[Rubrica] Ufologicamente: articoli, ricerche e casi ufologici

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Sheenky Oo
00martedì 9 ottobre 2012 12:17
E' TEMPO CHE LA SCIENZA STUDI IL FENOMENO UFO

Articolo di Sabrina Pieragostini
Fonte: www.extremamente.it/2012/10/08/e-tempo-che-la-scienza-studi-il-fenom...

Eppur si muove, diceva Galileo Galilei pensando alla Terra in orbita attorno al Sole. Ma è quello che potremmo ripetere anche noi oggi, riguardo alla scienza nei confronti del fenomeno Ufo. Qualcosa sta cambiando, forse si è davvero messo in movimento un nuovo corso che sta portando il mondo accademico, dopo la negazione assoluta e la derisione, ad una cauta apertura. Almeno questo è l’atteggiamento di un importante astronomo americano che ha pubblicamente annunciato di volere studiare, in chiave scientifica, gli avvistamenti Ufo.
Il ricercatore in questione è Derrick Pitts, capo astronomo nonchè direttore dei “Planetarium Programs” presso il Franklin Institute Science Museum a Philadelphia. Non l’ultimo arrivato, insomma, e neppure un pivello che ignora l’impatto sulla carriera di un simile, dichiarato interesse. Non è un caso che normalmente gli accademici rifiutino di parlare di Ufo: niente può distruggere più rapidamente una posizione raggiunta in anni di studi e di sacrifici come dire di averne visto un oggetto volante non identificato.



Eppure secondo Pitts è giunto il momento che la scienza affronti seriamente la questione, nonostante tutti i problemi che ciò possa provocare. “Se dici: indaghiamo sugli Ufo per capire da dove provengano queste astronavi aliene, la gente ti risponde: che cosa? non ne voglio sapere nulla! Ma se invece dici: studiamo le possibilità che in passato siano esistiti ambienti adatti a far sviluppare la vita su Marte, tutti ti risponderanno: oh sì, voglio partecipare!” Insomma, c’è vita aliena e vita aliena…
Per esperienza personale, Pitts conosce bene le rimostranze e le contestazioni che solitamente vengono utilizzate per negare il fenomeno.”Posso ben immaginare cosa mi risponderebbe un astronomo. La maggior parte di loro direbbe: ‘Io non ho mai visto nulla, quindi non si può dire che gli Ufo esistano e non si può affermare che il 5 per cento di essi siano astronavi aliene’. Ma davvero non so prevedere come potrebbero reagire, se proponessi loro di essere coinvolti in un progetto di ricerca per scoprire cosa siano questi oggetti.
Per quanto mi riguarda, io direi: Sì, analizziamoli, diamogli un’occhiata da vicino, perchè qui c’è un fenomeno che provoca un incredibile interesse in tutto il mondo. Perchè non cercare allora di capire di cosa si tratta?”. Un atteggiamento da vero scienziato, questo, che senza pregiudizi cerca di scoprire ciò che è ancora ignoto e di spiegare ciò che è ancora senza perchè. Lo scopo ultimo della ricerca.
Su questa strada, comunque, Pitts non è solo. Segue le orme di altre grandi personalità della scienza che vincendo tutti i tabù hanno avuto il coraggio di esporsi e di affrontare questi argomenti “off limits”. A partire da J. Allen Hynek, astronomo (e scettico) che accettò di diventare consulente scientifico per il famoso “Project Blue Book”. Durante i quasi 20 anni di studio, ebbe modo di confrontarsi sull’argomento con molti altri colleghi: discussioni che divennero materia del suo “Rapporto Speciale sulle conferenze con astronomi in merito agli Oggetti aerei non identificati”.
“Se avessi loro promesso il completo anonimato e di far loro raccontare gli avvistamenti ad un gruppo di seri e rispettabili ricercatori che potevano considerare il problema da un punto di vista scientifico, allora avrebbero potuto collaborare“, rivelò Hynek. Nel 1977 anche l’astrofisico Peter Sturrock fece un sondaggio sull’argomento Ufo tramite un questionario rivolto ai membri della Società astronomica americana. Uno dei partecipanti scrisse come risposta:”Trovo difficile, ai giorni nostri, fare l’astronomo. Sarebbe un suicidio professionale dedicare tempo agli Ufo. Eppure sono abbastanza interessato al vostro sondaggio.”
Hynek- ideatore della definizione di incontro ravvicinato del primo, del secondo e del terzo tipo, entrati poi nel linguaggio comune dell’ufologia- ebbe modo di affrontare questo argomento niente meno che di fronte ad una commissione speciale dell’ Onu. Era il 1978. “Se non fosse un problema di interesse mondiale, non sarei stato chiamato a parlarne davanti a questa rappresentanza che arriva da ogni parte del mondo. Esiste un fenomeno globale la cui portata non è generalmente riconosciuta”, disse.
Il suo discorso poi proseguì: “ Questo fenomeno è così strano ed estraneo all’esperienza quotidiana e al nostro modo di pensare che viene spesso messo in ridicolo da persone ed istituzioni non informate dei fatti. Il fenomeno ciò nostante persiste. Non si è dissolto da solo, come molti di noi si sarebbero aspettati, anni fa, giudicandolo una moda passeggera e stravagante. Al contrario, ha coinvolto le vite di un numero di persone sempre maggior in tutto il mondo.”
Insieme a lui, a tentare di creare un organismo mondiale per analizzare il fenomeno Ufo, c’era anche l’astronomo francese Jacques Vallèe. “Stiamo iniziando a pagare il prezzo dell’atteggiamento negativo a priori e pieno di pregiudizi con il quale le nostre istituzioni scientifiche hanno trattato i testimoni attendibili di avvistamenti Ufo- dichiarò Vallèe ai delegati delle Nazioni Unite. “La mancanza di una seria ricerca, dalla mente aperta, in questo campo ha indotto i testimoni a pensare che la scienza fosse incapace di affrontare questi fenomeni. Questa attitudine ha spinto molta gente a cercare risposte al di fuori della ricerca razionale della conoscenza alla quale la scienza è dedicata. Solo un aperto scambio di informazioni potrebbero correggere questa tendenza pericolosa.”
Vallèe concluse il suo intervento all’Onu con questa frase:” Tutte le grandi Nazioni del mondo sono rappresentate da questa assemblea. Mettiamoci bene in testa che i fenomeni Ufo possono rappresentare una realtà persino più grande. Sta a voi decidere se trattarli come una minaccia o come un’opportunità per la conoscenza umana”.
Un discorso evidentemente poco ascoltato, visto come sono andate in seguito le cose. Ma pur nel costante disinteresse- almeno ufficialmente- delle istituzioni e dei governi rispetto al costante aumento di segnalazioni di luci anomale ed oggetti non identificati, all’interno della comunità scientifica si è levata qualche voce fuori dal coro. Pensiamo ad esempio ad uno dei Paesi più chiusi, dal punto di vista dell’informazione: la Cina. Proprio qui sono avvenuti, negli ultimi anni, i casi più frequenti e più clamorosi di avvistamenti Ufo.
Aeroporti chiusi al traffico per la presenza di velivoli anomali, passaggi di sfere di luce, presunte astronavi aliene: le cronache ci hanno raccontato di tutto un po’- nonostante, ripeto, la forte censura tuttora esistente. Eppure Wang Sichao, astronomo planetario presso l’Osservatorio della Montagna Purpurea dell’Accademia Cinese delle Scienze non ha avuto remore definirli “eventi credibili sostenuti dall’osservazione”. Aggiungendo: “Questi fatti non possono essere spiegati con le attuali conoscenze scientifiche.”
Dopo quasi 40 anni di studi, lo scienziato è poi giunto alla conclusione che non sono stati fatti passi avanti nella ricerca. “Il motivo principale è che un Ufo appare saltuariamente e spesso scompare in pochi secondi. Quando i nostri telescopi professionali si mettono in funzione, è già sparito. Così dobbiamo basarci sulle informazioni di testimoni occasionali. ”
Insomma, il caso di Derrick Pitts, per quanto fuori dalla norma, non è eccezionale. Anche altri suoi colleghi- pochi, sparuti, ma pur sempre parte del mondo accademico- stanno rivolgendo la loro attenzione a questo campo finora tanto trascurato e ridicolizzato. L’astronomo di Philadelphia sostiene che la chiave di volta sta nella credibilità di chi studia il fenomeno: solo così si riuscirà a risolvere il mistero Ufo.
“Ciò può accadere in due modi”- scherza. “La prima, se un Ufo atterra direttamente di fronte alla Casa Bianca. Allora sicuramente se ne interesseranno nel modo migliore. Altrimenti, la seconda via è trovare un’istituzione scientifica legittimata che si impegni in questa ricerca. Potrebbe anche servire modificare il nome da Ufo (“Unidentified Flying Object”) a Uap ( “Unidentified Aerial Phenomena”), per evitare subito dei problemi. Può essere una buona idea.”
Sheenky Oo
00martedì 9 ottobre 2012 12:18
IL DISCO VOLANTE DELL'AIR FORCE USA

Fonte: www.ufoonline.it/2012/10/09/gli-stati-uniti-svelano-dopo-mezzo-secolo-i-disegni-del-disco-volante-proje...

I Dischi volanti ufficialmente non esistono ma i loro mezzi di trasporto sono stati copiati, disegnati e progettati dall'aviazione militare americana negli anni '50. I bozzetti di "Project 1794" sono stati resi ufficiali da poco dagli archivi nazionali statunitensi. Finanziato dall’Aeronautical Systems Division, il progetto si prefiggeva di costruire un disco volante in grado di atterrare e decollare verticalmente, di raggiungere velocità di crociera tra Mach 3 e Mach 4, un’altezza di volo massima di 30mila metri e un’autonomia di oltre mille miglia nautiche. Nel 1956 gli ingegneri hanno costruito un prototipo. Il progetto è fallito e il prototipo è stato distrutto nel 1960.



I documenti che sono stati trovati, e declassificati, raccontano dell’intenzione della Us Air Force, di collaborare con la Avro Aircraft Limited, azienda canadese dell'epoca, pe costruire un velivolo la cui forma ricordava chiaramente quella delle navi aliene descritte in tanti film di fantascienza. Il progetto, scrive l’Huffington Post UK, era denominato “Project 1794”: lo scopo era la realizzazione di un velivolo supersonico a forma di disco.
I documenti non sono più segreti a causa della legge sulla trasparenza in vigore negli Usa. Dai bozzetti emerge chiara l'ingenzione di chi progettò questo prototipo di disco all’inizio degli anni 50: sfruttare l'aerodinamica per raggiungere velocità “tra mach 3 e mach 4”. Il velivolo in questione avrebbe dovuto avere anche la capacità di volare a un’altitudine di oltre 30 mila metri, con un’autonomia di oltre 1600 chilometri. Il disco avrebbe dovuto avere anche la capacità di atterrare e decollare verticalmente, impiegando inoltre dei propulsori a reazione che gli consentivano di stabilizzarsi.
Un documento che porta la data del 1956 affermava che ‘la stabilizzazione e il controllo del velivolo nel modo in cui era stato proposto poteva essere fattibile’. Ma sul documento è riportata la necessità di effettuare ulteriori controlli e test. Ulteriori ricerche sarebbero costate 3 milioni e 168 mila dollari, che all’epoca erano una cifra importante, considerando che con il rapporto di oggi, sarebbero circa 25 milioni di dollari. Il progetto, in seguito, venne abbandonato, in quanto i prototipi di disco volante realizzati si dimostrarono di difficile impiego alle quote previste e il programma fu definitivamente abbandonato e fermato nel 1960.
papero16
00martedì 9 ottobre 2012 17:46
Sheenki nel tuo penultimo intervento vi è la foto di uno scienziato che per via del suo abbgliamento mi sembrava un prete ad un primo impatto [SM=g8908]

Comunqu si, la scienza è più aperta non solo per quel che riguarda il fenomeno UFO, ma per il paranormale in generale, sta, diciamo ,allargando i suoi orizzonti alla luce delle ultimissime scoperte fatte. [SM=x2976659]
Sheenky Oo
00martedì 9 ottobre 2012 18:16
Re:
papero16, 09/10/2012 17.46:

Sheenki nel tuo penultimo intervento vi è la foto di uno scienziato che per via del suo abbgliamento mi sembrava un prete ad un primo impatto [SM=g8908]




Effettivamente anche a me ha dato la stessa impressione...
[SM=g1950691]
E sono pure andato a controllare se fosse effettivamente lui...
[SM=g1950691]
Sheenky Oo
00giovedì 11 ottobre 2012 18:11
SCOPERTA L'AREA 52

Articolo di Alfredo Lissoni

Gli ufologi europei non ne parlano o non la conoscono. È la base di Dugway, l’installazione top secret nel deserto dello Utah ove i Servizi segreti avrebbero trasferito tutta la tecnologia aliena di “Area 51”.

Si chiama Dugway Proving Ground, si trova nello Utah ed ufficialmente è solo una delle tante aree militari supersegrete dell’Esercito USA, ma per gli ufologi è invece la nuova “Area 51”.Ne è convinto Bill Birnes, editore di UFO Magazine, che ha dichiarato: “Da quando nel 1985 si è saputo dell’esistenza di Area 51, la base del Nevada dove gli Stati Uniti testano tecnologia aliena, buona parte delle ricerche sono state trasferite di nascosto a Dugway. Qui la gente continua a vedere UFO, e persino fasci di luce che partono dalle installazioni contro le luci nel cielo. Il che mi fa pensare che l’Esercito stia testando una sorta di supercannone per abbattere i dischi volanti!”.
Il materiale video che Birnes ha fornito a History Channel sembra avallare le sue parole. Il capitano Bush Fox, che per trentatré anni è stato capo dei servizi di sicurezza della base, ora che è in pensione si lascia intervistare ed ammette di aver visto, verso la fine degli anni Settanta, quattro sfere volanti disposte a quadrato sorvolare la base, stazionare, e poi schizzar via in direzioni differenti. “ Eravamo in tredici, quella sera , tra le 23 e le 23,30. Non si trattava di velivoli convenzionali; erano quattro sfere verdi e nulla lasciava pensare ad un aereo o ad un velivolo di qualsiasi genere…”.


Immagini satellitari delle strane strutture a cupola
presenti a Dugway

Bush ne parla con serenità,ma preferisce non dire cosa ci sia all’interno dell’inviolabile base: tremila chilometri quadrati circondati su tre lati da inaccessibili montagne e sul quarto lato dal Gran Lago Salato, ovunque filo spinato e minacciosi cartelli che invitano ad allontanarsi, telecamere di sorveglianza ed un filo diretto con lo sceriffo, che piomba ad arrestare immediatamente i curiosi. Al suo esterno, istallazioni mimetizzate, un’area di volo dell’Aviazione ed una pista di atterraggio per lo Shuttle; al suo interno, si dice, dischi volanti recuperati e ricostruiti ed altre armi avveniristiche (“Tutti progetti segreti fuori budget, con finanziamenti in nero”, si affretta ad aggiungere Bill Birnes).

I SEGRETI DI “AREA 52”
“Il suo scopo primario è quello di testare armi biologi che e chimiche, compresi i materiali radioattivi ; tuttavia, le dimensioni enormi e l’isolamento hanno finalità molto più segrete”, dichiara l’ufologo Joseph Skipper.“Area 52”, come è stata prontamente ribattezzata, ha attirato l’attenzione degli ufologi dopo che, nel mese di novembre del 2009, una fantomatica “meteora” è caduta nella zona, attirando i curiosi. Che, inutile a dirsi, sono stati allontanati in malo modo. Mentre ai media, l’Esercito ha dichiarato che nell’area non si era schiantato proprio nulla. Gli ufologi non hanno creduto alla “ verità ufficiale” e, sotto sotto, sono convinti che a Dugway sia stato intenzionalmente abbattuto un UFO.
Dugway, che in slang militare significa “scavare una trincea” (e tale sembra essere l’installazione), è interdetta al volo ed ai satelliti (che peraltro l’hanno fotografata: le mappe di Google vi hanno individuato una sorta di cupola appiattita, forse di materiale resinoso, con una cavità rettangolare all’interno);
costruita nel 1941, ha avuto un ruolo fondamentale per la sperimentazione bellica durante la Seconda Guerra Mondiale; divenuta inattiva nel 1946, è stata “resuscitata” durante la Guerra di Corea. Dal 1985 al 1991 serviva come scuola di sopravvivenza nel deserto per i Rangers; l’8 settembre 2004 è stata usata dalla NASA per testare la sonda Genesis perché il terreno circostante ricorda quello lunare; ma cosa vi accada, nei reparti sotterra n ei, è tuttora un mistero, così come sfugge se vi sia un legame molto diretto (leggasi: una battaglia in corso) con gli alieni. “Troppe volte UFO sono stati visti sorvolare la base e poi scappare, una volta colpiti da strani fasci laser spara ti da terra”, dicono i testimoni. Un’affermazione iperbolica, questa, che lascerebbe intendere che gli Stati Uniti dispongano di una tecnologia avanzatissima in grado di mettere in fuga un’astronave aliena!
Ma se così fosse, com’è che nei continui scontri in Iraq o in Afghanistan le truppe dello “zio Sam” spesso le hanno date,ma altrettante volte le hanno prese? L’idea di una supertecnologia aliena in mano agli Stati Uniti circola dalla fine degli anni Ottanta, e mi sembra smentita dai fatti ; potrebbe trattarsi di un’opera di propaganda psicologica orchestrata dalle Forze Armate USA stesse.
Sia come sia, di episodi strani a Dugway ne sono stati registrati parecchi. Nel marzo del 1968 più di seimila pecore sono state trovate morte nella vicina Skull Valley; qualcuno ha ricollegato il fenomeno alle mutilazioni animali attribuite agli alieni, altri hanno parlato di qualche esperimento batteriologico dei militari di Dugway ed hanno citato il gas nervino.
L’Esercito non ha mai ammesso le proprie responsabilità, ma si è affrettato a risarcire gli allevatori per le perdite subite. L’incidente, verificatosi in coincidenza con la nascita in quei giorni del movimento ambientalista e pacifista contra rio all’intervento in Vietnam, scatenò un putiferio nello Utah e nella comunità internazionale. Poi è stata la volta di cavalli trovati decapitati, e si vocifera di test batteriologici anche su cavie umane.
Il 26 gennaio 2011 deve essere successo qualcosa di molto grave. Si sa solo che l’intera area è stata posta in isolamento. Al Vogel, uno specialista che vi lavora, ha ammesso soltanto che “il blocco è iniziato alle 17,24 e ai dipendenti è stato vietato di lasciare l’installazione e a chi veniva per lavorare non fu permesso di entrare. In quel momento, come personale, avevamo 1200-1400 persone coinvolte, ma state tranquilli, non ci sono stati feri ti, nessun danno e nessuna minaccia”. Attacco alieno, si chiesero gli ufologi ( forse ammiccando troppo al serial britannico UFO base S.H.A.D.O.) o un test andato male? In seguito le autorità comunicarono che “il blocco era in risposta alla perdita temporanea di un flacone contenente gas nervi n o”. Un po’ poco per giustificare l’arresto totale di una struttura grande più di Milano e Roma messe assieme. In ogni caso, sino al giorno seguente nessuno poté più entrare o uscire dalla base. Nel 1994 l’US General Accounting Office ha aperto un’inchiesta sulla base, accusata di aver avvelenato migliaia di persone, con i suoi test chimici, tra il 1940 e il 1974. “ Per decenni”, si legge nell’atto d’accusa, “ Dugway ha testato molti prodotti chimici e agenti biologici. Dal 1951 fino al 1969, ha condotto centinaia, forse migliaia, di sperimentazioni all’aria aperta, con batteri alle piante. Non si sa quante persone nella zona circostante siano state esposte ad agenti potenzialmente nocivi utilizzati all’aperto…”.
Oggi sappiamo che a Dugway si testava la tetrodotossina, un gas nervino che paralizza ed uccide all’istante, e verrebbe da chiedersi se sempre da Dugway sia arrivata la famigerata “tossina killer” che nel 1994 mise in allarme la comunità medica internazionale ( all'epoca lo scienziato Roberto Pinna, amico di Piero Angela, dichiarò enigmaticamente che “la fine del mondo poteva essere scatenata, ipoteticamente, da una grande epidemia”). Fu in quell’anno che i virologi americani si imbatterono in un hantavirus geneticamente modificato; apparentemente un banalissimo virus dell’influenza che però uccideva in poche ore, distruggendo il plasma nei polmoni, togliendo il respiro e causando il decesso. Il primo a farne le spese fu un navaho del Nuovo Messico. Subito dopo, una nuova, sconosciuta e micidiale malattia cominciava a colpire in tutto il mondo: era la “tossina killer”, 45 i casi ufficialmente conosciuti , 27 dei quali mortali (30 decessi in Giappone, 13 in Gran Bretagna, 2 infettati in Italia e “2-300 decessi l’anno in America”).
Anche qui il mistero non era costituito tanto dalla malattia, conosciuta già da tempo dai virologi, quanto dalla sua improvvisa rinascita e recrudescenza, come nel caso degli hantavirus.“
Stupisce il fatto che un germe così raro si sia risvegliato in una parti colare area geografica”, commentò il virologo Ferdinando Dianzani. I cospirazionisti la risposta ce l’hanno: gli USA avrebbero cercato di “costruire” un virus per liberarsi dell’ ingombrante presenza degli alieni “Grigi ”, ai quali, a seguito di un “patto scellerato” stipulato proprio l’anno della strage degli ovini e denunciato negli anni Ottanta dall’ex agente CIA John Lear, avrebbero ceduto l’uso di basi militari sotterranee, in cambio di tecnologia aliena.
Patto che si sarebbe rivelato un inganno alieno, in quanto gli E.T. non avrebbero rispettato gli accordi, spingendo così i Servizi segreti di “Area 51”e “Area 52” a creare un’arma batteriologica per sterminarli.

GUERRE STELLARI
Ma al di là di queste stori e , che ritengo essere solo delle panzane, resta il fatto che su Dugway di UFO se ne vedono molti , e non solo in “toccata e fuga”, quasi che fossero di casa. Armi segrete terrestri o spioni cosmici? Dave Rosenfeld, presidente dello “ Utah UFO Hunters”, afferma: “ Molti UFO sono stati visti e segnalati nella zona, all’interno e intorno a Dugway; i normali velivoli militari non possono spiegare tutti questi avvistamenti.
Potrebbe essere che i nostri visitatori delle stelle stiano tenendo d’occhio Dugway, che probabilmente è uno spazioporto militare…”. Sulla stessa linea è l’ufologo Pat Uskert , uno dei collaboratori di Bill Birnes: “ Penso a quanto ci ha raccontato Bush Fox.
Tutti i testimoni concordavano nel dire che non si trattò di fari di velivoli convenzionali, tipo aerei o elicotteri. Quegli uomini sapevano bene quali velivoli fossero presenti nella base di Dugway; ciò rafforza la mia convinzione: dovevano
essere UFO!”. Un’ altra testimonianza arriva da un ex agente di polizia, Bob Ward, riguardo all’avvistamento di un UFO nella parte occidentale della base, nel 2004. “Verso mezzanotte uno degli abitanti della zona bussò alla mia porta”, racconta Ward, “chiedendomi di aiutarlo con l’auto. Alzai lo sguardo e vidi un velivolo illuminato a 300 m di altezza, a 20 km/h; aveva sei luci ed era di circa 25 metri .Andai a prendere una torcia e l’accesi per 20 secondi; il velivolo invertì la rotta e si diresse verso di noi. Questo rivela che non poteva essere un pallone sonda, perché reagì alla luce puntatagli contro. Circa 30 secondi dopo apparvero due caccia F- 16. Se fossero stati la scorta del veicolo sarebbero
volati vicino a lui, invece i caccia inseguivano l’oggetto… Nella stessa zona ho trovato due carcasse di cavalli decapitati. Le lesioni erano nette e non c’era traccia di sangue vicino alle carcasse. Mancavano gli occhi e le labbra”.
Nello stesso periodo anche l’ufologo Dave Rosenfeld ha visto un raggio luminoso penetra re una nuvola. “Una probabile arma antisatellite degli Stati Uniti o un richiamo per gli UFO?”, si è chiesto.
L’addetta stampa della base, Paula Thomas, dapprima ha negato tutto e poi ha cambiato versione dicendo che “c’erano degli appaltatori che facevano esperimenti”.
Ken Storch è uno degli ufologi del team UFO hunters che, assieme all’amico “Bob” ( anonimato richiesto), per mesi ha spiato la base a debita distanza, appostandosi sulle alture circostanti. Ha fotografato le installazioni militari, le camionette che improvvisamente scompaiono nel sottosuolo, i fantomatici elicotteri neri che la sorvolano. Ed è convinto che Dugway nasconda i segreti degli UFO. “Verso la fine degli anni Ottanta”, ha raccontato,“fui contattato da un maggiore dell’Aviazione, quando ero ancora in servizio presso le forze di Polizia; quel maggiore mi disse di dare un’occhiata a Dugway, perché in quella base succedevano cose che certamente mi interessavano. Mi disse che era la nuova “Area 51”. Io e Bob prendemmo le nostre attrezzature e ci precipitammo qui, direttamente dal Colorado. Appena giunti sul posto capimmo di aver toccato un nervo scoperto: gli elicotteri dei servizi di sicurezza si avvicinarono talmente a noi che lo spostamento d’aria delle pale fece trema re il nostro automezzo.
L’elicottero ci sfiorò, poi atterrò ad un centinaio di metri da noi. La mitragliatrice di bordo era puntata contro di noi, il pilota aveva calato la visiera e ci fissava minacciosamente… E sì che eravamo sul suolo pubblico, sul Pony Express Trail. Per tutto il tempo rimanemmo sotto sorveglianza, era un atteggiamento intimidatorio”. I due non si sono lasciati scoraggiare e sul posto ci sono tornati più volte. Racconta Bob:
“ Nel corso di diversi mesi di sopralluoghi abbiamo potuto osservare molte attività. Da Simpson Springs ci siamo spostati di una ventina di chilometri, sino ad un’altura dove c’è una strada che percorre l’intero rilievo, al di fuori dell’area vietata. Ho scattato delle foto alle baracche dalle quali ho potuto osservare i convogli; erano automezzi da due tonnellate e mezza che sparavano delle luci nel cielo. Rimanemmo lì per circa 45 minuti: i mezzi erano circa un’ottantina e ad un certo punto scomparvero nel sottosuolo”.
Cercavano di chiamare gli UFO o di allontanarli?
Non si sa, ma sicuramente Dugway, come già “Area 51”, è percorsa al suo interno da una fitta rete di gallerie o di livelli, che forse si estendono per chilometri nel sottosuolo. “L’episodio citato da Bob poteva sembrare alquanto sospetto, inverosimile, ma da quando negli anni Novanta le foto satellitari delle basi militari sono diventate più nitide, è plausibile ritenere che in quel peri odo l’Esercito, per nascondere le proprie attività, abbia deciso di trasferire le operazioni più segrete in tunnel sotterranei”, spiega Kevin Cook, ufologo ed ingegnere meccanico.
Di Dugway aveva scritto, nel 1997, la rivista scientifica Popular Mechanics, insinuando già allora che le competenze di “Area 51” vi fossero state trasferite. La notizia era stata poi confermata dall’ex agente CIA John Lear ai microfoni del giornalista ed ufologo George Knapp (già noto per i suoi reportage sull’“Area 51”).Ma la storia sembrava finita – o fatta finire – lì.
Solo alla fine di gennaio del 2011, una tv locale dello Utah aveva trasmesso la testimonianza di una coppia che aveva visto un UFO nel cielo, due ore dopo alcune strane manovre effettuate alla base. Sino a che History Channel ha avuto il coraggio di svelare parte dei misteri di Dugway; è facile prevedere che, a breve, decine di ufologi e di appassionati da tutto il mondo prenderanno di mira la base per svelarne i segreti UFO. I media americani, con la scusa che nella base si
effettuerebbero solo normali sperimentazioni batteriologiche, per “patriottismo” preferiscono tacere;
diversi siti Internet che ne parlavano sono stati oscura ti e le Forze Armate smentiscono l’insolita attività “luminosa” testimoniata invece da decine di foto o di video. Fra tanta omertà spicca la dichiarazione del colonnello George Weinbrenner, già Capo Divisione Tecnologia Straniera a Wright Patterson (la base militare ove negli anni Sessanta si concentravano tutte le ricerche “ufficiali”sugli UFO), che, pensionato e in fin di vita, confidò alla sua infermiera : “Custodiamo cinque alieni morti, nello Utah”. Detto questo, non volle mai più dire altro, sino alla sua morte, avvenuta poco dopo.
Sheenky Oo
00venerdì 12 ottobre 2012 07:53
LA COMPLICATA VICENDA DEL CRASH DI AURORA

Fonte: www.ufoonline.it/2012/10/12/la-complicata-vicenda-dell-ufo-crash-del-1897-ad-aurora-i...

