[Rubrica] Ufologicamente: articoli, ricerche e casi ufologici

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KOSLINE
00martedì 26 luglio 2011 15:51
Re:
Sheenky, 26/07/2011 13.43:

Già...grazie eone! ;)
Sicuramente una parte della storia spaziale molto interessante!



GIA RAGAZZI interessante e sopattutto triste x i non ricordi e l'onorificenza che tali uomini o donne dovevano avere e non hanno avuto , ma si sa' 'il mito viene prima di tutto specie in quei periodi storici molto turbolenti e' il primo uomo nello spazio doveva tornare sano e salvo sulla terra x esprimere la massima supremazia tecno-politico-militare di mamma russia [SM=g1950677]




Sheenky
00martedì 26 luglio 2011 16:22
UFO: IL FATTORE UMANO

Osservare e guardare...per quanto queste due azioni si ritengano complementari tra loro, esiste una sottile differenza; e spesso accade di osservare l'esterno guardando il riflesso trasposto di ciò che abbiamo dentro; in poche parole, a volte ciò che vediamo è ciò che vorremmo vedere.
Questo avvenimento, che di certo avranno sperimentato in molti, diventa anche uno degli argomenti con i quali la moderna psicologia, e non solo, tenta di spiegare il fenomeno Ufo.
Un vecchio articolo, apparso nel 1972, a firma di due psichiatri associati alla Harvard Medical School, descriveva gli Ufo come false percezioni di organi sessuali. Lester Grinspoon e Alan D. Persky, questi i nomi dei due autori, asserivano che la maggior parte dei testimoni UFO sono persone che soffrono di disturbi psicologici non trattati; si tratterebbe di soggetti che sono ritornati alla "modalità primaria di pensare", ovvero in un dei periodi tipici dell’infanzia.
Questo modo di relazionarsi rispetto alle cose implica il fatto che, molto spesso, sogni e allucinazioni vengano scambiati per la realtà; si potrebbe definire a tutti gli effetti uno stato di “schizofrenia”, durante il quale le vittime ricordano e rivivono la loro "prima percezione infantile."
Ragionando in questi termini, l’osservare un Ufo in lento avvicinamento sarebbe riconducibile al ricordo del seno materno, così come, per logica e quasi scontata conseguenza, osservare un oggetto sigariforme diventa la trasposizione inconscia di un simbolo fallico.
Grinspoon e Persky liquidano in tal modo anni e anni di avvistamenti come semplici rappresentazioni simboliche legate alla libido infantile, simbolo degli estremi di gratificazione e di onnipotenza.
Tralasciando il fatto che tali osservazioni vanno lette in un determinato contesto storico per l’Ufologia, e tralasciando le personali deduzioni, non certo simpatiche, di chi scrive, esiste per fortuna un filone di studi psicologici molto più attinente alla tematica trattata.
Un buon inizio sarebbe di certo la lettura di “Flying Saucers. A Modern Myth of Things Seen in the Skies”, di Carl Gustav Jung, uno dei più noti e influenti seguaci di Freud, che dedicò parte del suo tempo e del suo interesse al fenomeno Ufo.


Carl Gustav Jung

Una delle prime domande che si pose Jung fu la seguente: gli Ufo sono reali, oppure si tratta di semplici prodotti di una fantasia psichicamente proiettata?
Nessuno di certo si aspettava che il grande psichiatra e psicoanalista riconoscesse la natura extraterrestre del fenomeno; rimane comunque vero che tentò di condurre uno studio nella maniera più asettica possibile, pur propendendo intimamente, per intuibili motivi, all’ipotesi di una proiezione del subconscio.
Il giudizio di Jung si concentra quindi sull’origine degli Ufo, collegandoli con immagini di antichi archetipi e trasformandoli in un vero e proprio mito vivente.
Si tratterebbe di un “gioco”, una proiezione della fantasia che travalica ogni organizzazione terrena; si potrebbe addirittura azzardare l’ipotesi che il fenomeno Ufo, a detta di Jung, rappresenterebbe la risposta dell’uomo di fronte ad una minaccia sempre più pressante, quella del mondo moderno.
La sua preoccupazione principale non si focalizza sul discernere se gli avvistamenti siano o meno reali, l’attenzione viene invece spostata sull’aspetto psichico della questione; perché questi fenomeni vengono segnalati in maniera sempre più crescente quando l’umanità si sente direttamente minacciata?

Proviamo a capire meglio il pensiero di Jung attraverso la citazione testuale di una sua intervista rilasciata all’APRO (Aerial Phenomena Research Association); da premettere che i suoi studi sul fenomeno erano iniziati già nel 1944 e che l’intervista risale al 1958.

“…ho raccolto una grande quantità di osservazioni relative a oggetti volanti non identificati fin dal 1944. I dischi non si comportano secondo le leggi fisiche, ma come se fossero senza peso. Per confermare l'origine extraterrestre di questi fenomeni deve essere necessariamente confermata anche l'esistenza di un loro rapporto con intelligente interplanetarie. Ciò che un tale fatto potrebbe significare per l'umanità non può essere previsto, ma ci metterebbe senza dubbio in posizione di estrema precarietà, quasi delle comunità primitive in conflitto con le culture superiori".

Impossibile quindi negare il fenomeno Ufo, ma di certo possibile provare a darne una spiegazione ben differente e lontana da quella dell’ipotesi extraterrestre; per la prima volta gli Ufo e la psicologia si ritrovano a faccia a faccia, e si tratta di una sfida alla quale non ci si può sottrarre.
A ben riflettere, da sempre, l’Ufologia ha rappresentato un banco di prova per tutte le dottrine scientifiche, un mistero che si vorrebbe mantenere tale ma rispetto al quale è allo stesso tempo impossibile sottrarsi; anche la psicologia non ha resistito a dire la sua, e anche in questo caso, come sempre, lo studio sugli Ufo ha trovato nuove ipotesi di ricerca e spunti di confronto.
Questa ultima affermazione rappresenta, almeno in parte, una delle caratteristiche più affascinanti e nobili di questa ricerca; l’Ufologia riesce ad arricchirsi anche e soprattutto dal confronto con i suoi detrattori, non si tratta di una ricerca statica, fossilizzata, che abbraccia e difende, anche oltre ogni ragionevole dubbio, quelle che ritiene essere delle verità assolute.
In maniera di certo differente da alcune scuole di pensiero, l’Ufologia riesce ad aprirsi alle innovazioni, e dalle innovazioni riesce a trarre nuove idee, a percorrere nuovi sentieri, a sperimentarsi quotidianamente.
Fatta questa breve premessa, è giusto a questo punto chiedersi in che modo la psicologia possa venire incontro agli studi ufologico o, almeno, esserne una valida collaboratrice; per dare una risposta a questo quesito, dobbiamo innanzitutto tenere bene a mente uno dei problemi più spinosi con il quale ogni ricercatore deve confrontarsi.
Coloro che studiano i fenomeni relativi a oggetti volanti non identificati si trovano spesso di fronte ad un insolito dilemma: non avendo quasi mai dati concreti e materiali da valutare (un frammento o altro), bisogna scegliere se abbandonare l’intera indagine oppure basarsi sui rapporti dei testimoni oculari, una fonte di informazioni non sempre affidabile.
Diverso l’approccio dello scienziato che lavora con dati che possono essere replicati e convalidati, che possono essere confermati dai colleghi; d’altra parte la soluzione di rinunciare alle testimonianze è del tutto improponibile, l’unico compromesso rimane quello di entrare nello stato d’animo del testimone.
Tutti i rapporti stilati sugli avvistamenti Ufo si basano, per la maggior parte, sulla percezione di terzi rispetto al fenomeno osservato; è quindi importante stabilire fin dall’inizio che percezione e fenomeno non rappresentano la stessa cosa e non posseggono la medesima valenza.
La percezione è un processo estremamente complesso, che porta il testimone a selezionare, organizzare e interpretare degli stimoli sensoriali rispetto ad un quadro significativo di quanto si trova ad osservare; si tratta quindi di uno stimolo sensoriale che molto spesso compromette i dati osservati.
In tal senso, la percezione di un evento fatta da un testimone, potrebbe facilmente essere differente da quella resa da un secondo testimone dell’evento stesso; come se ciò non bastasse l’interpretazione visiva non è mai spontanea, risente quasi sempre delle convinzioni personali, dello stato animo vissuto in quel preciso istante, della cultura e delle convinzioni religiose.
Gli errori più frequenti nei quali cade spesso il testimone, ovvero quelli che l’ufologo deve essere in grado di intravedere, derivano spesso dalla errata identificazione degli stimoli e da illusioni ottiche: la mente a volte tende a fare brutti scherzi; la luna all'orizzonte appare più grande rispetto a quando è più alta nel cielo, un bastone che galleggia nell’acqua può sembrare piegato, mentre un esperimento condotto nel 1929 ha dimostrato che una piccola sorgente stazionaria di luce, posta in una stanza buia sembrerà muoversi fluttuando nell’aria.
Queste distorsioni percettive vengono vissute dalla maggioranza delle persone, altre invece si presentano come peculiari rispetto ai singoli bisogni psicologici; un classico esempio che rispecchia l’ultimo concetto espresso, esempio tra l’altro abbastanza curioso, è quello illustrato da Jerome Bruner nel 1947: i bambini poveri sono più inclini a sopravvalutare le dimensioni delle monete rispetto ai bambini ricchi.
Una seconda categoria di errori è quella relativa all’errata interpretazione di stimoli come reali; si tratta spesso di risultati che scaturiscono da particolari psicopatologie che affliggono il testimone, quali ad esempio allucinazioni o carattere psicotico.
In tutti questi casi si hanno grossi problemi nel riuscire a distinguere le immagini prodotte dalla realtà esterna e quelle derivanti dalla realtà interna; rimane infine la deliberata falsificazione dell’avvenimento descritto, una eventualità che purtroppo è sempre in agguato nel lavoro del ricercatore sul campo.
Da non sottovalutare il numero dei testimoni che hanno assistito al fenomeno; più il numero è alto, più le possibilità di una isteria collettiva potrebbe essere reale: la possibilità di contagio isterico deve essere sempre tenuta in considerazione nella valutazione di alcuni rapporti relativi ad avvistamenti UFO.
Un colloquio psichiatrico dovrebbe far parte della routine relativa alla valutazione degli osservatori, proprio per questo molto spesso, insieme ai soliti questionari di routine, dovrebbe essere presente anche un breve test psicologico.
In questo contesto si inserisce anche il problema dell’ipnosi, spesso portata come prova di credibilità di un testimone; in realtà questa tecnica si rivela molto utile soltanto come fonte di informazione, ma non dimostra in alcun modo se il soggetto sta mentendo o meno.
Classico esempio sono le persone che non riescono a distinguere la realtà dalla fantasia; questi soggetti, posti sotto ipnosi, “riveleranno” particolari che per loro sono reali ma che non hanno alcuna attinenza con la realtà oggettiva; la pratica di chiedere al paziente di ricordare solo gli eventi reali ridurrà ma non eliminerà l’elemento fantasia.

Cosa dire in conclusione rispetto a quanto appena esposto?
Non si può negare che molto spesso il testimone vede ciò che vuol vedere, che spesso costruisca di sana pianta una situazione visiva, oppure che esistano degli avvistamenti che sono in realtà frutto della fantasia di una mente instabile o inconsce proiezioni di celate paure.
Questi argomenti non possono però dipingere l’Ufologia e, in particolare, le ricerche condotte sul campo, come inutili perdite di tempo; si tratta di sfide conosciute e quotidianamente accettate da tutti coloro che dedicano tempo e fatica a questa attività, sfide che arricchiscono il bagaglio culturale dell’ufologo e rendono l’ufologia stessa un immenso crocevia di applicazioni scientifiche, rendendo sempre più fragile quella ormai vecchia idea che la vorrebbe come una pseudoscienza.

Sheenky
00mercoledì 27 luglio 2011 09:28
UFO ED AVIAZIONE: UNO SGUARDO DA VICINO

La sera del 21 ottobre 1978, un pilota di 20 anni di nome Frederick Valentich lasciò Melbourne in un Cessna 128L diretto a King Island, che si trova nel mezzo di Bass Strait, al sud dell'Australia. La visibilità era ottima e il vento calmo.
Poco dopo, contattò il controllo del traffico aereo di Melbourne e disse che un aereo lo seguiva a circa 1.000 piedi di altezza sopra di lui - ed aveva caratteristiche insolite e si muoveva molto velocemente - e non riusciva ad identificarlo molto bene, con il suo motore che, a volte, andava in difficoltà.
Più tardi disse che lo strano velivolo stava arrivando verso di lui da un'altra direzione. Il controllo del traffico aereo di Melbourne disse al pilota di identificarlo. La sua risposta fu che viaggiava troppo velocemente, ma aveva una superficie di metallo lucida con una luce verde sopra di essa. Poi riferì che il velivolo, una volta allontanatosi, ritornò - da un'altra direzione - di nuovo indietro verso l'aereo di Valentich. Il motore dell'aereo incominciò ad avere molti problemi.
Poi il silenzio.



Poi, dopo pochi secondi, Valentich riferì che: "lo strano velivolo è proprio sopra di me. E' fermo e non è un aereo!". Seguirono strani e stridenti rumori metallici.
Frederick Valentich e il suo Cessna 128L non furono mai più visti.
Voli di emergenza setacciarono la zona, ma non fu trovata nemmeno la più piccola traccia dell'aereo. Alcuni affermarono che si schiantò su Bass Strait, ma quel modello di Cessna era dotato di un faro che, in caso di incidente, si accendeva automaticamente. Inoltre quel tipo di Cessna era stato progettato per galleggiare sull'acqua.
Molti sono i possibili scenari che circondano il caso Valentich. Ha creato una messa in scena di suicidio? Fu abbattuto da trafficanti di droga della zona? Oppure il pilota e l'aereo intero furono rapiti dagli extraterrestri?

I PILOTI SONO TESTIMONI CREDIBILI
Gli UFO sono stati segnalati dai piloti per anni. Molti ufologi sottolineano che i piloti sono alcuni dei più credibili testimoni per supportare la posizione che gli UFO esistono. Nel documentario del 1979 dal titolo "UFO's are Real", l'importante ricercatore UFO Dottor Richard Haines disse che a causa del fatto che i piloti abbiano una buona vista e competenze formative di osservazione, le loro testimonianze di ripetuti avvistamenti nel corso degli anni non possono essere ignorate.

"Non abbiamo a che fare con proiezioni mentali o allucinazioni da parte del testimone, ma con un fenomeno fisico reale", disse.

Egli non si riferì ad eventi casuali. L'evidenza è profonda:
Ray Bowyer, capitano della Aurigny Airlines, ebbe un incontro di 15 minuti mentre era in volo con un aereo commerciale. Egli descrisse due oggetti che seguirono il suo aereo: avevano la forma di un disco appiattito con una brillante luce gialla proveniente dall'interno. Stimò che erano immensi e potevano avere un miglio di diametro. Molti passeggeri videro anche la stessa cosa.

Kenneth Arnold, un imprenditore e pilota privato, stava volando sopra le Cascade Mountains - stato di Washington - nel 1947, quando vide nove oggetti d'argento, dalla forma di mezzaluna, nei pressi del Monte Rainer e si abbassarono come "farebbe un piatto quando salta sull'acqua". Fu così che nacque il termine "Flying Saucer" (Piatto Volante).



Nel 1986, il volo della Japan Airlines era sulla rotta che dall'Islanda portava ad Anchorage, Alaska (Ndr CUI vedi ricostruzione sopra effettuata dal capitano Kenju Terauchi con a paragone le dimensioni dell'aereo), quando incontrò delle luci bianche e gialle che sfrecciarono intorno al velivolo. Più tardi, l'equipaggio di volo osservò una sagoma gigantesca, di un qualcosa che sembrava essere una nave madre. Prima che potessero avere la conferma da altri aerei nelle vicinanze, l'oggetto sparì.

UFOEvidence.org riporta che ci sono più di 3.500 avvistamenti documentati di fenomeni aerei non identificati da parte di piloti commerciali, civili e militari. Le date degli avvistamenti partono da quella "del primo volo" terrestre fino ad oggi.

LA MAGGIOR PARTE DELLE PERSONE CREDE NEGLI UFO
I sondaggi indicano che la maggior parte delle persone crede che "non siamo soli".
Nel 2007, un sondaggio effettuato dalla "Exopolitics Institute" nelle Hawaii dimostrò che l'85% degli intervistati "riteneva che le civiltà extraterrestri stavano visitando la Terra".
Nel 2002, la "Roper Poll" dichiarò che il 56% degli americani conveniva sul fatto che gli UFO fossero reali e il 48% credeva che gli UFO visitassero la Terra in qualche modo.
Un sondaggio Canadese scoprì che il 78% degli intervistati riteneva che la vita esiste da qualche parte nel nostro Universo.
Nel 1996, un sondaggio effettuato da "Newsweek" dimostrò che il 48% degli intervistati pensava che gli UFO fossero reali.
Lo sapevate che ogni anno vengono segnalati migliaia e migliaia di avvistamenti di UFO? Gli studi evidenziano che circa un terzo della popolazione ritiene che, almeno una parte degli avvistamenti, possa essere attribuito ad astronavi extraterrestri.

MFO's: MAN-MADE FLYING OBJECTS (OGGETTI VOLANTI COSTRUITI DALL'UOMO)
C'è qualcos'altro. Gli UFO (Unidentified Flying Objects) sono solo questo: oggetti volanti non identificati e possono essere qualsiasi cosa. "Wired Magazine" ha riportato un dossier sulla serie di "cose vertiginose" che gli Stati Uniti d'America hanno nell'aria e potrebbero essere scambiate per navi extraterrestri.
Dal disco volante modello "VZ-9 Avrocar" degli anni 50 del secolo scorso (ndr CUI questo mezzo non ha mai volato per davvero), al drone T-Hawk (vedi immagine sotto) da Honeywell soprannominato "lattina di birra volante", fino ai dirigibili spia grandi quanto un campo da calcio. Molti UFO in realtà potrebbero essere oggetti volanti costruiti dall'uomo.
L'Avrocar era un progetto congiunto Canadese e Americano che doveva tentare di creare l'equivalente di un effettivo "piatto volante". Dopo 10 anni il progetto fu dismesso.
Lo "Honeywell T-Hawk" è un mini drone che si libra in aria eseguendo ricognizioni per l'Esercito.
Il Northrop Grumman Shield Helicarrier è un enorme centro fluttuante di informazioni. Ha la lunghezza di un campo da calcio e sette piani d'altezza. E' provvisto di 2.500 sensori in grado di raccogliere dati e materiale per l'Intelligence.
Il drone Voltron che può rimanere, ininterrottamente, in aria per cinque anni! Alimentato ad energia solare, è una delle varie proposte per un futuro progetto del DARPA, un ramo di ricerca del Pentagono.
Nel 1930, la Marina USA commissionò un prototipo di aereo soprannominato "The Flying Flapjack". Sembrava un disco volante, piuttosto piatto, con due giganti eliche. Poteva, nelle intenzioni, salire fino ad una quota di 5.000 piedi ed essere specializzato in voli a bassa velocità.
Con tutto quello che i militari statunitensi hanno fatto circolare nel corso degli anni, è facile notare come alcuni di questi potessero essere scambiati per un UFO. E' questa è solo roba americana. Aggiungiamoci i Russi (e ora i Cinesi) con i loro mezzi metallici volanti e che sono in possesso di alcuni oggetti lucenti in grado di distrarre i piloti.

UN "BLACKHAWK" TIRATO SU
E' difficile non credere ad un UFO che contenga vita intelligente, quando questo colpisce quasi fuori dal cielo. Questo è quello che successe al tenente colonnello Lawrence Coyne e all'equipaggio del suo elicottero. Stavano sorvolando Mansfield, Ohio nel 1973 quando incontrarono un grande oggetto rosso, che si mosse rapidamente verso di loro. Il tenente colonnello Coyne disse, più tardi, che aveva la forma che ricordava quella di "un missile".
Aumentò di potenza ed evitò all'elicottero di entrare in collisione con il misterioso velivolo. Una luce verde apparve sul lato inferiore dell'oggetto. Nonostante il tentativo di andare già in picchiata, l'elicottero fu tirato su, verso l'alto, a circa 2.000 piedi rispetto alla posizione originaria. Alla fine, l'UFO lasciò andare via l'elicottero.
"E stata una quasi collisione in volo con quello che noi consideriamo essere un UFO", affermò Coyne. Ha dichiarato, inoltre, che l'oggetto era in possesso di un alto grado di tecnologia, era composto da una struttura e un "design" che noi non abbiamo - non aveva stabilizzatori, non aveva carrelli d'atterraggio o una qualsiasi fonte visibile di propulsione (sotto una pagina del documento declassificato dal FOIA americano e presente negli archivi del NICAP).



Il tenente colonnello Coyne sentì così forte questa esperienza, che lo invogliò ad entrare a far parte di una delegazione alle Nazioni Unite incaricata nel promuovere l'approfondimento del tema degli UFO. Tuttavia, molti piloti non sono così propensi a parlare. Molti non riportano nemmeno un avvistamento.

CODICE DEL SILENZIO
Kenneth Arnold si stancò della polemica intorno al suo avvistamento. Egli dichiarò che semmai avesse visto, di nuovo, qualcosa di simile, non avrebbe più proferito parola. In una intervista effettuata negli anni 40 del secolo scorso, un pilota della Air Force dichiarò che non avrebbe mai segnalato un avvistamento di UFO, nemmeno se era "ala-ala e punta-punta" con lui.

Nicke Pope, che ha fatto parte del progetto UFO della Gran Bratagna per il Ministero della Difesa, ha riferito che spesso i piloti non denunciano i casi, perchè non sanno come descriverli, oppure hanno paura che ciò possa far terminare la loro carriera. Inoltre, ha riferito che ci sono 200-300 avvistamenti ogni anno, di cui l'80% può essere facilmente spiegabile, il 15% è composto da "informazioni insufficienti", mentre il resto è "estremamente interessante".

Forse, incominciano a parlare dopo il ritiro dal servizio. Questo potrebbe spiegare la conferenza stampa indetta nel settembre 2010 da sette ufficiali dell'Aviazione in pensione. Conferenza tenutasi al National Press Club di Washington D.C., gli ufficiali hanno relazionato su quando videro degli UFO che resero i sistemi nucleari USA "temporaneamente inutilizzabili" durante la Guerra Fredda.

Robert Hastings, un famoso ricercatore UFO, è stato l'organizzatore dell'evento ed ha dichiarato: "il possesso e l'uso pericoloso delle armi nucleari minacciano potenzialmente la razza umana e l'integrità del patto planetario".

Anche se Robert Hastings non prestò mai servizio militare, ebbe l'aiuto di Robert Salas, ufficiale di lancio in pensione dell'Air Force. Insieme, rintracciarono una squadra di piloti che ebbe esperienze simili, che si svolsero dal 1963 al 1980.: astronavi aliene di varie forme (coniche, sferiche, a forma di disco) apparvero loro sopra siti di missili nucleari statunitensi. Il tema conduttore? Quando gli extraterrestri si avvicinavano, tutti i missili si bloccavano.

Robert Jamison sostiene che dieci dei suoi missili "improvvisamente andarono fuori uso" nel 1967, presso la base dell'Air Force di Malmstrom, nel Montana. Questo è un luogo dove circolano storie di extraterrestri che visitano l'area. Una guardia di sicurezza riferì dell'apparazione, in lontananza, di due piccole luci rosse, che cominciarono ad unirsi tra loro.

Hastings fu filosofico sulla conferenza stampa e disse: "non credo che l'umanità sia in pericolo da qualunque cosa essi siano, tranne sul fatto che dovremmo avere la nostra mente aperta. Ci sarà un cambiamento di paradigma. Le istituzioni tradizionali come le religioni, i governi e altre istituzioni sociali potrebbero essere minacciate da ciò che sta arrivando. Questa è solo una logica conseguenza di ciò che sta per accadere".

GLI EXTRATERRESTRI NON SONO UNA MINACCIA
Seth Shostack afferma che lui non ha nessun problema a credere negli UFO e negli extraterrestri. A suo parere, anche se fossero reali, non sarebbero un pericolo:

"...io non sono qui per bisticciare con te. Mi piacerebbe concentrarmi su un altro punto - uno che sembra essere sfuggito nell'apparente, infinito, dibattito sugli UFO. Vale a dire, se gli alieni sono qui, dovete ammettere una notevole cosa: sono così innocui come i gattini su Xanax. Riflettiamo: la premessa è che la Terra venga visitata. Ma questi invasori sono una mortale minaccia? E' possibile leggere, occasionalmente, che gli alieni stanno mutilando il nostro bestiame (un passatempo decisamente sgradito, se vero). Ma l'omicidio sembra essere "off-limits" per gli extraterrestri. Essi non uccidono le persone. Le vostre probabilità di essere eliminati da un alce sono più elevate".

E' cibo per la mente. Gli alieni hanno fatto più danni alla Terra nei films di Hollywood, rispetto ad ogni altra cosa della vita reale. Si pone la domanda. Perchè? Forse stanno solo giocando con noi. Potrebbe anche essere che la Terra sia semplicemente uno stagno per loro, una pozzanghera di fango nel grande quartiere della Galassia (...).

Una cosa è certa. Se un pilota vede un UFO, vi sono buone probabilità che non faccia rapporto.
Eccezion fatta per un altro pilota.
In un forum online, recentemente, si è discusso di un documento governativo - in cui si affermava che i piloti non possono condividere le informazioni che riguardano gli UFO, pena una multa di 10.000 $. Un utente di questo forum confidò che aveva sentito che circa il 90% dei piloti aveva una qualche esperienza con gli UFO, ma ha scelto di non parlarne approfonditamente.
Un altro utente, sempre di questo forum, può aver sintetizzato meglio la questione affermando che: "penso che qualsiasi persona che non comprenda che la vastità dello Spazio pullula di varie forme di vita è come se vivesse con la testa sotto la sabbia. Duecento anni fa avevamo zero tecnologia, oggi è ovunque. Aspettarsi che altre forme di vita di miliardi di anni sopra di noi non siano in possesso di una tecnologia, o la capacità di poter viaggiare, è davvero pensare in modo ingenuo".

DUNQUE, GLI UFO SONO REALI?
Diversi studi hanno concluso che la maggior parte degli UFO sono osservazioni di alcuni oggetti reali, ma normali e comuni: oggetti astronomici come le meteore, mongolfiere, aerei, nubi madreperlacee o nubi nottilucenti. Una piccola percentuale degli avvistamenti di UFO sono stati segnalati essere dei falsi. Tuttavia, una percentuale considerevole di avvistamenti di UFO e relativi rapporti restano inspiegabili - e questi sono i veri Oggetti Volanti Non Identificati nel senso stretto della parola.

Sheenky
00giovedì 28 luglio 2011 10:48
UFO E GUERRE STELLARI

Nel corso della storia degli UFO alcuni di quelli rivelatisi solidi I.A.C. (Identified Alien Crafts ­ velivoli alieni identificati, N.d.R.) sono precipitati, in base a cause chiarite solo in pochi casi, per cui molti investigatori dubitano che alcuni di questi UFO-Crash siano effettivamente accaduti. E da un'analisi della casistica e delle teorie sulla propulsione degli UFO risulta abbastanza improbabile l'abbattimento di tali oggetti con armi a proiettili balistici convenzionali. Diverso, il discorso inerente l'abbattimento o il danneggiamento di un USO (Oggetti Sommersi non Identificati) poiché contro una grande massa di acqua a notevole pressione potrebbe rivelarsi inefficace il campo di forze che circonda l'apparecchio.
Uno dei metodi più plausibili di difesa contraerea potrebbe essere costituito da un trasmettitore di onde puramente energetiche e senza l'impiego di un proiettile materiale, inevitabilmente lento. Gli Stati Uniti avevano già varato dagli anni '40 il Progetto Joshua, che consisteva in un'arma acustica, ma si consideri che la maggior parte degli UFO, almeno quelli non in avaria, sembrano in grado di viaggiare a velocità supersoniche, rendendo inefficace tale tipo di arma nello spazio, perché le onde sonore hanno bisogno di un mezzo per propagarsi. Non intendiamo dibattere dal punto di vista morale sull'opportunità ed ammissibilità di un simile atteggiamento, limitandoci ad una trattazione tecnica e storica. In caso di pace con tutti i visitatori extraterrestri, un tale sistema difensivo potrebbe essere usato contro eventuali meteoriti e sarebbe meno pericoloso dello stoccaggio di armi nucleari.
Secondo le teorie di Wilhelm Reich, detenere elementi radioattivi è sempre pericoloso anche se in quantità minime e, comunque inferiori alla massa critica. Il presunto UFO crash di Aztec potrebbe rientrare in questo tipo di armamento, anche se ci sembra un incidente involontario e non un attacco deliberato, in base ai dati finora raccolti.

