Unioni civili, favorevoli o contrari ?

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Ale-95
00domenica 28 febbraio 2016 14:21
Il punto 3 è chiaramente una scelta verso una direzione più politica che scientifica. E' impossibile che dal giorno alla notte si possa cambiare visione di certi schemi famigliari, è impossibile. Quindi, vi è una chiara forzatura per far collimare le cose di proposito, ma dire che non ci siano delle mancanze in coppie dello stesso sesso è assurdo, è la sua stessa natura che lo conferma. Si è sempre detto che uomo e donna hanno modi per gestire il rapporto con i propri figli in maniera diversa, proprio perché di sesso differenti. Messa così, il ruolo femminile quindi sarebbe inutile, ma come si può affermare questo? Vogliamo far finta che la maternità non sia più un evento unico, speciale, irripetibile in altro modo? Ci sono tantissimi studi su questo.
Ale-95
00domenica 28 febbraio 2016 15:35
E gli studi ovviamente si contraddicono. Nel 2012 viene pubblicato il più grande studio mai condotte su coppie gay e figli. I risultati, rispetto al 2014 (di fonte diversa), sono negativi.

Uno studio sui figli dei gay mette in crisi l’America dell’indifferenza sessuale

L’Università di Austin ha pubblicato lo studio più completo mai realizzato sui bambini cresciuti dagli omosessuali: «Hanno molte più difficoltà degli altri».


Sono più incerti, più instabili, di salute mentale e fisica più cagionevole, e guadagnano meno. Questo è quello che sostiene una ricerca texana (How different are the adult children of parents who have same-sex relationships? Findings from the New Family Structures Study) che sta facendo discutere tutta l’America, il paese dove si sta verificando un’accelerazione legislativa verso la legalizzazione del matrimonio omosessuale e delle adozioni concesse alle coppie gay.
La ricerca è stata condotta da Mark Regnerus, professore di sociologia presso l’Università di Austin. E ha due caratteristiche nuove: è la prima condotta su un campione molto numeroso e, in secondo luogo, è stato redatto da un istituto laico e da un professore che non avrebbe mai pensato di arrivare a tali conclusioni. Anzi. Regnerus si era sempre espresso a favore dei «gay e delle lesbiche che non penso assolutamente siano cattivi genitori». I ricercatori, analizzando 15 mila casi e intervistando 3 mila persone, tutti compresi tra i 18 e i 39 anni, hanno messo in crisi il consenso scientifico precedente, basato su dati assai più carenti.
Dal nuovo studio risulta che quanti sono cresciuti in famiglie omosessuali sono dalle 25 alle 40 volte più svantaggiati dei loro coetanei cresciuti in famiglie normali. I primi, infatti, sono risultati tre volte più soggetti alla disoccupazione (solo il 26 per cento dei ragazzi cresciuti all’interno delle coppie omosessuali ha un lavoro fisso contro il 60 per cento della media); quattro volte più soggetti a ricevere assistenza pubblica (il 69 per cento dei ragazzi cresciuti da genitori omosessuali sono stati supportati dai servizi sociali, mentre i loro coetanei sono supportati nel 17 per cento dei casi); e sono molto più inclini ad essere arrestati, a dichiararsi colpevoli di atti criminali, a drogarsi, a pensare al suicidio.
La cosiddetta teoria della “non differenza”, che va per la maggiore negli Stati Uniti, si basa invece su una mancanza di dati. Pur in mancanza di studi approfonditi, tuttavia nel 2005 l’Associazione degli psicologi e psichiatri americana si era espressa con una formula volutamente ambigua («Non esiste un singolo studio che dimostri che i figli dei gay e delle lesbiche siano più svantaggiati di quelli degli eterosessuali») e tale proposizione era diventata la “base scientifica” su cui appoggiare le leggi più aperte in materia. Con un paradosso: mentre le ricerche che segnalavano le storture di un’educazione che elimina la differenza sessuale erano tacciate di inattendibilità a causa dell’esiguità del campione, quelle favorevoli, a parità di campione, divenivano in breve le basi su cui legiferare. Per fare un esempio: i legislatori dell’Iowa utilizzarono uno studio che comprendeva solo cinque casi.
La ricerca texana, quindi, a causa dei suoi numeri importanti, mina tali certezze. Non solo: è da considerasi scientificamente valida perché condotta solo su persone ormai “indipendenti”, che cioè non vivono più nelle case di chi li ha cresciuti.
Il professore Regnerus ha dovuto subire le critiche di molti esponenti del mondo omosessuale. Il ricercatore ha così risposto: «Molti di loro sono così perché, cresciuti in famiglie omosessuali, hanno sperimentato abbandoni, divisioni, ed è impossibile dire se la causa delle differenze sia l’omosessualità o solo l’instabilità dei legami. Quel che è certo, infatti, è solo che i bambini sono molto più inclini a crescere bene quando vivono con i loro genitori naturali. Il matrimonio tra loro fornisce un legame biologico che dà una grande influenza benefica ai bambini». Regnerus si è detto convinto che «i nuclei familiari biologici e stabili, anche se considerati erroneamente come una specie in via di estinzione, rimangono gli ambienti più sicuri per la buona crescita dei figli». Perciò se «mi fosse richiesto di pensare a un modello ideale dovrei per forza avvicinarmi a quello di una famiglia tradizionale».
Sebbene Regnerus abbia specificato di «non voler assolutamente dare colpe agli omosessuali» né di voler «dire che il problema stia nel loro comportamento sessuale», il suo studio ha generato un uragano. I blogger e le associazioni Gay l’hanno accusato di essere “bigotto” e “retrogrado”. La sua ricerca, costata più di 800 mila dollari e pubblicata su una rivista scientifica rinomata (Social science research), è stata definita “spazzatura”. Il professore ha sottolineato che il suo approccio «è quello di qualunque scienziato professionista: qualunque statistico ed elaboratore di dati li assemblerebbe così, arrivando alle stesse mie conclusioni». Infine, Regnerus è arrivato a scusarsi di aver solo voluto «colmare un vuoto scientifico per un approccio più serio». Spiace, ha dichiarato, perché «non avevamo davvero nessun obiettivo precostituito».

