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Misteri d'Italia: stragi di Stato

Ultimo Aggiornamento: 22/05/2013 17:19
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Utente Esperto
21/05/2013 14:17

Riguardo allo scandalo delle schedature nella Fiat e i suoi legami con i Servizi, la presenza di una struttura clandestina all'interno dell'industria e i finanziamenti occulti che Agnelli ben sapeva di fare alla Massoneria, c'è qualcuno che ha altri dati oltre quelli da me scritti su? E' un evento questo che meriterebbe da solo, tutto un capitolo a parte.

Comunque nella parte finale aggiungo anche lo scandalo riguardo la lista di Mino Pecorelli e la presenza della Massoneria in Vaticano, che capita proprio nel periodo (fase antifascista nella strategia della tensione) della massima espressione della Loggia P2, quindi 1976 - 1978. Se qualcuno ha informazioni interessati, che le inserisca qui.
[Modificato da Ale-95 21/05/2013 14:21]
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Utente Illuminato
21/05/2013 16:08

in tutte le grandi industrie ci sono uomini dei servizi segreti..fiat- alfa- alenia- ecc ecc cosa fanno? raccolgono dati e spiano gli operai ed organizzazioni sindacali, e raccolgono "altri dati"...
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Utente Esperto
21/05/2013 16:17

Si questo lo so, utilizzando la scusa di combattere il terrorismo...
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Utente Esperto
22/05/2013 17:14

Il 17 maggio strage davanti alla questura di Milano, 4 morti e 45 feriti. La strage fu organizzata dall'anarchico Gianfranco Bertoli, che lancia una bomba a mano contro il ministro degli interni Mariano Rumor, che in quel momento stava uscendo dal cortile della Questura. In quel momento il capo del SID in carica era il solito Vito Miceli e a capo dell'ufficio D c'era il generale Gianadelio Maletti, e agli Affari Riservati il solito D'Amato. Ricordiamo, periodo quello completamente DC centrico, ove era posto Andreotti come presidente del consiglio dei ministri. Ora facciamo una constatazione. Sicché il Bertoli era strumentalizzato dal SID e proveniva dall'intoccabile Israele, si possono avanzare due ipotesi: o era presente una regia ben organizzata, in cui erano presenti anche gli israeliani, oppure vi fu uno scambio di favori tra servizi, per cui in Israele venne "parcheggiato" il terrorista su richiesta dei servizi italiani. Vinciguerra dirà a questo proposito, che ambienti di Ordine Nuovo del Veneto gli avevano proposto di uccidere Rumor perché considerato un traditore, poiché non mantenne alcuni impegni nel dicembre 1969. E' possibile che ciò fosse stato più avanzato che attuato solo per quel motivo. Una vendetta dopo tre anni, è improbabile, sarebbe avvenuta prima. In realtà è verosimile che l'evento sia avvenuto, e come al solito ben insabbiato con la scusa dell'anarchico di turno, perché bisognava sabotare la prossima alleanza, ben in vista in quel periodo, tra Moro, Rumor e Fanfani, che ovviamente avrebbe messo in crisi il governo centrista di Andreotti. Nel mese di giugno si è ben chiaro cosa vogliono gli yankee da noi. Nessuna neutralità riguardo la situazione mediorientale. L'ambasciatore americano, John Volpe, riporta a Washington, che in Italia c'era una tendenza di allontanamento nelle vicende tra palestinesi e israeliani. L'Italia doveva entrare più nella vicenda, ed essere pro Israele.

Seconda fase della strategia della tensione: Luglio 1973 - agosto 1980

Eventi: In questo periodo storico c'è la massima ripresa, senza freno, del progressismo di tipo libertario che porterà la società italiana ad essere assai modernista. Completa e definitiva svendita dei salotti reazionari ed estremisti di destra, addio agli "amici" neofascisti. Strumentalizzato il terrorismo nero e contrasti all'interno dei Servizi. Inizia la caduta dell'industria e dell'economia Italiana, inizia la trasformazione dell'economia europea.

Alcuni potrebbero trovare anomalo considerare e dividere la strategia della tensione. Esso viene sovente descritto come fenomeno unico, ma non lo è. Catalogare l'evento con due fasi porta ben ad identificare la tipologia e certi fini che furono dietro la strategia stragista. La prima fase, che abbiamo descritto, era di tipo autoritario, congelare il paese, mettere la nazione in stato d'allerta, organizzare falsi tentativi di golpe. Per fare questo, è ovvio che bisognava attingere dai salotti reazionari ed estremisti di destra. Questo periodo è ora passato, è il momento del progressismo più spudorato e senza freni. E' ora della seconda fase, ovvero quella di sinistra e dove si va platealmente contro al fascismo. Il pericolo comunista stava scemando, la crisi mediorientale risolta. La "febbre" nel Mediterraneo era sottocontrollo, ergo non c'era bisogno di uno stato reazionario ed autoritario, si poteva benissimo cambiare colore. Qui ci sarà quindi il maggior scarica barile mai visto contro le cellule nere, che prima erano ovviamente ben coperte e protette. Questa seconda fase dura 7 anni e in questi anni, possiamo dividerla in due fasi. Sebbene nella seconda ed ultima fase del primo periodo stragista, continuavano a farsi largo ancora forze reazionarie, esse stavano iniziando ad essere sabotate, scaricate da chi li manovrava e prometteva chissà cosa facendo leva contro lo spauracchio comunista, una delle più grandi balle della storia. Nella prima fase del secondo periodo, ci ritroviamo cambiamenti anche a livello internazionale logicamente, e si compiranno con la conclusione dello scandalo pilotato, Watergate (estate 1974). In questo periodo, si formeranno degli eventi violenti, alcuni dettati da schegge impazzite reazionarie, che tuttavia furono scaricate e non contavano più nulla per chi davvero controlla. Dall'altra, ci sono eventi legati ad eventi oscuri, con fini oscuri, ad esempio la strage di Brescia e quella dell'Italicus. Questi due importantissimi eventi che poi racchiudono e completano il tutto, furono bollate come terrorismo nero. Ovviamente ci troviamo in un periodo, come già detto, di enorme progressismo, dove si andrà a farsi largo la componente laica e dove psicologicamente il popolo, doveva essere mentalmente pronto anche per governi di larghe intese, della sinistra (quella nuova, occidentalizzata) al governo, cosa che prima di allora, era fantascienza. Iniziando a trattare questo primo periodo possiamo dire questo. La corrente della Magistratura Democratica (MD), che abbiamo già accennato precedentemente, trovò in questo periodo un bel salto in avanti. Alcuni membri, facenti parte del Consiglio Superiore della magistratura, terrà due congressi, uno nel 1973 ed un altro l'anno seguente, e tutti e due spiati dal SID. Quei tempi furono ancora duri per l'associazione, che venne da una parte incentivata ma al contempo attaccata. Nel 1974 alcuni esponenti di MD e anche docenti universitari daranno vita ad una rivista importante, si chiamava Critica del Diritto. Il ruolo di MD sarà per tutto questo periodo modernista e liberal, importantissimo, poiché risulterà veicolo determinante per fa penetrare una cultura garantista e con orientamento appunto liberal, in tutta la sinistra. I tempi stavano talmente cambiando, e anche facilmente e piuttosto velocemente direi, tanto da far riflettere e dubitare, che nacque un certo fenomeno in quegli anni noto come quello dei "giudici marxisti" ovvero elementi che senza problemi, ostentarono a tutti la loro fede ideologica al marxismo. Intanto in quel periodo iniziarono forti scontri all'interno dei servizi di sicurezza. Diciamo che questo fenomeno può essere spiegato sia per divergenze personali e vari tipi di politiche, ma soprattutto l'evento è scatenato dai grandi cambiamenti strategici che stavano avvenendo, che iniziarono si da un paio d'anni prima, ma ormai erano arrivati al punto di ben palesarsi e concretizzarsi nei confronti dei Servizi occidentali, i quali porteranno dopo il Watergate a drastici cambiamenti strutturali e amministrativi, soprattutto in USA. A livello internazionale come è ben noto, venne meno la guerra fredda, e quindi addio alle tecniche di guerra non ortodossa, e quindi automaticamente addio a certi "maestri" che sapevano bene come utilizzare questi strumenti. Siccome questi strumenti diventarono obsoleti e bisognava utilizzare dell'altro, il tutto venne come con i neofascisti, cambiato con qualcosa di nuovo. I regimi autoritari iniziarono a crollare uno dietro l'altro, in Grecia, in Portogallo, in Francia con il gollismo, ect. Diversa la situazione in Cile, dove la CIA ha ancora bisogno di uno stato autoritario e reazionario. Nell'immaginario collettivo iniziò poco a poco a prender piede e a degenerare sempre di più l'idea e la memoria che si aveva del fascismo repubblicano vero e proprio. Il fascismo quindi divenne, per condizionamento mentale del sistema, un sinonimo di violenza, di terrorismo, di stragi. Tutto ciò che era la dottrina fascista di Mussolini andò via via a cessare, fino ad arrivare agli anni 2000, dove è sinonimo di pura criminalità. Questa è la fase come già detto, della venuta delle nuove sinistre, la new left occidentalizzata, e quindi con un PCI che poco è come l'originale. Il tutto per causa di componenti laiche, intellettuali, appartenenti a settori della nuova sinistra e del capitalismo illuminato, che inizieranno a sostenere magicamente, di colpo e platealmente il PCI, che tra l'altro, con l'arrivo di Berlinguer alla segreteria, fu ben predisposto a certe innovazioni, ma che tanto molto poco sapevano della pura sinistra. La prima fase di questo secondo periodo, finisce e da il via alla seconda fase nel 1975, perché dal 1976 inizia la seconda, dove si evidenzia la necessità di tenere il PCI fuori dagli ambienti governativi, mentre nel paese iniziano a formarsi voglie e moti di crescita progressista, ma di tipo violento, con formazioni armate della sinistra, con ovviamente, trovando l'apice con l'arrivo delle Brigate Rosse e Prima Linea, ma non più, per intenderci, quelle di Curcio e Franceschini, ma quelle di Moretti, quelle ovvero controllate dai Servizi, americani, francesi, israeliani, che avevano tutto l'intento di farle degenerare, portandole sulla via della violenza, degli omicidi, ect. In quel periodo ancora c'era bisogno di sabotare lo scomodo compromesso scomodo tra i due governi contrapposti, e quindi si vide bene di eliminare un elemento come Moro, non gradito al potere occidentale e da Israele. In quel periodo di metà anni '70, la P2, prima che venisse definitivamente scaricata, terminò il suo bel compito aiutando molto in questo. Infatti i massoni criminali del Gelli si intrufolarono in tutte le strutture importanti, in modo strategico ovviamente, controllando parti di potere, ovvero lavorando in strutture di sicurezza, in strutture economiche e quelle dell'editoria, quindi con un certo controllo dei mezzi d'informazione. Prenderà quindi corpo il Piano di Rinascita Democratica, emanazione della loggia P2. Questo piano, va detto, inizia a prendere forma all'interno del salotto pidduista intorno al 1976. Questo piano tendeva a voler assorbire le strutture democratiche in un apparente autoritarismo legale con al centro l'informazione. Il piano era quindi attuare dei forti cambiamenti alla politica, alle strutture di governo, vere modifiche costituzionali con il fine di permettere ai massoni della P2 di entrare al potere, e prende posti strategici al governo, ma non solo. E vi riuscirono. Iniziamo quindi ora ad addentrarci meglio su questo secondo periodo molto delicato, iniziando con la prima fase.

