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[Rubrica] Ufologicamente: articoli, ricerche e casi ufologici

Ultimo Aggiornamento: 05/06/2013 10:50
20/10/2012 13:13

SIOANI: GLI ARCHIVI PERDUTI DELL'ESERCITO BRASILIANO

Articolo di Pablo Villarrubia Mauso

Decine di resoconti evidenziano l’insolita attività UFO nel Paese sudamericano. Esseri dalla strana morfologia che supplicano un po’ d’acqua agli attoniti testimoni; umanoidi che sparano e paralizzano un gruppo di contadini; dozzine di avvistamenti di oggetti volanti a forma di cappello, che provocano interruzioni della fornitura elettrica... Questi e molti altri furono i casi UFO investigati da un gruppo di militari dell’Aviazione brasiliana, tra la fine degli anni ’60 e il 1972.
Ora, questi X Files sono stati trovati da un ufologo... Alba del 26 Settembre del 1968, ore 4.30 circa, ospedale di Lins (stato di San Paolo, Brasile). L’infermiera Maria José Cintra si era appena alzata e stava preparando la colazione. All’improvviso udì un rumore molto strano proveniente dall’esterno, simile a una frenata di automobile. Alzando la persiana della sua abitazione, vide una donna in piedi, estatica. Maria le chiese: «Vuole entrare? Aspetti un momento, che le apro la porta...». L’infermiera si mise il camice bianco da lavoro e uscì per raggiungere la sconosciuta. Di nuovo cercò di appurare se desiderasse entrare in ospedale, ma costei si limitò a pronunciare alcune parole incomprensibili.
Allora, l’infermiera si convinse che quella donna di poco più di 1.60 m di altezza, non era normale: indossava un mantello azzurro chiaro, brillante, con le maniche larghe, come fosse una tunica. In vita aveva un cinturone color
piombo e in testa portava una specie di cuffia simile a quelle dei nuotatori.

Un extraterrestre in ospedale
In quel momento, davanti allo sguardo attonito di Maria Cintra, la donna stese un braccio e mostrò una sorta di recipiente molto bello, di circa 20 cm, brillante e battuto. L’infermiera interpretò la cosa come se le stesse chiedendo dell’acqua.
Allora, entrambe camminarono fino a un rubinetto situato nel corridoio dell’ospedale, a una distanza di 30 m. Lì si fermarono e la sconosciuta si fissò su certi veicoli che si trovavano lì parcheggiati, quello dell’amministratore e del medico di guardia. Nel mentre, l’infermiera riempì d’acqua il curioso recipiente e lo porse alla visitatrice, la cui risposta fu: «Embaura, embaura». Maria interpretò quelle parole come una dimostrazione di gratitudine e accompagnò la donna all’uscita dell’ospedale. Però, invece di passare per il marciapiede, attraversò il giardino.
Fu in quel momento che Maria Cintra vide una luce intensa, di grandi dimensioni e a forma di pera, che fluttuava a circa un metro dal suolo. Stupefatta, la donna vide che dalla parte inferiore dell’oggetto usciva una mano che afferrò la strana visitatrice, la quale salì fino all’interno del veicolo non identificato. Maria Cintra cominciò a gridare e corse per nascondersi nella sua abitazione. Più tardi raccontò l’accaduto all’amministratore e sua moglie.


Maria Cintra

All’alba osservò, in compagnia di altri impiegati dell’ospedale, le orme dei suoi zoccoli impresse nel pavimento cerato del corridoio, insieme ad altre di diversa forma, con la punta fina, però senza tallone. In teoria, questo caso avrebbe potuto spiegarsi come frutto di una semplice allucinazione, se non fosse stato per l’investigazione portata avanti da quattro militari dell’Aviazione Militare brasiliana, i quali scoprirono alcune piste sconcertanti.
Giorni dopo l’accaduto, apparvero in ospedale il maggiore Gilberto Zani de Melo, il sottufficiale Aragão, il tenente Carvalho del IV COMAR (Comando Aereo Regionale di São Paulo) e il sergente Horst della base aerea della Forza Aerea Brasiliana (FAB), nella vicina città di Bauru.
Proprio come un vero X File, i militari interrogarono di persona i testimoni e ispezionarono in situ il luogo della strana apparizione. Accompagnati dall’amministratore dell’ospedale, Job Silva, interrogarono il medico di guardia e altri lavoratori che, nella notte prima dell’apparizione della strana donna, osservarono in cielo una bolla di luce che fece diversi movimenti nel corso di vari minuti. Un paziente, Leonzio Nunes Viana, di 44 anni, che occupava il letto n. 59, raccontò che per la notte si sedette sul bordo del letto e, pietrificato, vide una specie di fuoco giallo che illuminava la finestra e parte della sua abitazione. L’oggetto, situato a circa 150 m di distanza e a un metro e mezzo dal suolo, lanciava bagliori colorati. Avvicinandosi alla finestra, poté vedere perfettamente che l’UFO era rotondo e presentava, nella parte superiore, una cupola trasparente.
Al suo fianco tre esseri vestiti con una specie di tuta bianca si muovevano al suolo. Dopo alcuni minuti, la luce si “spense” definitivamente.