Un incidente UFO si è verificato il 17 aprile 1897 in Aurora, Texas, una piccola città sita a nord ovest di Dallas. L'incidente (simile al più famoso UFO crash di Roswell avvenuto 50 anni dopo) sarebbe stato provocato da una fatalità e il corpo del presunto alieno sembra essere sepolto in una tomba anonima nel cimitero locale. Nel corso del periodo 1896-1897 (circa sei o sette anni precedenti al primo volo dei fratelli Wright), sono stati riportati numerosi avvistamenti di un misterioso sigaro a forma di dirigibile in tutti gli Stati Uniti. Andrea Rinaldi ci spiega come andarono le cose dal suo punto di vista.

In uno di questi racconti apparso in un trafiletto nell’edizione del Dallas Morning News del 19 aprile 1897, scritto da S.E. Haydon, il presunto UFO si dice che abbia colpito un mulino a vento sulla proprietà del giudice J.S. Proctor due giorni prima (il 17 aprile) intorno alle ore 6:00 del mattino, con conseguente schianto a terra. Il pilota, che è stato definito "non di questo mondo" e "marziano", secondo quanto riportato da T.J. Weems, ufficiale dell'esercito della vicina Fort Worth, non sopravvisse all’impatto, e fu sepolto con rito Cristiano presso il cimitero locale di Aurora. Nel cimitero vi è una targa della Commissione Storica del Texas che, tra gli altri avvenimenti locali, cita l’accaduto:“Questo sito è anche noto per la leggenda di una navicella spaziale che si è schiantata nelle vicinanze nel 1897 e il pilota, ucciso nell’impatto, è stato sepolto qui.”



Secondo il racconto, i rottami del velivolo furono gettati in un pozzo situato sotto il mulino a vento danneggiato, mentre alcuni resti finirono nella tomba con l'alieno. Al mistero si aggiunge la storia di Brawley Oates, che acquistò la proprietà del giudice Proctor intorno al 1945. Oates ripulì il pozzo dai detriti del rottame, al fine di utilizzarne l’acqua, ma successivamente sviluppò una forma di artrite estremamente grave, si pensò che fosse causata dall’acqua contaminata dai resti metallici gettati nel pozzo. Di conseguenza sigillò il pozzo con una lastra di cemento e vi collocò sopra una costruzione di mattoni. Secondo l’incisione sulla lastra, questo avveniva nel 1957.

Teoria della bufala
La teoria della bufala si basa principalmente sulla ricerca storica effettuata da Barbara Brammer, ex sindaco di Aurora. La sua ricerca (presente come parte della puntata UFO Files sull'incidente) ha rivelato che, nei mesi precedenti il presunto schianto, la cittadina di Aurora era stata afflitta da una serie di tragici incidenti:
In primo luogo, la coltivazione del cotone locale, la principale fonte di reddito della città, era stata distrutta da un’infestazione di Anthonomus grandis (Boll Weevil, coleottero infestante del cotone).
In secondo luogo, un incendio nella parte ovest della città danneggiò diversi edifici.
Poco dopo l'incendio, una epidemia di tifo colpì la città, uccidendo quasi tutti i restanti abitanti e mettendo di fatto la città in quarantena.
Infine, la pianificazione della costruzione di una ferrovia rimasta a 27 km di distanza da Aurora, e mai arrivata in città. In sostanza, Aurora (che contava circa 3.000 abitanti all’epoca) era in grave pericolo di estinzione, la ricerca di Brammer ha anche mostrato che Haydon era conosciuto in città per essere un burlone, e quindi la sua conclusione è che l'articolo di Haydon era un ultimo disperato tentativo di tenere in vita Aurora.
La teoria è stata ulteriormente supportata dal fatto che Haydon non effettuò nessun tipo di verifica sull’accaduto, e non scrisse niente sul funerale dello straniero, fatto che è a dir poco molto strano, data l’importanza di tutta la storia.
Inoltre, nel 1979, la rivista Time intervistò Etta Pegues la quale disse: ”Haydon inventò l'intera storia per pubblicizzare la cittadina di Aurora. La ferrovia ci aveva saltato e la città stava morendo”. Pegues dichiarò inoltre che nella proprietà del giudice Proctor non vi fu mai un mulino a vento.

Le indagini
Il caso è stato studiato in varie occasioni. Il primo fu trasmesso dalla televisione locale KDFW FOX 4 e gli altri due furono andati in onda nella televisione via cavo.
Nel 1998, il canale televisivo KDFW con sede a Dallas mandò in onda un lungo reportage sull'incidente Aurora. Il giornalista Richard Ray intervistò l’ex giornalista del Fort Worth Star Telegram Jim Marrs e altri abitanti, che confermarono che qualcosa che si era schiantato ad Aurora, Texas. Purtroppo, il reportage di Ray non riuscì a trovare prove inconfutabili della vita o della tecnologia extraterrestre. Ray riportò che lo Stato del Texas aveva eretto una lapide storica in città che descrive la storia e la definisce una "leggenda".

UFO Files
Il 2 dicembre del 2005, la serie UFO Files dedica un episodio sull’incidente intitolato “Texas’ Roswell”. L’episodio narra di un’indagine svolta nel 1973 da Bill Case, uno scrittore dell’aviazione, per il Dallas Times Herald e per il direttore dello Stato del Texas del Mutual UFO Network (MUFON). Il MUFON ha trovato altri due testimoni oculari del crash di Aurora. Mary Evans, allora quindicenne che ha raccontato di come i suoi genitori siano accorsi sul luogo dell'incidente (a lei avevano proibito di andare) e la scoperta del corpo estraneo. Charlie Stephens, che aveva 10 anni, raccontò che vide un dirigibile la cui coda fumava mentre si dirigeva a nord verso Aurora. Voleva vedere cos’era successo, ma il padre gli fece finire le faccende di casa. L’indomani, il padre, gli raccontò che aveva visto le macerie dell’impatto mentre andava in città.
Il MUFON esaminò il cimitero di Aurora scoprendo una lapide sulla quale vi era raffigurato un disco volante di qualche tipo, il metal detector rilevava qualcosa. Venne chiesto il permesso di riesumare la tomba ma le autorità non lo concessero. Dopo l’indagine del MUFON, la lapide sparì misteriosamente dal cimitero e il metal detector non rilevò più niente, quindi si presume che il metallo sia stato rimosso. Il rapporto del MUFON dichiarò che le prove erano inconcludenti, non escludendo la possibilità di una bufala. L’episodio televisivo riporta un intervista con il sindaco Brammer la quale si rifà alla tragica storia della città.

UFO Hunters
Il 19 novembre 2008, va in onda un altro documentario televisivo riguardante l'incidente Aurora della serie UFO Hunters (A caccia di UFO), dal titolo "Primo contatto".
Il documentario evidenzia un notevole avanzamento nelle indagini rispetto alla storia di UFO files - Tim Oates, nipote di Brawley Oates, ormai proprietario della terra con il pozzo dove il relitto UFO è stato presumibilmente gettato, ha permesso agli investigatori di rimuovere la lastra che sigillava il pozzo, al fine di esaminarlo per raccogliere campioni e detriti residui. L'acqua prelevata dal pozzo è risultata normale eccetto che per le grandi quantità di alluminio presente, nel pozzo non c’era niente di anormale. Gli investigatori hanno scavato attorno al pozzo riportando alla luce quello che era un supporto metallico che è stato associato al supporto del mulino. Quindi era evidente che sopra il pozzo ci fosse stato un mulino a vento, questo contraddice le dichiarazioni di Etta Pegues. Il figlio di Brawley Oates ovvero il padre di Tim Oates afferma che anche lui bevve l’acqua del pozzo come suo padre ma non ha mai avuto quella forma molto grave di artrite, pensa piuttosto che potrebbe essere stata la gotta ad aver colpito il padre. Quest’ultimo chiuse il pozzo poiché le tubature erano deteriorate e non forniva quindi più acqua e non per paura dell’acqua contaminata come si pensava. Afferma, inoltre, che lui non ha mai visto il mulino, suo padre comprò la proprietà nel 1945 e probabilmente il giudice Proctor smantellò il mulino negli anni dal 1897 al 1945. Suo padre, Brawley Oates, però, pulì il pozzo e rinvenne del metallo. Gli investigatori hanno rinvenuto dei residui di metallo sull’albero vicino. Una volta analizzati, hanno rivelato che si trattava di una lega di alluminio con un metallo sconosciuto che non poteva esistere sulla terra.
Inoltre, gli investigatori, hanno esaminato nuovamente il cimitero partendo dalle fotografie del MUFON per ricostruire la posizione della tomba. Una volta stabilita dove si trovava la lapide, hanno usato un radar a penetrazione. La tomba è stata rinvenuta nella zona dove c’erano altre tombe risalenti allo stesso periodo, 1890. Purtroppo, però, la sua condizione non ha permesso identificare definitivamente i resti sepolti, e a questo si aggiunge che ancora una volta le autorità non hanno permesso di scavare per riesumare la tomba. Quindi, in conclusione, si è arrivati molto vicini alla teoria dell’impatto alieno.
Sheenky Oo
00sabato 13 ottobre 2012 14:38
L'ENIGMA DEL DOTTOR WOLF

Articolo di Maurizio Baiata

Negli ultimi tempi, ogni conversazione con lui era una stilettata al cuore, una lacerazione che toccava il profondo. Tenute insieme dal filo del telefono, distanti migliaia di chilometri, le nostre vite potevano andare in parallelo, senza incontrarsi e neppure sfiorarsi.



Michael Wolf, dalla sua abitazione ad Hartford, in Connecticut, poteva comunicare solo telefonicamente e sempre più a fatica, minato dal male che progressivamente lo erodeva e si era diffuso ovunque nel suo corpo.

Potete leggere l'articolo al seguente link:
www.lindro.it/L-enigma-del-dottor-Wolf,10935#.UHlYalHvZGU

Ricordiamo che è vietata la riproduzione.
Sheenky Oo
00lunedì 15 ottobre 2012 13:37
IL GIORNO IN CUI LA MARINA USA STABILI IL CONTATTO

Fonte: ufoedintorni.altervista.org/blog/il-giorno-in-cui-la-marina-usa-stabili-il-c...

Il 6 luglio 1959, Robert Friend, un maggiore dell’Air Force e con la funzione di capo dell‘Aerial Phenomena Division (Project Bluebook) al Wright-Patterson AFB in Ohio, ricevette una telefonata proveniente da un’altra parte della comunità d’intelligence che richiedeva di poter valutare una ‘scoperta‘ della intelligence della Marina.

Tre giorni dopo Friend volò a Washington D.C. e si incontrò con due comandanti della Marina e diversi ufficiali di intelligence della CIA. Iniziarono nel chiedere a Friend di cosa ne pensasse degli UFO.

“Compresi presto il perché della loro domanda”, ha affermato Friend a Second Look. “Sapevano che spesso l’Air Force approcciava gli avvistamenti con un occhio sospettoso – credendo che i testimoni fossero pazzi. In questo caso erano essi stessi i testimoni.

Questi agenti di intelligence, che lo avevano chiamato a Washington, cominciarono a sviluppare quello che può essere uno dei più drammatici eventi UFO negli annali delle indagini governative sugli oggetti volanti non identificati.

Secondo Friend, questo è ciò che gli hanno detto:

Durante il mese precedente, i due ufficiali della Marina erano andati a South Berwick, nel Maine, su richiesta di un ammiraglio in pensione, per incontrare una donna che sosteneva di essere in contatto con gli extraterrestri.

Gli ufficiali incontrarono la donna e la videro entrare in uno stato di trance e diventare un “collegamento di comunicazioni”. La donna si sedette ipnotizzata. Poteva spostare verso il basso solo il braccio del gomito. Scarabocchiò fuori cerchi senza senso intervallati con caratteri leggibili. Parlarono facendole delle domande alle quali rispose pubblicandole attraverso gli scarabocchi. Le risposte indicavano che provenivano da una specie di capo pattuglia spaziale denominato “AFFA”.

Secondo gli ufficiali, un numero non verificabile di risposte venne presentato a tali domande come, ad esempio, “Quale è la popolazione di Giove?”. Tra le altre cose, AFFA disse che lui e i suoi uomini facevano parte di una forza di polizia del sistema inter-solare che indagava sugli esperimenti atomici sulla Terra.

Ma ancora più interessante, gli uomini dell’intelligence della Marina posero delle domande incompatibili con la loro preparazione tecnica, domande intelligenti tipo: “Quale è la lunghezza del giorno di Urano?” e “Quale è la distanza tra Giove e il Sole in apogeo gioviano?”.

“Le sue” risposte furono corrette, i due investigatori riferirono poi, increduli, il tutto a Friend.

Alle ore 2 pomeridiane circa del 6 luglio 1959, in un ufficio governativo segreto nascosto in un piano alto di un garage al Quinto del K Street, NW, Washington D.C., uno dei due comandanti, appena tornato dal Maine, andò in stato di trance durante il quale scrisse i messaggi che gli furono indicati da un individuo di nome “AFFA”.

Luogo di origine di AFFA: pianeta Urano.

Erano presenti un ufficiale della intelligence della Marina e uno di quella civile.

AFFA disse che lui e la sua squadra era composti in totale da quattro extraterrestri, ufficiali dello OEEV, che sta a significare Universal Association of Planets (Associazione Universale dei Pianeti), assegnata alla UE o Erenza.

Significato di Erenza: Progetto Terra.

Tra gli interscambi più interessanti che furono in seguito riportati da Friend ci sono i seguenti:

Domanda. E’ davvero interessante il fatto che stiamo parlando con qualcuno che possiamo vedere, ma si può vedere la prova della tua esistenza?

Risposta. Che tipo di prove vuoi?

Domanda. Possiamo vedere voi e il vostro velivolo?

Risposta. Quando lo vuoi vedere?

Domanda. Ora.

Risposta. Andate alla finestra.

Tutte le persone dell’intelligence si avvicinarono alla finestra, dove videro un UFO volare fuori (non stazionario) ad un breve distanza. Come disse in seguito Friend, era a forma di disco ed era più luminoso attorno al perimetro che al centro.

La confusione che ne seguì concluse le comunicazioni con AFFA.

I tentativi di verificare il bersaglio con il Washington Center Radar non ebbero successo. Nessun bersaglio non identificato stava ritornando dagli echi radar provenienti da quella parte del cielo.

Dopo alcune ore, Friend fu invitato ad andare a Washington.


Robert Friend

Alle ore 2 pomeridiane del 9 luglio 1959, nello stesso ufficio segreto di Washington, i comandanti della Marina, alla presenza di funzionari civili dell’intelligence, spiegarono gli eventi precedenti agli occhi spalancati del Maggiore Friend.

Friend suggerì di tentare un altro contatto.

Poco tempo dopo, il comandante della Marina cadde in uno stato di trance profonda. “L’ho visto”, disse Friend a Second Look.

“Non c’era alcun dubbio nella mia mente. Ho potuto vedere il polso che accelerava. Ho potuto vedere il suo pomo d’Adamo muoversi su e giù rapidamente. La sua calligrafia era completamente diversa dalla sua normale scrittura a mano. I muscoli del tronco non sembravano tesi, ma i muscoli delle sue braccia erano, ovviamente e lo sottolineo, come i muscoli intorno al collo – in particolare all’interno del collo”.

“Ho cercato di fargli qualche domanda, ma lui non mi rispose. Altri fecero delle domande. Rispose solo ad un uomo”.

“Chiesi all’unico uomo che aveva le risposte dall’ufficiale della Marina, se poteva chiedere ad AFFA di organizzare un volo intorno”.

“Il braccio dell’ufficiale di scatto scrisse che ‘il periodo non era adatto‘”.

“Questa trance durò tra i 15 ai 20 minuti. Non ci fu nessuna registrazione audio. Nessuno degli intervenuti era preparato ad entrare in contatto”, ha spiegato Friend.

“Ero convinto che ci fosse qualcosa. E non faceva nessuna differenza se (il comandate della Marina e la donna del Maine) il contatto avvenne con persone provenienti dallo Spazio o con qualcuno proprio qui sulla Terra. C’era qualcosa che avremmo scoperto di più su ciò”.

Friend ritornò alla base dell’Air Force di Wright-Patterson e preparò una nota al suo comandante generale. Secondo Friend, il generale gli riferì che si sarebbe fatto carico di ulteriori valutazioni personali.

Più tardi, Friend lasciò l’incarico di intelligence e si trasferì a lavorare con il personale di vari consulenti scientifici dell’Air Force. Non sentì più nulla sull’incredibile comunicazione con la OEEV o il suo comandante AFFA del progetto Terra fino a dopo il suo ritiro.

Friend è una fonte credibile. Attualmente è direttore assistente di ingegneria per Fairchild Stratos, una divisione delle industrie Fairchild, principali produttori di rilasci criogenici per lo Space Shuttle.

South Berwick, Maine, non è ricca di ammiragli della Marina in pensione. Ce n’era solo uno. Anche se l’Ammiraglio H.B. Knowles è deceduto, la moglie vive ancora lì – non lontano dalla signora Guy (Frances) Swan, una donna che da più di 20 anni è in stretta comunicazione con la comunità di intelligence degli Stati Uniti d’America, e con il capitano spaziale AFFA della pattuglia OEEV, almeno secondo la signora Swan e molti di coloro che la conoscono.

La signora Knowles considera la signora Swan assolutamente credibile. “Lei è un membro molto rispettato nella comunità. Non ho mai dubitato sul fatto che fosse in costante comunicazione con persone provenienti dallo Spazio”, ha detto la signora Knowles. “Una volta però, fu fatta la stessa domanda a mio marito. Ed egli rispose che non c’era nessuna ragione nel credere a tutto quello che lei afferma”.

Alla signora Swan gli fu detto di mantenere il suo segreto con il coinvolgimento dell’intelligence statunitense. Questo è ciò che lei fece. Parlò con Second Look solo perché scambiò il giornalista per un ufficiale di intelligence.

La signora Swan non ha una buona istruzione e non è nemmeno eloquente. Parla di “quelli buoni”, astronauti che pattugliano il Sistema Solare per proteggerci da faglie geologiche pericolose e da “quelli cattivi” che vogliono colonizzare questo pianeta. Lei crede che la sua comunicazione sia un preludio alla “seconda venuta di Gesù”. Descrive enormi satelliti – delle dimensioni dello Stato del Maine – non troppo lontani oltre l’orbita della Luna.

La signora Swan dice che quando gli uomini dello Spazio vogliono parlare con lei, emettono un suono simile ad una nota musicale. Anche se altri nella stanza potevano sentire ciò, solo la signora Swan era in grado di comunicare con gli alieni.

Altri non dovrebbero cercarli, avverte. Lei cita una recente lettera ricevuta proveniente dal comandante della Marina, la cui vita e, in particolare, la sua carriera furono fortemente sconvolte dal suo contatto con questi stranieri.

Lei non ha più bisogno di una carta e di una penna per leggere le risposte. “Fu allora che non ebbi abbastanza controllo sulla mia mente”. Ora può sedersi tranquillamente, rimuovere tutte le distrazioni, e sentire e parlare con loro in silenzio. Lo fa quasi ogni giorno, anche se sono molto impegnati e di solito hanno poco tempo per le conversazioni. Lei può contattarli quando vuole, ma al contrario, spesso, lei deve attendere se sono loro che vogliono conversare con lei.

Dando seguito e credibilità a questi rapporti di eventi bizzarri, c’è un documento scritto presumibilmente da un ufficiale di intelligence civile, che era assieme all’ufficiale della Marina. Secondo il documento, il suo autore, come Friend ipotizza, era un ufficiale della Central Intelligence Agency.

Se autentico, il documento dà fondamento ad ogni cosa detta da Friend e alla maggior parte delle cose riferite a Friend dagli ufficiali dei servizi segreti della Marina. Esso nomina gli uomini spaziali, la loro organizzazione. Esso descrive il loro scopo. Cita periodi e posti di molte riunioni chiamate per investigare sul caso – includendone una in cui i partecipanti invitarono un estasiato ufficiale della Marina nel mostrare l’UFO. E l’UFO si fece mostrare.

L’autore Robert Emenegger ottenne, studiò, e, secondo lui, verificò l’autenticità del documento della CIA. Emenegger ha detto a Second Look di aver parlato con l’ufficiale della CIA che lo scrisse. Sebbene Emenegger abbia rifiutato di fornire l’identità dell’uomo, ha dichiarato a Second Look che “sono personalmente convinto che il documento sia valido – assolutamente – e che la donna menzionata è stata per davvero in contatto con persone provenienti dallo Spazio”.

Lo scetticismo sulla validità del presunto documento CIA diventa molto più difficoltoso, alla luce delle informazioni ottenute dal Colonnello William Coleman, ex portavoce capo per l’Air Force.

Coleman risolve direttamente il problema.

“Il documento è autentico, e , anche senza la non autenticità del documento stesso, la credibiltà del Colonnello Friend è irreprensibile”.

Ho identificato e localizzato l’ufficiale della CIA presente in una foto della CIA stessa, scattata in un centro segreto, il 6 luglio 1959. Il suo nome è Arthur Lundahl. Ora è in pensione.

Lundahl ha confermato che era l’ufficiale dell’intelligence civile presente quando il comandante della Marina andò in trance. Egli ha confermato molti dei dettagli forniti da Friend e ha convalidato il presunto memo della CIA – con una serie notevole di eccezioni.

Anche se Emenegger non volle identificare l’autore del presunto memo della CIA, affermò che l’uomo era presente all’evento del 6 luglio 1959, e che l’uomo era un civile che confermò allo stesso Emenegger l’autenticità del memo. Questa descrizione dell’uomo implica che deve essere Lundahl.

Mentre Lundahl afferma che l’ufficiale della Marina ha, infatti, riportato che era in comunicazione con AFFA e che fece istruire il gruppo a guardare fuori dalla finestra e vedere i mezzi degli AFFA, nulla è stato notato.

Lundahl ha dichiarato che non c’era nessun tale memo a sua conoscenza. Inoltre sostiene che quando Friend arrivò e si incontrò con loro, fu detto dai presenti che nessun UFO era stato visto. E che l’ufficiale della Marina non andò in seconda trance quando Friend era presente. Questo contraddice ciò che sia Friend e Emenegger dissero a Second Look.

Lundahl giura che le sue affermazioni sono vere:

“Mai per un attimo ho creduto che questo ufficiale della Marina era in comunicazione con lo Spazio, e non ho visto un UFO. Su nostra richiesta non fu fatta alcuna dimostrazione. L’uomo ha spiegato che la signora Swan aveva mostrato qualcosa chiamata ‘Scrittura automatica’ e, se richiesto, me lo avrebbe mostrato”, ha spiegato Lundahl.

“Probabilmente mi ha scelto perché ero un amico, e perché avevo fatto il lavoro di analisi fotografica dell’avvistamento UFO di Tremonton”.

“Anche se credo in altra vita intelligente oltre la nostra, non ho sentito nulla ma simpatia e imbarazzo in questa occasione, per un uomo che era turbato, che era mio amico, e che i suoi superiori erano a conoscenza di ciò, senza dubbio hanno sofferto per la sua carriera”.

“C’era un’altra persona lì. Il suo nome era Robert Nisham. Era un analista fotografo della Marina assegnato alla CIA in quel periodo. Lui ed io parlammo di questo molte volte, e siamo d’accordo sul fatto che nessun UFO fu visto. Giuro che sto dicendo la verità”, ha detto Lundahl.

Se Lundahl dice la verità, Nisham dovrebbe essere stato l’altro comandante della Marina, il cui nome è stato cancellato dal memo della CIA che Emenegger afferma essere autentico.

Se questo caso è uno degli eventi UFO più incredibili della storia, o in memoria la migliore bufala UFO perpetrata sarà esplorato in futuro in un prossimo articolo. Una ricerca da parte della CIA e del Dipartimento della Difesa per il documento è iniziata attraverso una richiesta di Second Look al Freedom of Informaction Act. Ad Emenegger è stato chiesto di produrre una copia del documento che pretende essere legittimo. E una ricerca di Nisham, che si è ritirato dalla comunità di intelligence, è in corso.

Fin qui l’articolo apparso su “Second Look” di Maggio 1979 con firma di Jay Gourley.

In aggiunta a ciò che è stato scritto sopra, il sito internet di “Presidential UFO” ha ricevuto una nota aggiuntiva che arriva da Grant Cameron, un aggiornamento che intriga ancora di più su questo semi sconosciuto mistero, vero o bufala che sia.

Secondo ciò che afferma Cameron, la signora Swan avrebbe confermato, per iscritto, che lei ha, infatti, un accordo con la Marina “ancora in essere”. Il Colonnello William Coleman avrebbe confermato, sempre per iscritto, che “Il documento (CIA) sembra autentico” e che la parola del Colonnello Friend era “impeccabile”.

L’ufficio segreto di cui si parla nell’articolo di Second Look è il NPIC, il National Photographic Interpretation Center (Centro Nazionale Interpretazione Fotografica). La costruzione del laboratorio ebbe inizio nel 1954 in risposta alla costruzione del velivolo spia U-2. Il NPIC, il laboratorio fotografico più altamente classificato del Paese, fu il luogo dove furono analizzate lo foto degli U-2, degli SR-71 e dei satelliti spia.

Arthur Lundhal, di cui riferisce l’articolo in questione, è stato l’uomo che ha scoperto i missili a Cuba, ed è stato l’uomo che prese in carico di informare il Presidente John Kennedy la mattina successiva.

Secondo Todd Zechel, fondatore del Citizens Against UFO Secrecy (CAUS), Lundhal aveva la più grande collezione di libri sugli UFO che avesse mai visto. Zechel aveva una fonte affidabile nella CIA che gli riferì che Lundahl agì da informatore, in riunioni di aggiornamento in tema UFO, per tre Presidenti degli Stati Uniti d’America.

Nota: Robert J. Friend fu capo del Progetto Bluebook dell’Air Force statunitense dal 1959 al 1963.
Sheenky Oo
00martedì 16 ottobre 2012 12:26
JOHN MACK: RAPIMENTI E REALTA' LOCALI

Articolo di Antonio Bruno
Fonte: noiegliextraterrestri.blogspot.it/2012/03/john-e-mack-rapimenti-e-realta-loc...

