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Scoperto il papà dell'uomo ?

Ultimo Aggiornamento: 10/09/2011 14:40
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08/09/2011 23:52

Au. sediba: un po' australopiteco, un po' uomo

I fossili dell'australopiteco risalgono a 1,977 milioni di anni fa e perciò pre-datano l'emergere dei primi tratti specifici del genere Homo

Porta il nome scientifico di Australopithecus sediba la specie di cui sono stati scoperti i resti fossili nelle caverne di Malapa a 45 chilometri a nord ovest di Johannesburg, in Sudafrica: nuovi dettagli del cranio, del bacino, delle mani e dei piedi resi noti dai ricercatori di un'ampia collaborazione internazionale dimostrerebbero che si tratta di un mosaico di caratteristiche arcaiche e moderne, che ne fanno il miglior candidato a rappresentare il più antico antenato diretto del genere Homo.

Le conclusioni dello studio riportate in cinque diversi articoli pubblicati sulla rivista Science sollevano dubbi su alcune teorie finora accettate che riguardano l'evoluzione dell'anatomia umana, compresa l'ipotesi che il bacino delle prime specie umane si evolse in risposta all'aumento delle dimensioni del cervello. Inoltre, alcuni particolari emersi dall'analisi dei reperti indicherebbero Au. sediba anche come costruttore e utilizzatore di utensili.

I nuovi risultati sono stati resi possibili sia dall'eccezionale stato di conservazione di dei resti, appartenuti a un giovane individuo maschio, indicato con la sigla MH-1, e a una femmina adulta (MH-2), sia dalla possibilità di effettuare una scansione a raggi X ad alta risoluzione del cranio di MH-1 presso un centro di avanguardia come lo European Synchrotron Radiation Facility, sia infine dalla metodica utilizzata per la datazione.

Poiché i fossili sono troppo antichi per essere datati direttamente, i ricercatori hanno analizzato i sedimenti calcificati che hanno mantenuto i fossili così ben preservati. Robyn Pickering dell'Università di Melbourne in Victoria, Australia, e colleghi hanno utilizzato tecniche avanzate di datazione paleo-magnetica, in grado di misurare quante volte il campo magnetico si è invertito, inducendo un cambiamento nella magnetizzazione delle rocce.

Per la precisione, i fossili di Au. sediba risalgono a 1,977 milioni di anni fa e perciò pre-datano l'emergere dei primi tratti specifici del genere Homo. Finora, fossili datati a 1,90 milioni di anni fa, per la maggior parte attribuiti a Homo habilis e Homo rudolfensis, sono stati considerati precedenti a Homo erectus, il più antico e indiscusso antenato umano.

Secondo le conclusioni dello studio, il cervello del giovane individuo era di tipo umano, ma ancora troppo piccolo rispetto ai cervelli osservati nelle specie del genere Homo. La regione orbitale frontale del cervello, direttamente dietro le orbite oculari, mostra alcuni segni di riorganizzazione neurale, un processo che forse prelude alla formazione di un lobo frontale di tipo umano.

I risultati di Carlson pongono così in dubbio la teoria di un graduale ampliamento del cervello durante la transizione da Australopithecus a Homo. Per contro, viene corroborata l'ipotesi alternativa che propone la riorganizzazione dei neuroni nella regione orbitofrontale che avrebbe permesso a Au. sediba di evolvere pur mantenendo intatto un cranio più piccolo. (fc)

fonte dati foto : lescienze.it
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