Dentro i Dischi Volanti
Nel 1947, forse proprio a causa dei numerosi avvistamenti ufologici, furono installati potenti radar ai quattro angoli del perimetro atomico del New Mexico. La zona comprende i Laboratori Nazionali di Los Alamos, il poligono di Alamogordo, la base aerea di Roswell ed il Centro Sperimentale dei Razzi di White Sands. Secondo alcuni studiosi, il radar deriva do un sistema progettato e costruito da Nikola Tesla nel 1935, ma venne rifiutato dai vari governi che facevano parte della Società delle Nazioni. Questo sistema aveva lo scopo di eliminare il rischio di guerre, impedendo il successo di un attacco a sorpresa ed era disponibile anche per gli Stati più piccoli e meno popolati. Consisteva in un apparato di rilevazione di eventuali invasori, aerei o navi, e di un raggio della morte che avrebbe distrutto i mezzi aggressori.
Si presume che da un componente dell'installazione di Tesla sia derivato il radar. Uno di questi quattro radar infatti era sperimentale e di enorme potenza, a tal punto che in seguito dovette essere smantellato in quanto nocivo per la salute degli operatori. Il 25 marzo 1948 un disco volante di circa 30 metri di diametro entrò nella zona "illuminata" dalle trasmissioni di uno dei radar. Scattò l'allarme rosso e anche gli altri tre radar furono puntati sulla traccia non identificata, mentre i caccia decollarono. La concentrazione di microonde trasmesse da tutti e quattro i radar sull'oggetto portò ad un sovraccarico del generatore di onde antigravitazionali, che si trovò impossibilitato a mantenere in volo l' UFO. Esso precipitò al suolo e gli addetti radar persero il contatto, mentre i piloti dei caccia comunicarono la posizione del relitto, facendo scattare le operazioni di recupero nella massima segretezza in base alle procedure militari entrate in vigore dopo gli eventi di ROSWELL.
Poco dopo il disastro furono informati il generale Marshall, Segretario di Stato ed il Dottor Vannevar Bush, numero due del MJ-12, mentre una squadriglia di elicotteri proveniente da una Unità speciale di base a Camp Hale, sorvolava il relitto. La famiglia di agricoltori proprietaria del terreno fu sequestrata per diversi giorni ed efficacemente convinta a tacere. Il capofamiglia, interpellato nel 1987, aveva ancora paura di ritorsioni e negò tutto, chiedendo l'anonimato. Entro le tre ore successive al disastro, per vie secondarie, erano giunti nella zona tre autotreni militari, contenenti il materiale indispensabile per l'intervento. Il personale recintò velocemente la zona ponendo severi cartelli che notificavano la confisca del terreno ed il divieto d'accesso.
Una volta accertato che il veicolo non era radioattivo giunse sul posto un'équipe di scienziati selezionata dal Dottor Bush, fra i quali: Lloyd Berkner (componente del MJ-12 e futuro componente della Commissione Robertson e della NASA), Jerome Hunsaker (componente del MJ-12), Charles A. Heiland (studioso del magnetismo), Robert Oppenheimer (tra i costruttori della prima bomba atomica), John Von Neumann (inventore delle memorie dei computer e presunto componente dell'équipe dell'Esperimento Filadelfia). Inun secondo tempo si recò sul posto anche Detlev Wulf Bronk, interessato alla parte più macabra del ritrovamento, i cadaveri che, secondo William Steinman e Wendelle C. Stevens erano 14, 16 secondo Salvador Freixedo.
Il disco era di metallo senza giunzioni ed aveva alcuni oblò che sembravano di un metallo trasparente. All¹interno si vedevano due creature della fisiologia presunta di Zeta Reticuli, alti circa un metro e venti centimetri. I corpi erano reclinati sui pannelli ed apparivano bruciati ed anneriti come se la temperatura fosse salita improvvisamente, forse grazie all'effetto delle microonde trasmesse dai radar, analogamente ai forni a microonde dei nostri giorni.
Il disco non era perforabile dai trapani dell'epoca. Uno degli scienziati prese a martellate un oblò e riuscì a scalzarlo dal suo alloggiamento. Quindi videro una leva e usando un ramo di pino a mo' di palo azionarono un pulsante e si rivelò un'apertura, attraverso cui gli esperti poterono entrare, rinvenendo altri corpi (12 o 14) bruciati. Frank Scully fece clamorose rivelazioni già nel 1950 nel libro "Behind the Flying Saucers", ma pochissimi ufologi lo presero seriamente in considerazione. Prova ne sia che, fino al 1978, l'argomento degli apparecchi alieni precipitati era un tabù, che rendeva suscettibili i sostenitori di tali teorie a varie forme di ridicolizzazione.

Il Progetto Montauk
Nel 1991 uscì negli Stati Uniti il libro Project Montauk, di Preston B. Nichols e Peter Moon, che suscitò un certo scalpore negli Stati Uniti. Montauk è l'estremità orientale di Long Island (Stato di New York) e prende il nome da una tribù di nativi. Gli autori sostengono che il progetto Montauk sia la continuazione dell'esperimento Filadelfia. Esso comprendeva diversi sconcertanti sviluppi che rientrano sia nell'alta tecnologia sia nel paranormale:

1) Il teletrasporto
2) Il viaggio nel tempo
3) Lo studio della memoria umana
4) Il condizionamento a distanza, contro la volontà del soggetto ricevente
5) Lo sviluppo di apparecchiature psicotroniche per aumentare le capacità di
sensitivi e soggetti dotati di poteri psichici
6) La materializzazione di oggetti da parte di sensitivi
7) La distruzione di oggetti e l'uccisione di persone a distanza.

Di certo vi è un enorme consumo di energia elettrica per ammissione dell'azienda elettrica LILCO (Long Island Lighting Company). C'è un generatore attivo situato presso un garage, ufficialmente adibito ad alloggiare le attrezzature per la manutenzione del verde pubblico, ma sproporzionatamente grande per tale funzione. Situato a Camp Hero, nel parco che appartiene allo Stato di New York, può erogare fino ad un massimo di 70 megawatt, anche se nel 1993-1995 ne produceva solo venti, comunque esagerati per dei lavori di giardinaggio. L'ipotesi di Nichols è che lo si impieghi per alimentare i consumi delle strutture sotterranee. Inoltre a Mountak verso il 1994 fu riattivata una centrale elettrica di emergenza da 100 Megawatt, una potenza secondo la LILCO sproporzionata per la fornitura ai piccoli centri di Montauk, East Hampton, etc., anche in caso di forte afflusso turistico.
Un altro fatto storico sicuramente provato ed inoppugnabile è l'ingiustizia perpetrata ai danni della popolazione di Montauk. Con un processo farsa iniziato nel 1908 venne fraudolentemente sottratta la terra ai nativi americani della tribù Montauk, dichiarati estinti il 9 dicembre 1910, in quanto incrociati con coniugi afro-americani e caratterizzati da una carnagione molto più scura dei "Pellerossa" puri. Non essendo abbastanza ricchi per permettersi buoni avvocati, dovettero accettare la sconfitta e fu così possibile costruire la base Aeronautica di Montauk, probabilmente anche un vasto complesso sotterraneo, sulla terra appartenuta ai Montauk, per loro sacra. Esiste il fondato sospetto che questo potenziale tecnico-scientifico e, all'occorrenza bellico, sia stato utilizzato anche contro gli alieni, in un'operazione di abbattimento UFO, non accidentale, ma deliberato. Lo riporta lo stesso Nichols, che afferma di aver lavorato per il Montauk Project e di esserne uscito negli anni '80, riuscendo a vincere il condizionamento psicologico cui era stato sottoposto.

Particelle e microonde
A pag. 117 di "Montauk Revisited" (Sky Books, 1994) Nichols afferma che nel 1989, quando lavorava per la BJM, una corporation appaltatrice nel campo delle installazioni elettroniche per la difesa statunitense, contribuì ad abbattere l' UFO che precipitò presso la Baia di Moriches, a Long Island. Nichols sostiene che, insieme ad altri tecnici e scienziati, trasmise determinate frequenze radio ad alta potenza che mandarono in tilt la guida antigravitazionale del disco, che cadde. Nella base Aeronautica di Mountak c'è anche un potente radar di grosso diametro, visto dagli autori per la prima volta nell¹estate 1993.
Stranamente, gli uccelli che si trovavano vicino al radar restavano immobili, anche quando Nichols e Moon li bersagliarono con dei sassi. Inoltre la videocamera di Nichols non funzionò nei pressi del radar, nonostante fosse adeguatamente schermata per le emissioni di microonde. Un sedicente addetto alle pubbliche relazioni della ditta Cardion, disse a Moon che si trattava di un radar sperimentale atto all'individuazione di natanti usati per il traffico della droga. Secondo Nichols, esperto in elettronica, a tal fine sarebbero bastati radar molto più economici, alla portata dei paesi del terzo mondo e già in commercio da anni.
Inoltre gli scrittori notarono la presenza di alcune strutture sotterranee al di sotto del radar e nelle vicinanze. Tra di esse c'erano i chiari segni di un ambiente circolare. Un fisico nucleare amico di Nichols espresse il parere che fosse un acceleratore di particelle. Quindi si potrebbe trattare di un radar che emette raggi composti da particelle subatomiche (molto spesso neutroni). Ciò significa che le emissioni di questo radar contengono molta più energia cinetica rispetto ai radar ordinari. Gli impieghi più probabili di questo radar sono:

1) L'abbattimento di oggetti volanti non identificati come amici, inclusi anche gli UFO e gli IAC;
2) L'emissione di onde di potenza insufficiente a danneggiare le strutture metalliche di un aereo o di una nave o il campo di forza di un UFO, dirette verso l'interno degli Stati Uniti per trasmettere messaggi direttamente al cervello delle persone, ottenendo un condizionamento della volontà altrui. Si tratta di emissioni abbastanza forti da provocare un certo numero di tumori nella popolazione.

Stando ancora a Preston Nichols, presso i Laboratori Nazionali di Brookhaven, a Long Island, si trova un enorme acceleratore di particelle, complesso che accelera i neutroni fino al 50% della velocità della luce, poi un condotto dirige le particelle verso un secondo anello più piccolo che si trova appena sotto il livello del terreno nell¹ex base USAF di Montauk. Nell'acceleratore (diametro di 625 piedi, circa 190 metri) i neutroni vengono portati a velocità prossime a quelle della luce, quindi vengono introdotti in un Klystron (amplificatore di particelle) che dà forma a dei "pacchetti" quantistici di particelle. Le particelle in tutto questo percorso sono sempre estremamente ricche di energia. Infine i "pacchetti" raggiungono uno specchio elettronico dotato di magneti di localizzazione che li trasmette contro l'obiettivo.
Queste particelle vengono convogliate in un raggio modulato sulla frequenza portante di 435 Mhz., paragonabile ad una specie di treno con vagoni che guidano le particelle verso l'obiettivo. Se tutto ciò corrispondesse a verità, questi apparati danno l'equivalente elettromagnetico di una mazzata contro il "target" nemico, un raggio capace di penetrare all¹interno del campo di forze che circonda un UFO e che fa parte del suo sistema propulsivo, molto più efficacemente di un laser. Esiste il fondato sospetto che questo armamentario sia stato utilizzato anche contro gli alieni, in varie operazioni di abbattimento di uno o più UFO.

Sotto processo
Negli anni tra il 1990 ed il 1995 Preston B. Nichols divenne membro del LIUFON e consulente per le questioni tecnico-scientifiche, oltre che amico personale di John Ford, presidente del LIUFON. Il 23/6/1996 i mass-media diedero notizia dell¹arresto di Ford, unitamente a Joseph Mazzucchelli, 42 anni e Edward Zabo, elettricista della Northrop Gunman Co, accusati di complotto per avvelenare mediante materiale radioattivo alcuni esponenti politici locali e incendiare la sede del Partito Repubblicano. Il piano quindi sarebbe proseguito con una specie di grottesco mini golpe locale per prendere il potere nella contea di Suffolk. Zabo avrebbe venduto a Ford quantità letali di un radioisotopo rubato dall¹installazione Northrop.
Il procuratore James M. Catterson all'epoca paragonò i tre sospetti a Saddam Hussein, agli attentatori del World Trade Center (il primo attentato) e di Oklahoma City. Catterson cercò di dimostrare che i tre componenti del LIUFON erano psicopatici, ad esempio, nel caso di Ford, in quanto aveva scritto e spedito ai soci LIUFON un bollettino in cui si affermava che nel 1995 le foreste di Pine Barrens erano state incendiate a causa della caduta di un enorme UFO. Nella circolare si affermava anche che agenti di polizia della contea e dell'FBI avevano appiccato diversi incendi per distrarre l'attenzione della gente ed attuare il cover-up; inoltre, Mazzucchelli era stato avvertito di un complotto di agenti governativi per ucciderlo con il benestare della polizia locale. Anche la Northrop e il Ministero della Difesa avevano aperto due inchieste.
I tre indiziati si proclamarono innocenti. L'unica prova a carico presentata dal procuratore era una raccolta di intercettazioni telefoniche molto confuse, in cui sarebbe stato delineato il complotto. Nel novembre 1997 è stata emessa la sentenza: internamento in manicomio a tempo indeterminato non inferiore ad un anno per John Ford e pene minori per gli altri due.

Il caso Victorian
Un argomento che gli scettici accampano per demolire le nostre ricerche in questo campo così delicato, è che gli apparati militari del mondo non perdono tempo con tali balordaggini. In realtà, i ministeri della difesa di tutto il mondo si occupano dei fenomeni extraterrestri fino alla paranoia. Sulla rivista "Lobster" n° 32 pag. 30-32, vennero esposte da Armen Victorian alcune vicende da lui vissute in prima persona. Victorian (sulla cui figura di recente si sono intrecciate ampie discussioni soprattutto in seno agli ambienti ufologici britannici, N.d.R.) è un britannico di origine armena, ufologo indipendente, politologo e teorico delle cospirazioni, spesso in contrasto con gli altri ufologi.
Victorian riportò varie informazioni a suo dire da lui ricevute dal NORAD (North American Air Defense, con sede in un bunker a Colorado Springs, proprio dove Tesla condusse alcuni suoi esperimenti). Secondo Victoria, dopo il 17/12/1969, con la chiusura del BLUE BOOK, grazie alla Commissione Condon, gli UFO vennero stati rinominati e riclassificati come:

UCT - UNCORRELATED TARGET o UTR - UNCORRELATED TARGET REPORT (Obiettivo Non Correlato ad origine conosciuta) se si trova all'interno dell'atmosfera terrestre.
UCE - UNCORRELATED EVENT o UER - UNCORRELATED EVENT REPORT (Evento non correlato ad origine conosciuta) se si trova nello spazio esterno.

Il termine "Target" non deve far pensare ad una campagna pubblicitaria, bensì ad una potenziale pericolosità e quindi ad un possibile tentativo di distruzione dell'intruso da parte americana. Ciò smentisce le conclusioni di Condon, secondo cui gli UFO non costituivano e non costituiranno mai motivo di interesse per la difesa (lettere del NORAD allo scrittore del 13/11/1995 e 19/12/1995 e dell'U.S. Space Command del 28/4/1993 e 7/4/1994). Inoltre Victorian si recò a Washington nel 1996 e l'ONI (Office Of Naval Intelligence) lo indirizzò presso un piccolo edificio non lontano dal Pentagono, la Pentagon House, di proprietà del Dipartimento della Difesa USA. I funzionari a colloquio con Victorian dissero che ufficialmente non si occupavano di quelle cose, ma che ufficiosamente erano immensamente interessati a qualunque rapporto o informazione grezza che lui fosse in grado di fornirgli, nonostante fosse un civile e privo di una rete stabile ed affidabile che un centro ufologico organizzato potesse garantire.
Appare ancora una volta evidente la condotta menzognera e disonesta di Condon, e risulta molto ridicolo il cover-up perdurato per oltre 50 anni, se gli apparati della difesa nordamericana conversano esplicitamente su corrispondenza non classificata e per di più con un giornalista riguardo all'argomento tabù per eccellenza: UFO e visite extraterrestri. Per concludere, nel 1992 a Houston, in Texas, l¹ufologo e pilota civile americano Ron Madley è riuscito ad ottenere, grazie alla ottusità di James Oberg, braccio destro di Philip J. Klass, sei spezzoni di filmati della NASA, seminascosti nel centro Goddard. In queste riprese si vedono i cosiddetti "ciottoli brillanti" sparati contro gli UFO, oltre a quello ottenuto da Richard Hoagland nel 1992 (uno dei sei era già stato ottenuto da Hoagland nel 1991). In questa trattazione ho volutamente trascurato tali filmati, ritenendoli afferenti a sistemi poco efficaci e tecnologicamente obsoleti.

Fire.ufoonline
00venerdì 29 luglio 2011 13:09
Bè queste storie riguardo Montauk e radar anti-ufo li prenderei con le pinze,e di molto.
Una piccola riflessione.
Ora non sono un'esperto radar, comunque so per certo che i radar di nuova generazione AESA (Active Electronic Scanned Array) con la giusta quantità di potenza e potendo rimanere focalizzati sull'obbiettivo abbastanza a lungo,possono danneggiare e compromettere i circuiti elettronici e quindi hanno la potenziale capacità di neutralizzare missili nemici in arrivo.
Questo nel 2011.
Ma io penso,se già si avevano queste genere di capacità negli anni 40 perchè non sono mai stati usati prima? Insomma se questi radar erano talmente potenti da interferire con l'apparato propulsivo di un UFO,tanto da riuscire a neutralizzarlo,a maggior ragione sarebbe stato molto efficace anche nei riguardi dei mezzi convenzionali nemici. Allora perchè non sono mai stati messi in campo? Si era in piena guerra fredda poi, avvolte erano addirittura paranoici riguardo la minaccia percepita,se hai a disposizione un sistema simile...
Ripeto parlo da "profano" fondalmentalmente,però questa storia specifica non mi quadra molto.
Cova_minimale
00venerdì 29 luglio 2011 14:18
Re:
Fire.ufoonline, 29/07/2011 13.09:

Bè queste storie riguardo Montauk e radar anti-ufo li prenderei con le pinze,e di molto.
Una piccola riflessione.
Ora non sono un'esperto radar, comunque so per certo che i radar di nuova generazione AESA (Active Electronic Scanned Array) con la giusta quantità di potenza e potendo rimanere focalizzati sull'obbiettivo abbastanza a lungo,possono danneggiare e compromettere i circuiti elettronici e quindi hanno la potenziale capacità di neutralizzare missili nemici in arrivo.
Questo nel 2011.
Ma io penso,se già si avevano queste genere di capacità negli anni 40 perchè non sono mai stati usati prima? Insomma se questi radar erano talmente potenti da interferire con l'apparato propulsivo di un UFO,tanto da riuscire a neutralizzarlo,a maggior ragione sarebbe stato molto efficace anche nei riguardi dei mezzi convenzionali nemici. Allora perchè non sono mai stati messi in campo? Si era in piena guerra fredda poi, avvolte erano addirittura paranoici riguardo la minaccia percepita,se hai a disposizione un sistema simile...
Ripeto parlo da "profano" fondalmentalmente,però questa storia specifica non mi quadra molto.




Fire non sono mai stati resi pubblici appunto per la loro incredibile forza e versatilità...E' naturale tenere nascoste tecnologie che possono cambiare la storia, perchè se no si perderebbe quella superiorità militare su cui gli States contano, tutto ciò che usiamo noi ora è frutto delle ricerche e dell'uso militare che hanno fatto i militare 40 o anche 60 anni fa, un esempio stupido può essere anche il pc o internet.
Dopo che esistano davvero o no è un altro conto però se esistono armi tnt pontenti di sicuro ora come ora non lo sapremo...forse un girono quando per loro saranno obsolete verrano "donate" all'umanità.
Sheenky
00venerdì 29 luglio 2011 14:45
Ricordo comunque che in ufologia ogni dichiarazione va presa con le pinze fino a quando si potranno fare delle verifiche ;)
Sheenky
00venerdì 29 luglio 2011 18:39
LE MANIFESTAZIONI SU ROMA
DATA: 6 E 7 NOVEMBRE 1954



Ricostruzione dell'avvistamento

Il 6 novembre 1954, sabato, verso le 11 a.m. ero nel quartiere Tuscolano, quando vidi nel cielo alcuni puntini bianchi. Intorno a me erano una ventina di operai dello stabilimento Neri, di acque minerali. Mi recai allora sulla terrazza dello stabilimento. E vi rimasi per due ore avvinto da quello che non saprei descrivere se non come lo spettacolo più emozionante della mia vita. Molte persone che erano con me si stancarono presto la vista, o se ne andarono per motivi di lavoro. Alcuni rimasero. Cominciai ad essere veramente stupito quando vidi una prima squadriglia di "quattro" apparecchi in "perfetta formazione a losanga". Gli apparecchi erano altissimi, ma il cielo era sereno e azzurro: sembravano capocchie bianche di spilli.
Nonostante la chiarezza del cielo, gli apparecchi erano visibili, quasi sempre per 30-40 secondi al massimo: poi scomparivano fra le brume. A distanza di 3-4 minuti vidi altre squadriglie di 4 apparecchi a losanga, di 7 a "delta", di 12 a largo angolo ottuso.
Qualche volta (ma non sempre) gli apparecchi lasciavano una cortissima scia bluastra, spesso brillavano al sole e nel cielo appariva allora come una piccola scintilla.
Dopo circa mezz'ora, calcolai che almeno una cinquantina di apparecchi dovevano essere presenti nel cielo di Roma, ma non potevo vederli che a gruppi e saltuariamente.
Chi erano? Reattori americani di nuovo tipo? Pensavo alla emozione della popolazione, perché ritenevo che tutta la città li stesse osservando. Ma come compresi in seguito, quando operano a simile altezza, questi apparecchi non provocano il tipo di avvistamento collettivo, che avviene invece quando operano a quota più bassa (3-4000 metri).

LA FORMAZIONE "A CROCE"
A mezzogiorno preciso vidi una formazione perfetta a "V" di venti apparecchi, la più numerosa vista fino a quel momento, procedere da oriente verso Ostia. Quasi contemporaneamente, ne vidi un'altra identica procedere in "senso opposto". Fu questione di poche decine di secondi. Le due squadriglie si incontrarono, si congiunsero ai vertici delle grandi "V" e formarono una perfetta "Croce Greca" di esattamente quaranta apparecchi (dieci per ciascun braccio).
La croce ruotò su sé stessa di tre quarti di giro trasformandosi in una X. Poi le due squadriglie si distaccarono, formando ciascuna una serpentina di 20 apparecchi. Dopo alcune curve nel cielo, le due serpentine scomparirono alla vista, portandosi ad una quota superiore. Tutta la manovra era durata, complessivamente, circa tre minuti.
La croce era stata disegnata in direzione di Trastevere-Montemario e cioè nel cielo sovrastante la Città del Vaticano.
Avevo la sensazione di aver assistito a qualche cosa di nuovo e di supremamente grande. Era indubbiamente l'emozione più forte che avessi provata nella mia esistenza. Erano americani? Mi ricordai in quel momento la data: 6 novembre, vigilia dell'Anniversario della Rivoluzione Russa. Erano forse russi? Cominciai a notare che dal cielo cadevano lunghissimi filamenti lucenti (di otto, dieci metri) sottilissimi. Avevo visto cadere la stagnola antiradar degli apparecchi americani, durante la guerra. Non era la stessa cosa. Questi filamenti erano sottilissimi: sembravano fili di ragnatela. Riuscii a prendesse uno: poteva sembrare una materia vetrosa, che si volatizzava dopo qualche tempo.
Gli apparecchi continuarono ad apparire, a volte in squadriglie, a volte in fila indiana.
Compresi, in seguito, che si trattava di una precisa manovra che si ripeteva. Notai che quando gli apparecchi si concentravano nel medesimo punto del cielo, si formava, al di sotto, una specie di alone bluastro opaco mentre gli apparecchi compivano cerchi al di sopra.
Ad un certo momento vidi convergere in un determinato punto del cielo, proprio in direzione del centro di Roma, alcune squadriglie: tre, quattro, cinque, sei, sette. Contai l'uno dopo l'altro fino ad ottantacinque apparecchi.
Realizzai che ve ne dovevano essere su Roma, in quel momento, almeno un centinaio. Seguii il va e vieni di questi apparecchi fino alle 13. Verso questa ora scomparvero definitivamente. In quale direzione? Attesi con curiosità le edizioni dei giornali della sera. Con mia enorme sorpresa non vi era una parola della manifestazione.
Mi recai alla redazione di un giornale ("Il Secolo") e ne parlai ad amici giornalisti. Mi guardarono increduli. Dissi allora che preferivo non si pubblicasse nulla. Pensavo che le Autorità avessero avuto motivi per non diramare la notizia alla stampa.

RITORNANO IL 7 NOVEMBRE
Cercai sui giornali della domenica mattina, 7 novembre: nulla. Andai allora dal Direttore Generale degli Affari politici del Ministero degli Esteri. Anch'egli non era al corrente di nulla. Mi ascoltò attentamente: sapevo che, conoscendomi da venticinque anni, non avrebbe potuto mettere in dubbio le mie parole. Esaminammo insieme la manifestazione e la data.
Tornai poi allo Stabilimento Neri, nella zona Tuscolana. Verso le 11,30 salii sulla terrazza da dove avevo osservato la manifestazione del giorno prima. Il cielo era ancora più limpido del giorno precedente: una mattinata cristallina, splendida. Con meraviglia mi accorsi che gli apparecchi erano nuovamente nel cielo di Roma. Sempre altissimi. Li distinsi dopo averne visto brillare qualcuno al sole. Vidi poi la grande ombra bluastra del "concentramento", sulla zona Flaminia-Nomentana. La manifestazione si svolse per ben due ore e mezza, cioè fino alle 14. Non mi mossi più dalla terrazza. Mi fu possibile a poco a poco comprendere la manovra che questi apparecchi svolgevano. Era sempre la stessa: essi si concentravano in un determinato punto del cielo, provenendo da direzioni diverse e arrivando nel concentramento "sempre in formazione". In questo concentramento gli apparecchi compivano numerosi giri concentrici. Poi, dopo circa cinque minuti, lasciavano il concentramento e si vedevano allora uscire dall'alone opaco, nel cielo limpido, "sempre in fila indiana" di sette otto, prendendo direzioni diverse, a raggiera. La squadriglia regolamentare doveva essere di sette apparecchi. Qualche volta, nell'uscita dal concentramento, due squadriglie si susseguivano in fila indiana e potei contare così sino a quattordici apparecchi l'uno dietro l'altro.
Gli apparecchi scomparivano per una decina di minuti: compivano, probabilmente, larghi giri nel Lazio. (?) Poi riapparivano "in formazione", per operare un nuovo concentramento in un altro punto del cielo. Quando ripartivano erano di nuovo "in fila indiana"; e così di seguito.
Il 7 novembre 1954 mi fu possibile contare cinque di questi concentramenti e precisamente: il primo sulla zona Nomentana-Flaminio; il secondo sulla zona del centro (Stazione Termini-Piazza Vittorio); il terzo sulla zona S. Giovanni; il quarto sulla zona Tuscolana, proprio sulla mia testa, il quinto, l'ultimo, sulla zona Tiburtina.
Compresi che anche il giorno precedente il movimento degli apparecchi, che mi era apparso confuso, si era svolto, invece, eseguendo questa manovra. I concentramenti del 6 novembre erano avvenuti nella parte occidentale di Roma (Nomentana, Trastevere, Ostiense, Piazza Garibaldi). Mentre il 6 novembre non avevo potuto vedere che direzione avessero preso gli apparecchi alla fine della manifestazione, il 7 novembre vidi alcune squadriglie prendere la direzione dell'Abruzzo e scomparire. Erano circa le 14. Gli apparecchi avevano dunque operato su Roma per due ore e mezza consecutive. Questo tempo sarebbe stato sufficiente per bombardare tutte le Basi Navali del Mediterraneo occidentale. Si trattava di una autonomia rivoluzionaria "inconcepibile".
(Anche il 7 novembre avevo visto cadere dal cielo i lunghi filamenti vetrosi che scintillavano al sole, prova evidente della presenza fisica di questi apparecchi).
Mi recai a colazione al Circolo del Golf e verso le 16 andai a Ciampino. Il Colonnello Comandante del Campo, dopo aver ascoltato con meraviglia le mie parole, mi disse che "tutto era tranquillo e che non si era notato nulla di speciale" (!!).

Fonte: Dal libro del Console Perego: "Gli extraterrestri sono tornati"



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LA TESTIMONIANZA DI MASSIMO STACCIOLI

Avevo 10 anni, frequentavo la V Elementare, quel giorno,di sabato, facevo il turno pomeridiano di scuola, quindi ero a casa a fare i compiti. La finestra della stanza in cui ero dava su una delle piu note piazze romane : Campo de' fiori,quindi una visuale ampia, e sotto, visto che era mattina vi era il ben noto mercato all'aperto (lo dico perché sarà un particolare che serve). Verso le ore 11.00, mia sorella , piu grande di me, che era in finestra, mi chiama a gran voce per vedere quanti bei palloni sonda volassero in cielo in quel momento! Sapeva che a me piaceva tutto ciò che volava; conoscevo ad esempio molto bene qualsiasi aereo ed il traffico di procedura di discesa per l'unico aeroporto di Roma, allora Ciampino, in quanto gli aerei in attesa di atterraggio (holding), giravano tutti sul centro della Capitale, sulla mia testa insomma e con il mio piccolo cannocchiale mi divertivo spesso a guardarli. Non divaghiamo, mi precipitai alla finestra e subito con mio grande stupore mi accorsi di quello che non stavo vedendo...cioè palloni sonda , e tutti in formazione a V ! La mia bocca rimase spalancata, pensai "di palloni ne vengono lanciati uno per volta, massimo due! E poi, tutti in formazione perfetta..." pensai a dei palloncini sfuggiti ad un rivenditore, ma correvano e non c'era vento! (Quando tirava vento, in piazza le tende delle bancarelle sottostanti si gonfiavano proprio come delle vele, anzi qualcuna , con mio divertimento, si ribaltava anche...). E allora...? Cosa stavo osservando? Di UFO non ne sapevo niente. Corsi giù in strada, dalla parte opposta da cui stavo osservando e mi ritrovai con il naso all'insu' in un'altra piazza (già, l'ingresso del portone era da piazza Farnese e le finestre sull'altra piazza), quella bella strana formazione era lassù che continuava a volare verso il Vaticano, come direzione, l'altezza di quei bei pallini bianchi sul bellissimo cielo azzurro di novembre poteva essere stimata sui 4 / 5 mila m. C'era un altro problema in quella formazione... Tutti quei pallini bianchi (ora direi dischi) dondolavano, o meglio, oscillavano in avanti e in dietro, quasi impercettibilmente tra di loro. Ad un certo punto , quando stavo per perderli a causa del palazzo di fronte, mi accorsi che un'altra formazione di altrettanti oggetti andava incontro alla precedente; il palazzo dell'ambasciata francese mi impedi' di vedere il resto... Poi ero piccolo, non potevo allontanarmi per vedere meglio, d'altronde non sapevo cosa stava effettivamente succedendo... Qualche giorno dopo lessi alcuni quotidiani in un'edicola vicino casa mia, che si erano di nuovo visti i Dischi Volanti su Roma... E cosa erano ? Pero' ricordo bene che mentre LI guardavo mi tremavano le gambe ! Seppi poi da un libro dell'allora console Perego (uno dei primi ufologi italiani ) che quelle due formazioni, anche da lui osservate, avevano composto una sorta di croce greca, sciogliendosi e ricomponendosi più di una volta (come evidentemente a far vedere che la cosa non era una casualità ); e quando si concentravano cadeva quella strana sostanza chiamata bambagia silicea.

