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[Rubrica] Stranezze Spaziali

Ultimo Aggiornamento: 18/10/2017 12:52
18/09/2008 12:34

“APOLLO-11”: QUELLE CINQUE ORE E MEZZO DI... BALCKOUT !
Allora, vediamo, una rinfrescata...

Quella sera; dovevano sbarcare sulla Luna verso Le 22,30, ma dalle 22,30 Houston riattivò I collegamenti versole ore 05,30 del mattino (in Italia). Mi ricordo che attendevamo di ora in ora lo sbarco sulla Luna senza capire il motivo di quel pazzesco ritardo! I giornalisti, nella sala stampa di Houston, furono scollegati con il Controllo della Missione.
Ogni tanto mia moglie veniva a vedere che fine avessi fatto...
Insomma l'uomo attendeva da un milione e mezzo di anni di mettere piede sulla Luna e gli astronauti cosa facevano, secondo Houston? Dormivano...

Questo è ciò che vollero far credere al mondo. Con più di 160 battiti al minuto di frequenza cardiaca dei due astronauti... Dormivano!
Già erano successe cose strane durante la missione, comunque pur se scollegati I giornalisti, in Europa poterono essere captati i dialoghi degli astronauti con Houston (che poi, sollecitati da Terra, cambiarono frequenza) dall'Osservatorio di Bokum, in Germania e da radioamatori vari; (fatti ascoltare anche da uno Speciale Tg-1 Della RAI) riguardavano cosa stava in realtà succedendo lassù. Dai brani registrati si sentiva chiaramente Armstrong dire concitatamente:
"... Che cosa era? Che diavolo era... Lo vorrei proprio sapere... ". E da Houston: "Che c'è... (che)... Non funziona? Controllo missione chiama "Apollo-11 "... " Avrebbe detto dopo alcuni istanti di confusione il controllore da Houston. E Armstrong riprendendo: "avete una spiegazione? Questi AGGEGGI sono giganteschi, signore... Enormi! Oh, Dio! Non ci credereste...!". Silenzio imbarazzato dalla sala di controllo, e Armstrong ancora: "Vi dico che ci sono altre ASTRONAVI laggiù, allineate sul bordo del cratere... SONO sulla Luna per osservarci...!".

Da Houston cominciarono ad urlare : “ non preoccupatevi, attenetevi al programma!” E di rimando l'altro astronauta: ”mio Dio, ma è incredibile, questo è fantastico, non lo potreste mai immaginare!” Da Houston:“ sappiamo di questo, andate dall'altra parte!” Ed Armstrong “ allora è UNA FORMA DI VITA, QUELLA!” Da Houston perdendo anche loro il sangue freddo cominciarono ad urlare di cambiare canale, cioé di usare la frequenza criptata di protocollo usata per Le emergenze.
Da Houston: “ cambiate frequenza, usate “Tango”, “Tango”!
“ Allora è una FORMA DI VITA quella!” Ancora Houston: “cambiate frequenza! Usa “Bravo Tango”, vai su “”Jezabel,Jezabel”! “...Sì, ma tutto questo è incredibile!”
“...Passa su “Bravo Tango,” “ Bravo Tango”!
Evidentemente gli astronauti, presi alla sprovvista, parlavano spontaneamentee ed in preda ad evidente emozione.

Avendo trovato altri brani delle conversazioni tra Houston e gli astronauti dell'"Apollo-11", li riporto in modo da integrare e comlpetare la discussione intercettata, poiché, quando ti fanno ascoltare qualcosa, non è mai la registrazione completa...

Controllo Missione: "Registrate su Bravo - Tango, Bravo - Tango!"
A questo punto le comunicazioni proseguono su un canale radio codificato, impedendo ai radioamatori di ascoltare lo scambio di battute che stava diventando molto interessante, ma allo stesso tempo molto imbarazzante da spiegare da parte della NASA, nel caso in cui la faccenda fosse trapelata tra i milioni di telespettatori incollati davanti alla TV ed ignari di quanto stesse avvenendo. La seconda sorpresa avviene durante la fase di risalita dalla superficie della Luna del L.E.M. "Aquila", con a bordo Armstrong e Aldrin, ed il rendez vous in orbita lunare con Collins ed il Modulo di Comando "Columbia". Il dialogo che segue è stato registrato al magnetofono e riportato dal settimanale "National Bulletin" di Montreal il 29 Settembre 1969:
Apollo 11: "Cos'è? Per il Diavolo, cos'è? Non voglio saperne di più! Queste ... piccole ... cose ... sono gigantesche, sono enormi! No, no, questa è addirittura un'allucinazione. No, no, no, questa non è un'illusione ottica! Oh, cielo, non ci crederà nessuno!"
Controllo Missione: "Cosa ... cosa succede, dannazione? Come state, ragazzi?"
Apollo 11: "Sono là, sotto l'orizzonte!"
Controllo Missione: "Cosa c'è? ... Disturbi radio ... qui è il Controllo Missione che chiama Apollo 11."
Apollo 11: "Roger, siamo qui, ma abbiamo visto altri ... devono essere qui da tempo per osservare le attrezzature."
Controllo Missione: "Controllo Missione! Ripetete le ultime comunicazioni!"
Apollo 11: "Dico che ci sono altri veicoli spaziali. Sono allineati sull'orlo del cratere!"
Controllo Missione: "Ripetete! Ripetete!"
Apollo 11: "Lasciateci completare questa orbita, poi ... a casa! In 625 a 5 ... Ho regolato i relè ... mi tremano le mani, non posso ... filmare! Dio, chissà se queste dannate macchine fotografiche hanno ripreso qualcosa? ..."
Controllo Missione: "Avete fotografato qualcosa di interessante?"
Apollo 11: "Non abbiamo pellicole a portata di mano ... Disturbi radio ... tre colpi dei dischi volanti, o quel che diavolo sono, possono aver rovinato le pellicole."
Controllo Missione: "Controllo Missione. Qui è il Controllo Missione ... siete sulla strada per il ritorno a casa? ... Ripeto, siete sulla strada per il ritorno a casa? Cosa sono tutte queste voci sugli U.F.O.?"
Apollo 11: "Si sono posati là ... sono sulla Luna ... ci stanno osservando."
Controllo Missione: "Gli specchi, gli specchi, li avete piazzati?"
Apollo 11: "Si, gli specchi sono al loro posto. Ma chi ha costruito simili navi spaziali può andare li domani e strappare via quei dannati specchi ... Passo e chiudo."