www.tempi.it/uno-studio-sui-figli-dei-gay-mette-in-crisi-lamerica-della-dellindifferenza-...
Ale-95
00domenica 28 febbraio 2016 15:53
Ricordo in oltre che il più grande studio pro adozioni ai gay, è confermato essere stato falsificato. Michael LaCour, l'autore dello studio, è stato accusato di frode scientifica.

Study of attitudes to same-sex marriage retracted over 'fake data'

www.theguardian.com/us-news/2015/may/20/same-sex-marriage-attitudes-study-retracted-f...

In poche parole, ad oggi, il più grande e autorevole studio, peraltro laico, di questo tipo, condotto dall'università di Austin, pubblicato nel 2012, porta risultati negativi. Nessuno studio scientifico ad oggi, conferma risultati davvero positivi.
Ale-95
00domenica 28 febbraio 2016 16:55
Riporto in oltre lo scritto riguardo il punto della situazione sul problema adozione a coppie omo/lesbiche. L'articolo è stato pubblicato sulla rivista dell'Ordine Professionale degli Assistenti Sociali della Sicilia. Il giudizio è negativo.


Minori “affidati” a coppie omosessuali: il punto della ricerca
di Paolo Gandolfo e Maria Tantaro,

Sta facendo discutere il provvedimento, emesso dal Tribunale per i Minorenni di Palermo, circa l’affidamento di un ragazzo di 17 anni ad una coppia omosessuale. Il caso accaduto a Palermo, tuttavia, non è il primo. Lo scorso Novembre il Tribunale per i Minorenni di Genova aveva disposto l’affidamento di una minore di 5 anni ad una coppia di lesbiche. Il Tribunale per i Minorenni di Bologna, nello stesso periodo, affidava una bambina di 3 anni ad una coppia di uomini[1]. La questione oggi interessa tutti: sia l’opinione pubblica, sempre più interpellata dalle istanze provenienti dall’associazionismo gay, sia gli operatori sociali e sanitari che a vario titolo operano nell’ambito dell’infanzia e dell’adolescenza.

Un approfondimento, pertanto, sembra indispensabile.

L’intervento giurisprudenziale più significativo è la sentenza n. 601 dell’11 Gennaio 2013 della prima sezione civile della Cassazione. La Corte ha ritenuto legittimo l’affidamento esclusivo alla madre, ex tossicodipendente convivente con una ex educatrice della comunità di recupero in cui era stata ospitata, rispetto al padre responsabile di aver aggredito in una occasione la predetta educatrice alla presenza del figlio. La Corte, nel caso in questione, ha sostenuto che si tratta di un “mero pregiudizio” affermare che sia “dannoso per l’equilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia omosessuale”, in quanto “non sono poste certezze scientifiche o dati di esperienza”. In molti hanno visto nella sentenza di legittimità la prima apertura in Italia all’adozione da parte di persone dello stesso sesso.

Poca conoscenza o poca considerazione da parte dei giudici circa la consistente mole di dati scientifici prodotti fino a oggi e contrari alla loro posizione?