Fonte: Massimo Staccioli (Ex Sottuff/le dell'Aeronautica Militare; RADARISTA - Difesa Aerea, per 35 anni. Base Intercettori Teleguidati della 1° Aerobrigata Missili)
Sheenky
00sabato 30 luglio 2011 08:30
UFO'S INTERROMPONO PARTITA DI CALCIO A FIRENZE
DATA: 27 OTTOBRE 1954


E’ il 27 ottobre del 1954, gli abitanti della città di Prato sono improvvisamente sconvolti da una visione che si para loro innanzi: due grossi oggetti volanti luminosi e dalla forma di sigaro, seguiti da una lunga scia bianca e vaporosa, attraversano il cielo. Ad un certo punto i due “velivoli” compiono una brusca virata di 45° e si dirigono alla volta di Firenze.
Nel tranquillo capoluogo Toscano è un giorno particolare: l’attenzione di tutta la cittadinanza è rivolta allo Stadio Artemio Franchi dove si sta disputando la partita di calcio tra la Fiorentina e la Pistoiese…Ben presto però gli occhi degli spettatori sono destinati a sollevarsi dal campo di gioco e persino il sentito derby viene bruscamente interrotto da un avvenimento tanto incomprensibile quanto sconvolgente: alle 14.20 nel cielo di Firenze appare una vera e propria squadriglia formata da oltre 20 oggetti volanti non identificati che sembrano procedere in formazione e sfrecciano ad una velocità molto elevata in direzione Nord Ovest - Sud Est, dalle Cascine verso il quartiere di Rovezzano; alcuni hanno l'aspetto di ali d'aquila, altri presentano una forma di goccia e infine chiudono la processione dei dischi piatti, bianchi e lucenti. Il contatto dura ben 15 minuti e in questo lasso di tempo la redazione de "La Nazione" viene letteralmente sommersa dalle telefonate di centinaia di cittadini terrorizzati; il capocronista Giorgio Batini, sale immediatamente sul tetto assieme ad altri colleghi e tutti hanno modo di assistere ad una visione stupefacente: uno stormo di oggetti luminosi sta sfrecciando sopra al Duomo di Firenze.
Il fenomeno più sconvolgente però è quello a cui hanno modo di assistere le migliaia di tifosi presenti alla partita: all’inizio del secondo tempo infatti l'intero stadio, calciatori compresi, alza gli occhi al cielo, persino Ferruccio Valcareggi, allenatore della Fiorentina e futuro tecnico della Nazionale, osserva la scena attonito e l'arbitro si vede costretto ad interrompere il derby. Per ben 11 minuti la squadriglia di Ufo sosta sopra l’“Artemio Franchi” eseguendo evoluzioni acrobatiche per poi sfrecciare via a zig zag.
La situazione è a dir poco incredibile: migliaia di testimonianze collettive, un'intera città con gli occhi rivolti al cielo e non è ancora tutto. Dopo l'avvistamento, infatti, per oltre mezz’ora, Firenze viene investita da una misteriosa “nevicata”: l’intera città viene ricoperta da una strana sostanza bianca lanuginosa ed appiccicosa che imbianca i tetti e che si smaterializza al contatto con le mani. Alfredo Jacopozzi, al tempo studente di ingegneria, riesce a raccogliere alcuni frammenti della sostanza in un contenitore di vetro sterilizzato e lo porta ad far analizzare presso l'Istituto di Chimica Analitica dell'Università di Firenze. Dopo aver proceduto ad analisi accurate, il direttore dell'Istituto - Prof. Giovanni Canneri - ufficialmente dichiara che “Si tratta di una materia a struttura fibrosa con notevole resistenza meccanica alla trazione e alla torsione. Sottoposta a riscaldamento, imbrunisce lasciando un residuo fusibile e trasparente. Il residuo fusibile mostra spettrograficamente di contenere prevalentemente Boro, Silicio, Calcio e Magnesio. In via puramente ipotetica, la sostanza esaminata nella scala microchimica potrebbe essere un vetro borosilicico.” Il giorno seguente è ancora il giornalista Batini a portare in istituto una notevole quantità di quella strana ragnatela, raccolta nei boschi attorno a Firenze.
Le tracce lasciate dagli Ufo vengono chiamate "Capelli d'Angelo" o "Bambagia Silicea": ne esistono oltre 270 casi documentati raccolti dal Centro Ufologico Nazionale Italiano. Alcuni biologi sostengono che si tratti di una particolare ragnatela prodotta da una specie di aracnide migratore che usa le correnti aeree; secondo altri sarebbero residui chimici delle lavorazioni tessili dispersi in atmosfera mentre per altri ancora potrebbero essere frammenti di una paglia antiradar usata dagli aerei negli anni '50.
Davvero numerose sono state le teorie relative a questo materiale lasciato dagli Ufo al loro passaggio: un funzionario dell’aeroporto fiorentino di Peretola sostiene che la teoria delle ragnatele asserendo che talvolta il vento le raccoglie e ne fa una grossa palla, poi qualche corrente ascensionale le porta in alto dove colpite dalla luce solare divengono luminosissime. Il Professor Piccardi dell’Istituto di Chimica e Fisica dell’Università di Firenze, interrogato sull’argomento, tende ad escludere che la sostanza vetrosa sia stata lasciata cadere da un aereo, mentre ipotizza che il vento possa aver trascinato e fatto cadere sulla città le emissioni di qualche vetreria. Vasco Magrini, un esperto pilota di aerei, sostiene che se un velivolo perde lana di vetro significa che sta letteralmente sfasciandosi, oppure che i membri dell’equipaggio si stanno disfacendo in volo (cosa peraltro vietatissima) di sostanze utilizzate come isolante termico; questa ipotesi sarebbe poi avallata dal fatto che in concomitanza di alcune apparizioni sarebbe stato udito dai testimoni proprio il rombo di un aereoplano.
La teoria più razionale, ma se vogliamo dissacrante, è però quella esposta dal Prof. Guglielmo Righini, responsabile dell’osservatorio di Arcetri: secondo lui infatti non si sarebbe verificato alcun avvistamento di dischi volanti bensì un semplice fenomeno di ottica atmosferica. Considerate l’ora e la posizione del sole, lo studioso sostiene che la bambagia avrebbe semplicemente dato origine a fenomeni di riflessione che la suggestione di massa avrebbe poi fatto scambiare per palloni volanti o Ufo. Nessuna di queste teorie riesce però a spiegare come una quantità così grande sia potuta cadere su un'unica città ed in un solo giorno, e tutte lasciano inoltre insoluti i misteri relativi alla provenienza della “nevicata” di materiale vetroso nonché i fenomeni di contatti notturni verificatisi in quei giorni a Firenze e nel resto della Toscana, in particolare un disco luminoso avvistato di notte da un medico fiorentino al rientro dal lavoro: questi inoltre era in auto con un amico che ha a sua volta distinto nitidamente il disco.
Nei giorni seguenti strane nevicate e avvistamenti simili si susseguono numerosi in Italia (a Perugia, Civitavecchia e Lucca) e persino all’estero.
La storia di quel 27 ottobre continua a rimanere ancora oggi ben viva nella memoria di molti testimoni: che si tratti di fenomeni atmosferici, di visioni collettive o di vera e propria attività aliena non è dato sapere…almeno a noi civili…Eh si, infatti dimenticavo quasi di dirvi che subito dopo l’apparizione degli Ufo su Firenze le campagne circostanti iniziarono ad essere oggetto di altre numerose apparizioni: quelle di alcuni misteriosi figuri che i contadini del Valdarno chiamavano semplicemente “Ispettori”, con tutta probabilità funzionari dei servizi segreti militari inviati dal Ministero a raccogliere il maggior numero d’informazioni e testimonianze possibili sull’argomento.
Un po’ strano tanto interessamento per un semplice fenomeno atmosferico non vi pare ?
L'episodio del 27 ottobre ’54, che ancora oggi nonostante le migliaia di teorie e supposizioni al riguardo, non ha ancora trovato una spiegazione definitiva, riveste un’importanza particolare poiché si tratta forse dell’unico “contatto” a memoria d’uomo che ha visto coinvolte migliaia di persone contemporaneamente ed in pieno giorno facendo traballare seriamente anche le convinzioni degli scettici più accaniti.
Indubbiamente l’avvistamento di massa fiorentino un effetto molto significativo lo ha nei confronti della gente e soprattutto della stampa che da quel momento in poi inizia a trattare senza alcun timore la tematica degli Ufo diffondendo testimonianze e rapporti relativi all’attività aliena che solo poco tempo prima sarebbe stato impensabile rendere di dominio pubblico.
Uno dei primi segnali in tal senso è rappresentato dalla lettera scritta dal Professor Malvezzi e pubblicata sulle pagine de “La Nazione”: lo studioso riporta un ricordo personale risalente al 1942, periodo in cui a nessuno passava lontanamente per la testa di parlare di Ufo, quando avrebbe notato una grande palla verde e quindi oggetto sigariforme, concludendo che le apparizioni saltuarie e isolate di luci cui aveva assistito in passato non erano neanche lontanamente comparabili alle piogge di meteore che aveva avuto modo di osservare anni prima.
Il quotidiano nei giorni successivi riporta anche notizie di fenomeni simili avvenuti all'estero:
a Losanna in Svizzera, ad esempio, alcuni agenti della gendarmeria avevano raccolto ed analizzato i frammenti di un disco volante che si era letteralmente sgretolato davanti ai loro occhi; i Vigili del Fuoco di Asmara avevano avvistato un oggetto splendente di forma rotonda mentre un “sigaro volante” era atterrato in un'azienda agricola vicino a Tripoli ed il titolare prima di venire colpito da una violenta scarica elettrica aveva scorto all'interno sei esseri, dall'aspetto assolutamente umano, in tuta gialla.
Il 27 ottobre del 1954 a Firenze è accaduta effettivamente una cosa molto importante: ha iniziato a crollare il muro di omertà attorno agli avvistamenti.




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L'ARTICOLO SULLA RIVISTA "FOCUS"






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SERVIZIO DI VOYAGER SU QUESTO CASO

Sheenky
00sabato 30 luglio 2011 08:34
I CROCIATI DEGLI UFO

Già negli anni Sessanta, negli USA, molti ufologi, ricercatori, scrittori e giornalisti scomparvero in circostanze poco chiare. Forse, perché avevano compiuto con onore il loro dovere
di Otto O. Binder


Negli ultimi dieci anni, non meno di 137 ricercatori sui dischi volanti, scrittori, scienziati, e testimoni, sono morti - molti nelle più misteriose circostanze. Sono stati messi a tacere, per sempre, perché si erano troppo avvicinati alla verità? Mancavano pochi giorni all’apertura del Congresso degli Ufologi Scientifici, del 1967, quando Gray Barker, organizzatore della manifestazione, ricevette due lettere e una chiamata telefonica che lo informavano che il giornalista e ufologo Frank Edwards sarebbe morto durante il congresso. All’indomani dell’inizio della manifestazione, ci fu un annuncio: Frank Edwards era stato stroncato da un “apparente” attacco cardiaco. Come è possibile che qualcuno sapesse dell’imminente morte di Edwards, a meno che questa non fosse stata pianificata? Era il 24 Giugno 1967 e a New York City faceva un caldo torrido. Ma un brivido gelido percorse il pubblico assiepato nella sala del Commodore Hotel quando Jim Moseley, Presidente della First World UFO Convention, poi divenuta nota come “Congresso degli Ufologi Scientifici”, richiamò l’attenzione dell’uditorio con la seguente allarmante dichiarazione: “Vi prego. Un po’ di attenzione”, esordì. L’assemblea piombò nel silenzio. “Abbiamo appena ricevuto una notizia tremenda. Frank Edwards, il noto speaker radiofonico e strenuo difensore della causa dei dischi volanti, è morto oggi, a causa di un attacco di cuore. Aveva 59 anni”.

Un nodo alla gola prese i 2000 presenti. Frank Edwards era stato uno dei principali sostenitori dell’esistenza degli UFO e si era prodigato affinché il pubblico e il governo prestassero attenzione a questo sconcertante fenomeno. Aveva gettato le basi per il rispetto dovuto all’argomento, grazie alla sua ottima reputazione di giornalista.

“Non c’è bisogno di ricordarvi la coincidenza davvero strana di questa notizia”, continuò Moseley, “che la morte di Frank Edwards sia avvenuta lo stesso giorno in cui 20 anni fa apparvero in America i primi grandi titoli sugli UFO. Era infatti il 24 Giugno 1947, quando Kenneth Arnold ebbe il suo famoso avvistamento di nove dischi volanti”.

Frank Edwards se n’era andato nella serata del 23 Giugno, poco prima della mezzanotte. Ma la coincidenza rimane - come se la sua morte fosse stata pianificata per quella data significativa. Pianificata? E da chi? Oppure, fu solo un caso?

E fu ancora per caso che altri due importanti esponenti dell’ufologia americana morirono il 24 Giugno del 1967, e altri due, ancora, lo stesso giorno, ma in anni diversi? Il primo è Arthur Bryant, un contattista che dichiarava di aver incontrato tre Venusiani, fra loro la presunta reincarnazione di George Adasmki, il più famoso contattista della comunità ufologica mondiale.

Il secondo è Richard Church, brillante e giovane presidente del gruppo CIGIUFO, esperto della materia.

Il terzo è Frank Scully, morto il 24 Giugno 1964. Scully scrisse il primo libro significativo sugli UFO, Behind the Flying Saucers, in cui menzionava i “piccoli uomini” o umanoidi alieni, la propulsione elettromagnetica dei dischi, gli effetti EM, e la campagna dell’Air Force per nascondere la verità sugli UFO al pubblico, tutte idee “ridicole” che in seguito avrebbero ottenuto credito.

Willie Ley, 24 Giugno 1969. Famoso scrittore di missilistica e di astronautica, Ley non fu direttamente coinvolto in campo ufologico, ma la sua opera riguarda anche i viaggi spaziali. I dischi volanti sono mezzi per viaggiare nello spazio. Abbiamo quindi personaggi direttamente connessi all’Ufologia, oltre Ley, tutti deceduti il 24 Giugno. Perché proprio in quella data? Una coincidenza? Oppure una data emblematica scelta come avvertimento?

Una decimazione

In ogni caso, è un fatto che negli ultimi 10 anni, non meno di 137 fra ricercatori UFO e contattisti sono deceduti. Molte delle morti sono avvenute in circostanze singolari. La lista di questi nomi è troppo lunga per essere riportata nella sua interezza; saranno menzionati solo i più importanti.

George Adamski, 23 Aprile 1965. Vittima di un attacco di cuore (secondo il certificato di morte) a Silver Springs, Md. Adamski morì nel giro di poche ore, nonostante il ricovero d’urgenza. Il suo corpo fu cremato e sepolto nel Cimitero Nazionale di Arlington. Adamski affermava di aver visto un disco volante atterrare nel sud della California e di aver parlato con il suo pilota, un Venusiano, di fronte a testimoni, fra i quali George Hunt Williamson (che scomparve misteriosamente nel 1965). Adamski dichiarava anche di aver viaggiato su Venere e di essere stato in comunicazione telepatica con gli occupanti del disco. Adamski girò il mondo fino alla sua morte, diffondendo messaggi e inviti provenienti dai nostri “fratelli dello spazio”, a vivere in fratellanza e in pace.

Truman Bethurum, 21 Maggio 1969. Anche lui dichiarava di aver viaggiato in altri mondi a bordo dei dischi volanti. Era un uomo tranquillo, incapace di inventare le fantastiche avventure che raccontava di aver vissuto. In proposito scrisse due libri, prima di spirare serenamente, nel proprio letto.

Barney Hill, 25 Febbraio 1969. Uno dei più noti “contattati”, con la moglie Betty raccontò la loro storia alla TV e durante diverse conferenze. Nessun dubbio sulla loro sincerità.

Mark Probert, 22 Febbraio 1969. Il più eminente chiaroveggente della BSRA (Bordeland Science Research Associates), un’organizzazione fondata da Meade Layne. Probert fungeva da “telefono cosmico” mettendo in comunicazione la Terra con un “cerchio interno” di spiriti defunti, che resero possibile per lui entrare in contatto con gli occupanti dei dischi volanti. Rapporti dei contatti furono poi pubblicati nel bollettino della BSRA. Probert non dichiarò mai di aver visto occupanti, o di aver viaggiato a bordo di dischi volanti.

Meade Layne, 1968. Ci ha lasciato numerosi libri sul suo credo nei dischi volanti.

George Hunt Williamson. Il primo di due grandi misteri. Williamson scomparve durante una spedizione antropologica in Perù, nel 1965. Restano famose le sue esplorazioni di antichi siti Indiani nelle Ande, che egli sospettava ospitassero dischi volanti, campi di atterraggio e basi sotterranee, dove era convinto si fossero insediati. In seguito, effettuò esperimenti mediante contatti radio a onde corte, dichiarando nel 1952 di aver stabilito comunicazioni con gli UFO. Durante tali trasmissioni, diversi dischi volanti furono visti librarsi sulla sua cabina ricetrasmittente. Williamson scrisse molti libri sugli UFO, il più importante fu The Road in the Sky.

Raymond Bernard, 10 Settembre 1966? Il punto di domanda è necessario, in quanto alcuni credono che il dottor Bernard sia ancora vivo. Autore fecondo sulla tematica della Terra Cava (The Hollow Earth, The Inner World, etc.) Bernard riteneva che nelle viscere del pianeta risiedessero esseri provenienti dallo spazio, ovvero “Terrestri interni” e non extraterrestri. I loro dischi volanti uscivano dalla Terra al Polo Nord e Sud, ove, secondo il dottor Bernard, si aprono voragini abissali.

Morris K. Jessup, 20 Aprile 1959. Autorevole astrofisico, credeva fermamente negli UFO e dedicò la sua vita a provarne l’esistenza. Jessup fornì la supervisione dell’installazione del primo importante telescopio nell’emisfero Sud. Scrisse diversi libri, il più famoso resta The Case for the UFO, del 1955. Jessup fu trovato morto nella sua station wagon in un parco di Coral Gables (Fla.) Causa apparente del decesso: suicidio. Lo scarico della vettura venne rinvenuto collegato all’abitacolo. Il certificato di morte dichiarava: “Intossicazione acuta da monossido di carbonio”. La teoria del dottor Jessup riguardo gli UFO è che sono veicoli con cui una razza pigmea proveniente dallo spazio esterno visitò la Terra milioni di anni fa. Questi esseri costruirono una civiltà successivamente distrutta da una calamità naturale. Vestigia di tale civiltà permangono nelle tribù pigmee viventi sulla Terra oggi. Le sue ipotesi furono respinte dall’establishment scientifico. Edward Ruppelt, 1960. Il Capitano Ruppelt guidò il Progetto Blue Book dell’Air Force statunitense per due anni e mezzo. Fu molto più vicino alla causa ufologica, di quanto i suoi critici ammettessero. Nel 1956, scrisse il Rapporto sugli Oggetti Volanti non Identificati nel quale provava che l’Air Force non aveva le basi per negare l’esistenza degli UFO, richiedendo il rilascio delle statistiche sugli UFO da parte dell’USAF. Fu Ruppelt a servire la patata bollente degli UFO alla pubblica opinione, contrattaccando con veemenza alle teorie anti-UFO del dottor Donald Menzel.

Wilbert B. Smith, 27 Dicembre 1962. Eminente scienziato, fu nominato capo del Progetto Magnet dal governo canadese nel 1950; il progetto era designato alle indagini sui dischi volanti, soggetto preso seriamente in considerazione dal governo canadese di quel tempo. Ma l’idea fu ridicolizzata dalla stampa, e ufficiali non favorevoli accantonarono il progetto quattro anni dopo.

Smith dichiarò di aver ricevuto messaggi telepatici dagli UFO e aiutò i gruppi UFO nelle loro ricerche; inoltre analizzò il famoso “frammento di Ottawa” nel quale riscontrò tracce di elementi anomali, forse associabili a un UFO.

Fonte: da un articolo pubblicato nel 1971 sul periodico statunitense “SAGA”
Sheenky
00domenica 31 luglio 2011 11:41
GLI UFO DI CARTA: PRIMA DELL'INIZIO DELL'UFOLOGIA

Un pensiero comune tra tutti coloro che si approcciano alle tematiche ufologiche, è quello che vede la nascita di questa disciplina in relazione all’avvistamento effettuato nel 1947 da Kenneth Arnold.
In realtà il fenomeno era sempre stato sotto gli occhi di tutti, e molti lo avevano sfiorato, se non addirittura usato, a loro insaputa. Questo è il resoconto di quanto accadeva poco prima che Arnold desse il via all’onda mediatica sugli Ufo.


Molto spesso dietro il clamore destato da un grande mistero, oppure da una fortunata intuizione editoriale, si cela la storia di un personaggio che rimane quasi nel buio, una figura che quasi viene sacrificata rispetto all’importanza della notizia.
Questa sorta di “sacrificio” è avvenuto spesso nella storia delle scoperte cosiddette “di confine”, portate avanti dall’intuizione di qualcuno che poi è stato quasi dimenticato, travolto dalla sua stessa creatura.
A volte questi “creatori di miti” sono rimasti nella memoria collettiva, ma ricordati per altri motivi; è quello che, ad esempio, è capitato a Charles Fort, ricordato per le sue accurate documentazioni su tutte quelle strane anomalie che poi presero il suo nome (fenomeni Fortiani), citato per la sua fortunata opera letteraria “Il libro dei Dannati”, ma da tutti ignorato per la sua “inconsapevole” partecipazione all’idea della serie Star Trek!
A qualcuno sembrerà strano questo accoppiamento, eppure, Charles Fort fu proprio colui che coniò e suggerì per la prima volta il termine “Teletrasporto”; coloro se seguirono la prima serie di Star Trek, e coloro che continuano a farlo nelle nuove trasposizioni cinematografiche, sanno benissimo che senza il teletrasporto l’idea della serie televisiva non sarebbe mai stata quella che ricordiamo.
Una sorte quasi simile toccò a Ignatius Donnelly, ricordato come uomo politico americano, ma molto meno come lo scrittore che fece rivivere il mito di Atlantide.
Molti poi non ricordano affatto un certo Ivan T. Sanderson, di professione zoologo, che agli inizi degli anni ’50 riprese la vecchia leggenda indiana di Bigfoot, catalogandone scrupolosamente gli avvistamenti contemporanei e divulgandoli in una serie di articoli a larga diffusione.
Altri ancora non ricorderanno Vincent Gaddis, che durante gli anni ’60 correlò pazientemente tra loro molti dei misteri avvenuti nell’Atlantico, dando vita al famoso Triangolo delle Bermuda portato poi all’attenzione generale da Charles Berlitz.
Questi, e molti altri personaggi, anche se in parte noti a chi si occupa di misteri, hanno vissuto quasi in disparte la crescita e l’espansione delle proprie intuizioni; ma ancora più relegato nell’oblio rimase colui che agì dietro le quinte del primo avvistamento Ufo portato all’attenzione della stampa nazionale.
Si trattava di un uomo di bassa statura, con una evidente gobba, che riuscì a mantenere in vita il fenomeno Ufo anche durante il periodo di massimo disinteresse rispetto all’argomento, che preparò in qualche modo il terreno a Kenneth Arnold, e che trasformò i racconti sui dischi volanti, da un fenomeno passeggero di moda ad un vero e proprio caso: il suo nome era Ray Palmer.

Gli Ufo di carta
Palmer nacque nel 1911, e la sua infanzia non fu certo una delle più felici; le sue malformazioni lo costrinsero a isolarsi, deriso e tenuto alla larga dai coetanei, proprio nel periodo prima dell’avvento della televisione, trovò sicuro rifugio nella narrativa popolare.


Ray Palmer

In quel periodo la narrativa su carta (i moderni fumetti), veniva diffusa da riviste abbastanza economiche, stampate con materiale molto spesso scadente; il tutto si incentrava su storie ai limiti del fantastico e dell’irrazionale, parto della fantasia di scrittori pagati un centesimo a parola.
Durante il periodo della grande depressione, gli Anni ’30, Ray Palmer si avvicinò alla fantascienza e fu un amore a prima vista; pian piano la sua passione divenne irrefrenabile, iniziò a scrivere storie proponendole e vendendole con discreto successo; nel 1933 fondò il “Club Giulio Verne”, istituendo un premio annuale per le attività che si sarebbero distinte nel campo della fantascienza.
Sul finire degli Anni ’30, più esattamente nel 1938, la rivista americana Amazing Stories fallì, e venne acquistata dalla casa editrice Ziff-Davis di Chicago; si trattò di un giorno buio per il mondo della fantascienza.
La rivista era stata creata negli Anni ’20 da Hugo Gernsback, inventore, editore e scrittore statunitense, considerato il padre della moderna fantascienza.
Non tutto, comunque, avviene per caso, e l’acquisto di Amazing Stories, pur rappresentando la fine di una attività, sarebbe ben presto diventato l’inizio di una nuova, grande avventura.
William B. Ziff, che acquistò la rivista in fallimento (appena 25.000 copie di venduto), aveva bisogno di qualcuno al quale affidare il controllo editoriale; il candidato ideale doveva avere una buona preparazione rispetto agli argomenti trattati, essere brillante e, magari, essere lui stesso uno scrittore.
La scelta si diresse su un giovane di Milwaukee, nel Winsconsin, le cui storie piacevano molto ai lettori; il suo nome era Ray Palmer.
Il giovane direttore, appena 28 anni, si addossò il non facile compito di dover risollevare le sorti della rivista, ma non per questo si perse d’animo; la prima decisione fu quella di aumentare le pagine a 200 (a volte anche 250), quindi adattò i contenuti ai gusti dei lettori più giovani, infine iniziò a pubblicare tutta una serie di racconti brevi basati su alieni, mostri e giovani ragazze in pericolo.
La scelta editoriale si rivelò fortunata; molte delle storie venivano scritte da Palmer stesso (che in questo modo arrotondava lo stipendio), altre da diversi amici e appassionati del genere.
Malgrado i puristi della fantascienza avversassero la nuova rivista, le vendite salirono notevolmente, e tutto andò a gonfie vele, almeno fino agli inizi degli Anni ’40.

I misteriosi Deros
Il 1940 si affacciava quasi all’orizzonte, Amazing Stories era ormai da anni oggetto di rinnovato interesse da parte dei lettori; Palmer poteva considerarsi un uomo realizzato, ma l’imprevisto stava per bussare alla sua porta.
Il destino, questa volta, si presentò sotto le spoglie di Howard Browne, uno scrittore televisivo già collaboratore della rivista; leggendo la posta pervenuta in redazione, Browne rimase molto colpito da una lettera firmata da un certo Dick Shaver.
L’uomo asseriva di possedere delle importanti rivelazioni riguardo ad una razza aliena di mostri chiamati “Deros”; si trattava di creature che abitavano sotto la superficie della terra, e che rappresentavano un pericolo purtroppo sconosciuto dalla maggior parte degli americani.
La lettera arrivò sul tavolo di Ray Palmer, il quale la lesse e chiese un parere a Browne; il collaboratore liquidò la cosa come un parto della fantasia di uno sconosciuto mitomane, ma Palmer decise di pubblicarla ugualmente.
Ancora una volta l’intuito del giovane direttore si rivelò esatto; ben presto la redazione fu letteralmente sommersa da lettere di persone che confutavano la storia dei Deros, altri ancora si dichiaravano perseguitati da anni da queste misteriose creature.
Per un caso fortuito, Palmer aveva fatto breccia in una fetta di pubblico fino ad allora non identificato; da buon giornalista riprese ancora una volta la lettera e, questa volta, la trasformò in un racconto; il numero di marzo del 1945 di Amazing Stories uscì con il titolo “Ricordo Lemuria” a firma di Richard Shaver; quello che in seguito venne ribattezzato “il mistero Shaver” era appena nato!
Ben presto la storia si diffuse oltre i circoli classici legati al mondo della fantascienza; molti di quelli che, fino a quel momento, non avevano mai acquistato una rivista popolare, si precipitarono nelle edicole, le vendite di Amazing Stories quadruplicarono inaspettatamente.
Alla fine del 1945, la rivista superò le 250.000 copie mensili, i racconti sui Deros si moltiplicarono, e iniziarono ad arrivare in redazione centinaia di lettere che sostenevano la tesi dei mostri alieni, adducendo come prova numerosi avvistamenti di strani oggetti e strani incontri con creature extraterrestri.
A questo punto è facile intuire che Amazing Stories contribuì, e non poco, a sollecitare le paure inconsce di molti americani, ma è anche vero che servì anche a dare voce a tutti coloro che effettivamente avevano visto qualcosa nel cielo ma che, per paura o per timore di essere derisi, preferivano rimanere in silenzio.
Nel 1946 la rivista pubblicò un articolo dal titolo molto allusivo: “Aereo con ali circolari”; tutta la storia era incentrata intorno ad alcuni esperimenti condotti nel 1927, a San Francisco, usando un veivolo di forma circolare.
La copertina della rivista riportò una riproduzione di questo fantomatico aereo, e quasi involontariamente, anticipò il fatidico avvistamento di Kenneth Arnold.

Conclusioni
Questo resoconto è, ovviamente, soltanto un breve racconto degli avvenimenti storici che precedettero il famoso avvistamento del 1947, da tanti considerato come l’inizio della moderna ufologia; si tratta di una cronologia divulgativa che vuole e deve rimanere entro i confini dell’informazione.
Nella fattispecie, questo articolo, è anche un omaggio alla memoria di John A. Keel, scomparso durante il 2009 nell’assoluto silenzio dei media italiani; uno dei più noti ufologi americani, spesso in contrasto con altri ricercatori a causa della sua teorie sulla origine ultraterrestre degli Ufo.
Non si tratta quindi di uno svilimento o di un ridimensionamento dell’evento relativo al 1947, bensì del tentativo di collocare meglio storicamente l’evento stesso; milioni di americani conoscevano già il concetto di Disco Volante, avevano una certa “familiarità” con il tema degli alieni, e tutto questo, di certo, contribuì molto a che la notizia diffusa da Arnold conquistasse rapidamente la stampa mondiale.
Si tratta quindi di un plauso a Ray Palmer, dimenticato protagonista, forse anche involontario, di un evento storico che ancora oggi fa parlare e divide la scienza.

