ALLA RICERCA DI VITA EXTRATERRESTRE
È possibile che i programmi di ricerca siano controllati dai governi per depistare il pubblico sulla vera indole degli alieni che ci osservano?
Da quando l’uomo è apparso sulla Terra si è sempre chiesto una grande quantità di cose su ciò che lo circondava e sulle stelle, viene naturale come respirare, ma immaginiamoci un momento nel tempo in cui la scienza non aveva trovato ancora delle risposte, immaginiamoci per esempio cosa doveva essere appena dopo la scoperta del fuoco alcune centinaia di migliaia di anni fa, avevamo la stessa intelligenza, lo stesso interesse e la stessa curiosità che abbiamo oggi. Qualche volta mi viene da pensare che allora c’era della gente che ragionasse così: noi siamo nomadi e cacciatori, il fuoco ci riscalda, la sua luce forma dei buchi nell’oscurità, tiene lontano le belve affamate, ci permette di guardarci nel buio e di parlare, noi ci prendiamo cura del fuoco e il fuoco si prende cura di noi. Le stelle non sono vicine e anche se saliamo su una collina o su un albero non si avvicinano; brillano di una strana luce fredda lontana, sono tante, il cielo ne è pieno, ma solo di notte, chissà cosa sono. Una notte mi è venuta l’idea che siano fiamme che ci danno un po’ di luce proprio come il fuoco, forse le stelle sono fuochi di accampamenti di altri nomadi come noi che accendono quando fa buio, la luce delle stelle è più debole dei fuochi degli accampamenti, quindi devono essere molto lontane, chissà se i nostri fuochi sembrano stelle alla gente che abita in cielo, ma come mai quei fuochi lontani e la gente che li accende non ci cadono addosso, come mai dal cielo non piovono tribù di estranei, quegli esseri lassù nel cielo devono possedere grandi poteri. Questo poteva essere un tipico pensiero di ciò che l’uomo primitivo aveva sulla realtà delle cose.
Con il passare dei secoli, il pensiero dell’uomo sulla possibilità di esistenza di vita extraterrestre si fece sempre più presente nelle menti aperte; c’è anche chi ha pagato con la vita per aver esposto la sua teoria sull’esistenza di vita al di fuori della Terra, è stato il caso, tanto per citarne uno, di Giordano Bruno; egli fu condannato per stregoneria e mandato al rogo per le sue idee. Qualche secolo più tardi, l’italiano Virginio Schiaparelli e l’americano Percival Lowell dichiararono pubblicamente che sul pianeta Marte esisteva vita intelligente. Osservando con i loro strumenti il pianeta, "videro" sulla sua superficie delle linee scure attraversare tutto il pianeta; sapendo che anche Marte come la Terra presentava le quattro stagioni e avendone osservato il cambiamento climatico, dedussero che Marte fosse abitato da esseri intelligenti e che le linee visibili fossero canali artificiali, costruiti dagli stessi abitanti per portare acqua nelle zone più aride del pianeta (e che Marte stesse cambiando il clima). Da premettere che l’osservazione dei canali non era stata altro che un’allucinazione dell’astronomo, data dall’eccessivo affaticamento dell’occhio allo strumento. Da questa storia lo scrittore H.G. Wells scrisse il famoso romanzo "La guerra dei mondi"; negli anni Cinquanta Orson Welles ne traspose il contenuto attraverso un network radiofonico, provocando in breve tempo il panico generale.
Tentativi di contatto
Negli anni Sessanta nacque il programma SETI con lo scopo di dare una "risposta" alla possibilità di esistenza di vita extraterrestre. Del programma fanno parte molte nazioni tra cui l’Italia, che con il suo radiotelescopio la Croce del Sud situato a Medicina, (Bologna), contribuisce alla ricerca.