John E.Mack, professore di psichiatria alla Medical School del Cambridge Hospital, nonché direttore del "Centro per il Cambiamento psicologico e sociologico", nel suo libro "Rapiti", edito in Italia dalla Mondadori nel 1995, cita una interessante considerazione del Dalai Lama laddove, una volta, affermò che "la devastazione subita dall'ambiente naturale non solo sta danneggiando l'habitat delle piante e degli animali ma anche il territorio dove vi sono gli spiriti."
"Forse - continua Mack - non è rimasta loro che la scelta di manifestarsi nel nostro mondo, di rivelarsi usando il solo linguaggio che ci è rimasto, quello del mondo fisico. Nel contesto della crisi del pianeta non hanno avuto altra scelta, se non trovare una strada, anche se difficile, per manifestarsi a noi. Forse la nostra coscienza si è così atrofizzata da non permetterci, da soli, di aprirci al mondo spirituale...".



E' curioso considerare come queste parole di Mack siano contenute nelle pagine terminali del suo libro, quasi che tutto quanto esso contiene, (resoconti ed esami dettagliati dell'excursus riguardante il fenomeno dei "rapimenti" umani da parte di presunti UFO) conducesse inevitabilmente a parlare proprio di... "spirito" e di "dimensioni non materiali".
Dopo aver raccolto e studiato quasi cento casi di "rapimenti" ad opera di presunti alieni ed aver effettuato centinaia di ore di colloqui e di terapie, il dottor Mack non ha potuto sottrarsi alla conclusione che non è possibile liquidare tutti quei racconti come allucinazioni e fantasie ma che si deve considerarli, in buona parte, come l'evidenza emergente di qualche reale, drammatica esperienza.
Ciò che gli ufologi hanno chiamato "rapimento", dunque, potrebbe condurre (e ve ne sono motivi più che convincenti) ad una visione completamente diversa dell'"universo globale" di quella che emerge dai classici schemi "uomo-astronave-paura", oppure "uomo-patologia psicologica-sfogo inconscio".
Ne è un segnale indicativo il fatto che le esperienze di rapimento conducono con sé quasi sempre una contemporanea quanto sconvolgente "apertura di coscienza" da parte dei rapiti, ovvero qualcosa che include gradi di consapevolezza profonda su quanto l'uomo ordinario non è più abituato, da molto tempo, a riflettere. Il "rapimento", perciò, non si limiterebbe ad essere un'esperienza di trauma e di paura che l'inconscio rimuove ma potrebbe essere definito una sorta di tentativo, da parte di "emissari" di altre dimensioni o di civiltà galattiche, molto più progredite spiritualmente di noi, di farci recuperare determinate consapevolezze. Tanto è vero che il dottor Mack afferma: "le esperienze di rapimento spesso aprono la coscienza dei rapiti quando lavoro con loro sui cicli della vita e della morte, che sono ricordi delle realtà transazionali tibetane o 'bardos' (Sogyal Rinpoche, 1992). Ciò è dimostrato nelle esperienze di vite precedenti che emergono sempre di più nelle sedute."
A questo punto, ci troviamo, quasi inevitabilmente, a sconfinare nel campo metafisico che tanto spaventa uomini "razionali" ed incatenati alla loro visione materialistica dell'esistenza. Eppure, sono convinto che siccome nulla, nell'universo è una realtà a sé stante, scollegata da altre forme di manifestazione esistenti, anche questa implicazione metafisica sul ciclo delle esistenze sia come un "passaggio", una "tappa" o, se si preferisce, un tassello nel grande quadro della conoscenza, un quadro di cui il fenomeno dei "rapimenti alieni" potrebbe essere parte fondamentale.
Mi rendo conto che, a questo punto, c'è il rischio di sconfinare troppo nell'incerto, nel non scientifico, nel new-age... Ma finché concepiamo la scienza solo come un insieme di pratiche e parametri interpretativi del mondo fenomenico rigidamente delimitate da una visione meccanicistica della vita, rischiamo seriamente di trovarci enormemente indietro nel processo evolutivo della nostra specie e questo lo dico dal punto di vista della coscienza e della conoscenza. Il problema, piuttosto, sta nel rimanere saldamente ancorati a dati rilevabili attraverso osservazioni, sperimentazioni e verifiche effettuate sui soggetti "rapiti" da parte di uomini culturalmente aperti nonché scientificamente strutturati nel loro procedere. In altre parole, evitare le improvvisazioni, gli sperimentatori "della domenica" e fare in modo che l'arrogante esthablishment scientifico permetta a studiosi "coraggiosi" come Mack di proseguire il loro lavoro senza "tagliar loro le gambe" nei mille modi sperimentati in passato sulla loro pelle, da tutti quegli scienziati che hanno voluto seguire vie non ammesse dall'ortodossia.
Interessante, a questo proposito, citare quest'altro passaggio del dottor Mack, laddove parla dello stridere fra la concezione materialistica tuttora dominante nella scienza occidentale e gli interessanti risultati che egli (ma non solo) ha ottenuto dal suo lavoro sperimentale con i rapiti:
"Le esperienze raccontate dai rapiti con i quali ho lavorato negli ultimi quattro anni, costituiscono, credo, una ricca quantità di prove a sostegno dell'idea che il cosmo, lungi dall'essere privo di significato e intelligenza, è, per citare Tarnas ancora una volta, 'guidato da qualche tipo di intelligenza universale', un'intelligenza 'dotata di un potere difficilmente immaginabile, di una complessità, di una sottigliezza estetica della quale pure fa parte l'intelligenza umana e alla quale essa può partecipare'".
Come Mack ed altri studiosi, a questo punto, mi domando: "dove si trova il punto di raccordo fra determinate fenomenologie di carattere ufologico e la manifestazione della suddetta, grande, intelligenza universale?".
Ma è importante che io precisi anche che, secondo questo andamento speculativo, una supponibile "Intelligenza Suprema Universale" potrebbe avere suoi "ambasciatori" a vari livelli e dimensioni. Nel nostro universo materiale, o fisico, insomma, anche civiltà planetarie di lontane galassie o sistemi stellari potrebbero benissimo aver acquisito gradi di consapevolezza ed evoluzione tali da renderli difficilmente distinguibili da sorta di "angeli". è per questo che io credo in una grande complessità di questi "emissari", sia dal punto di vista di un'ufologia tradizionale (pianeti d'origine, "astronavi", viaggi spaziali, ecc...) che di un'ufologia parafisica poiché le cose potrebbero benissimo coesistere e, anzi, gli extraterrestri della prima "categoria", quella dell'universo fisico in cui siamo inseriti noi stessi, in quanto ad un livello evolutivo molto più avanzato del nostro, potrebbero conoscere molto meglio le varie forme di realtà "parallele" o di "consapevolezze metafisiche" che appartengono a diversi piani di esistenza.
è un linguaggio, quello che sto parlando, su cui mi rendo conto esiste la pesantissima ipoteca del nostro sistema razionale cartesiano terrestre. Ma se il prezzo per cercare di raggiungere, con ripetuti "balzi" del pensiero, l'albero della conoscenza è quello di essere relegati nel novero degli speculatori, credo che ci si possa rassegnare, ancora per un po' a restarci: non credo che sia un'istanza primaria quella di difendere la propria attendibilità ed "onorabilità" scientifica. Almeno non per me e per altri ricercatori indipendenti che, nel sistema scientifico, non ci sono nemmeno mai entrati.
Ecco che Mack, allora, conclude:
"Gli alieni sono arrivati ai rapiti da una fonte che rimane per noi sconosciuta. Ancora non riusciamo a comprendere completamente i loro fini ed i loro metodi. Sembra chiaro tuttavia che 'essi' sono stati costretti a venire da 'noi', ad apparire in forma fisica in modo che possiamo conoscerli. Alcuni hanno pensato che gli alieni abbiano imparato a viaggiare nel tempo e possano essere venuti da noi dal futuro. A volte essi stessi comunicano che potrebbe essere così. Non lo sappiamo. Ma il mito rigenerativo del fenomeno dei rapimenti ci offre la possibilità di un nuovo corso della storia per un mondo che è sopravvissuto a molti olocausti ma che può ancora evitare un cataclisma finale. Il fenomeno dei rapimenti, sembra chiaro, riguarda quello che 'deve ancora venire'. Offre, quasi letteralmente, visioni alternative del futuro, ma lascia a noi la scelta."
Viviamo tempi in cui l'incertezza del domani non è più retorica ma tangibile realtà, aleggiante purtroppo nei nostri spiriti, nel modo di parlare, nel come ci rapportiamo ai nostri cari. Accadono eventi, spesso tragici, che ci sembrano voler presagire quel "cataclisma finale" che la disperazione dell'aver perduto la nostra vera "ragione d'esistere" ci porta quasi a desiderare, ad agognare come salvifica liberazione. Ma è una "difesa", un moto di ribellione del nostro spirito che ha perduto i contatti con le vere energie e le vere essenze degli universi manifesti. Nulla di più facile che il fenomeno UFO, e le sue varie, probabili matrici, sia la manifestazione di quei mondi che, da noi allontanati, non potranno mai essere distrutti o ignorati perché, inevitabilmente, reclameranno il loro giusto posto nel grande caleidoscopio della vita di cui anche noi siamo parte.
Non atterreranno, con ogni probabilità, sul prato della Casa Bianca. "Loro" vogliono semplicemente dirci che stiamo vivendo un momento importante della nostra storia e che è giunto il delicato ma fondamentale momento che cambiamo la nostra concezione basilare dell'universo poiché quello che ci è stato insegnato a credere reale, quello a cui abbiamo aperto gli occhi fisici uscendo dal corpo di nostra madre, non è altro che una "realtà locale" di cui essi non fanno parte ma la cui evidente esistenza costituisce la prova migliore del loro messaggio...
Sheenky Oo
00martedì 16 ottobre 2012 12:26
LO STUDIO SULLE ABDUCTION DI RICHARD BOYLAN

Articolo di Gianluca Santaniello
Fonte: noiegliextraterrestri.blogspot.it/2010/01/lo-studio-sulle-abduction-di-rich...

C’è un noto psicologo americano, Dr. Richard J.Boylan, che ha avuto il “coraggio” di prendere in esame e analizzare, con serietà e senza pregiudizi di sorta, le esperienze di decine e decine di “addotti” (persone che dicono di essere stati rapiti da extraterrestri) ed esporsi, così, alla severa critica della comunità scientifica internazionale a tutt’oggi, in gran parte, del tutto scettica verso il fenomeno. Il libro da lui scritto "Incontri ravvicinati tra uomini ed extraterrestri" è il risultato appunto dello studio accurato fatto sulle “abductions” (=rapimenti) con l’intento principale di determinare delle caratteristiche comuni nelle dichiarazioni rese dagli “addotti” stessi dopo le loro incredibili esperienze (o presunte tali). Gli studi dello scienziato su tale fenomeno hanno avuto inizio nel 1989 e hanno coinvolto ben 104 di tali presunti rapiti e contattati da extraterrestri che sono stati accuratamente da lui analizzati. Richard J.Boylan può ritenersi uno dei pionieri di questo tipo di analisi, ma ricordiamo anche il dottor R.Leo Sprinkle, il dottor Richard Haines, la dottoressa Edith Fiore e l’indimenticato John Mack i quali hanno fornito la loro assistenza terapeutica a persone che hanno vissuto (o credono di aver vissuto) esperienze di contatto con “alieni”.



I risultati degli studi del dottor Boylan sono stati pubblicati in occasione della Conferenza scientifica sui “Rapimenti alieni”, tenutasi al Massachussettes Institute of Technology, nel Giugno del 1992.
Riportiamo, sinteticamente, le notizie più interessanti riguardanti i risultati di questi studi anticipando alcune constatazioni del dottor Boylan, ovviamente dedotte dai racconti dei suoi “pazienti” e cioè che :

1) Tra questi si è creata una sorta di sinergia che ha permesso loro di superare lo shock emotivo del contatto e di aver trovato conforto nella comprensione reciproca, spesso assai difficile da ottenere da parte degli altri “comuni” mortali, data l’eccezionalità dell’esperienza vissuta; la continua sensazione di solitudine, di isolamento e spesso di scherno è certamente assai pesante e così la messa in comune delle idee sulle proprie esperienze ha contribuito al superamento dell’ostacolo più grande : la consapevolezza della realtà dell’evento.

2) Una notizia assai tranquillizzante dedotta dai racconti riferiti da tali “rapiti” sta nel fatto che l’atteggiamento degli extraterrestri nei confronti dei terrestri è assai amichevole e positivo ciò che ha determinato nella mente degli involontari “addotti”, dopo il superamento del comprensibile e inevitabile shock iniziale, un senso di profondo rispetto per le “persone aliene” e per i messaggi da loro trasmessi

3) Ciò che sembra “stia a cuore” più di ogni altra cosa a questi abitatori di altri spazi è lo stato di salute del pianeta Terra in quanto preoccupati delle conseguenze catastrofiche a cui l’attività scriteriata dell’uomo moderno potrebbe portare se non saranno modificati al più presto gli scellerati sistemi di sfruttamento delle preziose ma limitate risorse naturali.

CARATTERI GENERALI DI UN IR4
Secondo Boylan, la statistica riguardante gli IR4 è assai allarmante: dal sondaggio “Ropel Poll” del 1992 sulle “insolite esperienze personali” si deduce che negli USA avvengono in media addirittura tremila incontri ravvicinati ogni 24 ore!!!
[Ricordiamo che la popolazione degli USA conta più di 250 milioni circa di abitanti]
Gli E.T. non privilegiano particolari classi sociali o particolari orari per i loro “incontri” con i terrestri.
Sembra invece che sia preferito l’incontro con un singolo terrestre piuttosto che con un gruppo, così che al momento di essere contattato, il singolo che si trovi eventualmente in compagnia, sente la necessità di doversi isolare e allontanarsi dagli altri; oppure, senza allontanarsi, subisce una sorta di “black out relativo” rispetto agli altri presenti.
Vuoti di memoria e vuoti temporali sono le caratteristiche di quasi tutte le esperienze narrate, e ciò concorda con messaggi telepatici con cui gli alieni spiegano ai loro “rapiti” che riusciranno a riprendersi regolarmente e a ricordare il loro incontro solo in seguito, in un momento più opportuno.
Un’alta percentuale di “addotti” ha testimoniato di aver visto una forte luce sprigionarsi nella propria stanza e sentito al contempo uno strano ronzio intorno proveniente da qualcosa però esterna alla casa.
Allarmi e antifurti sono risultati inefficaci a tali manifestazioni.
Ma lo scenario più comune comunque riguarda non la città ma le zone rurali più o meno isolate il che probabilmente semplifica le modalità di contatto senza allarmare masse di individui e in più la tranquillità del luogo faciliterebbe nell’addotto una ripresa più rapida della sua scioccante esperienza.

FUGA DI NOTIZIE
Una curiosità assai significativa sta nel fatto che molti contattati hanno ricevuto telepaticamente il messaggio “Ora è il momento di ricordare” fra il 1992 e il 1993; secondo le teorie di Boylan, in questo periodo, al governo americano è sfuggito di mano il controllo dele informazioni sugli UFO; tutto ciò forse dovuto ad un tentativo di accelerare la “rivelazione” definitiva della presenza aliena sulla Terra, in virtù delle proprie prove segrete conservate in un’ala “top secret” della Casa Bianca, accessibile solo a pochissimi addetti militari oltre che al Capo dello Stato.
Comunque una Conferenza tenutasi al palazzo delle Nazioni Unite il 2 Ottobre 1992, è la prova più concreta che il problema riguardante le presenze “aliene” è qualcosa di veramente serio, di portata mondiale e non solo americana.
Che il governo americano abbia deciso di pilotare una fuga di notizie mirata alla lenta presa di coscienza degli americani della presenza aliena sulla Terra? Solo il tempo ce lo dirà…

CHI SONO I RAPITI
Quale categoria di persone è più a rischio di un rapimento da parte degli E.T. ?
Secondo una statistica, il 46% dei rapiti è di sesso maschile e il restante 54% di sesso femminile. Sembra che ci sia una forte preferenza verso i nativi d’America (Indiani d’America); forse ciò è da porre in relazione con la storia antica degli indiani (Sioux, Hopi, Dakota, ecc…) nella cui cultura era ed è sempre viva l’idea della discesa sulla Terra di esseri (Kachina) venuti da altri mondi per istruire gli uomini.
Nella casistica delle “abductions” è spesso presente anche la correlazione tra genitori e figli; accade cioè che anche i figli dei “rapiti” vengano a loro volta più tardi rapiti e contattati e ciò probabilmente per comprendere meglio la visione mentale di un padre e del proprio figlio, forse, per studiare i legami intellettivi tra familiari.
Anche le sensazioni e i segnali di approccio sono importanti; solitamente c’è un input che avverte l’individuo di un imminente contatto: visione di globi di luce, avvistamento di UFO, luci abbaglianti o uno strano formicolio nel corpo.
L’elemento successivo a tali segnali è il contatto vero e proprio il quale può essere telepatico oppure fisico-visivo; comunque sembra che il primo messaggio che gli E.T. mandino in questa fase delicatissima sia proprio quello di tranquillizzare e calmare il “rapito” che verosimilmente si trova in uno stato psicologico di panico e confusione assoluta.

LE ANALISI
Qual è lo scopo delle “abductions” ?
Sembra che gli alieni siano interessati al nostro DNA e alla funzione dei nostri organi riproduttivi. Molti “rapiti” raccontano di aver subito piccoli interventi, non dolorosi, con strani apparecchi e con biopsia di materiale organico preso dai genitali.
Durante questi interventi gli E.T. comunque hanno sempre continuato a tranquillizzare il “paziente”; certamente lo scopo di tali analisi è di monitoraggio e di diagnostica.
In genere, in tale circostanza si avverte una paralisi parziale (non si comprende ancora se fatta in via ipnotica o con ausilio di campi energetici): lo scopo probabilmente è quello di evitare all’addotto movimenti bruschi e pericolosi che possano causargli danni fisici; comunque le funzioni vitali e celebrali rimangono attive ed inalterate.
Ma altri “addotti” hanno parlato invece di una totale libertà di movimento e alcuni hanno raccontato di aver potuto camminare e cambiare stanza all’interno dell’astronave.
Interessante è anche il metodo di trasporto del terrestre sull’astronave che ha un diametro variante dai 9 ai 15 metri di larghezza con forma rettangolare o conico-rovesciata o semplicemente discoidale (ma esiste anche una buona incidenza di casi nei quali il rapito è stato condotto non su una navicella spaziale ma all’interno di cavità montuosa terrestre nascosta da porte mimetiche o in basi sotterranee);
gli E.T. accompagnano l’addotto a piedi fino alla stanza delle analisi oppure, nel caso di disco volante sospeso in aria, sollevando il terrestre fino all’interno del veicolo spaziale tramite un raggio antigravitazionale.
Se l’incontro ravvicinato avviene all’interno dell’UFO vengono effettuati esami di tipo medico, terapeutico ma sono possibili anche solo comunicazioni telepatiche e visualizzazioni d’immagini subliminali.

LA COMUNICAZIONE
La comunicazione telepatica è forse l’elemento più comune utilizzato negli IR4: gli addotti, sotto regressione ipnotica, ricordano di aver conversato con gli E.T. senza che questi avessero aperto bocca; raramente si sono date testimonianze di dialoghi svolti secondo frequenza acustiche umane. Gli argomenti poi di tale comunicazione hanno un campo molto ampio di interessi : dal semplice ammonimento ai terrestri di non distruggere la natura, ad informazioni sulla loro provenienza o ancora sull’evoluzione della vita sulla Terra.
Ciò che accomuna tutti i messaggi sembra essere “un sentimento di affetto” per gli individui terrestri, tanto che quasi tutti gli addotti esprimono il grande desiderio di poter riprovare questa eccezionale esperienza con un nuovo incontro.

Gli studi e le analisi compiute dal dottor Boylan hanno aiutato, molto a chiarire le caratteristiche generali di un IR4.
Egli continua a tenere conferenze, soprattutto in America, e molti suoi “pazienti” hanno ripreso a vivere una vita normale grazie proprio al suo aiuto; la maggior parte di tali esperienze sono state richiamate dal dottor Boylan nel bellissimo libro intitolato “Incontri ravvicinati tra umani ed extraterrestri”.
Sheenky Oo
00martedì 16 ottobre 2012 12:27
ABDUCTION E MONDI INVISIBILI

Fonte: www.automiribelli.org/blog/?p=128

Il presente articolo sul fenomeno conosciuto come “abductions”, o “rapimenti alieni”, non ha la pretesa di essere un sostitutivo o addirittura un’operazione di “dubunking” delle attuali teorie e ricerche esistenti, semmai l’intento reale ha uno scopo più che altro integrativo, poiché molte informazioni inerenti questo fenomeno sono state ovviate per una ragione o per un’altra; mentre invece, almeno per il sottoscritto, posseggono una base solida e concreta per capire meglio l’origine di questo fenomeno, il quale appare essere di tutt’altra origine. La motivazione che mi ha spinto a scriverne è determinata da alcuni eventi accaduti nel 2009 che potremmo definire “anomali”, i quali mi hanno portato per un certo periodo a condividere, anche se non in toto, la tesi sostenuta dal Prof. Corrado Malanga; tesi che al momento in cui vi scrivo non condivido nel modo più assoluto.

I TEST
Da svariati anni, tra le varia cose di cui mi occupo, eseguo dei test e degli esperimenti nel campo delle frequenze sonore, nel tentativo di osservare e, nei limiti del possibile, rilevare dei cambiamenti nell’umore di alcuni volontari dopo essere stati sottoposti ad una serie di toni sonori prestabiliti. Il metodo di per se è relativamente semplice e anche se si tratta di un’indagine a tutti gli effetti empirica, poiché esprime l’osservazione di un fenomeno durante una o più sessioni di sperimentazione seguendo un metodo specifico, per il momento non possiede ancora alcun valore scientifico; pertanto vi invito a raccoglierla come una pura e semplice esperienza di lavoro.
La modalità con la quale questi esperimenti vengono eseguiti si esplica come segue: dopo aver fatto accomodare un volontario su di un lettino e dopo averlo condotto ad uno stato di rilassamento più o meno profondo, per mezzo di una colonna sonora studiata appositamente, eseguo una semplice scala di 12 toni che vanno dai 11.5 Hz sino ai 128 Hz, per un periodo massimo di 8 secondi di riproduzione per ciascun tono. Successivamente, a caldo, domando al volontario quali siano le sue reali sensazioni ed emozioni in merito, invitandolo a descrivermi in dettaglio e con parole sue tutte quelle micro variazioni corporali che normalmente, ad uno stato maggiormente sveglio e cosciente, è più difficile di percepire. Le testimonianze che emergono tra tutti i casi sinora indagati, 32 in totale, suddivisi tra 15 uomini e 17 donne, riportano interessanti e dettagliate similitudini nelle descrizioni che lasciano ben sperare per una futura e più precisa indagine.
Il pomeriggio del 12 Marzo 2009, ospito nel nostro centro una donna sana di 35 anni, il cui nome per sua esplicita richiesta rimarrà anonimo in questo articolo ma che per comodità narrativa chiamerò il volontario A-12 con il nome di “Barbara”. Domando quindi a Barbara di sdraiarsi sul lettino e di mettersi a proprio agio. Dopo qualche breve suggerimento e scambio di idee circa la procedura metto appunto Barbara tra le mani di una colonna sonora la quale fa da sfondo ad una semplice visualizzazione il cui soggetto viene scelto dal volontario. Dopo aver monitorato sin dall’inizio della sessione le sue onde cerebrali e aver constatato un abbassamento graduale delle onde Beta al minuto 11 della colonna sonora, incomincio l’esecuzione di questi dodici toni. Specifico che la riproduzione di questi toni non possiede un ordine preciso prestabilito. Lascio che sia il computer, in base a una casualità calcolata per mezzo di un algoritmo a scegliere quale tono eseguire e quale saltare. In questo modo l’esecuzione dei dodici toni non è mai identica alla precedente sessione; è quindi sempre diversa e unica per ogni volontario. Questo metodo mi serve per verificare l’ipotesi che le frequenze sonore riprodotte con un ordine specifico abbiano una diversa influenza nel volontario rispetto a quelle riprodotte con un ordine causale. Dopo aver terminato la sessione, eseguo le solite domande di rito, ma con Barbara mi accorgo immediatamente che qualcosa che non torna.
-Descrivimi ora come ti senti.
-Che vuol dire? (mi risponde Barbara. Gli occhi sono ancora chiusi nonostante le abbia chiesto di riaprirli)
-Vuol dire che devi semplicemente dirmi come ti senti adesso.
-Non… Non capisco cosa vuol dire. (Barbara balbetta un po’. Sembra stranamente confusa.)
Mi parve subito chiaro che mi trovavo di fronte a ciò che il Prof. Malanga aveva già ampliamente riportato durante lo studio dei suoi casi, con una piccola ma significante differenza: lui usa l’ipnosi e la PNL (programmazione neurolinguistica), io nessuna delle due; e Barbara, come scoprirò in una conversazione avvenuta in un secondo momento, non aveva mai letto i libri di Malanga, nè mai visto una sua conferenza, nè aveva mai parlato o anche solo avuto coscienza di essere stata addotta da una “razza aliena”. Inoltre, nessuno dei miei volontari era mai andato così in profondità in precedenza, e lo scopo del mio studio era totalmente diverso da quello di cercare gli “alieni”. Con il sistema di proiezione del suono, chi funge da inquirente (e in questo caso io), non ha alcun modo di influenzare il soggetto a dare delle risposte programmate, e da parte mia non c’è stata alcuna induzione volta ad influenzare la volontà del soggetto, se non l’uso di una particolare frequenza sonora specifica che non è costante nel tempo, ma variabile in proporzione di qualche piccolo punto percentuale. Inoltre, secondo il padre della moderna ipnosi Milton Erickson, sarebbe comunque impossibile influenzare e forzare la volontà di un soggetto. Chiaramente, io non posso confutare questa tesi, poiché non ho mai eseguito esperimenti a riguardo, ma era chiaro che Barbara, nonostante tutti gli accorgimenti presi per evitarlo, era entrata comunque in uno stato d’ipnosi molto profonda e marcata. Così, dopo aver letto delle esperienze del Prof. Malanga decido di tentare con qualche domanda più azzardata; domande che il Professore nelle sue ricerche definisce appunto “di controllo”.

-Chi sei tu?, mentre le domando ciò attivo un dittafono per registrare quella conversazione così inusuale.
-Noi siamo.

-Guardati il corpo. Descrivimelo.
-Noi non abbiamo corpo.

-Quanti anni hai?
-Non capiamo cosa vuol dire.

-Conosci allora da quanto tempo sei?
-Da sempre! (Il viso di Barbara sorride e si distende)

A questo punto, verificato ulteriormente che si stava trattando di una situazione analoga come quelle riportate dal Prof. Malanga, decido di spingere l’acceleratore e di passare quindi immediatamente a porre delle domande meno spicciole e più complesse, così le chiedo:

-Sei quella cosa che noi sulla terra definiamo Anima?
-mmmmh… Noi siamo il collante tra lo Spirito e la Materia.

-Potremmo dire che sei la Coscienza? (Barbara sorride compiaciuta e scuote il capo in segno di approvazione)
-Anche!

A questo punto pongo una domanda circa una questione che mi frulla in testa da molto tempo…
-La Coscienza è quindi una cosa fisica?

…e la risposta, sebbene di norma cerchi di rimanere assolutamente impassibile a livello emotivo, mi ha raggelato il sangue per qualche secondo:

-Anche.

