Minacce di guerra tra le due Coree. Seul "caccia" il ministro della Difesa
Ritenuto troppo "colomba" si dimette tra le polemiche.
No di Pyongyang ai colloqui Onu:
se provocati pronti nuovi attacchi.
Si è dimesso il ministro della Difesa sud-coreano Kim Tae-young: lo hanno annunciato fonti della Presidenza della Repubblica a Seul. Il presidente Lee Myung-bak ha immediatamente accettato la rinuncia di Kim all'incarico. Il ministro della Difesa era stato criticato sia dalle forze di opposizione sia dal Grande Partito Nazionale, cui appartiene lo stesso Lee, per la presunta tardività e inadeguatezza della risposta militare all'attacco a sorpresa di due giorni fa da parte della Corea del Nord contro l'isolotto di Yeonpyeong, sotto la sovranità del Sud. La sua reazione è stata ritenuta troppo debole.
Contro il ministro si era scatenata negli ultimi giorni la stampa e l'opinione pubblica sudcoreane hanno criticato con forza il governo e lo stesso esercito per la risposta «debole» data all'attacco nordcoreano di lunedì scorso che ha provocato la morte di quattro persone, tra cui due civili. Il ministro dimissionario, Kim Tae-young, ieri è stato pesantemente attaccato in Parlamento, dove deputati sia della maggioranza che dell'opposizione hanno denunciato il ritardo e la scarsa efficacia della reazione militare della Corea del Sud all'attacco.
La Corea del Sud ha intanto deciso di rinforzare il suo contingente militare in cinque delle sue isole nel mar Giallo vicine alla Corea del Nord, dopo il bombardamento portato martedì nella zona da parte di Pyonyang. Il governo «ha deciso di aumentare nettamente le truppe di terra su cinque isole del mar Giallo» a nord della Corea del Sud, ha dichiarato oggi l'alto responsabile della presidenza sudcoreana Hong Sang-pyo.
Quanto alla Corea del Nord, ha accusato Seul e Washington di essere responsabili in parte dello scambio di colpi d'artiglieria di martedì scorso tra le due Coree e avverte di essere pronta a colpire ancora se provocata nuovamente. Lo riporta l'agenzia di stampa nordcoreana Kcna: «Il Mar Giallo è diventato una polveriera dove persiste il continuo rischio di scontri tra Nord e Sud. Questo perchè gli Usa hanno tracciato una linea di demarcazione illegale» tra i due Paesi. «Per questo motivo - ha detto un alto ufficiale nordcoreano, «gli Usa devono ritenersi responsabili di ciò che è successo». «Se poi quei burattini guerrafondai di sudcoreani non ritorneranno alla ragione e provocheranno ancora militarmente, allora il nostro esercito porterà avanti un secondo e un terzo round di attacchi senza alcuna esitazione».
La Corea del Nord ha inoltre rifiutato la proposta da parte del Comando Onu a guida Usa in Corea del Sud di organizzare un incontro a livello di generali, volto a discutere l'attacco militare portato martedì da Pyongyang contro un'isola sudcoreana. Secondo quanto riferisce l'agenzia sudcoreana Yonhap, che cita un funzionario del governo di Seul, «la Corea del Nord pare aver rifiutato l'offerta perchè non ritiene di poter trarre alcun beneficio dall'incontro».
La Cina, infine, ha fatto sapere di «opporsi a ogni azione militare provocatoria» nella penisola coreana. Lo ha affermato il premier cinese Wen Jiabao, parlando da Mosca dove si trova in visita, riferendosi alla tensione tra le due Coree. Wen ha invitato le due parti alla calma e a mantenere la stabilità nell'area. Intanto il ministro degli esteri cinese, Yang Jiechi, ha annunciato di aver rimandato la sua missione in Corea del Nord «per motivi di organizzazione». Yang sarebbe dovuto partire domani per Pyongyang per colloqui bilaterali su questioni regionali e anche per riprendere i colloqui sul disarmo nucleare. La Cina è l'unico grande alleato di Pyongyang e ha sempre mostrato forte opposizione anche alla presenza di flotte militari Usa nel Mar Giallo.
Fonte: La Stampa.It