A questo punto terminano di nuovo, bruscamente, le comunicazioni radio tra l'Apollo 11 ed il Controllo Missione a Houston, ma questi episodi bastano per farci capire che il fenomeno U.F.O. esiste al di là di tutte le politiche di "Cover Up" da parte della NASA e del Governo degli Stati Uniti, che continuano a negare l'esistenza di oggetti volanti non identificati e degli incontri avvenuti durante le varie missioni spaziali.

Insomma parlarono chiaramente di Alien Ships allineati sul bordo del cratere...
In fine, ho riflettuto sui dialoghi originali, quando parlavano degli specchi ( che probabilmente erano quelli per riflettere il laser, da Terra ) sta a significare, come dubitavo, che non uscirono dal LEM cinque ore e mezzo dopo l'arrivo sulla Luna, come vollero farci credere quella notte, ma continuarono per forza di cose con la loro missione, solo che a noi terrucoli fecero sapere che uscirono dal LEM soltanto alle cinque e trenta del mattino... Ecco l'arcano ! Gli asrtonauti rimasero in contatto, con Houston, tramite la frequenza criptata, per tutte quelle ore. Quando in fine gli UFO se ne andarono, cominciarono a trasmettere in "diretta" ( anche questo non esatto, poiché la NASA si arrogava il diritto di censura; da qui, l'arruolamento di soli piloti militari; perciò le trasmissioni erano ritardate di qualche secondo, proprio per filtrare...), e così fummo convinti che ripresero il programma soltanto dopo tutte quelle ore !
Ma è impossibile! Perché a causa di appuntamenti orbitali, e problemi di ossigeno, il programma doveva essere scrupolosamente eseguito alla lettera, come in effetti debbono aver fatto...
Così ho avuto una conferma di ciò che pensavo da anni...
18/09/2008 13:10

E questa è l'ultima (con riserva...):

Lo scioccante racconto di una torinese: «Sono sicura, era uno sciame di UFO»

Torino, incontri ravvicinati a Porta Palazzo: «Erano alieni, nel cielo ho visto 30 navicelle»

TORINO - Da anni l’umanità si interroga sull’esistenza o meno di forme di vita intelligenti nell’universo, e nell’ultimo mezzo secolo gli avvistamenti di Ufo, in diverse parti del mondo, sono stati moltissimi. Nessuno però poteva immaginare che anche nei cieli di Torino e precisamente su Porta Palazzo comparissero oggetti volanti non identificati. Sembrerebbe la trama di un film di fantascienza e invece è la scioccante realtà di cui è stata testimone e involontaria protagonista la signora Antonella Morra. Martedì pomeriggio, complice la bella giornata di sole, la signora Antonella è uscita sul balcone di casa sua, in corso Giulio Cesare, a prendere una boccata d’aria. E alzando gli occhi al cielo si è trovata ad assistere ad una scena che ha del paranormale. «All’improvviso ho visto comparire in cielo frammenti che riflettevano la luce del sole - racconta - e uno in particolare sembrava quasi un sacchetto ma di grandi dimensioni.

Subito ho pensato che fossero i rottami di un aereo e ho temuto il peggio». (Antonella disegna gli Ufo che dice di aver visto nel cielo sopra Porta Pila) Per capire che non si trattava dei rottami di un velivolo è bastato attendere alcuni istanti ed osservare i frammenti che fluttuavano nel cielo, come prendendosi gioco della legge di gravità. «Subito dopo, in mezzo ai rottami - continua Antonella - sono comparse delle sfere che emanavano una luce intensa, visibile nonostante il sole accecante, poi i frammenti sono scomparsi improvvisamente, come se fossero stati disintegrati dai globi luminosi». (Gli ufo, così come rappresentati da Antonella)L’evento prodigioso è durato all’incirca mezz’ora durante la quale la signora Antonella è riuscita a contare una trentina di oggetti luminescenti, che sembravano darsi battaglia nei cieli di Torino. «In tutto ne avrò contati trenta, di cui quattro di dimensioni più grandi che sono rimasti sospesi e nitidamente visibili rispetto ad altre che erano poco più grandi di un puntino, forse perché più distanti, poi si sono divisi in due gruppi e sono lentamente scomparsi». Immagini che la signora ha anche riportato diligentemente su un foglio per rappresentare il suo straordinario incontro (nel tondo in alto). Una storia che potrebbe lasciare a bocca aperta e spaventare anche i più scettici ma non la signora Antonella che non è nuova a questo tipo di esperienze. «Mi è capitato più volte di avvistarli - spiega - credo che nell’universo non siamo soli e queste manifestazioni ne sono la prova».
18/09/2008

FONTE (con FOTO): milano.cronacaqui.it/news/stampa/12401
18/09/2008 13:18

Ma ritengo più probabile quest'altro, dal Sito

www.centroricercheufoliguria.135.it/


Avvistamento UFO a Roma. Le immagini riprese dai testimoni.


In merito all’avvistamento (http://www.ivanceci.it/2008/09/13/ancora-avvistamenti-su-roma/) avvenuto a Roma in zona Prati la notte di giovedì 11 settembre, alcuni testimoni mi hanno inviato una sequenza di immagini davvero straordinarie.

Le foto, scattate dal Sig. Luigi Ara, una delle quattro persone che hanno assistito all’evento, mostrano diversi oggetti dal colore rossastro volare in formazione sopra la città.

