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Deviazioni azimutali in HF (seconda ed ultima parte)

Riflessione diffusa

La dinamica delle deviazioni azimutali, è ancora più chiara se si prende in considerazione, la già accennata teoria della "riflessione diffusa". Il fronte d'onda, ad alcune migliaia di chilometri dall'antenna, ha una superfice amplissima (l'energia si propaga secondo una sfera); le curvature ionosferiche successive, fanno si che buona parte dell'energia di ritorno dalla ionosfera, scenda verso la terra, non procedendo secondo una retta (come la teoria vorrebbe), ma già curvata ed orientata per risalire verso lo strato F:

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Una parte di questo segnale che procedendo si allarga progressivamente, giunge fino al suolo a 3000 o 4000 chilometri e consente la ricezione in ogni località, la cui distanza è oltre la "zona di silenzio", ma si tratterebbe solo di una frangia del fronte d'onda sparpagliato.
Ragionando su questa concezione esposta da Marino Miceli (un grande radioamatore, ormai scomparso), si comprendono e si giustificano meglio, le anomale deviazioni azimutali dei segnali: un fronte d'onda largo e sparpagliato, si presta meglio ad una deviazione introdotta da eventuali anomalie ionosferiche, incontrate lungo il percorso.
L'osservazione sistematica dei fenomeni propagativi, mi induce a pensare sempre di più, che l'idea di una propagazione per riflessione
diffusa, sia la più vicina alla realtà, infatti le cosiddette "zone d'ombra" non sono mai ben definite, così come il segnale DX viene captato a varie distanze lungo il percorso, in maniera più o meno forte (questo dipende dalle condizione di rifrazione diffusa lungo il percorso).
Ricordo che la larghezza del fronte dell'energia irradiata, a qualche migliaio di chilometri dalla sorgente è spaventosamente grande, poiché la dispersione dell'energia elettromagnetica, aumenta con il quadrato della distanza, a meno che non si introduca il concetto di guide d'onda che potrebbero trasportare il fronte d'onda, con basse perdite, a grandi distanze. Ma questo è un altro discorso, da approfondire in un altro momento.

Anomalia sul percorso lungo

Ritengo interessante riportare un'anomalia propagativa, che ho riscontrato sulla banda dei 17 metri (18 MHz), la mattina di Domenica 4 Maggio 2003. Propagazione aperta via Long Path (il percorso più lungo) per l'Australia, come confermato dall'ottimo segnale dell'amico Gerry, VK7GK che trasmette dall'isola di Tasmania e che arrivava con ottimo segnale, per via lunga. Alle 06:20 UTC, ascolto una stazione dalla Norvegia che cercava collegamenti con l'Australia, con l'antenna puntata per la via lunga, che per la Norvegia corrisponde a 250° azimutali. Interessante osservare, che la stazione norvegese mi arrivava a 7 (potenza del segnale, su una scala da 1 a 9), "cercandola" con la mia antenna a 270°, quindi anch'io con la Yagi via long path, mentre il segnale calava drasticamente (1) puntando l'antenna a nord, diretta verso la Scandinavia. Nella cartina in basso, ho riscostruito la situazione di cui ho appena parlato, completa della situazione del terminatore e degli indici geomagnetici. A questo punto, diventa difficile spiegare questa anomalia propagativa.

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D layer peak density

Nella figura in basso (mappa azimutale), ho riportato il percorso per la via lunga, che si sviluppa prevalentemente sul lato in oscurità.
Pertanto, completamente esterno alla zona di attenuazione della regione D, evidenziata dalle linee circolari.

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Sembra ci sia quindi una conferma dell'ipotesi fatta a suo tempo, che si formino delle guide d'onda all'interno della ionosfera, che vengono attivate e governate dall'attività solare e quindi di conseguenza, soggette alla legge degli assorbimenti della regione D, dalla situazione della ionizzazione elettronica degli strati E e F, nonché dall'attività geomagnetica.


Fonte: Analisi sulle Deviazioni Azimutali di Flavio Egano IK3XTV