Secondo periodo stragista
Fase I - Luglio 1973 - 1975


Come già scritto su, il progressismo la fa da padrona, dove vedrà anche l'occidentalizzazione del PCI, e il declino dei regimi autoritari in Sud Europa, e soprattutto, l'attentato ad Argo 16. Questo 1973 inizia con un bel film di Monicelli, Vogliamo i colonnelli, che abbiamo già nominato su. Ecco, questo film, che mette in gioco gli ambienti destristi e militari, viene caratterizzato in modo scherzoso, mostrando una parodia del fasullo golpe Borghese del dicembre 1970. Quel tipo di messaggio era simbolo, doveva far comprendere che si stava iniziando a scaricare il salotto dei reazionari. Insomma, la campana era iniziata a suonare. A questo film, di tipo anti-reazionario, se ne affiancheranno altri. Insomma, era chiaro dove si voleva arrivare. Il 7 luglio, Rumor riforma un governo con la DC, il PSI, il PRI e PSDI. Sempre nello stesso mese, per la prima volta, si reca in visita ad Israele il PCI. Fortissimo segnale di cambiamento, ma non solo, possiamo collegare questo evento ad un altro. Nell'ottobre dello stesso anno, Giancarlo Pajetta e Sergio Segre, instaurano i loro primi contatti con i funzionari dell'Ambasciata americana a Roma. Il PCI inizia la via dell'occidentalizzazione, ed il suo responsabile degli esteri, diciamo così, del partito israelita, il Segre, ne sarà uno dei massimi artefici. Intanto nell'MSI, si emette una circolare con cui si avvisano i dirigenti che vigilino attentamente su qualunque elemento che abbia o dimostri toni provocatori o irresponsabili. Molto interessante tutto questo, era chiaro che sentivano l'aria di cambiamento. L'MSI dovette iniziare ad abbassare i toni, dato che aveva capito che certe coperture erano saltate e nessuno gli avrebbe più protetti. Ed è proprio a metà luglio che i famosi NDS (Nuclei di difesa dello stato), che trattammo nel capitolo I, vennero ufficialmente sciolti. A differenza di quanto stava avvenendo nel mondo, diciamo così, industrializzato e civilizzato, in Cile l'11 settembre 1973, una giusta militare capitanata da quella buon'anima del generale Augusto Pinochet, capo dell'esercito, compie un golpe e destituisce il legittimo governo di Unidad Popular di Salvador Allende. Il golpe ben orchestrato da quel buon esempio di giustizia che è la CIA, fu ben pianificato facendo uso sapiente di violenti scioperi, come quello dei camionisti che misero in ginocchio l'economia del paese. Come attacco militare, ricordiamo il bombardamento del palazzo presidenziale La Moneda, dove Allende lancerà un ultimo drammatico appello per radio al paese, ma verrà poco dopo interrotto e ucciso. Il golpe in Cile conterà 60 mila morti. E' evidente di come certe strategie mosse dai mondialisti siano di un tipo in America latina (il bel giardinetto degli americani) e di un altro, in Europa. Mentre in Italia, il periodo reazionario in un contesto il quale esso richiedeva questo tipo di atteggiamento, venne meno per l'evolversi della situazione del medio oriente e del mediterraneo, e quindi si vide bene di riprendere una certa via di progressismo modernista, in Cile si richiese necessario un golpe vero e proprio, dove i riflessi emotivi nell'opinione pubblica europea, che, se da una parte gioveranno ai soliti reazionari che non contavano più nulla, dall'altra, gioveranno soprattutto ai progressisti. Molti storici commettono ancora un errore. Credono che, partendo dall'esempio del Cile, anche in Italia si richiedeva un possibile golpe autoritario. Falso, quel periodo era passato, avevamo già avuto il piano Solo di De Lorenzo e il golpe Borghese. Lo stato d'allarme in Italia era già passato, non serviva più, ora c'era bisogno della svolta modernista. L'Italia è ben diversa dal Cile, e ciò richiedeva strategie del tutto differenti. Anche il regime di Pinochet, tuttavia, avrà gli anni contati, poiché i modernisti hanno chiaramente bisogno di stati evoluti, non più reazionari, ma tutti modernizzati democratici e progressisti. Tornando in Italia ci ritroviamo al mese di novembre, quando dopo una serie di indagini sull'enigmatica Rosa dei Venti, si avranno i primi arresti in quest'ambito militare. Negli anni, a proposito di questa struttura clandestina, verranno fuori legami con la NATO, sue responsabilità e verrà fuori anche il nome del generale Miceli, che se la passerà brutta. Il mese dopo, il 6 ottobre divampa la guerra del Kippur, ovvero quel contesto in cui egiziani e siriani, prendono insieme l'iniziativa di attaccare le linee israeliane durante la loro festività ebraica, quella dello Yom Kippur. L'attacco ci sarà sul canale di Suez e nelle alture del Golan. Inizierà quindi quella guerra, che pagine dietro affermai trattarsi di un conflitto ambiguo e pilotato, poiché quel tipo di conflitto non fece altro che alleggerire la situazione strategica e militare sia nel medio oriente che nel mediterraneo, proprio quello che ci voleva. I due stati arabi all'inizio ebbero un momento di vantaggio ma vennero ben presto sopraffatti. Ovviamente Israele venne ben sostenuta dagli USA. Sempre ad ottobre, Toni Negri lascia Potere Operaio e da vita ad una nuova rivista, Controinformazione, assieme a Franco Tommei e Antonio Bellavita. La nuova rivista prenderà poco dopo ad ospitare anche documenti delle BR, compreso le famose "Risoluzioni strategiche", e per questo venne ritenuta collusa con i brigatisti. In effetti, proprio il Mossad, vide in questa rivista un legame con le BR, e cercò contatti proprio con queste ultime. Questa rivista fece in effetti, rompere qualunque preteso legame tra le sinistre e le BR, che non vennero ritenute "compagni che sbagliano". Il brigatista Michele Galati ebbe ad affermare in tempi non sospetti, che la controinformazione dei compagni era arrivata a stabilire che le bombe di Piazza Fontana furono opera anche degli anarchici, e si affermò che il Pinelli si era effettivamente suicidato, perché resosi conto che fu strumentalizzato. Questa inchiesta non venne pubblicata. Queste affermazioni, inchieste delle BR, non furono legate a delle prove, quanto piuttosto a confidenze, opinioni personali venutesi a formare dall'area di sinistra. In realtà parte di quanto riferito dalle BR era verità. Anche se l'ala anarchica venne strumentalizzata, un certo ruolo su Piazza Fontana ci fu davvero, compresa la complessa presenza del Valpreda. Molta documentazione delle BR tuttavia, anche se sequestrata dai carabinieri, non venne resa nota, altra scomparve. Peccato.
Sempre nel mese di ottobre, Enrico Berlinguer, propose su Rinascita un compromesso storico. Al contrario di molti ragazzi, giovani, anche e soprattutto di oggi, che credono che Berlinguer sia una figura buona, linda e pura, c'è da ricordare invece che la politica berlingueriana porterà in sé una grossa contraddizione interna, rispetto alle strategie occidentali: da una parte infatti accelererà l'occidentalizzazione del PCI, ma dall'altra, con il compromesso storico, si andava a smuovere un grosso terremoto, per chi questo compromesso non lo voleva. Lo stesso mese, Aldo Moro in Parlamento specifica che la posizione dell'Italia a proposito della situazione medio orientale è quella di far ritirare le truppe israeliane. Lo stesso fa Leonid Breznev proponendo a Nixon un intervento congiunto Russia - America, per fermare Israele. Gli USA che attaccano Israele? Fantascienza. Tuttavia il 26 ottobre, anche dopo che intervenne l'ONU, Israele ascolta il cassate il fuoco. A novembre, possiamo comprendere meglio cosa portò l'ambigua guerra del Kippur. L'evento consentì al presidente egiziano El Anouar Sadat di accampare alcuni successi militari, che producono immediatamente effetti politici. Henry Kissinger rimarca la volontà americana di aver impedito a sovietici ed arabi, di realizzare impunemente una loro presenza in medio oriente. Il 7 novembre al Cairo, il presidente Sadat si incontra con Kissinger, e l'11 novembre Egitto ed Israele firmano un accordo di cessate il fuoco e così termina la guerra. E' proprio da qui che nasce la tendenza del Sadat a perseguire un suo piano, ovvero ribaltare gli assetti delle alleanze. Il 17 novembre a Roma, vengono condannati a 5 anni, cinque palestinesi di origine libica arrestati precedentemente a proposito di un attentato contro le linee aeree israeliane della EI AI. Alcuni di loro vennero portati in Libia dal capitano dei carabinieri Antonio Labruna, del SID, utilizzando l'aereo Argo 16. L'operazione fu possibile grazie a Moro, così da non farsi trascinare nella guerra tra Palestina - Israele, che ormai stava andando anche fuori il confine medio orientale. Intanto viene sciolto anche Ordine Nuovo. Lo scarica barile degli ambienti reazionari continuava. Non avendo più bisogno di certi agenti, questi divennero ufficialmente delle schegge impazzite. Aldo Moro, si schiererà contrario a questa scelta. Il 23 novembre, il fatto. L'Argo 16, guarda caso, è stato fatto esplodere mentre si trovava presso Porto Marghera, Mestre. Moriranno quattro ufficiali delle nostre FF.AA. L'attentato dell'Argo 16 fu un vero e proprio attacco di guerra contro l'Italia. Questo tipo di sabotaggio fu un avvertimento, una palese minaccia nei confronti di certe linee politiche, quelle di Moro, che andavano contro un certo potere dominante. Il tutto fu chiaramente collegato all'arresto dei cinque palestinesi. L'attentato dell'Argo 16 fu chiaramente un evento così scomodo che venne subito cercato di insabbiare il tutto. Due dei palestinesi arrestati per aver tentato con missili terra-aria di abbattere nei dintorni dell'aeroporto di Fiumicino, un aereo civile israeliano dell'EI-AI, ottennero la libertà provvisoria. All'uscita dal carcere, i due palestinesi vennero subito presi da alcuni agenti del SID. Questi portarono i palestinesi in un aeroporto militare, li imbarcarono su un aeromobile DC 3 dello stormo dello Stato Maggior, sigla Argo, e li spedirono a Malta, da dove raggiunsero la Palestina, per palesare accordi con Arafat che si impegnava di non compiere attentati nel nostro paese. Arafat fu molto d'accordo e ringraziò. Un disastro cosa avvenne in seguito di questi risultati. L'Argo come sappiamo, venne sabotato. Nel dicembre 1988, il giudice istruttore di Venezia, Carlo Mastelloni, chiese un rinvio a giudizio nei confronti dell'ex capo del Mossad all'epoca dei fatti, quindi diretto responsabile della strage, Zvi Zamir, ritenuto infatti il mandante del sabotaggio. A questi, venne anche preso in accusa l'ex responsabile dei servizi di sicurezza israeliani in Italia, Aba Léven. Per finire, anche un'accusa di favoreggiamento per Giorgio Lehmann, all'epoca, ex-consulente giuridico del SISMI, e di chiare origini ebraiche. Ovviamente tutti assolti perché il fatto non sussiste. Enorme potere quello sionista. Tornando alla cronologia, nel mese di fine novembre 1973, in Grecia, ci fu un altro colpo di stato, ove venne destituito il potere di Papadopulos. Si venne a formare un temporaneo potere di tipo sia militare che civile. Chiaramente, vista la situazione, ovvero l'alleggerimento della situazione medio orientale, ha fatto accettare agli USA un processo quello greco in questo caso, di cambiamento, che prima aveva chiaramente estremizzato. Anche questi, come Pinochet, durarono poco. A dicembre cadono le accuse a Valerio Borghese. Si volle dare un bel colpo di spugna alla vicenda a dir poco enigmatica del golpe Borghese, che avrebbe visto, in caso di continue indagini, chiari legami con massoneria, Mafia, CIA e settori industriali di alto potere. Visto che venne meno quando si era auspicato Moro, per colpa del Mossad a proposito del sabotaggio dell'Argo 16, un attentato ad opera degli estremisti palestinesi, si paleserà il 17 dicembre, quando un'azione bellica a Fiumicino, attacca un aereo di linea, il Pan Am. Si avranno 29 morti e i terroristi fuggiranno a bordo di un altro aereo con 14 ostaggi. Il 1973 si chiude con un qualcosa di molto rilevante. Si viene a trovare la necessità di coinvolgere il PCI nel processo governativo. Questo fu stimolato anche da una certa stampa progressista che ritenne che lo Statuto dei Lavoratori del 1970 non era sufficiente a controllare le varie spinte sindacali. Così venne in mente il coinvolgimento del partito di sinistra. A questo proposito, a febbraio 1974 Gianni Agnelli diverrà presidente della Confindustria. Il PCI ormai verso l'occidentalizzazione di Berlinguer, otterrà notevoli incrementi di voti alle elezioni, e ben allineato verso una prospettiva di compromesso storico. Sebbene ci fossero aperture verso un PCI che si stava trasformando, e si accordarono in quel periodo anche forze neoradicali e progressiste americane e internazionali, sintomo questo che spiega di come si volesse velocizzare la trasformazione del partito, e quindi allestire un nuovo laboratorio per un nuovo esperimento, si accodarono anche opposizioni. Il processo quindi richiese qualche anno in più, sicché le esigenze atlantiche, certamente ancora proiettate a Jalta, non consentirono l'entrata del PCI al governo.