Questo è il resoconto che i testimoni hanno inviato all’ANSA e al MESSAGGERO, dopo aver contattato il terzo reparto dello Stato Maggiore dell’Areonautica Militare e il comando dei Carabinieri di Via Goiran:

“Dieci oggetti volanti emananti una luce dorata a tratti rossa sono stati avvistati da quattro persone alle ore 23.20 circa dell’11 Settembre 2008 da un terrazzo di via S. Tommaso D’Aquino a Roma, nel tratto di cielo compreso tra l’osservatorio di Monte Mario e lo stadio olimpico. Gli oggetti erano inizialmente 9 e si muovevano molto lentamente con piccoli spostamenti graduali circolari formando un’ellisse irregolare nel più completo silenzio. Poi due o tre di essi si sono portati al centro scomparendo e ne è giunto da sinistra un decimo. Dopo una serie di altri spostamenti durante i quali gli oggetti rimanevano comunque a breve distanza tra di loro, ne sono rimasti più di 6; 5 di questi hanno formato due triangoli equilateri uniti per un unico vertice ( quasi una X allungata ) con i restanti oggetti in una coda che partiva dal punto di unione dei due triangoli. Poi lentamente la X si è appiattita e sono socmparsi uno dopo l’altro. Immediatamente il cielo si è tinto di rosso in quel tratto per tre volte a distanza di pochi minuti. L’avvistamento è durato in tutto 10-12 minuti ed è stato immediatamente seguito da un volo di perlustrazione di un aereo militare.”

I testimoni:

SUSANNA HIRSCH, LUIGI ARA, SOFIA ARA E ISABELLA ARA

Per vedere le foto ed alcune elaborazioni: www.ivanceci.it/2008/09/16/avvistamento-ufo-a-roma-le-immagini-riprese-dai-te...

Riguardo alle foto i testimoni specificano quanto segue:

Le foto hanno il seguente formato: altezza 960 pixel, larghezza 1280 pixel, risoluzione orizzontale: 72DPI, risoluzione verticale: 72DPI e sono state scattate da Luigi Ara.La regolazione era automatica e s’intravvedono le forme degli oggetti con tutto che erano molto luminosi.
Il responsabile dell’ufficio
tecnico fotografico dell’Ansa ed altri amici esperti fotografi escludono si tratti di elicotteri, aerei o altri velivoli a noi noti. La distanza dal nostro terrazzo è stata stimata a circa 3-4 chilometri. Non si udiva alcun rumore di motori, mentre era udibile il rumore di un aereo civile che percorreva una rotta retrostante gli ufo dal nostro punto d’osservazione.

La testimonianza e le foto mi sono state inviate dalla Sig.ra Susanna Hirsch che ringrazio insieme agli altri per la loro cortesia e per l’estrema cura con cui hanno riportato la segnalazione.

Fonte: Ivan Ceci

Nota della redazione: Link direttamente collegato alla notizia: www.baab.it/digdug/index.php?mod=read&id=1221219596
20/09/2008 20:54

Altre rivelazioni sembra...

Nuove rivelazioni dell'ex-astronauta McClelland verranno pubblicate negli USA


Clark C. McClelland fu impiegato alla NASA come ingegnere aerospaziale dal 1958 al 1992 (anno del suo improvviso licenziamento). Fu Assistente Tecnico Responsabile della missione Apollo e lavoro' su 622 lanci tra cui la navetta e la stazione orbitale.
Ora la situazione economica di Clark e' disastrosa in quanto e' parecchi senza impiego, ma finalmente e' riuscito a concludere un accordo con una famosa rivista Americana, ma che viene tradotta in altre lingue compreso l'Italiano.

McClelland ha affermato ufficialmente che "La divulgazione della mia esperienza sara' presentata nel prossimo numero di Nexus di Ottobre/Novembre 2008!. Il secondo evento sara' pubblicato due mesi piu' tardi nel numero successivo. "
La storia ricordera' di ripercorrere passo per passo tutta la vicenda accaduta nella navetta spaziale quando l'ex-astronauta vide l'Alieno.

Il reale licenziamento della NASA di McClelland ancora oggi rimane un mistero. Donald E.Keyhoe alle'poca dei fatti invito' Clark a creare una succursale dell'associazione ufologica Nicap (Commissione di Indagini Nazionali per i fenomeni Aerei) a Cape Canaveral. Questo con tutta probabilita' fu il motivo che scaturi' la decisione dei vertici NASA.

McClelland sicuramente si esprimera' tramite NEXUS cio' che Werner Von Braun aveva affermato, circa la sua visita a Roswell nel Luglio 1947 per esaminare il relitto recuperato.
McClelland: "Mi disse che la nave non pare essere fatta di metallo come lo conosciamo qui sulla terra. La sua consistenza era da considrarsi biologica tipo un strana pelle. I corpi degli occupanti recuperati inizialmente furono posizionati in una tenda. Erano piccoli, molto fragili, teste molto grandi e con grandi occhi. La loro pelle era di colore grigiastra e la consistenza poteva ricordare il tessuto dei rettili. Von Braun mi spiego' che la loro pelle assomigliaava a quella dei serpenti del deserto che piu' volte aveva visto a White Sands.

L'esame dei detriti recuperati dal disco lasciarono all'epoca tutti molto perplessi: erano una sorta di alluminio colorato, molto fine tipo le confezioni dei pacchetti di gomme da masticare. Molto leggero ed estremamente resistente, L'interno del velivole era quasi completamente privo di apparecchiature come se le creature aliene formassero un essere unico con il disco volante.

Secondo John Lear le dichiarazioni di McClelland per ora non possono essere confermate a pieno, ma sottolinea che le dichiarazioni hanno un certo valore: "So che Clark McClelland dispone di informazioni che ancora non ha divulgato....."

Raffaele Di Nicuolo www.centroricercheufoliguria.135.it/
20/09/2008 21:20

E allora...


