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Il caso Cecconi

Ultimo Aggiornamento: 23/05/2015 20:05
29/03/2012 22:16

IL DIFFICILE DILEMMA UFO-SOLAR

La regola, in ufologia, è che prima di catalogare come UFO un fenomeno od oggetto avvistato vengano esperiti tutti i riscontri possibili per escluderne ogni eventuale causa umana o naturale nota.

Sotto questo aspetto il caso Cecconi è sicuramente peculiare, perchè le caratteristiche stesse dell'avvistamento escludono d'acchito, per esempio, possibili spiegazioni di tipo naturale meteorologico o astronomico.

La peculiarità del caso sta nel fatto che ciò che Cecconi osservò e fotografò è sicuramente un manufatto di qualche tipo, come documentato incontrovertibilmente dall'evidenza fotografica e dalla conferma del radar di Istrana. Pertanto si dovrà indagare nella direzione di un oggetto solido e artificiale. Pare di poter senz'altro escludere dal novero dei possibili imputati qualsiasi tipo di aereo convenzionale, vista l'assoluta mancanza di ali e impennaggi caratterizzante l'oggetto e ben riscontrabile dalle fotografie pubblicate.

Per manifesta incompatibilità, anche parecchi tipi di palloni vanno eliminati dalla lista: in primo luogo quello lanciato in quel mese di giugno dal professor Milan della scuola media di Azzano Decimo, in quanto si trattava di una tradizionale mongolfiera del tutto inaccostabile, sia come forma che come dinamica di volo, all'oggetto fotografato da Cecconi. Altri tipi di palloni, come quelli meteorologici e quelli per ricerche scientifiche d'alta quota, possono essere esclusi per motivi similari; non così può invece dirsi per il pallone giocattolo costituito da sacchi di plastica nera indicato come spiegazione già nel 1984 dalle Autorità militari.

Alla fine degli anni '70 veniva comunemente venduto in edicole e tabaccherie un pallone giocattolo, chiamato significativamente "UFO-Solar", di colore nero o comunque molto scuro, delle dimensioni - una volta gonfiato - di circa mt. 3 di lunghezza per 70 cm. di diametro. Tale oggetto, costituito da una sottilissima parete di leggerissimo materiale plastico, recava ben visibili sul fianco le scritte cubitali UFO-Solar e aveva ambedue le estremità aperte. Per renderlo operativo bastava - dopo aver chiuso un'estremità - tenere contro vento l'estremità aperta e, una volta gonfiato il pallone, chiudere anche quell'ultima con un legaccio. A questo punto occorreva attendere che il calore del Sole scaldasse l'aria contenuta nel cilindro a sufficienza per vincere la resistenza fornita dal leggerissimo involucro di plastica e, quindi, far decollare l'arnese.

Come è facilmente intuibile, il volo di quei palloni era totalmente incontrollato, sottoposto in ogni momento ai capricci del vento e delle correnti convettive che si sviluppavano all'interno dello stesso pallone, a seguito del riscaldamento o raffreddamento dell'aria contenuta in conseguenza di una maggiore esposizione al Sole di una porzione del pallone rispetto ad un'altra. L'incontrollabilità del pallone provocava qualche rischio di troppo per la navigazione aerea, al punto che dopo alcune mancate collisioni tra aeromobili in volo e alcuni di questi palloni, la commercializzazione degli UFO-Solar venne definitivamente vietata per decreto nel 1985 (si veda il tassello della pagina seguente).

Inoltre, tutto l'insieme era caratterizzato da un'estrema fragilità e facilità a rompersi e lacerarsi, a causa della leggerezza e del ridottissimo spessore del materiale impiegato, necessari per rendere possibile l'involo del pallone. Queste considerazioni tecniche valgono chiaramente sia per l'UFO-Solar originale sia per eventuali palloni fatti in casa, magari di diverse dimensioni ma di analogo funzionamento concettuale. Premettiamo a questo punto che la spiegazione del caso Cecconi in termini di UFO-Solar o simili non ci convince, per i seguenti motivi.

Come abbiamo visto, l'UFO-Solar aveva dimensioni di circa 3 metri di lunghezza e 70 centimetri di diametro, mentre Cecconi descrive l'oggetto da lui osservato come una "cisterna di carburante" lunga otto metri e dal diametro di almeno tre.

Ora, tutto è possibile, ma dubitiamo fortemente che un pilota esperto e preparato, con la qualifica di "Combat ready" e migliaia di ore di volo al suo attivo possa passare a non più di 70-80 metri da un oggetto volante e prendere un tale colossale granchio riguardo alle sue dimensioni. D'altronde Cecconi ha affermato di non aver visto alcuna scritta sulle fiancate dell'oggetto, scritta che doveva invece essere ben presente, almeno nel caso di un UFO-Solar originale.

Ricordiamo che tali scritte non compaiono nelle poche foto divulgate e dobbiamo immaginare che non compaiano nemmeno nelle altre, perché ci pare probabile che se il Ministero della Difesa avesse avuto a disposizione foto in cui risultasse chiaramente la scritta "UFO-Solar" le avrebbe senz'altro diffuse, a maggiore conferma della identificazione con un siffatto pallone. Altro particolare che non si concilia con un tradizionale UFO-Solar è la presenza della cupoletta (o carenatura) bianca opaca notata da Cecconi sul lato superiore dell'oggetto.