Perciò, secondo questa “fonte”, che gli scienziati tedeschi Grazyna Fosar e Franz Buldorf (gli autori del libro “L’intelligenza in rete nascosta nel DNA”) definirebbero più propriamente il frutto di una “ipercomunicazione”, la cui credibilità, specifico, non può affatto essere dimostrata, la Coscienza sarebbe ANCHE un oggetto fisico, e tutto ciò che è fisico, è in qualche modo influenzabile sotto molti aspetti. Il resto della conversazione lo tengo per uno studio più dettagliato poiché il mio scopo in questo momento non è sorprendere ma capire, oppure suggerire una via d’indagine che sia più mirata. E’ doveroso precisare che successivamente il Prof. Malanga ha avuto modo di incontrare la persona in questione e posso testimoniare la sua professionalità e competenza nella gestione della situazione.
Di solito è difficile (ma non impossibile) che una persona si lasci andare così in profondità con l’utilizzo delle frequenze, tanto da entrare in “ipercomunicazione” dopo soli 11 minuti di ascolto, poiché come specificavo prima, nessuna induzione ipnotica viene eseguita sul soggetto. Anzi, la visualizzazione che compie la persona accompagnata dalla colonna sonora, descrive più semplicemente un luogo della natura particolarmente attraente, un luogo che la persona sceglie di visualizzare in base ai suoi gusti ed esigenze, e mai viene suggerito dal sottoscritto. Come facevo dunque ad essermi trovato di fronte a un caso come quelli descritti dal Prof. Malanga, senza usare la tecnica del Prof. Malanga? Che questi fenomeni di “ipercomunicazione” si verifichino anche in assenza di un operatore che guidi il soggetto ad entrare a quel livello d’ipnosi? Sebbene questo mio piccolo esperimento sembri in qualche modo confermare in gran parte il lavoro di Corrado Malanga, visto che durante una sessione assai diversa da quanto esegue il Professore si è verificata comunque la medesima condizione, personalmente sono ancora restio a dare delle valutazioni che siano definitive. L’argomento è quanto mai vasto e controverso, e spesso non tutti i dati risultanti da altre ricerche condotte in merito vengono riportati nella loro interezza. Per esempio, mi verrebbe da domandare, come mai sulle persone che dichiarano di aver avuto esperienze di rapimenti alieni, non sono mai stati eseguiti degli esami specifici volti a rinvenire nel loro sangue la presenza di una determinata molecola chiamata DMT (N-N dimetiltriptamina), ossia: il più potente allucinogeno presente sulla faccia della terra? Ma prima che i diretti interessati possano ‘scaldarsi’ per questa domanda che potrebbe apparire loro come una ‘provocazione’, abbiano la forza di bypassare il giudizio e il rigetto per un istante e arrivare sino in fondo a questo articolo, e scopriranno che in realtà, qualcosa “di più”, esiste davvero e che ‘allucinati’ non lo sono poi così tanto.

LA RICERCA DI RICK STRASSMAN M.D
Nel suo controverso libro DMT: La Molecola dello Spirito, il Dr. Rick Strassman riporta con dovizia di dettagli un’affascinante ricerca durata cinque anni che ha coinvolto ben 60 soggetti volontari sani, avvenuta al Dipartimento di Medicina dell’Università del New Messico. Cosa avevano queste persone in comune a coloro che dichiarano di venire “addotti” dagli alieni? In apparenza, assolutamente nulla.


Rick Strassman

Molti di loro vengono descritti nel libro di Strassman come persone assolutamente ignare di certi fenomeni, e chi è ignaro di qualcosa significa che non ne è a conoscenza, non ha coscienza di quella cosa, ma non significa che ad un livello più sottile e profondo non la sperimenti per davvero. Ma conosciamo meglio il background formativo del Dr. Strassman. Il Dr. Rick Strassman nasce a Los Angeles, California, nel 1952. Frequenta l’Albert Einstein College of Medicine alla Yeshiva University di New York, dove si laurea in medicina con tutti gli onori nel 1977. Nonostante questo il Dr. Strassmann non è esattamente quello che si direbbe un fedele sostenitore del pensiero classico ortodosso. In realtà coltiva in se una forte fede buddista e gran parte del suo lavoro è rivolto al sostegno della moderna psichiatria. Questa dicotomia professionale, dice Strassman, non lo disturba affatto, anzi, afferma che la colpa di questa sua scelta di vita la deve all’influenza di alcuni autori straordinari come Stanislav Grof, Peter Stafford e naturalemente Albert Hofmann (lo scienziato divenuto famoso nel mondo per la scoperta dell’LSD).
Come dicevo, il punto è bollente quanto controverso, e per molti potrebbe essere difficile da digerire, come riporta lo stesso Strassman nel suo libro in questo passaggio:

“Agli estimatori della cultura psichedelica la mia conclusione andrà certamente indigesta, e cioè che la DMT non possiede alcun effetto benefico intrinseco, piuttosto appare maggiormente importante il contesto nel quale le persone assumono questa sostanza; coloro che sono favorevoli al controllo o alla distruzione delle droghe in genere potrebbero considerare ciò che leggeranno come un incoraggiamento all’uso delle sostanze psichedeliche e ad una glorificazione delle relative esperienze; i portavoce e praticanti delle religioni tradizionali potrebbero non accettare l’idea che sia possibile raggiungere reami spirituali più elevati e ottenere informazioni mistiche proprio attraverso queste droghe; probabilmente chi è stato vittima di un “rapimento alieno” e coloro che li sostengono, potrebbero pensare al presente resoconto come una sfida alla “realtà” delle loro esperienze; sia i sostenitori che gli oppositori del diritto all’aborto potrebbero obiettare la mia idea secondo cui il rilascio di DMT dalla Ghiandola Pineale quarantanove giorni dopo il concepimento segni l’ingresso dello spirito nel feto; i neuro-scienziati potrebbero dissentire all’idea che la DMT influisca sulle abilità del cervello di ricevere informazioni, piuttosto che soltanto generare percezioni; potrebbero senz’altro respingere l’idea che questa molecola permetta al nostro cervello di percepire la materia oscura e gli universi paralleli: reami dell’esistenza abitati da entità senzienti.”

In un recente scambio di e-mail con l’amico Strassman abbiamo parlato proprio di questo, della “ansia da rigetto”: Io penso che gli scienziati possano essere di mentalità chiusa contro l’ignoto come chiunque altro; così gli rispondo: Dr. Strassman questi ‘esseri’, per quello che lei ha potuto sperimentare, sono FUORI o DENTRO di noi?” Io penso che questi ‘esseri’ siano fuori di noi, e allo stesso tempo potrebbero essere riflessi del nostro stato interno. E’ difficile distinguere tra queste due alternative, ma è anche imperativo riuscirci per risolvere molti enigmi che ancora ci circondano.

LA DMT
La DMT (N-N dimetiltriptamina) è una molecola illegale inserita nella tabella I del testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e delle sostanze psicotrope, pertanto la sua assunzione è vietata per legge. Ma il fatto paradossale è che questa sostanza, nonostante il severo divieto internazionale di assimilazione, è già presente nel corpo di ognuno di noi! Infatti essa viene prodotta dalla nostra Ghiandola Pineale; in particolar modo i suoi effetti si scatenano maggiormente durante la fase REM del sonno o quando sperimentiamo i cosiddetti sogni “lucidi”: a questi stadi significa che nel sangue questa molecola è presente in quantità più elevate del normale. Rimane presente nel corpo umano per un periodo non più lungo di cinque minuti, e può esserne rilevato il passaggio attraverso l’analisi del fluido cerebrospinale. Per comprendere le ragioni per le quali tutti noi, chi più e chi meno, siamo “sotto l’effetto di questa sostanza durante le nostre notti “movimentate”, mediamente tra le 3 e le 4 del mattino, occorre spiegare che la sua sintesi avviene mediante l’assunzione quotidiana di un amminoacido essenziale, il Triptofano, il quale è presente in più o meno quantità in tutti i cibi di uso comune, come ad esempio la carne, il formaggio, il vino e le uova. Il Triptofano interagisce con la Serotonina (5-idrossitriptamina, 5-HT), e dall’unione di questa interazione vi è una sintesi maggiore di Melatonina, la quale a sua volta muta in una molecola dalla forma assai più caratteristica, la Pinolina, e dalla Pinolina alla DMT.
Secondo Strassman, la DMT sarebbe la molecola che permetterebbe allo Spirito di fare il suo ingresso nel corpo umano, anche se questo ovviamente è dimostrabile solo mostrando le sue personali deduzioni. Difatti, è difficile credere che la DMT possa essere considerata una sostanza così violentemente illegale quando, i bambini durante il periodo del parto, ne hanno il sangue completamente saturo. Come dice una mia vecchia conoscenza, “…la notte, quando sogniamo, dovremmo essere tutti imprigionati e dovremmo subire la completa amputazione della ghiandola pineale perché è un laboratorio di droghe illegali”. Così mi sembra ovvio che alla luce di queste nuove ricerche, ridisegnare nel complesso quella che possa essere l’esperienza chiamata “abduction”, diviene automaticamente necessario.

I MONDI INVISIBILI
Una delle testimonianze maggiormente ricorrenti in coloro che subiscono l’esperienza dell’abduction, è la visione di quello che appare essere il DNA, e nel libro di Strassman, Philip, dopo aver assunto una dose di 0.4 mg/kg riporta:

“Le visioni tornavano indietro attraverso dei tubi, come fanno i protozoi, proprio come fosse l’interno di una cellula, osservavo il DNA roteare a spirale. Avevano un aspetto gelatinoso come dei tubi al cui interno c’erano delle attività cellulari. Era come osservarli al microscopio”

così come Cleo:

“C’era una spirale tipo quella del DNA costituita da cubi incredibilmente brillanti. Ho “sentito” quei cubi nel momento stesso in cui la mia coscienza vi si trasferiva”

e Sara, che nel libro descriverà un’intensa esperienza di contatto con una ‘entità’, sul DNA descrive:

“Ho sentito la DMT liberare l’energia della mia anima e spingerla attraverso il DNA. Questo è quello che è accaduto quando ho perso il mio corpo. C’erano delle spirali che mi hanno ricordato cose che avevo visto nel Chaco Canyon. Forse era DNA. Forse gli Antichi lo sapevano. Il DNA si muove nell’universo come in un viaggio spaziale. Bisogna essere senza corpo per poter viaggiare. E’ ridicolo pensare ai viaggi spaziali in piccole navi.”

La cosa che non torna nelle testimonianze appena riportate è la ragione stessa per la quale queste persone condividano tra di loro la medesima visione: il DNA. Se quella appena descritta fosse semplicemente una banale ‘allucinazione’, per quale motivo questo soggetto ricorre così spesso in persone così diverse? Questo è un punto focale sul quale dovremmo concentrarci, poiché non esiste alcuna ragione al mondo per la quale quella che viene considerata da tutti come una banale ‘allucinazione’, sebbene diversificata in taluni aspetti, sia la medesima in molte persone. Non c’è ragione al mondo se non determinare, anche se nell’ambito del teorico, che l’esperienza sia a tutti gli effetti ‘reale’. Riguardo alle esperienze di contatti con altre entità le descrizioni presenti nel libro di Strassman sono le più disparate, ma casualmente riportano tutte le medesime condizioni che vengono riportate dai cosiddetti “addotti” di Malanga e di tanti altri, mentre ricordiamolo, l’intera esperienza si verificava sotto il rigido controllo di laboratorio in una facoltà di medicina. Ci tengo a precisare che questa nuova visione del “rapimento alieno” non rende affatto l’esperienza degli “addotti” meno veritiera e traumatica, anzi, occorrerebbe dare una più corretta definizione di quello che normalmente definiamo come “allucinazione”, poiché forse, non solo potrebbe essere male interpretato, ma che la realtà vissuta dalla persona durante questi stati di coscienza, possa essere reale tanto quanto questa “realtà”. Nessuno può dimostrare la veridicità di questa esperienza che definiamo “vita”. Nessuno.
Una teoria che non può essere falsa è sicuramente falsa, cioè è una falsa teoria scientifica. Esistono teorie che non possono essere false? Certamente si. Facciamo un esempio: “La sedia su cui state sedendo ogni volta che non è osservata (vista, fotografata, ripresa da un qualsiasi tipo di sensore…) diventa immediatamente un ‘gatto’. Appena osservata ridiventa immediatamente una sedia.” Vi invito a trovare un qualche tipo di esperimento che possa falsificare quanto sopra affermato. Lascio inoltre alla vostra fantasia trovare, anche nella vita comune, altri esempi. – Mario Bruschi (Dipartimento di Fisica Universita` “La Sapienza”)

Così Stephen Szàra in Ungheria, un paziente riferito come affetto da schizofrenia, dopo un’alta dose di DMT intramuscolare descrive quanto segue:

“Ho visto dei sogni così strani, ma solo all’inizio… successivamente ho visto delle strane creature, nani o qualcosa del genere, erano neri e si aggiravano tutto intorno”

La cosa interessante è che dalle testimonianze emerge che più alta è la quantità di DMT assunta dal soggetto, più traumatica risulta l’esperienza con questi “esseri”. Un team di ricerca americano diede la DMT a dei pazienti riferiti come affetti da schizofrenia. Dei nove soggetti l’unica che riuscì a dire qualcosa della sua esperienza, racconta Strassman, fu una donna che dopo aver assunto una dose robusta di DMT da 1.25 mg/kg disse:

“Ero in un posto molto grande e loro mi stavano facendo del male. Non erano umani… erano orribili! Stavo vivendo in un mondo di persone arancioni”

All’ottavo minuto dalla sua iniezione, Karl, descrisse questo incontro:

“Era davvero strano. C’erano molti folletti. Erano birichini, sfacciati, forse quattro di essi sono apparsi ai bordi di una strada interstatale su cui viaggio regolarmente. Avevano il pieno controllo della scena, era il loro terreno. Erano alti più o meno come me. Reggevano dei cartelloni, mostrandomi queste incredibilmente belle, complesse e svolazzanti scene geometriche contenute in essi. Uno di loro mi immobilizzò. Non era una questione di controllo; loro avevano il controllo assoluto. Volevano che guardassi! Ho sentito delle risatine soffocate; i folletti ridevano o parlavano velocemente, chiacchierando, cinguettando.”

Aaron, circa dieci minuti dopo la sua iniezione strinse le spalle e sorridendo disse:

“All’inizio c’è stata una serie di visioni tipo mandala, simili a ‘fiori di giglio’. Poi una cosa simile ad un insetto cavalletta mi è arrivata proprio in faccia, librandosi su di me man mano che la droga entrava. Questa cosa mi ha risucchiato fuori dalla mia testa nello spazio extraplanetario, un cielo molto nero con milioni di stelle. Mi trovavo in una enorme sala d’aspetto, o qualcosa di simile. Era molto lunga. Mi sentivo osservato da quell’insettoide e da altri come lui. Poi hanno perso interesse. Sono stato portato nello spazio e osservato.”

Dopo una successiva dose elevata, Aaron riassunse così i suoi incontri con questi esseri:

“C’è un risvolto sinistro, qualcosa di alieno, di insettoide, un aspetto non proprio piacevole. Non si tratta di una cosa del tipo ‘ti prenderemo figlio di puttana’. E’ molto di più. E’ come essere già in loro possesso. Durante l’esperienza si ha la sensazione di qualcuno o qualcosa che ha il controllo. E’ come se tu ti debba difendere da loro, chiunque essi siano, ma loro sono certamente lì. Io sono consapevole della loro presenza e loro altrettanto della mia. E’ come se avessero un’agenda. E’ come camminare in un differente quartiere, dove non sei proprio sicuro di quale sia la loro cultura.”

Dimitri invece, vive questo contatto in modo totalmente diverso:

“La prima cosa che ho notato è stato un forte bruciore nella parte posteriore del collo. Poi c’è stato questo mormorio forte ed intenso. All’inizio sembrava che venisse dal ventilatore, ma poi mi sono accorto che era spento. Così quel rumore ha cominciato ad inghiottirmi. Mi sono lasciato andare e poi … WHAM! Mi sono sentito come se fossi in un laboratorio alieno, in un letto d’ospedale come questo, però ero ‘là’. Una specie di piattaforma d’atterraggio o un’area di convalescenza. C’erano degli esseri. Io cercavo di farmi un’idea di cosa stava accadendo. […] Avevano uno spazio pronto tutto per me ed era incredibilmente non-psichedelico, così sono stato in grado di prestare attenzione a tutti i dettagli. C’era una creatura, sembrava una cavalletta. Era predominante e sembrava essere dietro a tutto quanto, supervisionando ogni cosa. Gli altri erano solo degli attendenti. […] Non è stata una di quelle adduzioni aliene di cui avevo sentito parlare. Questi esseri erano amichevoli. Io sentivo di avere un legame con loro. Lui stava per dire qualcosa a me e viceversa ma non riuscivamo a stabilire un contatto. Era come un vincolo sessuale, non un rapporto sessuale in se, ma una totale comunicazione corporea. Ero pieno di sentimenti d’amore per loro. Il loro lavoro era certamente collegato alla mia presenza. Di cosa si trattasse esattamente rimane un mistero.”

Le testimonianze appena riportate, sono solamente alcune di un resoconto molto più ampio e completo che appare nel libro di Rick Strassman, e andando maggiormente in fondo alla questione, per chi ne è a conoscenza, diviene facile il paragone a certe esperienze riportate da Teofilatto Simocatta, uno storico bizantino del VII secolo a.C, nella sua traduzione dall’arabo al greco del famigerato testo ‘maledetto’ Al azif, attribuito ad un poeta definito ‘pazzo’, tal Abdul al Azreq. Per paragone, riporto di seguito alcuni passaggi tratti da questa traduzione, nella quale potrete certamente scorgere alcune interessanti similitudini.

“Cercate di capire che tutte le scienze e la sapienza di questo mondo non potranno mai darvi una comprensione neanche lontana di quello che è in realtà il mondo: ed è un bene per le nostre piccole menti che sia così perché solo in questo modo riuscirete a cullarvi in un guscio di illusoria sicurezza. […] In realtà la vera natura del mondo non è la bella architettura ordinata di sfere rotanti che i vostri filosofi immaginano ma una distesa sterminata di spazio ‘caotico e fluttuante’ che si agita e si contorce come le onde e le correnti di un mare in tempesta. Ed in questi spazi, al di fuori della piccola logica umana, sono gli spazi stessi che hanno vita e danno forma a vortici e condensazioni e grumi di qualcosa che non è facile definire – e forse è bene che sia così – ma che si intuisce essere sempre al limite della manifestazione ai nostri miseri sensi umani. […] Sono questi quelli che i pochi che ne conoscono l’esistenza e non sono definitivamente impazziti chiamano gli Altri Dei che vivono negli spazi esterni e non amano essere disturbati da preghiere o richieste o anche soltanto pensieri troppo insistenti. Sono questi quelli a cui alludono alcuni antichi sapienti quando dicono, in modo altrimenti incomprensibile parlando di un demone, che «il suo nome è legione»: ora infatti è terribilmente chiaro perché. Sono questi ancora quelli che le nostre piccole menti si ostinano a considerare maligni e diabolici mentre in realtà sono soltanto totalmente al di fuori della mente umana tanto da rappresentare realmente per noi l’ultima perfezione del terrore senza nome. Sappiate però che il terrore che ci ispirano non deriva tanto da una loro reale natura maligna secondo le nostre valutazioni ma dalla nostra coscienza del caos cosmico più completo, profondo e senza speranza di cui sono la manifestazione ed in cui il nostro piccolo mondo ordinato viene sballottato senza fine.”

Il testo, procede con la descrizione delle sensazioni del protagonista, e successivamente con gli incontri con questi esseri.

“Già di fronte ai più vicini e più piccoli la mente umana che osa osservarli si ritrova in preda al terrore più folle perché si rende conto di essere a sua volta oggetto di mostruosa osservazione e attenzione da parte del Caos cosciente con sensi che vanno al di là della comprensione umana. Alcuni dei minori di questi vortici penetrano spesso anche all’interno del nostro cosmo ordinato ed allora noi li conosciamo, tra l’altro, sotto forma di quelli che i sapienti latini chiamano spiriti degli elementi e si illudono di conoscerne la natura e di sapere come evocare e dominare: se soltanto sapessero di quale sterminato e mostruoso esercito essi sono le pressoché inoffensive avanguardie non vorrebbero avere più nulla a che fare con loro e se ne terrebbero accuratamente alla larga. Ma anche in altri modi essi compaiono in mezzo a noi perché ricordatevi che la loro natura non è altro che spazio raggrumato e dotato di una qualche mente diffusa: possono quindi entrare in tutto e attraversare tutto senza trovare ostacoli e impedimenti. Ogni cosa può essere abitata e animata da queste avanguardie degli Altri Dei […] Ed anche questo era stato visto da qualche antico sapiente che aveva parlato dell’inferno e dei demoni che lo abitano ed aveva detto che, man mano che si sale nella gerarchia diabolica, si trovano esseri sempre più idioti e sempre più disprezzati dagli stessi demoni loro sottoposti: i valori del Male e del Caos sono l’inversione di quelli del Bene e del Cosmo. Anche qui però il sapiente aveva visto appena uno spiraglio della vera realtà ultima perché questi esseri non sono Limitati in un inferno qualunque ma abitano tutto lo spazio – sono anzi tutto Io spazio- dilatato oltretutto in misura inconcepibile rispetto al nostro piccolo e ridicolo cosmo di cui andiamo tanto orgogliosi e perché, ancora, questi esseri in realtà non sono cattivi secondo le grette regole che Arabi e Cristiani si sono inventate credendo di codificare il Bene ed il Male: sono invece il Male più completo in quanto capaci per loro stessa natura di dare l’angoscia più abissale e definitiva semplicemente perché sono il Caos cosmico sempre sul punto di irrompere in mezzo a noi per travolgere completamente e definitivamente ogni nostro fondamento e certezza e trascinarci in spazi che per nostra fortuna non riusciamo neanche lontanamente ad immaginare.”

La Cosmologia e la Cosmogonia presenti nell’Al azif, è senz’altro l’anticamera delle moderne esperienze di abduction aliena, le quali descrivono appunto la presenza tangibile di ‘esseri’, spesso definiti immondi, orribili e dall’odore nauseabondo che vivrebbero al di là di quello che sembra essere il ‘velo’ illusorio che descrive i confini della nostra ‘realtà’. Determinare che queste testimonianze siano fasulle o reali, non è compito di questo lavoro, ma procedere con curiosità diventa imperante in quanto la somiglianza nei dettagli descritti dalle moderne esperienze rispecchiano sotto molti aspetti molti racconti gnostici del passato. Nel prosieguo di un dialogo con il volontario “Barbara”, a proposito di quanto letto emerge un discorso interessante.

-Loro, dice Barbara in ipercomunicazione, i predatori, si comportano come in un gioco. Immagina una scacchiera, dove le pedine sono ferme perché è come se fossero “morte”. Chiunque tenti di muoversi, viene visto immediatamente … così, deve fare uno sforzo per spostarsi. Deve cambiare posizione.

-Cosa intendi per “cambiare posizione”? Deve spostarsi nell’asse della Coscienza? le domando, riferendomi a una delle asserzioni di Corrado Malanga in un suo studio teorico.
-Deve evolvere. La questione in ballo è solo la liberazione dell’Uomo.

-Queste entità quindi cercano di impedircelo?
-E’ così.

-Quindi, se non ho capito male, chi non interagisce con una forza o con quell’altra, perciò rimane neutrale, cosa succede?
-Succede che vive tranquillo, in pace, sereno… con l’unica differenza che lo fa in eterno. Per come siete abituati a calcolare voi il tempo, colui che non interagisce torna qui e vive per miliardi di vite le medesime condizioni. Non evolve. Tornando all’esempio del nostro gioco sulla scacchiera, significa che è una pedina “morta”. O come dicevano i vostri antichi, “dorme”.

-Mentre invece chi decide di interagire?
-Viene visto.

-Quindi? Chi ha deciso di non rimanere più in questo gioco, viene visto e perseguitato?
-Si, è così. Quindi deve spostarsi per non venire ‘preso’.

-Come può dunque una persona che ha deciso di evolvere, quindi di “muoversi” sulla scacchiera di questo gioco, sapere che sta affrontando la strada giusta per la sua liberazione?
-Deve fare.

-Deve fare? Puoi essere più specifica? Che significa che “deve fare”? Cosa deve fare?
-Deve semplicemente lasciarsi andare, andando oltre le apparenze, poiché queste “apparenze” sono solamente un costrutto di questi “predatori”. Vedi oltre. Vai oltre a tutto questo, e se ti riesce, vai oltre persino te stesso.

La conversazione che avete appena letto è il risultato di più di una sessione, durante le quali abbiamo sempre eseguito la medesima tecnica: l’applicazione di suoni specifici senza l’uso dell’ipnosi. Ora, lungi da me dal dare pieno credito a quanto riportato da questa fonte, sia chiaro questo, poiché è di fatto impossibile determinare la credibilità di questo tipo di ipercomunicazioni, così come troppo spesso viene fatto in certe sessioni durante le quali alcuni individui asseriscono di “canalizzare” entità, alieni e chi più ne ha più ne metta, pronti a dispensare messaggi salvifici a tutti gli astanti presenti; ciò che però sono più interessato sono i dettagli, e le domande che mi sono posto per dare ulteriore slancio a questo studio sono le seguenti:

Può un libro, un testo o una qualsiasi fonte del passato, venire odiernamente riproposta in queste ipercomunicazioni, confermando quindi al 99% l’esistenza di quella che Carl G. Jung definiva “inconscio collettivo”? Può l’esperienza chiamata “abduction”, così come molte altre, essere il frutto di una o più informazioni già presenti nell’inconscio collettivo, e che loro, gli “addotti”, attraverso una sintesi più abbondante di questa molecola, la DMT, diventano abili in qualche modo di ‘captarle’ e ‘condividerle’ con gli altri?

Se immaginassimo per un solo istante l’inconscio collettivo come l’estensione di una immensa rete di computer collegati tra di loro, i quali, sappiamo, sono in grado non solo di condividere l’intera informazione ma di modificarla, alterarla ed ampliarla, proprio come accade quotidianamente con i documenti condivisi sulla rete, mutandone quindi certi aspetti e parametri che prendono corpo in certe esperienze collettive, tra cui quelle definite “abduction”. E poi ancora:

Sono le persone che vivono queste esperienze, spesso traumatiche, delle “radio rice/trasmittenti”?, sensibili a l’emissione, più o meno volontaria, di certe onde elettromagnetiche presenti intorno a noi, per mezzo di una risonanza con questa molecola?

Sono tutte domande alle quali non è facile dare delle risposte, mi sembra ovvio, ma non sono nemmeno scartabili a priori. In proposito a quanto poc’anzi riferito, vorrei portare all’attenzione un Gioco di Ruolo edito nel 1991 chiamato Kult: Oltre il velo
  • , degli autori svedesi Gunilla Jonsson e Michael Petersén, la cui trama prende ampliamente spunto dallo gnosticismo:

    “La Realtà, così come la conosciamo, è una menzogna. Un’illusione creata per tenere l’umanità ignorante e prevenire il suo Risveglio. Oltre questa facciata, qualcosa di più vasto e oscuro attende la Vera Realtà, dove il Paradiso e l’Inferno lottano per rimpiazzare un dio oramai scomparso che potrebbe anche essere morto. Gli umani vengono tratti in questo scontro mentre l’illusione si infrange, indebolita dal Tempo e dalla fede perduta. Sempre più persone ottengono la capacità di vedere oltre l’illusione e cominciano a non credere più alle vecchie verità. Le leggi della natura si dimostrano più deboli di quel che credevamo una volta. La magia è una realtà. E nulla è davvero ciò che sembra. Kult è un universo contemporaneo fittizio, ambientato nel mondo di grandi, oscure città industriali. E’ un mondo dove la perversione degli uomini ha a che fare con gli orrori provenienti dall’altra parte di una vera, invisibile realtà. Sotto la superficie, passioni primitive ancora tenute a freno dalla moralità di civiltà passate, crescono e festeggiano fino ad erompere in malata perversione. Gli insegnamenti occulti possono essere utilizzati per creare varchi su mondi differenti, e trarre potere da ciò che è sconosciuto. Ma solo pochi (se ce ne sono) tra gli umani sanno davvero qualcosa sul potere che richiamano. Presto o tardi, verranno tutti consumati da demoni che non potranno controllare…”

    In Svezia, Kult, è saltato agli onori della cronaca svariate volte, e nel 1997 il cuore delle regole principali del gioco fu motivo di una mozione al Parlamento svedese, la quale faceva riferimento ad un omicidio avvenuto i una piccola citta nel sud della Svezia chiamata Bjuv, dove un quindicenne fu ucciso da due bambini i quali, secondo la mozione legale, dichiararono di aver agito sotto l’influsso del gioco. Ma non fu l’unico caso. Un ragazzo di 16 anni si suicidò con un fucile nel novembre del 1996.