Fire.ufoonline
00domenica 31 luglio 2011 14:41
Re: Re:
Cova_minimale, 29/07/2011 14.18:




Fire non sono mai stati resi pubblici appunto per la loro incredibile forza e versatilità...E' naturale tenere nascoste tecnologie che possono cambiare la storia, perchè se no si perderebbe quella superiorità militare su cui gli States contano, tutto ciò che usiamo noi ora è frutto delle ricerche e dell'uso militare che hanno fatto i militare 40 o anche 60 anni fa, un esempio stupido può essere anche il pc o internet.
Dopo che esistano davvero o no è un altro conto però se esistono armi tnt pontenti di sicuro ora come ora non lo sapremo...forse un girono quando per loro saranno obsolete verrano "donate" all'umanità.




ciao cova. Il mio punto non è sul rendere pubblico queste genere di cose. Gli effetti EM dei radar e delle micronde ecc,sono note da tanto. E' una cosa risaputa. Tutt'altro il discorso sul produrre l'energia richiesta,tracciare il target e focalizzare la sua energia su di esso per il tempo necessario. Ora con la potenza "giusta" il tempo di irradiamento è sul fattore dei secondi,anche meno,ma tracciare un oggetto che viaggia molto veloce è tutt'un altro discorso.
I sistemi AESA hanno questa potenzialità-e sottolineo potenzialità-oggi. Ma 60 anni fa? La mia perplessità nasce da questo,certo che comunque non escludo nulla a priori,chiaro.
Sheenky
00lunedì 1 agosto 2011 09:43
L'AVVISTAMENTO DI WASHINGTON
DATA: 20 LUGLIO 1952




20 Luglio 1952, Washington ( data memorabile per la casistica UFO ) :L'azione coprì una vasta area, comprendente la capitale americana e d'intorni. Le scene più drammatiche però le vissero i controllori del Centro ControlloTraffico Aereo dell'Aeroporto Nazionale di Washington; una larga stanza senza finestre, in un edificio poco lontano dalla Torre di Controllo dell'Aeroporto. ( Gli addetti alla “torre” controllano solo le fasi finali di avvicinamento o di decollo degli aerei fino a 10 miglia dall'aeroporto. Invece gli addetti al Controllo del Traffico Aereo seguono tutti gli aerei in volo per centinaia di miglia, essendo dotati di radars più potenti. Essi hanno il compito di seguire costantemente il volo di qualsiasi aeromobile in volo o incanalarlo, durante le fasi di avvicinamento o di partenza in “aerovia”, in modo da smaltire ed assicurare le procedure di volo e assistenza ai piloti. E' un lavoro di assoluta precisione, migliaia di vite dipendono dal loro rapido ed accurato individuare e riconoscere, sullo schermo radar, di qualsiasi tipo di “traffico”che si delinea sul visore ). La sala radar del Centro, ove quella notte iniziò l'azione, è un locale allungato, matenuto a mezza luce per poter vedere distintamente i segnali sugli schermi.
A mezzanotte, all'inizio del 20 Luglio, otto esperti del Traffico Aereo, insieme al capo controllore Harry G. Barnes, entrarono in questa sala per dare il cambio agli altri uomini, ed assunsero il servizio d'osservazione. La notte era chiara fuori e gli otto uomini si sistemarono per fare il loro turno di otto ore. In quel momento il Centro stava seguendo la rotta di un aereo di linea isolato che volava a parecchie miglia dall'aeroporto.
Ogni 10 secondi ( il giro dell'antenna radar ) appariva un nuovo “blip” ( segno luminoso o traccia, dell'aereo ), quasi attaccato alla traccia persistente precedente, ad indicare la nuova posizione dell'aereo. L'occhio esperto di Barnes valutava la distanza fra le singole eco-radar di altri aerei.
Ad intervalli di 10 sec., egli, dando una semplice occhiata, poteva stabilire la posizione , la velocità e la direzione dove stesse andando l'aereo. Quella notte il cielo era quasi deserto, all'infuori di qualche altro aereo, ma molto più lontano.
Verso le 00,30, Barnes andò a sedersi al tavolo del capo servizio lasciando il controllore, Ed Nuggent, in osservazione presso lo chermo principal. Due altri controllori, Jim Ritchey e James Copeland, stavano in piedi a pochi passi da lui.
Esattamente alle 00,40, SETTE TRACCE A NETTI CONTORNI apparvero improvvisamente sullo schermo... Nuggent fissò il cristallo. Gli strani aerei, o quello che erano, sembravano apparsi dal nulla! Vi era una sola spiegazione possibile: le Macchine Sconosciute dovevano essere penetrate nell'area controllata dal radar ad una velocità vertiginosa, e poi, ad un tratto, là, nel quadrante Sud-Ovest, dovevano aver rallentato, ed il radar LE aveva rilevate.
Nuggent gridò a Copeland di far venire subito Barnes, che venne di corsa.
Entrambi gli schermi a mensola mostravano le Strane Macchine Volanti e Barnes si affrettò a chiamare la Torre di Controllo per un a verifica anche da parte loro. Gli rispose l'operatore Howard Cocklin, dicendogli che anche loro potevano osservare sul loro schermo le stesse 7 Tracce. Anzi, con il binocolo poteva vedere esattamente UNO dei sette Oggetti che emanava un vivido colore arancione...!
Davvero allarmato, Barnes, dette per radio la notizia al Comando di Difesa Aerea, poi tornò ad osservare lo schermo radar principale. Le Macchine Sconosciute si erano distanziate : due si trovavano sulla Casa Bianca, una terza sul Campidoglio; aree da sempre proibite al sorvolo.
Tenendo lo sguardo fisso sullo schermo di cristallo, Barnes chiamò l'Aeroporto di Andrews, di là dal Potomac, nel Maryland. Anche l, rispose preoccupato un addetto al radar : LI stavano seguendo !
Barnes chiese lo “scramble” ( decollo su allarme dei caccia intercettori ) , ma gli fu risposto che i caccia erano provvisoriamente a Newcastle, poiché l'Aeroporto di Andrews era in riparazione.
Sarebbero comunque arrivati, altri caccia dal Delaware, ma sarebbe stata necessaria una mezz'ora ( ci furono voci però che gli aerei di Andrews erano stati inviati ad intercettare altri UFO da un'altra parte....).
Così, nell'attesa, Barnes riappese il ricevitore e continuò a guardare gli schermi radars con i suoi colleghi. Poi il controllore Jim Rictchey, vide che un Disco si mise a seguire un aereo di linea, della “Capital”, decollato da poco... Immediatamente avvisò il pilota, un Cap. ex combattente, Casey Pireman; gli comunicò la posizione del Disco ed i dati vettoriali per cercare di avvicinarlo.
Fino ad allora la velocità dei Dischi risultava essere di 130 miglia orarie. Ad un tratto , con grande sorpresa di tutti i controllori, dallo schermo acomparve ogni traccia degli Oggetti Volanti!
Dove dovevano essere le traccie indicatrici della loro successiva posizione, si videro degli spazi vuoti... Un momento dopo, il pilota dell'aereo di linea, chiamò agitato che aveva visto l'Oggetto, ma Esso si era allontanato prima che avesse potuto fare “un'accostata” per avvicinarlo. Si era alzato ed era sparito in un batter d'occhio, impiegandoci dai 3 ai 5 secondi...!
I controllori si guardarono l'un l'altro. Questa era la spiegazione dell'assenza improvvisa delle tracce indicative! Cosa incredibile, al Disco erano bastati quei pochi secondi per portarsi fuori dal campo controllato del raggio radar! Ciò stava a significare che la Sua velocità, dalle 130 miglia orarie, era salita a più di 500 miglia, in circa 4 secondi!
Pochi minuti dopo, Barnes e gli altri addetti sobbalzarono di nuovo : era apparsa una Traccia che mostrava una virata netta di 90°, cosa impossibile per qualsiasi aereo ( pilota compreso! ). E quando l'indicatore del radar compì un altro giro, si vide che un altro Disco aveva invertito la marcia : si vide la traccia formarsi anteriormente a quella precedente, secondo la direzione di volo; perciò, la Macchina misteriosa si era arrestata di colpo ed aveva invertito la rotta, tutto in 5 secondi...! A queste sconcertanti constatazioni doveva aggiungersi l'altro rapporto sensazionale trasmesso dalla Torre di Controllo. L'operatore Joe Zacko stava in osservazione presso un radar ASR, adoperato per seguire velivoli ad alta velocità, quando sul cristallo dello schermo apparve ad un tratto uno dei Dischi : gli bastò un'occhiata per accorgersi che Esso andava ad una velocità fantastica. Come stregato, egli seguì le traccie lasciate in sequenza sullo schermo, ben distanziate, per l'elevata velocità, indicando che si trovava proprio su Andrews, facendo rotta verso Riverdale. Poi, d'improvviso, la traccia s'interruppe. Zacko si affrettò a chiamare il suo collega, Cocklin. Entrambi si misero a calcolare la velocità del Disco : copriva 2 miglia per secondo, quindi risultava una velocità di spostamento di 7.200 miglia orarie ( 13.300 Km./ora ) !
Dalla traccia risultava chiaramente che il Disco era sceso verticalmente intersecando il fascio radar ASR. Si era mantenuto alla stessa altezza volando velocissimo per pochi secondi, poi si era alzato alla stessa fantastica velocità, portandosi nuovamente fuori dal campo radar.
Per una qualche ragione gli intercettori non erano arrivati.
I Dischi ormai volteggiavano su Washington da quasi due ore! Ed i nervi dei conrtrollori erano messi a dura prova... Fino a quella notte essi ridevano all'idea di visitatori venuti da altri mondi, come i quotidiani di quell'anno riportavano spesso;ma ora erano davvero impressionati!
Infatti le tracce impressionate simultaneamente dai vari radars e gli avvistamenti diretti, imponevano un'unica conclusione : LASSU', QUELLA NOTTE, DELLE MACCHINE DI UN TIPO SUPERIORE AVEVANO COMPIUTO UNA RICOGNIZIONE DIMOSTRATIVA SULLA CAPITALE AMERICANA !
Le Loro precise manovre dicevano chiaramente che Esse erano guidate da Esseri forniti di un'intelligenza superiore.
Non era una bella situazione per i controllori star chiusi all'interno di quella stanza senza finestre con quello che accadeva fuori, e l'impossibilità di qualsiasi iniziativa...
Barnes ebbe la sensazione che i Misteriosi Visitatori ascoltavano, in qualche modo, ciò che egli comunicava per radio. Per due o tre volte i Dischi si dileguarono ( certo non per timore! ) nell'istante in cui comunicava ai piloti le necessarie istruzioni per cercar di avvicinarli.
Nemmeno una volta i piloti riuscirono ad avvicinarsi tanto da poterli vedere un po più da vicino.
Erano le 03,30 circa, quando i reattori giunsero nel cielo di Washington. Ma poco dopo i Dischi erano...spariti. Evidentemente erano al corrente delle operazioni da terra. Dopo 5 minuti che i caccia si erano allontanati, le Strane Macchine riapparvero...sciamando su Washington !
UNA di esse seguì un altro aereo di linea fino all'aeroporto, poi si allontanò. Alle prime luci dell'alba, i Dischi posero fine alla loro “ispezione” che durò ben 5 ore !
I testimoni nella città furono davvero pochi, viste le ore. Così si evitò il panico avvenuto ad Indianapolis durante il sorvolo di un UFO , a bassa quota, intorno la mezzanotte, con molta gente in strada, provocando un “blackout” sulla città e l'aeropoto limitrofo, impedendo l'atterraggio di alcuni velivoli!
Per citare un testimone, un ingegnere di una radio privata, E.W. Chambers, stava lasciando la trasmittente della WRC, quando scorse 5 Dischi giganteschi volteggiare in formazione sciolta; e mentre li osservava sbigottito, essi si innalzarono in verticale sparendo in un baleno...
Come l'accaduto divenne di pubblico dominio, l'indomani, dilagò un nervosismo generale.
Sulle prime l'Aviazione fece di tutto per ridimensionare l'episodio; per parecchi giorni gli ufficiali, che svolsero l'inchiesta, negarono che gli addetti ai radars avevano osservato dei Dischi. Ma che i radars erano risultati difettosi...
Un altro ufficiale, per dimostrare che “l'incidente” era privo di interesse, affermò che non erano stati mai inviati dei caccia sulla città. Ma i loro sforzi per arginare il panico e la preoccupazione dei cittadini furono vani. Fu fatto “spiegare” da un fisico, Dott. Menzel, che le luci in cielo che potevano esser viste erano state provocate dall'inversione termica di quella notte ( i caccia evidentemente correvano dietro le...lucciole ), che praticamente non erano altro che le luci delle auto proiettate in cielo... ( Certo che quando ci si mettono, fanno davvero della fantascienza! )
Al Pentagono giunsero migliaia di telefonate e telegrammi dimostrando indignazione per quelle motivazioni, esigendo che si agisse.
I giornali, i sindacati ed i radio-commentatori insistettero perché fosse tenuta una conferenza stampa. Queste richieste misero i Servizi Segreti con le spalle al muro. Ammettere che i Dischi Volanti erano UNA REALTA' equivaleva versare olio sul fuoco... Il meglio che si poteva fare era di rifiutarsi di parlare... Ma giungevano altri rapporti dal Texas... Poi, il 26 Luglio, i Dischi tornarono su Washington!
Erano le 09.08 del mattino, una formazione di 9 Dischi volteggiò nel cielo della Capitale. Ma questa volta molto alti, per cui la maggioranza dei cittadini non li vide.
Ma, come la prima volta, gli addetti al Centro Controllo di Washington e quelli di Andrews, confermarono le manovre!
Cosa strana anche questa volta gli intercettori arrivarono tardi, ma questa volta alcuni Dischi si soffermarono al loro arrivo : volando alla velocità massima che permetteva il suo F-80 “Shootingstar”, ilTen. William L. Patterson cercò di inseguirne uno, quello che gli stava più vicino; per qualche minuto, alla distanza di circa 1 miglio, riuscì a seguirlo, tanto da stimarne il diametro in 30 m. circa. Nel frattempo il Servizio Segreto dell'USAF , già allertato in quei giorni, era entrato in azione. Il Magg. Dewey Fournet jr., principale investigatore del Pentagono, si era precipitato al Centro Controllo. Lo accompagnavano Albert M. Chop ed un ufficiale radarista.
Per ben 2 ore anch'essi poterono osservare ( esistono loro foto ) gli UFO sugli schermi radars, Iinsieme a Barnes ed ai suoi uomini...
E per 2 ore lo specialista militare ( la Sala Controllo era civile ) in radar, controllò la regolare presentazione dello schermo radar.
Logicamente i nuovi avvenimenti fecero gran chiasso in tutto il Paese tramite i giornali e le varie radio. ( Ne ho personalmente il ricordo ed un articolo su un quotidiano nazionale ).
Per 48 ore i direttori dei quotidiani, dall'una all'altra costa, tempestarono l'Aeronautica Militare con le loro richieste di notizie... Malgrado le rinnovate pressioni all'interno e all'esterno del Pentagono, il Gen. Samford , continuava ad opporsi ad una conferenza stampa; ma non ebbe scelta : così, istruito dall'alto, disse per l'appunto che “...non si era trattato d'altro che d'illusioni ottiche causate dalla rifrazione atmosferica...”.
Sheenky
00lunedì 1 agosto 2011 09:46
I 10 AVVISTAMENTI UFO PIU' CONVINCENTI

Non vi è dubbio che l'Ufologia è una scienza inesatta, dove la disinformazione e la facile proiezione della psiche nello specchio del Cosmo fa pensare che la maggior parte degli UFO sono più un fenomeno psicologico che epistemologico, ma dopo aver esaminato questi 10 casi, che coprono quasi 500 anni, chi non sia un grande fanatico delle credenze o della forte scienza scoprirà che gli UFO sono uno dei più grandi misteri della nostra epoca e merita l'occhio vigile delle menti migliori della nostra civiltà, non il suo disprezzo.
Senza tentare di trovare una spiegazione definitiva, forse il fascino degli UFO è il fascino della radicale alterazione ad una manifestazione ancora incomprensibile. La possibilità che il cielo sia uno specchio della nostra mente è sufficiente per alimentare l'esplorazione di questi casi, attraverso processi che potrebbero rivelare più su di noi che sui visitatori extraterrestri.
L'attento osservatore noterà, tuttavia, che lo studio degli UFO mostrerebbe - praticamente e senza ombra di dubbio - che esistono visitatori spaziali extraterrestri o che esisterebbe un programma all'interno del governo planetario di tecnologia segreta e/o disinformazione che ha il compito di orchestrare un nuovo mito, una nuova e falsa religione orientata a far credere agli abitanti di questo pianeta che siamo visitati da extraterrestri che, in qualche modo, prendono il posto degli antichi angeli e altri membri del Pantheon degli Archetipi.
In questo caso si può affermare che, in un modo o nell'altro, esiste un'altra forma di cospirazione: quella di farci credere negli alieni oppure occultare la loro presenza. Di seguito i 10 casi di UFO con maggior evidenza, secondo il ricercatore Paul Kimball che ha stilato questa classifica, basandosi sui casi più quotati e studiati dai ricercatori più seri in questo campo. Si consiglia di guardare il video (ndr CUI al termine di questo articolo in lingua inglese, ma con la possibilità di inserire una bozza di traduzione in italiano), uno dei documentari di maggior successo mai fatti su questo affascinante tema.

Di seguito, in sintesi, i dieci migliori casi UFO della storia - secondo Paul Kimball:

1) Norimberga, anno 1561: in questo anno, una folla numerosa di persone osservò una serie di sfere evoluire attorna ad una "nave madre" nel cielo di Norimberga. I testimoni furono molteplici e documentarono l'episodio in un disegno elaborato dall'artista Hans Glaser (vedi immagini sopra). Ricordando la leggendaria "Battaglia UFO di Los Angeles", la battaglia astrale di Norimberga fu una battaglia originale, per quanto riguarda le luci non identificate. Significativamente, come spesso accade in materia di proiezione psichica, un testimone osservò - anche - una "croce piena di sangue". Certamente una parte d'immagine dell'immaginario dell'epoca.



2) Skylab III: in occasione del lancio della seconda Stazione Spaziale pilotata della NASA, Skylab, nel settembre dell'anno 1973, gli astronauti Alan Bean e Owan Garriot osservarono una "strana luce rossa" e la fotografarono per chiarire i loro dubbi - per gli scettici si trattava di un impossibile "fenomeno ottico transatellitare" - e l'inevitabile passo fu quello di una insostituibile e storica registrazione di un avvenimento ancora inspiegabile.



3) L'astronave madre di Yukon: in un avvistamento di massa, più di 30 testimoni in differenti località del territorio di Yukon (Canada) osservarono un UFO dalle dimensioni di uno "stadio da calcio".

4) Malmstrom AFB: nel 1967 alla base di Malmstrom, il soldato Robert Salas ricevette una chiamata di una guardia che riportava l'avvistamento di un UFO che si librava sopra l'ingresso della base dell'Air Force degli USA. L'oggetto era illuminato da un alone rosso e disattivò vari missili della base militare.

5) Shag Harbour: le forze militari canadesi riportarono - nell'ottobre 1967 - l'impatto di uno strano oggetto nel golfo di Shag Harbour. Dopo una lunga ricerca, che coinvolse sia la forza aerea che quella navale, non fu localizzato nessun oggetto. Questo è uno dei pochi casi in cui il governo di pertinenza confermò la presenza di un oggetto volante non identificato. Il caso in questione fu investigato dalle agenzie degli Stati Uniti d'America senza trovare nessuna spiegazione.

6) Kelly Johnson: questa persona fu uno dei progettisti di aerei più famosi al mondo che avvistò un UFO nel 1953. Nello stesso momento, un aereo della compagnia militare Lockhead Martin riferì di aver avvistato un oggetto non identificato di 100 metri di diametro. Johnson, rispettato ingegnere aeronautico, concluse dopo questa osservazione che gli UFO esistono, senza nessun dubbio (vedi immagine sopra con la ricostruzione dell'UFO che ricorda una "ala volante"). Nonostante questa dichiarazione pubblica, Johnson continuò a progettare gli aerei segreti dell'Esercito degli USA per 20 anni, dando luogo ad ogni sorta di sospetti.

7) McMinville/Trent foto: le foto che vedete sopra furono scattate nel 1950 a McMinville, Oregon. Apparve sulla riviste "Life" e secondo gli esperti costituisce una delle immagini più significative della storia dell'Ufologia, analizzata da differenti esperti nel corso degli anni e senza giungere ad una conclusione definitiva.





8) Rendlesham Forest: è chiamata la "Roswell Britannica" e si verificò nel dicembre del 1980 nel bosco di Rendlesham, Suffolk, e si riferisce ad una serie di avvistamenti occorsi nell'arco di tre giorni, includendo l'atterraggio di un velivolo non identificato vicino ad una base militare.

9) Iran, anno 1976: in quest'anno, il Generale Parviz Jafari della Forza Aerea Iraniana ricevette l'ordine di decollare col suo jet Phantom F4. Il motivo fu la presenza di un UFO multicolore (vedi ricostruzione sopra) che volava sopra Teheran. Jafarì affermò che l'inseguimento con l'UFO sembrava simile al gioco del "gatto col topo". Tentò di sparare dei missili all'oggetto volante, però questi vennero disabilitati. Questo caso fu studiato dal Tenente Colonnello Mooy degli USA e osservato da centinaia di persone.

10) RB-47: nel 1957, un aeromobile RB-47, equipaggiato con contromisure elettroniche e con un equipaggio di sei ufficiali, fu seguito per più di 700 miglia e per un periodo di 1 ora e 50 minuti circa dal Mississipi al Louisiana, Texas e Oklahoma da un UFO. L'oggetto fu visto più volte dall'equipaggio e rilevato dai radar degli operatori a terra. Questo caso è particolarmente emblematico perchè l'oggetto apparve e scomparve dal radar almeno tre volte e in distinti canali. L'equipaggio riportò di aver visto una luce intensa che effettuava manovre veloci, mai osservate in un aereo costruito dall'uomo.



Sheenky
00martedì 2 agosto 2011 08:44
L'AVVISTAMENTO DI MASSA DI PHOENIX
DATA: 13 MARZO 1997


Il 13 marzo 1997 avvenne il più spettacolare avvistamento UFO nella storia degli stati americani del Nevada e dell’Arizona, un evento che viene usualmente chiamato il caso delle “Luci di Phoenix”. Circa 800 rapporti da testimoni oculari del caso Phoenix riferiscono quanto segue: «Tra le 20:15 e le 20:45 abbiamo registrato la presenza di una gigantesca astronave che ha attraversato il centro della valle di Phoenix ad altitudine variabile, preceduta da una formazione di globi di luce visibile da quasi tutta l’Arizona». Una formazione che superava i 1.500 metri di lunghezza, gigantesca, con cinque luci disposte a “V”.



Un rapporto di avvistamento non confermato arrivò in quei giorni anche dallo Stato del New Mexico. Molti aspetti del caso rimangono tuttora controversi e irrisolti. Considerata la mole di dati e indizi, raccolta da molti validi ricercatori, l’evento fu straordinario, eppure sulle prime venne virtualmente ignorato dalla stampa, salvo una manciata di brevi articoli apparsi sui quotidiani locali dell’Arizona. La storia alla fine fece irruzione con un importante articolo in prima pagina su “USA Today” il mercoledì 18 Giugno 1997, a tre mesi dall’accaduto. Decine di migliaia di testimoni hanno visto almeno un oggetto passare e/o rimanere sospeso nel cielo e lo hanno descritto come enorme, gigantesco o inimmaginabilmente grande. Molti testimoni hanno descritto l’oggetto come di forma generalmente triangolare, con un numero variabile di luci sul bordo più lungo, da cinque a “incalcolabili”. Tre luci erano raggruppate vicino al “naso” dell’oggetto, con una luce per ognuno degli altri due angoli del triangolo. Altri osservatori hanno riferito di un oggetto che sembrava avere sette grandi luci distribuite in maniera equidistante lungo il bordo. L’oggetto sembrava capace di volare molto velocemente, probabilmente persino a velocità supersonica, anche se pochi testimoni hanno udito suoni provenienti dall’oggetto, la cui traiettoria è stata verso sud-est sopra Henderson, Nevada, alle 18:55 (ora del Pacifico) e circa 22 minuti dopo, alle 20,17 (ora delle montagne) è stato avvistato che si dirigeva ancora verso sud a Paulden, Arizona. In meno di un minuto dall’avvistamento di Paulden, l’oggetto è stato visto nelle vicinanze di Prescott Valley, Arizona, circa 30 miglia a sud.

Documentario con testimonianze



L’oggetto apparve quindi su Phoenix, dove sarebbe rimasto sospeso a mezz’aria per 4-5 minuti nelle vicinanze dell’incrocio tra Indian School Road e la 7th Avenue. L’oggetto ha attraversato lo spazio aereo dell’aeroporto di Sky Harbor, dove è stato avvistato dai controllori del traffico aereo nella torre di controllo e l’equipaggio di un aereo commerciale ha comunicato via radio che l’oggetto era passato direttamente sopra la fusoliera dell’aereo, ancora in pista pronto a decollare da Sky Harbor. L’oggetto non sarebbe apparso sui radar e non avrebbe comunicato né via radio né via transponder. Dalla zona di Phoenix, l’oggetto si sarebbe diretto verso sud in direzione di South Mountain, continuando a sudovest verso Tucson, Arizona, lungo la Interstate 10. Una famiglia che si stava spostando in auto verso Phoenix lungo la Interstate 10 nei pressi di Casa Grande, Arizona, ha dichiarato che l’oggetto è rimasto sospeso su di loro per circa 1-2 minuti mentre viaggiavano sui 120 km/h. L’oggetto era talmente largo che i due figli seduti sul sedile posteriore potevano vedere simultaneamente le due ali da entrambi i finestrini.



Il National UFO Reporting Center ha ricevuto una telefonata circa sette ore dopo l’accaduto da una persona che si è identificata come un aviere di stanza alla base aerea di Luke, situata a 32 km a ovest di Phoenix. Il pilota ha raccontato che la base aerea aveva lanciato due caccia F-15c e uno di essi aveva intercettato un gigantesco oggetto in corrispondenza dell’incrocio tra Indian School Road e la 7th Avenue. Il militare ha anche detto che il caccia che lo aveva intercettato ha subito improvvisamente un’interruzine delle comunicazioni, e che simultaneamente le luci dell’oggetto si sono affievolite, scomparendo dalla vista del pilota.

Filmato amatoriale dell’UFO di Phoenix



Il 14 Marzo 1997 gli ufficiali responsabili della base aerea di Luke hanno dichiarato di non sapere niente dell’accaduto e che la base non aveva ricevuto rapporti dall’aviazione civile riguardo all’evento. I tabulati telefonici delle chiamate a lunga distanza, che indicano chiamate effettuate alla base, contraddicono le dichiarazioni di questi ufficiali. Alcuni membri del personale militare e dei ricercatori UFO hanno affermato che l’intero evento era stato causato da “razzi militari” che erano stati lanciati approssimativamente tra le 21:30, orario delle montagne, da un aereo USAF A-10 nelle generiche vicinanze del Gila Bend Bombing Range, un campo di esercitazioni situato ad un centinaio di km a sudovest di Phoenix. Questo evento si dovrebbe essere approssimativamente verificato tra le 21:30 e le 22, circa 45 minuti dopo l’avvistamento UFO nel nord dell’Arizona, a Phoenix e a Tucson. I testimoni sono architetti, medici, ufficiali giudiziari, educatori, avvocati, piloti di aerei di linea, scienziati, agenti immobiliari e altri cittadini affidabili.

Quella sera, migliaia di persone attendevano di cogliere, anche fugacemente, il passaggio della Cometa Hale-Bopp nel cielo. Michael Tanner fa parte di un team di inquirenti che ha ricevuto circa 800 rapporti da testimoni oculari del caso Phoenix: «Tra le 20:15 e le 20:45 abbiamo registrato la presenza di una gigantesca astronave che ha attraversato il centro della valle di Phoenix ad altitudine variabile, preceduta da una formazione di globi di luce visibile da quasi tutta l’Arizona». Una formazione che superava i 1.500 metri di lunghezza, gigantesca, con cinque luci disposte a “V”. Una sul davanti e due su ogni lato, in un perfetto triangolo. Mike Fortsan la vide dal cortile dietro casa a Chandler, alla periferia di Phoenix: «Se si guarda verso nord, in direzione di Phoenix, le luci della città, di Tempe e Scottsdale formano uno sfondo grigio chiaro, davanti al quale passò quell’ immenso oggetto nero: capimmo subito che non era roba nostra perché era troppo dannatamente grande! Era enorme. Quando qualcuno dice: «Mike, quello era un bombardiere B-2” io rispondo che, in realtà, su una sola ala di quella nave potrebbero atterrare 40 dei nostri B-2!».

La farsa del Governatore Symington
Cedendo a pressioni da ogni parte, il Governatore Fyfe Symington indisse una conferenza stampa, promettendo indagini complete. Invece, fu una farsa: «Ora chiederò all’Agente Stein ed ai suoi colleghi di scortare qui l’indiziato, così tutti potranno vedere il colpevole» disse Symington fra le risate generali. E, subito dopo, nella sala stampa entrò un tizio con in testa un’enorme maschera da alieno grigio, in tuta di alluminio. A migliaia di persone quel giorno venne riso in faccia. Molti Americani provarono disgusto, più che irritazione. Una situazione vecchia di decenni, i testimoni oculari venivano bollati come matti da legare. Una posizione non consona alla carica politica di Symington. Il governatore repubblicano, peraltro, venne travolto da uno scandalo per truffe immobiliari per svariati milioni di dollari. Il 3 Settembre dello stesso anno una giuria lo giudicò colpevole di sette capi d’imputazione per frode bancaria e Symington fu costretto a dimettersi. Per il 2006 Symington medita, sembra, un ritorno nell’agone politico! Sulle luci di Phoenix sono state avanzate disparate ma inconsistenti teorie, dai razzi agli aeroplani in formazione. Dall’Amministrazione Aeronautica Federale, da Sky Harbor e dalla Base Aerea di Luke non è mai arrivata una spiegazione ufficiale per ciò che quella notte illuminò il cielo dell’Arizona.




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I dati radar dell'avvistamento

rapidshare.com/files/436629879/MUFONStephenvilleRadarRe...


