; di
    conseguenza, anche LUF e MUF sono elevate. Durante la notte, la riduzione della luce solare (de-ionizzazione) induce tutti gli strati ionosferici a indebolirsi (alcuni strati scompaiono), ed i valori delle LUF e delle MUF sono depressi. Alle alte latitudini, a causa delle caratteristiche molto instabili della ionosfera, tutte queste considerazioni assumono caratteristiche ancora più importanti. Le variazioni delle LUF e delle MUF, proprio a causa della dinamicità degli strati (le cui caratteristiche sono ancora più soggette alle variazioni solari), sono più repentine e meno prevedibili, quando la radiazione di raggi X emessi durante un brillamento solare (Flare), aumenta significativamente la ionizzazione dello strato D e il suo assorbimento (quindi la LUF si alza); questo può causare una sorta di black-out propagativo nell'intero emisfero illuminato della Terra, e può durare da dieci minuti ad un'ora o due. Il livello di assorbimento, può diventare talmente forte, da chiudere la finestra di propagazione HF completamente.

    Ovale Aurorale

    Le linee di forza del campo magnetico terrestre, convergono verso i poli e convogliano le particelle di plasma verso le regioni polari, quindi attorno ai poli magnetici si forma una regione ad alta densità di plasma, che nei momenti di bassa attività solare rimane circoscritta attorno ai poli, ma nei periodi di alta attività solare in concomitanza con tempeste geomagnetiche, può raggiungere anche le latitudini più basse e raggiungere l'Europa centrale. La forte ionizzazione delle cortine aurorali, può in certi casi provocare delle rifrazioni dei treni d'onde, interagendo a livello di riflessione dei segnali con lo strato F. Potrebbero essere dovuti a questo meccanismo per esempio, alcuni fenomeni di grandi deviazioni azimutali (a volte per esempio capita di sentire meglio il Giappone con le antenne verso Nord, anziché a 40° Est). Questi fenomeni, in ogni caso, dipendono dall'intensità del plasma aurorale, la cui formazione segue regole molto complesse, legate all'attività solare e al campo geomagnetico.


    Fonte: Analisi scientifica della propagazione alle alte latitudini di Flavio Egano IK3XTV
    [Modificato da Regulus83 05/10/2013 02:20]
  • Regulus83
    00 06/10/2013 02:28
    Collegamenti radio su percorsi polari (quarta parte)
    Analisi scientifica della propagazione alle alte latitudini

    Riflessione sulle cortine aurorali

    Grazie alla segnalazione di un amico radioamatore, Tony De Longhi IZ3ESV, che e' in contatto con una stazione operante nel sud della Norvegia, abbiamo la prova della possibilita' di riflessione dei segnali ad opera delle cortine Aurorali.
    Si tratta di Ketil Olsen LA2UJA, con il quale abbiamo instaurato una collaborazione per lo studio e l'osservazione della propagazione ionosferica; l'amico Ketil, gode infatti di un osservatorio particolare, essendo situato a Kolnes, oltre i 60° di latitudine Nord e quindi in una posizione privilegiata per l'osservazione dei fenomeni legati alla Ionosfera Polare e alle Aurore.
    L'esperienza riportata dal radioamatore norvegese, che con le antenne verso Nord collegava con segnale forte e stabile una stazione dalla Danimarca che a sua volta irradiava verso Nord, sulla banda dei 20 metri (14 MHz), (puntando l'antenna direttamente verso la Danimarca la stazione Danese non era ascoltabile, geograficamente il Sud della Norvegia e la Danimarca sono molto vicine), dimostra che esiste la reale possibilita' di una riflessione anche per le frequenze HF, sulle cortine aurorali.
    Da un'analisi più approfondita di questo interessante qso (collegamento radio), avvenuto l'1 Febbraio 2003 alle 22,23 Utc sulla frequenza di 14 Mhz, è emerso che l'attivita' aurorale era intensa, confermata anche dall'elevata attività geomagnetica con un indice Kp=7; esiste infatti una stretta correlazione tra l'indice Kp e l'aurora.
    Alla stessa maniera di questa riflessione diretta, potrebbero avvenire delle deviazioni o delle riflessioni laterali per quei segnali che lambiscono le cortine aurorali, soprattutto quando a causa dell'elevata attivita' geomagnetica, si allargano in estensione e in densità.

    [IMG]http://i44.tinypic.com/dg1f6r.jpg[/IMG] [IMG]http://i42.tinypic.com/2l8ezo0.jpg[/IMG]
    Nella figura sopra a sinistra ho riportato la dinamica dei segnali riflessi dall'ovale aurorale, mentre nella cartina a destra ho ricostruito l'estensione dell'aurora per un indice Kp pari a 7 alle ore 22,23 Utc del 01/02/2003. Come si può vedere, il plasma aurorale arriva fino alla Norvegia meridionale.