    CONSIDERAZIONI FINALI
    Al di là della trama che avete appena letto, molto suggestiva ed attuale a dire il vero, occorrerebbe davvero domandarsi se la divulgazione di certe informazioni, avvenute negli ultimi anni, non sia stata davvero il frutto di una propaganda iniziata una trentina d’anni fa, voluta da qualcuno, la quale abbia generato a sua volta una linea di pensiero volta a destabilizzare completamente quelle che consideriamo le nostre piccole certezze quotidiane. Certo nessuno può arrogarsi il diritto di affermare che queste entità o questi “alieni a noi” non esistano nella forma in cui vengono proposti nelle testimonianze, e tanto meno che quelli che noi abbiamo sempre definito come demoni non siano altro che questi ‘alieni’. Io stesso sono incline a pensare che vi sia davvero una sorta di “mente” atavica la quale da secoli, se non addirittura millenni, manovri le sue “armate” per i suoi propri scopi, ma per rimanere su reami della comprensione più umani, ho bisogno necessariamente di “RIFIUTARMI DI CREDERE”. Penso quindi che sia il caso di fermarsi un attimo a ragionare bene, con le nostre meningi razionali ben salde, sulle reali motivazioni per le quali avvengano questi fenomeni e per quale ragione proprio in questo periodo si manifestino con tale veemenza. Propongo quindi che vengano eseguiti degli studi più accurati del fenomeno ‘abduction’, evitando di prendere in considerazione solamente la via della “psichiatria”. Svegliatevi, queste persone sono tutt’altro che pazze! Ma occorrerebbe comprendere maggiormente quali caratteristiche possieda il loro sistema endocrino. Ritengo che la partita si giochi tutta entro quei reami. Infatti, nel 1980, alcuni studi misero in evidenza il fatto che il cervello dei cosiddetti “seguaci del misticismo”, aveva la capacità di secernere neurotrasmettitori come la Pinolina e la DMT ventiquattro ore al giorno, rispetto all’uomo comune. Cosa siano ‘realtà’ e ‘realtà parallele’ credo sia ancora presto per determinarlo, dobbiamo costruire una scala di valori con i quali confrontarci. Sappiamo solo una cosa in merito, che a mio avviso, non può venire scartata a priori: nel passato, certe informazioni sono state divulgate e condivise a un pubblico sempre più vasto, e con l’avvento della rete internet queste informazioni sono state maggiormente diffuse e col tempo alterate, modificate e per certi aspetti si sono ‘evolute’, così come di pari passo si sono evolute le descrizioni di certi ‘alieni’ e di certi ambienti ‘alieni’. Possiamo escludere dunque la possibilità che il mondo ‘parallelo’ che descriviamo in determinati stati di coscienza, non sia altro che una manifestazione delle nostre angosce e paure? Possiamo escludere la possibilità di essere noi stessi i creatori di queste creature, le quali a loro volta, una volta divenute auto-coscienti cercano di passare da questa parte usandoci come portali, invitando le persone con le quali entrano in contatto a credere totalmente in loro? E’ plausibile pensare che queste ‘entità’ incorporee vogliano sfruttarci per ‘passare’ da questa parte? Speculazioni a parte, credo vi sia un grave pericolo nell’aria e che si dovrebbe stare maggiormente attenti a dare credito a ciò che si sperimenta, poiché in questo modo si potrebbe concedere vita a qualcosa che una vita propria non ce l’ha, ma che vive e si nutre delle nostre angosce e delle nostre peggiori paure.
    Spero non me ne voglia il caro amico Malanga, rispetto il suo lavoro, davvero. I risultati che ha ottenuto nelle sue sperimentazioni sono interessanti e varrebbe la pena di approfondirli, ma credo che vadano affrontate tutte le possibilità poiché in questi temi non possiamo permetterci il lusso di escludere niente a priori. Ogni mossa futura, abbandonata a se stessa e allo psichismo più gretto nel quale è evidente stiamo cadendo, potrebbe essere nient’altro che un altro tentativo di creare una nuova mentalità medioevale, la quale potrebbe richiedere nuovamente l’intervento di un’altra inquisizione.

    RIFERIMENTI
    [01] Dr. Grahame Blackwell: Bioelectromagnetics 23:488495 (2002) – Calcite Microcrystals in the Pineal Gland of the Human Brain First Physical and Chemical Studies
    [02] Force RW, Hansen L, Bedell M – Psychotic episode after melatonin; Ann. Pharmacother., 1997; 31: 1048; Physicians’ Desk Reference, 340
    [03] Voorduow BC, Euser R, Verdonk RE et al., Melatonin and melatonin-progestin combinations alter pituitary-ovarian function in women and can inhibit ovulation; J. Clin. Endocrinol. Metab. 1992; 74:108-117
    [04] Dr. M. Leino: 6-Methoxy-tetrahydro-beta-carboline and melatonin in the human retina.: Exp Eye Res: 38:3:325-30 (1984)
    [05] Kawashima Y; Horiguchi A; Taguchi M; Tuyuki Y; Karasawa Y; Araki H; Hatayama K: Synthesis and pharmacological evaluation of 1,2,3,4-tetrahydro-beta-carboline derivatives.: Chem Pharm Bull (Tokyo): 43:5:783-7 (1995)
    [06] Dr. J. C. Callaway, Mechanism For Visions of Dream Sleep. Department of Pharmacology & Toxicology, University Of Koupio, Finland.
    [07] Langer SZ; Lee CR; Segonzac A; Tateishi T; Esnaud H; Schoemaker H; Winblad B: A-4630. Eur J Pharmacol: 102:2:379-80 (1984).
    [08] Yao Hsueh Hsueh Pao 1995;30(9):715-7. Li GW, Liang PG, Pan GY Cancer Center, Sun Yat-Sen University of Medical Sciences, Guangzhou.
    [09] McKenna T. – Apocalisse Gioiosa: funghi sacri, UFO, realtà virtuale e tribale – Stampa Alternativa, Roma – 1998.
  • Ringrazio Gianmaria per la segnalazione
    [10] Evans Schultes R. / Hofmann A. – LES PLANTES DES DIEUX – editions du Lizard, Paris – 1993.
    [11] it.wikipedia.org/wiki/Kult
    [12] www.rickstrassman.com
    [13] www.darkroom432hz.net/scienza.php
    [14] www.riksdagen.se/webbnav/index.aspx?nid=410&typ=mot&rm=1997/98&b...
    [15] Malanga Corrado, Alieni o Demoni, Chiaraluna
  • Sheenky Oo
    00venerdì 19 ottobre 2012 11:43
    IL RAPPORTO COMETA TRADOTTO IN ITALIANO

    Fonte: danilo1966.iobloggo.com/611/il-rapporto-cometa-traduzione-...

    E’ un grande piacere per me proporvi, la traduzione in lingua italiana del famoso documento scientifico redatto dal comitato COMETA, un’associazione privata composta da consulenti militari dell’Istituto di Alti Studi della Difesa Nazionale (IHEDN) e scientifici, alcuni dei quali provenienti dal CNES (Centro Nazionale Studi Spaziali), la NASA francese.
    La relazione, intitolata “Rapporto Cometa: a quoi doit-on se préparer?” fu redatta sulla base dei dati pervenuti dalla Gendarmeria nazionale, dalle Forze Armate e dal SEPRA l’organismo del CNES che si occupava del fenomeno UFO.
    Scopo di questo documento era quello di valutare dal punto di vista scientifico la reale consistenza del fenomeno, la nostra connessione con esso, l’origine ed il fine. E’ considerato, al giorno d’oggi, un documento importante che assesta un duro colpo agli “scettici”: in esso, infatti, si afferma la probabile origine aliena degli UFO, guidati da intelligenze esterne al nostro pianeta ed aventi a disposizione una tecnologia incredibilmente superiore alla nostra. Nonostante qualcuno si ostini ancora a tacciare questo documento come mera disinformazione, la gran parte dell’opinione pubblica considera il rapporto Cometa un grande passo in avanti nella ricerca della verità e, in qualche modo, un’aperta accusa o una sfida a coloro che sono considerati gli attuali detentori del segreto su questo mistero.
    Nel ringraziare, anticipatamente, coloro che leggeranno ed apprezzeranno questo mio ultimo lavoro divulgativo, mi preme menzionare e ringraziare il Sig, Natale N., collaboratore prezioso, e il Generale Bernard Norlain, ex direttore dell’IHEDN francese che ha autorizzato il sottoscritto alla traduzione in italiano ed alla pubblicazione online del presente documento.
    Buona lettura…!

    skydrive.live.com/?cid=25da10c63e28f63f&id=25DA10C63E28...
    Sheenky Oo
    00sabato 20 ottobre 2012 13:13
    SIOANI: GLI ARCHIVI PERDUTI DELL'ESERCITO BRASILIANO

    Articolo di Pablo Villarrubia Mauso

    Decine di resoconti evidenziano l’insolita attività UFO nel Paese sudamericano. Esseri dalla strana morfologia che supplicano un po’ d’acqua agli attoniti testimoni; umanoidi che sparano e paralizzano un gruppo di contadini; dozzine di avvistamenti di oggetti volanti a forma di cappello, che provocano interruzioni della fornitura elettrica... Questi e molti altri furono i casi UFO investigati da un gruppo di militari dell’Aviazione brasiliana, tra la fine degli anni ’60 e il 1972.
    Ora, questi X Files sono stati trovati da un ufologo... Alba del 26 Settembre del 1968, ore 4.30 circa, ospedale di Lins (stato di San Paolo, Brasile). L’infermiera Maria José Cintra si era appena alzata e stava preparando la colazione. All’improvviso udì un rumore molto strano proveniente dall’esterno, simile a una frenata di automobile. Alzando la persiana della sua abitazione, vide una donna in piedi, estatica. Maria le chiese: «Vuole entrare? Aspetti un momento, che le apro la porta...». L’infermiera si mise il camice bianco da lavoro e uscì per raggiungere la sconosciuta. Di nuovo cercò di appurare se desiderasse entrare in ospedale, ma costei si limitò a pronunciare alcune parole incomprensibili.
    Allora, l’infermiera si convinse che quella donna di poco più di 1.60 m di altezza, non era normale: indossava un mantello azzurro chiaro, brillante, con le maniche larghe, come fosse una tunica. In vita aveva un cinturone color
    piombo e in testa portava una specie di cuffia simile a quelle dei nuotatori.

    Un extraterrestre in ospedale
    In quel momento, davanti allo sguardo attonito di Maria Cintra, la donna stese un braccio e mostrò una sorta di recipiente molto bello, di circa 20 cm, brillante e battuto. L’infermiera interpretò la cosa come se le stesse chiedendo dell’acqua.
    Allora, entrambe camminarono fino a un rubinetto situato nel corridoio dell’ospedale, a una distanza di 30 m. Lì si fermarono e la sconosciuta si fissò su certi veicoli che si trovavano lì parcheggiati, quello dell’amministratore e del medico di guardia. Nel mentre, l’infermiera riempì d’acqua il curioso recipiente e lo porse alla visitatrice, la cui risposta fu: «Embaura, embaura». Maria interpretò quelle parole come una dimostrazione di gratitudine e accompagnò la donna all’uscita dell’ospedale. Però, invece di passare per il marciapiede, attraversò il giardino.
    Fu in quel momento che Maria Cintra vide una luce intensa, di grandi dimensioni e a forma di pera, che fluttuava a circa un metro dal suolo. Stupefatta, la donna vide che dalla parte inferiore dell’oggetto usciva una mano che afferrò la strana visitatrice, la quale salì fino all’interno del veicolo non identificato. Maria Cintra cominciò a gridare e corse per nascondersi nella sua abitazione. Più tardi raccontò l’accaduto all’amministratore e sua moglie.


    Maria Cintra

    All’alba osservò, in compagnia di altri impiegati dell’ospedale, le orme dei suoi zoccoli impresse nel pavimento cerato del corridoio, insieme ad altre di diversa forma, con la punta fina, però senza tallone. In teoria, questo caso avrebbe potuto spiegarsi come frutto di una semplice allucinazione, se non fosse stato per l’investigazione portata avanti da quattro militari dell’Aviazione Militare brasiliana, i quali scoprirono alcune piste sconcertanti.
    Giorni dopo l’accaduto, apparvero in ospedale il maggiore Gilberto Zani de Melo, il sottufficiale Aragão, il tenente Carvalho del IV COMAR (Comando Aereo Regionale di São Paulo) e il sergente Horst della base aerea della Forza Aerea Brasiliana (FAB), nella vicina città di Bauru.
    Proprio come un vero X File, i militari interrogarono di persona i testimoni e ispezionarono in situ il luogo della strana apparizione. Accompagnati dall’amministratore dell’ospedale, Job Silva, interrogarono il medico di guardia e altri lavoratori che, nella notte prima dell’apparizione della strana donna, osservarono in cielo una bolla di luce che fece diversi movimenti nel corso di vari minuti. Un paziente, Leonzio Nunes Viana, di 44 anni, che occupava il letto n. 59, raccontò che per la notte si sedette sul bordo del letto e, pietrificato, vide una specie di fuoco giallo che illuminava la finestra e parte della sua abitazione. L’oggetto, situato a circa 150 m di distanza e a un metro e mezzo dal suolo, lanciava bagliori colorati. Avvicinandosi alla finestra, poté vedere perfettamente che l’UFO era rotondo e presentava, nella parte superiore, una cupola trasparente.
    Al suo fianco tre esseri vestiti con una specie di tuta bianca si muovevano al suolo. Dopo alcuni minuti, la luce si “spense” definitivamente.

    I militari investigano
    I quattro militari si avvicinarono anche al luogo dove Maria Cintra aveva osservato la “pera volante”, accorgendosi che parte dell’erba era bruciata. A lato spiccava una depressione del suolo di circa due metri di diametro e una profondità di 15-20 cm. Gli ufficiali dell’Aviazione brasiliana (FAB) scattarono un buon numero di foto del luogo e prelevarono campioni di terra, che inviarono all’Istituto Tecnologico di Sao José dos Campos per l’analisi. Con il passare del tempo, fu chiaro che nessun vegetale fosse tornato a crescere in quell’orma impressa sul terreno. Nell’anno in cui l’uomo andava sulla Luna per la prima volta nella storia, nel 1969, alti comandi della FAB creavano nella città di San Paolo il primo organo ufficiale dedicato all’investigazione sul fenomeno UFO.
    Nasceva così il Sistema de Investigação de Objetos Aéreos Não Identificados (SIOANI, Sistema di Investigazione di Oggetti Volanti Non Identificati), comandato dall’allora maggiore dell’Aeronautica José Vaz de Silva. Erano in realtà due uomini che di fatto comandavano e coordinavano le investigazioni di campo per tutto il territorio brasiliano: il maggiore Gilberto Zani de Melo e il tenente João Edney Carvalho Ribeiro, che mostravano un interesse personale per l’enigma degli oggetti non identificati, anche prima di formare parte del SIOANI. Il caso di Maria Cintra, che finiamo di esporre, fu uno di quelli che motivarono la creazione del gruppo di investigazione militare.

    Il bollettino del SIOANI
    Nel Marzo del 1969, il SIOANI pubblicò il suo primo bollettino informativo, di 22 pagine, contenente le linee principali dell’organizzazione. In sostanza, definiva il proprio lavoro come «un insieme di risorse personali e materiali, destinato all’inchiesta e all’investigazione scientifica del fenomeno degli oggetti volanti non identificati». Emergeva che la maggior parte dei casi – di un’ondata che vi fu nel 1968 – aveva luogo nello stato di San Paolo e nelle località desertiche e in generale i testimoni erano umili lavoratori.
    L’autore del testo introduttivo accusava la stampa di “sensazionalismo” nell’affrontare gli avvistamenti UFO, gli ufologi civili che criticavano la FAB e le autorità statunitensi di occultare l’opinione pubblica le sue investigazioni nel campo degli oggetti non identificati. Ciò nonostante, i membri del SIOANI usufruivano anche delle notizie della stampa, per cominciare le indagini. I direttori del SIOANI mostravano di voler “reclutare” volontari, principalmente tra diversi enti di studio, affinché collaborassero con i militari nella compilazione dei casi. Il linguaggio impiegato nel bollettino era tipico dei comandanti della dittatura militare che governava il Brasile in quegli anni grigi e di estrema repressione. I militari pretendevano che la gioventù si entusiasmasse per l’astronomia e i viaggi nello spazio, sempre con il consueto “ordine e disciplina”. Curiosamente, il SIOANI lasciava aperta una porta per la divulgazione delle sue investigazioni, questo sì, nei mezzi di comunicazione selezionati dai militari: «È interesse del sistema che il pubblico sia costantemente ben informato». Nonostante «qualunque intromissione indebita nell’area di lavoro del SIOANI o nelle sue vicinanze o la deformazione delle notizie saranno energicamente represse e i suoi autori incolpati». In nessuna delle pagine di questo primo bollettino si menziona il nome dei membri del SIOANI e nessuno ha firmato il regolamento. Nel 1972, senza una ragione apparente, l’organizzazione cessò le sue attività e da allora niente più si seppe delle sue investigazioni, né delle notizie redatte sopra le stesse.

    Il tesoro dell’ufologia brasiliana
    L’ufologo brasiliano Edson Boaventura, del Grupo de Investigaçôes de Guarujá (GUG – www.gug.com.br), ha trascorso più di dieci anni seguendo la pista dei rapporti militari sugli UFO dell’Esercito Brasiliano. La sua continua ricerca ebbe i suoi frutti nel 1997, quando il maggiore Gilberto Zani de Melo gli fornì la pista chiave per localizzare gli espedienti del SIOANI. Questa informazione lo condusse fino a una città all’interno dello stato di San Paolo e a un militare dell’Aeronautica. «Finalmente, trovai le cassette con buona parte del materiale. Erano buttate in un angolo di una base militare. Non le avevano gettate nella spazzatura grazie allo zelo di un ufficiale che conosceva il valore dei documenti. Al manifestare il mio interesse nel riscattare dall’oblio quei rapporti, non ebbe remore a cedermeli» mi raccontò Boaventura nella sua casa, situata in un quartiere periferico di San Paolo. In questa dimora si trova il più grande tesoro dell’ufologia brasiliana. In scatole di cartone si ammucchiano documenti che testimoniano di un’epoca gloriosa dell’ufologia mondiale, quando gli UFO apparivano in massa nei cieli di mezzo mondo. In totale sono 1.310 pagine, 28 schizzi o bozzetti a colori, 64 fotografie e vari monografici. I documenti mostrano che molti dei casi furono investigati fino alle loro ultime conseguenze dai militari, che lasciarono per iscritto lo sconcerto che provocava qualcuno degli incidenti. «Il lavoro di localizzazione dei fascicoli occupò vari anni, più tardi altri ufologi avevano tentato di cercarli nel Ministero dell’Aeronautica, a Brasilia e in altri siti del Paese, purtroppo invano. Riuscii a recuperare il 66% del materiale originale, ma il resto si trova in qualche posto sconosciuto», mi raccontava Edson, mentre maneggiava alcuni fogli ingialliti. «Secondo quanto mi raccontò lo stesso Mayor Zani de Melo, ormai defunto – continuava l’ufologo – il nuovo comandante dell’Aeronautica che sostituì José Vaz da Silva non provava molta simpatia per la faccenda. Per fortuna, Da Silva sollecitò un amico militare affinché si portasse tutto il materiale a casa per conservarlo». Boaventura mantenne la sua promessa e realizzò copie di tutti i documenti, che cedette all’Archivio Nazionale di Brasilia e alla Commissione Brasiliana di Ufologia.

    La Roswell brasiliana
    Qualche anno fa ho potuto parlare con la vedova di Zani de Melo, che mi confessò che suo marito inviava tutti i documenti del SIOANI alla NASA, già tradotti in inglese. In apparenza, esisteva un accordo tra la Forza Aerea Brasiliana (FAB) e le autorità degli Stati Uniti, sicché non è strano che tutte le informazioni si trovino in qualche archivio segreto del Paese più potente della Terra.
    Attualmente, Boaventura sta scrivendo un libro sul SIOANI e ha anche investigato di nuovo personalmente alcuni dei casi riportati nei files militari.
    Quando Edson Boaventura cominciò a estrarre dalla scatola alcune delle cartelle del SIOANI, mi assalì un’emozione difficile da descrivere, perché ero uno dei primi investigatori a tenere tra le mie mani questi storici documenti.
    In uno dei rapporti di Dicembre del 1968 si legge che numerosi testimoni della città di Varginha (Stato di Minas Gerais) videro un oggetto argentato di forma ovale, che sorvolava la località, giungendo a fermarsi sopra alcuni quartieri. A Villa Mendes, per esempio, fluttuò sopra la casa di un vecchio che perse il senno quando udì un rumore scrosciante.
    Successivamente, l’oggetto si diresse fino alla città di Três Coraçôes e rimase fermo sopra la Scuola di Sergenti d’Armi, appartenente all’Esercito di Terra, da dove lo osservarono vari militari. La cosa strana è che fu proprio a Varginha che, nel Gennaio del 1996, furono avvistati vari UFO e strane creature, alcune delle quali sarebbero state catturate, finendo nelle mani dei militari brasiliani.
    Questo incidente, conosciuto dai media ufologici come la Roswell brasiliana, ottenne nei mesi l’interesse dei più importanti mezzi di comunicazione del Paese carioca.
    Curiosamente, la Scuola di Sergenti era stata il luogo in cui erano rimasti i corpi dei presunti extraterrestri, prima di essere trasportati a Campinas e da qui agli Stati Uniti.
    Sheenky Oo
    00sabato 20 ottobre 2012 18:56
    IL CASO FIRENZE 1954: SONO PASSATI 58 ANNI

    Articolo di Mauro Paoletti
    Fonte: www.ufoonline.it/2012/10/20/avvistamenti-di-massa-il-caso-firenze-1954-sono-passati-...

    Ultima decadi di Ottobre di 58 anni fa: Firenze si immerge nell'avvistamento ufo più famoso di sempre in ambito Italiano. Quello che avvenne in Italia nell’ottobre del 1954 occupò per giorno i titoli dei giornali. I quotidiani dell’epoca scrissero che nei nostri cieli "era come se un ipotetico stato maggiore dei dischi volanti avesse deciso di fare le sue grandi manovre a Firenze e in Toscana".
    Il 1954 l'anno della grande ondata autunnale che interessò praticamente tutta la penisola e il tema ricorrente delle copertine della Domenica del Corriere e dei titoli del quotidiano La Nazione.
    Stando alle cronache si registrarono ripetuti avvistamenti di oggetti non identificati che transitavano "a coppie dalle forme diverse: di ala come bianchissimi gabbiani in volo, a goccia d’acqua, a cappello cinese; velocissimi a pochi secondi l’una dall’altra".
    Riviviamo tutta la storia con il racconto che Mauro Paoletti fece per il cinquantenario dell'avvistamento.



    "Erano le 14,30 del 27 Ottobre 1954 alla redazione del giornale giunse la telefonata di uno studente di ingegneria, Alfredo Jacopozzi, che affermava di vedere, insieme ad altre persone, diversi dischi volanti nel cielo di Firenze. Oggetti visti anche dal giornalista salito, nel frattempo, sui tetti di via Ricasoli per osservare una "cosa" bianca, tonda, lucida, immobile. Ad un tratto tra l’oggetto e la cupola del duomo sfrecciò un altro "palloncino bianco", più veloce di un aereo; poi un altro "disco" e un altro ancora. Sei oggetti che lasciarono al loro passaggio degli strani "fiocchi" bianchi simile a bambagia."

    I telefoni impazzirono. Avvistamenti ovunque. Una voce concitata annunciava che a Sesto un disco si era aperto e diviso in tre parti; queste si erano dirette in tre direzioni diverse mentre "delle ragnatele lucenti cadevano lentamente al suolo" posandosi sui tetti, alberi, auto; ovunque.
    Poi avvenne la cosa più clamorosa il cui ricordo è ancora vivo nella mente dei numerosi testimoni che assisterono all’inconsueto fenomeno.

    Allo stadio Comunale si stava giocando la partita d’allenamento fra la Fiorentina e la Pistoiese. Fra i giocatori della Fiorentina ricordiamo Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Segato, Mariani, Gren, Virgili, Gratton, Bizzarri, Sarti, Capucci, Del Gratta, Scaramucci, Biagi, Orzan, Luna, Tassinari, Ghersetich, Buzzin, Vidal. Per la Pistoiese Vadi, Pierallini, Vettori, Caiumi, Tuci, Lomi, Balsimelli, Lenci Carpini, Vannucchi, Fossi.

    Sopra lo stadio volteggiarono due misteriosi oggetti volanti. La partita venne interrotta; i tifosi delle due squadre, stupefatti, alzarono gli occhi al cielo a guardare le evoluzioni degli oggetti; anche Ferruccio Valcareggi osservava la scena attonito insieme ai giocatori delle due squadre.
    Romolo Tuci, al tempo capitano della Pistoiese, racconta: "Era una bella giornata. A un certo punto ci accorgemmo che gli spettatori guardavano in aria. Venne spontaneo fermarsi anche per noi giocatori. Io vidi come dei piccoli anelli lontani, che cosa fossero non lo so davvero. Insomma, fra noi c'era chi li vedeva e chi no, e c'era anche chi non ci fece caso, credendo chissà a che cosa. Per quanto tempo rimase sospesa la partita, sinceramente non lo ricordo, sono passati cinquant'anni, come faccio a dire dieci minuti, o di più? Però guardavamo tutti in aria. Cinquant'anni fa, ci pensate?".
    Tutta la città si era fermata col naso in su ad osservare le evoluzioni degli oggetti.
    Non si trattò certamente di allucinazione collettiva; diecimila persone allo stadio, telefonate da ogni parte della città e da fuori città, Sesto, Peretola. Tutti a descrivere oggetti nel cielo e una strana nevicata di ragnatele.
    Il signor Jacopozzi e altre persone in sua compagnia guardarono gli oggetti con il binocolo e raccolsero la misteriosa bambagia. Dalle osservazioni sarebbe emerso che gli oggetti erano a forma di goccia di acqua, altri a forma di cappello da mandarino cinese; procedevano a velocità elevatissima avvitandosi nel procedere avanti e si producevano in complicate evoluzioni.
    La bambagia raccolta in una provetta di vetro sterile, appariva come un filo del baco da seta; luccicava e si dimostrava appiccicosa aderendo immediatamente al tubetto di vetro.
    Anche i giornalisti riuscirono a prendere della bambagia e insieme a quella dello studente venne analizzata dal professor Canneri Giovanni direttore dell’Istituto di Chimica Analitica dell’Università fiorentina, con l’aiuto del suo assistente professore Danilo Cozzi.
    Dall’esame microscopico e da quello spettrografico risultò che la sostanza raccolta a Sesto e Lungo l’Africo era una "sostanza a struttura fibrosa, notevole resistenza meccanica alla trazione e alla torsione. Al riscaldamento imbruniva lasciando un residuo fusibile e trasparente. Il residuo fusibile spettrograficamente mostrava contenere prevalentemente: Boro, Silicio, Calcio e Magnesio. Sostanza a struttura macromolecolare probabilmente filiforme. In linea puramente ipotetica, la sostanza esaminata nella scala microchimica poteva essere un vetro borosilicico".