Il quadro generale

Diversi enti scientifici internazionali si sono opposti all’adozione di figli da parte di coppie omosessuali, mentre, altri hanno assunto una posizione favorevole, altri ancora neutrale. Fra le favorevoli, la più autorevole è l’American Psychological Association (APA), ente che ha una notevole influenza sulla comunità scientifica internazionale, infatti, nel 2004 e 2005 ha preso posizione sulla questione con un comunicato circa la “no differences” (“nessuna differenza”) tra figli di coppie omosessuali ed eterosessuali. Tuttavia l’“APA” è al centro di aspre polemiche per la sua posizione ritenuta “sospetta” da parte dei suoi stessi associati. N. Cummings, ex presidente “APA”, professore di Psicologia presso l’Università del Nevada ha così affermato: “l’APA ha permesso che la correttezza politica trionfasse sulla scienza, sulla conoscenza clinica e sull’integrità professionale[2]”. Tra l’altro l’“APA” è stata criticata per aver delegato i pronunciamenti ufficiali circa l’omosessualità a Charlotte Patterson, ricercatrice, lesbica, convivente e attivista LGBT (acronimo riferito a Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender), al centro di controversie giudiziarie che hanno visto il Tribunale della Florida escludere i risultati di alcune sue ricerche per “mancanza di imparzialità, osservabile nei gravi difetti di campionamento” (1997, June Amer, Petitioner v Floyd P. Johnson, p. 11).[3]

Proprio sulla posizione dell’ “APA”, il Prof. Loren Marks (2012) sociologo della Louisiana State University ha pubblicato un importante studio sulla prestigiosa rivista “Social Science Research”.[4] La ricerca ha analizzato i 59 studi citati dall’“APA” per sostenere la propria tesi di “no differences”, dimostrando che essi mancano di campionamento omogeneo, di gruppi di confronto, inadeguatezza del gruppo di confronto, presenza di dati contraddittori, portata limitata degli esiti dei bambini studiati, scarsità di dati sul lungo termine e mancanza di potenza statistica. La conclusione, afferma il Prof. Loren Marks, è che “le forti affermazioni dell’“APA” non sono empiricamente giustificate”.

Va notato, d’altra parte, che un’ampia letteratura scientifica[5] ha significativamente provato che i minori cresciuti in un ambiente omosessuale presentano notevoli differenze rispetto ai coetanei cresciuti in una famiglia eterosessuale.



Lo studio del Prof. Regnerus

Tra i più autorevoli studi che hanno mostrato un notevole svantaggio per i minori cresciuti con genitori che hanno avuto relazioni omosessuali va citata la ricerca comparsa sulla rivista “Social Science Research” a cura di Mark Regnerus[6] professore di sociologia dell’ Università di Austin (Texas of University).

Lo studio, come ha affermato il prof. Loren Marks[7], “è il più serio e condotto con i più rigidi criteri scientifici”, ha destato grande interesse presso scienziati e gente comune, media in testa, non solo statunitensi, ma anche internazionali.

La ricerca vanta di un impianto metodologico inedito quantitativamente e qualitativamente, sia perché si basa sul più grande campione rappresentativo casuale a livello nazionale (200 minori, oramai adulti cresciuti con un genitore che ha avuto almeno una relazione omosessuale), sia perché per la prima volta fa parlare direttamente i “figli” (ormai cresciuti, 18-39 anni).

I dati: il 12% pensa al suicidio (contro il 5% dei figli di coppie etero), sono più propensi al tradimento (40% contro il 13%), sono più spesso disoccupati (28% contro l’8%), ricorrono più facilmente alla psicoterapia (19% contro l’8%), sono più spes­so seguiti dall’assistenza sociale rispetto ai coetanei cresciuti da coppie etero­sessuali sposate. Nel 25% dei casi hanno contratto una patologia trasmissibile sessualmente (contro l’8%), sono genericamentemeno sani, più poveri, più inclini al fumo e alla criminalità. Il 23% di chi è cresciuto con una madre lesbica ha dichiarato di essere stato palpeggiato, contro il 2% degli altri giovani. Inoltre, il 31% di quelli cresciuti con una madre lesbica e il 25% di quelli cresciuti con un padre gay sono stati abusati sessualmente e costretti al sesso forzato, contro l’8% di quelli cresciuti da genitori biologici. Hanno più probabilità (40% contro 13%) di essere infedeli al partner, di fare un maggior uso di marijuana, di ore davanti alla televisione, maggior numero di arresti, maggior numero di relazioni e partner sessuali. E solo il 61% di quelli con madre lesbica e il 71% di quelli con padre gay si definisce eterosessuale, contro il 90% di chi è cresciuto con genitori eterosessuali.



Le Reazioni allo studio

Prevedibile è stato il coro di proteste dell’associazionismo gay che ha visto la difesa dello studio da parte dell’Università del Texas[8] (sulle procedure scientifiche di ricerca), della rivista Social Science Research[9] (sulla legittimità delle procedure di pubblicazione) ed infine di un comitato di scienziati e ricercatori con un comunicato comparso sul sito della Baylor University[10] (sul merito dei risultati e la coerenza con analoghe ricerche).