    Grey Line

    La linea del Terminatore, ovvero il confine tra giorno e notte causato dall'ombra proiettata dalla sfera terrestre, attraversa orizzontalmente le regioni polari, e la posizione esatta dipende dalla stagione. Durante il solstizio d'inverno (21 Dicembre), la linea del terminatore è posizionata in maniera tangenziale al circolo di 66.7 gradi di latitudine Nord (Circolo polare). L'area all'interno di questo circolo è sempre sul lato oscuro e corrisponde alla lunga notte polare delle regioni artiche. Viceversa, durante il solstizio d'Estate (21 Giugno), la linea del terminatore è sempre tangenziale al circolo polare ma in questo caso esterna e la regione interna al circolo polare è sempre sul lato illuminato durante la stagione estiva. Durante gli equinozi (21 Marzo e 21 Settembre), la linea del terminatore passa sopra il polo e divide esattamente in due parti uguali la regione polare. La presenza continua della radiazione solare per molti mesi e poi la successiva scomparsa per un altrettanto lungo periodo, rendono uniche le caratteristiche dell'Atmosfera in quest'area.
    La posizione del terminatore è critica per la formazione della ionosfera polare. La intense radiazioni solari di raggi ultravioletti (EUV), ionizzano l'alta atmosfera nel lato illuminato. Questo processo domina la formazione della ionosfera sulla parte illuminata dal Sole.
    Ioni dell'atomo di ossigeno che vivono a lungo (O+ prodotti sul lato illuminato), ruotano assieme alla Terra e formano una scia ionizzata verso il lato in oscurità. Avviene quindi una precipitazione di particelle energetiche nella zona aurorale, che causa una ionizzazione dell'alta atmosfera. La zona aurorale forma un ovale centrato attorno al polo geomagnetico, che varia dimensioni e posizione durante il giorno a causa di numerosi fenomeni (solari-geomagnetici) che agiscono contemporaneamente. La presenza di un significativo campo elettrico nella regione polare, genera all'interno del plasma ionosferico, delle correnti che attraversano i campi elettrici e magnetici.
    Valori tipici di questa corrente con un campo elettrico di 50 mV/m è di 1 Km/sec. Entrambi i valori, aumentano durante i periodi disturbati (alta attività geomagnetica) con valori di campo elettrico superiori a 100-150 mV/m e una velocità della corrente ionosferica di 2-3 Km/sec. Dal punto di vista pratico, ho sperimentato "sul campo" come il posizionamento della Grey line, influenzi la possibilità o no del collegamento transpolare; la complessa dinamica della ionosfera polare, si traduce poi in un comportamento molto selettivo sulla propagazione dei segnali. Solo in determinate ore della giornata, i collegamenti diventano possibili.

    Flutter Fading (fading distorcente)

    I segnali che passano attraverso la zona polare, sono riconoscibili poiché caratterizzati da un rapido fading distorcente (scintillamento).
    A causa della continua e caotica precipitazione di particelle energetiche (elettroni e protoni) con differenti livelli di energia, provenienti dal vento solare e catturate dalle linee di forza del campo magnetico terrestre che convergono verso i poli, si formano delle chiazze irregolari di maggiore densità elettronica (la ionosfera polare non è omogenea ma soggetta a continue turbolenze oltre a essere molto esposta alle variazioni dell'attività solare), e la presenza di tantissime irregolarità aventi un gradiente di ionizzazione che continua a variare, sono causa di rifrazioni continue che provocano lo sparpagliamento dei segnali (multi-scatter). Ne consegue che il segnale ricevuto è distorto ed evanescente. Il fading distorcente, tende ad essere un effetto altamente localizzato, ed avviene soltanto se il percorso del segnale, penetra una regione ionosferica dove sono presenti delle irregolarità di densità elettronica. La scintillazione tende ad essere più severa per quei segnali che passano a cavallo dell'Equatore geomagnetico. Il fenomeno e più intenso dal tramonto locale fino subito dopo la mezzanotte e durante i periodi di alta attività solare. Nelle regioni aurorali e polari, la scintillazione è ancora più forte e aumenta con livelli elevati di attività geomagnetica.

    [IMG]http://i43.tinypic.com/2ns46d5.jpg[/IMG] [IMG]http://i40.tinypic.com/17g4cj.jpg[/IMG]

    La figura sopra a sinistra, mostra la differente concentrazione di particelle energetiche nella zona polare. La disomogeneità e l'instabilità della ionosfera polare è la causa del Flutter fading, che aumentano quando l'attività geomagnetica è elevata e causano il blocco della propagazione sui percorsi alle latitudini elevate. La figura sopra a destra mostra la distribuzione delle irregolarità, causa dello scintillamento ionosferico, localizzate nelle regioni polari e a cavallo dell'equatore. In quest'ultima area, le irregolarità sono localizzate soprattutto all'interno della regione F e al terminatore, dove i treni d'onde che arrivano, trovano una situazione di grande agitazione. In quest'area, da una parte cessa la pressione di radiazione solare, che invece è accentuata nella parte illuminata. Il plasma ionosferico è quindi spinto continuamente dalla parte in luce verso quella oscura. Si formano degli ammassi sigariformi, orientati secondo le linee di forza del campo geomagnetico. Queste strutture si estendono per circa 2000 km. a nord e a sud dell'equatore magnetico; i raggi incidenti vengono deviati a causa del differente gradiente che incontrano, oltre alla possibilità che si formino delle guide d'onda all'altezza della regione F.
    Lo scintillamento è provocato dal passaggio dei treni d'onde a cavallo dell'equatore magnetico, dove il moto e il disordine degli ammassi sigariformi causano continue variazioni dell'indice di rifrazione.