I militari investigano
I quattro militari si avvicinarono anche al luogo dove Maria Cintra aveva osservato la “pera volante”, accorgendosi che parte dell’erba era bruciata. A lato spiccava una depressione del suolo di circa due metri di diametro e una profondità di 15-20 cm. Gli ufficiali dell’Aviazione brasiliana (FAB) scattarono un buon numero di foto del luogo e prelevarono campioni di terra, che inviarono all’Istituto Tecnologico di Sao José dos Campos per l’analisi. Con il passare del tempo, fu chiaro che nessun vegetale fosse tornato a crescere in quell’orma impressa sul terreno. Nell’anno in cui l’uomo andava sulla Luna per la prima volta nella storia, nel 1969, alti comandi della FAB creavano nella città di San Paolo il primo organo ufficiale dedicato all’investigazione sul fenomeno UFO.
Nasceva così il Sistema de Investigação de Objetos Aéreos Não Identificados (SIOANI, Sistema di Investigazione di Oggetti Volanti Non Identificati), comandato dall’allora maggiore dell’Aeronautica José Vaz de Silva. Erano in realtà due uomini che di fatto comandavano e coordinavano le investigazioni di campo per tutto il territorio brasiliano: il maggiore Gilberto Zani de Melo e il tenente João Edney Carvalho Ribeiro, che mostravano un interesse personale per l’enigma degli oggetti non identificati, anche prima di formare parte del SIOANI. Il caso di Maria Cintra, che finiamo di esporre, fu uno di quelli che motivarono la creazione del gruppo di investigazione militare.

Il bollettino del SIOANI
Nel Marzo del 1969, il SIOANI pubblicò il suo primo bollettino informativo, di 22 pagine, contenente le linee principali dell’organizzazione. In sostanza, definiva il proprio lavoro come «un insieme di risorse personali e materiali, destinato all’inchiesta e all’investigazione scientifica del fenomeno degli oggetti volanti non identificati». Emergeva che la maggior parte dei casi – di un’ondata che vi fu nel 1968 – aveva luogo nello stato di San Paolo e nelle località desertiche e in generale i testimoni erano umili lavoratori.
L’autore del testo introduttivo accusava la stampa di “sensazionalismo” nell’affrontare gli avvistamenti UFO, gli ufologi civili che criticavano la FAB e le autorità statunitensi di occultare l’opinione pubblica le sue investigazioni nel campo degli oggetti non identificati. Ciò nonostante, i membri del SIOANI usufruivano anche delle notizie della stampa, per cominciare le indagini. I direttori del SIOANI mostravano di voler “reclutare” volontari, principalmente tra diversi enti di studio, affinché collaborassero con i militari nella compilazione dei casi. Il linguaggio impiegato nel bollettino era tipico dei comandanti della dittatura militare che governava il Brasile in quegli anni grigi e di estrema repressione. I militari pretendevano che la gioventù si entusiasmasse per l’astronomia e i viaggi nello spazio, sempre con il consueto “ordine e disciplina”. Curiosamente, il SIOANI lasciava aperta una porta per la divulgazione delle sue investigazioni, questo sì, nei mezzi di comunicazione selezionati dai militari: «È interesse del sistema che il pubblico sia costantemente ben informato». Nonostante «qualunque intromissione indebita nell’area di lavoro del SIOANI o nelle sue vicinanze o la deformazione delle notizie saranno energicamente represse e i suoi autori incolpati». In nessuna delle pagine di questo primo bollettino si menziona il nome dei membri del SIOANI e nessuno ha firmato il regolamento. Nel 1972, senza una ragione apparente, l’organizzazione cessò le sue attività e da allora niente più si seppe delle sue investigazioni, né delle notizie redatte sopra le stesse.