News: : L’Affidavit di HAUT : testo integrale
(Categoria: Extra Terra)
Inviato da Richard
mar 07 ago 2007, 21:05



Quanto segue è l’affidavit ufficiale rilasciato da Walter Haut prima
della sua morte. Ne riportiamo il testo integrale:


DATA: 26 Dicembre 2002
TESTIMONE: Chris Xxxxxx
NOTAIO: Beverlee Morgan

(1) Mi chiamo Walter G. Haut
(2) Sono nato il 2 Giugno 1922
(3) Il mio indirizzo è 1405 W. 7th Street, Roswell, NM 88203
(4) Sono in congedo.
(5) Nel 1947 ero di stanza presso la Base Aeronautica di Roswell, New Mexico, come responsabile delle Pubbliche Informazioni della base. Trascorsi il fine settimana del 4 Luglio (sabato 5 e domenica 6) nella mia abitazione, a circa 10 miglia a nord della base, situata a sud della città.

(6) Venni a sapere che qualcuno aveva segnalato i rottami di un veicolo precipitato, verso metà mattina, dopo aver ripreso servizio alla base, lunedì 7 Luglio. Seppi che il Maggiore Jesse A. Marcel, responsabile dell’intelligence, era stato inviato ad investigare, dal comandante della base, il Col. William Blanchard.

(7) Nel tardo pomeriggio di quello stesso giorno, avrei appreso che erano pervenuti ulteriori rapporti civili, riguardo un secondo sito proprio a nord di Roswell. Trascorsi gran parte della giornata svolgendo le mie regolari mansioni, e a riguardo mi giunse poco altro all’orecchio.

(8) Il martedì mattina dell’8 Luglio, partecipai alla riunione dello staff, come da programma, alle 7:30. Oltre a Blanchard e Marcel erano presenti il capitano Sheridan Cavitt del CIC (Counterintelligence Corp), il Colonnello James I. Hopkins, addetto alle operazioni, il tenente Colonnello Ulysses S. Nero, ufficiale di complemento e, provenienti dalla Base aeronautica di Carswell, a Fort Worth, Texas, il capo di Blanchard, il Brig. Generale Roger Ramey e il suo direttore del personale, il Colonnello Thomas J. Dubose. L’argomento con priorità di discussione venne introdotto da Marcel e Cavitt, a proposito di un grande campo coperto da rottami nella contea di Lincoln, approssimativamente 75 miglia a nord-ovest di Roswell. Blanchard fornì un briefing preliminare sul secondo sito, a circa 40 miglia a nord della città. Campioni dei rottami vennero mostrati a tutti i convenuti. Erano diversi da qualsiasi tipo di materiale che io avessi o abbia mai visto in vita mia. Pezzi simili a lamine di metallo, sottili come fogli di carta anche se molto resistenti, e pezzi con impressi insoliti segni vennero fatti passare di mano in mano, mentre ognuno esprimeva le proprie opinioni. Nessuno fu in grado di identificare quei resti del crash.

(9) Una delle questioni più importanti discusse in riunione, riguardò la decisione di rendere pubblica la scoperta o meno. Il Gen. Ramey propose un piano, che credetti provenire dai suoi capi al Pentagono. Avremmo dovuto deviare l’attenzione dal sito principale, a nord della città, mentre avremmo reso pubblico l’altro. Ormai, erano coinvolti
troppi civili e la stampa era già informata. Non mi informarono con esattezza di come questo sarebbe avvenuto.

(10) Alle 9:30 circa del mattino, il Col. Blanchard telefonò nel mio ufficio e dettò il comunicato stampa in cui si dichiarava che avevamo in nostro possesso un disco volante, recuperato in un ranch a nord- ovest di Roswell e l’invio per via aerea, da parte di Marcel, del materiale ai quartier generali di più alto grado. Io avrei dovuto trasmettere il comunicato stampa alle stazioni radio KGFL e KSWS e ai quotidiani Daily Record e il Morning Dispatch.

(11) Una volta diffuso il comunicato stampa, il mio ufficio venne inondato da telefonate da tutto il mondo. La mia scrivania si riempì di messaggi, ma anziché occuparmi delle pressioni dei media, il Col. Blanchard mi suggerì di andare a casa e togliermi di mezzo.

(12) Prima di lasciare la base, il Col. Blanchard mi accompagnò personalmente al Building 84 (l’Hangar P-3) l’hangar dei B-29 situato sul lato est dell’area. Subito al primo approccio all’edificio, notai che era strettamente sorvegliato sia all’esterno che all’interno. Una volta dentro mi fu permesso di osservare, da una distanza di sicurezza, l’oggetto appena recuperato a nord della città. Era lungo approssimativamente dai 12 ai 15 piedi, non molto largo, alto circa 6 piedi e di forma ovoidale. L’illuminazione era scarsa, ma la sua superficie sembrava metallica. Non si vedevano finestre, portelli, ali, coda, o ruote per l’atterraggio.

(13) Da quella distanza potei scorgere anche un paio di corpi sotto un telone. Al di fuori del telone sporgevano solo le teste, ma non ne riconobbi i lineamenti. Le teste sembravano più grandi del normale e le curve del telone suggerivano le dimensioni di un bambino di 10 anni. Più tardi, nel suo ufficio, Blanchard stese il braccio a circa
quattro piedi dal suolo per indicarne l’altezza.

(14) Venni a sapere che era stato allestito un obitorio temporaneo per ospitare i corpi recuperati.

(15) Venni informato che il relitto non era “caldo��? (radioattivo).

(16) Al suo rientro da Fort Worth, il Maggiore Marcel mi disse di aver portato alcuni rottami nell’ufficio del Gen. Ramey e, dopo essere tornato dall’ufficio cartografico, scoprì che durante la sua assenza dall’ufficio di Ramey, erano stati sostituiti con i resti di un pallone sonda. Marcel si mostrò molto contrariato dalla situazione. Non ne parlammo più.

(17) Mi fu consentito, almeno una volta, di visitare uno dei siti di recupero, mentre i militari ne effettuavano la bonifica. Tornai alla base con alcuni rottami che collocai nel mio ufficio.

(18) Venni a sapere che due squadre diverse tornarono su entrambi i siti, mesi dopo, per effettuare ulteriori ricerche di qualunque altra prova residua.