    Fonte: Analisi scientifica della propagazione alle alte latitudini di Flavio Egano IK3XTV
  • Regulus83
    00 07/10/2013 02:49
    Collegamenti radio su percorsi polari (quinta ed ultima parte)
    Analisi scientifica della propagazione alle alte latitudini

    Misurazione del campo geomagnetico (K index)

    Il campo geomagnetico. può essere misurato con degli strumenti chiamati "magnetometri".
    I dati raccolti ogni 3 ore (3-hour interval, K-index) da una rete di magnetometri, danno la situazione delle condizioni geomagnetiche e una misurazione quantitativa del livello di attività geomagnetica, in quanto tale valore varia da 0 a 9.
    Esso indica la massima fluttuazione della componente orizzontale del campo magnetico terrestre (livello di induzione elettromagnetica espresso in nT), relativa ad un giorno di quiete geomagnetica, misurata in un intervallo di tempo di 3 ore.
    Un elevato valore dell'indice K, significa una maggiore attività aurorale.
    L'indice K è necessariamente legato alla specifica locazione geografica dell'osservatorio, quindi per le località dove non sono presenti osservatori è necessario prendere come riferimento il valore della stazione più vicina.
    Da una media ponderata degli indici K di una rete di osservatori geomagnetici, viene calcolato l'indice Kp ( indice planetario ufficiale), che indica la situazione globale dell'attività aurorale, ed è disponibile giornalmente nei bollettini pubblicati sul web.
    Per un miglior monitoraggio è stato introdotto l'indice A, che si basa su una scala più amplia dell'indice K e che fornisce un valore medio giornaliero dell'attività geomagnetica, poiché è una media di tutti gli indici K della giornata. Il valore dell'indice A, varia da 0 a 400.

    [IMG]http://i41.tinypic.com/200uqt2.jpg[/IMG] [IMG]http://i41.tinypic.com/9la2ko.jpg[/IMG]
    [IMG]http://i43.tinypic.com/14lkqja.jpg[/IMG] [IMG]http://i42.tinypic.com/2e539qu.jpg[/IMG]
    La figura sopra, mostra la posizione del terminatore per i collegamenti effettuati con l'Alaska: la posizione della Grey line è critica per la formazione della ionosfera polare, e dipende dalle stagioni. I periodi migliori sono in linea di massima quelli degli equinozi, quando l'irradiazione delle regioni polari risulta essere omogenea. Inoltre sono riportati gli indici geomagnetici ottimali, per avere la possibilità di propagazione transpolare.

    Polar Cap Absorption

    Il "polar cap absorption" o "assorbimento della regione polare", avviene dopo un flare di protoni. Il flare di protoni è il più distruttivo e rilascia un'enorme quantità di protoni ad alta energia: queste particelle che penetrano nella nostra atmosfera, sono soggette al campo magnetico terrestre che le accumula nei poli nord e sud magnetici; qui, le particelle formano una corrente ad alta velocità che entra nella ionosfera, e grazie alla loro alta energia, riescono a penetrare anche negli strati più bassi (regione D). Qui entrano in collisione con le molecole già presenti, causando una ionizzazione supplementare che produce un maggiore assorbimento delle onde in transito.
    Le comunicazioni sulle lunghe distanze, vengono quindi bloccate da questi eventi nelle regioni polari; l'attenuazione dei segnali è normalmente confinata nelle zone a latitudine elevata, anche se in concomitanza con flares maggiori, si possono verificare degli assorbimenti anomali e quindi dei blackouts propagativi fino anche a 50° di latitudine. I picchi massimi del fenomeno, si hanno subito dopo il flare e sono necessari parecchi giorni prima che la situazione si normalizzi. Questo perchè l'assorbimento anormale della regione D, ha lunga durata. Tale fatto si attribuisce all'aumento della densità delle particelle ionizzabili normali, incrementata dalla presenza di protoni, la cui ionizzazione ha lunga vita, tale da allungare enormemente il tempo di ricombinazione.

    Variazioni legate al ciclo solare

    La ionosfera polare risente tantissimo delle variazioni legate al ciclo undecennale del Sole, in quanto come abbiamo detto, il ciclo delle stagioni con la presenza o assenza di luce per molti mesi, rende gli strati ionosferici polari estremamente legati all'attività dell'astro. Inoltre le variazioni del numero di macchie e quindi del flusso solare, producono delle differenti condizioni di ionizzazione soprattutto nella regione F, ed è proprio il livello di ionizzazione della regione F che determina la propagazione sulle lunghe distanze nei percorsi polari.

    Posizione del terminatore

    Un'altra importante considerazione da fare nel caso dei collegamenti trans-polari, riguarda il posizionamento del terminatore, la cui posizione è critica e selettiva. Dalle mie (dell'autore Flavio Egano) osservazioni pratiche, risulta che per avere propagazione possibile sui percorsi polari, almeno una parte del percorso deve trovarsi in oscurita', mentre la parte rimanente deve essere irradiata dal Sole. Infatti dall'analisi degli orari dei vari collegamenti, ci sono possibilità nelle ore del primo mattino oppure nelle prime ore della sera (da noi), quindi in linea di massima nelle prime ore che seguono il tramonto, mentre nella West Coast, dal corrispondente, siamo nelle prime ore dopo l'alba. Quando tutto il percorso è illuminato oppure tutto in oscurità, sembra che i collegamenti non siano possibili. La causa dovrebbe essere un insieme di fattori dovuti alle caratteristiche estremamente dinamiche della ionosfera polare, che è molto sensibile alle variazioni di irradiazione solare. Entrano in gioco correlazioni tra gli assorbimenti introdotti dalla regione D (che dipendono molto dalla posizione del Sole) e il livello di ionizzazione della regione F, oltre alla posizione dell'ovale aurorale, che non è statico ma si muove orientandosi verso la direzione del Sole.