Il tesoro dell’ufologia brasiliana
L’ufologo brasiliano Edson Boaventura, del Grupo de Investigaçôes de Guarujá (GUG – www.gug.com.br), ha trascorso più di dieci anni seguendo la pista dei rapporti militari sugli UFO dell’Esercito Brasiliano. La sua continua ricerca ebbe i suoi frutti nel 1997, quando il maggiore Gilberto Zani de Melo gli fornì la pista chiave per localizzare gli espedienti del SIOANI. Questa informazione lo condusse fino a una città all’interno dello stato di San Paolo e a un militare dell’Aeronautica. «Finalmente, trovai le cassette con buona parte del materiale. Erano buttate in un angolo di una base militare. Non le avevano gettate nella spazzatura grazie allo zelo di un ufficiale che conosceva il valore dei documenti. Al manifestare il mio interesse nel riscattare dall’oblio quei rapporti, non ebbe remore a cedermeli» mi raccontò Boaventura nella sua casa, situata in un quartiere periferico di San Paolo. In questa dimora si trova il più grande tesoro dell’ufologia brasiliana. In scatole di cartone si ammucchiano documenti che testimoniano di un’epoca gloriosa dell’ufologia mondiale, quando gli UFO apparivano in massa nei cieli di mezzo mondo. In totale sono 1.310 pagine, 28 schizzi o bozzetti a colori, 64 fotografie e vari monografici. I documenti mostrano che molti dei casi furono investigati fino alle loro ultime conseguenze dai militari, che lasciarono per iscritto lo sconcerto che provocava qualcuno degli incidenti. «Il lavoro di localizzazione dei fascicoli occupò vari anni, più tardi altri ufologi avevano tentato di cercarli nel Ministero dell’Aeronautica, a Brasilia e in altri siti del Paese, purtroppo invano. Riuscii a recuperare il 66% del materiale originale, ma il resto si trova in qualche posto sconosciuto», mi raccontava Edson, mentre maneggiava alcuni fogli ingialliti. «Secondo quanto mi raccontò lo stesso Mayor Zani de Melo, ormai defunto – continuava l’ufologo – il nuovo comandante dell’Aeronautica che sostituì José Vaz da Silva non provava molta simpatia per la faccenda. Per fortuna, Da Silva sollecitò un amico militare affinché si portasse tutto il materiale a casa per conservarlo». Boaventura mantenne la sua promessa e realizzò copie di tutti i documenti, che cedette all’Archivio Nazionale di Brasilia e alla Commissione Brasiliana di Ufologia.

La Roswell brasiliana
Qualche anno fa ho potuto parlare con la vedova di Zani de Melo, che mi confessò che suo marito inviava tutti i documenti del SIOANI alla NASA, già tradotti in inglese. In apparenza, esisteva un accordo tra la Forza Aerea Brasiliana (FAB) e le autorità degli Stati Uniti, sicché non è strano che tutte le informazioni si trovino in qualche archivio segreto del Paese più potente della Terra.
Attualmente, Boaventura sta scrivendo un libro sul SIOANI e ha anche investigato di nuovo personalmente alcuni dei casi riportati nei files militari.
Quando Edson Boaventura cominciò a estrarre dalla scatola alcune delle cartelle del SIOANI, mi assalì un’emozione difficile da descrivere, perché ero uno dei primi investigatori a tenere tra le mie mani questi storici documenti.
In uno dei rapporti di Dicembre del 1968 si legge che numerosi testimoni della città di Varginha (Stato di Minas Gerais) videro un oggetto argentato di forma ovale, che sorvolava la località, giungendo a fermarsi sopra alcuni quartieri. A Villa Mendes, per esempio, fluttuò sopra la casa di un vecchio che perse il senno quando udì un rumore scrosciante.
Successivamente, l’oggetto si diresse fino alla città di Três Coraçôes e rimase fermo sopra la Scuola di Sergenti d’Armi, appartenente all’Esercito di Terra, da dove lo osservarono vari militari. La cosa strana è che fu proprio a Varginha che, nel Gennaio del 1996, furono avvistati vari UFO e strane creature, alcune delle quali sarebbero state catturate, finendo nelle mani dei militari brasiliani.
Questo incidente, conosciuto dai media ufologici come la Roswell brasiliana, ottenne nei mesi l’interesse dei più importanti mezzi di comunicazione del Paese carioca.
Curiosamente, la Scuola di Sergenti era stata il luogo in cui erano rimasti i corpi dei presunti extraterrestri, prima di essere trasportati a Campinas e da qui agli Stati Uniti.
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