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Discovery Science - UFO su Phoenix









Sheenky
00martedì 2 agosto 2011 08:50
DOCUMENTARIO "UFO: I PADRONI DEL MONDO"















Sheenky
00sabato 13 agosto 2011 12:13
TRADUZIONE DEL "NATIONAL PRESS CLUB UFO CONFERENCE" 2007

La Conferenza UFO tenutasi al Club Nazionale della Stampa di Washington il 12 novembre 2007 su iniziativa del documentarista James Fox, autore fra l'altro del documentario a tema UFO "Out of the Blue" e della giornalista investigativa Leslie Kean della Coalizione per la Libertà d'Informazione (CFI), è stato uno degli eventi più rilevanti di questi ultimi anni nel settore dell'informazione ufologica.
Lo scopo della conferenza, riservata al personale del Congresso USA ed ai giornalisti accreditati era di sollecitare il governo degli USA a riprendere la ricerca a livello ufficiale sugli UFO.
Per ottenere questo scopo gli organizzatori sono riusciti a mettere insieme quattordici qualificatissimi relatori sostanzialmente riconducibili a due categorie principali: coloro che hanno avuto esperienze dirette d'incontri più o meno ravvicinati con UFO e coloro che hanno avuto parte in causa in progetti ufficiali di studio del fenomeno UFO.
I relatori della categoria "Incontri Ravvicinati" hanno raccontato i casi da essi vissuti in prima persona, tutti molto importanti ed alcuni di grande rilevanza, quali il caso Jafari (c.d. "UFO di Teheran"), il caso della foresta di Rendelsham ed il meno noto ma non per questo meno importante caso Huertas.
I relatori appartenenti alla categoria investigativa hanno riferito degli importanti progetti di ricerca e studio sugli UFO dei quali sono stati protagonisti, mentre l'ex Governatore dell'Arizona Fyfe Symington ha avuto il doppio ruolo di moderatore della conferenza e di testimone delle c.d. "luci di Phoenix".
In questa pagina è contenuta non solo la traduzione del materiale scritto relativo alla Conferenza, ovvero il comunicato stampa, ma anche la trascrizione in italiano della presentazione di James Fox, dell'introduzione di Fyfe Symington, delle relazioni di tutti gli oratori e della sessione di domande e risposte in coda alla Conferenza stessa.
Le trascrizioni sono inserite nell'ordine di comparizione sul palco dei relatori, e sono state effettuate mediante trascrizione diretta dalla traccia audio del filmato; questo perchè ho notato che nelle trascrizioni che sono state pubblicate vi sono alcune imperfezioni o incoerenze rispetto a quanto è stato effettivamente detto, così che ho preferito basarmi direttamente sul parlato.
In fondo alla lista si trova anche un link dal quale è possibile scaricare un file zippato che contiene tutti i documenti di cui sopra.

- Comunicato stampa: paolog.webs.com/VAR/NatPressConf2007/ComunicatoStampa.pdf
- Trascrizione del benvenuto di James Fox, organizzatore: paolog.webs.com/VAR/NatPressConf2007/BenvenutoDiJamesFox.pdf
- Trascrizione dell'introduzione di Fyfe Symington, Moderatore: paolog.webs.com/VAR/NatPressConf2007/IntroduzioneSymin...
- Trascrizione dell'intervento di Wilfried De Brouwer, Belgio: paolog.webs.com/VAR/NatPressConf2007/InterventoDeBrouwer.pdf
- Trascrizione dell'intervento di Claude Poher, Francia: paolog.webs.com/VAR/NatPressConf2007/InterventoPoher.pdf
- Trascrizione dell'intervento di Jean-Charles Duboc, Francia: paolog.webs.com/VAR/NatPressConf2007/InterventoDuboc.pdf
- Trascrizione dell'intervento di Jean-Claude Ribes: paolog.webs.com/VAR/NatPressConf2007/InterventoRibes.pdf
- Trascrizione dell'intervento di Parviz Jafari, Iran: paolog.webs.com/VAR/NatPressConf2007/InterventoJafari.pdf
- Trascrizione dell'intervento di Rodrigo Bravo Garrido, Cile: paolog.webs.com/VAR/NatPressConf2007/InterventoBravoGar...
- Trascrizione dell'intervento di Oscar Santa Maria Huertas, Peru: paolog.webs.com/VAR/NatPressConf2007/InterventoHuertas.pdf
- Trascrizione dell'intervento di Anthony Choy, Perù: paolog.webs.com/VAR/NatPressConf2007/InterventoChoy.pdf
- Trascrizione dell'intervento di Ray Bowyer, Gran Bretagna: paolog.webs.com/VAR/NatPressConf2007/InterventoBowyer.pdf
- Trascrizione dell'intervento di Nick Pope, Gran Bretagna: paolog.webs.com/VAR/NatPressConf2007/InterventoPope.pdf
- Trascrizione dell'intervento di James Penniston, USA: paolog.webs.com/VAR/NatPressConf2007/InterventoPenniston.pdf
- Trascrizione dell'intervento di Charles I. Halt, USA: paolog.webs.com/VAR/NatPressConf2007/InterventoHalt.pdf
- Trascrizione dell'intervento di John Callahan, USA: paolog.webs.com/VAR/NatPressConf2007/InterventoCallahan.pdf
- Trascrizione dell'intervento di Fyfe Symington, USA (come testimone): paolog.webs.com/VAR/NatPressConf2007/InterventoSymington.pdf
- Trascrizione della sessione di domande/risposte col pubblico: paolog.webs.com/VAR/NatPressConf2007/DomandeEtRisposte.pdf
- Traduzione della petizione internazionale al Governo degli Stati Uniti d'America: paolog.webs.com/VAR/NatPressConf2007/petizione.pdf
- Tutti i documenti qua sopra: paolog.webs.com/VAR/NatPressConf2007/NPC07-TuttiFiles.zip

Sheenky
00domenica 14 agosto 2011 09:37
L'INCONTRO DI ANTOINE MAZAUD
DATA: 10 SETTEMBRE 1954


Nel 1954 l’occupante di un aeromobile a forma di sigaro dà la mano ad un agricoltore francese,lo abbraccia e se ne và.

L'incontro
Il dipartimento di Corréze fa pane della Limousin, una regione che comprende insieme ad altri anche i dipartimenti della Haute-Vienne e del Cantal. Nomi decisamente sopra le righe per chi s’interessa di ufologia, che ci riportano ad
alcuni casi eclatanti accaduti negli anni 60. Questa zona, che prende il nome dal ilume Corréze, che l’attraversa per tutta la sua estensione, fa capo alla prefettura di Tulle e la sua città più grande e quella di Brive-la-Gaillarde. Siamo nel cuore della Francia, nel Massiccio Centrale, tanto per intenderci. Un luogo la cui attività economica prevalente resta ancor oggi l’agricoltura e la pastorizia. Grandi estensioni di campagne e paesaggi collinari a perdita d’occhio, che s’interrompono qua e là con agglomerati di densità relativamente contenuta.
"La nouvelle vague" (che sarebbe la nuova ondata) di avvistamenti del 1954, che ebbe luogo in tutta la Francia e che scosse l’opinione pubblica dell’epoca la sciando strascichi e interrogativi tuttora irrisolti, comprende anche l’episodio che stiamo considerando. In quegli anni, questa regione era scarsissimamente popolata e, per farla breve nella piccola frazione di Mouriéras, contigua al paesino di Bugeat, si conoscevano tutti. Era esattamente la sera del 10 settembre 1954 e Antoine Mazaud, robusto contadino ultra cinquantenne calmo e sensato, aveva trascorso il pomeriggio
a lavorare nel suo campo d’avena. Al calare delle tenebre, verso le 20:30, con la sua forca in spalla s’incammino per il sentiero infossato a strapiombo che costeggiava i monti Monneidières e che,serpeggiando tra due siepi, conduceva
a casa sua, sita a circa un chilometro e mezzo dal campo. Giunto all’altezza di un boschetto, si fermò a riprendere un po’ il fiato e posò la forca per fumarsi una sigaretta per uno o due minuti. Poi rimise in spalla l’attrezzo e riprese la strada.
Seguiamo il succedersi degli eventi direttamente dalle sue parole:



"Avevo fatto giusto qualche passo ed era appena scesa l’oscurità, quando mi trovo faccia a faccia con una persona sconosciuta, conciata in modo strano. La persona, di altezza media, aveva una specie di casco senza il paraorecchie, un po’ come quello dei motociclisti. Il mio primo riflesso e’ stato d’impugnare la forca.
In quel momento mi sentii come congelato dalla paura. Anche l’altro era immobile. All’improvviso molto dolcemente, vedo che avanza verso di me, facendo con il braccio una sorta di gesto sopra la testa. Ho creduto che volesse tranquillizzarmi, forse salutarmi, o esprimermi la sua amicizia. L’altro suo braccio era teso verso di me, ma non ho avuto l’impressione di una minaccia, anzi il contrario. Non sapevo cosa fare.
Dopo un primo momento di panico, in cui mi chiedevo con chi avessi a che fare, pensai che si trattasse di un pazzo
che si era mascherato apposta. Siccome continuava ad avanzare lentamente verso di me gesticolando in modo bizzarro, ne dedussi che non aveva l’intenzione di attaccarmi. Adesso lo avevo proprio davanti. Allora tenendo sempre la mia forca nella mano destra, gli tesi la sinistra, un po’ esitante L’ afferrò stringendola forte, poi bruscamente mi strinse contro di lui, attirando la mia testa contro il suo casco. Ero sbalordito. Tutto questo si svolse nel completo silenzio. Ripresomi dallo stupore, presi coraggio e gli dissi buonasera. Lui non disse niente, mi passo davanti e si allontano di qualche metro nell’ombra spessa del bosco. Mi sembrò che si mettesse in ginocchio.
Qualche secondo dopo sentii un sibilo leggero come il ronzio di un’ape e vidi alzarsi in volo, tra i rami, una specie di apparecchio scuro, a forma di sigaro, rigonfio ad un’estremità e lungo dai tre ai quattro metri. Passò sotto i fili dell’alta tensione e scomparve nel cielo notturno, verso ovest, in direzione di Limoges.
È in quel momento che mi sono calmato. Mi lanciai verso la direzione in cui era scomparso , ma evidentemente era troppo tardi".

Alle 20:50 Mazaud arrivò a casa.
Sua moglie gli domandò che cosa fosse successo, perché lo vide pallido e con le mani tremanti Un po’ preoccupata dello stato in cui versava il marito, chiamo suo figlio, che era insegnante a Bort-les-Orgues. Messo alle strette dai famigliari, dopo qualche frase di circostanza per evitare problemi, Antoine dovette cedere e finalmente accettò di raccontare del suo incontro, facendosi promettere di non parlarne ad altri, col timore di essere deriso e preso in giro.
La signora Mazaud, nonostante tutto,non riuscì proprio a tenersi quel peso sullo stomaco e raccontò l’episodio alla sua vicina, ricevendo la promessa che non avrebbe aperto bocca. Ovviamente la vicina, a sua volta, confido tutto al
droghiere, poi giunse alle orecchie del panettiere, quindi a quelle del macellaio, per arrivare all’ufficio dei gendarmi, i quali informarono la polizia di Tulle.
Passando parola, di bocca in bocca, la storia si diffuse sempre più arricchita di nuovi particolari non necessariamente corretti, finché il giorno seguente tutti nella zona erano al corrente dell’accaduto. Fu comunque soltanto due giorni
dopo, che ne ebbero sentore anche le autorità giudiziarie di riferimento del paese. Così il 12 settembre il tenente della Gendarmeria di Ussel aprì l’inchiesta ufficiale interrogando Mazaud che, dopo aver smaltito la comprensibile arrabbia-
tura e reticenza iniziali, finì col raccontare l’episodio. Più tardi il signor Bernard, commissario di Tulle, insieme al suo col-laboratore l’ispettore Gratis ed ai gendarmi di Bugeat, seguiti da qualche giornalista, effettuarono il sopralluogo sul sito dell’incontro che si rivelò inconcludente, poiché non vennero rilevate tracce né indizi particolari. Bisogna notare che erano comunque trascorsi due giorni ed era piovuto parecchio. l gendarmi non furono in grado, quindi, di appurare se il testimone avesse mentito o se avesse detto la verità.
Le uniche cose che poterono verificare con certezza furono che la sua reputazione era eccellente, che era un uomo taciturno, un gran lavoratore, equilibrato e sprovvisto della minima immaginazione. Uno dei giornalisti presenti al sopralluogo delle autorità, così scrisse su un giornale locale:

“Nelle sue dichiarazioni c’e un indiscutibile tono di sincerità. Non ha la reputazione di un burlone o di un esaltato e gli inquirenti non rilevano la minima contraddizione nel suo racconto.”

Altre testimonianze
Il noto ufologo francese, Aime Michel, interessatosi personalmente al caso, notò che il commissario delle informazioni Generali di Tulle, signor Bernard, disse di essere stato colpito, come tutti del reto, dalla serietà del testimone involontario di questo strano avvenimento. Egli fece inoltre rilevare che le autorità avrebbero probabilmente archiviato l’episodio come una storia che non stava né in cielo né in terra, se non avessero riscontrato durante l’inchiesta che, la sera stessa dell’accaduto, qualche istante dopo che il signor Mazaud aveva visto partire l’apparecchio verso ovest, in direzione di Limoges…
Alcuni abitanti di questa località avevano effettivamente avvistato un oggetto volante in cielo, proveniente da est verso ovest. Venne descritto come un disco rossastro che lasciava una scia bluastra. Queste testimonianze erano state raccolte dalla polizia molto prima che la vicenda del signor Antoine venisse resa pubblica e conosciuta anche a Limoges. Un ulteriore punto a favore del testimone venne registrato allorché fu verbalizzata la testimonianza del signor George Frugier, trent’anni, sempre di Limoges. Costui annotò la data e l’ora esatta dell’avvistamento (10 settembre, qualche istante dopo le 20:30) e accantonò l’appunto, ricordandoselo solo il giorno 14 settembre, data in cui i giornali pubblicarono il racconto, convincendo così la sua famiglia, decisamente scettica al riguardo.
Premesso che all’epoca dell’avvenimento Antoine Mazaud aveva esattamente 58 anni ed era un uomo dalla solida corporatura, alto 1,82 metri, entriamo meglio nei particolari di questa affascinante storia e andiamo a rivedere le risposte alle diverse interviste, affidandoci ai giornalisti presenti sul posto il giorno del sopralluogo. Il luogo esatto dell’incontro era (ed e’) dislocato sulla strada per Tarnac.

“Mi potrete interrogare cento volte, e cento volte io vi risponderò nella stessa maniera, perché non mento. Allora, ho riconosciuto la sagoma di un uomo che procedeva verso di me ", ha precisata il contadino.

Quanto era alto ?

“Di media altezza”

Che cosa è successo poi?"

“Mi si è avvicinato, mi ha stretto la mano, ha tolto il suo casco, una sorta di elmetto metallico, come quello che indossano i motociclisti, ma sprovvisto di proteggi mento, poi mi ha abbracciato, senza alzare mai la testa ”

Le ha parlato?

“No, non ha emesso alcun suono. Perplesso, ho lasciato cadere a terra il forcone che portavo sulla spalla e l’individuo si e avviato frettolosamente verso i campi.”

Non ha provato a seguirlo?

“Nient’affatto, ero come paralizzato; forse con un amico al mio fianco avrei potuto rincorrerlo. Dopo un attimo di smarrimento mi sono ripreso e il mio sguardo è stato catturato da un oggetto dalla forma oblunga, che si alzava lentamente da terra ed emanava una luce fioca. Mi è sembrato che questa cosa passasse poi sotto la linea elettrica che fiancheggia la strada di Tarnac, Di profilo poteva sembrare lunga… non più di sei metri.”

La reazione della stampa



La reazione del commissario Bernard fu di sconcerto, poiché i gesti che il contadino ripeteva corrispondevano esattamente al contenuto della deposizione fatta mezz’ora prima e registrata dall’ispettore Gratis. Se andiamo a vedere i vari articoli pubblicati all’epoca, scopriamo che alcuni giornali snobbarono tutta la faccenda alla luce di alcune incongruenze colte nelle dichiarazioni del testimone.
Scriveva un quotidiano del Massiccio Centrale:

“L’essere che ho baciato era basso" ha detto Antoine Mazaud. Aggiungendo poi "Mi ha baciato senza alzare la testa". Antoine Mazaud è alto circa 1,80 metri, risulta difficile credere che un individuo di piccola statura possa baciarlo senza sollevare il capo. In realtà alcuni giornalisti non si erano limitati a riportare le dichiarazioni del contadino ma, nell’intento di suscitare scalpore. si erano fatti influenzare dalla gente del posto. che aveva infarcito la storia con particolari che, in effetti, non avevano alcun fondamento. Antoine non dichiarò mai alle autorità di essere stato baciato dallo sconosciuto, ma solamente che fu abbracciato, L`individuo che incontrò la sera del 10 settembre, non
aveva niente di strano nel suo abbigliamento. e nel suo aspetto, tranne la forma particolare del casco che portava in testa. Quando si trovò faccia a faccia con il contadino inclinò più volte il capo per salutarlo, gli tese la mano e quindi lo abbraccio. Mazaud tese la mano e lo sconosciuto si avvicinò tenendo sempre il capo chino. Gli strinse calorosamente la mano e attirandolo a sé lo abbracciò frettolosamente. Considerando le risposte date dal testimone nelle varie interviste, in cui lui stesso dichiarava si è avvicinato, mi ha stretto la mano, ha tolto il casco, poi mi ha abbracciato. senza alzare mai la testa" dobbiamo immaginare che prima di abbracciarlo si sia rimesso il famoso copricapo. Questo perché poi nel rapporto alle autorità precisò che l’altro lo afferrò "attirando la mia testa contro il suo casco..". Sbalordito, Antoine comunque lo lasciò fare e non riuscì neanche a rendersi conto di ciò che gli stava capitando. Lo sconosciuto si allontanò a grandi passi e il contadino, ripresosi dal comprensibile smarrimento iniziale, corse a vedere che fine avesse fatto, ma gli fu subito chiaro che l’essere se n’era andato sull’aeromobile che aveva sentito e visto decollare, sfiorando i fili dell’alta tensione. Tutta la scena durò circa un minuto e nessuno dei due protagonisti pronunciò una sola parola. La sensazione di averla scampata bella affioro in seguito, durante le varie interviste.

"Temevo un altro incontro di questo tipo, magari meno pacifico" dichiaro infatti ad alcuni giornalisti.
"Mi sono pentito di non aver ucciso lo sconosciuto a colpi di forca per sapere chi fosse" avrebbe detto agli ufologi inquirenti.
Sul momento Mazaud non aveva pensato che il visitatore potesse essere una creatura extraterrestre, l’idea degli alieni e dei dischi volanti gli era sconosciuta. Fu a seguito delle impressioni suscitate dalla stampa che egli finì col definire lo sconosciuto come "il mio marziano". In effetti Marte non c`entrava (e non c’entra) proprio niente, sia ben chiaro. ll racconto del protagonista, nella sua genuinità e freschezza, è ibrido, ma non per colpa sua.
Egli aveva riferito i fatti così come si erano svolti, senza alterare nulla. Se da una parte le sue parole ci fanno pensare ad un essere non umano, dall'altra il comportamento dello sconosciuto sarebbe riconducibile ad una normale persona
che saluta calorosamente un conterraneo incontrato per caso durante una comune scampagnata. Non stupiamoci, allora, se qualche giornale di quel periodo tentò di screditare la storia affermando che il testimone era stato condizionato e suggestionato dalla grande ondata di avvistamenti in corso in quell’annata. In pratica, scrissero che il contadino aveva semplicemente incontrato un normale pilota in difficoltà. che poi sarebbe salito su un comunissimo elicottero e volato via.



Curiosità e annotazioni
Nella narrazione il testimone riporta un fatto a prima vista insignificante ma per me molto importante.
L’essere per ringraziare il contadino che aveva abbassato il forcone si porta la mano alla testa in segno di gratitudine/saluto quasi a toccarsi la fronte. Ebbene questo gesto e riportato in tantissimi casi di incontri fortuiti ma pacifici specialmente negli anni 50’ e metà anni 60’. Anche in un famoso caso gli esseri atterrati nei pressi di una fattoria fecero capire a un incredulo contadino di avere bisogno cortesemente di acqua… l’uomo perplesso/impaurito decise di porgergli dell’acqua vista la richiesta comunque gentile… del resto gli avevano chiesto solo un po’ d’ acqua una richiesta che difficilmente si rifiuta anche agli estranei.
Gli esseri una volta ricevuta l’acqua fecero capire di essere molto grati al contadino e inclinando leggermente il busto portarono la mano alla fronte… poi rientrati per pochi istanti all’interno del disco riuscirono per porgere alcuni biscotti” (una sorta di pane piatto) al contadino per ringraziarlo, facendogli capire che l’acqua di cui avevano bisogno serviva per la loro realizzazione.
Sembra proprio essere un gesto di ringraziamento e gratitudine misto a saluto. Una specie di “grazie ti sono riconoscente, ora mi congedo da te…”.

Fonte: Articolo di Carlo Pirola pubblicato nel 2010
Sheenky
00domenica 14 agosto 2011 18:47
UN NUOVO PROGETTO "SETI" SUL TERRITORIO FRANCESE: IL PROGETTO "PHOENIX" SUGLI UFO



Il Progetto Phoenix sarà un nuovo concetto del progetto SETI (Search for Extra-Terrestrial Intelligence) non governativo, che permetterà, attraverso il reperimento di fondi necessari per il suo funzionamento, la creazione nel territorio francese o di altra nazione di una Fondazione per la Ricerca Scientifica Internazionale unica al mondo, il cui scopo sarà quello della scoperta dell'esatta natura degli UFO.

"Non è mai esistito e mai esisterà nella grande avventura per l'umanità quello di aver successo in questa fondamentale ricerca di prove formali dell'esistenza o meno di vita nell'Universo al di fuori della Terra. La risposta a questa domanda fondamentale, che passa attraverso la risoluzione finale del problema UFO, sarà quella di offrire al mondo una delle più grandi scoperte scientifiche e filosofiche di tutti tempi. Come tale, il dossier UFO è il materiale scientifico più importante che la Terra abbia mai conosciuto", ha dichiarato Serge Tinland, fondatore del Progetto Phoenix.

L'attuale programma SETI non dovrebbe concentrarsi esclusivamente allo Spazio, ascoltando le stelle, ma dovrebbe essere principalmente rivolto verso la Terra, alla ricerca di manufatti esotici tecnologici (di qualsiasi tipo e facendo indagini direttamente sul campo) potenzialmente presenti all'interno di strati archeologici, geologici e dall'attento studio del materiale per comprendere le origini dell'Umanità, prendendo spunto (tra l'altro) da una materia poco considerata e utilizzata: la Paleoastronautica.
Questa nuova ricerca si chiamerà SETAV (Search for Extra-Terrestrial Artefact and Visitation) ed è basata al tempo stesso al protocollo SETV (Search for Extra-Terrestrial Visitation or Search for Extra-Terrestrial Signals in the Solar System or Earth-based) e al protocollo SETA (Search for Extra-Terrestrial Artefacts or Search for Extra-Terrestrial Artefacts in the Solar System or Earth-based).
Questa Fondazione diverrà un laboratorio di riferimento, a livello internazionale, nel campo tecno-scientifico applicato allo studio del dossier UFO, impiegando a tempo pieno scienziati ricercatori con curriculum rilevanti e riconosciuti nei loro campi di studio. Questo permetterà di consegnare a tutti gli scienziati, ingegneri, tecnici e ricercatori tutti i mezzi necessari e più moderni affinchè venga raggiunto lo scopo della loro missione: portare alla luce, una volta per tutte, l'esatta natura degli UFO ed informare le nazioni di tutto il mondo attraverso l'Organizzazione delle Nazioni Unite e tramite tutti i sistemi di comunicazione a livello internazionale: stampa, radio, televisione, internet.
La Fondazione si baserà, una volta resa operativa, su 30 dipartimenti specializzati UMR's (Mixed Research Units) e guidata da diversi laboratori. Per cominciare ci si baserà su uno staff permanente di minimo 5 ed un massimo di 30 persone.
Il primo scopo sarà, come anticipato sopra, quello della ricerca di prove formali della reale e fisica natura - o meno - degli UFO.
Dopo, se la reale natura fisica degli UFO venisse confermata, l'obiettivo finale del Progetto Phoenix sarà quello di determinare definitivamente e scientificamente se questi UFO sono, nel loro modo di muoversi, legati in parte ad una forma di intelligenza non specificata. E, una volta confermato ciò, se questa intelligenza sia direttamente legata agli esseri umani, attività terrestre legata ai militari o connessi, in parte, alla persistenza presenza di attività extraterrestre sul nostro pianeta.
L'importanza del dossier UFO parla da sè. Fino ad oggi, più di trenta paesi al mondo con le competenti autorità (civili, militari, governative, d'intelligence,...) si sono interessate al fenomeno, nella massima discrezione, dalla fine della Seconda Guerra mondiale.
La risposta ad alcune delle nostre domande riguardanti l'origine e la natura degli UFO sarà per il Progetto Phoenix un importante passa avanti nella comprensione del mondo che ci circonda.
La scoperta permetterà all'Umanità, qualunque sia l'origine e la natura degli UFO, di mettere a punto un nuovo sistema di energia e propulsione.
Tale scoperta e la relativa divulgazione al mondo significherà che potremmo fare a meno del petrolio, gas, carbone e altri metodi tradizionali e - improvvisamente - potremmo vedere la fine dell'economia e della geopolitica basate sulla risorse petrolifere, risorse queste così fragili oggi e, ancora peggio, in un futuro molto vicino.
La completa divulgazione di tali potenziali scoperte permetterà all'Umanità di creare una civiltà sostenibile, senza dover subire - per esempio - il riscaldamento globale, tra l'altro quasi totalmente derivato dal petrolio e dai suoi derivati oppure senza permettere il totale controllo di cibo, sia sugli alimenti di base che dell'acqua, una fonte essenziale di tutta la vita su questo pianeta.
Quindi una nuova era, un nuovo paradigma che offrirà la nuova linea di ricerca SETI in Francia, il Progetto Phoenix.

Link al sito: www.thephenixproject.com/en/Default.htm

Sheenky
00martedì 16 agosto 2011 07:55
AVVISTAMENTO UFO PRESSO LA BASE AEREA A VANDENBERG
DATA: NOVEMBRE O DICEMBRE 1969


L'investigatrice UFO Linda Moulton Howe tramite il suo sito internet Earthfiles.com ha reso noto di aver ricevuto una mail alla fine del mese di Febbraio da un ex dipendende dell'U.S. Air Force: "Ciao Linda seguo sempre il tuo sito, e ti voglio raccontare un episodio UFO che risale al 1969 presso una grande Air Force Base in California, nella quale stavo prestando servizio. Steve.

Linda ha pubblicato l'intervista
"Steve" è nato a San Diego, in California. E' entrato nell'U.S. Air Force nel 1966. Dopo aver ricevuto una formazione di base nelle forze di sicurezza, dapprima fu assegnato per 18 mesi a Kunsan, in Corea e in seguito prestò servizio presso la Base Aerea di Vandenberg fino al 1970.
Da quanto emerge dall'email, il militare assieme ad altri agenti di sicurezza dell'USAF, sarebbero stati testimoni di un incredibile evento che fino ad oggi non è mai stato rivelato a causa delle forti pressioni da parte di superiori e in particolar modo da un Colonnello dell'AFOSI (Air Force Office of Special Investigation).
Steve oggi ha 60 anni, ed è convinto che i suoi contemporanei conoscono la verità, ed ha accettato di farsi intervistare al telefono "perché pensa che tutti hanno il diritto di sapere cosa il governo vuole nascondere".

Legenda: Steve -Testimone. LMH - Linda Mounton Howe

Steve - Il fatto accadde otto mesi prima della fine del mio servizio, quindi verso la fine di novembre o dicembre del 1969 attorno alle 21.45. Ci fu ordinato di per radio di rafforzare la sicurezza per l'arrivo di un aereo da trasporto c-5 Galaxy, che sarebbe atterrato alle ore 21.00. Era considerato un volo prioritario.
Lo vedemmo atterrare e si fermò nello spazio spazio riservatogli. Ci avvicinammo e prendemmo contatto con i militari naviganti. Vi erano 4 o 5 persone che vegliavano il carico.

Il C-5 Galaxy all'epoca, era un aereo recente, era di dimensioni impressionanti. Salimmo a bordo e lo sottoponemmo ad ispezioni. Ci mostrarono le sue incredibili particolarità e gli strumenti di controllo.
Notai che il suo carico consisteva solamente in due scatole in legno che non erano molto grandi, circa un metro per tre, poste l'una sopra l'altra. Negli altri stive non vi era nulla. In seguito uscimmo. Dopo circa un minuto o due che eravano scesi all'improvviso notammo una macchina completamente silenziosa che stava scendendo dal cielo. Doveva essere a circa 500 metri di distanza e si fermò ad un centinaio di metri di altezza.

LMH - Può descrivere la sua forma o colore?

Steve - Non fu facile avere un'idea della sua forma. Si notavano nettamente 2 luci rosse brillanti arancioni posizionate ai lati, a poche decine di metri l'uno dall'altra. Poi è apparso come un triangolo puntato verso l'alto, a forma di V. Sembrava fatto di metallo argentato.

LMH - Il cielo era perfettamente chiaro?

Steve - Erano le 21.45, una notte senza nuvole, molto buia e senza Luna.

LMH - Quelle erano le luci notate in un primo momento?

Steve - Si, erano lontane, ma sembravano unite ad un quadro che si trovava in piedi verticalmente nel cielo. Doveva misurare 800-900 piedi di lunghezza e in altezza e da 300 a 400 piedi di larghezza.

LMH - Quanto era distante la punta più vicina a voi?

Steve - L'aereo era in verticale sulla pista principale, quasi perpendicolare, e dal parcheggio dove si trovava il C-5 doveva trovarsi a 300 metri.

LMH - Quante persone lo osservarono?

Steve - Eravamo 3 o 4 persone della sicurezza, più 4 0 5 agenti di polizia che erano stati assegnati alla sicurezza del trasporto. Quindi, circa 9 in tutto.

LMH - Udiste qualche rumore?