    Considerazioni

    Le osservazioni pratiche, confermano la teoria che per una buona propagazione alle alte latitudini, il campo geomagnetico deve essere in quiete. I collegamenti verso la West Coast americana e l'Alaska, sono possibili quando l'attività geomagnetica è bassa; la propagazione su percorsi polari dipende molto dall'indice geomagnetico, molto di più che dal flusso solare e dal numero di macchie (solari).
    Come regola di carattere generale, se il campo magnetico è in quiete, sono possibili collegamenti transpolari anche con un numero di macchie e di flusso solare relativamente bassi; un campo magnetico calmo, significa anche un basso assorbimento della regione D, che è una delle cause dei blackouts propagativi delle regioni polari. In ogni caso, la previsione della propagazione non è una scienza esatta: lo conferma il fatto che ho realizzato un paio di collegamenti, anche con indice superiore a 20 (A index=21 e 35 si tratta di valori non elevati ma che indicano un campo geomagnetico attivo). Questo perchè non si è ancora ben compreso, come le varie componenti che concorrono alla radiopropagazione, interagiscono tra loro.


    Fonte: Analisi scientifica della propagazione alle alte latitudini di Flavio Egano IK3XTV
  • Regulus83
    00 17/10/2013 02:24
    Deviazioni azimutali in HF (prima parte)

    Molto spesso, capita di ascoltare meglio il corrispondente con l'antenna in un'altra direzione, rispetto alla sua reale posizione geografica.
    La osservazioni, sono relative alle frequenze alte delle HF, forse perchè l'utilizzo di antenne direttive, si presta ad una migliore osservazione del fenomeno. Inoltre, i segnali a frequenza più alta, sono maggiormente sensibili a deviazioni collegate al variare del gradiente di ionizzazione.
    Si tratta di grandi deviazioni azimutali, che vorrei approfondire per cercare di dare una spiegazione al fenomeno.
    Dalle discussioni con altri radioamatori, sono emerse tre anomalie, di cui ho conoscenza:

    -deviazione azimutale verso il Polo Nord
    -deviazione azimutale verso il Polo Sud
    -deviazione azimutale verso il Sud Atlantico

    [IMG]http://i42.tinypic.com/zjw84p.jpg[/IMG]

    Deviazione azimutale verso il Polo Nord

    Nei collegamenti verso la East-Coast Americana, (l'angolo di puntamento migliore è di circa 300°) si nota in alcuni momenti un miglioramento del segnale, puntando l'antenna verso il Polo Nord, quindi circa 60° di differenza; si tratta probabilmente di una rifrazione migliore, introdotta dalla presenza dell'ovale Aurorale, che in certi momenti per effetto del vento solare, si allarga verso Sud. Stessa cosa succede per quei segnali che vanno nella direzione opposta, verso il Giappone, soprattutto al mattino quando l'estensione dell'aurora è maggiore dal lato illuminato. L'ovale Aurorale non è statico, ma si muove seguendo la pressione di radiazione solare (effetti del vento solare), pertanto soprattutto sul lato illuminato, l'allargamento verso sud influenza i treni d'onde in transito.

    [IMG]http://i40.tinypic.com/25h1ooo.jpg[/IMG] [IMG]http://i41.tinypic.com/fm1kxd.jpg[/IMG]

    Deviazione azimutale verso il Polo Sud

    In certi casi, puntando le antenne verso Sud, i collegamenti verso l'Australia sono migliori.
    L'ipotesi più verosimile, è che ci sia una sorta di riflessione laterale sulla cortina aurorale Australe, quando (come avviene per la regione nord polare) per effetto del vento solare, l'ovale Australe si allarga fino a 55° di latitudine sud.
    Avviene probabilmente un side-scatter, su masse ionizzate di grande densità come le cortine aurorali, in grado di deviare i treni d'onde in transito.

    Deviazione azimutale verso il Sud Atlantico

    Un'altra deviazione importante, è quella che si può verificare all'altezza dell'Oceano Atlantico meridionale: può capitare, puntando le antenne in direzione sud-sud-ovest, di collegare i radioamatori del Sud e Centro America e in taluni casi anche la costa degli USA.
    Potrebbe esserci una sorta di deviazione, introdotta dall'Anomalia Sud Atlantica: i treni d'onde, potrebbero essere deviati verso Ovest da masse ionizzate influenzate dall'anello interno delle fasce di Van Allen, che in quest'area si avvicina fino a toccare la ionosfera terrestre.

    [IMG]http://i42.tinypic.com/9qdzt4.jpg[/IMG] [IMG]http://i43.tinypic.com/bfqgip.jpg[/IMG]

    La deviazione verso la costa est Americana, potrebbe invece essere causata dall'anomalia equatoriale: i treni d'onde diretti verso sud, potrebbero incontrare nella fascia dell'equatore magnetico, una ionosfera agitata che opera il side-scatter.
    L'elettrogetto equatoriale e la pressione di radiazione del Sole in avvicinamento, possono causare quella inclinazione dello strato F, che rimanda i segnali verso la costa orientale americana.
    La cartina in alto a destra, illustra la possibile deviazione introdotta dall'anomalia equatoriale, posizionata sopra l'oceano Atlantico; la deviazione non è comunque sistematica, ma dipende dalla situazione geomagnetica e dalla posizione del terminatore. La fascia di deviazione, dovrebbe essere localizzata lungo la fascia equatoriale dell'Africa fino all'Oceano Atlantico, seguendo la linea dell'equatore magnetico. Sappiamo, che nella zona del terminatore, alle basse latitudini si forma per effetto della pressione di radiazione solare, una zona di grande ionizzazione formata dagli ammassi sigariformi di elettroni ionizzati, che si accumulano passando dalla parte illuminata verso la parte in oscurità; questi ammassamenti ionizzati possono deviare i segnali.