Il 1974 si apre con l'arresto del colonnello Amos Spiazzi, ed anche un mandato di cattura nei confronti del generale a riposo Francesco Nardella. In quel periodo, ufficialmente, vennero venduti settori militari legati alla strategia della tensione. I tempi stavano cambiando pesantemente. Seguendo questa linea, basti sapere che il 27 gennaio, Mario Scialoja sull'Espresso, scrive un rilevante articolo intitolato "Il generale è un nero", dove accusa l'Ufficio della guerra psicologica del comando Ftase di Verona. Si fanno i nomi del generale Nardella, del colonnello Dominioni e gli ufficiali segreti della CIA. Si parlerà quindi delle varie strategie psicologiche casi di golpe, guerre civili e sommosse, ed infine, l'utilizzo della strategia della tensione. Ai primi di febbraio, elementi di destra esplodono colpi di pistola contro il comitato unitario per la casa, che si dedica alle occupazioni di case nella Garbatella. Questo evento va detto, poiché fa comprende il clima violento che si era venuto a formare. Sia destra che sinistra, da alcuni mesi, iniziarono a far uso d'armi da fuoco negli scontri di quartiere. Questa pratica verrà ancor più incentivata sempre più, con armi in mano anche a ragazzi giovani, e purtroppo morirà anche qualcuno. Chi ha voluto questi opposti estremismi, chiaramente, sono i diretti responsabili di tutte queste morti. Cade intanto il governo Rumor, a seguito dell'uscita del PRI al governo. Rumor formerà in un nuovo governo, formato da DC, PSI, PSDI con l'appoggio esterno dei repubblicani. Andreotti passa in quel periodo a ministro della Difesa e sarà proprio lui a gestire alcuni fatti del SID legate alla vicenda del golpe Borghese. Andreotti a Luglio, destituirà una dozzina di generali ed ammiragli, ed enfatizzerà alcuni pericoli a proposito di un altro colpo di stato per agosto. Intanto all'interno delle BR iniziano a muoversi dei cambiamenti. Il 18 aprile sequestrano a Genova il giudice istruttore, Mario Sossi. Fu il primo sequestro delle BR, che coinvolgerà moltissimo lo Stato nei confronti dei brigatisti, e come questi ultimi volevano entrare in trattative. Era il periodo dove le BR non erano ancora degenerate, tuttavia si noti di come Moretti cercò di portare Franceschini e la Cagol a giustiziare il Sossi e non a liberarlo. Alla fine fu liberato, ma Moretti non fu d'accordo. Altri cambiamenti ancora in vista a livello internazionale. Il 25 aprile i militari portoghesi del generale De Spinola, leader del Movimento delle forze armate, destituiscono con un colpo di Stato il presidente Marcelo Caetano, mettendo fine al salazzarismo. Si diede il via a quell'ambiguo movimento rivoluzionario noto come garofani rossi. Quel tipo di moto coinvolgerà masse e classi operaie. Il moto rivoluzionario o pseudo tale durò un anno, nonostante il successo elettorale del PS e del PCP (partiti di tipo marxista, che agirono paradossalmente da freno). Gli atteggiamenti rivoluzionari iniziarono quindi a venire meno fino a concludersi. La vicenda portoghese è interessante, perché non c'era alcuna forza, NATO per intenderci, che impedì questo tipo di cambiamento. Come mai quindi si diede spazio a questa forza rossa? Forse perché questa decantata rivoluzione rossa non toccava minimamente gli interessi delle grandi compagnie multinazionali, impegnate nelle colonie portoghesi in rivolta dell'Angola, Mozambico e Guinea? Ne trassero quindi benefici, altro che rivoluzione rossa.
9 maggio, ancora scarica barile degli elementi di destra. Provvedimenti penali nei confronti di Carlo Fumagalli ed elementi appartenenti al Mar dello stesso. Il giorno dopo attentati dinamitardi rivendicati da Ordine Nero. Eccole qui le schegge impazzite dello Stato, che ora gli fa comodo che vengano pubblicate, scaricate, in modo da strumentalizzare il terrorismo nero che iniziò ad andare molto di moda in quegli anni. Si stava preparando il terreno per creare un sinonimo, ovvero: fascista = terrorismo, bombe, stragi. Anni dopo si dirà che Ordine Nero fu ispirazione degli Affari Riservati. Il 12 maggio si provò con un referendum ad abrogare la legge sul divorzio, ma non passerà, e vincono nettamente i divorzisti. E' interessante constare questo, che è un altro esempio del progressismo che fu protagonista di quel periodo, ormai senza limiti e freni da parte di qualcuno. Quindi, quel progressismo anche di tipo laico stava prendendo il sopravvento, e iniziarono a conquistare grossi margini di potere e influenzato molte menti. Anche il FNCRSI si schiererà a favore del divorzio. Il 23 maggio a Lisbona, una irruzione in uno stabile scova "per caso" una base dell'Aginter Press, e buona parte del suo archivio. Quell'Aginter che fu molto utile per propagande durante la prima fase della tensione. Il giorno seguente, sotto il comando di Carlo Alberto Dalla Chiesa, viene formato un nucleo speciale antiterrorismo. Il 28 maggio, avviene un altro importante evento. A piazza della Loggia, Brescia, scoppia una bomba durante una manifestazione sindacale e antifascista. Finì in strage, con 8 morti e 103 feriti. Elementi ormai storici erano ancora in posti di potere: Andreotti, Miceli, Maletti, D'Amato. Questa strage fa comprendere il tipo di cambiamento o sovrapposizione di strategie nuove che sostituirono le vecchie. Infatti, al contrario di quanto avvenne precedentemente, il tutto agevolò le sinistre e andò fin dal principio contro le destre e gli ambienti reazionari, invece terroristi della situazione. A questo, si avrà uno sciopero generale nazionale con vari cortei, e si conteranno 4 milioni di partecipanti. In quel contesto, verranno devastate le sedi dell'MSI, e si propose successivamente anche lo scioglimento dello stesso. Ora un piccolo pensiero. Si pensi, che se quella strage fosse stata eseguita da reali elementi di destra. Si pensi quindi di come fossero stati dei completi idioti in quella circostanza. Questi, sarebbero stati usati prima facendogli credere che fossero ancora utili attentati di stampo anticomunista in un periodo storico ormai invece che voleva puntare a favorire proprio l'opposto, e poi credendo che ci fosse una reazione violenta di un PCI che ormai era verso tutta un'altra strada. Lo stato d'emergenza prodotto dalle stragi per congelare il paese in un clima reazionario era finito, e ogni destrismo, neofascista o pseudo tale, stava cadendo uno a uno. Il 30 maggio viene assassinato un personaggio degli ambienti reazionari senz'altro scomodo e che doveva tacere. Viene ucciso dai carabinieri in un campeggio in provincia di Rieti, Giancarlo Esposti, militante neofascista. Si pensava fosse depositario di segreti indicibili a proposito di Avanguardia Nazionale, di cui lui fece parte, e del Mar di Fumagalli. La morte degli Esposti destò sospetti e si parlò di cospirazione, sicché il presidente della Commissione Stragi, Giovanni Pellegrino, farà notare che: subito dopo l’arresto di Fumagalli, il giovane aveva telefonato al padre dicendogli che stava scappando perché i carabinieri li avevano traditi. Lo stesso giorno dell'assassinio di Esposti, Federico Umberto D'Amato viene rimosso dal famoso Ufficio. D'Amato resterà un insider in punti chiave, tant'è che lavorerà successivamente all'Intelligence del Viminale e lavorerà anche in ambito NATO. Al posto degli Affari Riservati che viene soppresso, ne entra un Ispettorato, per la lotta al terrorismo o almeno così si è detto, diretto dal questore Emilio Santillo, sotto le dipendenze del capo della polizia. Fu poi a metà di giugno che Andreotti confermerà che Giannettini era effettivamente agente del SID. Il 17 giugno viene assassinato dalle BR Giuseppe Mazzola e Graziano Giralucci, nelle sedi dell'MSI. Furono i primi due omicidi delle BR. All'interno delle BR stavano formandosi forti conflitti a proposito di questa azione estrema. Le BR si scindono in due, dove alcuni vogliono restare sulla via della non violenza degenerata, altri che proprio vogliono l'esatto opposto e quindi una forza militarista, che è quella poi di Mario Moretti, che prese da li a poco, guarda caso, il controllo delle BR. Franceschini, che fu poi con la Cagol e Curcio, quegli elementi storici che iniziarono a formare le BR a Pecorile, dirà molti anni dopo che il Mossad fu interessato alle BR e si iniziarono ad intrufolare. Gli affari tra gli israeliani e le BR erano questi: il Mossad avrebbe passato armi ai brigatisti e loro in cambio avrebbero solo dovuto continuare la via della violenza.