Potremmo quindi affermare che sono almeno tre gli elementi di discordanza tra l'oggetto fotografato da Cecconi e la sua possibile identificazione con un UFO-Solar: le dimensioni, l'assenza delle scritte laterali e la presenza della misteriosa carenatura bianca.

Si potrebbe però obiettare che non esiste limite all'inventiva umana e che quindi è possibile che qualche estroso inventore abbia concepito e costruito un pallone concettualmente ispirato all'UFO-Solar, molto più grande, senza scritte e con qualcosa di bianco sulla sommità. In effetti, come ampiamente documentato dalla stampa dell'epoca, siffatti modelli autocostruiti esistevano davvero e avevano le forme più fantasiose.

Ma altre motivazioni che porterebbero ad escludere l'ipotesi del pallone giocattolo sono l'osservabilità radar dell'oggetto e la sua dinamica di volo. Difatti un UFO-Solar (o simili) non è radarabile: il materiale impiegato per costruirlo, obbligatoriamente sottilissimo per consentire il volo nelle sue particolari condizioni d'impiego, non rendeva in alcun modo possibile la riflettività radar.

Pertanto, dato per certo - secondo la testimonianza di Cecconi - che il centro radar di Istrana registrò la presenza dell'oggetto sulla verticale di Treviso Sant'Angelo, appare inevitabile concludere che un manufatto in grado di provocare una simile eco radar si situa in una classe ben diversa dai palloni tipo UFO-Solar.

Lo stesso Tenente Colonnello Patelli, pur essendo abbastanza incline ad accettare l'ipotesi esplicativa dell'UFO-Solar, ci ha confermato che se davvero un radar è stato in grado di captare l'oggetto allora la sua consistenza strutturale doveva essere, se non metallica, comunque ben diversa da quella fornita da una sottilissima pellicola di plastica.

Un ultimo elemento sembrerebbe non conformarsi all'ipotesi in questione, e precisamente il profilo di volo dell'oggetto. Come si è già anticipato, il volo di un pallone tipo UFO-Solar era decisamente erratico e imprevedibile, completamente in balia dei capricci del vento a causa della sua leggerezza d'insieme. Le stesse correnti convettive interne contribuivano poi a renderlo ancora più instabile e incoerente nei suoi spostamenti. Tutto ciò non combina assolutamente con quanto dichiarato da Cecconi, che rispetto ai propri passaggi aveva l'impressione che esso si mantenesse praticamente immobile. In più, lo stesso Cecconi ha affermato di aver ricevuto da terra comunicazione che l'oggetto in realtà si spostava nell'aria, con velocità relativamente moderata e rotta costante.

Non dimentichiamo, poi, che Cecconi ha sostenuto che la misteriosa cupoletta bianca si manteneva costantemente sul lato superiore dell'oggetto, lasciando così pensare ad un oggetto stabile e non ad un pallone leggerissimo che tende a cambiare assetto e roteare su se stesso alla minima bava di vento.

Va inoltre considerato che il G-91 passò ripetutamente a 70-80 metri dall'oggetto senza causare alcuna modifica nel suo assetto di volo. Ora, è vero che in un aereo piccolo e veloce come il G-91R l'effetto turbolenza era limitato all'ampiezza massima descritta dall'apertura alare, o poco superiore, e che tale effetto si concretizzava soprattutto in scia più che lateralmente, ma riesce difficile credere che un caccia che passi a 80 metri da un UFO-Solar alla velocità di circa 500 km/h non ne distrugga il sottilissimo involucro o, almeno, non lo proietti scompostamente lontano.

Ricordiamo infine che, sempre secondo il pilota, l'oggetto in pochi minuti si portò dagli iniziali 7.000 piedi fino a più o meno 13.000, alternando fasi di salita e di discesa.

Anche questo rateo di salita altalenante non pare conciliarsi troppo con quello che ci si potrebbe aspettare da un UFO-Solar, originale o meno che sia.

E che dire della strana scia azzurra che da terra, ma non da Cecconi, fu vista promanare dall'oggetto? E che giudizio dare sulla repentina sparizione dell'oggetto, sia dalla visuale che dallo schermo radar praticamente nello stesso momento?

Difficile dare delle risposte, in mancanza di dati oggettivi. Il verdetto sull'UFO di Treviso non può quindi che rimanere sospeso, perché troppe sono le domande che restano senza risposta ne' l'ipotesi UFO-Solar è in grado di spiegare il caso in maniera soddisfacente, almeno sulla base dei dati ora disponibili che tenderebbero viceversa a smentirla.

Ovviamente da parte nostra non consideriamo chiusa l'indagine, perché esiste sempre la speranza che qualche nuova informazione, magari di provenienza ufficiale, possa prima o poi contribuire a gettare nuova luce sulla vicenda.

tratto da UFO - Rivista di informazione ufologica, semestrale a cura del Centro Italiano Studi Ufologici n. 17 - febbraio 1996
[Modificato da AlessandroCacciatore 29/03/2012 22:17]
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