Il limite della ricerca del Regnerus è che i dati rilevati si riferiscono ai soli genitori che hanno avuto almeno una relazione omosessuale. L’autore non ricava ulteriori dettagli quali la durata e le caratteristiche delle predette relazioni. Sarà compito delle future ricerche definire con maggiore precisione in quali situazioni il disagio e lo svantaggio per i minori sia maggiore o minore.

Va in ultimo evidenziato che le risultanze dello studio di Regnerus sono sovrapponibili a quelle di altre ricerche (vedi nota n.5) ed in particolare con la ricerca di Daniel Potter pubblicata dal Journal of Marriage and Family (2012). Lo studioso ha attribuito le differenze riscontrate tra i minori cresciuti con genitori eterosessuali e i coetanei provenienti da nuclei omosessuali ai più alti livelli di instabilità familiare che insistono in quest’ultimi.



Altre ricerche

Continuando il nostro approfondimento, nella direzione che indispensabili ed essenziali alla crescita di un figlio sono la stabilità e l’esclusività della relazione di coppia, diversi studiosi hanno verificato che questi stessi elementi sono deficitari nelle relazioni omosessuali.

I dati:

Le “relazioni fisse” omosessuali non sono paragonabili a quelle eterosessuali né per durata né per esclusività. Una coppia eterosessuale viene considerata “duratura” se raggiunge almeno venticinque anni di convivenza, una coppia omosessuale, invece, viene considerata “duratura” se si protrae almeno per cinque anni. Un terzo delle coppie omosessuali conviventi, infatti, sta insieme meno di due anni, un terzo tra i due e i cinque anni e l’ultimo terzo più di cinque anni.[11]

Lo stesso discorso vale per l’esclusività della coppia. Secondo i ricercatori, più della metà degli uomini con tendenze omosessuali, in coppia da almeno un anno, sostiene di aver avuto almeno un altro partner nel corso dell’anno (con punte del 66% per gli appartenenti alla borghesia e alla piccola borghesia); più di un terzo degli uomini dichiara di aver avuto come minimo quattro partner nel corso dell’ultimo anno[12].

Come si evince dalla stessa ricerca (Barbagli et al 2007), il numero delle relazioni extra coppia cresce con l’aumentare della durata dell’unione, cosa che porta gli autori ad affermare che “è probabile che la stabilità dell’unione sia tanto maggiore quanto più la coppia è aperta”, ossia: stabilità e fedeltà, nelle coppie omosessuali, sono inversamente proporzionali.[13]

Alla stessa conclusione sono arrivati due ricercatori statunitensi, Mcwhirter e A. Mattison (si tratta di due ricercatori omosessuali), che hanno condotto un’indagine sulle coppie omosessuali negli Stati Uniti. Secondo i due autori solo sette coppie (sulle 156 del campione) hanno una relazione sessuale totalmente esclusiva e dalla durata inferiore a cinque anni. In altri termini, tutte le coppie con una relazione che dura più di cinque anni hanno fatto loro un accordo che prevede attività sessuali al di fuori della relazione.[14] Analoghe ricerche europee ed americane confermano i suddetti dati.[15]

Altri studi, inoltre, hanno rilevato il considerevole numero di partner che in media nel corso della propria vita ha un omosessuale (maggiore di 100) anche all’interno di una c.d. “relazione impegnata” [16].

Nella stessa direzione va un recente documento pubblicato dall’American College of Pediatricians (2013) dal titolo “Homosexual Parenting: Is It Time For Change?” (“Genitori omosessuali: è tempo di cambiare?”).[17] Il documento, che cita le più rilevanti ricerche scientifiche sul tema, evidenzia i rischi nell’infanzia, legati allo stile di vita omosessuale dei genitori. Si rileva che la violenza tra partner dello stesso sesso è due/tre volte superiore che tra le coppie eterosessuali.[18] Le coppie dello stesso sesso sono significativamente più soggette a scioglimento della relazione rispetto alle coppie eterosessuali, con una media di durata del rapporto da due a tre anni[19] (1,5 anni secondo la ricerca di M. Xiridou 2003), uomini e donne omosessuali hanno numerosi partner sessuali anche all’interno di relazioni stabili,[20] individui che praticano una stile di vita omosessuale hanno più probabilità degli eterosessuali di avere una malattia mentale,[21] di abusare di sostanze,[22] di avere tendenze suicide,[23] e una durata di vita più breve[24]. Concludono gli autori che, nonostante alcuni sostengono che queste disfunzioni sono il risultato di pressioni sociali in America, le stesse disfunzioni esistono a livelli elevati tra gli omosessuali nelle culture dove sono più ampiamente accettati.[25]

In ultimo, ma non per importanza, va notato che uno degli elementi fondanti della relazione genitoriale è la complementarietà dei ruoli di madre e padre (assente nelle relazioni omosessuali), che permette al figlio di crescere con un sano equilibrio psico-fisico. In numerosi studi[26] si è visto che proprio la mancanza di una delle due figure genitoriali, è all’origine di notevoli disturbi e disagi nella prole.