Il 16 Novembre 1974, dall’antenna fissa più grande del mondo, venne trasmesso il più potente segnale radio mai emesso dall’uomo; era diretto verso l’ammasso stellare M13 che dista dalla Terra 25000 anni-luce, (M 13 si trova nella costellazione di Ercole). Il messaggio, trasmesso nel linguaggio più semplice (il codice binario), il luogo da cui proviene, lo strumento con il quale è stato spedito, mostra schematicamente la struttura elicoidale del DNA dell’uomo e lo schema di atomi di idrogeno. La nostra civiltà ha utilizzato altri messaggi indirizzati verso ET, come le sonde spaziali Pioneer 10 e 11 e le sonde Voyager 1 e 2, che sono state utilizzate come messaggi in bottiglia nell’immenso oceano cosmico. I Pioneer hanno a bordo una placca dorata sulla quale è stata incisa la provenienza e la morfologia dell’uomo; i Voyager invece possiedono a bordo un disco su cui sono stati incisi vari suoni, naturali e non, che si odono sulla Terra, oltre a diversi messaggi di saluto in tutte le lingue.
La possibilità di un inganno
È ormai riconosciuta e consolidata l’esistenza di pianeti attorno ad altre stelle ed è recente la notizia della scoperta di un nuovo pianeta attorno alla stella iota Hor, situata nella costellazione dell’orologio (visibile nell’emisfero australe); i dati indicano che la stella ha una composizione spettrale simile a quella solare e una massa più grande del 3% rispetto a quella del Sole; il pianeta scoperto ha dimensioni di due o tre volte quelle di Giove. A questo punto manca solo la scoperta più sensazionale, la scoperta di vita oltre la Terra. Ed il SETI ha messo a disposizione al pubblico una Home Page, atta ad utilizzare il computer dell’utente per analizzare un pacchetto di dati provenienti dall’antenna di Arecibo. Tale "screen server", una volta caricato sul vostro computer, funziona così: durante lo scaricamento del programma dalla rete Internet, viene scaricato insieme ad esso un pacchetto di dati, mentre il programma entra in funzione come un comune salva schermo, con la facoltà però di analizzare i dati che ha ricevuto; questi, una volta analizzati, vengono rispediti al mittente per essere decifrati e nello stesso tempo viene scaricato un altro pacchetto pronto ad essere analizzato.
A questo punto sorgono alcune domande:
1. Perché il SETI ha bisogno di una così grande rete di elaborazione dati, tanto da impiegare i terminali di navigatori della rete WEB? Forse, come dicono loro, è per la mancanza di fondi per costruire un supercalcolatore, oppure è una scusa per coprire tutto, facendo partecipe l’ignaro uomo della strada?
2. Perché la ricerca di segnali radio e di pianeti viene condotta su stelle diverse dal Sole o simili ma lontane da esso, quando in un raggio di 30 anni-luce ci sono ben quindici stelle simili al Sole?
3. Perché ricercare la vita in posti simili alla Terra, quando si è scoperto che essa alberga in luoghi impensabili e che la vita potrebbe avere forme e componenti diversi dai nostri?
4. I messaggi inviati da Arecibo e dalle sonde spaziali sono destinati a qualcuno veramente lontano, oppure a qualche presenza già vicina alla Terra?
Tra i rumori di fondo
Tenterò qui di fornire alcune possibili risposte (di carattere personale) ai quesiti prima esposti.
1. Ipotizziamo che il programma abbia già individuato qualche strano segnale proveniente dallo spazio, forse da una stella vicina, oppure da un "oggetto" in avvicinamento: giacché il segnale ricevuto potrebbe essere molto ampio, oppure nascosto tra i "rumori" di fondo dello spazio, il SETI avrebbe bisogno di un super elaboratore, oppure di una vasta gamma di computer capaci di elaborare con l’apposito software i milioni di segnali ricevuti.
2. Le ricerche eseguite fino ad ora servono a sviare sia il pubblico che lo stesso personale non inerente il progetto, rispetto a certe verità. Evidentemente i governi, soprattutto quello statunitense, hanno preso posizione e controllo sull’informazione riguardante l’esistenza di vita aliena in prossimità della Terra; tali governi, molto probabilmente, utilizzano il programma SETI come una copertura sulle vere operazioni che vengono compiute, facendo collaborare inconsapevolmente la gente, ignara delle loro reali intenzioni. Con notevole probabilità vogliono farci credere il contrario della verità, studiando il mistero UFO molto più seriamente di come vogliono far apparire, tenendo tutto sotto massimo riserbo. Questa è un evidente forma di "cover up" (insabbiamento, ndr.).
