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Superata la velocita' della luce

Ultimo Aggiornamento: 30/03/2012 19:32
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Utente Veterano
30/03/2012 18:49

Troppe critiche e tensioni, il punto di vista di Ereditato
Fonte:http://www.lescienze.it/news/2012/03/30/news/opera_il_punto_di_vista_di_ereditato-937264/

Caro Direttore,
mi preme chiarire alcuni punti in relazione alla notizia delle mie dimissioni da responsabile dell'esperimento OPERA. Devo dire che la notevole risonanza mediatica della notizia mi ha molto sorpreso. Quando a settembre dello scorso anno riportammo la misura della "anomalia" sulla velocità dei neutrini alla comunità scientifica, avevamo chiaro che il risultato avrebbe destato scalpore tra i colleghi, ma anche tra il grande pubblico, per le ovvie implicazioni e il grande impatto mediatico dell'argomento. Anche per questo motivo il nostro approccio fu totalmente in linea con la metodologia scientifica, che impone la comunicazione di risultati, anche particolarmente imprevisti o "scomodi", e la conseguente richiesta di scrutinio da parte della comunità degli scienziati. Mai né io né nessuno dei miei colleghi di OPERA parlò di scoperta o di risultato acquisito. Al contrario, dichiarammo esplicitamente, fino alla noia, che il nostro compito primario, da quel momento in poi, sarebbe stato non già quello di consolidare il risultato, ma quello di dimostrare l'esistenza di un possibile effetto fisico, strumentale o metodologico "convenzionale" che potesse permettere di interpretarlo.

Vari mesi dopo, ciò è accaduto. Com'è noto, noi stessi abbiamo individuato e comunicato l'esistenza due sottili effetti strumentali che potevano contribuire totalmente o in parte a spiegare l'anomalia. Si è parlato di "errori", "sbagli", "flop", ma in realtà si trattava della normale procedura scientifica propria di un lavoro sperimentale. Tra le molte potenziali cause di errore qualcosa era sfuggito agli sperimentatori, manifestazione questa della non infallibilità dello scienziato e delle sue ineludibili limitazioni. Ma, come lei sa bene, tutto ciò rientra naturalmente nei canoni del processo scientifico: la scienza avanza in una terra incognita spesso con due passi avanti e uno indietro, correggendosi e imparando dagli errori, del tutto fisiologici nel suo progredire complessivo. Non a caso l'accezione della parola "errore" è del tutto diversa nel metodo scientifico da quella che ha nel linguaggio comune.

Tornando alla comunicazione, va detto che sia al tempo del nostro primo seminario pubblico, sia recentemente quando abbiamo comunicato (prontamente) i nostri dubbi, si è assistito, a fronte di messaggi corretti dal punto di vista della divulgazione scientifica, anche a spettacolarizzazioni eccessive e approssimazioni non sempre giustificate.

Ma restiamo ai fatti. Appena consci dell'esistenza di potenziali effetti strumentali, abbiamo continuato i nostri studi moltiplicando l'impegno. Quando la situazione si è maggiormente chiarita, abbiamo prontamente informato in dettaglio i comitati scientifici che hanno il compito istituzionale di monitorare le nostre ricerche. In parallelo, il risultato dell'esperimento ICARUS ha suffragato con nuovi fatti sperimentali i nostri dubbi. A tale proposito va detto che nel loro articolo scientifico i colleghi di ICARUS hanno pagato correttamente il giusto tributo al metodo da noi sviluppato per la misura della velocità dei neutrini, utilizzando più volte i nostri risultati e le nostre misure. Un ulteriore progresso, dal mio punto di vista molto rilevante, è stata la successiva collaborazione con l'esperimento LVD al Gran Sasso. Superando la naturale competizione tra scienziati di esperimenti diversi, di fronte a un risultato così importante e controverso, siamo riusciti a mettere in piedi in tempi brevissimi un lavoro comune, che ha permesso soltanto attraverso lo studio combinato di eventi simultanei nei due apparati di avere un altro supporto indipendente ai summenzionati dubbi sul corretto funzionamento del nostro rivelatore. Mi preme far notare il fatto incontrovertibile che gli scienziati si muovono coerentemente spinti dalla voglia di conoscere, ben al di là dalla mera competizione.

È tuttavia comprensibile che, come conseguenza dell'enorme interesse mediatico, ci si sia trovati di fronte a un'anomala e per certi versi irrituale pressione sulla Collaborazione OPERA, e a una serie di eccessive semplificazioni del normale processo di analisi e revisione dei risultati sperimentali e della loro comprensione. Le tensioni esterne si trasmettono poi rapidamente a un sistema sociale di oltre 150 persone. La naturale dialettica interna ne può soffrire, e un possibile risultato, pericoloso, è che si possano perdere di vista gli obiettivi scientifici e le formidabili sfide di un esperimento di punta (e aggiungo di successo, per quanto riguarda i suoi obiettivi primari) quale OPERA. Un rischio troppo grosso da correre, per evitare il quale le posizioni degli individui devono passare in secondo piano. In passato ho sempre detto che il merito del risultato, qualora confermato, non sarebbe stato solo mio. Ora è altrettanto naturale che l'obbligo di fare chiarezza scientifica sia di tutta la Collaborazione. Ma per fare ciò è necessaria quella serenità che normalmente accompagna le attività scientifiche.

Dal mio punto di vista ho fatto il possibile per ammortizzare le tensioni interne nella mia qualità di coordinatore del progetto. Tuttavia, quando ho verificato che esse avevano superato il livello di guardia, e si erano materializzate in critiche esplicite, ho ritenuto opportuno offrire le mie dimissioni nell'ottica di favorire un nuovo e più diffuso consenso. Tengo solo a precisare che il mio gesto non è da considerare come una debolezza o un ritirarsi di fronte alle difficoltà. La collaborazione OPERA ha sempre agito nel pieno rispetto del rigore scientifico, sia nell'annunciare risultati, sia nel produrne spiegazioni.

Confido infine che una volta tornata la calma tutti possano concentrarsi efficientemente sul proprio lavoro: gli scienziati, i professionisti della comunicazione, le agenzie di finanziamento e i vari addetti ai lavori. Il mio è un arrivederci a NEUTRINO 2012, l'importante conferenza che si terrà a Kyoto il prossimo mese di giugno. Scommetto che OPERA farà la bella figura che si merita nel presentare risultati conclusivi sulla (comunque) raffinata misura della velocità dei neutrini e nuovi e importanti risultati sulla fisica delle oscillazioni di neutrino, e che potremo presto riparlare dell'eccellenza della nostra ricerca fondamentale con animo critico, severo, competente ma soprattutto sereno.


Antonio Ereditato

Berna, 30 marzo 2012
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