A luglio, Vito Miceli è sostituito dall'ammiraglio Mario Casardi come guida del SID. Anche Miceli insomma, inizia a venir messo da parte. La struttura dei Servizi e quella delle forze dell'ordine, hanno sempre avuto rivalità interne molto forti e conflitti d'interessi enormi. Le rivalità comunemente note tra polizia e carabinieri che poi divengono pure macchiette da tavola, o anche conflitti tra Ufficio Affari Riservati ed il SID, contribuirono a certe scissioni. Le rivalità tra Miceli e Maletti furono forti. I due settori non lavoravano insieme, non propriamente, ognuno operò i suoi depistaggi, sabotaggi, ispirò settori politici ed eversivi che controllava. Questi contrasti tuttavia, non potevano portare alla nascita dello stragismo, e nemmeno bastava definirli deviati. Sebbene questi erano indipendenti e impuniti, dove la politica, il governo, non poteva controllarli e questo è un fatto, basti vedere il SIFAR che si mise al di sopra del governo facendo accordi con la CIA per la Gladio, i vari segreti, e anche se si parlò di referenti politici, Miceli con Moro, Andreotti con Maletti, queste strutture erano in realtà vincolate dalla NATO. E' proprio da questi vincoli che dal Watergate si subirono contraccolpi anche nelle strutture d'intelligence italiano, non solo americano. Il discorso quindi è internazionale, non solo italiano. Tutti certamente contribuirono al clima stragista, di violenza e odio, ma sempre tutti legati da una cricca che manovrava, non erano di certo autonomi. Insomma, separati ed uniti allo stesso tempo, per portare alla fine un risultato comune. A fine luglio, il già citato Edgardo Sogno, al consiglio nazionale del PLI parla di pericoli di un colpo di stato marxista e proclama un colpo di stato di ispirazione liberale. Insomma, dopo il golpe nero di Borghese, ora pure quello bianco. Ovviamente era solo un'altra balla. Sia come sia, altra strage fondamentale avviene il 4 agosto. Ore 17:30, la strage del treno Roma - Monaco di Baviera, l'Italicus. Muoiono 12 persone e ne rimangono ferite 105. Secondo voci questo evento fu messo in relazione alle affermazioni del Sogno a proposito dell'inizio del golpe bianco, ma questa ipotesi non è fattibile, poiché la strage dell'Italicus sapeva molto di atto intimidatorio e di ricatto. Ci furono voci che videro dietro trame di potere della P2 e/o delle cosche mafiose. Più di recente si parlò che sul quel treno doveva esserci Moro. Dell'Italicus non se ne seppe nulla. Possiamo però, riflettere sul perché venne attuato quest'altra strage. Il tutto parte dai funerali di Stato. Questo tipo di fenomeno crea uno stato di indignazione collettiva che porta cambiamenti progressistici enormi, oltre che esorcizzare un evidente clima di tensione e di malessere sociale ampio. Questo fa comodo a chi quelle stragi le ha organizzate, perché in quel clima, si strumentalizza tutto quello che si vuole per ottenere risultati. In quel caso si continuò a strumentalizzare il fascismo per iniziare a far aggradare alle persone i salotti di sinistra, e allo stesso tempo, si tiene un po' in stasi il governo, permettendo di acquisire un po' più di tempo per assettare bene certi tasselli utili successivamente ma non ancora pronti in quel determinato periodo. Evento enorme poi l'8 agosto, quando Nixon rassegna le proprie dimissioni come presidente USA. Lo scandalo Watergate era ben servito. Quell'evento servì solo come pretesto per togliere di mezzo una vecchia classe amministrativa e piazzarne di nuove e con posti di potere di un certo rilievo. In quel periodo entrano a capo dell'America lobby e si ristruttureranno i Servizi. Per capire quando uno scandalo può essere pilotato, basti vedere due fattori: il primo, è un susseguirsi di prove e di un successo della magistratura enorme, che in quel momento è magicamente divenuto onnipotente ed infallibile. L'altro, è il comportamento all'unisono dei mass-media che, con comportamenti molto pacifisti, indignati, pro democrazia a go go, saturano le edicole e le teste delle persone con lo scandalo. Anche loro mostrano molta documentazione, per confermare ed accettare che lo scandalo è reale e quindi bisogna prendere provvedimenti immediati. Insomma in quel momento, capisci di come certi ingranaggi del sistema sono davvero funzionanti e potrebbero esserlo sempre, per poi però, scoprire che finito questo scandalo, se ne saltano tanti altri, e magicamente torna il buio sia sulla magistratura, che cade anche in inettitudine, e al massimo torna a perseguitare i ladri di polli, che i mass-media, che magari spendono due ore per parlare di gossip. Da notare poi che i fenomeni contestativi, particolarmente attivi nel 1968, dopo lo scandalo del Watergate, il pacifismo, i moti contro la guerra, le rivolte dei neri, dei gay, ect, iniziano a non essere più necessari. Eventi modernisti e di cambio di assetti politici si avranno proprio il quel periodo. Nel Sud Europa, verrà presto ripulito in poco tempo quella forma di regime autoritario e reazionario, già cominciato in Grecia e Portogallo, e poi continuato nell'Europa centrale e del nord. In Germania ad esempio si consolida la coalizione tra SPD e i liberali, mentre in Francia, finisce il gollismo e va al governo L'Unione de la Gauche, di Mitterand, che è poi manovrato dalla massoneria. Finito il pericolo della balla comunista, della guerra fredda, si misero in cantina le strategie di guerra non ortodossa e stati d'allarme vari, e così i salotti di destra vennero scaricati tutti, perdendo la poltrona. Intanto si continua con quella balla del golpe bianco, ma Sogno verrà venduto presto, tant'è che quando vuole, la magistratura fa il suo buon lavoro in un solo pomeriggio. A fine agosto, Luciano Violante fa perquisire l'abitazione del Sogno, e fu l'inizio della fine anche per questo politico che stava rompendo. Muore poi in Spagna a Cadice, sempre a fine agosto, Valerio Borghese. Secondo alcune voci, compreso Pecorelli, parlarono di morte in perfetta tempistica, e quindi si ipotizzò avvelenamento. Il 4 settembre si firma a Ginevra l'accordo che pone fine alla guerra tra Egitto, Siria ed Israele. Inizio di normalizzazione nella zona medio orientale, e un ribaltamento delle alleanze, tant'è che nel 1978 con gli accordi di Camp David, nel Maryland, il presidente USA, Jimmy Carter, Sadat e Menachem Begin, stipulano il trattato di pace e l'Egitto scarica i palestinesi, mentre Israele si impegna a restituire l'ormai desertica e inutile penisola del Sinai.
L'8 settembre i primi due arresti delle BR, che poi vanno a colpire chi ancora teneva le BR sotto un controllo moderato. A Torino Dalla Chiesa arrestano Renato Curcio e Alberto Franceschini. La cattura fu possibile grazie al tradimento di Silvano Girotto, noto come Frate mitra. Il 23 settembre Moro forma un governo DC-PRI. Il 19 ottobre, dopo che si è fatto scarica barile del Miceli, questi ebbe a dire di fronte al giudice istruttore Filippo Fiore che non poteva difendersi adeguatamente sicché avrebbe dovuto rivelare giocoforza dei segreti di Stato, e quindi non poteva. Si avvarrà quindi della facoltà di non rispondere. Erano in gioco elementi che avrebbero destabilizzato la sicurezza. Fu poi il 31 ottobre che a Padova si emette mandato di cattura per Miceli, accusato di gravi reati a fini insurrezionali. Il 20 novembre esce nelle edicole il Quotidiano dei lavoratori, diretto da Silverio Corvisieri. Quel giornale si affianca anche agli altri già ben conosciuti, compreso Lotta Continua, Manifesto, l'Avanti, ect. Cioè, notare di come, nel primo periodo stragista si strumentalizzò così tanto la sinistra difendendo la destra, ed ora avviene l'esatto opposto. La sinistra va a gonfie vele e la destra è perseguitata penalmente. A dicembre esce su la rivista Panorama un articolo intitolato "PCI chiama Washington", che è tutto un programma e fa ben comprendere di come il PCI sia profondamente cambiato. La new left stava prendendo il sopravvento, chiaro che in Italia poi la sinistra iniziò ad essere protetta e sempre meno perseguitata.
Nel 1975 continuano processi contro anarchici ma anche neofascisti, intanto il 28 febbraio avvengono altre guerriglie urbane, e ci scapperanno purtroppo molti morti. Il feroce clima antifascistacomunista venutosi a formare per interessi politici, era fortemente degenerato. A fine aprile in Vietnam, i vietcong e le armate del generale Giap, liberano Saigon e gli americani e i fantocci sudvietnamiti dovranno fuggire dal paese che verrà unificato. Il 15 maggio, mentre le BR gambizzano Massimo De Carolis, leader della maggioranza silenziosa, iniziano le azioni terroristiche dei NAP, Nuclei Armati Proletari. A maggio Moro pensa ad un governo PCI - DC, ed è l'inizio della sua fine. A fine maggio a Tokyo ci proviene una interessante notizia. In Giappone quel giorno si riunì la commissione trilaterale, ovvero un gruppo segreto di mondialisti che vuole unificare asia, europa, america come un'unità potenza economica. In quell'occasione si dirà che francia e italia sono paesi preoccupanti, sicché è visibile un pericolo comunista, minacciando la comunità europea e la NATO. Se è vero questo, il PCI dovrà ancora occidentalizzarsi moltissimo prima di essere accettato dai mondialisti. A questo, va detto che bisognerà continuare un certo tipo di strategia politico-militare per modificare ancora un paio di assetti internazionali. Tornando in Italia, il 5 giugno i carabinieri scoprono un covo dei brigatisti. Ci scapperà un conflitto a fuoco dove resterà uccisa Margherita Cagol, tra i fondatori storici delle BR. Le modalità della sua morte sono ancora oggi poco chiare. Il 15 giugno notiamo bene di come certe strumentalizzazioni, compresa la strategia della tensione che ora viene pubblicamente attestata all'ala di destra, ottiene i suoi buoni frutti. Il PCI in quel clima salirà del 5% di consensi, mentre la DC inizia una scesa pari ad un 2,6%. L'Italia torna nuovamente in quel clima di possibile presa di potere al governo da parte dei comunisti, ma non c'è da temere, l'ala di sinistra era ormai ben tenuta in pugno. Chiaro che in questa situazione positiva, si vide bene continuare sponsorizzare il PCI. A luglio il socialista Francesco De Martino, chiederà di instaurare rapporti con il PCI. Fu probabilmente da quel momento che si pensò di contrastare l'idea del socialista, sicché fu ben disposto a pendere verso l'ala comunista. A fine settembre troviamo il generale Maletti che esce dalla direzione dell'Ufficio D del SID. L'anno seguente verrà arrestato. Anche con Maletti si fece scarica barile. A Maletti seguirà anche la scesa del capitano Antonio Labruna. Le strutture di sicurezza in Italia e le sue massime pedine stavano tutte crollando. I fine ottobre viene assassinato davanti alla sede dell'MSI a colpi di pistola, Mario Zicchieri del Fronte della Gioventù. Il 2 novembre al lido di Ostia viene rinvenuto il cadavere di Pier Paolo Pasolini ferocemente assassinato. Venne identificato il minorenne Pino Pelosi come responsabile. I vari riscontri indicavano che nelle dinamiche dell'omicidio dovevano essere presenti più persone e non solo il Pelosi. L'omicidio purtroppo restò insoluto. Pasolini era un giornalista molto scomodo anche per gli ambienti di sinistra, dato le sue posizioni divergenti sull'enigmatico '68, riguardo l'aborto ed il femminismo. A proposito della strategia della tensione, fu proprio Pasolini l'autore del famoso articolo intitolato "Io so". Alcuni videro in quel famoso articolo, il movente che portò a far assassinare il Pasolini, perché convinti che il giornalista avesse delle prove in mano, sebbene fu lui stesso a scrivere che non ne aveva, ma sapeva. Il Pasolini attaccò direttamente il PCI, perché doveva per forza sapere, calcolando le informazioni quali poteva avere facilmente accesso, e gli altri svariatissimi settori quali essa controllava. Il PCI non poteva parlare, altrimenti sarebbe andata apertamente contro quel potere sovranazionale, internazionale, che avrebbe solo portato disastri.
Con la morte di un immenso intellettuale come Pasolini, chiudo qui l'analisi della prima fase del secondo periodo stragista. Periodo questo che vide due forze in opposizione: uno reazionario che ovviamente non voleva cedere senza reagire, ed un'altra, imponente, portata al progressismo e ai grandi cambiamenti internazionali, senza freno. La fine di questo periodo si conclude nel 1975, anno in cui è storicamente ricordato come la nascita delle radio libere, tra cui una delle prime fu Radio Bra, creata da Carlo Petrini e un gruppo di militati del PDIUP. Questo elemento, di tipo propagandistico, fu strumento potente e fondamentale per contribuire alla crescita della sinistra antagonista. Ovviamente anche questo strumento troverà presto la sua fine grazie al cosiddetto movimento del '77. Queste radio scivoleranno e si omologheranno nei circuiti commerciali, dalla musica allo sport, soprattutto il calcio. Ogni bomba, ogni strage, ogni morte, alla fine, è ricaduta proprio sull'immagine della destra, che venne ben odiata e additata come terrorista, come fascista, come mafiosi. Questo iniziò a dar strada libera alla sinistra.