3. Ogni volta che si parla di vita extraterrestre, gli addetti ai lavori ripetono in continuazione che la vita si sviluppa in un ambiente adatto ad ospitarla e che la vita intelligente deve essere composta da elementi quali il carbonio, l’acqua e l’ossigeno. Si è scoperto che ciò non è del tutto vero. La biologia, ad esempio, ha individuato presenze di vita in luoghi del nostro stesso pianeta dove si pensava che essa non potesse formarsi. Si è scoperto che la vita si sviluppa anche all’interno delle pietre, se queste possiedono certi requisiti; anche negli ambienti più ostili la vita riesce a vincere. Esistono forme di vita allo stato batterico nelle regioni polari, dove le temperature scendono oltre i 50 gradi centigradi; la vita ha dimostrato di generarsi nelle profondità della Terra, con l’ausilio di gas che per noi sono tossici; oppure di svilupparsi in esseri più complicati, basti pensare alle profondità oceaniche, dove creature si alimentano in assenza di luce e di calore solare, traendo calore da insediamenti vulcanici sottomarini, sopravvivendo in tali condizioni senza l’apporto di ossigeno, che per loro sarebbe mortale.
L'esempio di Zeta Reticuli
Probabilmente qualcosa di simile esisteva sulla superficie della Terra qualche milione di anni fa, poi per modifiche climatiche, questi esseri hanno dovuto lasciare il posto a esseri più adatti a vivere nell’ambiente che si stava trasformando, rifugiandosi nelle zone più impensabili del pianeta, oppure essi stessi si sono modificati per poter vivere nel nuovo ambiente. Un fatto simile potrebbe essere avvenuto altrove nell’Universo, forse anche con una piccola variante nella composizione di base, cioè utilizzando una base di silicio al posto di quella di carbonio; una piccola variante che potrebbe rappresentare la morfologia di un eventuale alieno. La natura non impedisce che ciò accada, anzi la morfologia assunta potrebbe essere del tutto adibita al possibile stato climatico del pianeta stesso. Un esempio potrebbe essere preso da una delle razze aliene "conosciute", laddove si dice che essi provengano dal sistema Zeta Reticuli, una stella simile al Sole sia come dimensioni che come composizione fisico chimica; sta di fatto che ben poche, se non nessuna, osservazioni sono state effettuate su tale agglomerato per cercare la presenza di qualche pianeta; questo potrebbe dare credito a ciò che è stato detto nelle risposte 1 e 2.
4. Al quarto quesito la risposta viene da sé; potrebbe essere possibile che i messaggi inviati nello spazio con i mezzi descritti potrebbero essere messaggi di pace o di benvenuto a qualche civiltà che si sta avvicinando o è già vicina alla Terra; quale motivo avremmo di spedire messaggi con sonde interplanetarie tanto "lente" da impiegare una decina d’anni per arrivare ai confini del sistema solare, quando molto probabilmente tra un centinaio d’anni avremo la tecnologia adatta a superare quelle velocità e addirittura a superare le sonde stesse lanciate un secolo prima?
E' solo un mascheramento?
Abbiamo esaminato alcune delle possibilità di trovare vita al di fuori del nostro pianeta, notando come la vita riesca a svilupparsi anche in condizioni estreme. Dopo aver cercato delle risposte ad alcuni perché, altri interrogativi sulla questione emergono. Se nelle nostre immediate vicinanze ci sono stelle simili al Sole, perché si va a cercare l’esistenza di pianeti su stelle molto più distanti? È plausibile che i programmi di ricerca siano controllati dai governi per depistare il pubblico sulla vera indole degli alieni che ci osservano? I "messaggi" di pace servono a tenere buona una eventuale civiltà colonizzatrice, mentre l’uomo studia una possibile mossa di contrattacco; oppure l’umanità non ha intenzione di controbattere per non sparire dall’universo? Il SETI e altri programmi simili sono solo un grosso mascheramento atto a confondere l’opinione pubblica sulla presenza di UFO sulla Terra? A voi le risposte.