    Secondo il professore poteva essere fabbricata insufflando aria ad altissima velocità su una massa di vetro fuso ad alta temperatura. Tanto più l’aria è veloce tanto più la temperatura di fusione è alta e tanto più la fibra è sottile. Dopo tale dichiarazione molti "esperti" si profusero in tentativi di spiegazioni plausibili del fenomeno.
    Il fatto che le analisi abbiano stabilito la composizione del materiale non spiegava la curiosa manifestazione perché non era facile capire in che modo un razzo, un reattore o un "disco", poteva rilasciare una scia vetrosa.

    Il 28 ottobre, in concomitanza del passaggio di strani oggetti in cielo, continuava la curiosa pioggia di filamenti vetrosi a Prato, Firenze e Siena che imbiancò la sommità del passo della Consuma come una nevicata; i filamenti brillavano al sole somigliando proprio a fiocchi di neve.
    Il proprietario dell’albergo "Fonte al Prato" della Consuma notò che dal Casentino in direzione del Valdarno cadevano filamenti vetrosi come quelli erano apparsi il giorno prima sulle città toscane. Lunghe strisce luminose, fili eccezionalmente brillanti, trasportati da un lieve alito di vento, che ricoprivano gli abeti come fossero gemme e pietre preziose. Sembravano tanti alberi di Natale.
    Il prof Piccardi, dell’Istituto di Chimica e Fisica dell’Università di Firenze, pur non avendola vista, ritenne fosse una specie di lana di vetro come quella usata per rivestimenti isolanti. Per il professore poteva essere stata portata in aria da raffiche di vento dopo essere stata prelevata da una fabbrica, in seguito al disfacimento di qualche pannello. Oppure essere stata "seminata" in cielo da qualche aereo in seguito ad un avaria. Ma non poteva esprimere un giudizio basato su dati di fatto. Per il professore si tratta di palloni sonda meteorologici che di giorno assumevano strane luminescenze, ed erano illuminati di notte per consentire agli studiosi di osservarne il percorso. In balia delle correnti aeree davano vita a bizzarre evoluzioni e si potevano scambiare con "apparecchi di straordinaria maneggevolezza come il disco avvistato lungo il litorale adriatico da Trieste a Bari".

    Fra le tanti ipotesi proferite per spiegare il fenomeno anche quella del vice presidente della Fondiaria di Firenze. Ricordandosi delle colate laviche di ossidiana alle Lipari, ipotizzò che la terra stesse attraversando una zona di cielo affollata di corpi composti di ossidiana e che a causa dell’attrito con l’atmosfera si riscaldavano fino al punto di dissolversi in filamenti componenti la "bambagia".
    A tale proposito il giornalista riportava come esempio l’avvistamento avvenuto di un disco volante che si disintegrava a Gramlhet nel Tarn, nei cieli di Losanna. Alcuni frammenti del disco consistenti in filamenti argentei che si sbriciolavano al contatto con la mano e del suolo furono raccolti dalla gendarmeria che condusse l’indagine.
    Vasco Magrini, noto pilota fiorentino, espresse l’opinione che difficilmente un aereo poteva seminare "bambagia", benché nelle costruzioni aeronautiche venga impiegata lana di vetro come isolante delle cabine interne; significherebbe che il velivolo si sta sfasciando. A meno che l’equipaggio non si sia disfatto della lana di vetro anche se è vietato lanciare qualsiasi cosa da bordo di un aeroplano. Sembra tuttavia che in concomitanza di alcune delle apparizioni fu udito proprio il motore di un aereo.
    Anche il professor Piccardi dell’istituto di chimica e fisica dell’Università di Firenze, interrogato sull’argomento, si dichiarò concorde con il parere di Magrini e ipotizzò che qualche raffica di vento l’avesse prelevata da una fabbrica.

    Nel cielo fiorentino comunque passarono, forse casualmente, un quadrimotore alle 14.30 circa e un reattore alle 16.
    Riguardo al fatto che potesse essere sfuggita lana da qualche vetreria, va precisato che in Toscana esisteva nel 1954 una sola vetreria che produceva lana di vetro: La Vetreria Balzaretti e Modiglioni di Livorno. L’ingegner Francesco Centro, tecnico della lavorazione del vetro, escluse che tale materiale poteva essere sfuggito dalle vetrerie della Toscana; inoltre dichiarò che i frammenti di vetro sottoposti all’analisi del Prof. Canneri erano troppo piccoli per poterne capirne la natura e stabilire se si trattava di materiale lavorato o formatosi naturalmente per un qualsiasi fenomeno.
    Furono avanzate altre ipotesi: dall’esplosione atomica (in quegli anni si fanno esperimenti nell'atmosfera), al vetro fuso dalla scarica di un fulmine, al vetro fuso appartenente ad un meteorite di passaggio, alla lana di vetro utilizzata da aerei sperimentali in funzione antiradar, ai residui di combustione di un nuovo carburante per motori. Si chiamarono in causa persino vapori sparsi dai soffioni di Larderello ricchi di sali di boro e silicio. E circa i globi luminosi si ricordarono che nel mese di ottobre si possono facilmente osservare piogge meteoriche che talvolta danno luogo a spettacoli grandiosi; benché risultasse strana la visione di meteoriti in pieno giorno.

    Il 29 Ottobre si ripeterono le segnalazioni di dischi volanti e di bambagia su Firenze.
    Alle 13,05 Calenzano fu sorvolato da una formazione di dischi volanti che lanciavano fiocchi bianchi. La formazione si dirigeva verso Firenze passando sopra Monte Morello a diecimila metri di altezza. La stessa cosa avveniva a San Piero Agliana.
    Poco dopo da Arcetri giunse l’invito ai giornalisti di recarsi all’osservatorio per vedere quel "qualcosa" precedentemente avvistato. Dentro una provetta di vetro una parte della bambagia come quella rinvenuta nei giorni precedenti anche nelle strade cittadine.
    Il prof. Righini dell’Osservatorio di Arcetri aveva notato in direzione est cadere i fiocchi bianchi. Per il professore si trattò di una enorme quantità di lana vetrosa che a distanza poteva apparire come "dischi o sigari" a causa dei riflessi dei raggi solari; quando perdevano la brillantezza si confondevano sullo sfondo del cielo.
    Secondo Righini tutto dipendeva dalle dimensioni angolari del fiocco. Un fiocco di 5 centimetri di diametro visto a 50 metri sottintende lo stesso angolo di un oggetto di 5 metri visto a 5 chilometri di altezza. Un oggetto grande molto lontano equivale ad un oggetto piccolo visto da vicino. Un colpo di vento fornisce l’impressione della forte velocità. Non è facile stimare le distanze senza avere un termine di confronto quando si osserva un oggetto sullo sfondo del cielo. Secondo il Professore, data l’ora e la posizione del sole, poteva darsi che il materiale avesse originato fenomeni di riflessione scambiati per dischi o palloni.
    Come esempio citò il racconto di Donald Menzel, astronomo americano, il quale, passeggiando un giorno in campagna, vide un aereo che planava a bassa quota e gli veniva incontro. Vedendolo avvicinarsi velocemente istintivamente si gettò a terra, ma non udendo il rumore dell’urto rialzò la testa e poté vedere che vicino a lui si era posato un modellino come quello usato dai ragazzi.
    Il campione di bambagia raccolto dal personale di Arcetri venne esaminato dall’Istituto di Fisica con il contatore Geiger Muller e risultò che la bambagia non era radioattiva. Dalle analisi emerse che i componenti erano gli stessi rilevati dal prof. Canneri. Qualcuno pensò anche ad un fenomeno collaterale a qualche esperimento atomico; una esplosione poteva aver fuso una quantità di vetro se la deflagrazione fosse avvenuta vicina ad una cava di silicio; la bambagia poteva essere stata portata in alto e in giro per il mondo dalle forti correnti presenti in quota, per poi ricadere in terra; ma non si trattò di questo.

    Il fenomeno si ripeté nei giorni successivi in diverse città, soprattutto dell’Italia centrale, da Roma a Perugia, da Civitavecchia a Lucca sempre accompagnato dalla discesa di filamenti vetrosi.
    A Città della Pieve venne registrato un avvistamento collettivo con caduta di bambagia e poi a Pontassieve, Scarperia, S.Mauro a Signa, Siena, Pistoia, Montale, S.Marcello Pistoiese, Arezzo e Perugia e decine di altre località. Dalle 13 alle 14,30 furono visitate da dischi volanti e innevate da bambagia. Molta gente si riversò nelle strade per osservare i dischi e assistere alla caduta della bambagia.
    Furono visti attraversare il cielo di Prato a velocità fantastica come fusi luminosi seguiti da una scia bianchissima; effettuare una conversione a quarantacinque gradi e dirigersi su Firenze allineati a coppia.
    A Siena il fenomeno assunse le stesse caratteristiche di Firenze; dischi, sigari, sfere, che passarono a brevi intervalli e una pioggia di bambagia, simile a neve, si dissolveva al calore della mano o a contatto del terreno. Cadde per oltre due ore lentamente. Complessivamente su Siena passarono undici oggetti, tre di loro viaggiavano in perfetta formazione.
    In totale da Modena a Roma pervennero moltissime segnalazioni di questi passaggi. La cronaca racconta che a Modena, un disco, si sarebbe arrestato a cinquemila metri sopra il campo di aviazione, lanciando raggi luminosi in ogni direzione per almeno sessanta secondi.
    Gli avvistamenti continuarono copiosi anche nel mese successivo in tutto il territorio nazionale. A volte in modo clamoroso. Per esempio, il 14 novembre, domenica, una ventina di sigari volanti furono avvistati nei cieli di Gela, in Sicilia, dove vennero anche raccolti e analizzati altri residui di bambagia silicea. L’ultima "nevicata" si verificò il 4 dicembre nell’Aretino.
    Questa la cronaca dei fatti e delle ipotesi che si sciorinarono per spiegare l’inconsueto avvenimento. Cosa aggiungere? Basta la lettura dei quotidiani di quel periodo, anzi; di quegli anni perché dal 1950 al 1957, non solo in Italia ma in tutta Europa, numerose furono le segnalazioni di oggetti volanti. I giornali frequentemente riportarono le notizie di queste visite e le varie supposizioni stilate dagli studiosi che si cimentarono del dare plausibili spiegazioni del fenomeno.
    In Toscana ricordiamo l’ottobre del 1954, forse perché consideriamo il nostro un "UFO d’annata"...
    Sheenky Oo
    00domenica 21 ottobre 2012 17:59
    IL GIORNO DOPO ARNOLD

    Articolo di Roberto La Paglia
    Fonte: www.ufosigns.org/index.php?mod=read&id=1350830659

    “L’effetto Kenneth Arnold” lasciò molteplici tracce e regalò all’Ufologia un inaspettato palcoscenico sul quale iniziarono a muoversi numerosi personaggi, spesso in contrasto tra loro, con idee e scopi diversi, coinvolgendo spettatori sempre più numerosi.
    L’intera questione iniziò a prendere una piega del tutto inattesa; da un lato della barricata si trincerarono i militari, presi in parte alla sprovvista nel vedere uno dei segreti meglio custoditi sbandierato quotidianamente su ogni giornale, dall’altro lato si schierò un numero sempre più crescente di testimoni i quali, ritrovato il coraggio, iniziarono a rivelare numerosi avvenimenti dei quali erano stati parte integrante.



    In pratica un fiume di dichiarazioni sommerse le redazioni, i mass media, i servizi locali di polizia e molte strutture militari.
    Non soltanto Arnold aveva assistito alle strabilianti evoluzioni degli oggetti non identificati, il fenomeno era molto più vasto e riguardava l’intero pianeta.
    L’appoggio dei mass media, sempre alla ricerca di notizie clamorose, fu di certo determinante, ma è indispensabile osservare questo scenario da un diverso punto di vista, o forse sarebbe meglio scrivere da alcuni diversi punti di vista.
    Gli americani conoscevano in qualche modo gli Ufo, i Dischi Volanti facevano ormai parte dell’inconscio collettivo, ma le domande principali che circolavano in quel periodo erano altre: chi sino? Cosa vogliono? Come fanno a viaggiare nello spazio?
    Le risposte a questi tre quesiti arrivarono con il tempo, e insieme a loro si accesero le aspettative di molti individui.
    Per la prima volta si tentava di dare una risposta ad un angoscioso quesito: siamo davvero soli nell’universo?
    L’esistenza di altri esseri provenienti dallo spazio mitigava alquanto questa antica angoscia; non era importante, in quel preciso momento, sapere quale fosse il loro aspetto, così come poco interessavano le loro intenzioni, l’unica cosa da tener presente era il fatto che l’atavica solitudine degli abitanti del pianeta Terra stava ormai per finire.
    Tanto bastò perché si iniziassero a costruire le più ardite ipotesi, preparando involontariamente ciò che sarebbe stato in seguito il filone dell’Ufologia “da giornale”, fatti e testimonianze che descrivevano in realtà soltanto le notevoli doti di immaginazione e fantasia dei testimoni stessi, se non addirittura i primi falsi avvistamenti.
    Questo particolare scenario catturò quasi subito l’attenzione dei militari e dei Governi; quale migliore occasione per tentare di ristabilire nuovamente l’egemonia sul fenomeno Ufo, e tutto il suo carattere di segretezza, se non quello di alimentare voci inconsistenti e del tutto fantastiche?
    Nasceva l’Ufologia moderna e con essa la tecnica del discredito, un modus operandi ancora oggi largamente seguito.
    Ma lo scenario che si creò subito dopo l’avvistamento di Arnold, vide anche sulla scena un fenomeno del tutto inusuale, anche se, ad una successiva analisi, del tutto prevedibile.
    Il ritrovarsi da un giorno all’altro a dover pensare di non essere più i soli ed unici abitanti dell’universo, diventa inevitabilmente la molla che fa scattare una delle caratteristiche più comuni e profondamente radicate della natura umana, ovvero il bisogno di dover necessariamente attribuire immagine, consistenza e aspetto a qualunque cosa si presenti ai nostri occhi e, a maggior ragione, a qualunque cosa non siamo in grado di vedere pur avendone la netta percezione.
    Ritorniamo quindi alle tre domande poste in precedenza: chi sono? Cosa vogliono? Come fanno a viaggiare nello spazio?
    Trattandosi ancora oggi di argomenti protagonisti di forti e accesi dibattiti, possiamo certo immaginare quale effetto fecero sul finire degli Anni ’40!
    Esseri provenienti da altre dimensioni, da altri pianeti, solcavano i nostri cieli da tempi immemorabili; ad una tale immagine non si poteva non tentare di dare un aspetto e una consistenza, era ed è ancora oggi impossibile parlare di qualcosa senza prima non avere ben chiaro in mente il suo aspetto e le sue caratteristiche.
    Esseri in grado di costruire macchine così fantastiche dovevano necessariamente essere molto più avanzati di noi, una condizione che in qualche modo li poneva molto vicini a delle vere e proprie divinità, se non addirittura a demoni, due concetti molto vicini al sentimento religioso che, in una America da sempre combattuta tra sincera fede e plateale puritanismo, non potevano non entrare in sinergia con l’ufologia appena nata.
    Stranamente, rileggendo la storia del fenomeno Ufo, ci si accorge di come le prime storie a fare notizia e riempire i giornali non furono degli studi di tipo scientifico bensì una realtà che divenne sempre più consistente e affollata, quella del Contattismo.
    Sheenky Oo
    00giovedì 25 ottobre 2012 13:22
    UFO E SEGRETI DI STATO

    Articolo di Roberto La Paglia
    Fonte: www.ufosigns.org/index.php?mod=read&id=1351161657

    I livelli governativi standard di sicurezza, in riferimento agli USA, sono essenzialmente tre: Confidential, Secret e Top Secret, ai quali vanno aggiunti eventuali codici che ne restringono maggiormente l’accesso.
    Questo è il lato “visibile” del sistema, un aspetto che lascerebbe presupporre la possibilità, ottemperando a determinati obblighi, di avere libero accesso alle informazioni, questo tuttavia non corrisponde alla verità.
    La procedura di accesso prevede che la “necessità di sapere” sia ampiamente dimostrata, e questa di certo non è sempre una impresa facile; esiste tuttavia un altro aspetto della questione, un sistema di gestione del segreto noto soltanto per “deduzione” ma del quale non si conoscono interamente tutti i dettagli.



    Il riferimento è diretto esplicitamente a quella sorta di “Governo Ombra” che custodisce, protegge e autonomamente gestisce i vari file e documenti riguardanti quelle che vengono definite “Scienze di Confine”, Ufologia compresa.
    Si tratta di strutture che agiscono parallelamente a quelle conosciute e che “lavorano” i cosiddetti “programmi sensibili”, informazioni che richiedono misure di segretezza superiori a quelle normalmente adottate; le misure e l’oggetto stesso da mantenere sotto stretto segreto rientrano in quelli che vengono definiti SAP (Special Access Program).
    Molti dei SAP vengono mantenuti e concretizzati attraverso finanziamenti dati alle industrie; questi particolari accordi tra industrie ed enti governativi più o meno alla luce del sole vengono definiti “Carve-Out”, ovviamente si tratta di accordi che, per la loro stessa natura, si mantengono fuori dai sistemi di sicurezza e di controllo ufficiali.
    Il numero delle persone che hanno accesso al SAP (che può riguardare segreti di diversa natura e non soltanto relativi alla questione Ufo), è volutamente limitato; solitamente chi si occupa di un programma non conosce l’esistenza di altri programmi e non ha alcun rapporto con coloro che vi lavorano.
    I livelli di un SAP sono essenzialmente due: un programma di copertura palese, che verrà ufficialmente chiuso a tempo debito, e un sottoprogramma che rappresenta il vero scopo del SAP e che continuerà tranquillamente una volta ufficializzata la fine del primo.
    Un esempio di quanto appena detto è l’X-30 della National Aerospaceplane, un progetto inspiegabilmente ritirato al fine di lavorare al vero scopo del SAP che era quello della realizzazione di un velivolo ipersonico (Bill Sweetman US Defense).
    Le regole che stanno alla base di un SAP sono estreme, rigorosamente ferree, anche un “no comment” viene considerato come grave violazione della sicurezza; proprio per questo accade facilmente che un generale, un ammiraglio, o comunque un soggetto che apparentemente e in relazione al suo incarico dovrebbe essere a conoscenza di alcuni programmi, in realtà non lo sia affatto; uguale trattamento potrebbe essere riservato anche allo stesso direttore della CIA per il quale non è previsto che necessariamente debba essere inserito nella lista di accesso al SAP:
    Una delle tante misure messe in atto a protezione di un SAP è la disinformazione, termine tristemente conosciuto da molti ricercatori e grossa spina nel fianco; si tratta in pratica di divulgare informazioni, sia reali che adattate allo scopo, al fine di confondere e indirizzare le persone verso una visione distorta del problema, rendendo spesso così ridicola l’intera faccenda da trasformala in qualcosa al quale è del tutto impossibile prestare fede.
    Le informazioni prodotte da questo processo possono essere utilizzate per gettare discredito su enti, organizzazioni e persone, mantenendo in tal modo il segreto nel modo più semplice e meno impegnativo; per nascondere qualcosa è infatti molto spesso sufficiente porla sotto gli occhi di tutti ma rivestita di un tale alone di incredibili sovrastrutture da renderla del tutto inaccettabile come verità.
    Sarebbe quindi del tutto inutile sperare che in qualche ufficio della CIA siano rintracciabili file compromettenti sulla presenza aliena nel nostro pianeta, molto più semplice pensare che tali file siano in realtà mimetizzati tra gli archivi di una anonima azienda americana o di qualunque altro paese vicino agli USA.
    Si potrebbe pensare, a questo punto, che l’esclusione delle alte cariche non possa essere operata nei confronti del Presidente degli Stati Uniti, ma sarà veramente così?
    Nel 1976 Carter, ancora candidato alla presidenza, promise al popolo americano che avrebbe aperto i file contenenti le informazioni riservate sugli Ufo; vinte le elezioni e probabilmente deciso a mantenere la promessa, chiese un incontro con l’allora capo della CIA George H. W. Bush, incontro che, sorprendentemente, quest’ultimo rifiutò.
    La motivazione fu semplice ma allo stesso tempo inappellabile: non soltanto come Presidente ma neanche nel suo ruolo di Comandante in Capo, Carter poteva dimostrare il suo bisogno di sapere.
    Forse per ovviare a quanto accaduto, il Presidente al suo consigliere scientifico per chiedere a Robert Frosch, amministratore della NASA, di formare una commissione di indagine sul fenomeno Ufo.
    La lettera di Carter alla NASA ( Journal of Scientific Exploration, pp 93-142, 1988 ), non ebbe risposta e soltanto molti mesi dopo venne gentilmente e diplomaticamente declinata!
    Il punto di forza del segreto risiede nel fatto che tutte le informazioni contenute negli archivi di un ente preposto alla loro raccolta sono di sua proprietà; ogni ente attua diverse strategie di accesso ai dati e le procedure di autorizzazione non sono per tutti uguali.
    Il Consiglio di Sicurezza Nazionale, ad esempio, è proprietario dei documenti conservati nei propri archivi; questo, per una strana coincidenza, per una legge firmata da Truman nel 1947, solo un paio di settimane dopo il famoso incidente.
    I proprietari dei documenti, quindi, sono tenuti per legge a tacere sul loro contenuto anche allo stesso Presidente.
    cazz@ro6502
    00mercoledì 14 novembre 2012 19:05
    Di solito non mi intrometto nelle rubriche altrui, pero' mi permetto di lanciare uno spunto "fantascientifico" [SM=g2201348] a cui io personalmente credo poco, in quanto non credo che i complottoni.oni [SM=g3061200] se mai ci sono stati, siano stati celati per molto [SM=g6794] (altrimenti i filmati con le anomalie NASA non le avremmo potute mai veder, ne mai avremmo saputo dell'esistenza di "anomalie" NASA)

    MAJ 12 se letto al contrario e' 21 JAM [SM=g2201356]

    [SM=g8884] to jam ricorda un po' il jamming dei 21 cm, ma questa interpretazione del jamming sulla frequenza dell'idrogeno la lascio ai complottonisti [SM=g3061205]
    it.bab.la/dizionario/inglese-italiano/jam

    Inoltre MAJESTIC 12 anagrammato potrebbe risuonare come

    james tic 12 [SM=g1420770] oppure james tic 21 [SM=g1950684] e tic che non e' tick ma pero' ci si avvicina potrebbe significhiare il ticchettio dei 21 cm ossia una sorta di countdown a qualcosa [SM=g10034]
    it.bab.la/dizionario/inglese-italiano/tick

    Sheenky Oo
    00domenica 6 gennaio 2013 09:15
    MEDVEDEV E GLI ALIENI

    Fonte: misterobufo.corriere.it/2012/12/08/il-mezzo-annuncio-di-medvedev-sugli-extraterrestri-quando-i-presidenti-si-sbilanciano-sugli...

    Il problema principale è che è “pregiudicato”:  a un G8 fu beccato palesemente ubriaco di vodka. Così Dmitri Medvedev non è stato preso troppo sul serio, forse a torto, per il fuorionda di un’intervista. Fuori trasmissione – però, ahilui, non a microfoni spenti, un incidente che ricorre spesso e che ha fatto vittime illustri pure nel passato – è tornato a parlare degli extraterrestri, che sono, com’è noto, un suo storico pallino. Il primo ministro russo (già presidente), con le sue parole (ma siamo sicuri che fosse convinto di parlare senza essere registrato? Azzardo la tesi che lo sapesse benissimo e che l’ha fatto apposta, scegliendo una via di mezzo tra silenzio e affermazione pubblica), ha rilanciato una tesi molto gettonata. Ovvero: che i Governi sanno benissimo degli Alieni, salvo tacere per ragioni di opportunismo e di ordine pubblico. In soldoni: “Gli extraterrestri sono già tra di noi da un bel po’. Non posso dirvi quanti sono, ma sono parecchi. Non possiamo dirlo per non scatenare il panico, però se guardate un film come ‘Men in Black’, ecco, la realtà è proprio così”.



    Il file “Aliens”sarebbe poi presente nelle valigette ultrariservate che contengono pure i codici per il lancio dei missili nucleari. Medvedev, posto che fosse sobrio e nel pieno possesso delle proprie facoltà, si è insomma fermato a metà del percorso. Secondo molti, al di là della necessità di gestire la comunicazione e l’impatto sociale di un notizia del genere, governanti e affini sono frenati da una banale riflessione: perché io, e non altri, devo ammettere una cosa del genere? Però a volte le cose scappano e prima del premier russo ci sono stati almeno due episodi significativi. Dopo i fatti di Roswell, il numero uno statunitense dell’epoca, Harry Truman, inviò un dispaccio (conservato nel museo della città del New Mexico) nel quale avvisava che si era verificato il crash di un velivolo presumibilmente di origine non terrestre. E il 21 settembre 1987, alla 42.a assemblea generale delle Nazioni Unite, Ronald Reagan parlò di una minaccia proveniente da un’invasione aliena e di come sul pianeta ci saremmo dovuti preparare, unendoci, nell’attesa dell’aggressione. Straparlava pure lui, per quanto di gaffe ne abbia fatte nella sua carriera? Alle Nazioni Unite, poi? E Truman beveva insospettabilmente vodka?

     La traduzione completa del fuorionda
    Grazie al nostro Tigrino, che ha vissuto per quasi un quarto di secolo a Mosca e che dunque conosce il russo come le sue tasche, vi passo la traduzione completa del fuorionda del premier Medvedev durante l’intervista al telegiornale “Nedelja” (Settimana).

    A)    INTERVISTATRICE:  “C’e’ in giro l’opinione che su alcuni avvenimenti esistano dei “dossier” molto voluminosi con sopra scritto “SEGRETISSIMO”, e che la’ siano racchiusi tutti i segreti del mondo, e che Voi sappiate assolutamente tutto. Per esempio, se sono o no venuti sulla Terra degli extraterrestri, i cosiddetti  “omini verdi”.

     B)     MEDVEDEV:  “Dunque, lo dico a lei per la prima e ultima volta. Insieme alla “valigetta con i codici nucleari” , al presidente della Nazione (si intende la Russia, n.d.t.) viene portata una speciale cartella, su cui è scritto “SEGRETISSIMO”. Questa cartella è interamente dedicata agli extraterrestri che hanno visitato il nostro pianeta.  Nello stesso tempo viene trasmessa una RELAZIONE assolutamente riservata dal reparto dei Servizi Segreti che si occupa della presenza degli extraterrestri sul territorio del nostro Paese.  Queste due cartelle di documenti vengono consegnate assieme alla “valigetta nucleare”. A mandato terminato, tali cartelle vengono  conseguentemente  passate al nuovo presidente.  Un’ informazione più precisa su tale questione la potete avere guardando il noto film-documentario “The Men in Black” – ce ne sono diverse versioni”.

     A)    INTERVISTATRICE : “Quanti sono tra di noi gli extraterrestri?”

    B)     MEDVEDEV: “Quanti sono tra di noi non lo posso dire, in quanto ciò potrebbe destare il panico”.