Fase II 1976 - 1980

Eventi: Grande attacco al compromesso storico. Terrorismo brigatista, occupazione di enormi spazi di potere da parte della massonica P2 in ambienti politici. Scandalo della lista Pecorelli a proposito della presenza di massoni all'interno del Vaticano. L'affare Moro

Questa è la seconda ed ultima fase della strategia della tensione. Periodo questo durato quasi 5 anni, dove vide la degenerazione di una forza con ideologia di sinistra, quindi le Brigate Rosse, entrare ormai nel vortice della violenza e del terrorismo, sia alcuni scandali di portata enorme che coinvolse il mondo della Massoneria. Questo periodo vide anche una certa forza dedita ad evitare ancora il famoso compromesso storico, ad ogni costo. Saranno utili a questo scopo, le formazioni armate della sinistra ed il loro terrorismo, portati a colpire il cuore dello Stato. Saranno decisive anche forze neoradicali a proposito di modificare la cultura e struttura del PCI, rendendola perfettamente occidentale. Nella prima metà degli anni '70 infatti, furono molto presenti forze neoradicali, utili a stravolgere la cultura della società: problemi sessuali, quelli dei gay e delle lesbiche, a quello dell'uso spudorato delle droghe leggere, come non ricordare un Marco Pannella che si fece arrestare per aver fumato uno spinello in pubblico. Le correnti neoradicali ormai si erano impadronite del tessuto sociale, democristiano dell'Italia, iniziando a modificare certi paradigmi e aprendo vari tabù. E' quel tipo di degenerazione del progressismo liberal e modernista, che portò ad una libertà di costumi senza più limiti. In questo clima, si aggiunge la grande presenza della massonica P2, dedita a lavorare per contenere il PCI. Dal 1969 prese ad attivarsi Licio Gelli, un altro ben strumentalizzato ed usato dalla CIA, e da questi ben finanziato, che si diede molto da fare per l'unificazione delle varie logge massoniche, e poi delegato nel 1970 dal gran Maestro Lino Salvini alla gestione della loggia P2, una loggia Propaganda, coperta da antiche tradizioni nei salotti del Grande Oriente d'Italia (GOI), che nel dopoguerra prese il nome di Propaganda 2, organizzandosi sotto l'ala della massoneria americana. In pochi anni e piuttosto facilmente, senza ostacoli, i massoni della P2, iniziarono a prendere poltrone di potere all'interno del governo, in particolare questo fenomeno si concretizzò fortemente nella metà degli anni '70, trovandosi molto coinvolta nei fatti della strategia della tensione, finendo alla fine per fare anche da capro espiatorio per allontanare altre colpe da ambienti logicamente più potenti ancora. Quello che va ora capito è che la P2 non fu una devianza, ma semplicemente un fenomeno inevitabile, che rispondeva ad una esigenza internazionale e americana.
Iniziamo la nostra analisi approfondita partendo dal 14 gennaio 1976. In quel periodo uscì un certo linguaggio sinistrese che uso molte metafore, ad opera di noti ambienti della sinistra radicalchic, quello che è purtroppo destinato a diventare uno dei più noti quotidiani italiani, veicolo di ideologie neoradicali e facenti capo ai poteri finanziari e del capitalismo illuminato, nonché, veicolo per portare messaggi pro sionismo nella sinistra: La Repubblica di Eugenio Scalfari, che si avvarrà di firme come quelle dell'israelita Mario Pirani e Giovanni Valentini. Con il suo formato, imiterà il francese Le Monde, e si dedicherà a quel tipo di lavoro propagandistico per veicolare ideologie neoradicali, quindi di modernizzazione del paese. Con il suo ben messaggio studiato, il giornale era ben indicato un po' da chiunque: dall'impiegato al borghese, dagli imprenditori, agli intellettuali, ect. Il suo stile "moderno" lo rese appetibile pure ad una folta schiera di giovani che iniziarono ad identificarsi con esso e diventare, a parere loro, "comunisti". Questo quotidiano, che non a caso diventerà di totale proprietà dell'israelita Carlo De Benedetti, venne da subito ben finanziato ed introdotto nell'alto circuito editoriale del paese, che diverrà l'arma di punta dell'alta finanza cosmopolita. Il quotidiano La Repubblica, tra la fine degli anni 80 e negli anni 90, sarà la punta di diamante, ovvero il massimo artefice della strumentalizzazione e snaturazione del PDS (l'ex PCI, poi DS), da parte del potere finanziario. Come già accennato prima, il 28 febbraio sono arrestati non solo il generale Maletti, dell'Ufficio D, ma anche il capitano Labruna è accusato. L'accusa tendeva anche a imputarli dell'evasione del Pozzan, che era invece potenziale supertestimone e di Giovanni Ventura. A maggio viene arrestato Edgardo Sogno, ma a proposito di documentazione che attestino suoi legami con i Servizi calerà un immediato segreto di Stato, sicché bisognava proteggere i legami che il Sogno aveva con l'intelligence atlantica. In tutto quel periodo, in vista delle elezioni del 20 giugno, e dove si prospettava un PCI che avrebbe sorpassato la DC, il paese si spaccò in due. Da una parte, quei progressisti che ovviamente vedevano bene un potere in mano al PCI, dall'altra, persone terrorizzate. Gli ambienti atlantici chiaramente furono molto tesi, e si attivarono per impedirlo, nonostante Berlinguer riferì che anche se si fosse andati al potere, lui non avrebbe fatto uscire l'Italia dalla NATO. Ancora degenerazioni in strada, che finiscono in violenza. Il 28 maggio a Latina, il missino Sandro Saccucci, fa a tenere un comizio, che era poi roccaforte della sinistra. I rossi risposero bene, tant'è che i missini dovettero fuggire dal paese. Lo faranno, sparando all'impazzata. Rimarrà ucciso a colpi di pistola Luigi De Rosa, giovane attivista comunista, e resterà ferito Antonio Spirito, altro di sinistra. Il Saccucci cadrà come missino, cacciato da Giorgio Almirante. Il 4 giugno a Roma, il parlamentare dell'MSI, Michele Marchio deve tenere un comizio. In quel momento c'era un presidio di sinistra dei comitati per la casa. Stranamente la polizia non fu presente all'evento che degenerò in violenza. Spente anche le telecamere in loco. I rossi in quel caso feriranno molti missisti. Anche questo evento contribuirà alla distruzione del partito di Almirante. Come prevedibile, per le elezioni del 20 giugno, l'MSI scenderò da un 8,7 iniziale ad un 6,1, quindi va da 61 a 35 deputati e da 26 a 15 senatori. La DC invece recupera voti, salvando il suo ruolo come partito di maggioranza, sulla carta, ma la probabilità che le componenti della sinistra e di centro, fino al PRI e al PSDI, potrebbero avere la vera maggioranza era alta. Il partito comunista consegue una ulteriore avanzata fino al 34,3 percento, ma fallisce il sorpasso. Da quel momento il PCI rinnova la sua strategia. Sapendo che non poteva far saltare gli assetti di potere, ripiega a dei governi di solidarietà nazionale. Sarà Moro a prendere al balzo questa formula, che lo porterà ad essere assassinato. Il motivo era che gli occidentali, gli atlantici, non potevano gradire ancora un'apertura verso un partito che anche se alquanto occidentalizzato, è però ancora strutturato in modo da non consentire una piena strumentalizzazione. Il PCI a questo proposito, subirà due attacchi: dalle sue file infatti degenererà quel tipo di movimento armato, che andrà verso la via del terrorismo, e dagli extraparlamentari, e dalle altre fila, quelle di destra, dai radicali pannelliani che vogliono dimostrare che questo partito è ancora poco libertario. I risultati saranno ben visibili dopo la caduta del muro, sicché tutte le sue inclinazioni marxiste cadranno, e diverrà preda delle grandi politiche bancarie e finanziarie, che useranno questo partito per assaltare il potere ed il patrimonio dello Stato. Il 5 aprile avviene a Napoli un episodio criminali dai risvolti politici oscuri. Viene rapito Guido De Martino, figlio di Francesco, esponente socialista tra i più favorevoli ad una apertura verso il PCI. In seguito a questo episodio, la carriera politica del socialista verrà distrutta. Precedentemente al luglio del 1976, De Martino fu costretto a dimettersi da segretario del PSI, e venne sostituito da Bettino Craxi, e da quel momento iniziò una complessa operazione della Loggia P2 per portare il PSI su posizioni antagoniste al PCI. E' noto che il partito socialista di Craxi dominerà poi buona parte della politica italiana negli anni 80 in condominio con la DC di Andreotti. Il 5 giugno ancora atto di violenza delle BR. I terroristi uccidono il procuratore di Genova, Francesco Coco, assieme a due agenti di scorta. Le BR erano ora sotto il controllo di Mario Moretti, soggetto ambiguo.
Il 18 gennaio del 1977 si apre con il processo a Catanzaro (siamo al quarto) con imputati diversi membri del SID. Fu chiamato a testimoniare anche Andreotti, allora presidente del consiglio dei ministri, riguardo la vicenda del Giannettini. Andreotti non farà altro che rispondere di continuo "non ricordo". In questi anni, 76-80, si avranno, come già accennato, tentativi di sabotaggio del PCI. Si passerà dal violento movimento studentesco del 77, con scontri di strada con la famigerata P38, simbolo degli anni di piombo, alle provocazioni radicali pannelliane, agli attentati brigatisti culminati nell'operazione Moro, ect. Tutto per ostacolare il compromesso storico con la DC. La necessità atlantica di bloccare un legame tra PCI e la DC, consentirà come detto, di applicare trame occulte in mano alla P2, e proprio su questa via, si iniziarono a muovere per tessere le loro file nelle istituzioni, comprese nelle strutture di Intelligence, e nell'editoria. Possiamo dire con certezza che durante tutto il periodo del sequestro all'uccisione del presidente DC Aldo Moro, le strutture di sicurezza dello Stato erano quasi completamente controllate da massoni della P2, che contribuirono a depistare le indagini sul sequestro. Anche questa struttura però, fu solo momentanea, si farà scarica barile proprio come stava accadendo con gli ambienti reazionari e neofascisti. In quel periodo non furono ostacolate le crescite elettorali del PCI, ma furono ostacolate tendenze che portavano i due partiti di maggioranza, ad un incontro su base governativa, che avrebbero unito le masse operaie con quelle cattoliche e manageriali patrimonio della DC. Compromesso che sarebbe troppo potente, perché unito, e i mondialisti non volevano. I mondialisti volevano un processo di trasformazione democratica differente. Voleva certo la fine della prima Repubblica, per piazzarne una nuova, controllata dai poteri finanziari e bancari. La strategia della tensione in questo arco storico vide la mano di stragi in piazza, come quella di fronte alla sede dell'MSI, fino all'omicidio di Pecorelli, a Moro e alla strage di Bologna.
La strage di alcuni giovani di fronte alla sede dell'MSI accadde il 7 gennaio del 1978, che fu frutto degli opposti estremismi, fatto apposta degenerare per non contribuire al compromesso storico. Quella sera, alle 18:20, cinque ragazzi stavano uscendo dai locali della sede per raggiungere altri che li hanno preceduti per fare volantinaggio. Sopraggiungono poco dopo cinque o sei altri giovani che vigliaccamente, alla moda gappista, aprono il fuoco contro dei ragazzi inermi e disarmati. Poco più tardi nel caos e nella protesta, si inscena davanti alla sede dell'MSI un capitano dei carabinieri, che perde la testa e con un colpo di pistola ferisce a morte un altro ragazzo di 19 anni. Questo episodio di violenza contribuì a spingere giovani di destra, sentitesi colpiti personalmente e non protetti, neppure dal proprio partito, a fare una scelta disperata di lotta armata. In quell'epoca si voleva palesemente stimolare le violenze più spudorate in strada, come infatti le BR sono uno storico esempio insieme a Prima Linea. Da quel clima nacquero anche i NAR, che scoppiò in violenza per un certo periodo, fine a se stesso, per poi esaurirsi, come solito fase quando si è sempre pilotati in qualche modo dall'alto. Il 16 marzo, giorno di votazione in parlamento per il secondo governo Andreotti, con l'appoggio del PCI, un commando delle BR sequestra a Roma in via Fani l'onorevole Aldo Moro, sterminando prima la sua scorta, uccidendo ben 5 agenti, e dopo lo sequestrano, per poi ucciderlo dopo 55 giorni di prigionia, il 9 maggio 1978. Il suo corpo verrà fatto ritrovare in una Renault parcheggiata presso via Caetani. Prima che Moro venisse sequestrato, ci fu un suo viaggio in USA avvenuto anni prima, dove venne seriamente minacciato ed intimidito per la sua politica, da Hernky Kissinger, il quale era molto più che un segretario di Stato, tant'è che fu uno di massimi interpreti di quelle strategie mondialiste di portata planetaria. Ma perché Moro doveva essere eliminato? Le ragioni furono varie e di vecchia data. Innanzi tutto Moro era legato ad ambienti Vaticani, cosa non gradita da certe lobby, sebbene una parte della Curia gli era avversa. La politica laica di Moro in oltre, che tendeva a fare della DC un partito di centro che guardava verso sinistra e fu tendenzialmente europeista più che filoamericana. A quei tempi ciò era molto mal visto dall'amministrazione americana. Infine, non ci dimentichiamo che era contro Israele e pro arabi moderati, quindi era vicino alla via della Palestina. Ai sovietici poi, cui non piaceva l'euro comunismo di Berlinguer, non dispiaceva troppo la scomparsa di Moro. Ovviamente la vicenda Moro lascia punti oscuri non indifferenti, in particolare della figura di Moretti, a quei tempi capo delle BR. Il Moretti ad esempio, fece strani viaggi a Parigi (ove c'era la scuola Hyperion) ed in Calabria, mai spiegati. L'appartamento - covo del Moretti dove misero Moro, via Gradoli, era un complesso dove spiccavano vari alloggi di società fiduciarie dei servizi segreti, e la cosa era ovviamente nota. Armi e cartucce ritrovare in via Fani, erano di provenienza militare, così come la stampria di via Foà a Roma, realizzata con macchinari del SID. Non si spiega poi l'assurdo comportamento delle BR nel rapimento. Le BR assassinarono un ostaggio che sottoposto a processo, parlerà e dirà di tutto e di più, tra l'altro con parere contrario di vari strati della sinistra extraparlamentare e dell'autonomia, ben sapendo che gli americani lo vogliono morto, compresi gli israeliani e con una DC che tutto sommato fece capire di non volerlo di nuovo nella politica. Altra assurdità fu che fecero sparire, durante il sequestro in corso, tutte le confessioni importantissime e devastanti, fatte da Moro. Tutte informazioni che dovevano andare comode alle BR, e contro quello Stato che loro dicevano di combattere. Tutte balle, le BR lavoravano per i Servizi. Si pensi ad esempio che Moro riferì dettagliatamente ai brigatisti delle ingerenze USA e israeliane in Italia, tra i segreti dei servizi, dei traffici tra Sindona e la DC, dello scandalo Lockeheed, di Piazza fontana, dei traffici di Andreotti, e addirittura, circa l'esistenza di Gladio. Niente di tutto questo venne ben approfondito e pubblicato. Le bobine degli interrogatori vennero fatti sparire.
Il 12 settembre Mino Pecorelli crea un forte scandalo, tra l'altro oggi un po' dimenticato, dove pubblica sul suo giornale, Osservatore Politico, una lista di massoni che avrebbero preso posizione in Vaticano. Tra l'altro, già la rivista Panorama, il 10 agosto 1976 pubblicò una sua lista in proposito. Questo il fatto. Mino Pecorelli se ne esce pubblicando un articolo dal titolo "La Gran Loggia Vaticana", che destò notevole scalpore. Pecorelli, premesso che sia in ambiente massonico che in ambiente cattolico tradizionalista, correvano insistenti voci di una massiccia infiltrazione della Massoneria nelle più alte cariche ecclesiastiche, e che l'agenzia Euroitalia il 17 e 25 agosto di quell'anno aveva diffuso con tanto di numero e data di iscrizione alla sètta, nomi di quattro papabili in vista dell'imminente Conclave, si elencava 113 nominativi di ecclesiastici e otto di altre personalità influenti in ambiente cattolico. Pecorelli fu molto dettagliato in proposito, inserendo numero di tessera e sigla massonica di ognuno di quei nomi. Pecorelli non precisò come lui ebbe accesso a quelle informazioni, ma era noto essere molto vicino a Gelli e alla P2. In quella lista erano presenti nomi di quattro cardinali di cui aveva parlato anche Euroitalia, e per la precisione questi erano Sebastiano Baggio, Salvatore Pappalardo, Ugo Poletti e Jean Villot. Se ciò fosse completamente confermato, si avrebbe la prova che dal 1976 in poi, la Massoneria è riuscita a prendere in parte, controllo del Vaticano. In effetti, certi cambiamenti nell'ambiente religioso per antonomasia, si possono già riscontrare anni addietro. Nel 1963, dopo il decesso di Papa Giovanni XIII, i conclavisti della corrente del cardinale Giacomo Lercaro di Bologna, si riuniscono nella villa di Grottaferrata di proprietà del massone Umberto Ortolani per sostenere Giovanni Battista Montini, che era arcivescovo di Milano, poi fatto futuro Papa Paolo VI. Ortolani venne ben ricompensato per il suo lavoro, infatti Papa Paolo VI lo intitolerà essere Gentiluomo di Sua Santità. Michele Sindona, altro criminale e massone ben noto, venne nominato guarda un po', consulente finanziario di Papa Paolo VI. Un altro legame che collegherebbe un'infiltrazione massonica in Vaticano è quanto avvenne il 28 settembre 1978, quando fu ritrovato il corpo senza vita di Papa Giovanni Paolo I, Albino Luciani. Tra gli elementi che potevano trovare beneficio in quel Papa scomodo, spiccavano tutti massoni, affiliati alla P2.