    Fonte: Analisi sulle Deviazioni Azimutali di Flavio Egano IK3XTV
    [Modificato da Regulus83 17/10/2013 02:28]
  • Regulus83
    00 18/10/2013 02:05
    Deviazioni azimutali in HF (seconda ed ultima parte)

    Riflessione diffusa

    La dinamica delle deviazioni azimutali, è ancora più chiara se si prende in considerazione, la già accennata teoria della "riflessione diffusa". Il fronte d'onda, ad alcune migliaia di chilometri dall'antenna, ha una superfice amplissima (l'energia si propaga secondo una sfera); le curvature ionosferiche successive, fanno si che buona parte dell'energia di ritorno dalla ionosfera, scenda verso la terra, non procedendo secondo una retta (come la teoria vorrebbe), ma già curvata ed orientata per risalire verso lo strato F:

    [IMG]http://i43.tinypic.com/23jhbo7.jpg[/IMG]

    Una parte di questo segnale che procedendo si allarga progressivamente, giunge fino al suolo a 3000 o 4000 chilometri e consente la ricezione in ogni località, la cui distanza è oltre la "zona di silenzio", ma si tratterebbe solo di una frangia del fronte d'onda sparpagliato.
    Ragionando su questa concezione esposta da Marino Miceli (un grande radioamatore, ormai scomparso), si comprendono e si giustificano meglio, le anomale deviazioni azimutali dei segnali: un fronte d'onda largo e sparpagliato, si presta meglio ad una deviazione introdotta da eventuali anomalie ionosferiche, incontrate lungo il percorso.
    L'osservazione sistematica dei fenomeni propagativi, mi induce a pensare sempre di più, che l'idea di una propagazione per riflessione
    diffusa, sia la più vicina alla realtà, infatti le cosiddette "zone d'ombra" non sono mai ben definite, così come il segnale DX viene captato a varie distanze lungo il percorso, in maniera più o meno forte (questo dipende dalle condizione di rifrazione diffusa lungo il percorso).
    Ricordo che la larghezza del fronte dell'energia irradiata, a qualche migliaio di chilometri dalla sorgente è spaventosamente grande, poiché la dispersione dell'energia elettromagnetica, aumenta con il quadrato della distanza, a meno che non si introduca il concetto di guide d'onda che potrebbero trasportare il fronte d'onda, con basse perdite, a grandi distanze. Ma questo è un altro discorso, da approfondire in un altro momento.

    Anomalia sul percorso lungo

    Ritengo interessante riportare un'anomalia propagativa, che ho riscontrato sulla banda dei 17 metri (18 MHz), la mattina di Domenica 4 Maggio 2003. Propagazione aperta via Long Path (il percorso più lungo) per l'Australia, come confermato dall'ottimo segnale dell'amico Gerry, VK7GK che trasmette dall'isola di Tasmania e che arrivava con ottimo segnale, per via lunga. Alle 06:20 UTC, ascolto una stazione dalla Norvegia che cercava collegamenti con l'Australia, con l'antenna puntata per la via lunga, che per la Norvegia corrisponde a 250° azimutali. Interessante osservare, che la stazione norvegese mi arrivava a 7 (potenza del segnale, su una scala da 1 a 9), "cercandola" con la mia antenna a 270°, quindi anch'io con la Yagi via long path, mentre il segnale calava drasticamente (1) puntando l'antenna a nord, diretta verso la Scandinavia. Nella cartina in basso, ho riscostruito la situazione di cui ho appena parlato, completa della situazione del terminatore e degli indici geomagnetici. A questo punto, diventa difficile spiegare questa anomalia propagativa.

    [IMG]http://i40.tinypic.com/ejd835.jpg[/IMG]

    D layer peak density

    Nella figura in basso (mappa azimutale), ho riportato il percorso per la via lunga, che si sviluppa prevalentemente sul lato in oscurità.
    Pertanto, completamente esterno alla zona di attenuazione della regione D, evidenziata dalle linee circolari.

    [IMG]http://i42.tinypic.com/qyy4uq.jpg[/IMG]

    Sembra ci sia quindi una conferma dell'ipotesi fatta a suo tempo, che si formino delle guide d'onda all'interno della ionosfera, che vengono attivate e governate dall'attività solare e quindi di conseguenza, soggette alla legge degli assorbimenti della regione D, dalla situazione della ionizzazione elettronica degli strati E e F, nonché dall'attività geomagnetica.


    Fonte: Analisi sulle Deviazioni Azimutali di Flavio Egano IK3XTV
  • Regulus83
    00 29/10/2013 02:38
    Tempeste solari e aperture in gamma HF

    Contrariamente a quanto ci si possa attendere, le tempeste geomagnetiche possono favorire le aperture di propagazione, creando condizioni favorevoli e talvolta eccezionali. Le frequenze maggiormente interessate, sono la parte bassa della gamma HF fino alle onde medie. Dall'analisi di vari casi, emerge la certezza che si tratta di qualcosa di effettivamente collegato alle condizioni perturbate della ionosfera, a seguito di intensi fenomeni geomagnetici.