In questa direzione, dalle pagine del Corriere della Sera, il giornalista ateo Galli della Loggia, nella critica laica alle unioni gay e alla genitorialità gay, chiama in causa gli psicanalisti affinché rispondano al dibattito secondo scienza. All’editoriale risponde la psicologa italiana, Silvia Vegetti Finzi, docente di Psicologia Dinamica presso l’Università di Pavia. La docente ha ricordato che: “Sigmund Freud definisce l’Edipo come “l’architrave dell’inconscio”, cioè il triangolo che connette padre, madre e figlio e il gioco di queste parti aiutano il figlio a prendere il posto che gli compete nella geometria della famiglia”.

Inoltre “l’identità sessuale si afferma, non in astratto, ma attraverso una “messa in situazione” dei ruoli e delle funzioni che impegna tanto la psiche quanto il corpo dei suoi attori”. S. Vegetti Finzi conclude dichiarando: “che non è irrilevante che il figlio di una coppia omosessuale non possa confrontarsi, nella definizione di sé, con il problema della differenza sessuale[27]”.



Conclusioni

Se la ricerca è solo all’inizio e deve, pertanto, continuare ad analizzare la realtà dei minori cresciuti con genitori omosessuali, la storia umana è plurimillenaria e vede il minore crescere armoniosamente con la figura materna e paterna che lo generano o in loro assenza con due figure genitoriali (maschile e femminile) complementari.

Pertanto, la comunità professionale e scientifica, nonché la stessa società, hanno il dovere di rimanere saldamente ancorate alla verità antropologica sull’uomo, alla sua storia, alle risultanze delle ricerche scientifiche non svincolate da un paradigma etico che dà senso all’agire umano.

“L’instabilità, la vulnerabilità alla malattia e la violenza domestica che prevalgono nelle relazioni omosessuali rispetto a quelle eterosessuali, normalmente renderebbero inadatti tali ambienti a garantire la custodia dei bambini. Tuttavia, nell’attuale clima culturale che preme per legittimare la pratica dell’omosessualità in ogni area possibile della vita, tali considerazioni sono spesso ignorate[28]” così conclude Costanza Stagetti il proprio saggio sulla letteratura scientifica in materia di omosessualità e genitorialità.

Dello stesso orientamento, lo psichiatra Italo Carta, già docente di Clinica Psichiatrica presso l’Università degli Studi di Milano, direttore della scuola di specializzazione in Psichiatria alla Bicocca, che, così come molti altri studiosi Italiani[29] dichiara: “ritengo che le coppie di omosessuali e quelle di lesbiche che non solo adottano un bambino, ma si fanno ingravidare e inseminare preparino un grave rischio di patologie per la prole”. Ovvero “depressioni, disturbi della personalità e dell’identità, borderline, persone che non sanno più chi sono[…], collasso della funzione simbolica paterna” se si va in questa direzione “vedo che la società corre dei grossi rischi”[30].

In ultimo, non va taciuto il rischio oggetto della durissima requisitoria del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bologna che, nell’impugnare il provvedimento di affidamento della bimba di 3 anni ad una coppia di uomini omosessuali, ha stigmatizzato l’agire degli operatori sociali come “frutto di una vera e propria sperimentazione socio-giuridica più che frutto di una ordinaria prassi[31]”.

Concludiamo questa breve disamina con la parole del filosofo inglese Gilbert K. Chesterton (1874-1936) riferite al tempo che lesto vedeva avvicinarsi: “La grande marcia della distruzione intellettuale proseguirà. Tutto sarà negato. Tutto diventerà un credo. […] Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate”.

sadefenza.wordpress.com/2016/02/01/minori-affidati-a-coppie-omosessuali-il-punto-della-...

((Sestante(
00domenica 28 febbraio 2016 19:38
Tempi.it ?
Quel covo di estremisti cattolici, cambia fonte ...

comunque niky vendola ha appena comprato un bambino tramite utero in affitto, quando si dice tempismo perfetto [SM=g3061176]
Ale-95
00domenica 28 febbraio 2016 20:45
Falso, quel sito riporta esattamente le precise conclusioni dello studio scientifico condotto nel 2012 in Texas, risultati in dettaglio riportati anche nell'articolo sotto pubblicato sulla rivista degli Assistenti Sociali della Sicilia. Informati meglio.
((Sestante(
00lunedì 29 febbraio 2016 15:26
Re:
Ale-95, 28/02/2016 20:45:

Falso, quel sito riporta esattamente le precise conclusioni dello studio scientifico condotto nel 2012 in Texas, risultati in dettaglio riportati anche nell'articolo sotto pubblicato sulla rivista degli Assistenti Sociali della Sicilia. Informati meglio.




