Riepilogo odierno situazione libica
Ribelli: 'Vittoria o morte'.
Centinaia di dimostranti anti-regime stanno manifestando nel quartiere di Tajoura a Tripoli. Lo hanno riferito testimoni all'ANSA. Il quartiere e' teatro dall'inizio della rivolta di numerosi episodi di violenza che hanno causato molte perdite ad entrambe le fazioni in lotta. La protesta e' cominciata dopo la preghiera del venerdi', quando i fedeli sono usciti da una moschea. Secondo i testimoni le forze di sicurezza non sono visibili. Spari sono stati uditi sulla piazza Algeria nel centro di Tripoli, all'uscita dalla preghiera del venerdì dalla moschea. Dopo gli spari si vede un denso fumo nero levarsi da edifici dietro la moschea. Nella piazza, davanti alla moschea, ci sono i sostenitori di Gheddafi che stanno manifestando a favore del governo. Gli spari sono avvenuti durante una grande manifestazione pro Gheddafi, al termine della preghiera islamica del venerdì, davanti alla moschea dove venerdì scorso c'erano stati scontri fra manifestanti e milizie filogovernative, con tre morti. Stamani invece piazza Algeria è occupata dai sostenitori del leader libico, che innalzano bandiere e suoi ritratti e gridano "Allah, Muammar, Libia e basta". I fedeli che escono dalla moschea si uniscono alla manifestazione. La piazza è presidiata da polizia e da agenti dei corpi speciali della sicurezza.
Spari e lacrimogeni contro manifestanti - Spari si sono uditi nel quartiere di Tajura, nella parte orientale di Tripoli, teatro di un raduno di centinaia di oppositori del regime, che le forze di sicurezza stanno disperdendo con gas lacrimogeni. Lo ha riferito un giornalista della Reuters. ''Hanno sparato gas lacrimogeni. Ho sentito degli spari. La folla corre da tutte le parti'', ha detto il reporter.
TV-stato, pro-Gheddafi riprendono Zawiya - La città di Zawiya, circa 60 km a ovest di Tripoli, è stata ripresa dalle forze fedeli al colonnello Muammar Gheddafi. Lo ha annunciato la televisione libica. Il "capo del gruppo terroristico" della città - ha affermato l'emittente - Hussein Darbuk e il suo vice sono stati uccisi, mentre altri capi ribelli sono stati fatti prigionieri. Sono inoltre stati sequestrati, sempre secondo la tv di Stato, "19 veicoli da trasporto truppe, 45 batterie di contraerea e altre armi". "Il popolo di Zawiya e i dirigenti dei comitati popolari hanno posto Zawiya al riparo dalle forze armate terroriste", ha insistito il primo canale della tv, mentre il secondo canale ha affermato che le forze di sicurezza libiche hanno "ripreso il controllo della maggior parte di Zawiya".
Allerta Interpol su Gheddafi ed altre 15 persone - L'Interpol, con sede a Lione, nel centro della Francia, ha diffuso un'allerta alle polizie mondiali riguardante Muammar Gheddafi e altre 15 personalita' libiche. Interpol ha reso noto di aver allertato oggi le polizie dei suoi 188 stati membri riguardo il colonnello Muammar Gheddafi e 15 delle persone del suo entourage, al fine di facilitare l'applicazione delle sanzioni dell'Onu e l'inchiesta aperta dalla Corte penale internazionale.
Battaglie da est ad ovest; tensione a Tripoli - Sale la tensione a Tripoli, in occasione della festivita' musulmana del venerdi'. Aerei militari secondo varie fonti hanno bombardato stamani Brega e Ajdabiyah all'est e Misurata all'ovest, citta' controllate dai ribelli. Si combatte anche a Zawia, vicino a Tripoli, e a Ras Lanuf, ad est della capitale. Abdel Jalil, il leader del Consiglio Nazionale libico, formato nei giorni scorsi dagli insorti, dei ribelli, parlando ad Al Bayda, ad est di Bengasi, ha gridato "Vittoria o morte... non ci fermeremo finchè non avremo liberato questo Paese".