    Solar flares (brillamenti solari)

    L'attività alla superficie del Sole è evidenziata dalla densità di macchie solari, che appaiono come aree scure sulla fotosfera, fluttuando in frequenza entro un ciclo d'attività approssimativamente pari ad 11 anni. Sono regioni scure perché più "fredde" rispetto al fondo: la loro temperatura è dell'ordine di 4000°K, mentre quella della superficie circostante è di 6000°K. Nelle macchie solari, si localizzano intensi campi magnetici e, sulla parte immediatamente superiore dell'atmosfera, si verificano spesso intensi brillamenti (flares), che producono potenti burst di radio energia a frequenze comprese fra circa 5 MHz e 300 MHz.
    Spesso, durante i brillamenti più intensi, è emesso un intenso flusso di particelle cariche (raggi cosmici) ad alta energia, viaggianti alla velocità di 500-1000 Km/s. Si tratta del vento solare: quando tali particelle raggiungono il campo magnetico terrestre, sono causa d'intensi disturbi radio e tempeste magnetiche, con formazioni di aurore. La mappa delle radioemissioni solari dovute ai brillamenti, appare molto più ampia di quella occupata dalle macchie solari. A differenza della radiazione proveniente dalla maggioranza delle radiosorgenti celesti, che risulta non polarizzata, quella associata ai brillamenti solari è a polarizzazione circolare, essendo causata dalle traiettorie a spirale degli elettroni che seguono il locale, intenso, campo magnetico associato al brillamento. In ogni caso, i brillamenti solari danno luogo ad un getto di radiazione elettromagnetica, che va' dal campo delle HF ai raggi X e Gamma, oltre che espulsione di materia dalla corona solare; tutto questo è emesso nello spazio interplanetario e quindi anche in direzione della Terra, il cui campo magnetico cattura il plasma che si allinea seguendo le linee di forza del campo magnetico terrestre, concentrandosi sui poli, in prossimità dell'ovale aurorale. L'esplosione di energia che avviene durante un brillamento è enorme, paragonabile ad un'esplosione atomica di 10 Miliardi di megatoni. Per convenzione i flares solari sono suddivisi in 3 classi: C, M ed X, che dipendono dall'ammontare del flusso di energia sviluppato.

    -FLARE CLASSE C: è il meno potente e non influenza immediatamente la ionosfera, sebbene le particelle emesse possono influenzare la ionosfera diverse ore dopo
    -FLARE CLASSE M: è un flare di media energia, ed è sufficiente a influenzare la ionosfera terrestre immediatamente dopo l'evento, ma anche a produrre effetti ritardati di radiazione solare
    -FLARE CLASSE X: sono i più potenti e distruttivi e possono provocare forti tempeste geomagnetiche e lunghi black-out sulle comunicazioni

    Le radiazioni elettromagnetiche di un flare attivo, i raggi ultravioletti, i raggi X, la luce visibile e lo spettro radio, viaggiano alla velocità della luce e raggiungono la terra con un ritardo di circa 8 minuti, così che gli effetti sulla ionosfera, possono iniziare nel medesimo tempo in cui il flare è osservato visivamente. Le comunicazioni radio possono essere immediatamente influenzate dopo il flare, oppure gli effetti possono farsi sentire da uno a due giorni dopo l'inizio del flare; tuttavia, per un periodo di tempo limitato e immediatamente successivo al fenomeno, ci possono essere le condizioni tali da favorire la propagazione. L'aumento di intensità del vento solare provocato dal flare, ha la capacità di mettere in agitazione il plasma ionosferico, rompendo l'uniformità degli strati, modificando la forma geometrica della ionosfera e il suo volume.

    Pressione di radiazione solare

    Per effetto della pressione di radiazione solare, la ionosfera e la Terra non sono due sfere concentriche. Questo fatto determina una deformazione continua della Ionosfera, che si evidenzia in maniera considerevole, quando il Sole tramonta su un meridiano (terminatore). I segnali che attraversano per migliaia di chilometri la ionosfera, possono quindi incontrare superfici oblique rispetto al suolo (tilt), come anche vere e proprie superfici curve che possono dare effetti di focalizzazione. Tale fenomeno, risulta essere ancora più esasperato in presenza di forti emissioni solari, come avviene nel caso delle perturbazioni solari più intense. In questo caso, per effetto del vento solare, le linee di forza magnetica compresse sull’emisfero illuminato, si allungano a “coda di cometa” allontanandosi dall’emisfero opposto.

    Ipotesi teoriche

    Data la natura aleatoria della propagazione ionosferica, non è possibile identificare con certezza, gli elementi che la sostengono. Una cosa tuttavia è certa e deriva da anni di ricerca e di ascolto delle frequenze radio: il modello classico di propagazione per salti ionosferici, non è più in grado di spiegare i fenomeni che regolano e supportano la propagazione. Sono sempre più convinto, che dovremo cercare qualcosa di diverso da questo modello classico, che per aspetti si è rilevato superato. Pertanto ho cercato di formulare alcune ipotesi plausibili, che potrebbero spiegare perché queste aperture straordinarie possono verificarsi. Una cosa quasi certa: è che per effetto del vento solare, la geometria della ionosfera viene alterata.
    La ionosfera subisce una compressione sul lato illuminato dal Sole e un progressivo allungamento sul lato opposto, fino nei casi più estremi a confondersi con la coda della magnetosfera.