    Gli echi sulla stampa: citati pure noi
    Le parole del Premier russo hanno avuto una vasta eco sulla stampa e sui media internazionali. A Mosca hanno provveduto a stilare una rassegna, nella quale sono citati il sottoscritto e il testo del nostro blog (con accenni ai commenti). Insomma, preparatevi: mi sa che troveremo  il Kgb in casa… Sempre grazie alla traduzione del nostro Tigrino, invece, pubblico la testimonianza del giornalista Mikhail Zygar, presente alla conferenza. Anzi, sarebbe stato lui a registrare il fuorionda con il proprio Ipad: la collega intervistatrice l’aveva avvertito che avrebbe posto quella domanda al di là della parte ufficiale della chiacchierata.

    ZYGAR: “Non ho voluto dare a nessuno il video registrato con l’Ipad, questo era un piccolo segreto tra me e la collega. Macomunque posso dire con assoluta certezza che Dmitry Medvedev è in possesso di precise informazioni circa l’esistenza degli extraterrestri. Quello che dico è importante perché cambia radicalmente l’interpretazione e l’importanza di quanto è successo. Quando è stata formulata a Medvedev la domanda fatidica,  il premier si è comportato in maniera “strana”, in tutti i sensi. Ha dato cioè la netta impressione che non stesse affatto scherzando. Durante il suo discorso sui files segreti dei presidenti circa la presenza degli extraterrestri sulla Terra, sul suo volto non abbiamo notato un solo movimento di muscoli. E anche quando fuori quadro tutti hanno iniziato a sorridere, lui è rimasto impassibile. Un politico di tale rango mai e poi mai, nemmeno in una situazione informale, si sarebbe preso la libertà di affermare un qualcosa che non si può dire o un qualcosa che altri non devono sapere. In tale situazione lui non poteva immaginare che il colloquio col la Maksimovskaja  sarebbe stato registrato e reso pubblico”.
    Sheenky Oo
    00domenica 6 gennaio 2013 09:15
    L'ASTRONAUTA LEONID KADENIUK RAMMARICATO DI NON AVER MAI VISTO UN UFO

    Fonte: ufoedintorni.altervista.org/blog/lastronauta-leonid-kadeniuk-rammaricato-per-non-aver-mai-visto...

    Esattamente quindici anni fa – il giorno 5 dicembre 1997 – il primo cosmonauta dell’Ucraina indipendente, Leonid Kadeniuk, tornò dal suo viaggio stellare. Il suo volo durò più di 15 giorni. Per questa data memorabile, il settimanale ucraino “Express” (6-13 dicembre 2012) ha pubblicato una intervista effettuata all’astronauta dal giornalista Bohdan Bondarenko nella quale, secondo tradizione, gli è stato chiesto di UFO e alieni.



    Domanda: “non posso non fare una domanda che, forse, spesse volte è stata fatta da bambini ed adulti. Penso che possa immaginare di cosa si tratti…“.

    Risposta: “Chi gli alieni? (ndr sorride). Anzi, mi dispiace di non aver mai visto un UFO. Ma inventare qualcosa va contro le mie regole…non posso affermare che gli alieni non abbiano testimoni. Troppi hanno visto ‘oggetti volanti non identificati’, alcune persone  dichiarano anche di essere state prese dagli alieni e poi riportate sulla Terra. Ci sono anche un sacco di video che mostrano vari UFO. Ripeto, non voglio negare nulla. Ma come ucraino, non devo solo vedere, ma anche toccare (sorride). Ecco allora l’attitudine a credere che gli alieni esistono. Alla fine, ci credo! E così, oggi, posso solo supporre che essi vivano là fuori. Tra le persone, pochi sanno che siamo circondati da molti altri mondi, in particolare in parallelo. In questo modo…ci sono molte domande sulla questione!“.

    E’ interessante notare che nel mese di aprile 2011, in risposta ad una simile domanda sul giornale “Izvestia in Ucraina“, Leonid Kadeniuk disse:

    “Rispondo così spesso a questa domanda, vorrei che l’avessi visto (ndr si riferisce al fenomeno UFO). Una volta ebbi un incontro con degli studenti universitari a Cipro, e la prima domanda che mi fu fatta era se avessi mai visto un UFO nello Spazio. Alla mia risposta negativa, lessi le espressioni dei loro volti. E’ come se volessero dire: ‘perché volare lì se non si vede un UFO?’ Devo dire, comunque, che ho incontrato degli astronauti che hanno visto gli UFO. E mentre non nego che gli UFO esistano, il mio atteggiamento resta piuttosto scettico. Finché non vedo, di certo il dubbio rimarrà. Ma una volta, a metà degli anni 80 (ndr del secolo scorso), quando volavo con i caccia militari, se si veniva fatti decollare verso il cielo per incontrare un UFO, in ogni caso non ci si doveva avvicinare e di non cercare di stabilire dei contatti. Queste erano le istruzioni ufficiali provenienti da Mosca. Dopo tutto, non era chiaro cosa poteva accadere“.
    Sheenky Oo
    00domenica 6 gennaio 2013 09:16
    LA RUSSIA ANCORA SOTTO I RIFLETTORI: ORA SPUNTA LA ROSWELL DI EPOCA SOVIETICA

    Fonte: noiegliextraterrestri.blogspot.it/2012/12/la-russia-ancora-sotto-i-riflettori-...

    La Russia non smette di essere al centro del dibattito sugli ufo e l'esistenza della vita extraterrestre. Il primo ad alzare il sipario sulla questione è stato l'ex cosmonauta sovietico Georgij Gre#269;ko che, in una intervista rilasciata al tabloid russo My Secret Stars, si è detto disponibile ad incontrare gli alieni il prossimo 21 dicembre 2012.

    Poi è toccato all'emittente televisiva Russia Today che ha mandato in onda un'intera trasmissione dedicata agli alieni e alla necessità di preparare la popolazione mondiale al primo contatto con una civiltà aliena. Ancora, qualche giorno fa il premier russo Dimitri Medvedev, in un “fuori onda” choc, si è fatto scappare alcune dichiarazioni sconcertanti sugli ufo e l'attività aliena sul nostro pianeta. Ora, in una mostra organizzata da un'ente affiliato allo Smithsonian Institution, un “Autentico Artefatto Alieno” proveniente dall'Incidente di Dalnegorsk, l'equivalente russo del caso Roswell.



    Tra il 6 e l'8 dicembre 2012, Travel Channel ha messo in onda diverse repliche della puntata di Mysteries at the Museum (Misteri al Museo) dedicata ad una particolarissima mostra promossa dal National Atomic Testing Museum, ente associato allo Smithsonian Institution, nella quale è possibile osservare “una raccolta di misteriosi detriti che potrebbero essere la prova dell'esistenza di intelligenze aliene”.

    Secondo quanto dichiarato in un comunicato stampa da Allan Palmer, direttore del museo, la mostra prende in esame alcuni frammenti ritrovati nel 1986 dopo una misteriosa esplosione avvenuta a Dalnegorsk, una città mineraria dell'estremo oriente della Russia. I metalli sarebbero stati raccolti in seguito allo schianto di un velivolo non identificato avvenuto il 29 gennaio 1986 sui Monti Izvestkovaya.

    Da quanto riportato dalla Pravda (http://english.pravda.ru/society/anomal/05-02-2010/112049-dalnegorsk_ufo_crash-0/), i testimoni descrissero l'ufo come una sfera silenziosa rossastra che saliva e scendeva lentamente, amplificando la sua luminosità ogni volta che riprendeva quota. Secondo i racconti, poi l'ufo si avvicinò ai monti, “si udì una forte esplosione”, per poi “cadere a terra come una roccia”. L'incidente è ampiamente indicato come il caso Roswell russo, in analogia al famoso presunto “ufo crash” del 1947 nei pressi di Roswell, New Mexico, negli Stati Uniti.

    Secondo quanto riporta il giornalista americano George Knapp sull' Huffington Post (http://www.huffingtonpost.com/2012/03/22/area-51-russian-roswell-ufo_n_1373352.html?ref=weird-news ), Valen Dvuzhilini, dell'Accademia Russa delle Scienze, fu il primo ad arrivare sul posto, due giorni dopo l'accaduto. Lo scienziato raccolse alcuni campioni sparsi sul terreno di una strana lega metallica e campioni di rocce e vegetali bruciati a seguito dello scoppio. I campioni furono poi analizzati da diversi istituti scientifici russi. Nei giorni successivi all'incidente, centinaia di testimoni raccontarono di aver visto altri ufo aggirarsi sul luogo dello schianto, come se stessero cercando qualcosa.

    Grazie al suo impegno e ai suoi contatti negli Stati Uniti e in Russia, George Knapp (vincitore di una dozzina di Emmy Awards) è stato il primo giornalista americano a recarsi sul luogo dell'incidente nel 1990. Gli furono mostrate alcune sfere di materiale vetroso molto piccole e perfettamente tonde, le stesse attualmente in mostra al National Atomic Testing Museum.



    Secondo quanto descrivono le didascalie della mostra, gli esami scientifici sui materiali hanno fatto registrare comportamenti bizzarri: “Tre centri accademici sovietici e altri 11 istituti di ricerca hanno analizzato i detriti prodotti dall'indicente ufo. Le analisi hanno mostrato che la configurazione atomica del materiale ferroso è molto differente dal ferro normale e non può essere rivelato dagli strumenti radar. Inoltre, il materiale, quando riscaldato, è in grado di scomparire per poi ricomparire una volta raffreddato. Un pezzo è completamente sparito davanti a quattro testimoni. Infine, il nucleo del materiale è composto di una sostanza con proprietà antigravitazionali”.

    “Gli scienziati russi sono sempre stati prudenti e non hanno mai dichiarato che questi oggetti provengano da un altro mondo, ma nemmeno si può negare che siano in possesso di proprietà insolite”, spiega Knapp.

    La teca dedicata all'Incidente di Dalnergorsk si inserisce in una mostra più ampia intitolata “Area 51: mito o realtà”, nella quale vengono mostrate alcune testimonianze storiche su quello che è considerato uno dei luoghi più segreti d'America. Aerei spia come l'U2 e l'A-12, sono stati testati regolarmente in questa zona collocata a circa 80 miglia a nord di Las Vegas. Alcuni modelli di aerei staelth, e altri velivoli, sono stati esposti all'interno del museo.

    Alcune delle aree della mostra sono state dedicate alle speculazioni in corso sulla possibilità che l'esercito degli Stati Uniti sia venuto in possesso di alcuni rottami di origine extraterrestre ritrovati nel 1947 nei pressi di Roswell.

    La mostra non si limita ad esaminare i casi ufo americani. Ed è qui che viene mostrato il materiale del caso Dalnergorsk, dietro un cartello che recita “Autentico Artefatto Alieno”. L'uso della parola “autentico” è un affermazione piuttosto audace, considerando il fatto che la mostra - la prima di questo genere in un museo nazionale - è stata organizzata in una struttura affiliata allo Smithsonian Institution. Ci si chiede, allora, se l'apertura della mostra sull'Area 51 non possa essere il segno che il governo americano (e quello russo) siano pronti a rivelare l'esistenza di civiltà extraterrestri che operano ordinariamente sul nostro pianeta.

    La missione globale della Smithsonian Institution è quella di “dare forma al futuro, conservare il nostro patrimonio, scoprire nuove conoscenze e condividere le nostre risorse con il mondo”. A quanto pare, la missione globale comprende anche l'esposizione di possibili detriti di uno schianto ufo. Forse la descrizione di “Autentico Artefatto Alieno” è un altro passo avanti sulla strada della divulgazione di E.T.
    Sheenky Oo
    00domenica 6 gennaio 2013 09:16
    INTERVISTA AL COL. ROBERTO DOZ

    Articolo di Riccardo Cecconi
    Fonte: mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2012/12/15/news/attratti-da-padova-perche-tecnologica-1...

    La rotta degli Ufo: «Sono attratti da Padova perché tecnologica» 
    L’ “incontro ravvicinato” con il colonnello Roberto Doz, per trent'anni pilota dell'Aeronautica Militare e fondatore dell'associazione "Ufo e piloti" 

    PADOVA. Da Saonara a Monselice, da Cadoneghe al Monte Venda passando per l'Arcella e il centro città, Padova sembra davvero riposare sotto una "autostrada UFO". Centinaia di luci, strane forme e inspiegabili animano le notti della provincia. Perché Padova? Perché adesso? Cosa sono quelle luci? Da dove vengono? Sono molte le domande senza risposta per i tanti testimoni oculari, un esercito di cittadini attoniti che giorno per giorno cresce di numero.Uno di questi è il colonnello Roberto Doz, aponense, per trent'anni pilota dell'Aeronautica Militare, poi insegnante di navigazione aerea e Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica. Il 13 dicembre del 1985 Doz vide qualcosa che cambiò la sua vita, tanto da indurlo a fondare l'associazione "Ufo e Piloti", e a renderlo uno dei massimi esperti di UFO in Italia. 



    Colonnello Doz, sembra che Padova sia un crocevia di UFO. Perché? 

    «Se si analizza la statistica degli avvistamenti, scopriamo che gli UFO sorvolano alcune zone in particolare. Ad esempio le zone con un geomagnetismo elevato, ed è noto che i Colli Euganei sono interessati da una particolare attività geomagnetica. Alcuni elementi geologici... sono molto attratti dal silicio, e Monselice ne è ricchissima. Tengono d'occhio, poi, le infrastrutture civili e militari. Ad esempio, Abano Terme è sede dell'ENAC, ente che regola il traffico aereo di metà del nord Italia. Padova è un importante snodo stradale e ferroviario, e ha una zona industriale attiva e importante. Sul Monte Venda, durante la Guerra Fredda, vi era una base dell'Aeronautica Militare, mentre ora è un punto nevralgico per le telecomunicazioni. Siamo a due passi dalle basi americane dei Berici, a due passi da Aviano. C'è il petrolchimico di Porto Marghera, la centrale termoelettrica di Porto Tolle. Tutto concorre a che Padova sia, per loro, estremamente interessante». 

    Ma perché tengono d'occhio le nostre infrastrutture? 

    Tendiamo a considerare una civiltà come superiore in base al suo potere coercitivo, ma sbagliamo. La loro superiorità si esprime anche a livello etico. Stanno monitorando le energie che abbiamo imbrigliato e che potrebbero distruggere il nostro pianeta: il nucleare, l'inquinamento, l'elettromagnetismo. La loro intenzione è di proteggerci. 

    Perché negli ultimi tre anni ci sono stati tanti avvistamenti? 

    Sappiamo che ciclicamente la loro attività si fa più intensa, è quello che in gergo si chiama “Flap”. Non sappiamo per quale ragione, e non sappiamo perché scelgano una zona piuttosto che un'altra. Quello che appare chiaro è che ultimamente stanno effettuando numerosi voli sulla nostra zona. 

    Qual è l'avvistamento più eclatante di cui ha notizia? 

    Mi colpì un avvistamento fatto da due soldati, di sentinella alla base militare del Monte Venda negli anni '80. Fui testimone del racconto dei due militari. La loro Campagnola si spense all'improvviso, e due sfere di luce calarono sulle loro teste. Ovviamente si terrorizzarono. Uno si rifugiò sotto la macchina, ustionandosi con la marmitta, l'altro, addirittura, si gettò dalla scarpata rompendosi qualche osso... un po' eccessivo per “marcar visita”, non le pare? 

    Ci parli del suo avvistamento. 

    Ero al casello autostradale di San Cesareo, vicino a Roma. Vidi un oggetto oblungo, sembrava quasi un vagone ferroviario, con una fiamma bluastra sulla parte posteriore, una specie di propulsore...era a poca distanza da me e compiva movimenti velocissimi, con virate ad angolo retto. Questo prevede un sistema non-inerziale che noi non conosciamo. Quel giorno non fui l'unico a vederlo. 

    E l'avvistamento più attendibile? 

    Senza dubbio quello di Giancarlo Cecconi, e fu effettuato proprio sopra i nostri cieli nel 1979. Cecconi era un pilota militare di un ricognitore G-91, che tornando da una missione sugli appennini venne dirottato dalla torre di controllo di Istrana verso un oggetto sigariforme nero, lungo parecchie decine di metri. Scattò circa 80 fotografie prima che l'oggetto, letteralmente, scomparisse». 
    Molti degli avvistamenti fatti a Padova parlano di “sfere di luce”. 

    Che cosa sono? 

    L'ipotesi più plausibile è che siano robot-sonda. Probabilmente servono al monitoraggio delle attività umane, della radioattività e dell'inquinamento». 

    Ma quanto c'è di suggestione e quanto di realtà negli avvistamenti? 

    A volte è facile che ci si sbagli. Basta vedere, ad esempio, un aereo in fase d'atterraggio. Gli UFO compiono movimenti velocissimi ed angoli ben definiti, niente curve, e soprattutto non fanno nessun rumore».
    Sheenky Oo
    00domenica 6 gennaio 2013 09:16
    INTERVISTA AL FISICO AUGUSTE MESSEN SU UFO E ALIENI

    Fonte: ufoedintorni.altervista.org/blog/intervista-al-fisico-auguste-meessen-su-ufo-ed-extrate...

    Il professor Auguste Meessen, dell’Università Cattolica di Lovanio (Belgio) è nato nel 1932 nei pressi della frontiera belgo-tedesca. Ha studiato fisica alla UCL (Université Catholique de Louvain) e dopo il suo dottorato, ha trascorso due anni come “Socio di Ricerca” al MIT, USA.
    Nel 1962, è stato assunto alla UCL, dove divenne professore ordinario. Ha insegnato la meccanica quantistica, la fisica teorica e matematica, la fisica dello stato solido e la didattica della fisica. Ha effettuato una serie di incarichi di insegnamento all’estero ed è diventato emerito nel 1996. Egli è particolarmente interessato alle questioni riguardanti i fondamenti della fisica (come la quantificazione dello spazio-tempo) e si preoccupa di problemi sociali che implicano la responsabilità degli scienziati (come la corsa agli armamenti). Dal 1972, è stato anche coinvolto nella ricerca di una soluzione razionale al problema degli UFO, partendo dai fatti osservati e dalle leggi fisiche conosciute.



    Il professor Auguste Meessen, dell’Università Cattolica di Lovanio (Belgio) è nato nel 1932 nei pressi della frontiera belgo-tedesca. Ha studiato fisica alla UCL (Université Catholique de Louvain) e dopo il suo dottorato, ha trascorso due anni come “Socio di Ricerca” al MIT, USA.

    Nel 1962, è stato assunto alla UCL, dove divenne professore ordinario. Ha insegnato la meccanica quantistica, la fisica teorica e matematica, la fisica dello stato solido e la didattica della fisica. Ha effettuato una serie di incarichi di insegnamento all’estero ed è diventato emerito nel 1996. Egli è particolarmente interessato alle questioni riguardanti i fondamenti della fisica (come la quantificazione dello spazio-tempo) e si preoccupa di problemi sociali che implicano la responsabilità degli scienziati (come la corsa agli armamenti). Dal 1972, è stato anche coinvolto nella ricerca di una soluzione razionale al problema degli UFO, partendo dai fatti osservati e dalle leggi fisiche conosciute.

    Il professor Auguste Meessen è stato intervistato nel mese di novembre 2012 dal signor Joël Duquesnoy, Presidente del Gruppo di Studi e di Ricerche Ufologiche. Riportiamo qui alcuni stralci (intervista integrale qui). Va notato che il signor Auguste Meessen ha ugualmente pubblicato sul suo sito web (meessen.net) il mese scorso un interessante contributo allo studio del fenomeno UFO, dal titolo “Riflessioni sul fenomeno UFO” (link) in cui “…Noi presentiamo e discutiamo quattro possibili interpretazioni del fenomeno UFO. Si tratta di ipotesi di lavoro, ma ognuna di queste opzioni porta a risposte diverse. Ci opponiamo ai punti di vista di coloro che credono che il fenomeno UFO sia illusorio, scientificamente inaccessibile o addirittura assurdo. Noi difendiamo per contro la possibilità di una ricerca scientifica normale, cercando di spiegare la propulsione degli UFO a partire dalle osservazioni e dalle leggi fisiche conosciute“.

    Credete che un giorno conosceremo la verità sugli UFO?

    “Sì, almeno per la maggior parte, poiché il fenomeno UFO è un problema scientifico abbastanza normale. Molte osservazioni indipendenti hanno chiaramente dimostrato che tutti gli UFO funzionano diversamente da tutte le macchine volanti che conosciamo. Si tratta di oggetti volanti non convenzionali“.

    “Non riusciamo a comprendere nulla dal meccanismo di propulsione di questi mezzi, ma ciò non nega per nulla la loro esistenza o per supposizione che questo sia solo il risultato di idee sbagliate o di falsi. L’ipotesi che si tratti di una sorta di magia paranormale non è più adeguata“.

    “Piuttosto cerchiamo di capire cosa sta succedendo, utilizzando i normali metodi scientifici. L’unico ‘rischio’ è quello di imparare qualcosa di nuovo. Normalmente, questo non spaventa gli scienziati. Al contrario, la loro professione è quella di essere curiosi e di cercare di comprendere“.

    “Questo è ciò che ho cercato di fare fin dai primi articoli che ho pubblicato su questo tema, proponendo i concetti di base di una teoria fisica. In seguito ho sviluppato ciò e questa estate ho presentato a Mosca la mia teoria di una Propulsione EM Pulsata degli UFO al Simposio sui Progressi della Ricerca nell’Elettromagnetismo. Ho dimostrato che siamo in grado di sviluppare una elaborazione teorica rigorosa che renda conto dei numerosi fatti osservati. I miei tre articoli, approvati da chi dà referenze, sono disponibili online. Per ora, sto lavorando alla risoluzione di uno dei problemi risultanti. Infatti, le osservazioni di UFO, la loro analisi e i miei sviluppi teorici implicano che la superficie degli UFO è fatta di un materiale che è superconduttore a temperatura ordinaria. Cerco di scoprire di quale tipo di materiale possa trattarsi, partendo dalle leggi fisiche conosciute. I risultati sembrano essere confermati da alcune osservazioni, ma ciò che è importante per ora è che si possa procedere in modo rigorosamente scientifico. Inoltre, vi è un problema molto interessante, sia dal punto di vista delle scienze fondamentali, sia dal punto di viste delle scienze applicate. Contrariamente alle conclusioni della Commissione Condon, istituita dalla US Air Force, si dimostra che gli studi scientifici approfonditi e oggettivi del fenomeno UFO sono giustificati con l’aspettativa che le scienze andranno ad avanzare. Tuttavia, ci dovrebbe essere uno che pone domande e uno che cerca di rispondere“.

    “Non è neanche indispensabile chiedere dei finanziamenti. La mia fiducia è che alla fine non verrà squarciato il segreto sulla propulsione degli UFO solo in base ai risultati che ho ottenuto, ma anche, e soprattutto, sulla libertà della mente umana. Altri scienziati si porranno ugualmente, prima o poi, domande sulle modalità di propulsione degli UFO e degli effetti fisici che producono. In un modo o nell’altro, faranno uso dell’arsenale di mezzi teorici che sono a nostra disposizione, aggiungendo se possibile, dei mezzi più potenti di osservazione. Indipendentemente da dove e da chi sarà fatto, si cercherà di comprendere la propulsione degli UFO“.

    “Un’impresa di questo genere inizia sempre con qualche piccolo seme, piantato da qualche parte. Dobbiamo dare loro il tempo di germogliare e quando il terreno sarà favorevole, essi cresceranno da soli. Questa è la dinamica del pensiero umano“.

    Pensate che l’origine degli UFO rilevi una ipotesi extraterrestre o abbia una spiegazione umana?

    “L’ipotesi ET non è stata ancora provata, ma è una buona ‘ipotesi di lavoro’. In effetti, essa è plausibile e fornisce degli sviluppi scientifici. Gli scettici occultano alcuni dati affinché ciò resti coerente con le proprie credenze o convinzioni personali. Altri personaggi selezionano osservazioni particolarmente strane e le associano a dei fatti allegati di tipo paranormale o ad altre idee incontrollabili. Per una discussione più dettagliata delle differenti ipotesi o opzioni possibili in ufologia, mi riferisco ad un testo che ho scritto nei primi mesi del 2012. L’ho redatto, perché attualmente c’è un rischio non trascurabile che il fenomeno UFO venga considerato ridicolo, vale a dire illogico o quanto meno inaccessibile alla ragione. Non sono d’accordo. Un approccio scientifico normale è a tutti gli effetti possibile. Tuttavia, si richiede di sottoporre ciò a dei vincoli che guidano il pensiero e permettano due tipi di controlli. Da un lato, è necessario che le argomentazioni siano corrette, e quale sia la migliore verificabile utilizzando degli strumenti matematici. Dall’altro lato, è necessario che ciò che viene proposto sia verificabile, almeno in linea di principio, poiché è unicamente il confronto con la realtà che permette di sapere se una teoria è vera oppure falsa“.

    “Tuttavia, l’ipotesi di un origine ET degli UFO è verificabile in modo indiretto, risolvendo il problema della propulsione di questi mezzi. Questa sarà la coerenza logica della costruzione teorica proposta e la sua conferma proverrà da osservazioni esistenti e nuove che saranno decisive. Invece di essere scettico, rassegnato o avventurosamente speculativo, è importante spiegare come questi mezzi siano in grado di volare senza ali per il loro sostentamento e senza eliche o motori a reazione per la propulsione. Inoltre, si sono osservati tutta una serie di effetti fisici molto notevoli e sorprendenti. Possono essere spiegati abbandonando l’ipotesi che le nostre attuali tecnologie sono le uniche possibili? E’ quello che si suppone quando ci si rifiuta di accettare l’ipotesi extraterrestre“.

    Esiste, secondo voi, una censura delle autorità?

    “Sì, non ho dubbi su questo. Per giustificare questa presa di posizione, devo ricordare che è l’incidente di Roswell che ha costretto alcune autorità nel prendere decisioni immediate. La politica della US Air Force e dei Servizi segreti americani in materia di UFO fu quindi arrestata nel 1947. Tuttavia, essi vennero fuori dalla Seconda Guerra Mondiale, durante la quale gli Americani riuscirono a costruire in segreto la ‘bomba atomica’. Ciò consentì di effettuare una dimostrazione sorprendente della loro superiorità tecnica e forzare la capitolazione del Giappone. La realtà è comunque più complessa ed è di utilità conoscerla . Un intervento congiunto degli Stati Uniti e dell’URSS in Giappone era stata considerata già nel novembre 1943, alla conferenza di Teheran. Questi progetti furono concretizzati nel corso dei mesi successivi, ma il Comitato dei capi di stato maggiore americano rivide i suoi piani nel novembre del 1944, perché volevano evitare che un intervento dei Russi nella guerra del Pacifico potesse dare loro troppi benefici per il dopoguerra. Il 25 maggio 1945, MacArthur ed i suoi colleghi decisero che l’invasione del Giappone venisse attuato il giorno 1 novembre 1945“.

    “Nel mese di luglio, ci furono dei segnali che il Giappone era pronto ad arrendersi per evitare che l’invasione diventasse inevitabile. Inoltre, gli scienziati che avevano lavorato alla realizzazione dell’arma nucleare avevano paura sul fatto che i Tedeschi potevano costruirla e utilizzarla. Sapevano bene che la fissione nucleare era stata scoperta in Germania. Sapevano anche delle capacità scientifiche e tecniche dei Tedeschi. Inoltre, sapevano che i nazisti non si sarebbero fermati davanti a nulla“.