[Modificato da Ale-95 22/05/2013 17:21]
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22/05/2013 17:17

I nomi di questi soggetti erano stati proprio quelli nominati da Pecorelli, ovvero: Michele Sindona, Roberto Calvi, Umberto Ortolani, il banchiere di Dio, il cardinale Paul Marcinkus, il Segretario di Stato del Vaticano Jean Villot. Si stava cercando di sabotare l'istituzione religiosa per infiltrare al meglio elementi massoni? Se è così, Gelli dovrebbe saperla tutta. Difficile sapere ora se la lista di Pecorelli dice del tutto il vero o meno, il segreto massonico per chi è informato, sa bene quanto è ben protetto. La lista di OP è quasi uguale a quella che pubblicò Panorama, ma Pecorelli omette due nomi e ne aggiunge altri otto. Pare che a proposito di questo scandalo che iniziò a turbare le sale del Vaticano, fu Paolo VI che tramite l'allora vescovo, poi cardinale, monsignor Benelli, affidò in via discreta e confidenziale le indagini addirittura al comando generale dell'arma dei carabinieri, presso il generale Enrico Mino, con particolare riguardo al vescovo Annibale Bugnini, autore della discussa e rivoluzionaria riforma liturgica. Successivi accertamenti riguardo la lista di Panorama vennero verso la metà del 77, dal cardinale arcivescovo di Genova, Giuseppe Siri. E' evidente che si voleva mantenere un certo assetto da poco formato in Vaticano, che aveva forte odore massonico. E' curiosa poi la morte del generale Mino. Il 31 ottobre del 77 questi precipita con un suo elicottero in Calabria sul monte Covello. 30 Giorni dell'11 novembre 1992 scrisse che fu una morte altamente sospetta. Si legge: portando così nella tomba - commenta sempre quella rivista - i risultati della seconda indagine. Restano poi da spiegare - prosegue il nostro giornalista - delle misteriose telefonate, di cui esistono le intercettazioni, nel corso delle quali (Licio Gelli) Venerabile burattinaio (della Loggia P2) parlava della successione al Generale Mino prima ancora che questo morisse nel tragico incidente aereo. C'è da chiedersi come mai quella lista portò tanto scalpore in Vaticano. E' verosimile che la lista fosse stata fotocopiata presso l'archivio nella sede del Grande Oriente d'Italia. Pecorelli, che riprese in mano quanto pubblicato da Panorama, e come sappiamo fu anche lui appartenente alla P2, era personaggio di una certa attendibilità. Pecorelli riferì che prese visione della lista il 28 agosto dello stesso anno. Invita l'appena eletto Luciani ad un rigoroso controllo e concluse con queste parole: Pubblicando questa lista di ecclesiastici forse affiliati alla Massoneria riteniamo di offrire un piccolo contributo. O una pioggia di smentite o, nel silenzio, l'epurazione. Se ne fece ben poco, perché Luciani morì poco dopo, e fu noto che voleva mettere mani allo IOR, e far chiarezza in merito alla lista dei presunti prelati iscritti alla Massoneria, che evidentemente lui non sottovalutava. Poi, toccò a Pecorelli, freddato per mano di un sicario, il 20 marzo 1979. La lista pecorelliana trovò conferma tre anni dopo, allorché scoppiò lo scandalo P2. In quel caso, non solo venne alla luce la collaborazione tra massoneria e personaggi del Vaticano, come il vescovo Marcinkus, presidente dello IOR all'epoca, presente nella lista, ma si riportò la traumatica certezza che il Vaticano fosse largamente implicato nell'oscura vicenda, a partire dall'incarico di liquidazione dei beni della Santa Sede in Italia, conferita direttamente a quel criminale piduista di Michele Sindona, poi dal Cardinal Sergio Guerri, su volere dello stesso Papa Paolo VI. Come molti ricorderanno, Marcinkus venne ben protetto dal Papa in carica, tant'è che rimase al potere per un paio d'altri anni. Il giornalista Nick Tosches, in un libro intervista che fu poi il memoriale postumo del Sindona, scrive che Giovanni Paolo II, per pagare i 250 milioni di dollari che lo IOR versò per quella vicenda allo Stato italiano, abbia ritenuto di dover ricorrere addirittura all'indizione di un Anno Santo straordinario, quello del 1983. La lista pecorelliana acquista maggior senso e credibilità quando più recentemente ci fu quell'orribile scandalo che travolse il Ministero della Sanità, che venne definito il 14 novembre 1993 da Panorama, una truffa che in vent'anni è costata al contribuente italiano almeno 40.000 miliardi di lire. In quella vicenda fu invischiato il monsignor Fiorenzo Angelini, che figura nella lista di Pecorelli, e che entrò nella Loggia già dal lontano 14 ottobre 1957. Di questo prelato, nominato cardinale nel penultimo concistoro di Giovanni Paolo II, e che rivestì fino al 1985 la carica di presidente del Pontificio Consiglio Pastorale degli Operatori Sanitari, creato poi dallo stesso Giovanni Paolo II, vennero alla luce i contatti con Duilio Poggiolini, il direttore del servizio farmaceutico nazionale. La militanza del Poggiolini nella Massoneria è cosa ben nota, tanto che in ambiente farmaceutico veniva chiamato "Loggiolini". Laura Maragnani, giornalista, scriverà su Panorama nel 1993: Naturalmente è un chiacchierato. Tutti sanno che è protetto dal Cardinale Fiorenzo Angelini. E tutti sanno che è un massone, anzi, un piduista, codice E 18.91, tessera 2247. Altrettanto noto è il fatto che intrattenesse ottimi rapporti con le industrie farmaceutiche guidate da massoni. Tra i vari personaggi nella lista OP, spicca il cardinale Agostino Casaroli, che ricoprì per vari anni la carica di segretario di stato, la più prestigiosa nella Chiesa dopo quella del Papa. Sulla sua appartenenza alla Massoneria, ci viene per documentazione un libro fornito dal padre paolino Rosario Esposito. In un suo libro intitolato Le grandi concordanze tra Chiesa e Massoneria, edito nel 1987 dalla massonica casa editrice Nardini di Firenze, si legge che Casaroli il 20 ottobre 1985, in occasione delle celebrazioni del quarantesimo anniversario dell'ONU, tenne in una chiesa a New York, un'omelia di vasto respiro, i cui contenuti attestano le concordanze fra chiesa e massoneria. L'Esposito utilizzò per ben due volte alcune parole che furono nominate nel 1738 da Papa Clemente XII, che fulminò e scacciò la massoneria. In quel contesto invece, parole di quel genere avevano ben altra valenza, cioè a dire di ricomunicare ciò che è stato scomunicato. Tra i nomi più rilevanti nella lista, spicca quello del padre scolopio Ernesto Balducci, di chiari legami massonici. Il Balducci nei suoi scritti si ricollega al famoso filosofo Friedrich Nietzsche, avvicinatosi alla Massoneria fin da giovanissimo. Il Balducci si avvicina al suo pensiero per ripudiare Dio. Autore, tra l'altro, di quel libro cui il titolo era già di suo tutto un programma, "l'Anticristo", quel filosofo preconizza un Superuomo, liberato da ogni preconcetto religioso e fede, che contrappone Dionisio, dio della gioia, al Nazareno, predicatore di una tetra morale da schiavi. Il suo pensiero è ben farcito di tutte quelle dottrine gnostiche che, secondo autorevolissimi trattatisti massonici, come Albert Pike, René Guénon ect, costituiscono il miodollo della Massoneria, e che il Balducci fu evidente appoggiasse.
Altro personaggio nella lista di Pecorelli era il cardinale Leo Suenens, primate del Belgio. Questi il 24 settembre 1970 tenne una conferenza in una riunione massonica organizzata dall'esclusiva loggia ebraica, la B'nai B'rith. Questo evento palesa di nuovo, di come elementi di spicco della chiesa cattolica erano vicini a quell'ambiente massonico che era in realtà, da secoli, suo rivale. Altro scandalo intorno questo prelato viene da un suo manifesto pubblicato nel maggio 1982, dove Dio, Gesù, la Vergine e i Santi non furono nemmeno menzionati, ed anzi, la discussione fu centrata sulla prospettiva di quel governo mondiale o repubblica universale cui la Massoneria aspira fin dai suoi primordi, come già si leggeva dalle Costituzioni di Anderson del 1723, testo fondamentale per i massoni. Altra conferma nella lista di OP ci viene da un'intervista rilasciata sul settimanale Oggi del 17 giugno 1981, dal sottotitolo eloquente "Salvini mi confidò nomi di insospettabili", dall'avvocato Ermenegildo Benedetti, numero due della Massoneria in Italia, Grande Oratore presso il Grande Oriente. Questi venne espulso dopo che entrò in contrasti con Gelli e i Gran Maestri che lo appoggiavano, e dopo che indicò tra i piduisti elementi come Gianni Agnelli, il conte Agusta e Vittorio Emanuele di Savoia. Ebbe a dire l'avvocato massone: In Massoneria, di Cardinali e di preti e piena la storia: si diceva di monsignor Bettazzi, di monsignor Casaroli, del cardinale Paletti, di padre Caprile, direttore di "Civiltà Cattolica" e del cardinale Marcinkus, l'uomo delle finanze vaticane, il cosiddetto "banchiere di Dio". Di questa gente si è cominciato a parlare dal 1970 in poi. Sia chiaro, non erano chiacchiere di corridoio, erano informazioni riservate che ci scambiavamo noi del vertice della Massoneria italiana. Tra gli ecclesiastici menzionati da Benedetti e da Pecorelli, spicca il famoso padre gesuita Giovanni Caprile. Costui, che seppur fu un antimassonico italiano, dopo il Concilio Vaticano II, effettuò una virata di idee pazzesche. Questa svolta fu così radicale che lo portò ad entrare a far parte con don Vincenzo Miano, don Franco Molinari, professore della Cattolica di Milano, e altri sacerdoti ancora, di un gruppo massonico al dialogo Chiesa-Massoneria, e si tennero anche contatti pubblici e incontri con i massimi dignitari italiani di quella sètta. Il Caprile arrivò a scrivere addirittura in collaborazione con un altro gesuita spagnolo, il padre José Antonio Ferrer Benimeli, un libro intitolato "Massoneria e Chiesa cattolica ieri oggi e domani". Nel libro si auspicò che tra Chiesa e Massoneria si pervenisse ad una fusione di idee e di legame. Insomma, gli opposti che si attraggono. Chiesa con anti-Chiesa. Altro nome della lista OP da evidenziare, e che fu pure riportata da quella di Panorama anni prima, fu padre Davide Maria Turoldo, morto nel 1992. Questo padre era molto liberal, sicché fu convinto sostenitore del divorzio. Durante il referendum del 1971 nel santuario di Tirano, fu famoso per una sua uscita violenza che destò scalpore. A proposito dell'andare contro l'aborto, questi spezzò una corona del Rosario e la scaraventò tra i fedeli, addirittura gridando che bisognava finirla con certe superstizioni da Medioevo. Per un servo della Chiesa, un gesto del genere è quantomeno sospetto e fuori luogo. Costui se ne uscì anche con altre sparate, ad esempio affermò che il crocifisso non valeva più niente al mondo d'oggi, e di come quel simbolo non aveva più significato.
Il 10 agosto 1976, nel commentare la lista, che fu definita inattendibile e falsa, Panorama non esitò tuttavia a scrivere: Se l'elenco fosse autentico, la Chiesa sarebbe in mano ai massoni. Paolo VI ne sarebbe addirittura circondato. Anzi, sarebbero stati loro a fargli da grandi elettori e poi a pilotarlo nelle più importanti decisioni prese durante questi tredici anni di pontificato. E, prima ancora, sarebbero tutti stati loro a spingere il Concilio Vaticano II sulla strada delle riforme. Effettivamente i cambiamenti che avvennero nel mondo religioso e vaticano, sapevano molto di massoneria. Questa deduzione di Panorama si trovò automatica, poiché tra la lista spiccavano due nomi, ovvero i cardinali Villot e Casaroli, che furono addirittura Segretari di Stato della Santa Sede, ed anche la presenza del cardinale Poletti, che all'epoca era Cardinal Vicario di Roma, ovvero rappresentante di Paolo VI nel governo della Diocesi dei Papi. Seri dubbi rimasero sulla figura di altri elementi con fortissimi legami massonici, come il cardinale Franz Koenig, autorevole arcivescovo di Vienna che fu col cardinale Suenens ed altri, uno dei principali promotori delle innovazioni conciliari. Koening viene ricordato come il grande elettore di Giovanni Paolo II. Scrisse su di lui, Aldo Mola, storico ufficiale della Massoneria italiana: altissimo e ottimamente informato dignitario giustiniano. Il Koening fu membro di una Loggia coperta romana, di cui ne fecero parte elementi come Marcello Saccucci, Enrico Cuccia e Michele Sindona. Anche la rivista Il Borghese del 15 agosto 1976 parlò di una sua presunta affiliazione alla Massoneria. Un ulteriore prova che fosse affiliato alla Massoneria, anzi, la più grande prova, è il fatto che egli, insieme al dottor Kurt Baresch, che fu il Gran Maestro Delegato della Massoneria austriaca, furono i promotori della commissione che approvò, in gran segreto tra l'altro, la Dichiarazione di Lichtenau del 5 luglio 1970, messa per iscritto da Rolf Appel, guarda caso, membro del Senato delle Grandi Logge Riunite della Massoneria tedesca. Questa dichiarazione, elaborata ed ufficializzata da una commissione mista massonico-cattolica, esordisce con un'invocazione plateale al Grande Architetto Universale, ovvero al dio della Massoneria, e auspica la revoca di tutte le condanne emesse dalla Chiesa cattolica contro le sètte massoniche. Questa decisione assurda fu ben supportata da Giovanni Paolo II con la promulgazione del nuovo Codex Juris Canonici del 1983.
Un cardinale che non presente nella lista di Pecorelli ma andrebbe citato comunque, è Antonio Samorè, morto nel 1983. Fu definito, insieme a Koening un grande pioniere del dialogo catto-massonico. Pier Carpi, noto scrittore e giornalista piduista parla di lui come un grande amico del Venerabile Licio Gelli, e dedica a questi un articolo sull'Europeo del 12 dicembre 1987, con il titolo "Nella Loggia di San Pietro". Il Samorè fu membro della Loggia Ecclesia, come raccontato dal Carpi, ovvero un tipo di sètta operante all'interno del Vaticano alle dirette dipendenze del duca di Kent, Gran Maestro della Gran Loggia Madre d'Inghilterra. Questa loggia viene definita anche da Gelli, nelle sue confidenze con l'amico giornalista, come una potentissima sètta, e sarebbe composta solo da Cardinali e alti prelati. Una notizia su questa Loggia ci proviene anche dal Messico, quando la rivista cattolica Proceso, del 12 ottobre 1992, riporta le affermazioni di Carlos Vasquez Rangel, Commendatore del Supremo Consiglio della Massoneria messicana. Questi, come si legge nell'articolo, commentando la partenza per Roma del Gran Maestro della Massoneria messicana, ovvero Enrique Olivares Santana, con il compito di assumervi la carica di ambasciatore per la Santa Sede, ebbe a dire: Certamente troverà li (in Vaticano) molti reazionari, ma anche molti Fratelli massoni: negli otto quartieri che formano il territorio del Vaticano funzionano quattro Logge massoniche. Alcuni degli alti funzionari del Vaticano sono massoni. Appartengono come noi al Rito Scozzese (Antico e Accettato) , ma in forma indipendente. Anche nei paesi dove la Chiesa non può operare, essi esplicano la loro attività segretamente, tramite le Logge. Sempre facendo altri nomi di prelati che non figuravano nella lista di Pecorelli, ma che invece andrebbero citati per importanza, possiamo sottolineare la presenza all'epoca di Richard Cushing, di chiare simpatie massoniche. Questi fu arcivescovo di Boston, che tenne in quella città due conferenze in Logge libero-muratorie, più, partecipò a riunioni con altri esponenti della Massoneria, come il cardinale Avelar Brandào Vilela, l'arcivescovo di Sào, Salvador de Bahia, che nel 1975 arrivò a celebrare una messa di Natale per i membri della Loggia Libertade della sua città. Tornando alla Massoneria americana, la rivista Renaissance traditionelle, il 27 luglio 1976 ne viene fuori con un articolo in cui il cardinale Terence James Cooke, aveva assistito a un grande banchetto cui erano intervenuti tremila massoni della Gran Loggia di New York, in cui tutti si riunirono per esprimere speranza a proposito del riavvicinamento fra Chiesa e Massoneria.