    [IMG]http://i42.tinypic.com/2ch5d5.jpg[/IMG]

    Penso che questa variazione geometrica, possa rivelarsi favorevole per la propagazione del segnale. I percorsi interessati, sono quelli in oscurità, disposti sul lato non direttamente interessato dal flusso di energia proveniente dal Sole. Una spiegazione direi abbastanza estrema mi porta a guardare oltre la ionosfera terrestre, all’interno del plasma della magnetosfera e nella coda della magnetosfera, dove per effetto della ricombinazione delle cariche elettriche, ci potrebbero essere dei possibili punti di riflessione o forse meglio delle possibili guide d’onda nella magnetosfera sul lato oscuro della Terra.

    [IMG]http://i39.tinypic.com/2hfqj38.jpg[/IMG]

    Guide utili per la conduzione dei segnali HF, possono avere la lunghezza di 60.000 chilometri, o poco più. La distanza andata-ritorno del segnale, potrebbe anche giustificare il ritardo del segnale che è stato più volte rilevato, nel corso degli eventi geomagnetici più intensi. Molto spesso, il percorso del segnale infatti, non segue strettamente la linea che collega i due punti geodetici, ma segue le forti distorsioni del campo magnetico e forse dei condotti nella magnetosfera. Si tratta di una ipotesi affascinante, ma allo stesso tempo difficilmente dimostrabile.
    Appare evidente comunque, come osservato in tutti gli eventi analizzati, che la “finestra propagativa” è relativamente breve (qualche ora), in quanto la successiva ricombinazione energetica, fa aumentare la densità della regione D, bloccando poi la propagazione.


    Fonte: Flavio Egano IK3XTV
    [Modificato da Regulus83 29/10/2013 02:40]
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    filovirus59
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    Utente Illuminato
    00 29/10/2013 13:12
    interessante, se può far comodo: www.n3kl.org/sun/noaa.html
    sono convinto che è una mano sante per gli amanti delle hf sapere come si comporta la nostra stufetta nucleare.
  • Regulus83
    00 29/10/2013 16:23
    filovirus59, 29/10/2013 13:12:

    interessante, se può far comodo: www.n3kl.org/sun/noaa.html
    sono convinto che è una mano sante per gli amanti delle hf sapere come si comporta la nostra stufetta nucleare.



    Concordo, filovirus!!! [SM=g3061192]
  • Regulus83
    00 12/11/2013 02:20
    Il ruolo dei temporali nella generazione dell' E sporadico

    Ogni anno tra Maggio e Agosto, i radioamatori realizzano centinaia di collegamenti sulla lunga distanza (800-3.500 km), in 144 MHz.
    Tutte queste comunicazioni, sono possibili grazie a delle irregolarità nel plasma ionosferico all'altezza della regione E, chiamate "E sporadico". Si hanno quindi collegamenti a singolo e talvolta anche a doppio salto.
    Occasionalmente, forti temporali si verificano in prossimità del centro (punto di riflessione) dei percorsi dei radio collegamenti. L'ipotesi è quella che i temporali, siano una possibile fonte d'innesco per l'E sporadico.
    Questa ipotesi, tuttavia non è del tutto accettata dalla comunità internazionale dei radioamatori, poiché l'effetto dei temporali sulla formazione dell'E sporadico, non è stata ancora dimostrata con convinzione scientifica, anche se recentemente è stata pubblicata una recensione sulla prestigiosa rivista scientifica "Nature", dove si discute in merito alla connessione tra temporali e ionosfera.
    La teoria più accreditata per spiegare l'E sporadico, è la teoria dei venti ionosferici "Wind shear theory":

    [IMG]http://i43.tinypic.com/6psprn.jpg[/IMG]

    All’interno della cortina di ioni, sono presenti quantità importanti di ioni metallici, residuo della pioggia meteorica. Alcune delle domande aperte sono queste:

    -Il ruolo degli ioni metallici (meteoriti e pulviscolo cosmico)
    -Il ruolo degli sprites (come interagiscono con la ionosfera?)
    -Il ruolo dei fulmini
    -Il ruolo delle onde gravitazionali
    -Il ruolo dei venti ionosferici e del jet stream
    -Il ruolo del campo geomagnetico
    -Il ruolo della radiazione solare

    Onde gravitazionali

    Le onde di gravità atmosferiche (da non confondere con le ben più note onde gravitazionali della teoria della Relatività di A. Einstein), sono oscillazioni di tipo elastico che si propagano nell'atmosfera, per effetto della sua stratificazione termica. Le loro lunghezze d'onda, variano da poche centinaia di metri a centinaia di chilometri, con periodi che vanno da pochi minuti ad alcune ore. Le oscillazioni dell'aria che ne derivano, causano piccole fluttuazioni della variabili atmosferiche (pressione, temperatura, umidità...), ma hanno un notevole impatto sulla struttura della ionosfera.
    Le onde gravitazionali, hanno un ruolo determinante nell'assetto della Ionosfera e quindi nella propagazione delle onde radio. Le onde gravitazionali, interagiscono con:

    -Formazione dell'E sporadico
    -Propagazione troposferica
    -Influenza sulla regione F
    -Disturbi ionosferici
    -Assorbimento ionosferico
    -Regione D ammassamento/spostamento di ioni all'interno della Ionosfera

    L'influenza delle onde gravitazionali, sembra più marcata nella formazione dello strato F2 notturno, dove contribuirebbero a fornire una piccola ma continua sorgente di nuova ionizzazione, contribuendo al mantenimento della ionizzazione residua notturna.