Steve - No, era assolutamente in silenzio! Fummo tutti sorpresi quando iniziammo a notarlo, perché era sceso non producendo alcun rumore. Notammo la luce scendere verso il basso e stabilizzarsi a circa 150 metri dal suolo.

LMH - Che cosa vi diceste?

Steve - Nulla. Fummo sbalorditi. Non mi ricordo che dissi qualcosa e nessun altro commentò. Eravamo come pietrificati, cercando di scorgere qualcosa di familiare per darci una spiegazione.

LMH - Cosa accadde in seguito?

Steve - L'enorme velivolo era a forma di V silenzioso e stazionario, in seguito emise un raggio di luce che illuminò la sommità del C-5. Non era diretto verso di noi. Fu come un raggio laser sparato verso il C-5.

LMH - Quale fu il colore e la larghezza del raggio?

Steve - Per quanto ricordo era di colore verde-blu appena più ampio dell'aereo, circa 8 metri. Parlo solo della fusoliera, il fascio era diretto verso la parte centrale del C-5.

LMH - Lì c'erano i contenitori?

Steve - Si, più o meno erano in quella zona.

LMH - Cosa accadde dopo?

Steve - L'emissione del raggio durò circa 10 secondi, poi più nulla. Pochi secondi dopo, l'UFO si alzò rapidamente verso il cielo e scomparve.

LMH - Siete risaliti a bordo per controllare le casse?

Steve - Noi no, ma i poliziotti che erano a bordo del C-5 ci andarono. Ritornarono e ci dissero che dovevano ripartire, e noi dovevamo andarcene ugualmente.

LMH - Sai se cercarono di ispezionare i contenitori? C'era qualcosa di insolito sul C-5?

Steve - No, ma ricordo un dettaglio prima dell'arrivo dell'UFO. Parlammo con il gruppo che proteggeva l'aereo, chiesi al Sergente: "Dove siete, dunque?" Egli rispose: "A Groom Lake". La zona che ora è chiamata Area 51. All'epoca dissero Groom Lake e io chiesi dove fosse e lui rispose: "Nevada".

LMH - Hai avuto l'opportunità di saperne di più su ciò che si trovava all'interno dei contenitori?

Steve - No. Non avevamo il permesso di conoscere queste informazioni. Fummo solamente incaricati di rafforzare la sicurezza mentre l'aereo si trovava a terra. In seguito tornammo alla postazione, in quanto il nostro servizio terminava circa 40 minuti dopo, per passare le consegne ad un altro team. Segnalammo l'accaduto al nostro superiore, ci ascoltò e prese appunti.

Un Colonnello dell'AFOSI (Air Force Office of Special Investigation) minacciò Steve.
Il giorno dopo ero di servizio dalle 16 fino a mezzanotte, assegnato ad uno degli avamposti della Air Force Base di Vandenberg. Due ore dopo l'inizio del servizio, mi si avvicinò un veicolo di funzionari. Chi venne da me era vestito in abiti civili e mi diede la sua identità. Era un Colonnello dell'AFOSI.

Mi chiese se ero Steve ……… Gli chiesi se la visita era dovuta a proposito dell'incidente UFO. Lui solamente replicò: "Lei non ha visto nulla! Questo era tutto. Ma ripetè la cosa per essere sicuro che io avessi capito: "Lei non ha visto nulla, non è vero?"
Risposi: "No signore, non ho visto niente". Dopo di che se ne andò.

LMH - Hai mai discusso l'episodio con i tuoi colleghi?

Steve - Non vidi mai più gli altri due ragazzi che si trovavano con me quella notte. Non mi ricordo di aver parlato. Non ricordo di averli mai visti in seguito. Ignoro che fino abbiano fatto.
Il fatto che l'ufficiale AFOSI non cercò nemmeno di sapere cosa avessi visto, significa che sapeva ciò che accadde. Voleva solo fare in modo che io stessi con la bocca chiusa.

LMH - La separazione dei testimoni è una procedura comune, in modo da non permettere di confrontare le loro valutazioni.

Steve - Si, questo è quello che pensai. Rapidamente fummo assegnati in altre posizioni. Potevamo non cooperare con l'AFOSI. Ero molto giovane allora, e non era divertente andare contro un Colonnello dell'OSI. Non accadeva spesso di trovarsi davanti ad un Colonnello, era più facile incontrare Capitani o Maggiori.

LMH - Fu una maniera efficace di intimidirti

Steve - Funzionò molto bene. Nessuno vide nulla, e se qualcuno avesse avuto voglia di parlare, gli sarebbe andata male.

LMH - Che ne pensi di questa storia oggi?

Steve - Penso che si trattò di un velivolo alieno, proveniente da un altro mondo. Per me era interessato al carico del C-5. Sembra evidente che erano loro. Non possiamo sapere cosa accadde quando il raggio colpì l'aereo, se fu usato per attivare o modificare ciò che si trovava nei contenitori.

LMH - Perché pensi che i politici mantengano questa politica di segretezza?

Steve - Hanno mentito per così tanto tempo che quasi impossibile riconoscerlo dopo più di 50 anni. Penso che i governi hanno paura di non essere in grado di controllare le popolazioni. Probabilmente collaborano con gli alieni, scambiandosi informazioni e fanno di tutto per non dover rispondere alle richieste da parte della gente per una possibile protezione contro gli alieni. Sarebbe troppo per loro chiedergli di prendersi cura di tutto.

Sheenky
00mercoledì 17 agosto 2011 09:54
IL DISCO DI INDIANAPOLIS
DATA: 13 LUGLIO 1952


Era notte, la notte di un Sabato, 13 Luglio, 1952, le strade ed i luoghi di svago della città si stavano vuotando. All'improvviso un brillante splendore giallo illuminò il cielo notturno.
I sorpresi cittadini alzarono la testa per cercarne la ragione, ed ecco presentarsi un'Enorme Macchina Ovale che stava sorvolando la città, proveniente da Sud-Est.
Venne calcolato che era ad appena 1500 m. di quota. All'improvviso la città cadde nel buio! Due aerei che stavano avvicinandosi all' Aeroporto per atterrare, videro scomparire tutte le luci della pista, e dovettero fare un lungo giro in attesa che ritornassero le luci segnaletiche sulla pista...
A vederla passare sulle proprie teste furono migliaia di persone... Dopo due minuti la polizia, l'Aeroporto e le redazioni dei giornali cominciarono ad essere subissati da concitate telefonate di allarmati cittadini che chiedevano spiegazioni..
Chi vide l'Oggetto, si affrettò a comunicarlo a chi non l'aveva visto. Per qualche tempo sembrò che si stesse per scatenare un'ondata incontrollabile di panico!
Ma il Disco, fortunatamente , se ne andò...
Quando lo sconosciuto Apparecchio stava per avvicinarsi ad Indianapolis, no furono pochi i piloti di aerei di linea ad averlo visto...
Uno di essi fu il Cap. Richard Case, che era al comando di un bimotore Convair, dell'American Airlines. Quando lo scorse per la prima volta si trovava poco meno di 50 Km a Sud-Est della città, e volava a 500 Km/h.
"Era un Apparecchio diligentemente guidato..." disse quando prese terra, più tardi. "Aveva la forma di un "piatto" e sembrava ad un'altezza di 4500 m.; si muoveva ad una velocità tripla della nostra. Poi cambiò rotta e discese fino alla nostra stessa quota; infine si diresse verso Nord-Est e passò sopra la città..."
Pressappoco nei termini laconici di questo rapporto, si espressero altri cinque piloti, uno dei quali dell'Aviazione Militare. Fino ad allora erano stati scettici riguardo gli UFO, ma dovettero ricredersi...
Ciò che portò a preoccupare maggiormente il Pentagono e l'Aeronautica fu l'isterismo collettivo (questa volta motivatosia per la spettacolarità dell'avvistamento che per la sempre proclamata inesistenza degli UFO...) che si scatenò quella notte ad Indianapolis alla vista di un solo Disco.
Sheenky
00giovedì 18 agosto 2011 08:22
UFO - LA TEORIA DEL "SUPER SPETTRO" DI JOHN KEEL



John Alva Keel nacque a New York il 25 marzo 1930. Fu un giornalista americano, con la passione dei fenomeni misteriosi, ivi inclusi gli UFO. Influenzato dalle idee di Charles Fort, ebbe un accattivante interesse per tutto ciò era "oltre la soglia del reale". Pochi sanno che fu lui che coniò il termine di "Men in Black", nomignolo per indicare i "silenziatori" dei testimoni di avvistamenti di "dischi volanti" e che apparve nel 1967 sul magazine americano "Saga" all'interno dell'articolo "UFO Agent of Terror".
E' conosciuto, soprattutto nel mondo dell'Ufologia, per aver studiato a fondo il caso del "Mothman" (vedi disegno in base alle testimonianze dell'epoca), misterioso essere volante che terrorizzò il West Virginia nel 1967. Il caso, che allarmò l'opinione pubblica americana, fu contornato da "strane telefonate" da parte di misteriosi individui ed enigmatiche mutilazioni di bestiame. Inoltre, a quanto pare, l'apparizione di questa enorme creatura volante portava ad immediati (o quasi) eventi nefasti.
Il "terrore" del Mothman culminò, con la caduta del ponte Silver Bridge (fiume Ohio), il 15 dicembre 1967. E quanto pare, pochi giorni prima fu vista una misteriosa creatura alata nei pressi del ponte. Leggende o meno, questo episodio fece accrescere la notorietà di Keel.
Ma furono anche gli UFO ad affascinare il brillante scrittore. Fino alla fine degli anni 60 del secolo scorso fu acceso sostenitore della provenienza extraterrestre degli "Unidentified Flying Objects", poi in breve tempo la sua opinione cambiò radicalmente.
Ecco cosa pensava Keel sugli oggetti volanti non identificati e che apparve nella "The Encyclopedia of UFOs", editata da Ronald D. Story e J. Richard Greenwell (Doubleday, 1980).
Il "testamento" dello scrittore e ricercatore porta il titolo di "John Keel's Position Statement":
"Ho abbandonato l'ipotesi extraterrestre (ETH) nel 1967, quando il mio personale campo di indagini rivelò una sorprendente sovrapposizione tra fenomeni psichici e gli UFO. In quel periodo, i miei risultati furono estremamente impopolari, ma negli anni successivi, la maggior parte dei principali ricercatori dei paesi europei e molti degli scienziati americani coinvolti nella materia, hanno verificato ed accettato le mie conclusioni."
In sostanza, gran parte della dottrina UFO è soggettiva e molti eventi di presunti UFO sono in realtà il prodotto di processi complessi allucinatori, in particolari nei contattisti e nei rapporti tipo CE III (Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo). Lo stesso processo ha stimolato le credenze religiose, tradizioni delle fate e sistemi occulti del credo nei secoli passati.
Una piccolissima percentuale di avvistamenti (forse meno del 2 per cento) ed eventi indicano che altri strani, ma naturali, fenomeni sono spesso inclusi, o assorbiti, nei dati UFO.
Anche se non possiamo spiegare in modo soddisfacente tutti gli eventi UFO in termini di conoscenza e tecnologia attuale, credo che l'ultima soluzione comporti un complicato sistema di Nuova Fisica, relativi alle teorie del Continuum Spazio-Tempo.
E' possibile, anche molto probabile, che un sistema sottile di controllo cosmologico sia in vigore sin dagli albori dell'umanità e gli UFO sono una parte di quel sistema.
Gli oggetti e le apparizioni non sono necessariamente originati da un altro pianeta e potrebbero non esistere come costruzioni permanenti della materia. E' più probabile che vediamo quello che vogliamo vedere ed interpretiamo tali visioni secondo le nostre convinzioni contemporanee.
Il problema può essere ridotto ad una serie di difficili questioni filosofiche e potrebbe essere meglio esplorato da scienziati e matematici".
Fin qui il pensiero di Keel, che venne approfondito da un libro scritto nel 1970 e dal titolo "UFO: Operazione Cavallo di donna a pagamento".
Negli anni, poi, a seguire gli anni 80 Keel fu velocemente dimenticato dagli appassionati e dagli studiosi più ortodossi, fino a quando morì a New York il 3 luglio 2009, all'età di 79 anni.

Conclusioni:
La tesi "antiextraterrestre" di Keel oggi può far sorridere ai più, ma negli anni 70 e 80 del secolo scorso era una tesi che seppur con le sue crepe, faceva il paio con quella "Magoniana" di Jacques Vallee. Rispetto alla teoria magoniana, in cui le entità dietro agli UFO provenivano da un universo parallelo al nostro, quella "Keeliana" era incentrata in una sorta di "Super Spettro" che vive nel nostro stesso Universo, situata in una zona dello spettro elettromagnetico non percepibile ai nostri sensi.
Inoltre, Keel era convinto che questa sorta di "Entità Energetica" creasse non solo gli UFO, ma anche tutti i fenomeni e creature sconosciute allo scibile umano, allo scopo di condizionare, manipolare e dominare gli esseri umani, come dei burattini, dove il burattinaio è questo "Super Spettro" presente sin dall'apparizione dell'Uomo sulla Terra.
Davvero teorie assurde, bizzarre, ma che potrebbero oggi collegarsi alla teoria dell'Universo Olografico, creato da una "Super Mente", stile Matrix.

Tutte da gettare le tesi di Keel? A mio avviso, anche se è una teoria azzardata non è totalmente da censurare. Perchè anche se non sappiamo nulla dell'origine e la provenienza degli UFO, potrebbe spiegare almeno una piccola percentuale di fenomeni ufologici, una percentuale totale di casi inspiegabili nettamente superiore a quella ipotizzata da Keel e che si aggira al 23%, secondo i casi catalogati "Pan D" (casi inspiegabili nonostante studi approfonditi) dal Geipan in seno al Cnes francese.

Sheenky
00giovedì 18 agosto 2011 08:25
L'ARMATA UFO DI FARMINGTON
DATA: 17 MARZO 1950


Spesso si dice che per provare l'esistenza degli UFO come macchine intelligenti non umane, un gran numero di persone dovrebbero osservare lo stesso fenomeno e dimostrare che non si tratti della nostra immaginazione.
Sono pochi i testimoni di Roswell nel 1947 ancora in vita. Le Luci di Phoenix nel 1997 fu un evento incredibile ma avvenne di notte. Ma esiste un caso che molto spesso viene dimenticato dalla gente che può considerarsi il più grande avvistamento della storia americana e forse del mondo, il quale si verificò in più episodi, e per ben 3 giorni durante il Marzo del 1950. La piccola cittadina nel New Mexico Farmington fu testimone di incredibili avvistamenti.


Mappa di Farmington

Farmington è situata a 72 km a sud-est nella regione "Four Corners", una zona nota per i suoi numerosi avvistamenti UFO partiti sin dagli anni 40. Si trova a soli 29 km a sud-ovest di Aztec, sito nel quale si suppone sia precipitato un disco volante nel 1948.
Si trova anche a 100 km ad ovest dalla Base Aerea di Dulce, dove si dice si trovino i laboratori sotterranei segreti per lo studio degli alieni e studi eso-biologici.
Infine, Farmington si trova a 160 km a nord-ovet di Los Alamos, un centro di ricerca ultra segreto.
Il 18 Marzo del 1950, il giornale della città di Farmington, il "Farmington Daily Times" pubblicò un articolo a seguito di una nuova osservazione UFO avvenuta sopra la cittadina. Ecco l'articolo:

UN IMMENSA ARMATA DI DISCHI VOLANTI INVADONO FARMINGTON



Questi velivoli visti da dentina di persone. Velocità stimata di 1600 km/h, altitudine 6.000 metri.
Per il terzo giorno consecutivo dei dischi volanti sono stati osservati nei cieli di Farmington, tutte le volte tra le undici del mattino e mezzogiorno. Tre persone hanno chiamato gli uffici del Daily Times per testimoniare che hanno visto questi strani oggetti nel cielo poco prima di mezzogiorno.
Abbiamo visto anche diverse persone lungo la Main Street che guardavano e puntavano il dito al cielo. Forti venti ed una tempesta di polvere hanno impedito una visione chiara.
Metà della popolazione della città è ormai certa di aver visto delle astronavi e strane macchine volanti - centinaia che sfilavano attraverso il cielo ieri. Le stime del numero variava da "diversi a oltre 500". Qualunque cosa fossero ha generato un enorme risentimento in questa comunità, che si trova a nord-ovest a soli 160 chilometri dal Centro di Ricerca Atomico di Los Alamos.
Gli oggetti pare abbiano giocato a nascondino nel cielo. A volte si allontanavano rapidamente a velocità quasi incredibile. Un testimone ha fatto un commento su di una triangolazione degli oggetti e la velocità stimata di 1600 miglia orarie, con delle dimensioni stimate di circa 2 volte quella di un B-29.
I cittadini di Farmington che si trovava per le strade ieri ha effettuato l'osservazione di un massiccio numero di "dischi volanti". Il traffico è stato rallentato da coloro che guardavano il cielo. L'ufficio del Daily Times di Farmington è stato inondato da telefonate di persone che hanno visto gli oggetti.


Giornale dell'epoca

Un Leader Rosso
Decine di persone hanno descritto gli oggetti come dischi argentati. Alcuni ne hanno visto uno rosso - più grande e veloce, ed a quanto pare guidava la formazione.
Clayton J. Boddy, di 32 anni, manager del "Farmington Times" ed 'ex Capitano del Genio durante la guerra 39-45 in Italia, era tra coloro che hanno visto gli incredibili oggetti. Boddy era sul marciapiede quando improvvisamente nota alcuni oggetti che si spostavano in alto nel cielo. "Qualche istante dopo è arrivata quella che pareva essere una flotta di circa 500 oggetti", ha continuato Boddy. Non ha potuto stimare le loro dimensioni o la velocità, ma ha detto che sembravano essere a circa 4,5 chilometri sopra il livello del mare.
Il rapporto reso da Boddy è stato confermato da Joseph C. e Francis C. Kelloff, e dal negoziante Antonito che si trovava a Farmington per ispezionare il sito di un nuovo negozio, così come Bob Foutz e john Burrell di farmington. I Kelloff hanno affermato che gli oggetti parevano volare in formazione.
Una delle testimonianze più impressionanti è giunta da Harold F. Thatcher, Capo dell'Unità del Dipartimento della Difesa del Suolo. Thatcher ha affermato che se paragonati a un B-29, si trovavano a circa 600 metri di altezza e volavano a 1600 chilometri orari.

Conosce l'ingegneria
"Io non sono un ingegnere professionista" ha detto Thatcher, ma conosco un sacco di ingegneri che lavorano sotto la mia direzione e so fare una triangolazione di massima su di un oggetto." Thatcher ha categoricamente negato che si possa essere trattato di di piccoli pezzi leggeri come ad esempio cotone fluttuante nell'atmosfera. "Non era cotone", ha detto. Ho visto in passato pezzi di cotone fluttuante nel cielo in passato, ma quello che ho osservato non era cotone".
Il rapporto sul "cotone" ed una possibile spiegazione è partita Andy Andrews del Governo dicendo che i residenti avevano semplicemente visto del cotone.
Le prime relazioni sui dischi volanti partono alcuni minuti prima delle 11.00 di ieri mattina. Per più di un'ora in seguito, il nostro giornale ha ricevuto una valanga di segnalazioni per gli oggetti.
Una seconda ondata a grande scala è avvenuta alle ore 15.00. La signora Wilson Jones di 27 anni e il signor Roy Hicks di 33 ed alcune casalinghe hanno riferito di aver visto questi oggetti a nord di Farmington, che volavano in formazione perfetta. Altre persone hanno riferito lo stesso spettacolo, come Johnny Eaton di 29 anni, un venditore di beni immobili e di assicurazione, ed Edward Brooks di anni 24, un dipendente del garage Perry Smoak, i quali per primi hanno riferito inoltre di aver visto un oggetto rosso nel cielo.

Nessun Aereo


Giornale d'epoca

Brooks, un mitragliere di coda di un B-29 durante la guerra, si è detto certo che gli oggetti non erano degli aeroplani. "Le manovre di queste cose non rispecchiano quelle degli aerei moderni", ha affermato.
John Bloomfield, un altro dipendente del garage Smoak, ha detto che gli oggetti che ha visto volare pareva viaggiassero 10 volte più veloci degli aerei jet. Ha aggiunto che spesso gli oggetti giravano ad angolo retto.
"Parevano muoversi verso il senso opposto come se facessero un faccia a faccia", ha raccontato. "All'ultimo secondo, si dirigevano perpendicolarmente verso l'alto, e l'altro in perpendicolare verso il basso. Un disco sorpassava gli altri e immediatamente si situava di dietro per poi riprenDere la testa."
Marlow Webb, un altro dipendente del garage, ha affermato che gli oggetti visibili ad occhio nudo parevano essere 20 centimetri di diametro visti da terra, più o meno come un piatto da portata. "Volavano ai lati, davanti e in tutti gli angoli immaginabili", ha detto. "E' stato facile capire che si trattava di dischi volanti. Nessuna delle decine di testimonianze ha riferito di aver udito alcun rumore di motore o traccia di condensa. Nessuno ha segnalato la presenza di una qualsiasi finestra o inscrizioni sui velivoli.
Per concludere, la popolazione di Farmington affrontò il fenomeno con calma, anche se alcune persone leggermente caddero nel panico. Fu ipotizzata la disintegrazione di un pallone Skyhook per cercare di spiegare l'incidente ai molteplici testimoni, ormai dimenticati, ma che avevano vissuto quel momento in maniera chiara.
La rottura dello Skyhooks poteva effettivamente avvenire a temperature molto basse nella troposfera superiore e certe volte distruggendosi poteva generare pezzi più piccoli.
Ma semplicemente non era ragionevole pensare che questi frammenti di plastica ad altitudini di 12 - 15 chilometri potessero essere notati ad occhio nudo.
Non è possibile che questi oggetti distanti, viaggiando ad una velocità relativamente bassa, poterono ingannare decine di persone e portarli a descrivere come dischi volanti velocissimi (tra cui un oggetto di grandi dimensioni di colore rosso)
Tuttavia, un controllo fu fatto. Un ricercatore indipendente contattò la Base Aere di Holloman e poi l'Ufficio delle Ricerche Navali, che congiuntamente tenevano le registrazioni di tutti i lanci dei palloni Skyhooks da Alamogordo.
Nessun pallone Skyhooks o qualsiasi altro oggetto fu rilasciato nella regione vicino ad Holloman o da qualsiasi altra parte nei pressi del luogo e data dell'incidente.
Il suggerimento che fu dato ai testimoni in riguardo alle fibre di cotone in sospensione nell'aria è irragionevole, tenendo in considerazione il numero delle testimonianze esposte ed un giornalista locale segnalò anche la testimonianza di un funzionario di polizia e quella di un altro giornalista.
Nessuna spiegazione è mai giunta per cercare di porre chiarezza alla questione e soprattutto per spiegare i numerosi oggetti a forma di disco che si spostarono in maniera non convenzionale, visti da molti abitanti di Farmington il 17 Marzo 1950.



Sheenky
00venerdì 19 agosto 2011 08:16
PILOTA DELLA GUARDIA NAZIONALE INGAGGIA DUELLO AEREO CON UN UFO
DATA: 1 OTTOBRE 1948


Fargo Nord Dakota, 1 Ottobre 1948 ed erano le 9 di sera il tenente George F. Gorman della North Dakota National Air Guard si trovava ai comandi del suo Mustang F-51. Stava facendo ritorno alla base dopo un giro di perlustrazione, mentre i suoi compagni erano già rientrati all'aerodromo.
Avvicinatosi alla pista ad una quota di 1500 metri per atterrare iniziare le manovre di atterraggio, e dopo che la torre di controllo diede l'ok alla manovra, il pilota vide una intensa luce chiara pulsante, che rapidamente si spostava e che incredibilmente stava illuminando la pancia del suo aereo. Secondo il pilota la luce viaggiava a circa 400 chilometri l'ora.
Immediatamente chiese spiegazioni alla torre di controllo: "Mi dite che cosa è ?Mi comunicate che ho via libera per atterrare, invece la luce di un aereo ondeggia a 400 metri da me. Cosa devo fare?
Gli operatori, sorpresi da questa affermazione, dissero che il radar rilevava solo un piccolo aereo Piper, anch'esso in attesa di atterraggio. Gorman, senza scendere di quota virò e guardò verso il basso, vedendo chiaramente la pista di atterraggio, la torre di controllo e il Piper che era in attesa di atterraggio, mentre la luce notata era ancora dietro di lui.
Il pilota pensò che poteva capire meglio una volta fattosi superare dalla luce, ma ben presto si accorse che l'oggetto non aveva una sagoma solida definita. Era semplicemente una sfera luminosa.
Arrivarono conferme anche dalla torre di controllo. Due addetti al controllo aereo L.D. Jensen ed un suo collega Manuel Johnson anch'essi vennero attratti da quell'insolita luce. Fu richiamato Gorman e gli fu confermato che anche da terra avevano notato che qualcosa di sconosciuto volava nel cielo. Jensen prese un binocolo per meglio individuare l'UFO.
Dopo alcuni momenti di perplessità Gorman diresse il suo apparecchio verso l'oggetto, spingendo al massimo il suo motore fino a 650 chilometri l'ora. Riuscì a d avvicinarsi sensibilmente e notò che l'UFO era di piccole dimensioni e lampeggiava. Sia il pilota del Piper e gli operatori della torre di controllo furono testimoni delle evoluzioni.
Gorman avvicinatosi all'oggetto, vide che la luce del globo era diventata fissa. L'UFO fece una manovra molto stretta e sali' di quota in verticale molto rapidamente. Il pilota fece altrettanto tentando di tagliare la via al globo, ma la manovra fu talmente repentina che perse conoscenza per qualche secondo causa l'effetto della gravità. Ripresosi tentò di ingaggiare duello. Ad una quota di 2500 metri Gorman evitò una collisione e poté vedere a circa 150 metri la struttura dell'UFO. Si trattava nient'altro che di pura luce senza corpo solido ed era incredibilmente silenzioso. Provò molte volte a intercettare la sfera, ma inutilmente. A bordo del Piper vi erano il Dr. A. Cannon e il suo collega ed anch'essi seguirono il duello.
Tutte queste manovre durano circa 27 minuti. Tutte le cinque persone coinvolte nell'avvistamento notarono chiaramente che l'UFO pulsava di luce bianca e nel momento in cui manovrava, poco prima di virare diventava bianco splendente.
Il duello arrivò sino ad una altezza di 4500 metri, e l'UFO pareva stare al gioco. Il Mustang F 51 perse potenza evidenziando la netta superiorità dell'oggetto in alcune circostanze per via dell'altitudine. L'oggetto prese direzione nord-ovest e spari' all'orizzonte.Verso el 9.30 di sera il duello era terminato.
Gorman fu interrogato dalla commissione del Progetto Sign.
Era evidente che ci si trovava davanti ad un comportamento intelligente.
La commissione reputò Gorman un irresponsabile accusandolo di mancato equilibrio psichico. Il curriculum di Gorman era perfetto ed inoltre vi erano altre quattro persone che giuravano di aver assistito all'accaduto.
Negli anni '50 il Capitano E.J. Ruppelt a capo del Progetto Blue Book, ipotizzò che Gorman incontrò un pallone sonda, le cui manovre avrebbero dato l'illusione ottica al pilota. Questa fu l'unica spiegazione fornita per screditare l'operato del pilota della Guardia Nazionale.
Il Maggiore Donald Keyhoe, facendo alcune indagini effettivamente scoprì che dalla base di Fargo fu lanciato un pallone sonda, ma le correnti dei venti, secondo il servizio meteorologico, lo collocarono distante dall'aereo di Gorman. In seguito, non potendo smentire ulteriormente il Dr. Donald Menzel, ovviamente pagato per screditare e depistare, asserì che gli oggetti visti da Gorman furono due, il pallone e il pianeta Giove. Il cover-up era completo.

Fonte: Ufoplanet
Sheenky
00venerdì 19 agosto 2011 08:18
UFO COME OBIETTIVO DELLE FORZE AEREE

Aerei passeggeri commerciali operano in modo indipendente rispetto ad un aereo militare e, ovviamente, hanno opzioni limitate quando si tratta di rispondere ad un UFO nelle vicinanze. Inoltre, almeno in America, l'impronta nei confronti di segnalazioni di tali eventi è alta tra i piloti civili, che di fronte alla possibilità che, se riportata, la storia possa trapelare alla stampa, aggrava ulteriormente la possibilità del ridicolo. Nessun testimone ha continuato a richiedere registrazioni per quanto riguarda il caso O'Hare del 2006, nonostante i numeri che hanno accertato l'incidente e le legittime preoccupazioni circa la sicurezza aerea espresse da molti di loro.
Ma cosa succede quando i piloti di jet militari, armati di tutto punto, incontrano gli UFO? Oppure, se la radiazione elettromagnetica emessa da un UFO disattiva le apparecchiature sensibili alle basi militari, come può accadere in cabina di pilotaggio di un aereo, lo fa divenire un problema di sicurezza nazionale? Queste considerazioni vanno un passo oltre quello dei problemi alla sicurezza aerea, causati dalla vicinanza accidentale di un UFO. E' opportuno per i jets militari agire in modo aggressivo, oppure mai?
Rispetto all'aviazione commerciale, i militari operano in un modo più autonomo, ancora meno in un'arena pubblica. A differenza dei piloti commerciali, che si impegnano a garantire il comfort e la sicurezza di, spesso, centinaia di passeggeri e di tutelare la loro reputazione personale e quella delle loro società madri, gli ufficiali dell'aviazione militare hanno una serie di priorità molto diverse. Questi piloti sono orientati verso la protezione dei loro territori da qualunque attacco ed esser pronti in caso di una invasione inattesa o assalto terroristico. Gli aviatori militari sono pronti a difendersi, se necessario, e i loro aerei a reazione, non vengono caricati con dei passeggeri, ma con armi letali che possono essere utilizzate sia per attaccare, sia per difendere.
I piloti militari e i loro controllori del traffico aereo sono addestrati ad obbedire agli ordini e non fare troppe domande, e il sistema è ben praticato nell'arte della comunicazione di informazioni sensibili, mantenendo la loro riservatezza. All'interno delle forze armate, i piloti sono più propensi a presentare rapporti per una questione di dovere, a differenza dei rischi che incorrono i piloti commerciali, i quali sanno che l'accettazione di queste informazioni sarà molto limitata. Quando i piloti dell'Air Force sono di fronte ad un UFO, ci sono spesso altri testimoni di un secondo aeromobile o di una base militare al di sotto, e le informazioni possono essere facilmente trasmesse alla catena di Comando. Questi ufficiali sanno che altri aerei possono facilmente decollare in azione di "scramble" come supporto in risposta a qualsiasi impegno insolito. E possono difendersi immediatamente, se necessario.
Sapendo questo, viene da chiedersi, naturalmente: i piloti militari hanno mai sparato contro gli UFO? La risposta sconvolgente è sì.
Nel novembre 2007, ho avuto la fortuna di incontrarmi e trascorrere qualche giorno con due piloti che sono stati entrambi impegnati in lunghi "duelli" mirati con gli UFO. Il generale iraniano in pensione Parviz Jafari (vedi immagine sopra) era un maggiore della Iranian Air Force nel 1976, quando gli fu ordinato, dalla Air Force Command, di dirigere il suo jet Phantom F-4 II verso un velivolo sconosciuto e di avere un approccio con un luminoso UFO osservato per Teheran. Più volte nel corso di un inseguimento simile a quello del gatto con un topo, lui e il suo navigatore, che si trovava sul sedile posteriore, hanno cercato di lanciare un missile Sidewinder ad altri oggetti più piccoli che si dirigevano verso di loro, ma al momento di "fare fuoco" le loro strumentazioni andarono in "blackout", tornando alla normalità solo quando il loro jet si spostò ad una certa distanza dal misterioso intruso. L'obiettivo principale era stato seguito da un secondo jet della Iranian Air Force, fu registrato dal radar della cabina di pilotaggio, ed è stato osservato da terra da un generale e da un equipaggio esperto in navigazione aerea.