(19) Sono convinto che ciò che vidi con i miei occhi era un qualche tipo di velivolo e il suo equipaggio provenienti dallo spazio esterno.(20) Non sono stato pagato, né mi è stato dato alcunché di valore per il rilascio di queste dichiarazioni e questa è la verità, al meglio della mia ricostruzione dei fatti.

Firmato: Walter G. Haut
26 Dicembre 2002
20/09/2008 21:28

E allora...



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News: : L’Affidavit di HAUT : testo integrale
(Categoria: Extra Terra)
Inviato da Richard
mar 07 ago 2007, 21:05



Quanto segue è l’affidavit ufficiale rilasciato da Walter Haut prima
della sua morte. Ne riportiamo il testo integrale:


DATA: 26 Dicembre 2002
TESTIMONE: Chris Xxxxxx
NOTAIO: Beverlee Morgan

(1) Mi chiamo Walter G. Haut
(2) Sono nato il 2 Giugno 1922
(3) Il mio indirizzo è 1405 W. 7th Street, Roswell, NM 88203
(4) Sono in congedo.
(5) Nel 1947 ero di stanza presso la Base Aeronautica di Roswell, New Mexico, come responsabile delle Pubbliche Informazioni della base. Trascorsi il fine settimana del 4 Luglio (sabato 5 e domenica 6) nella mia abitazione, a circa 10 miglia a nord della base, situata a sud della città.

(6) Venni a sapere che qualcuno aveva segnalato i rottami di un veicolo precipitato, verso metà mattina, dopo aver ripreso servizio alla base, lunedì 7 Luglio. Seppi che il Maggiore Jesse A. Marcel, responsabile dell’intelligence, era stato inviato ad investigare, dal comandante della base, il Col. William Blanchard.

(7) Nel tardo pomeriggio di quello stesso giorno, avrei appreso che erano pervenuti ulteriori rapporti civili, riguardo un secondo sito proprio a nord di Roswell. Trascorsi gran parte della giornata svolgendo le mie regolari mansioni, e a riguardo mi giunse poco altro all’orecchio.

(8) Il martedì mattina dell’8 Luglio, partecipai alla riunione dello staff, come da programma, alle 7:30. Oltre a Blanchard e Marcel erano presenti il capitano Sheridan Cavitt del CIC (Counterintelligence Corp), il Colonnello James I. Hopkins, addetto alle operazioni, il tenente Colonnello Ulysses S. Nero, ufficiale di complemento e, provenienti dalla Base aeronautica di Carswell, a Fort Worth, Texas, il capo di Blanchard, il Brig. Generale Roger Ramey e il suo direttore del personale, il Colonnello Thomas J. Dubose. L’argomento con priorità di discussione venne introdotto da Marcel e Cavitt, a proposito di un grande campo coperto da rottami nella contea di Lincoln, approssimativamente 75 miglia a nord-ovest di Roswell. Blanchard fornì un briefing preliminare sul secondo sito, a circa 40 miglia a nord della città. Campioni dei rottami vennero mostrati a tutti i convenuti. Erano diversi da qualsiasi tipo di materiale che io avessi o abbia mai visto in vita mia. Pezzi simili a lamine di metallo, sottili come fogli di carta anche se molto resistenti, e pezzi con impressi insoliti segni vennero fatti passare di mano in mano, mentre ognuno esprimeva le proprie opinioni. Nessuno fu in grado di identificare quei resti del crash.

(9) Una delle questioni più importanti discusse in riunione, riguardò la decisione di rendere pubblica la scoperta o meno. Il Gen. Ramey propose un piano, che credetti provenire dai suoi capi al Pentagono. Avremmo dovuto deviare l’attenzione dal sito principale, a nord della città, mentre avremmo reso pubblico l’altro. Ormai, erano coinvolti
troppi civili e la stampa era già informata. Non mi informarono con esattezza di come questo sarebbe avvenuto.

(10) Alle 9:30 circa del mattino, il Col. Blanchard telefonò nel mio ufficio e dettò il comunicato stampa in cui si dichiarava che avevamo in nostro possesso un disco volante, recuperato in un ranch a nord- ovest di Roswell e l’invio per via aerea, da parte di Marcel, del materiale ai quartier generali di più alto grado. Io avrei dovuto trasmettere il comunicato stampa alle stazioni radio KGFL e KSWS e ai quotidiani Daily Record e il Morning Dispatch.

(11) Una volta diffuso il comunicato stampa, il mio ufficio venne inondato da telefonate da tutto il mondo. La mia scrivania si riempì di messaggi, ma anziché occuparmi delle pressioni dei media, il Col. Blanchard mi suggerì di andare a casa e togliermi di mezzo.

(12) Prima di lasciare la base, il Col. Blanchard mi accompagnò personalmente al Building 84 (l’Hangar P-3) l’hangar dei B-29 situato sul lato est dell’area. Subito al primo approccio all’edificio, notai che era strettamente sorvegliato sia all’esterno che all’interno. Una volta dentro mi fu permesso di osservare, da una distanza di sicurezza, l’oggetto appena recuperato a nord della città. Era lungo approssimativamente dai 12 ai 15 piedi, non molto largo, alto circa 6 piedi e di forma ovoidale. L’illuminazione era scarsa, ma la sua superficie sembrava metallica. Non si vedevano finestre, portelli, ali, coda, o ruote per l’atterraggio.

(13) Da quella distanza potei scorgere anche un paio di corpi sotto un telone. Al di fuori del telone sporgevano solo le teste, ma non ne riconobbi i lineamenti. Le teste sembravano più grandi del normale e le curve del telone suggerivano le dimensioni di un bambino di 10 anni. Più tardi, nel suo ufficio, Blanchard stese il braccio a circa
quattro piedi dal suolo per indicarne l’altezza.

(14) Venni a sapere che era stato allestito un obitorio temporaneo per ospitare i corpi recuperati.

(15) Venni informato che il relitto non era “caldo��? (radioattivo).