Alla frontiera con la Tunisia intanto e' quasi cessato il flusso di profughi e l'Onu teme che le forze libiche impediscano agli stranieri di uscire. Al momento a Tripoli la situazione appare calma e le strade sono trafficate. Le autorita' libiche pero' non permettono ai giornalisti stranieri di uscire dall'albergo in cui sono ospitati, sostenendo che oggi e' necessario un permesso speciale per muoversi in citta'. Secondo Al Arabiya, stamani c'e' stato un nuovo raid aereo sul terminal petrolifero di Marsa Brega. Messaggi Twitter sul sito di Al Jazira parlano di attacchi aerei anche a Misurata, la testa di ponte dei ribelli a ovest. Di sicuro, un aereo di Gheddafi ha lanciato due razzi contro un deposito di armi controllato dai ribelli ad Ajdabiyah, mancando il bersaglio.
Combattimenti fra insorti ed esercito sono in corso a Zawiya, ad una quarantina di chilometri ad ovest di Tripoli, controllata dagli insorti, e a Ras Lanuf, a est, linea del fronte fra i due schieramenti. Il leader del consiglio dei ribelli, Abdel Jalil, parlando ad Al Bayda ha gridato "Vittoria o morte... non ci fermeremo finchè non avremo liberato questo Paese". Jalil ha messo in guardia contro le infiltrazioni di sostenitori del colonnello Gheddafi tra le fila degli insorti. La folla presente ha risposto alle parole di Jalil gridando lo slogan: "La prossima battaglia a Tripoli". La portavoce dell'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati (Unhcr), Melissa Fleming, ha detto stamani di temere che ai civili sia impedito di fuggire dalla Libia in Tunisia. Fleming ha riferito di una presenza di ''forze-governative pesantemente armate'' sul lato libico della frontiera e ha detto che ''il numero di persone giunte in Tunisia dalla Libia e' passato dai 10mila-15mila dei giorni scorsi a soli 2mila ieri''.
Oggi secondo fonti giornalistiche il flusso dei profughi si e' interrotto. Al confine tunisino è già al lavoro il team del ministero degli Esteri italiano e della Protezione civile che deve organizzare il campo per le migliaia di profughi. Il pronipote di re Idris, il sovrano deposto da Gheddafi nel '69, in un'intervista stamani sul Corsera dice "se mai dovesse esserci una soluzione monarchica, sarà la gente della Libia a deciderlo".
Napolitano: Gheddafi fermi ogni azione militare - "Qualunque sforzo perché la Libia rispetti i diritti umani e sia riammessa al Consiglio per i diritti umani dell'Onu da cui è stata sospesa", ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al consiglio per i diritti umani di Ginevra. "Gheddafi - ha aggiunto - deve fermare ogni azione militare diretta contro il suo proprio popolo". "I diritti umani sono tuttora minacciati", ha detto Napolitano ricordando tra le nuove emergenze anche le difficoltà economiche e l'aumento del prezzo dei prodotti alimentari. "Ma oggi - ha aggiunto - i miei pensieri vanno specialmente alle sofferenze del popolo libico che lotta per la pace ed una vera democrazia come ha riferito un italiano evacuato da Misurata". "L'Italia sostiene pienamente l'appello del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite - ha aggiunto - per un rapido superamento della tragedia libica. L'assemblea generale dell'Onu ha inviato a Tripoli un eloquente messaggio: ha sospeso la Libia dal consiglio per i diritti umani. Attendiamo che possa riprendere il suo posto in questo organismo non appena il suo popolo e il suo governo saranno in grado di rispettare gli standard necessari. Sosterremo qualunque sforzo volto a questo fine". "Innanzitutto, e la cosa più importante, la violenza contro il popolo libico è inaccettabile. Lo scontento popolare, ovunque si manifesti deve essere affrontato attraverso gli strumenti del dialogo e la buona volontà politica".