    [IMG]http://i40.tinypic.com/vdzsjl.jpg[/IMG] [IMG]http://i42.tinypic.com/rvbqfn.jpg[/IMG]

    Possibili effetti legati agli sprites

    Si tratta di fenomeni simili ai fulmini, che si sviluppano però nella stratosfera, ad un'altezza compresa tra i 10 e i 100 chilometri.
    Avvengono quindi delle scariche elettriche della durata di qualche decimo di secondo, che si sviluppano a causa della differenza di potenziale tra le nubi e l'alta atmosfera.

    [IMG]http://i43.tinypic.com/w6yv7l.jpg[/IMG]
    Sviluppo in verticale di uno sprite: la scarica si propaga dalla Troposfera fino ad un'altezza di 100 chilometri, coinvolgendo direttamente la Ionosfera (regione D e regione E). Gli eventi più estesi possono propagarsi in un volume di 10000 chilometri cubi.


    Fonte: Flavio Egano IK3XTV
  • Regulus83
    00 22/11/2013 02:15
    Anomalia Sud Atlantica

    Introduzione

    La Terra è circondata da un campo magnetico a forma sferica, la Magnetosfera, che è generata dall'azione di una sorta di dinamo interna alla Terra, in cui i metalli liquidi sono tenuti in movimento dalle forze di convezione (scambio termico), di Coriolis e di gravitazione. Così come le bobine caricate di una dinamo generano un campo magnetico una volta mosse, queste masse alla stessa maniera generano quello che è il campo magnetico della Terra. Senza di esso, le nostre bussole non funzionerebbero, non ci sarebbero le Aurore (boreale ed australe) e non avremo una cortina di protezione contro le radiazioni provenienti dallo spazio. Le particelle stesse ad alta energia provenienti dallo spazio più profondo, vengono bloccate dalle fasce di Van Allen. Queste fasce, sono state scoperte dal primo satellite americano, l'Explorer 1, nel 1958.
    Le fasce di Van Allen sono formate da una cintura interna più vicina e da una fascia esterna più lontana alla Terra, che ne viene avvolta.
    Purtroppo, in una certa zona sopra l'Oceano Atlantico del Sud, al largo delle coste del Brasile, l'effetto proteggente della magnetosfera diminuisce, in quanto la cintura interna delle Fasce di Van Allen si avvicina fino a 200 Km. dalla superfice terrestre (vedi figura sotto); gli scienziati spiegano questa anomalia (denominata SAA, Anomalia Sud Atlantica), come una conseguenza dello spostamento eccentrico del campo magnetico dal centro geografico della Terra, che determina lo spostamento fra i poli magnetici e i poli geografici del nostro pianeta e della differenza tra l'equatore geografico e l'equatore magnetico (l'asse magnetico della Terra è spostato di circa 11 gradi rispetto all'asse di rotazione e il centro del campo magnetico è sfasato di circa 500 km. dal centro geografico della Terra). In questa zona, nel sud Atlantico, la protezione della magnetosfera diminuisce sensibilmente tanto che nelle operazioni spaziali, l'ente spaziale Americano (NASA) deve tenerne conto per i passaggi dello Space Shuttle, la cui orbita in questo tratto è più esposta alle radiazioni spaziali.

    [IMG]http://i39.tinypic.com/jpd5a8.jpg[/IMG] [IMG]http://i43.tinypic.com/2j4f5hx.jpg[/IMG]
    Le figure sopra mostrano la distribuzione delle fasce di Van Allen intorno alla Terra e in particolare l'avvicinamento della fascia interna alla superfice terrestre, detta Anomalia Sud Atlantica.

    Anomalia Sud Atlantica e propagazione

    Deve esserci sicuramente una correlazione tra SAA e radiopropagazione: quando i treni d'onde transitano in quest'area, le fasce di Van Allen avvicinandosi fino a 200 Km., entrano praticamente nella regione F, dove interagendo con la ionosfera terrestre, ne influenzano la ionizzazione e quindi la riflessione dei segnali. Potrebbero esserci dei fenomeni di super rifrazione, oppure grandi deviazioni azimutali causati dalla SAA.

    Posizione geografica

    La cartina sotto, mostra il posizionamento geografico della zona all'interno della quale i segnali in transito possono essere più o meno influenzati dall'Anomalia sud Atlantica, la cui estensione così come avviene per la ionosfera e i fenomeni propagativi, dipende dall'attività solare e geomagnetica; in determinate situazioni solari-geomagnetiche, la SAA potrebbe estendersi e influenzare la propagazione su parte del Sud America.

    [IMG]http://i41.tinypic.com/2n1812g.jpg[/IMG]

    Particelle energetiche

    Le illustrazione in basso, mostrano: a sinistra la concentrazione di protoni (protons 250 KeV) rivelata dal satellite NOAA-POES, a destra la concentrazione di elettroni (Electrons 30 KeV) sempre dal satellite NOAA-POES. Si tratta di una media dei dati rilevato in un anno.

    [IMG]http://i42.tinypic.com/21bsq6x.jpg[/IMG] [IMG]http://i42.tinypic.com/ztdniv.jpg[/IMG]

    Si può notare (zone di colore giallo) che le zone dove il flusso di particelle energetiche è più intenso, sono in corrispondenza alle latitudini alte e questo è dovuto alla cattura delle particelle da parte delle linee del campo geomagnetico convergenti versi i poli, ma si può notare un'alta concentrazione "anomala" in corrispondenza alla zona del Sud Atlantico, dovuta con molta probabilità all'anomalia Sud Atlantica; da quest'immagini, è evidente come la propagazione in quest'area, possa avere un comportamento differente rispetto alle altre aree del globo.


    Fonte: Flavio Egano IK3XTV
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