Guarda non voglio mettermi a discutere di gay adozioni o etero e adozioni perché non ne so assolutamente nulla. Rilevo solo dal poco che ho letto ogni studio si presta a strumentalizzazioni. Ogni giorno nei tg sentiamo di bambini di famiglie modello uccisi, menati, scappati, scompensati, contesi dai genitori separati, lanciati come pacchi.
Credo che la differenza stia nelle persone, se fosse vero che quando manca uno dei due poli sessuali ci sono problemi i figli di vedove e ragazze madri sarebbero tutti in cura. Hai mai letto uno studio sui figli cresciuti da noi etero? Per quanto mi riguarda volere i figli non è un diritto, ma allora si dica chiaro,e si vietino le adozioni stop.
Se un bambino ha diritto a un padre e una madre vale sempre.
filovirus59
00lunedì 29 febbraio 2016 16:55
renzi ha fatto il militare nel 4° reggimento cazzari di toscana:
www.youtube.com/watch?v=hivgMe6xZF8
adesso:
www.youtube.com/watch?v=X0s6a4fOgM8

A FREGNACCIAROOOOO!!!!
Hiverside
00martedì 1 marzo 2016 10:30
Re:
((Sestante(, 28/02/2016 19:38:


comunque niky vendola ha appena comprato un bambino tramite utero in affitto, quando si dice tempismo perfetto [SM=g3061176]




Fa specie che un anticapitalista comunista si rivolga alla patria del consumismo per programmare un figlio [SM=g2201354] [SM=g8884]

Ma gli attacchi dei benpensati mi disgustano ancora di più.
E' disgustosa a donna forno che vende l'utero, però è il seme è del compagno, quindi è tutto legale e lui è padre di quel bambino come io sono figlio di totò: zero. Il padre è il compagno canadese. Il bimbo è canadese. Quelli che parlano non hanno capito niente.
Se pò fà li, bombardiamo la california? [SM=g1420771]

Quando quel bambino crescerà e leggerà la valanga di insulti su facebook non sarà un bello spettacolo.

Tiro fuori per i miei amici cattolici un passaggio del vangelo di Matteo [SM=g3061173]

Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati.
Delta.Force
00martedì 1 marzo 2016 12:56
Re: Re:
Hiverside, 01/03/2016 10:30:




Fa specie che un anticapitalista comunista si rivolga alla patria del consumismo per programmare un figlio [SM=g2201354] [SM=g8884]

Ma gli attacchi dei benpensati mi disgustano ancora di più.
E' disgustosa a donna forno che vende l'utero, però è il seme è del compagno, quindi è tutto legale e lui è padre di quel bambino come io sono figlio di totò: zero. Il padre è il compagno canadese. Il bimbo è canadese. Quelli che parlano non hanno capito niente.
Se pò fà li, bombardiamo la california? [SM=g1420771]

Quando quel bambino crescerà e leggerà la valanga di insulti su facebook non sarà un bello spettacolo.




Mi secca tornare su quest'argomento, ma quel bambino un giorno scoprirà che non è nemmeno figlio della donna forno che l'ha partorito, ma di una indonesiana che ha donato gli ovuli da fecondare ( dietro pagamento, s'intende, e sotto probabile pressione dei suoi parenti, come succede spesso da quelle parti. Complimenti Vendola)e quando vedrà che tutti gli altri bambini sono con le loro madri, andrà alla ricerca della sua vera madre.

Ale-95
00martedì 1 marzo 2016 13:32
Infatti tutta questa problematica avviene perché si antepone il capriccio ed il desiderio di una coppia, che sia etero o gay, al diritto che ha un bambino. Cioè si parla di diritti ad avere figli, ma nessuno parla più del diritto che deve avere un bambino. Desiderio e diritto non sono sinonimi.
Lau2emme
00martedì 1 marzo 2016 15:03
Ma come fa una donna a tenere nove mesi un bambino e poi darlo ad altri, che madre è ... E il bambino ha tre genitori la donna che lo partorisce, la donna che ha messo l'ovulo e il padre genetico che ha messo lo sperma. E' un esperimento genetico!!
Ale-95
00mercoledì 2 marzo 2016 14:12
Torno in merito alla questione studi scientifici, dato che è pure materia dei miei studi. Nel 2014, come postato da un altro utente, viene pubblicato dall'Università di Melbourne uno studio su 500 bambini cresciuti da coppie omo/lesbo.

bmcpublichealth.biomedcentral.com/articles/10.1186/1471-245...

Questo studio in realtà, sebbene sia molto interessante e segui la giusta metodologia non può in alcun modo essere preso sul serio per il semplicissimo motivo che è un self report, fatto su interviste ai soli genitori, e tutti scelti e non fatti a random. Il campione è si di buon numero, 500 bambini, ma hanno un'età massima di 10 anni, e nessuno ha potuto parlare con loro ovviamente, limitandosi ad ascoltare i soli genitori peraltro favorevoli allo studio. I risultati positivi scaturiscono dalle parole dei genitori stessi, quindi non parliamo certo del massimo dell'attendibilità.