(16) Al suo rientro da Fort Worth, il Maggiore Marcel mi disse di aver portato alcuni rottami nell’ufficio del Gen. Ramey e, dopo essere tornato dall’ufficio cartografico, scoprì che durante la sua assenza dall’ufficio di Ramey, erano stati sostituiti con i resti di un pallone sonda. Marcel si mostrò molto contrariato dalla situazione. Non ne parlammo più.

(17) Mi fu consentito, almeno una volta, di visitare uno dei siti di recupero, mentre i militari ne effettuavano la bonifica. Tornai alla base con alcuni rottami che collocai nel mio ufficio.

(18) Venni a sapere che due squadre diverse tornarono su entrambi i siti, mesi dopo, per effettuare ulteriori ricerche di qualunque altra prova residua.

(19) Sono convinto che ciò che vidi con i miei occhi era un qualche tipo di velivolo e il suo equipaggio provenienti dallo spazio esterno.(20) Non sono stato pagato, né mi è stato dato alcunché di valore per il rilascio di queste dichiarazioni e questa è la verità, al meglio della mia ricostruzione dei fatti.

Firmato: Walter G. Haut
26 Dicembre 2002
21/09/2008 18:44

[SM=x708813]
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Utente Master
21/09/2008 19:50

Grandissimo Walter Haut,cosa si vuole di piu'???
Il corpo degli alieni?....questo gli americani non lo ammetteranno e non lo permetteranno mai!
Grazie Massimo! [SM=g27811] [SM=x708804]
[Modificato da (richard) 21/09/2008 19:54]
21/09/2008 20:34

Ciao (richard), si fa quel che si può... [SM=x708799]
21/09/2008 20:37

Ehi, (richard), la sai questa? (dai, andiamo un attimo in OT....)
Si può osservare la Tv in... 3 D !!! Se già lo sai non lo dico! Facciamo gli "alieni" noi, 'sta volta... [SM=x708800]
[Modificato da ufologo 555 21/09/2008 21:06]
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21/09/2008 21:07

No,non lo so,dai,apri una discussione in Off Topic.
21/09/2008 21:25

Guardate tranquillamente la Tv in 3D !
Eccomi!
Quando lo presentarono in televisione dissero che avrebbero mostrato alcuni video che potevano essere visti in 3 D , con quel metodo;
ma io, durante la pubblicità, guardai lo stesso, perché intuivo che l'effetto sarebbe dovuto essere lo stesso... In effetti è COSI'.

Allora, prendete una lente d'occhiale da sole, se è una polaroid è meglio, per il semplice fatto che non è troppo scura; oppure una lente qualsiasi, più è leggera meno da fastidio. In qualche modo si pone davanti all'occhio destro (sarebbe meglio togliere dalla montatura la lente sinistra) poi inforchiamo gli occhiali senza la lente sinstra e guardiamo tranquillamente con tutt'e due gli occhi aperti qualsiasi cosa in Tv; una raccomandazione: all'inizio, scegliete programmi abbastanza movimentati (questo per abituarvi alla visione in rilievo) , anche pubblicità. Il contrasto tra i due occhi (quello senza lente e quello con la lente scura) vi farà ammirare tutte le immagini in rilievo!
Vedrete le immagini in primo piano che si "staccheranno" clamorosamente dallo sfondo dell'immagine totale, o del panorama in secondo piano, nel televisore; le scritte in sovrimpressione sembreranno saltare fuori rispetto l'immagine dietro...
Per ulteriori, sono qui. Potrete godere i vostri campioni dello sport, ad esempio, specilamente quando ripresi in primo piano, rispetto al pubblico, e noterete lo "stacco" rispetto a quest'ultimo!
Provate a vederci un film d'azione, tipo "Pearl Harbor", la mezz'ora del bombardamento...
Ma per iniziare, cercate scene rapide, movimentate; anche la pubblicità va bene per abituarsi...

Quando vi sarete abituati, l'effetto sarà spettacolare!

P.S. L'effetto rilievo vale anche per il bianco e nero, perché tra i due vi sono sempre le varie tonalità di grigio; quindi il gioco è sempre quello!
Ho trovato solo un paio di persone che non notavano la differenza! Sapete perché? Perché erano dotati di un occhio più "scuro" del normale, e già vedevano quell'effetto, ma non lo sapevano. Difatti, quando venne fuori la Tv a colori, erano tutti esaltati, questi due amici, per come si vedeva, e quella volta, io, non capii: già lo vedevano! Comunque, tutti noi abbiamo un occhio leggermentre più scuro dell'altro, questo proprio per accentuare l'effetto stereoscopico in natura;la lente, in questo caso, l'accentua! Io trovo l'effetto bello e...gratuito!
Forse per questo che non si sa in giro... [SM=g1420767]
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Utente Master
21/09/2008 21:51

La notizia è oltremodo interessante ed il tutto da provare.Tante grazie.
PS:Non è un richiamo ne un rimprovero da parte mia perche' sono un utente come te ,la notizia pero' dovevi postarla in Off Topic altrimenti rischi un richiamo dai moderatori,come pure non postare piu' di tre risposte consecutive,perche' quello è il massimo concesso in un giorno nella stessa discussione .Ciao!
22/09/2008 11:11

Grazie degli avvertimenti! Forum che vai, usanze che trovi...
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22/09/2008 13:04

Re:
ufologo 555, 22/09/2008 11.11:

Grazie degli avvertimenti! Forum che vai, usanze che trovi...




Come avrai notato Ufologo, la tua discussione è stata trasformata in rubrica visto anche il grande successo dei tuoi racconti tra gli utenti, per cui puoi gestirla come credi, il limite dei post per te non è un problema, anzi mi complimento per la discussione fino ad ora la più vista del forum.
Un saluto.
22/09/2008 13:37

Beh, che dire? Ringrazio di cuore UFOONLINE, ma trovo giusto mantenere la linea dele discussioni! E' stato un "fuori programma" perché avevo appena gurdato la Tv in quella maniera ed ho voluto comunicare la cosa per condividerne i risultati! Un "break" sul Topic, come si dice!
Grazie , Massimo

Ho modificato, perché se non me lo aveste detto non mi sarei accorto di... nulla! (Questi U.F.O. mi fanno squagliare il cervello!)
GRAZIE! [SM=g1420768]
[Modificato da ufologo 555 22/09/2008 14:15]
22/09/2008 18:49

A proposito di Astronavi Gigantesche , come l'Astronave-Porta dischi, postata tempo fa, vi consiglio questi link che mostrano ciò che i nostri satelliti meteorologici hanno fotografato nello Spazio, in orbita, forse, attorno alla nostra Terra.
Cos'è se non una gigantesca Astronave di enormi dimensioni(forse con un diametro di circa 400km).