Sopra l'introduzione riguardante il caso di Teheran del 1976 in una
pagina di un documento declassificato tramite il FOIA

Un secondo evento simile si verificò quattro anni più tardi, nel 1980, su di una base aerea in Perù, quando all'allora tenente Oscar Santa Maria Huertas (vedi immagine sotto) gli fu ordinato di intercettare quello che, inizialmente, credette essere un dispositivo di spionaggio aereo. Sparò all'oggetto a forma di pallone con proiettili di mitra, ma non ebbero alcun effetto. Allora, capì che era qualcosa di sconosciuto, un UFO. Agganciò l'oggetto al fuoco, quando era stazionario, in tre occasioni, ma ogni volta, all'ultimo istante, questo si spostava verso l'alto. Questo UFO fu visto in pieno giorno da oltre un migliaio di soldati e da personale della base militare di La Joya.
Il generale Jafari e il comandante Santa Maria si conobbero per la prima volta alla conferenza stampa a Washington, DC, nel 2007, alla quale parteciparono anche il generale De Brouwer, il capitano Ray Bowyer, e una serie di altri partecipanti presenti in questo libro. Questa fu l'occasione per presentare pubblicamente le dichiarazioni, ma è stata anche un'occasione unica per questi uomini di dialogare nel corso di pochi giorni, creando la base di una rete internazionale.

Come co-organizzatore di supporto per l'evento, e di accoglienza per i nostri relatori, io ero al corrente di molte discussioni private con alcuni, che incominciavano con il caffè del mattino e che duravano fino a tarda notte. Non dimenticherò mai la sera, due giorni prima della conferenza stampa, quando il generale Jafari e il comandante Santa Maria si strinsero la mano e si sedettero insieme per la prima volta. Erano appena arrivati presso l'Hotel Washington, dopo lunghi viaggi da parti molto distanti del globo. Questi due signori, senza tante pretese, si unirono al piccolo gruppo di cui io facevo parte sul tetto del ristorante dell'Hotel, stanchi ma contenti di essere tra amici e entusiasti della conferenza stampa, di grande importanza, che si doveva verificare dopo qualche giorno. Il generale Jafari, seduto alla mia destra, era affabile e animato, e rispondeva velocemente ad una serie di domande, che provenivano dal nostro tavolo, sull'incidente del 1976. Né Santa Maria, né Jafari sapevano molto sulle esperienze altrui, e la conversazione che seguì fu pianificata e spontanea, senza registratori o telecamere presenti a limitazione della loro intimità.
Il comandante Santa Maria non parlava inglese, ma prima che Jafari iniziasse il suo racconto, una persona di lingua spagnola, accanto al loro tavolo, si offrì a tradurre per lui. In seguito Jafari raccontò la sua storia, spinto dalle domande di chi li stava vicino. Entrambi gli uomini, ciascuno testimone di uno degli eventi più singolari nella storia dell'Aeronautica Militare, scoprirono, attraverso lo scambio di informazioni che ne derivava, quanto simili furono le loro esperienze. Ognuno poteva identificare la paura e il timore, espresso dall'altro, nel racconto della propria storia. Piloti delle forze aeree in due continenti diversi, entrambi, improvvisamente, si sono trovati faccia a faccia con qualcosa di assolutamente impossibile, eppure fortemente reale.
Furono le più notevoli, e agghiaccianti, poche ore che trascorsi dall'inizio di questo viaggio di dieci anni fa, e mi sentivo privilegiata a testimoniarlo. Entrambi gli uomini erano militari in pensione umili, discreti, e diretti, così come del tutto credibili.
Jafari descrisse un oggetto eccessivamente veloce che arrivò dopo che il suo jet Phantom F-4 si preparava a tornare alla base. Qualcuno al nostro tavolo gli chiese come si sentì in quella circostanza. "In quel momento", rispose nel suo inglese imperfetto ma colorito, "ho raddoppiato la mia paura." Santa Maria fece un disegno del suo UFO su un pacchetto di zucchero servito con il caffè, che ho salvato come ricordo.
Ma perché i due piloti si sentirono costretti a sparare a questi UFO?
Il generale Jafari ha spiegato che lui ha agito per legittima difesa. Inizialmente, non aveva nessuna intenzione di intraprendere qualsiasi azione di questo tipo, perché l'ordine impartito sia al generale iraniano, che al suo navigatore era quello di andare in alto ed avere una migliore visuale del brillante oggetto stellare, per cercare di determinare la sua identità. Ma Jafari si trovò, presto, di fronte ad una azione inattesa che poteva enormemente minacciare il suo aereo.
Le circostanze che coinvolsero Santa Maria furono diverse. All'inizio, gli fu detto che lo scopo della sua missione era quello di distruggere il "dispositivo di spionaggio" sopra la sua base aerea, in quanto aveva omesso di rispondere alle normali comunicazioni. Il pilota non si rese conto di quanto inutile fosse la sua azione nel tentativo di sparare ad un UFO.
Ripensando a ciò, ci sarà sempre qualcuno che si domanderà se l'aggressione è stata effettivamente manifestata dall'UFO, e non abbiamo, comunque, idea di quale siano le loro intenzioni o la finalità, oppure quando questi concetti vengono applicati. Tuttavia, tali incidenti, anche se rari, sollevano una serie di questioni riguardanti la sicurezza nazionale. Allo stato attuale, sembra che vi sia una concordanza univoca, ai più alti livelli militari, che gli UFO non siano belligeranti.
Anche se provocati dall'aggressività umana, non reagiscono, e dobbiamo presumere che hanno tutte le capacità di farlo. Come assicurato dal generale francese Denis Letty (vedi immagine sotto) nel Rapporto COMETA si legge che "anche se manovre di intimidazione sono state confermate," gli UFO, fino ad oggi, non hanno dimostrato azioni ostili.
Forse il vero problema riguardante la sicurezza nazionale si trova negli impulsivi, anche se comprensibili, tentativi da parte di piloti militari di difendersi da ciò che scoprono, ben presto, essere fenomeni di una tecnologia di gran lunga superiore, con scopi sconosciuti, una prospettiva davvero spaventosa. Ma anche se esiste la sensazione che i piloti si garantiscono l'auto-difesa, tali azioni potrebbero avere conseguenze disastrose, se non riescono a danneggiare il loro "obiettivo", o se l'oggetto ha risposto in modo aggressivo dopo un tentativo di abbattimento. I rischi a impegnarsi militarmente con qualcosa di questa potenza, e completamente sconosciuto, sono evidenti. Nessuno può immaginare il comportamento di qualcosa che non comprendiamo.

- Tratto dal libro (inedito in Italia) della giornalista Leslie Kean dal titolo "UFOs: Generals, Pilots, and Government Officials Go on the Record" (Harmony Books - New York) e pubblicato nel 2010

- Il documento ufficiale del sensazionale caso di Teheran del 1976 si trova sul sito della NSA (National Security Agency) americana.

Fonte: www.centroufologicoionico.com/articoli/news/486-ufo-e-obiettivi-civili-e-...
Sheenky
00sabato 20 agosto 2011 15:23
IL CASO FREDERICK VALENTICH - PILOTA SCOMPARSO INSEGUENDO UN UFO
DATA: 21 OTTOBRE 1978




Uno dei casi in cui vengono più spesso tirati in ballo gli UFO, sono quelli in cui avvengono misteriose sparizioni di aeromobili o di imbarcazioni. Se in passato la più famosa sparizione aerea attribuibile alla presenza di oggetti volanti non convenzionali è stata quella del capitano Thomas Mantel, ritornando in tempi recenti il caso più famoso anche se non molto citato qui in Italia è quello di Frederick Valentich. Riportiamo qui di seguito i fatti così come si sono svolti.
Il 21 Ottobre 1978 Frederick Valentich, un giovane pilota di 20 anni, decollò con il suo Cessna 182 bianco e azzurro dall’aeroporto di Moorabbin presso Melbourne (Australia) per dirigersi a King Island. Il viaggio della lunghezza complessiva di 480 km e per un tempo stimato di 65/70 minuti stava procedendo senza intoppi, quando alle ore 19.06 il pilota osservò 4 luci brillanti e si mise in contatto con la torre di controllo. Quella che segue è la trascrizione dell’ultima comunicazione via radio giunta dallo sfortunato Cessna, il quale non fu mai più ritrovato nonostante vennero impiegati ben quattro giorni di ricerche a tappeto mare-cielo.


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LA COMUNICAZIONE TRA FREDERICK E LA STAZIONE DI CONTROLLO

Ore 19.06

- PILOTA: siete a conoscenza di un transito nella mia area al di sotto dei 5000 piedi?

- TORRE DI CONTROLLO: negativo, nessuno transito conosciuto.

- PILOTA: sembra che ci sia una grande aeronave al di sotto dei 5000 piedi!

- TORRE DI CONTROLLO: che tipo di aeronave?

- PILOTA: non posso confermare. Ha quattro luci brillanti simili a luci di atterraggio...l'aeronave mi ha sorvolato a circa 1000 piedi.

- TORRE DI CONTROLLO: confermate la presenza di un grande aereo?

- PILOTA: affermativo dalla velocità alla quale viaggia...C'è un mezzo della RAAF nelle vicinanze?

- TORRE DI CONTROLLO: negativo...

- TORRE DI CONTROLLO: qual'è la vostra quota?

- PILOTA: 4500 metri

- TORRE DI CONTROLLO: confermate di non riuscire ad identificare l'aereo?

- PILOTA: affermativo...

Dopo una breve pausa di pochi minuti, il pilota riprende la convulsa comunicazione con la torre di controllo,comunicando quanto segue:

- PILOTA: aereo? Ma non è un aereo!!! E'...

- TORRE DI CONTROLLO: potete descrivere l'aereo?

- PILOTA: mi ha sorpassato ad alta velocità. Ha una forma allungata, non posso distinguere di più...ora si dirige verso di me! sembra stazionario. Sto virando e anche questa cosa mi vola sopra. Ha una luce verde e una specie di illuminazione metallica all'esterno...

Da questo momento in poi l'oggetto sembra scomparire:

- TORRE DI CONTROLLO: confermate che è scomparso?

- PILOTA: affermativo, siete a conoscenza del tipo di aeronave in cui mi sono imbattuto? E' militare?

- TORRE DI CONTROLLO: non c'è transito militare nella zona.

Ore 19.12

- PILOTA: il motore sta entrando in avaria, singhiozza.

- TORRE DI CONTROLLO: quali sono le vostre intenzioni?

- PILOTA: procedere verso King Island. L'aeronave sconosciuta ora è sospesa verso di me!

- TORRE DI CONTROLLO: ricevuto.
PILOTA: Delta Sierra Juliet (sigla identificativa) Melbourne...

Subito dopo questa ultima comunicazione si sentì un forte rumore metallico che si prolungò per diciassette secondi e si persero definitivamente i contatti con l'aereo di Valentich.

Fonte: Articolo scritto da Massimo Staccioli
Sheenky
00lunedì 22 agosto 2011 08:01
IL CASO DELL'UFO DI COYNE (OHIO)
DATA: 18 OTTOBRE 1973


Si tratta di un evento accaduto nell'ottobre 1973 ad un elicottero Bell UH-1H dell'Aviazione della Riserva dell'Esercito degli U.S.A. che, mentre si trovava in volo con 4 membri di equipaggio da Columbus a Cleveland, entrambe nell'Ohio, fu oggetto delle attenzioni di un UFO che prima si diresse ad alta velocità verso l'elicottero facendo temere per le proprie vite l'equipaggio quindi, giunto al limite della collisione, si fermò per "scannerizzare" l'elicottero con una forte luce verde; l'oggetto poi ripartì prima lentamente poi accelerando molto rapidamente.
Quando si trovò nelle vicinanze dell'oggetto, l'elicottero sperimentò l'interruzione delle comunicazioni radio, e quando l'oggetto si stava ormai allontanando, il comandante osservò che il quadrante della bussola ruotava a circa quattro rotazioni al minuto e l'elicottero era salito di quota di oltre 1000 piedi e che, pur con il collettivo (il comando che regola lo spostamento in senso verticale) totalmente abbassato, stava continuando a salire alla velocità verticale di 1.000 piedi al minuto.
Quest'ultimo fatto, unitamente al leggero scossone avvertito dall'equipaggio nel momento in cui l'oggetto cominciò ad allontanarsi, indurrebbe a credere che l'oggetto avesse come "agganciato" l'elicottero a distanza per il tempo necessario all'esame per poi quindi rilasciarlo al momento di allontanarsene.
L'evento ebbe anche diversi testimoni a terra, le cui dichiarazioni sono contenute nei documenti di ufologie.net e nicap.org .
Il rapporto ufficiale sull'incidente (Disposition Form) è contenuto nel sito del NICAP.
L'analisi della ricercatrice Jennie Zeidmand del CUFOS, contenuto nel sito del NICAP, ed il resoconto del sito ufologie.net contengono interessanti dettagli integrativi rispetto al rapporto ufficiale.


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IL DISPOSITION FORM (RAPPORTO UFFICIALE SULL'INCIDENTE)



Il "Disposition Form" (rapporto ufficiale sull'incidente) tradotto in italiano da PaoloG

1. Il 18 ottobre 1973 alle ore 2305 nelle vicinanze di Mansfield, Ohio, l’Elicottero
dell’Esercito 68-15444 assegnato al Comando Avanzato della Riserva Aerea (USARFFAC) di Cleveland è stato protagonista di una mancata collisione in volo con un oggetto volante non identificato. I quattro membri dell’equipaggio, assegnato all’USARFFAC di Cleveland per addestramento di volo, si trovavano in periodo di Addestramento Addizionale (AFTP) quando si è verificato l’incidente. L’equipaggio era composto dal Cap. Lawrence J. Coyne, Comandante, Primo Sten. Arrigo Jezzi, Copilota, Serg. Robert Yanacsek, Capo Equipaggio, Serg. John Healey, Medico. Tutto il citato personale è membro del 316mo Distaccamento Medico (Eliambulanze), unità di supporto dell’USARFFAC di Cleveland.

2. L’incidente in oggetto si è svolto nel modo seguente: l’Elicottero dello Esercito
68-15444 stava ritornando da Columbus, Ohio, a Cleveland, Ohio, quando alle 2305 (ora della costa est) trovandosi a sud-est dell’aeroporto di Mansfield, nei pressi della
città omonima, alla quota di 2500 piedi con rotta per 030 gradi, il Sergente Yanacsek
osservava una luce di colore rosso sull’orizzonte ad est, a 90 gradi rispetto alla rotta dell’elicottero. Dopo circa 30 secondi, il Serg. Yanacsek avvisava che l’oggetto stava dirigendo verso l’elicottero ad una velocità di oltre 600 miglia orarie alla sua stessa quota ed in rotta di collisione. Osservato l’oggetto in arrivo, il Capitano Coyne prese i comandi dell’aeromobile ed iniziò una discesa controllata da 2500 a 1700 piedi per evitare la collisione con l’oggetto. Il Cap. Coyne chiamò via radio la Torre di Mansfield e, dopo che la Torre ebbe accusato ricevuta della chiamata, chiese se vi fossero aeromobili ad alte prestazioni in volo nelle vicinanze, ma dalla Torre non venne ricevuta alcuna risposta. Quando l’equipaggio stimava l’impatto ormai inevitabile, l’oggetto fu visto esitare un momento sopra l’elicottero quindi procedere
lentamente in direzione ovest per poi, venutosi a trovare nella zona ad ovest dello
Aeroporto di Mansfield, accelerare rapidamente virando poi di 45 gradi verso Nord-Ovest. Il Cap. Coyne fece notare che l’altimetro indicava la quota di 3500 piedi, e che l’elicottero si trovava in salita a 1000 piedi al minuto con il collettivo in posizione
completamente abbassata. L’aeromobile fu riportato a 2500 piedi dal Cap. Coyne e condotto a Cleveland, Ohio. Il piano di volo venne chiuso e l’incidente notificato al locale Ufficio del Servizio di Volo dell’Autorità Federale dell’Aeronautica (FAA), che
raccomandò al Cap. Coyne di riferire l’incidente al Distretto dell’Aviazione Generale
della FAA presso l’Aeroporto Hopkins di Cleveland. L’incidente fu notificato al Sig. Porter, 83mo Comando della Riserva Aerea (USARCOM), alle ore 1530 del 19 ottobre 1973.

3. Il presente rapporto è stato letto, verificato e sottoscritto per accettazione dai membri dell'equipaggio.


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L'ANALISI DELL'INCIDENTE DI JENNIE ZEIDMAN DAL SITO WWW.NICAP.ORG

Tradotto in italiano da PaoloG

Jennie Zeidman, del CUFOS:
Il Caso dell’UFO di Coyne (o “Incidente dell’Elicottero dell’Esercito”) spicca come probabilmente il più credibile (nella categoria “elevata stranezza”) dell’ondata del 1973.
Nel corso di un volo fra Columbus e Cleveland, nell’Ohio (U.S.A.) l’equipaggio di un elicottero della Riserva dell’Esercito composto di quattro uomini incontrò un oggetto a forma di sigaro, di colore grigio ed aspetto metallico, che presentava luci inconsuete ed effettuava manovre altrettanto inconsuete. L’equipaggio vinse il Premio Blu Ribbon di 5.000 dollari messo in palio dal quotidiano NATIONAL ENQUIRER per il “rapporto di più elevato valore scientifico del 1973”.
La notte del 18 ottobre 1973 a circa le 22:30 un elicottero UH-1H della Riserva dell’Esercito degli Stati Uniti d’America lasciò Port Columbus nell’Ohio per fare ritorno alla propria base presso l’aeroporto Hopkins di Cleveland, a 96 miglia nautiche di distanza in direzione nord-nordest. Al comando, sul sedile anteriore destro, si trovava il Capitano Lawrence J. Coyne, di trentasei anni, con diciannove anni di esperienza di volo al suo attivo. Ai comandi, sul sedile anteriore sinistro, era il Primo Sottotenente Arrigo Jezzi, di ventisei anni, ingegnere chimico. Dietro Jezzi vi era il Sergente John Healey, di trentacinque anni, un poliziotto di Cleveland che era il medico di bordo, e dietro a Coyne vi era il capo equipaggio, Sergente Robert Yanacsek, di ventitre anni, tecnico di computer. L’elicottero stava volando alla quota di 2.500 piedi sul livello del mare ad una velocità indicata di novanta nodi, al di sopra di un’area ondulate mista con colline, boschi e zone coltivate la cui altezza media era intorno ai 1.200 piedi. La notte era chiarissima, calma e stellata. La luna all’ultimo quarto stava sorgendo all’orizzonte.
A circa dieci miglia a sud di Mansfield, Healey notò una singola luce rossa verso ovest, che volava in direzione sud. Sembrava più intensa della normale luce all’estremità alare sinistra di un aereo, ma non sembrandogli un traffico degno di attenzione, non ricorda di averne fatta menzione. Circa un paio di minuti dopo, quando erano circa le 23:02, Yanacsek notò una luce rossa sull’orizzonte di sud-est. Ritenne che poteva trattarsi del faro di una torre per telecomunicazioni oppure la luce dell’estremità alare sinistra di un aereo – molto probabilmente di un aereo, dato che non lampeggiava – e continuò ad osservarla “per un lungo periodo, da un minuto a novanta secondi” prima di avvisare Coyne. Coyne, che in quel momento stava fumando rilassato, si sporse per dare un’occhiata, notò la luce e stimò trattarsi di un traffico distante e disse casualmente a Yanacsek di “tenerla d’occhio”.
Dopo all’incirca una trentina di secondi, Yanacsek annunciò che la luce aveva cambiato direzione e si stava muovendo verso l’elicottero su quella che sembrava essere una rotta convergente. Verificata l’affermazione di Yanacsek, Coyne prese i comandi da Jezzi e mise l’UH-1H in discesa controllata a circa 500 piedi al minuto. Quasi simultaneamente Coyne stabilì contatto radio con la torre di controllo di Mansfield, dieci miglia a nordovest. Coyne infatti pensava che il velivolo potesse essere un F-100 della Guardia Nazionale Aerea da Mansfield. Dopo che la torre ebbe inizialmente risposto accusando ricevuta della chiamata (“Qui torre di Mansfield, Army 1-5-triplo-4 avanti”) il contatto radio si interruppe. Jezzi quindi tentò di ristabilire il contatto sia sulla banda VHF che sulla UHF ma senza alcun successo. Furono uditi i consueti rumori di fondo tipicamente prodotti dall’apparato radio, ma da Mansfield non venne alcuna risposta. Un successivo controllo effettuato da Coyne rivelò che sul nastro di Mansfield non venne registrata nemmeno la prima chiamata, e che l’ultimo F-100 era atterrato alla 22:47.
La luce rossa continuò nella sua rotta, aumentando notevolmente d’intensità. Coyne aumentò il rateo di discesa a 2.000 piedi al minuto e la velocità rispetto all’aria a 100 noti. L’ultima quota che notò fu di 1.700 piedi. Proprio nel momento in cui la collisione appariva imminente, la luce sconosciuta arrestò il suo movimento in direzione ovest ed assunse un assetto di volo a punto fisso (hovering) situandosi al di sopra e di fronte all’elicottero. “Non si spostava più, si era fermato. Per un periodo di dieci, forse venti secondi, si era semplicemente fermato”, riferì Yanacsek. Coyne, Healey, e Yanacsek concordarono sul fatto che un oggetto a forma di sigaro, con una piccola cupola, sottendeva un angolo quasi pari alla larghezza del parabrezza. Una struttura grigia di aspetto metallico, senza particolari caratteristiche, era nettamente delineata sullo sfondo del cielo stellato. Yanacsek riferì che ebbe come la “impressione di finestre” lungo la sezione superiore a forma di cupola. La luce rossa emanava dalla prua, ed una luce bianca divenne visibile in un lieve rientro della struttura, quindi dalla parte poppiera inferiore, divenne visibile un raggio verde “a forma di piramide” comparabile a quello di un faro di ricerca. Con un movimento verso l’alto il raggio verde passò ad illuminare il muso dell’elicottero, poi il parabrezza e continuò verso l’alto attraversando i pannelli trasparenti colorati del tetto. Fu a quel punto (e non prima) che la cabina fu immersa nella luce verde. Jezzi riferì solo di una luce bianca brillante, comparabile alla luce frontale di un piccolo aereo, visibile attraverso i pannelli superiori del parabrezza. Dopo all’incirca una decina di secondi di volo a punto fermo, l’oggetto cominciò ad accelerare in direzione ovest, ora con la sola luce bianca “di coda” visibile. La luce mantenne costante la sua intensità anche quando la distanza dell’oggetto sembrava aumentare.
L’oggetto quindi (secondo Coyne ed Healey) sembrò eseguire una decisa virata di 45 gradi a destra, dirigendosi verso il Lago Erie, quindi “schizzare via” sull’orizzonte.
Healey riferì di aver osservato l’oggetto muoversi in direzione ovest per “un paio di minuti”. Jezzi disse che si muoveva ad una velocità maggiore dei 250 nodi che sono il limite per gli aerei sotto ai 10.000 piedi, ma non alla velocità di 600 nodi con la quale si era avvicinato, come era stato riferito dagli altri. Durante l’incontro non vi furono suoni o turbolenza provenienti dall’oggetto, con l’eccezione di un leggero “scossone” quando l’oggetto cominciò ad allontanarsi verso ovest. Dopo che l’oggetto ebbe interrotto la sua relazione di volo a punto fisso con l’elicottero, Jezzi e Coyne notarono che il disco della bussola magnetica stava ruotando a circa quattro rivoluzioni al minuto e che il velivolo stava salendo alla velocità di 1.000 piedi al minuto. Coyne insistette che il collettivo si trovava ancora nella posizione completamente abbassata nella quale lo aveva regolato per effettuare la discesa evasiva. Non potendolo abbassare di più, non gli rimase altra alternativa che alzarlo, qualsiasi potessero esserne le conseguenze, e dopo qualche secondo di affannoso azionamento del comando (durante le quali l’elicottero raggiunse quasi i 3.800 piedi), riottenne il controllo del velivolo. A quel punto la luce bianca aveva già raggiunto l’area di Mansfield. Coyne aveva avuto una subliminale consapevolezza della salita, ma non gli altri, che invece furono ben consapevoli degli effetti della discesa. L’elicottero fu riportato all’altezza di 2.500 piedi come previsto dal piano di volo, venne stabilito contatto radio con Canton/Akron ed il volo procedette senza altri
eventi fino a Cleveland.
Testimoni a terra di questo evento sono stati individuati da William E. Jones e Warren Nicholson, ricercatori UFO independenti di Columbus, nell’Ohio.
Alle ore 23:00 circa del 18 ottobre 1973 la Signora E.C. assieme a quattro adolescenti si trovava a bordo della loro vettura diretti da Mansfield alla loro casa di campagna, quando la loro attenzione fu attratta da una singola e brillante luce rossa fissa, che volava “ad una media altezza”. La osservarono per circa un minuto fino a quando sparì sopra gli alberi in direzione sud.
Circa cinque minuti dopo, sulla Route 430 in direzione est nei pressi del Charles Mill Reservoir, la famiglia notò due luci brillanti – rossa e verde – che discendevano rapidamente verso di loro provenendo da sudest. Al primo momento, la distanza angolare fra le due luci era di circa 2 gradi, con la rossa che sembrava precedere l’altra.
La Signora C. si fermò sul bordo della strada deserta mantenendo acceso il motore e le luci della vettura. Le luci – più intense di una sorgente puntiforme – rallentarono e si mossero come un corpo unico sul lato destro dell’auto, e la famiglia notò un altro gruppo di luci – alcune di essi lampeggianti – ed “un suono battente, molta confusione” che si avvicinavano dal sudovest. Due dei ragazzi (cugini, entrambi di tredici anni) saltarono fuori dall’auto ed osservarono l’elicottero e l’oggetto, che descrissero “come un dirigibile”, “grande come uno scuolabus”, “con una forma a tipo di pera”. L’oggetto a quel punto sottendeva un angolo pari a quello di una scatola di sigarette da 100 mm tenuta alla lunghezza di un braccio. L’oggetto assunse l’assetto di volo a punto fisso (hovering) al di sopra dell’elicottero, circa 500 piedi dalla strada e 500 piedi sopra gli alberi. (L’altezza del terreno in quel punto è quasi esattamente di 1.000 piedi sul livello del mare; quindi, considerando l’ultima altezza letta sull’altimetro di 1.700 piedi, l’elicottero si trovava a circa 650 piedi al di sopra degli alberi). La luce verde dell’oggetto quindi si accese come una fiammata. “Era come se dei raggi venissero giù” dissero i testimoni. “L’elicottero, gli alberi, la strada, l’auto – tutto diventò verde”.
Impauriti, i ragazzi rientrano precipitosamente nella vettura e la Sig.ra C. ripartì velocemente. Stimarono il tempo in cui rimasero fuori dalla vettura pari a “circa un minuto”. Ne’ i testimoni a terra ne’ l’equipaggio dell’elicottero poterono determinare con sicurezza il momento in cui i due aeromobili si disimpegnarono; i testimoni a terra riferirono che l’oggetto non identificato incrociò la strada quando si trovava oltre la vettura verso nord, muovendosi verso est per qualche secondo, poi invertì la direzione e salì verso nordovest in direzione di Mansfield, una traiettoria che coincide perfettamente con il movimento dell’oggetto ricostruito sulla base delle testimonianze dell’equipaggio.
Qualsiasi teoria sostenente trattarsi di una meteora (lo scettico Philip Klass sostiene che si sia trattato di un “bolide del gruppo delle Orionidi”) può facilmente essere confutata sulla base di:

1) la durata degli eventi (circa 300 secondi);
2) la netta decelerazione e le manovre dell’oggetto nella fase di maggiore
avvicinamento;
3) la forma precisamente definita dell’oggetto; e
4) la traiettoria da orizzonte ad orizzonte.

La possibilità che possa essersi trattato di un aereo ad alte prestazione è allo stesso modo non tenibile se si esaminano le posizioni ed i colori delle luci in relazione alla traiettoria dell’oggetto. Per mostrare le luci nel modo che è stato riferito rispettando le prescrizioni della FAA, un aereo dovrebbe volare di lato, rimanendo in verticale con la coda in basso e rivolta verso l’elicottero, oppure sottosopra con la prua verso l’elicottero.
Altri argomenti contro l’ipotesi dell’aereo sono:

1) un aereo ad ala fissa che si muova trasversalmente rispetto all’osservatore
sembrerebbe muoversi più velocemente nel momento in cui gli transita di fronte;
2) un aereo ad ala fissa non avrebbe la capacità di decelerare passando da un’elevata velocità al volo a punto fisso in pochi secondi;
3) un elicottero potrebbe rimanere in volo a punto fisso, ma non potrebbe raggiungere l’elevata velocità che i testimoni hanno riferito;
4) un aereo convenzionale, trovandosi alla quota compresa fra 500 e 1.000 piedi,
avrebbe prodotto un rumore udibile all’interno dell’elicottero;
5) la FAA prescrive che ogni aeromobile rechi una luce lampeggiante oppure rotante nella parte superiore od inferiore della fusoliera;
6) la FAA prescrive che nessun aereo che voli al di sotto di 10.000 piedi sul livello medio del mare superi la velocità di 250 nodi;
7) avrebbero dovuto essere visibili almeno alcune delle caratteristiche di un aereo convenzionale, quali ali, gondole dei motori, finestrini, impennaggi, marche.