Il problema di tutti questi studi in realtà è semplicissimo, ed è stato spiegato bene dal Journal of Scientific Research & Reports l'anno scorso. Cioè questo studio dice semplicemente che, alla base di tutti quelli condotti in tutti questi anni, non bisogna più attenersi su campioni reclutati ma puramente casuali. Bisognerebbe sempre e solo condurre studi su campioni casuali, non anonimi, e non in numero ristretto, non te ne fai nulla di 50,100 casi, ce ne vogliono molti di più, e tutti random, parlare con i figli di genitori gay/lesbo magari che abbiano 18-20 anni, senza intervistare unicamente i genitori, cosa che invece ha fatto l'Università di Melbourne. Insomma ci vogliono altri studi, e magari lontani da tutto ciò che è Cattolico e anche vicino al mondo LGBT, altrimenti la scusa per dire che dietro ci sono conflitti di interessi non finirà mai. La stessa comunità scientifica parla di questi studi basati su campioni di scarsa grandezza, peraltro diversi di questi mancano di gruppi di controllo, altri li hanno, ma è troppo poco ancora.

L'ultimo studio ad oggi è quello pubblicato dal British Journal of Education, Society and Behavioural Science nel 2015. Lo studio, dal titolo Emotional Problems among Children with Same-Sex Parents: Difference by Definition, constata problematiche emotive e sociali oltre il doppio rispetto a figli cresciuti con coppie etero

papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=2500537

Lo studio, condotto dal sociologo Paul Sullins, della Catholic University of America, si basa su un campione poco più vasto rispetto quello australiano del 2014, 512 bambini. Anche qui, solito discorso, chiunque voglia smontare lo studio dirà che Sullins proviene da ambiente cattolico, sebbene lavori per un'università di massimo prestigio e che tale studio sia un peer-review, ovvero ha superato tutti i controlli richiesti.

In realtà, l'unico modo per dar ragione alle parole dell'APA, ovvero che non vi sono differenze tra famiglie etero ed omo, sarebbe quello di smontare gli studi di Freud, e tutta la psicologia dell'età evolutiva che ha solidissime basi nella letteratura scientifica. Non solo, bisognerebbe in oltre smontare tutta la letteratura sugli ormoni differenti, e quindi la biochimica del cervello. La neuroscienza ha condotto per anni studi su questo, che per intenderci sono cose di questo tipo

en.wikipedia.org/wiki/Parental_brain

en.wikipedia.org/wiki/Maternal_sensitivity

Le uscite dell'APA fanno pensare assolutamente che ci fosse una presa di posizione politica e non scientifica, poiché la stessa APA per uscirsene con una conclusione così forte avrebbe dovuto condurre uno studio durato anni su un campione di qualche migliaio di casi randomizato, cosa che non è avvenuta. L'APA si presentò con uno studio di soli 59 casi (peraltro confutati da un contro studio pubblicato nel 2012), e con quelli della dottoressa Patterson (parliamo dei principali casi del 2004-2008) che, come confermato sul British Journal of Education, Society & Behavioural Science nell'agosto del 2015, si tratta di studi totalmente errati

papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=2589129


Ticino.
00giovedì 3 marzo 2016 12:09
Qui in svizzera l'altro giorno è stato bocciato per un soffio un referendum che voleva inserire in costituzione come unica unione degna di sgravi fiscali quella tra uomo e donna. Da noi ci sono le coppie di fatto ma non è permessa l'adozione.
Personalmente lo trovo un giusto compromesso [SM=g1950693]
Hiverside
00giovedì 3 marzo 2016 13:31
Re:
Ale-95, 02/03/2016 14:12:

Torno in merito alla questione studi scientifici, dato che è pure materia dei miei studi. Nel 2014, come postato da un altro utente, viene pubblicato dall'Università di Melbourne uno studio su 500 bambini cresciuti da coppie omo/lesbo.

bmcpublichealth.biomedcentral.com/articles/10.1186/1471-245...

Questo studio in realtà, sebbene sia molto interessante e segui la giusta metodologia non può in alcun modo essere preso sul serio per il semplicissimo motivo che è un self report, fatto su interviste ai soli genitori, e tutti scelti e non fatti a random.






Cerco di essere serio [SM=g10034] L'avevo postato io e ci torno volentieri, il punto è che ti ho messo quello ma potrei mettertene altre decine che vanno in quella direzione. Ma un certo grado di opinabilità c'è sempre perché la psichiatria e la neuropsichiatria non sono scienze esatte e basta una leggera falla nel campione per alterare tutto [SM=g3061173]

Comunque un articolo de Ilpost aveva raccolto tutti gli studi compreso quello australiano:

www.ilpost.it/2016/02/04/i-figli-delle-coppie-omosessual...