Possiamo anche fermarci qui nell'analizzare uno scandalo scoppiato durante l'ultima fase della strategia della tensione in Italia, ma che rientra perfettamente in quest'ottica, data l'alta presenza della P2 in quegli anni, che si vide accrescere il suo potere anche e soprattutto, grazie a supporti di altri poteri che chiaramente non si videro sbattuti in prima pagina. La situazione era quindi profondamente grave all'epoca, sia all'interno delle amministrazioni sia all'interno del Vaticano. SI potrebbe parlare di vero e proprio sabotaggio ai danni della Chiesa cattolica perpetrata dalla Massoneria, da secoli sua acerrima rivale. Curioso che lo scandalo, le fughe di notizie, siano avvenute in quegli anni, e cosa più unica che rara che una "talpa" riesca ad infiltrarsi negli archivi del Grande Oriente e sottrarne la documentazione riservata. Vanno tenuti presenti i limiti della lista di Pecorelli e anche di Panorama. Va sicuramente tenuto presente che mancano ancora molti nomi di prelati di una certa rilevanza, alcuni qui nominati e non presenti nelle liste. Oggi ci si domanda come sia la situazione in Vaticano, visto com'era già messa male nel 1976. Uno scandalo successivo alle liste di OP e Panorama, a proposito di massoni in Vaticano avvenne quando la magistratura entrò in contatto di un'altra lista ancora, di ventotto ecclesiastici massoni, che nel corso delle indagini del giudice Cordova, si videro vicende criminose in cui la Massoneria risulta largamente coinvolta. A questo proposito, ne parlò ancora 30 Giorni, con un articolo del 9 settembre 1993, pagina 29, dal titolo "Massoneria, Cordova bussa in Vaticano". Dovrebbe far riflettere molto quando il 22 marzo 1984, Giovanni Paolo II concesse un'udienza in Vaticano ad una delegazione della Loggia Massonica ebraica del B'nai B'rith. Ciò è a scandaloso, e dimostra la collusione di Paolo II con plateali legami massonici. Non va dimenticato che questa organizzazione ebraica è coinvolta con fatti ambigui, di cui atti criminali, legami con la malavita ma anche con i Servizi, e ha un chiaro potere sulla politica. Il B'nai B'rith si è contraddistinto ad una lotta con lo scopo di cancellare dalle istituzioni, in USA, ogni traccia di cristianesimo. Su Giovanni Paolo II ci sono molti dubbi. Non è un caso che questi abbia scelto come proprio Teologo di Palazzo il domenicano Georges Cottier, autore tra l'alto di un saggio intitolato "Uno sguardo cattolico sulla Massoneria", apparso sui numeri 4 e 5 del 1987 della rivista Nova et Vetera. In quello scritto il Cottier auspica un dialogo e collaborazione tra la Chiesa e la Massoneria ma non solo nel campo dei grandi compiti, come quella della cultura o della sopravvivenza della specie, della pace, ect, ma anche suoi valori etici e sul piano strettamente dottrinale. E' chiaro che la certi esponenti volevano che la Massoneria superasse l'istituzione religiosa, e farla da maestra. Non è strano che Wojtyla abbia portato il Cottier ad essere presidente della Commissione Teologica, del resto fu un sostenitore della Massoneria, è palese. Essi promulgò nel 1983 il nuovo Codice di Diritto Canonico, che, dopo due secoli e mezzo, cancella la scomunica contro gli aderenti della Massoneria. Non è nemmeno un caso che lo stesso Papa abbia nominato cardinali due personaggi che figuravano nella lista Pecorelli, e precisamente Fiorenzo Angelini, indicato come un iscritto nella sètta già dal 14 ottobre 1957 e Virgilio Noè, affiliato dal 3 aprile 1961. Non è quindi nemmeno strano dire che il grande elettore del Paolo II è stato quel cardinal Koening i cui strettissimi legami con la Massoneria sono stati ben illustrati poco sopra. Lo storico della Massoneria, Aldo Mola, parlava del Koening come adepto di una riservatissima e assai potente Loggia romana. E ancora a proposito di Giovanni Paolo II, questi risultava essere membro del Rotary Club, ovvero un'associazione non segreta, ma di incontestabile impronta massonica, fondata il 23 febbraio 1905 dall'avvocato massone Paul Harris di Chicago, e da altri tre colleghi massoni come lui. Difficile crederlo? No è tutto documentato. Una notizia apparve sulla rivista ufficiale del Rotary club italiano del 9 settembre 1986, in una lettera intitolata "Una precisazione sull'articolo: La Massoneria va a Canossa?". Quella notizia fu riprodotta sulla rivista della Massoneria italiana Hiram, lo stesso anno, a firma di Lamberto Mosci, governatore del 203° distretto rotariano. L'autore, basandosi da una riunione del Rotary torinese, cui intervenne l'allora Gran Maestro della Massoneria italiana, Armando Corona, dopo aver esaltato i valori spirituali comuni alla Massoneria e ai Rotary Clubs, fece presente che la scomunica nei confronti della prima è caduta e insieme ad essa anche i divieti canonici dei secondi. A questo, si affermò esplicitamente che il Pontefice, Giovanni Paolo II era di fatto un rotariano, e nessuno smentì mai tale rivelazione. Non è difficile crederlo, perché fu proprio lui che ricevette in Vaticano una delegazione del Rotary, lodando anche i principi dell'associazione. Questa sètta, va anche detto per far comprendere al meglio gli assurdi legami con uno che era Papa, la Rotary Foundation, appoggia la diffusione del Notizia della Buona Volontà Mondiale, organo neopagano e neognostico del Lucis Trust, ovvero il Lucifer Trust fondato da Alice Bailey.

Possiamo fermarci qui.