Dovete comunque vederle! E se avete voi qualche spiegazione... [SM=x708798]


www.ufoevidence.org/photographs/section/space/Photo31.htm

www.ufoevidence.org/photographs/section/space/Photo166.htm

www.ufoevidence.org/photographs/section/space/Photo162.htm
[Modificato da ufologo 555 22/09/2008 18:59]
23/09/2008 15:35

IL CASO MONGUZZI
Un vecchio caso, ma sempre buono per riferimenti odierni.


Di Alfredo Lissoni, 18/06/2001

.. La mattina del 31 luglio 1952 .. Giampiero Monguzzi, un ingegnere della società Edison .. in gita con la moglie Pinuccia Radaelli sui monti del Bernina (SO) sopra il ghiacciaio Scerscen, .. tutt'a un tratto .. avvertì una brezza gelida che sembrava produrre un rumore simile a quello delle sartie di un antico veliero; poi, improvvisamente l'ambiente circostante diventava curiosamente silenzioso. "Ero vicinissimo a mia moglie, .. gridavo e mi accorgevo che lei non mi udiva. E vedevo anche che mia moglie apriva la bocca, ma non veniva fuori la voce. Era un 'silenzio compatto', un 'vuoto' da non stare in piedi. .." Subito dopo questa sensazione di "silenzio assoluto", tipica di molti avvistamenti e persino di alcuni rapimenti UFO, i Monguzzi avvistavano un grande oggetto scintillante salire dalla parte inferiore del ghiacciaio e posarsi silenziosamente sulla neve. Era un enorme piatto argenteo, largo almeno dieci metri. .. "Avevo a tracolla la macchina fotografica [ma quando] scattai non sentii il solito clik. Forse non avevo fatto nessuna fotografia. Rimasi a guardare. Il disco restò per pochi secondi ancora senza vita. [Poi vidi un] uomo coperto da uno scafandro dai riflessi metallici venire verso di me. L'istinto mi suggerì di scappare, ma la paura mi teneva inchiodate le gambe. Forse non mi aveva visto. Infatti l'uomo (almeno credo sia stato un uomo) andava verso l'esterno della circonferenza del disco. Lo percorse tutto intorno come se stesse eseguendo un'ispezione dell'apparecchio. Si fermava ogni due o tre passi guardando verso l'alto del velivolo. Camminava molto impacciato in quello scafandro che aveva i contorni non ben definiti e sembrava quasi peloso. Aveva in mano uno strumento cilindrico simile ad una torcia elettrica. Non so quanto sia durato tutto questo, forse cinque minuti da quando il disco si era appoggiato sul ghiacciaio, ma non posso stabilire con esattezza un tempo preciso". L'essere, a ispezione terminata, rientrò presumibilmente nel disco da un ingresso laterale, invisibile dal punto di osservazione di Monguzzi, visto che ad un certo momento l'UFO si alzò in volo, con una parte che si mise a ruotare, e sfrecciò via. In quel momento Monguzzi scattò altre due fotografie. "A mano a mano che il disco si allontanava sentivo tornare la vita intorno a me. Chiamai mia moglie e la voce veniva fuori. Il vento aveva ricominciato a fare quella strana musica come tra le sartie di un veliero". A quel punto i due, pur se spaventati, ebbero la forza di avvicinarsi al luogo dell'atterraggio; non trovarono però alcuna traccia della discesa del disco, neanche un'impronta. ".. Nemmeno noi .. lasciavamo impronte sul ghiaccio, ma il disco doveva avere un peso straordinario, era impossibile non avesse lasciato nemmeno un segno. Se mi si chiedesse come faceva a volare, penso ad una forza magnetica potentissima e contraria a quella di gravità terrestre. Solo quella forza silenziosa poteva assorbire le onde sonore e, respingendo la Terra, permettere il sollevamento dell'apparecchio. .. Comunque, quando il disco lasciò lo Scerscen superiore, lo fece ad una velocità fra i 200 ed i 300 chilometri orari"

.. Alcune settimane dopo Monguzzi divulgò la propria storia sulla stampa. Il clamore suscitato fu fortissimo .. e l'opinione pubblica si divise tra scettici e credenti. La storia varcò i confini nazionali. Un'agenzia francese si disse disponibile ad acquistare le foto per cinque milioni (una cifra enorme, per l'epoca); una pubblicazione americana si disse parimenti disponibile ed una casa cinematografica propose persino di girare un documentario sull'incontro ravvicinato. Ma quando ormai Monguzzi era all'apice della popolarità, il 22 ottobre, ospite presso la redazione milanese di Radio Sera, confessò pubblicamente di avere creato un falso! Le foto erano state realizzate in realtà utilizzando un modellino di cartone ed un pupazzetto; la truffa era stata architettata assieme a due suoi cugini, Mario e Alfredo Gaiani, con la collaborazione di una guida alpina dello Scerscen. Monguzzi ammise di avere realizzato il falso per beffare i giornalisti, per, scrisse la stampa, "dimostrare che lui, aspirante giornalista, aveva i numeri per essere assunto e non respinto, come era avvenuto sino al giorno prima". A dimostrazione di quanto affermato, Monguzzi si fece fotografare con il modellino di cartone ed il pupazzetto che simulava il visitatore alieno.