Estrapolo: Nel loro complesso le ricerche stabiliscono un consenso accademico schiacciante sul fatto che avere genitori omosessuali non danneggi i bambini

Sulla metodologia si è già espressa la New Yorker Columbia University.


I criteri per la selezione sono stati molto rigidi e basati su credibilità, rilevanza e utilità. Tutti gli studi dovevano essere peer-reviewed (valutati cioè da specialisti del settore), essere stati pubblicati su una rivista scientifica e direttamente rilevanti per la questione considerata



whatweknow.law.columbia.edu/about/selection-methodology/

E' ovvio che il principio di massima precauzione "non esclude che".

Ma se lo applichiamo a tutti nessuno potrebbe avere figli adottivi e ci sarebbero patrie potestà revocate ogni giorno [SM=g4413992] . Anche un figlio cresciuta da una coppia normale "nessuno esclude che".

Analizzo ora la problematica esistenziale e i problemi psicologici. Mi sono già espresso, i problemi adolescenziali derivano da come si sentono rispetto alla società.
E' chiaro che se la nostra società continua a considerare i genitori adottivi same sex contro natura perversi in fondo malati il bimbo a scuola e nei luoghi di aggregazione si sentirà diverso. Ma la colpa è della società o dei genitori?

la società produce i modelli, comportamenti 50 anni fa impensabili oggi sono accettati: figli fuori dal matrimonio, sesso prematrimoniale, adulterio, fecondazione assistita, coppie miste.

Comunque il problema è all'inizio, con la liberazione sessuale e la caduta degli stereotipi questa diventerà presto una questione di retroguardia nel bene o nel male. Bisogna essere pragmatici, capisco che può risultare difficile.
Tutti vogliamo il mondo migliore possibile, e la famiglia perfetta, ma è come il problema dell'immigrazione: non devono arrivare, ok e dopo come li fermi?

Omosessuali e lesbiche non possono essere fermati, faranno i figli negli altri paesi con le tecniche consentite. O ci preoccupiamo di quei bambini o facciamo finta che non esistano. Gli studi sono importanti ma non risolvono il problema nel merito.

Io comunque vorrei aver avuto due mamme, cioè due capezzoli da succhiare [SM=g4413976]
Ale-95
00giovedì 3 marzo 2016 13:42

Estrapolo: Nel loro complesso le ricerche stabiliscono un consenso accademico schiacciante sul fatto che avere genitori omosessuali non danneggi i bambini



E' una conclusione falsa, sono loro stessi che si contraddicono poiché confermano che studi ampi e randomizati con gruppi di controlli non ce ne sono. Addirittura concludono che non necessari ulteriori studi? WTF???


While many of the sample sizes were small, and some studies lacked a control group, researchers regard such studies as providing the best available knowledge about child adjustment, and do not view large, representative samples as essential.


whatweknow.law.columbia.edu/topics/lgbt-equality/what-does-the-scholarly-research-say-about-the-wellbeing-of-children-with-gay-or-lesbian-...



La stessa fonte qui sopra, ancora riporta gli studi della Patterson, che sono stati confutati. Riporta anche lo studio di Potter, che viene inserito negli studi con esiti positivi, ma è una contraddizione, poiché quello studio rivela forti instabilità famigliari. Basta poi leggersi tutti gli altri per rendersi conto che

1. Sono basati su piccoli campioni
2. Sono self report
3. Non sono randomizati
4. Non dispongono di gruppi di controllo

Sulla base di questo è normale che escono fuori dati positivi, sarebbe pazzesco il contrario. Differentemente però, gli studi più ampi condotti, ovvero quello di Austin del 2012, e quello di Sullins del 2015 mostrano dati differenti. In quest'ultimo studio infatti si legge chiaramente


To test whether small non-random sample findings that children with same-sex parents suffer no disadvantage in emotional well-being can be replicated in a large population sample; and examine the correlates of any differences discovered



Capite perché i risultati sono diversi?

Per questo non ha valore in senso di valore realistico, neanche quello di Melbourne del 2014 poiché

1. E' un self report
2. Hanno intervistato esclusivamente genitori
3. Campione di età non maggiore ad anni 10
4. Non è randomizato

L'unico dato positivo che ha quindi lo studio australiano è il numero del campione, ovvero 500, ma di questi 500, è interessante notare che l'80% sono coppie lesbo.

Vi sono pochissimi studi che furono condotti in maniera scrupolosa. Quello australiano resta si fatto bene, ma inutile poiché non può ancora provare nulla. L'ultimo studio ad oggi è stato condotto dal sociologo Sullins, risultati pubblicati lo scorso anno sul British Journal of Education, Society & Behavioural Science, dove constata di problemi emotivi maggiori per figli di coppie dello stesso sesso. E' stato utilizzato un campione di 512 bambini.
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