Il 23 febbraio 1979, il processo a Catanzaro si chiude con la condanna all'ergastolo per Freda, Ventura e Giannettini, e quattro anni invece per Valpreda e Merlino per associazione sovversiva, più a due anni di reclusione per il capitano Antonio Labruna del SID, per favoreggiamento. Tutti verranno assolti in appello, ma la Cassazione annullerà la sentenza e apre nuovo processo. Il 20 marzo, ci ritroviamo a rinominare Pecorelli, sicché fu il giorno del suo delitto. L'assassinio di un elemento così scomodo si vide necessario, dove i suoi mandanti sono senz'altro da ricercare in ambienti eccellenti e potenti. Il Pecorelli con i suoi tanti scandali, come il suo ultimo, quello della lista dei massoni in Vaticano che abbiano largamente spiegato su, era elemento che ben dove aspettarsi la morte, e infatti fu così. Il generale Maletti affermò che giorni prima che fu assassinato, questi gli fece visita in casa. Il Pecorelli era in attesa in quel periodo, di alcune prove contro Andreotti, che sarebbero arrivate a breve. Nel salutare Maletti, fece ben intendere che forse non si sarebbero più rivisti. Pecorelli sapeva che la sua fine era vicina, ma da buon massone non temeva la morte. Il Pecorelli durante la sua vita, allacciò moltissimi legami, anche con Giannettini e Miceli, quindi era un elemento anche interno ai Servizi. Nell'agosto 1978 questi si incontrò con Dalla Chiesa, proprio quel generale che lui predisse il suo futuro assassinio. Pecorelli predisse anche eventi. Ad esempio parlò di un evento che avrebbe sconvolto l'Italia, ovvero il sequestro Moro. Si sbagliò di un giorno ma forse nemmeno, visto che il sequestro doveva avvenire proprio un giorno prima ma poi all'ultimo minuto si cambiò programma. Parlò anche dei memoriali Moro, di cui anticiperà l'esistenza di un altro memoriale con importanti segreti di Stato. Pecorelli spiegherà anche che l'obiettivo primario del rapimento Moro era quello di fermare l'ascesa al governo del PCI, e nel portare avanti questo, ci fu un interesse sia degli USA e dell'URSS, sia anche di politici italiani. Disse anche che non erano certo le BR di Curcio. Il punto macabro arriva qui. Parlerà di una prigione dove sarebbe stato portato Moro, che era un palazzo nel ghetto ebraico di una fantomatica Contessa, e racconterà in linguaggio fantasioso, dei ruderi del Teatro Balbo dietro al ghetto, di schiavi e prigionieri che un tempo si massacravano e il giornalista metteva questi fatti storici con il destino di Moro. Un'allusione a Gladio? Metterà in relazione che in via Fani fu presente un addestratissimo malavitoso calabrese, che da solo eliminò quasi tutta la scorta. A questo proposito, parlerà di una direzione brigatista presente proprio in Calabria, e il nome dell'assassinio di Moro si chiamava Maurizio, un nome di battaglia. Su OP, numero pubblicato a gennaio 1979, Pecorelli scrive una succulenta anteprima: Torneremo a parlare del furgone, dei piloti, del giovane dal giubbetto azzurro visto in via Fani, del rullino fotografico, del garage compiacente che ha ospitato le macchine servite all’operazione, del prete contattato dalle Br, del passo carrabile al centro di Roma, delle trattative intercorse. Queste altri dati, prove, cui Pecorelli stava per pubblicare, non videro la luce, perché fu assassinato due mesi dopo. Pecorelli fu assassinato probabilmente sotto un ordine proveniente da ambienti politico - massonici, e poi passato verso una via organizzativa e poi materiale di elementi dei servizi con la complicità in questo caso materiale, della mafia e malavita romana e calabrese. Il processo rimase insoluto, e vide su banco degli imputati anche Andreotti, sicché fu uno dei più colpiti da Pecorelli e venne chiamato in causa anche come mandante dell'omicidio del pentito Tommaso Buscetta. Insieme ad Andreotti, vi era anche il mafioso Gaetano Badalamenti. Entrambi vennero condannati in appello a 24 anni di reclusione ma nel 2003 Andreotti vide la sentenza di appello annullata senza un rinvio. La Corte d'Assise di Perugia si occupò anche di far cadere le accuse su Badalamenti. In un'intervista pubblicata nel giugno 1993 dal Corriere della Sera a firma di Paolo Graldi, si riporta l'affermazione scottante dell'avvocato Gianfranco Rosini, che andò a trovare Pecorelli poche ore prima del suo assassinio. Racconta l'avvocato: Mino mi aveva confidato che per circa due anni era stato una specie di segretario personale di Andreotti. Io dissi: Un personaggio ambiguo questo Andreotti. E lui rispose: Uno dei grandi criminali della storia, sto approntando un fascicolo documentatissimo che svelerà chi è veramente Andreotti e quali e quanti siano i suoi crimini.
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Utente Esperto
22/05/2013 17:19

Ad agosto furono arrestati Ventura e Freda.

Il 27 giugno 1980 sui cieli di Ustica, un aereo DC 9, carico di passeggeri, compagnia Itavia, precipita in mare dopo che fu abbattuto da un missile aria - aria, nel corso di segrete manovre di guerra. Si conteranno 81 vittime tra cui 13 bambini. Nessun sopravvissuto. I depistaggi, le omissioni, l'ingranaggio del cover up messo in atto fu immenso. Ci furono false testimonianze anche da alte cariche militari. Si alzò un muro di gomma che nascose la verità, con scandali che stavano ricoprendo l'aeronautica militare, ma il tutto doveva essere taciuto per evitare ovviamente, responsabilità in ambito occidentale, e quindi NATO. Non è un caso che il 2 agosto 1980 esplode una bomba alla stazione di Bologna e sarà la più cruenta tra le stragi di Stato, che provocherà 85 morti ed oltre 200 feriti, e che genericamente chiude il lungo periodo stragista. L'evento fu un ricatto, una minaccia forte, spietata, avvertita ovviamente da chi era ben addentro a certi ambienti e fatti, e di certo la strage era collegato a qualcosa di grosso. La strage di Bologna è di fatto diversa dalle altre, anzi, è al di fuori dal tempo della strategia della tensione, visto che ormai, nessuno poteva più slegare l'Italia dalla NATO. Fu in oltre una strage che non portò alcun tipo di beneficio, né lo avrebbe portato alla destra, né alla sinistra. Ricordiamo che fu periodo dove la carica progressista prese un certo controllo, la vecchia PCI ben occidentalizzata, la new left americana quindi ben presente sul territorio, e sedeva un certo Sandro Pertini, quindi non era certo possibile un tipo di provocazione di destra contro la sinistra. Allora qual'era il punto? In quel momento, presidente del consiglio dei ministri era Francesco Cossiga, ritenuto amico dei servizi israeliani, ministro degli interni era Virginio Rognoni e ministro della Difesa Lello Lagorio, socialdemocratico. Al capo del SISMI vi era Giuseppe Santovito, ma vi era anche la rilevante figura di Pietro Musumeci, pidduista, e al SISDE vi era Giulio Grassini, e infinte all'Ispettorato dell'Antiterrorismo, Emilio Santillo. Visto che i tempi erano cambiati, i rapporti dei servizi parlano di ambienti di destra, si fanno nomi e si lasciano tracce per arrivare a personaggi legati alla destra eversiva insurrezionalista. Ovviamente risulterà successivamente, che tali ambienti ne erano estranei. Gli stessi servizi inseriranno false prove, come armi ed esplosivi fatti ritrovare su di un treno. Da chi prendevano ordini i servizi e chi stavano proteggendo per non far arrivare alla verità in merito alla strage di Bologna? La P2? No, ormai era andata, e al massimo poteva essere un tramite. Chiediamoci questo. E' forse una coincidenza che questa strage investa una città, guarda caso, ritenuta da sempre rossa, tanto per avvalorare la strage fascista e dove oltretutto vivevano molti parenti delle vittime di Ustica, i quali erano familiari scomodi, da tacitare in qualche modo?
Alla fine si confezionarono un paio di elementi poco probabili, ovvero pretesi esecutori come Fioravanti e la Mambro. Queste condanne non convincono nessuno, in oltre, se fossero colpevoli, questi erano solo il braccio. Dov'è la mente? Vinciguerra avanzò dei dubbi riguardo alla presenza del Fioravanti nella vicenda, facendo notare che costui, con la Mambro, si trovavano nei giorni della strage nel triveneto, ospiti, testuali parole, "della cellula spionistica dei Maggi e dei Digilio". Ambienti che operavano poi per conto di americani e Mossad.

In parlamento nel 1990, nell'anniversario della strage, Luigi Cipriani, comunista, ebbe a dire:

da quella lapide dobbiamo togliere la parola “strage fascista” perché ciò è riduttivo e fa parte del depistaggio operato sulla strage di Bologna, diversa dalle altre stragi e che ha molto più a che fare con Ustica e con i rapporti tra Italia, Francia, Stati Uniti, i servizi occidentali e le strutture segrete. Dire che sono stati i Fioravanti e compagni è stato un depistaggio: su quella lapide bisogna scrivere “strage di stato”

Ed aggiunse il Cipriani:

Fissarsi esclusivamente sul mito della P2 che sarebbe stata onnipresente e onnipotente è anche questo un modo per non capire. La P2 è stata una fetta di quella struttura che negli anni si è modificata ed è andata assumendo forme e configurazioni differenti

Concluse poi il parlamentare comunista:

Chi ha depistato sa quello che è successo e sa chi voleva coprire. Questa è una strage dei servizi, signor Presidente.

A questo bisogna anche ricordare che l'esplosivo utilizzato alla stazione di Bologna fu un particolare e sofisticato composto di chiara provenienza militare, di cui il suo utilizzo, richiede necessariamente degli esperti. Il movente era forse legato davvero alla strage di Ustica? Si voleva quindi pretendere un silenzio nazionale, delle istituzioni, militari ed altro, a proposito di quella macabra vicenda? Si riuscì quindi a bloccare una serie indagine su un fatto scomodo come Ustica, con risvolti oscuri, comprendo il tutto con un'altra strage. Cipriani scriverà, in una sua relazione alla commissione stragi, che quanto accaduto ad Ustica non si trattò probabilmente di un attacco deliberato, quanto piuttosto di un errore madornale durante un'esercitazione militare. Fa ben comprendere l'acuto Cipriani, che se si fosse venuti a saperlo, questo avrebbe generato enormi proteste, moti pacifisti, che avrebbero additato contro al governo, ai militari, anche stranieri, ai patti atlantici, e non avrebbero ben gradito l'installazione di missili a Comiso. Così si decise di insabbiare tutto, per il bene dell'alleanza occidentale. I depistaggi furono gravissimi e coinvolsero elementi d'alto rango dell'aeronautica italiana. Questi non furono diretti responsabili ma dovettero rispondere di pesanti accuse, tra cui: falso ideologico, abuso d'ufficio, falsa testimonianza, favoreggiamento, smarrimento di documenti, ect. E' chiaro che ci furono serie pressioni dall'alto, dall'estero, ovvero si continuava a comandare in casa nostra. L'incidente di Ustica era capitato non a caso in un periodo molto particolare, ovvero momento di crisi nel mediterraneo, dove, oltre alla faccenda dei missili con testate nucleari da installare in paesi NATO, tra cui da noi a Comisio, vi furono forti stati di tensioni con la Libia di Gheddafi, mentre i francesi erano impegnati in complesse operazioni militari nel Ciad. Gli stessi francesi, li ritroveremo nel giro dei depistaggi in merito alla strage di Bologna.

Conclusioni

La strategia della tensione vide in Italia, due contrapposte strategie finalizzate a conseguire determinati risultati: una prima fase reazionaria, ed una seconda progressista finalizzata al modellamento di una società proiettata al futuro e ai grandi cambiamenti, politici, sociali, religiosi, economici. Due strategie con finalità diverse, ma che provenivano poi dalla stessa mente, e non certo nate in Italia. Alla fine dei conti, abbiamo ora componenti della destra reazionaria ridotte al nulla, e del tutto insignificanti oltre che ben strumentalizzate, odiate e ridicolizzate. Il fascismo repubblicano, come storia, come ideologia, rimase infangato, criminalizzato e legato allo stragismo, che invece aveva tutt'altra ideologia ed utilizzava neofascisti. Con la caduta del muro e la venuta meno di quanto concordato a Jalta, si è arrivati a dare certi frutti, ovvero inglobare nel governo un PCI ormai tutto ma non comunista. Ora abbiamo la new left amica delle banche e dell'alta finanza, e, non a caso infatti. La parte sociale si adattò a quella ventata progressista che portava ad instaurare standard liberal, radicali e modernisti. Evento finale per buttare via qualche altro scarto, l'evento mani pulite ancora oggi tutto da chiarire, dando i natali alla Seconda Repubblica, dove presero piede ufficialmente forze finanziarie, subordinate a nuovi controlli e da un potere che ha ormai preso il posto d'onore.
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