Napolitano, sosteniamo aiuti ed inchieste sui crimini - "Credo ci sia la piena disponibilità dell'Italia per ogni tipo di missione che si renderà necessaria. Ne ha parlato anche il ministro degli Esteri Frattini nei giorni scorsi proprio qui al consiglio dei diritti umani di Ginevra". Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano prima di lasciare il palazzo dell'Onu. Nei giorni scorsi l'alto commissario dell'Onu per i diritti umani, Navi Pillay, ha sollecitato un mandato intergovernativo per sottoporre la Libia ad un'inchiesta indipendente per crimini contro l'umanità. Proposta sostenuta dal presidente della Commissione europea Barroso. Per svolgere il mandato, l'alto commissario ha chiesto "un mandato intergovernativo", un incarico cioé condiviso fra i governi nazionali. Un primo momento erano emerse divergenze tra le cautele di Italia e Malta e l'approccio più deciso di Germania, Francia, Gran Bretagna e paesi nord europei. Questa divergenza sembra ricomposta e Napolitano ne dà la conferma. "Oggi si può parlare - ha detto - di totale identità di posizioni tra l'Italia e le organizzazioni internazionali". Il capo dello Stato ha poi ricordato che i problemi dell'emergenza in Nord Africa e soprattutto in Libia saranno esaminati l'11 marzo dai ministri dell'Eurozona. "Non dubito che il contributo dell'Italia ci sarà e sarà senza riserve", ha concluso Napolitano.
Fini, Piano Marshall per paesi sponda sud del Mediterraneo - "Il nostro primo pensiero deve andare al popolo libico che sta pagando un elevato tributo di sangue, il che è inconcepibile nel XXI secolo, per conquistare la sua libertà e per liberarsi da una dittatura personale ormai ridotta alla violenza più bestiale, e già condannata dalle Nazioni Unite come autrice di crimini contro l'umanità". Lo ha detto il presidente della Camera Gianfranco Fini in un passaggio del suo saluto all'Assemblea plenaria dell'Apem (Assemblea Parlamentare dell'Unione per il Mediterraneo), di cui presiede i lavori con il presidente del Senato Renato Schifani. "L'auspicio dell'Italia - ha aggiunto Fini - è che quanto prima si definisca un Piano Marshall per i paesi della sponda sud del Mediterraneo".
Nave con aiuti italiani salpa domani da Catania per Bengasi - Salpera' nella giornata di domani dal porto di Catania, secondo quanto si e' appreso, il pattugliatore Libra della Marina militare carico di aiuti da portare a Bengasi. Il materiale - generi alimentari, generatori elettrici, potabilizzatori, kit sanitari, medicinali - dovrebbe giungere in serata ed essere caricato domani mattina sull'unita' della Marina, che salpera' al terminE delle operazioni di imbarco.
Appello UE ad autorità, consentire aiuti umanitari - La Commissione europea ''e' preoccupata'' per la situazione alle frontiere, in particolare sul versante libico, e ''invita le autorita' della
Libia a consentire e facilitare l'accesso degli aiuti umanitari''. Lo ha detto un portavoce dell'esecutivo Ue, facendo il punto sulla visita nella regione della commissaria Ue agli aiuti umanitari Kristalina Georgieva.
Crimini contro l'umanità - La Corte penale internazionale ha deciso di aprire un'inchiesta sui crimini contro l'umanita' compiuti in Libia dal 15 febbraio scorso'': lo ha detto nel corso di una conferenza stampa a L'Aja il procuratore generale della Corte, Luis Moreno OcampoIntanto, da oggi e' operativo il blocco dei beni dei sei principali componenti della famiglia Gheddafi e di 20 stretti collaboratori del regime libico. Intanto il regolamento Ue che dispone il congelamento di tutti i fondi e le risorse economiche di queste 26 persone e' stato pubblicato oggi sulla Gazzetta Ufficiale dell'Ue ed e' entrato immediatamente in vigore.
Fonte: Ansa.It