    “Tuttavia, la Germania capitolò l’8 maggio 1945. Importanti scienziati, sapendo che avevano praticamente completato la produzione di tre bombe atomiche, si erano ora preoccupati per il loro uso da parte degli Stati Uniti contro il Giappone. Un gruppo di questi scienziati, premi Nobel, scrisse un rapporto dettagliato per avvertire il Segretario della Difesa degli Stati Uniti, e quindi il nuovo presidente Harry Truman, dei pericoli che l’uso di questa arma potesse comportare. Questo scatenò inevitabilmente una ‘corsa agli armamenti’, come lo sviluppo della tecnologia militare che entrò in una nuova fase, modificando le relazioni internazionali in modo drammatico“.

    “Essi proposero di effettuare una dimostrazione in un deserto davanti ai capi di Stato e militari di diversi paesi, tra cui il Giappone e l’Unione Sovietica, per dire loro: “Vedete che tipo di armi noi abbiamo, ma che non abbiamo mai utilizzato. Siamo disposti a rinunciare al loro utilizzo futuro se altre nazioni si unissero a noi in questa opera di rifiuto e accettassero l’organizzazione di un efficace controllo“. Questa relazione fu depositata l’11 giugno 1945, ma il generale Leslie Groves, che aveva curato lo sviluppo di quest’arma, impedì che fosse data al presidente Harry Truman, in carica dal 12 aprile 1945. Il giorno 16 luglio 1945, il primo test nucleare ebbe luogo a Alamogordo. Il 6 e il 9 agosto 1945, due bombe distrussero Hiroshima e Nagasaki, ma era già in progetto un’azione contro l’URSS. E’ ben noto che ciò scatenò una corsa sfrenata agli armamenti e a una proliferazione delle armi nucleari che, a tutt’oggi, non è ancora sotto controllo“.

    “Si cercò di giustificare la corsa agli armamenti, affermando che il rischio di una distruzione di massa potesse ostacolare l’uso di quest’arma. Tuttavia, abbiamo accumulato molte e molte armi di questo genere e che furono perfezionate, nonché i mezzi per implementare il tutto in modo più efficiente, cioè il più letale possibile. Siamo arrivati a costruire armi nucleari così potenti che potrebbero distruggere l’umanità almeno una dozzina di volte! Fu un’assurdità pretendere che questa politica avrebbe garantito la sicurezza. Nè l’arrivo di un incidente , nè quello al potere di un fanatico irragionevole non poteva essere scartato in questo modo. La risposta (Mutual Assured Destruction) dovrebbe essere quasi automatica. Così nessuno può avere la possibilità di porre in uso l’opzione del primo utilizzo, potenzialmente più vantaggioso“.

    Come si è arrivati a giocare alla roulette, mettendo in gioco le sorti dell’umanità intera?

    “Non è molto difficile da capire ed è molto istruttivo. C’erano due campi opposti. Ciascuno aveva paura dell’altro. I Servizi segreti sovrastimarono i mezzi dell’altro e decisero di aumentare il loro potenziale in proporzione al potenziale presunto dell’altro, per non rischiare di essere in inferiorità“.

    “Nel caso simmetrico, il potenziale distruttivo aumenta in entrambi i lati nel corso del tempo come una funzione X(t), tale che il suo aumento annuale dX/dt = a.X(t), dove ‘a’ è una costante positiva. La soluzione di questa equazione è X(t) = X(0)exp(a). La logica della corsa agli armamenti avrebbe potuto condurre ad un aumento esponenziale, e che i fatti hanno confermato. Si è parlato di un ‘equilibrio del terrore’, ma fu un equilibrio instabile, con dei disturbi di rottura, contrariamente a quanto succede ad un equilibrio stabile. In realtà, è aumentato il pericolo invece di ridurlo. Einstein aveva già scritto nel 1932, quando la comunità internazionale iniziò ad armarsi che “...armare non significa prepararsi per la pace, ma per la guerra“. Nel 1950, disse alla televisione americana: “La convinzione che si possa raggiungere la sicurezza attraverso un armamento nazionale è nello stato attuale delle tecniche militari una illusione molto pericolosa“. Avremmo fatto meglio a seguire il suo consiglio“.

    “La logica di un confronto implica delle decisioni intraprese in maniera miope. Questo arrivò ugualmente nel 1947, quando i Servizi segreti, alcuni militari e probabilmente alcuni politici americani presero la decisione di accaparrarsi lo studio del fenomeno UFO. Fu facile per loro comprendere che si trattava di una tecnologia altamente performante. Dal momento che ebbero l’opportunità di esaminare la carcassa di un UFO precipitato, volevano goderne senza condividerlo. Di conseguenza, iniziarono anche a disinformare il pubblico e lo continuano a fare, anche se gli UFO sono ‘democraticamente’ osservabili da chiunque“.

    “Ammettendo che non potendo impedire intrusioni nel proprio spazio aereo fosse spiacevole in alcuni ambienti, la causa principale fu quella, decisiva, del desiderio di garantire un avanzamento tecnologico. Nel campo dell’URSS, ovviamente, si è proceduto allo stesso modo. Queste decisioni sono state radicalmente opposte al principio della libertà di ricerca scientifica, soprattutto per una questione che riguarda tutta l’umanità. Quando ci si renderà conto che la ‘legge del più forte”‘non è coerente con i diritti umani?“.

    Pensate che sia interessante mettere in relazione i casi di contatti con le apparizioni religiose?

    “Questa è la tesi sostenuta da Jacques Vallée, ma io non la condivido. Ho studiato questo problema in dettaglio e proposto una spiegazione naturale, basata su dei processi di percezione che intervengono quando si guarda una fonte luminosa molto intensa. Ho giustificato questa spiegazione, ma sto attualmente preparando un altro studio, affinché questo dibattito prenda impulso“.

    “Ho verificato la validità delle spiegazioni che ho portato, e le ho confrontate con i documenti di base, descriventi le visioni e le testimonianze percepite e riferite. La questione è importante in differenti modi, perché è necessario per evitare una mera speculazione, indipendentemente dalla loro origine“.

    I casi di “contatti” corrispondono a degli scenari da parte dei nostri visitatori?

    “Non lo so. Tuttavia, credo che dobbiamo essere estremamente prudenti in questo senso, in quanto la soggettività dei presunti testimoni gioca un ruolo importante. Alcuni autori amplificano questi effetti per delle selezioni orientate e la loro propria tendenza a speculare o fantasticare. Cerco di stare adeguatamente informato, ma io preferisco basare la mia ricerca su fattori oggettivi, legati agli aspetti fisici del fenomeno. Essi possono essere confermati da delle osservazioni indipendenti ed essere oggetto a delle analisi scientifiche. In questa fase, non sono più gli umanoidi e i loro comportamenti più o meno bizzarri e neanche più le eventuali statistiche al riguardo che contano. E’ lo studio razionale e obiettivo degli stessi oggetti volanti, le loro capacità tecniche e gli effetti fisici che essi producono. In effetti, se riuscissimo a comprendere questo, la nostra concezione del fenomeno UFO sarà profondamente modificata. Dopo di che, potremmo essere in grado di affrontare altri problemi, ma senza mettere il carro davanti ai buoi“.

    Pensate ad una illusione da “parte loro”?

    “Lo penso certamente, ma non nel senso che Jacques Vallée attribuisce in questi termini. Egli presume che si tratti di entità che non appartengono al nostro Universo e che la loro intenzione è almeno, a volte, quella dell’inganno. Io penso che, fino a prova contraria, gli UFO sono da considerarsi come dei veicoli provenienti da altri pianeti del nostro Universo“.

    “Questa ipotesi di lavoro implica che si tratti di manifestazioni di civiltà ET che vengono a visitarci. Lo fanno da tanto tempo, per osservare l’evoluzione di una civiltà nascente. Dobbiamo quindi aspettarci che lo facciano anche come esperienze psicosociologiche. Questo concetto sembra abbastanza logico per spiegare gli atteggiamenti apparentemente esploratori, ma inutilmente ridondanti, dei comportamento bizzarri e persino assurdi, senza dover ricorrere a ipotesi stravaganti, non verificabili“.

    Esistono delle testimonianze su un incidente UFO a Roswell nel 1947. Cosa ne pensa?

    “E’ da prendere sul serio per differenti ragioni, dato il più importante risultato di numerose testimonianze sovrapposte. Mi riferisco ai libri di Gildas Bourdais e di François Parmentier che trattano il problema della disinformazione in modo più generale“.

    Ci sono voci su dei contatti tra il governo degli Stati Uniti e gli extraterrestri. Ne sa qualcosa?

    “Da quello che ho potuto leggere si tratta del vanto non fondato di certe persone o di una speculazione strampalata. Dimentichiamoci di queste pseudo-rivelazioni senza interesse, per promuovere lo studio di ciò che è stato osservato da molti testimoni, degni di fede“.

    Crede in una congiura del silenzio sugli UFO da parte del governo degli Stati Uniti e in altri paesi?

    “E’ evidente, visti alcuni dati e atteggiamenti che sono stati alla base della corsa agli armamenti. Vi sono anche prove che alcuni paesi sono stati direttamente o indirettamente sotto la tutela degli Stati Uniti. Il caso di Teheran nel 1976 è illuminante a questo proposito. I documenti finalmente rilasciati dal MoD (Ministero della Difesa) e dal Segretariato dell’Aria in Inghilterra, così come i documenti forniti da Nick Pope dimostrano che gli inglesi sono stati fortemente influenzati dalla politica di segretezza voluta dagli Americani. In Russia è stata anche la regola fino alla esplosione della politica di trasparenza (Glasnost), introdotta da Gorbaciov nel 1988“.

    Nel caso in cui un contatto interplanetario cambiasse l’umanità, le condizioni potrebbero essere quelle in cui viviamo?

    “Nessuno lo sa, perché dipende da molti fattori, ma mi sembra evidente che delle civiltà che dispongano di mezzi tecnici estremamente potenti, debbano comprendere che è meglio risolvere i conflitti in modo pacifico, anziché attraverso la violenza. Inoltre, se i visitatori avessero voluto attaccarci, lo avrebbero potuto fare molto tempo fa“.

    Le mutilazioni animali e i rapimenti sono, in modo evidente, scioccanti, ma sono stati riportati soprattutto negli Stati Uniti e potrebbero essere delle esperienze psicosociologiche per vedere se ciò non provochi la stessa reazione da parte delle autorità. Il comportamento degli UFO, a volte discreti e provocatori, indica che i nostri visitatori sembrano volere attirare la nostra attenzione alla loro presenza, senza imposizioni. Perché?

    “E’ evidente che un contatto franco e diretto implicherebbe un ‘salto quantico’ nelle nostre conoscenze, che può essere positivo, ma potrebbe anche portare a uno shock culturale. Per evitare questo, è logico che i visitatori ET procedano con grande pazienza e circospezione. In effetti, quando saranno pronti all’accettarlo, dovrebbe essere una percentuale significativa della popolazione della Terra nel venire a conoscenza della loro presenza e la possibilità di un contatto diretto. Si potrebbe anche aspettare che le intelligenze ET vigilino affinché la transizione sia molto graduale. Non sarà per domani, ma semplicemente negare i fatti, mettere paura o fantasticare non è costruttivo. Come Blaise Pascal ha detto una volta: “L’uomo non è che una canna, la cosa più debole in natura, ma è una canna pensante. Non è necessario che l’universo intero s’armi per schiacciarlo… Per lo spazio l’universo mi comprende e mi inghiotte come un punto: pensando che io comprenda… dunque, a ben pensare, lavoriamo“. In effetti, è il pensiero che è alla base della dignità umana“.

    “Bisogna avere un pò di fiducia in questa capacità, anche quando si tratta di affrontare la più grande innovazione per la specie umana. Quella di incontrare altri esseri senzienti, aventi capacità simili o superiori, ma molto probabilmente disposti a condividere le loro conoscenze con noi“.
    Sheenky Oo
    00domenica 6 gennaio 2013 09:17
    IL CASO JAFARI

    Fonte: esomisteri.blogspot.it/2012/12/il-caso-jafari-old-ufo-ca...

    19 settembre 1976, ore 00.30 (ora locale), Teheran: il quartier generale dell’Air Force Iraniana riceve numerose segnalazioni provenienti dalla città di Shemiran, capitale della contea di Shemiranat, nella provincia di Teheran. Le segnalazioni, tutte da parte di civili, riguardano delle insolite attività nel cielo notturno, più esattamente un oggetto luminoso dalla forma vagamente simile ad una stella. Non avendo al momento elicotteri disponibili, viene chiamato il generale Yousefi, vice assistente del comandante; in un primo momento questi valuta l’oggetto come una stella, ma subito dopo essersi messo in contatto con la torre di controllo dell’aeroporto internazionale di Mehrabad, decide di far partire un F-4 Phantom dalla base di Shahrokhi, stanziata a Hamadan, quasi trecento chilometri da Teheran. Alle 01.30, il caccia pilotato dal capitano Mohammad Reza Azizkhani è già in volo, il suo bersaglio si trova a circa 74 chilometri da Teheran; si tratta di un oggetto talmente brillante da poter essere notato a più di cento chilometri di distanza.



    Quando l’aereo si trova a circa 46 chilometri dall’oggetto tutta la strumentazione sembra essere andata in avaria, le comunicazioni interrotte; vista la situazione di estremo pericolo, Azizkhani interrompe la manovra di avvicinamento e ritorna indietro; gli strumenti riprendono il loro normale funzionamento. Alle 01.40, un secondo F-4 si pone all’inseguimento, il pilota è il tenente Parviz Jafari, che in seguito sarebbe andato in pensione con il grado di generale. Il pilota riesce ad avvicinarsi ad una distanza di circa 46 chilometri,, distanza che cerca di mantenere costante mentre osserva l’oggetto. Le dimensioni risultano difficili da stimare per via dell’eccessiva brillantezza; le luci si alternano tra il blu, il verde, il rosso e l’arancione, e sembrano disposte secondo uno schema dalla forma quadrata. Jafari tenta di avvicinarsi dal lato sud, ma proprio mentre effettua la manovra un secondo oggetto sembra staccarsi dal primo e inizia una manovra di avvicinamento all’F-4. Il pilota, temendo di essere sotto attacco, tenta di lanciare un missile (AIM-9 Sidewinder), ma si accorge di aver perso improvvisamente l’intera strumentazione di bordo, compreso il controllo delle armi e le comunicazioni. Dichiarerà in seguito di aver tentato di sganciare il missile ma senza nessun risultato. Agendo d’istinto, Jafari tenta una manovra evasiva, l’oggetto però si muove troppo velocemente, schizza via a velocità vertiginosa e si pone dietro l’F-4, a circa 7 chilometri di distanza, mantenendo questa posizione per un breve periodo, quindi, con una altrettanto rapida manovra, raggiunge il misterioso velivolo dal quale si era staccato. Jafari decide allora di allontanarsi e, come già accaduto al primo caccia, distanziatosi dall’oggetto si accorge che la strumentazione ha ripreso nuovamente a funzionare. Rimane il dubbio su alcune affermazioni, o forse interpretazioni, che divergono tra loro; alcune testimonianze parlano del secondo oggetto non come un velivolo bensì come un attacco portato contro l’aereo per mezzo di una sorta di “oggetto brillante”; altre testimonianze descrivono invece un secondo velivolo sconosciuto che atterra nei pressi di una raffineria di petrolio nelle immediate vicinanze. In ogni caso l’incidente destò l’attenzione di molti testimoni, troppi perché la notizia di quell’insolito “duello aereo” non varcasse i confini del paese. L’aeronautica tentò in tutti i modi di minimizzare l’accaduto, pubblicando una nota sul quotidiano “Kayhan International” nella quale ci si riferiva ad un probabile “errore umano”. La nota non risultò molto convincente, il fatto era di certo molto più rilevante, tanto da indurre la DIA (Defense Intelligence Agency), i capi di stato maggiore della NSA (National Security Agency e la CIA, ad aprire un fascicolo nel quale, tra le altre cose, si legge: “Questo caso soddisfa tutti i criteri necessari per uno studio valido del fenomeno Ufo”. Il rapporto della DIA finì negli archivi del Pentagono, e soltanto dopo una lunga battaglia legale condotta dal ricercatore privato Charles Huffer, divenne di dominio pubblico. Il documento porta la firma del colonnello Olin R. Mooy, sezione Air Force MAAG, un gruppo di consulenza militare che in quel periodo operava a Teheran.
    IRONMAN.75
    00domenica 6 gennaio 2013 09:40
    Sembra un po' la vecchia rubrica di ufologo, comunque anche in quest'ultimo avvistamento militare siamo alle solite..possibile che tutti sti' militari abbiano le stesse fantomatiche visioni?
    Ale-95
    00domenica 6 gennaio 2013 14:11
    Le visioni possono averle le persone, a volte pure la strumentazione radar, ma guasti ai motori, malfunzionamenti momentanei, sono famosi nei casi di incontri ravvicinati con UFO. E' un caso storico. Solamente due anni dopo, gli UFO avrebbero "invaso" tutta la nostra penisola. Bell'epoca anche quella.
    eone nero
    00lunedì 7 gennaio 2013 07:05
    Ale-95, 06/01/2013 14:11:

    Le visioni possono averle le persone, a volte pure la strumentazione radar, ma guasti ai motori, malfunzionamenti momentanei, sono famosi nei casi di incontri ravvicinati con UFO. E' un caso storico. Solamente due anni dopo, gli UFO avrebbero "invaso" tutta la nostra penisola. Bell'epoca anche quella.



    Tutte chiacchiere amplificate dai fakettari non confortate da dati ratificabili, servono PROVE, non parole fakettare figlie di fakettari che hanno creato una generazione che crede alle lucine colorate del paese dei balocchi.

    Si gentile porta documenti inconfutabili, grazie anticipate e senza urlare e fare copia ed incolla senza fonti come solevi fare con il vecchio nick. [SM=g1950677]






    Ale-95
    00lunedì 7 gennaio 2013 18:00
    Guarda che era solo un semplice commento, rinfodera la spada, o prenditi un calmante.
    Sheenky ffz
    00venerdì 17 maggio 2013 19:45
    IN CANADA GLI AVVISTAMENTI DI UFO RADDOPPIATI NEL 2012

    Fonte: ufoedintorni.altervista.org/blog/in-canada-gli-avvistamenti-di-ufo-raddoppiati-n...

    Gli avvistamenti UFO sono al punto più alto mai raggiunto, rispetto agli anni precedenti. Lo affermano degli appassionati del cielo canadesi.

    Il rapporto annuale proveniente dalla Ufology Research ha attestato 1.981 avvistamenti UFO nel Canada nel 2012, più del doppio degli avvistamenti registrati nel 2011 (986 casi).

    Il 40 percento degli avvistamenti di UFO si è verificato in Ontario, dove ciascuna delle province del Saskatchewan e dell’Isola del Principe di Edoardo è stata coinvolta nella visione di misteriose luci e oggetti nel cielo.

    Ma questo non significa intendere necessariamente piccoli omini verdi.

    Infatti, i canali di Ufology Research sono più simili alle conclusioni di Scully (ndr l’agente scettica dell’FBI della serie televisiva di X-Files) che a quelle di Mulder (ndr l’eterno agente dell’FBI credente di X-Files) per spiegare la crescita del fenomeno.

    Tra le teorie di Ufology Research: “molti avvistamenti riguardano esercitazioni militari classificate o segrete e che, attraverso i loro sorvoli, avvengono in zone popolate. Sempre più persone sono consapevoli dell’origine convenzionale o naturale degli oggetti visti nel cielo. Sempre più gente ha il tempo per osservare l’ambiente circostante. Sempre più persone sono in grado di segnalare l’avvistamento con più facilità tramite internet e la tecnologia portatile, o anche che la recessione economica sta portando ad un aumento del desiderio di alcune persone a guardare verso il cielo per un aiuto“.

    ________________________________________________________________________________


    Aggiungo un topic interessante a riguardo:
    ufoonline.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=...
    Sheenky ffz
    00venerdì 17 maggio 2013 20:20
    IL PRIMO AVVISTAMENTO ITALIANO DI DISCHI VOLANTI NEL 1947

    Articolo di Maurizio Verga
    Fonte: www.ufo.it/ufologia/articles/il-primo-vero-avvistamento-italiano-di-dischi-volanti-nel-1...

    Nell'edizione del quotidiano di Reggio Emilia "Reggio Democratica" del 13 luglio 1947, in prima pagina con un titolo su quattro colonne, fu pubblicato un articolo su quello che appare essere il primo avvistamento italiano di "dischi volanti" con caratteristiche "ufologiche".



    Nella mattinata di una data imprecisata, probabilmente intorno al 10 luglio 1947, due pastori (Mario di quindici anni, e "Tonin" di una quarantina) che si trovavano sul monte Castello, nei pressi di Castelnuovo ne' Monti (Reggio Emilia) avrebbero osservato due "padelle d'argento" che procedevano in fila indiana nel cielo. Contemporaneamente avrebbero udito anche un fischio leggero e "lungo". Procedevano a grande altezza ed apparivano come dischi lucenti, grandi come "la luna d'agosto". Sarebbero stati visti per "qualche minuto". Tonin fu il primo ad accorgersi del fenomeno, mentre un terzo giovane pastore di quindici anni, poco distante dagli altri due, non avrebbe visto nulla, anche se ammise di avere schiacciato un pisolino in quelle ore.

    La testimonianza fu raccolta da un villeggiante, una "Nota" persona di Reggio Emilia, che si trovava sul posto per un'escursione. Avendo letto delle notizie apparse sui giornali in merito ai "piatti volanti" si era incuriosito quando aveva ascoltato la discussione tra i due ragazzini che stavano conducendo al pascolo il loro gregge. Interrogò in due diversi momenti i ragazzini, sopratutto Mario, che era il testimone principale.

    Nell'articolo viene riferito anche un altro avvistamento, avvenuto a San Giorgio di Val Brona, in provincia di Como, ad opera di un tale dottor Piero Moretti (ex pilota da caccia), che avrebbe osservato una formazione trapezoidale di "ordigni luminosi" volteggiare nel cielo.

    Il caso di Castelnuovo nè Monti è, a nostra conoscenza, il primo caso italiano con connotazioni apparentemente ufologiche di questo tipo e a cui è stata dedicata una particolare enfasi (seppure limitata ad un quotidiano locale a bassa diffusione).
    Sheenky ffz
    00martedì 21 maggio 2013 19:35
    ERIC W. DAVIS PARLA DI UFO DURANTE UNA SUA CONFERENZA

    Fonte: ufoedintorni.altervista.org/blog/il-dottor-eric-w-davis-parla-di-ufo-durante-una-sua-con...

    Il dottor Eric W. Davis, del Breakthrough Physics Propulsion Project della NASA, ha discusso di UFO durante una conferenza.

    Il dottor Eric W. Davis, in passato con contratto di ricercatore di fisica al Breakthrough Physics Propulsion Project, che è stato svolto dal 1996 al 2002, ha tenuto una conferenza nel 2010 dove ha risposta ad una domanda sugli UFO, in quanto attinenti ad una potenziale fisica per wormholes attraversabili, motori a curvatura, e anti-gravità.

    Sponsorizzata dalla Società per l’Esplorazione Scientifica, la conferenza era incentrata su un libro, poi recentemente pubblicato, dal titolo Frontiers of Propulsion Science, riguardante scoperte provenienti dal progetto della NASA. Dopo la conferenza, durante una sessione di domande e risposte, uno del pubblico ha chiesto se, “… le proprietà degli UFO avessero guidato il pensiero e la ricerca di tale iniziativa“. In risposta a questa domanda, il dottor Davis dice, “segretamente si e apertamente no“.



    Nel dare una ragione per la segretezza, ha dichiarato che, “gli UFO non hanno credibilità con la corrente predominante dei ricercatori accademici”, e che, … i responsabili politici e decisionali incaricati al finanziamento e ai programmi… non vogliono esaminare il tema degli UFO. Così, con lo scopo di fare ciò ufficialmente, (non demmo apertamente avvio a una iniziativa sugli UFO), la facemmo comunque prendere in considerazione sottobanco“.

    Il dottor Davis è stato un tecnico consulente per il progetto della NASA. Ha conseguito un dottorato in astrofisica presso l’Università di Arizona nel 1991, è stato co-fondatore del gruppo congiunto NASA – Advanced Deep Space Transport Technology Assessment del Johnson Space Center col compito di studiare la fisica della propulsione avanzata, ed è autore di numerose pubblicazioni sulla fisica del vuoto di punto zero per la propulsione, così come il potenziale dei wormholes attraversabili.

    Approfondendo ulteriormente l’argomento, il dottor Davis ha fatto notare che alcuni membri avevano, “… esaminato tutti gli eventi fisici e descrizioni fisiche (dei dati UFO) forniti da ricercatori come Jacques Vallée, George Hathaway, e altri non nominati“. Ha descritto due eventi che hanno avuto luogo presso il NIDS Utah Ranch dove, “… uno scienziato e un ricercatore videro un wormhole, quello che sembrava essere un wormhole, con una creatura che strisciava attraverso“. Nel secondo caso, “… i proprietari del ranch videro un’apertura nel cielo in pieno giorno con un velivolo triangolare che proveniva attraverso di essa“. Il dottor Davis ha quindi confrontato queste osservazioni con la fisica conosciuta dei wormhole. “… questo è un esempio di dati che indica il coinvolgimento di un wormhole. La geometria ti dice quello che un wormhole sembra quando si interseca con il nostro spazio. Si presenta come punto di luce (una intensa luminosità) e poi, quando l’intersezione diventa sempre più grande, si apre e si comincia a vedere il buco“. A quel punto, ha fatto notare Davis, gli oggetti potrebbero attraversare il wormhole.

    Il NIDS Ranch si riferisce al National Institute for the Discovery of Science, più familiarmente conosciuto come Skinwalker Ranch. Una proprietà situata vicino Ballard, Utah, nota per gli storici UFO, le mutilazioni di bovini, e altre leggende paranormali. Il miliardario Robert Bigelow, da solo, lo acquistò nel 1996 come parte di uno sforzo per finanziare uno studio a lungo termine di questi acclamati fenomeni.

    Discutendo della questione degli UFO e warp drive, il dottor Davis ha dichiarato che, “non abbiamo visto prestazioni che aderiscono al motore a curvatura perché…fondamentalmente è solo tra stelle e ovunque noi non vediamo UFO a curvatura. Vediamo allora che effettuano virate di novanta gradi e movimenti rapidi. Scompaiono e riappaiono. In modo ancora indeterminato“.

    Davis ha infine commentato la materia dell’anti-gravità, “… abbiamo anti-gravità nella Teoria della Relatività Generale di Einstein… Ci sono aspetti di anti-gravità, le proprietà di energia del vuoto negativa, che creerebbe una forza propulsiva che permetta a qualcosa di levitare. E gli UFO mostrano questo“.

    Nello spiegare come, Davis fa riferimento al Modello del Vuoto Polarizzato del dottor Hal Puthoff dove, “… piuttosto che spazio-tempo (nella tradizionale Relatività), immaginate lo spazio-tempo come ad una polarizzazione del vuoto di fluttuazioni quantiche di punto zero. E, se si esercita un campo in quel mezzo, le fluttuazioni sono polarizzate, (e) che creano un effetto di curvature dello spazio-tempo simile a warp drive e wormholes. Vediamo ciò in aspetti di quello che abbiamo predetto“.

    Il Breakthrough Propulsion Project è stato sciolto dalla NASA nel 2002, a causa di carenze di fondi. Il dottor Davis è attualmente un fisico ricercatore presso l’Institute for Advanced Studies di Austin, ed è amministratore delegato della società Warp Drive Metrics. Ha pubblicato letteratura accademica e speculativa su questioni come teletrasporto quantico, wormholes attraversabili e fisica della propulsione avanzata.

    Allo stato attuale è prevista una sua relazione al simposio del 2013 del MUFON (Mutual UFO Network) sul tema della ricerca su motori a curvatura e wormhole.
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