.. Moriva così il caso Monguzzi. E moriva tra le polemiche, visto che diversi ufologi sottolinearono ripetutamente, e invano, che i modellini mostrati da Monguzzi non corrispondessero alla perfezione a quanto si vedeva nelle foto. [Senonchè] nel bel mezzo di un'indagine su certe strane tracce in un campo della Lombardia [siamo venuti] a contatto con il signor Antonio Sprecapane. .. "Conoscevo Monguzzi", ci racconta Sprecapane, "perché lavoravamo entrambi alla Edison Gas. .. Un giorno Monguzzi mi chiamò dicendomi che voleva essere aiutato nella realizzazione di un bozzetto di modello dello Scerscen Superiore. Mi disse che doveva fare vedere che aveva fotografato un disco volante sulla bocca dello Scerscen, al limite della seraccata. Mi disse proprio così. Doveva dimostrare che era un bravo fotografo, questa fu la sua motivazione".

Quando chiediamo a Sprecapane se le foto fossero false, il nostro uomo scuote la testa. "Onestamente, io ho visto i negativi originali. Nelle prime sequenze si vedevano Monguzzi e la moglie sulla montagna, a metà c'erano le foto del disco, e poi ancora la montagna. Dunque, le fotografie erano state scattate sul Bernina e non a casa. .. Se osservate le foto del disco sul ghiacciaio, vi renderete conto che è impossibile ricreare la stessa pendenza. Le foto sono state scattate chiaramente da una persona che era molto più in basso rispetto al disco. Dato che, quando ricreammo il 'plastico' del Bernina, lo facemmo sul terreno, fu impossibile fotografare così dal basso. Tra l'altro, le montagne del plastico erano uno sgorbio, con la terra che cercava di simulare la roccia. Dopo che uscì la smentita, Monguzzi mi fece vedere il modellino del disco, era un cono di cartone tenuto assieme dallo scotch. Dell'alieno, mi disse che era un pupazzo assemblato con lana e filo di ferro. Mi sembrò una spiegazione ridicola". Ma perché dunque Monguzzi aveva preferito passare per visionario? .. "Quando uscirono le foto, si scatenò un putiferio. Monguzzi venne interrogato da agenti della CIA e dai nostri servizi segreti; mi disse che le sue foto erano state ingrandite ad altezza di parete dall'Aviazione (non mi disse di quale Paese). Era veramente terrorizzato. Ricordo che ad un certo momento mi disse di tirarmi fuori dalla vicenda, che era nei pasticci. Io, che avevo famiglia, preferii obbedire. Del resto, Monguzzi la pagò cara. Venne cacciato dalla Edison. I dirigenti, che in un primo momento facevano la fila per farsi fotografare dalla stampa assieme a lui, dopo la smentita si resero introvabili. E lo licenziarono. Ricordo che dopo una nostra intervista alla RAI fummo interrogati, mi chiesero se nelle foto, ormai dichiarate false, riconoscessi realmente il Bernina; fui torchiato anche dai dirigenti della Edison, che volevano sapere che ruolo avessi avuto nella vicenda. .." [Insomma:] Sprecapane sostiene che Monguzzi avrebbe realizzato il plastico prima ancora di divulgare le foto! Prima, e non dopo. Ciò significherebbe che l'ingegnere monzese, prevedendo delle noie, si sarebbe costruito una via di fuga. .. Cosa temeva dunque Monguzzi? La risposta è forse in una sua dichiarazione al giornale Il Popolo del 23 ottobre 1952: "Ho pubblicato le foto solo due mesi dopo l'avvistamento in quanto avevo paura. Sono giovane e ho un figlio, e a 29 anni non volevo essere sequestrato o ucciso. Perché, sebbene sia personalmente convinto che si trattasse di un abitante di un altro pianeta, pure il disco poteva appartenere ad una grande Potenza che avrebbe fatto tutto il possibile per eliminare l'indiscreto scopritore di un formidabile segreto militare..."

.. Monguzzi aveva realmente fotografato un prototipo top secret ed era stato poi costretto a passare per imbroglione, pena la morte? O più semplicemente era incappato nel classico debunking e cover up che toccò, negli anni della Guerra Fredda, a molti sfortunati UFOtestimoni? Si era del resto negli anni Cinquanta e l'America aveva messo in pista i suoi agenti della disinformazione migliori. .. Certo, per saperne di più occorrerebbe parlarne con il diretto interessato, ma Monguzzi sembra sia sparito dalla circolazione. Quando ne chiedemmo notizie a Sprecapane, ci fu risposto: "Non ho notizie precise, ma uno dei nostri ex colleghi dell'Edison mi ha detto che gli era successa una cosa strana, che era morto in un curioso incidente d'auto." ..
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23/09/2008 16:51

Re:
ufologo 555, 22/09/2008 18.49:

A proposito di Astronavi Gigantesche , come l'Astronave-Porta dischi, postata tempo fa, vi consiglio questi link che mostrano ciò che i nostri satelliti meteorologici hanno fotografato nello Spazio, in orbita, forse, attorno alla nostra Terra.
Cos'è se non una gigantesca Astronave di enormi dimensioni(forse con un diametro di circa 400km).

Dovete comunque vederle! E se avete voi qualche spiegazione... [SM=x708798]


www.ufoevidence.org/photographs/section/space/Photo31.htm

www.ufoevidence.org/photographs/section/space/Photo166.htm

www.ufoevidence.org/photographs/section/space/Photo162.htm




E' un evidente errore del satellite, se no una navicella di quelle dimensioni avrebbe prodotto qualche tipo di interferenza sia elettromagnetica che radio, e sarebbe inoltre stata vista dai nostri osservatori con i telescopi. O pensiamo veramente che nel 2008 una navicella di centinaia di km può passarci sopra il naso senza essere notata? [SM=g27821]
23/09/2008 17:45

E chi ti dice, UniversalMan, che non se ne siano accorti? Certo, tutto può essere; ma siccome "pensar male si fa peccato, ma di solito ci si indovina..."
Se conosci quale errore può fare un satellite meteo, sarei ben lieto di saperlo, per essere informato, mica per altro. Nonvedo Dischi dappertutto...! Però...
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