Coyne riferì che quando il giorno seguente ai rotori dell’elicottero venne applicato il metodo non distruttivo di controllo Magnaflux/Zygio per verificare se questi fossero stati sottoposti a sovraccarico meccanico il test diede risultato negativo. L’analisi della tempistica, unitamente a quella delle distanze e delle direzioni, supporta la possibilità che la luce rossa inizialmente avvistata dalla famiglia C., la luce rossa avvistata da Healey e l’oggetto protagonista dell’incontro fossero tutti la stessa cosa. La luce rossa che Yanacsek avvistò sull’orizzonte ad est rimase sotto il suo costante controllo fu inequivocabilmente l’oggetto dell’incontro.
Il caso ha mantenuto la sua qualifica di elevata “stranezza-credibilità” anche dopo estese analisi ed indagini.

Jennie Zeidman
CUFOS

(Prodotto per il sito ufologico del NICAP da Francis Ridge e Robert Fairfax)


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LA PAGINA SULL'INCIDENTE DAL SITO WWW.UFOLOGIE.NET TRADOTTA IN ITALIANO

BREVE SOMMARIO DEGLI EVENTI:
L’equipaggio di quattro uomini di un elicottero UH-1H della Riserva, con base a Cleveland, Ohio, stava tornando da Columbus, Ohio, a circa le 22.30 dopo aver effettuato esami medici di routine. Era una notte chiara, stellata e senza luna. Stavano volando alla velocità di 90 nodi ed ad una quota di 2500 piedi sul livello del mare, al di sopra di una zona collinare. Il S.Ten. Arrigo Jezzi, 26 anni, sul sedile anteriore sinistro era ai comandi. Il Serg. Hohn Healey, 35, medico di bordo, era seduto dietro di lui. Sul sedile posteriore destro si trovava lo specialista di 5° classe Robert Yanacek di 23 anni, capo equipaggio. Il comandante del volo, seduto al posto anteriore destro, era il Cap. Lawrence J. Coyne, 36 anni, veterano della Riserva in servizio da 19 anni.
Circa alla 23:00 nelle vicinanze di Mansfield, Ohio, Healey vide una luce rossa alla sinistra (ovest) che procedeva in direzione sud. Tre o quattro minuti dopo Yanacek notò una luce rossa fissa sull’orizzonte ad est, e lo riferì a Coyne. Dopo circa 30 secondi Yanacek annunciò che la luce sembrava convergere verso l’elicottero, e tutti si misero ad osservarla con attenzione.
Man mano che la luce continuava ad avvicinarsi Coyne prese i comandi e cominciò una discesa controllata a circa 500 piedi al minuto. Fece una chiamata radio alla torre di controllo di Mansfield, settore Avvicinamento, con l’intenzione di chiedere informazioni su possibile traffico di aviogetti nella zona. Ma dopo che Mansfield accusò ricevuta della chiamata il contatto radio fu perso sia sulla gamma VHF che UHF.
La luce rossa sembrava essere in rotta di collisione, avvicinandosi ad una velocità stimata superiore ai 600 nodi. Coyne allora aumentò il rateo di discesa portandolo a 2000 piedi al minuto fino a raggiungere 1700 piedi, all’incirca 600 piedi al di sopra delle cime degli alberi.
Con l’oggetto che stava per colpirli, l’equipaggio cominciò a temere per le proprie vite. Ma proprio quando la collisione sembrava imminente, la luce si fermò bruscamente rimanendo al di sopra e davanti all’elicottero. L’equipaggio vide un oggetto a forma di sigaro, di apparenza metallica e colore grigio, con una cupola, la cui figura copriva l’intero finestrino.
L’oggetto aveva un’apparenza solida, copriva le stelle dietro di lui. Aveva una luce rossa ad un’estremità, una bianca sulla coda, ed un particolare raggio verde che emanava dalla parte inferiore della “fusoliera” che, oltre a quel particolare, non aveva nient’altro di rilevante. Il raggio verde illuminò la prua dell’elicottero, il parabrezza ed i pannelli trasparenti sul tetto. L’abitacolo venne inondato da un’intensa luce verde. Non venne notata alcuna turbolenza o rumore.
Dopo pochi secondi, l’oggetto accelerò muovendosi verso ovest. Coyne ed Haley riferiscono che fece poi una netta virata di 45 gradi verso la destra, in direzione del lago Erie. Mentre l’oggetto era ancora visibile, Jezzi e Coyne notarono che l’altimetro indicava 3.500 piedi, con un rateo di salita di 1.000 piedi al minuto, nonostante che il collettivo (il comando che controlla gli spostamenti verticali dell’elicottero) si trovasse ancora nella posizione completamente abbassata nella quale era stato posto per la discesa.
Quando Coyne cautamente sollevò il collettivo, l’elicottero continuo a salire, come peraltro ci si sarebbe aspettat o. Ad un’altezza indicata di 3.800 piedi, Coyne finalmente capì di avere riottenuto il controllo del mezzo. In quel momento avvertirono un leggero scossone. Discesero quindi alla quota prevista di 2.500 piedi e contattarono via radio senza problemi Akron/Canton.
Il resto del volo fino a C leveland si svolse senza eventi di rilievo.
Verso le 23:00 la Sig.ra Erma C. e quattro bambini stavano ritornando da Mansfield alla loro casa di campagna a sud-ovest della città. A sud di Laver Road, notarono una forte luce rossa che procedeva in direzione sud. La signora svoltò in direzione est e continuò costeggiando il Charles Mill Reservoir, una distanza di 3,6 miglia che coprì in circa 5 minuti.
A questo punto videro verso est una luce rossa ed una verde che si muovevano insieme, avvicinandosi rapidamente. In un primo momento ritennero t rattarsi di un aereo a bassa quota, ma cambiarono idea quasi subito; la luce rossa era troppo intensa, specialmente se paragonata alla verde. Non potevano scorgere alcuna forma ne’, inizialmente, udire alcun rumore. Quando fermarono l’auto e scesero per guardare, udirono il tipico rumore di un elicottero. Mentre osservarono la scena, la luce rossa e l’elicottero convergevano.
Dopo che l’oggetto con la luce rossa si fu fermato, si accese la luce verde. “Quando uscimmo dall’auto, tutto era verde. Vidi quella cosa e l’elicottero”. I testimoni furono d’accordo sul fatto che l’elicottero era verde “a causa della luce da quella cosa lassù… Era talmente forte che non si riusciva a vedere molto in là. Tutto era verde, gli alberi, l’auto, tutto....”.
L’elicottero con l’altro oggetto sopra e leggermente avanti si mossero in tandem da sud-ovest a nord-est. Improvvisamente la luce verde si spense e l’oggetto se ne andò. “Quando la luce si spense non vedemmo più l’oggetto. L’elicottero quindi continuò verso nord-est. Quindi risalimmo sull’auto e vedemmo l’elicottero che volava sopra il lago”.
Jeanne Elias, di 44 anni, stava guardando il telegiornale nella sua casa a sud-ovest di Mansfield a circa le 23:00. Notò il rumore di un elicottero dell’Esercito in avvicinamento, talmente vicino e forte da farle temere che fosse in procinto di schiantarsi sulla sua casa. Il rumore continuò per “un bel po’ ” e quando cessò suo figlio John, di 14 anni, la chiamò dalla sua stanza. Era stato svegliato dal rumore ed aveva notato una fort e luce verde che aveva illuminato la stanza.
La luce continuò sufficientemente a lungo per fargli capire che “doveva esserci un qualche tipo di oggetto giusto sopra la casa perché l’effetto nella mia camera era così forte”.
La ricercatrice Jennie Zeidman ha condotto una dettagliata analisi prendendo in considerazione lo svolgersi degli eventi al secondo, che ha consentito di dimostrare come l’oggetto sia rimasto visibile all’equipaggio dell’elicottero per almeno cinque minuti. Questa durata e le descrizioni dei testimoni escludono che possa essersi trattato di una meteora.

DISEGNI DEI TESTIMONI:

Per primo, in questa figura sono illustrate le posizioni dei membri dell’equipaggio nell’elicottero:



Questo disegno riproduce ciò che il Cap. Coyne vide dal finestrino:



Disegno dell’oggetto eseguito dal Cap. Coyne:



Disegno dell’oggetto eseguito dal Serg. Yanacsek:



Disegno dell’oggetto eseguito in base alle descrizioni del Cap. Coyne e del Serg. Yanacsek:



Disegno degli investigatori che illustra l’osservazione da parte dei testimoni a terra:



Disegno di Curt, di 10 anni, che ha visto l’oggetto da terra:



Disegno di Camille, di 11 anni, che ha visto l’oggetto da terra:



Traiettoria del volo:



RIFERIMENTI:
• Cincinnati Enquirer, 22 Ottobre 1973.
• The Mansfield News Journal, 4 Novembre 1973.
• Jennie Zeidman, "Helicopter-UFO Encounter Over Ohio", Center for UFO Studies,
Chicago, 1979.
• Rapporto sull’incidente “Army Disposition Form” riprodotto nel libro di Larry Fawcett e
Barry Greenwood, Clear Intent, Englewood Cliffs, New Jersey, Prentice-Hall, pag. 239,
1984.
• "MUFON 1989 International UFO Symposium Proceedings", Seguin, Texas, pagg. 13-30.
• "UFO-Helicopter Close Encounter Over Ohio", Flying Saucer Review 22 (4), pagg. 15-19.
• "International UFO Reporter", pagg. 13-14, Novembre-Decembre 1988.
• "International UFO Reporter", pagg. 17-18, Marzo-Aprile 1989.

News Journal, 18 Ottobre 2003.
T ra do tt o da P ao l og -
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0 7 /0 1 / 10
Sheenky
00martedì 23 agosto 2011 08:07
GLI SCIENZIATI E GLI UFO

Spesso si sente dire che se davvero ci fosse qualcosa di vero, gli scienziati lo avrebbero visto. La realtà è che non solo gli scienziati sono interessati, ma sono stati i principali fautori di questo tema dall'inizio della ricerca moderna sugli UFO.
Quando il pubblico iniziò a prendere seriamente gli avvistamenti UFO negli anni '40, l'Air Force era sul punto di iniziare un'investigazione del fenomeno. Iniziarono diversi progetti, ma la conclusione delle Forzee Aeree culminarono nel Project Blue Book. Fu chiamato l'astronomo J. Allen Hynek.
Inizialmente Hynek non fu entusiasta di questo compito. Quando all'inizio fu interpellato disse: "tutta la materia sembra ridicola". Continuò a spiegare che gli incredibili avvistamenti erano stati effettuati da persone credibili. Una delle sue più infami coperture fu fatta nel 1966, quando centinaia di testimoni in Michigan segnalarono avvistamenti nel corso di due giorni. Hynek suggerì che alcuni di questi avvistamenti erano dovuti ai gas di una palude.
Nel corso del tempo, dopo aver esaminato parecchi casi, Hynek cominciò a credere che effettivamente vi era qualcosa di misterioso sugli UFO. Cominciò ad essere in disaccordo con alcune conclusioni dell'Air Force in merito a casi, e una volta che il Project Blue Book fu chiuso, disse che necessitavano ulteriori ricerche per approfondire il problema. In un'intervista degli anni '80 rivelò che l'Air Force gli fece pressioni per dare rapide risposte agli avvistamenti, invece di fargli svolgere le indagini in maniera corretta.
Per poter ulteriormente studiare gli UFO Hynek fondò il CUFOS (Centro per gli Studi UFO). Fu anche interpellato da Steven Spielberg per il film Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo. il titolo del film era basato sul sistema di classificazione inventato da Hynek, che lo stesso aveva usato per classificare gli incontri UFO.
Hynek fu un personaggio molto importante, perché fu il primo scienziato incaricato di studiare gli UFO., una volta accertato il fenomeno, Hynek avviò una delle più importanti organizzazioni di ricerca UFO, non era la prima, ma era la prima fondata dagli scienziati.
Una delle prime tre organizzazioni più' importanti era sicuramente il NICAP (National Investigation Committee On Aerial Phenomena). Fu fondata nel 1956 dal fisico Thomas Townsend Brown. Brown ricercava l'elettromagnetismo, le radiazioni, la fisica, la gravità e altre tecnologie innovative. Lavorò ore il National Defence Research Committee and te Office of Scientific Research and Development.
Brown era convinto che queste attività di ricerca potevano far luce sul tipo di tecnologia che veniva usata dagli UFO. La sua organizzazione, il NICAP, comprendeva membri illustri, tra cui militari in congedo ed in attività. Dopo Brown, uno dei direttori più importanti fu il miltare in congedo dell'United States Marine Corps, il Maggiore Donald Keyhoe. Keyhoe in seguito ricevette l'aiuto dei suoi colleghi dell'Accademia Navale, l'ammiraglio Roscoe H. Hillenkoetter. Fra gli altri riconoscimenti, Hillenkoeter fu il primo direttore della CIA (Central Intelligence Agency).
Hillenkoeter era apertamente molto critico nei confronti delle Forze Aeree in merito al loro approccio la situazione UFO, lo si nota anche in una sua famosa frase pubblicata sul New York Time: "Dietro le quinte, alti ufficiali dell'Aviazione, sono sobriamente interessati agli UFO. Ma attraverso il segreto di ufficio e il ridicolo, molti cittadini sono indotti a credere che gli oggetti volanti sconosciuti non sono reali."
Un'altra importante organizzazione nata nei primi anni della ricerca fu l'APRO (Aerieal Research Organization), avviata nel 1952 dal tecnico elettrico Jim Lorenzen assieme alla moglie Coral. Nel corso del tempo raccolsero una lunga lista di consulenti scientifici, tra cui il fisico atmosferico Dr. James McDonald, il professore di Ingegneria Idraulica Dr. James Harder, vari psicologi e il dottor Leo Sprinkle.
Alla fine degli anni 50 vi erano almeno tre organizzazioni con rispettabili membri per indagini scientifiche sugli UFO. In aggiunta a questa impresa scientifica, nel 1969 fu istituita l'AAAS ovvero l'American Association or te Advancement of Science's. Si ci riuniva in un'assemblea annuale, in tavola rotonda di scienziati che investigavano sugli UFO. Questa fu l'inizio della ricerca scientifica sugli UFO e questo interesse continua ancora oggi.
Col passare del tempo queste tre organizzazioni persero di importanza e si spensero. Così nel 1969 molti membri dell'APRO fondarono il MUFON (Mutual UFO Network, che è attualmente la più grande organizzazione di UFO negli Stati Uniti. IL MUFON fu fondata da Walt Andrus, ebbe una lunga carriera di educatore e di manager in tecnologia, assieme all'ingegnere John Schuessler e il dottor Allen Utke.
John Schuessler è un ingegnere aerospaziale in pensione, ha trascorso 36 anni della sua vita a lavorare sui programmi di volo spaziali umani. Fu direttore e Project Manager per le operazioni di volo dello Space Shuttle e ricevette dalla NASA la Public Service Medal per il ruolo di capo nella Neutral Buoyancy Laboratory della NASA.
Tra i molti scienziati che supportano il MUFON ci sono i ricercatori di spicco come il fisico Stanton Friedman, il fisico ottico dottor Bruce Maccabeee, l'ingegnere aeronautico Dr. Bob Wood e il professore di fisica Dr. jack Kasher. Sicuramente si stanno trascurando altri nomi, vista l'abbondanza di scienziati che si dedicano ad aiutare gli sforzi del MUFON.
Il fisico Stanton Friedman probabilmente è il più noto scienziato nel campo di ricerca UFO. E' apparso in numerabili documentari e notizie di questo argomento.
Professore a Stantford di astrofisica, Peter Sturrock, istituisce nel 1996 lo Sturrock Panel, ( NDR: Sturrock Panel fu un incontro di 4 giorni nel quale si esaminarono le presunte prove fisiche associate agli avvistamenti UFO, al fine di valutare l'opportunità di effettuare ulteriori indagini per cercare di risolvere l'enigma UFO). Il suo collega, il dottor Jacques Vallee aveva scritto alcuni libri sugli UFO, e dopo aver esaminato le prove ritenne il tema degno di studio scientifico. Al tempo Laurence Rockfeller era interessato alle ricerche degli UFO. Rockfelle accettò di finanziare la presentazione di prove dei ricercatori UFO ad un gruppo di scienziati imparziali. Nelle loro conclusioni, comprese che era necessario un sostegno istituzionale per continuare la ricerca in questo settore.
Nel 1995 l'imprenditore Robert Bigelow creò il NIDS L'Istututo Nazionale per le Scoperte Scientifiche. Bigelow cresciuto a Las Vegas, durante la costruzione e lo sviluppo della bomba atomica, ricorda che la sua famiglia fu testimone di parecchi avvistamenti UFO. Da allora il suo interesse crebbe vero la tematica. Cominciò con l'assumere scienziati presso il NIDS per studiare i fenomeni UFO.
Il NIDS si sciolse nel 2004, quando Bigelow concentrò le proprie energie verso la tecnologia spaziale e fondò una società dal nome Bigelow Aereospace. Tuttavia non abbandonò ma la ricerca della verità sugli UFO. Bigelow che collabora con il MUFON, di recente ha attenuto la gestione da parte della FAA (Federal Aviation Administration), delle segnalazioni UFO da parte dei piloti dei voli commerciali.
Alcuni scienziati che furono coinvolti con i progetti del NIDS furono il dottor Colm Kelleher, il dottor Jacques Vallee, il dottor Christopher Green, i dottor Roger Leir, il dottor Hal Puthoff, il dotto John Alexander e l'astronauta Edgar Mitchell. Il biologo molecolare, il dottor Clm Kelleher attualmente sta svolgendo indagini sugli UFO per la Bigelow Aerospace.
Nel 2008, la Society or Scientific Exploration (SSE) discusse l'argomento UFO nel suo meeting annuale tenutosi a Bouleder nel Colorado. Tra i relatori presenti che parlarono del problema vi erano il dottor Bob Wood, il dottor John Alexander, dr. Simeon Hein, dr. Shelley Tanenbaum e il dr. Claude Swanson. L'ex Ministro della Difesa del Canada, l'onorevole Paul Hellyer sottopose al SSE e in questo incontro chiese la fine del segreto sugli UFO.
Un altro notissimo scienziato, citato più volte dai media anche per questo argomento è il fisico teorico Dr. Michio Kaku. Egli è presente in molti documentari riguardanti le incredibili innovazioni tecnologiche. E' il maggior contributore della "teoria della stringa". Nel suo ultimo libro, "La Fisica dell'Impossibile" non esclude l'idea di civiltà extraterrestri avanzate. Le cataloga in base ai loro livelli tecnologici che potrebbero aver ottenuto. Gli esseri umani sarebbero stati catalogati tipo "zero".
Al di là dell'astrobiologia, il Dr. Kaku ha sottolineato in numerose interviste la necessità di prendere sul serio gli UFO. Nelle sue parole si rileva che nei programmi tipo il Project Blue Book dell'Air Force solo una piccola percentuale di avvistamenti non trovò spiegazione. Le molte migliaia di segnalazioni rappresentano un'incognita. I fisici teorici credono che i viaggi spaziali di vaste distanze entro breve saranno possibili e la continua scoperta di pianeti che potrebbero ospitare la vita, non vieta di pensare che una civiltà più avanzata ci controlli.
Questo articolo potrebbe proseguire quasi all'infinito perché ci sono tanti scienziati che indagano o che hanno indagato la questione UFO. Rimasi sorpreso quando cominciai ad interessarmi a questa questione nello scoprire quanti scienziati e ingegneri erano interessati agli UFO. La gente crede che, gli scienziati ignorino la cosa considerato il fatto che la NASA e le grandi istituzioni scientifiche e le università non se ne occupano apertamente. Sorprendenti progressi potrebbero essere fatti semmai un Istituto Scietifico ufficialmente ne se interessasse e coinvolgerebbe importanti scienziati. Non resta che rimanere in attesa di vedere cosa succederà il prossimo futuro.

Fonte: Ufoplanet
Articolo di di Alejandro Rojas
Sheenky
00mercoledì 24 agosto 2011 07:53
UFO DA SATELLITE METEOSAT 3
DATA: 3 SETTEMBRE 1993


Capita a chi si interessa del fenomeno UFO soltanto occasionalmente o più spesso nei mesi estivi, di andarsene in giro con il naso per aria, per vedere anche se per qualche misero secondo, questi strani oggetti volanti, tanto elusivi quanto misteriosi. Ben altra cosa è l'osservazione di un fenomeno riconducibile ad un UFO, dallo spazio. Infatti i satelliti geostazionari che circondano la Terra hanno occhi elettronici che spiano il tempo atmosferico, gli impianti militari ed industriali, l'inquinamento e chissà quale altro aspetto della nostra Terra.
Nel 1993, alle ore 18,30 (ore 20,30 UTC) del 3 settembre accade qualcosa di assolutamente inatteso.
Il signor Vittorio Orlando, radioamatore con l'hobby della meteorologia, riceve dal suo potente apparato un'immagine che deriva dal Meteosat - 3 che, in alcune ore della giornata, viene usato come "trasponder" per il segnale del Meteosat - 4, che non vola a livello europeo, ma è collocato sul continente americano, più o meno sul Golfo del Messico.

NON È UN SATELLITE OMBRA
L'immagine ricevuto è sconcertante: sulla sinistra in alto, dove è possibile scorgere il cielo e la curvatura della Terra e dove non dovrebbe esserci nulla, c'è invece un oggetto volante non identificato di forma lenticolare, che sembra essere geostazionario, posizionato con il suo asse principale parallelo al suolo terrestre.



A questo punto l'analisi del fotogramma genera domande cui, se possibile, dare delle risposte. Cos'è l'oggetto fotografato? È forse un satellite artificiale? Alla seconda domanda si risponde con un secco no! Perché in quella zona di spazio non ci sono altri corpi denunciati dal controllo NORAD. Ciò però non vuol dire che non ci sia qualche satellite spia non denunciato, un "satellite ombra", che espleta le sue segrete informazioni, senza che i normali organi di comunicazione ne sappiano qualcosa. Infatti nessuno metterebbe un satellite segreto su un orbita che interferisce così fortemente con le orbite di indiscrete telecamere. Va sottolineato che l'oggetto inquadrato non è della classica forma satellitare, ma discoidale: essa si presterebbe molto male a correzioni di rotta, non appare adatta a volare geostazionariamente sul pianeta a causa dell'esposizione di alcune parti alle micrometeoriti, al forte calore solare ed alla bassa temperatura che si registrerebbe nelle zone in ombra.
Inoltre, non si notano, anche impiegando ingrandimenti, particolari modanature sullo scafo che implichino la presenza di micromotori, necessari a correggere l'impostazione e l'orientamento delle antenne che dovrebbero trovarsi a bordo dell'oggetto per ricevere e trasmettere a terra, a meno che queste antenne non ci siano ma... cosa ce ne facciamo di un satellite con cui non possiamo trasmettere e ricevere?

SILENZIO DEI CENTRI METEO
L'oggetto in questione, poi, risulta quasi sicuramente ruotare sul suo asse principale, in quanto l'immagine ricevuta dal radioamatore contiene informazioni sulle emissioni all'infrarosso degli oggetti ripresi, cioè sul calore emesso da questi oggetti; e si nota come l'oggetto, pur essendo a ben 36000 Km di altezza, dove la temperatura è dell'ordine dei meno duecento gradi sotto lo zero Kelvin non presenta zone radianti in modo differente il calore.
A quell'altezza tale fenomeno si può avere solo se l'oggetto in questione ruota sul suo asse, esponendo periodicamente tutte le sue parti al calore solare, omogeneizzando così la temperatura su tutta la superficie dell'oggetti stesso.
Una fascia più scura circonda l'oggetto e tale anomalia appare essere in accordo con numerose foto di oggetti volanti non identificati fotografati anche da terra.
Va anche considerato che una schermata come quella catturata dal radioamatore genovese ha un tempo di trasmissione di circa tre minuti e trenta secondi, necessario perché il sistema di "videolento" trasmetta tutte le righe che compongano l'immagine.
Sappiamo che l'immagine così com'è, è stata ricevuta da altri radioamatori, tra cui un belga, ed una cosa è certa: anche alla centrale operativa di controllo dei satelliti metereologici in Germania l'immagine deve aver fatto un certo scalpore. Ma nessuna comunicazione è arrivata in tal senso dal centro di Armstaad, come se nessuno avesse fatto caso allo strano oggetto. È inutile dire che nella schermata successiva che riprende la zona di coordinate LY CMS IR l'oggetto misterioso era scomparso.





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PROBABILE SPIEGAZIONE LUNARE DEL CASO

Scaricabile da qui: www.megaupload.com/?d=II20DZLK
Sheenky
00giovedì 25 agosto 2011 07:51
L'ACCORDO SULLE MISURE PER RIDURRE IL RISCHIO DI DEFLAGRAZIONE DI UN CONFLITTO NUCLEARE

Washington, 30/09/1971

Questo accordo, firmato nel settembre del 1971 da Stati Uniti ed URSS aveva come scopo la limitazione del rischio di scoppio accidentale di un conflitto nucleare, cosa tutt'altro che impossibile all'epoca stante l'enorme numero di armi nucleari a disposizione delle due parti, e del clima di continua e forte tensione fra di essi.
I nove articoli dell'accordo, ripartiti su quattro pagine, stabiliscono una serie di misure atte soprattutto ad agevolare la comunicazione, essenziale per evitare che una circostanza inaspettata o accidentale possa sfociare, a causa della reciproca paura e mancanza di comunicazione, nella più spaventosa delle tragedie.
Quello che però interessa gli ufologi è il contenuto dell'Art. 3, che recita "Le Parti si impegnano a scambiarsi immediatamente notifiche nel caso di rilevazione da parte dei sistemi d’allarme antimissile di oggetti non identificati o nel caso d’interferenze su tali sistemi o sui relativi sistemi di comunicazione, qualora tali eventi possano comportare il rischio di un conflitto nucleare fra i due Paesi."
Prescindendo dalla scelta delle parole piuttosto dimessa che potrebbe anche passare inosservata ad un lettore frettoloso e riflettendo sul loro significato, non ci vuole molto per comprendere come gli UFO sono un fenomeno:

- concreto ed oggettivo, capace di provocare effetti ben precisi
- ben noto ad entrambe le superpotenze
- in qualche maniera riconoscibile da entrambe le parti

E questo accadeva nel 1971, nel pieno della guerra fredda, e anche nel pieno del cover-up e del discredito a tutto campo sulla questione UFO.


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La versione in lingua originale (trovabile qui: avalon.law.yale.edu/20th_century/sov001.asp)

Agreement on Measures to Reduce the Risk of Outbreak of Nuclear War Between the United States of America and the Union of Soviet Socialists Republics - September 30, 1971
Signed at Washington September 30, 1971
Entered into force September 30, 1971


The United States of America and the Union of Soviet Socialist Republics, hereinafter referred to as the Parties:
Taking into account the devastating consequences that nuclear war would have for all mankind, and recognizing the need to exert every effort to avert the risk of outbreak of such a war, including measures to guard against accidental or unauthorized use of nuclear weapons,
Believing that agreement on measures for reducing the risk of outbreak of nuclear war serves the interests of strengthening international peace and security, and is in no way contrary to the interests of any other country,
Bearing in mind that continued efforts are also needed in the future to seek ways of reducing the risk of outbreak of nuclear war,
Have agreed as follows:

Article 1
Each Party undertakes to maintain and to improve, as it deems necessary, its existing organizational and technical arrangements to guard against the accidental or unauthorized use of nuclear weapons under its control.

Article 2
The Parties undertake to notify each other immediately in the event of an accidental, unauthorized or any other unexplained incident involving a possible detonation of a nuclear weapon which could create a risk of outbreak of nuclear war. In the event of such an incident, the Party whose nuclear weapon is involved will immediately make every effort to take necessary measures to render harmless or destroy such weapon without its causing damage.

Article 3
The Parties undertake to notify each other immediately in the event of detection by missile warning systems of unidentified objects, or in the event of signs of interference with these systems or with related communications facilities, if such occurrences could create a risk of outbreak of nuclear war between the two countries.

Article 4
Each Party undertakes to notify the other Party in advance of any planned missile launches if such launches will extend beyond its national territory in the direction of the other Party.

Article 5
Each Party, in other situations involving unexplained nuclear incidents, undertakes to act in sucha manner as to reduce the possibility of its actions being misinterpreted by the other Party. In any such situation, each Party may inform the other Party or request information when in its view, this is warranted by the interests of averting the risk of outbreak of nuclear war.

Article 6
For transmission of urgent information, notifications and requests for information in situations requiring prompt clarification, the Parties shall make primary use of the Direct Communications Link between the Governments of the United States of America and the Union of Soviet Socialist Republics.
For transmission of other information, notification and requests for information, the Parties, at their own discretion, may use any communications facilities, including diplomatic channels, depending on the degree of urgency.

Article 7
The Parties undertake to hold consultations, as mutually agreed, to consider questions relating to implementation of the provisions of this Agreement, as well as to discuss possible amendments thereto aimed at further implementation of the purposes of this Agreement.

Article 8
This Agreement shall be of unlimited duration.

Article 9
This Agreement shall enter into force upon signature.
DONE at Washington on September 30, 1971, in two copies, each in the English and Russian languages, both texts being equally authentic.
FOR THE UNITED STATES OF AMERICA:

WILLIAM P. ROGERS

FOR THE UNION OF SOVIET SOCIALIST REPUBLICS:

A. GROMYKO


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La versione in italiano tradotta da PaoloG (scaricabile in pdf da qui: paolog.webs.com/VAR/USA-URSS/11509-Ita.pdf)










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