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Dalla home: Gli agricoltori inglesi cercando di fare profitti con i crop circles

Ultimo Aggiornamento: 30/06/2013 00:00
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Utente Illuminato
28/06/2013 14:48

www.ufoonline.it/2013/06/28/gli-agricoltori-inglesi-cercando-di-fare-profitti-con-i-crop-...

I cerchi nel grano sono una costante delle ultime estati inglesi, per decenni molte zone interne dell'Inghilterra hanno guadagnato dall'indotto del turismo dei crop circles. Ma c'era in atto una guerra clandestina tra circlemakers e proprietari dei campi di grando, che si vedevano disrutti i loro raccolti. Il quotidiano Telegraph spiega che gli agricoltori esasperati vorrebbero cercare di guadagnare finalmente qualcosa dallo scempio dei loro campi. Ecco come.

Gli agricoltori potrebbero aderire ad un progetto a livello nazionale che vedrebbe l'istituzione di un albo, che consentirebbe dietro il pagamento di una tassa, l'accesso ai campi da parte degli appassionati. I proprietari terrieri che aderirebbero al progetto metterebbero fine al reato di violazione della proprietà privata da parte dei circlemakers, e si vedrebbero riconosciuto il prezzo di un biglietto dopo la creazione del cerchio.

Ogni agricoltore riceverà una quota di utili dall'esercizio delle vendite dei biglietti e dall'indotto, oltre a una tassa per l'accesso ai campi da parte gli artisti.
Il sistema è inteso a sostituire la pratica degli agricoltori che lasciano segni di riconoscimento all'ingresso dei campi in cui sono apparsi i cerchi nel grano. Molte dei segni distintivi sono stati rubati.

Con il nuovo sistema, i titolari del pass di accesso sarebbero d'accordo a fare attenzione a non danneggiare le colture.
L'idea è stata formata da Monique Klinkenbergh, un appassionato di crop circle olandese.
"Molti agricoltori sono giustamente arrabbiati con la distruzione del loro raccolto, la perdita di reddito e la mancanza di rispetto per la propria terra. I visitatori sono spesso turbati dalle risposte rabbiose da parte degli agricoltori in quanto non capiscono la loro reazione fino in fondo." ha spiegato Klinkenbergh.
La risposta degli agricoltori tuttavia sembra essere stata deludente, nessuno di quelli visitati finora dai criclemakers ha detto che sarebbe stato disposto a partecipare al progetto.
[Modificato da Ulisse-77 28/06/2013 14:51]

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Utente Esperto
28/06/2013 16:39

Quanto casino dovrebbero ringraziare che qualcuno li calcola quei terreni. Che gente triste [SM=g3061176]
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28/06/2013 17:47

Re:
Nonsonosolo, 28/06/2013 16:39:

Quanto casino dovrebbero ringraziare che qualcuno li calcola quei terreni. Che gente triste [SM=g3061176]



Se scrivi molti messaggi non vinci nessuna mucca carolina, e' importante scrivere poco,ma con senso logico.

Quindi secondo te quei poveri contadini, dovrebbero essere felici mentre vedono (in base al crop realizzato) distrutto % del loro raccolto ??? [SM=g3061179]

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Utente Praticante
28/06/2013 20:50

Ci sono quei farmer che non vedono di buon grado la sola presenza di cerchi nei propri campi, per esempio i campi noti come Huish o West Stowell. Ve ne sono altri che non hanno grossi problemi ad ospitare i cerchi ma che hanno qualche riserva nel sopportare l'invasione di visitatori ... chissà come mai.

E' il caso quest'anno del farmer di Stanton St Bernard, East Field, Horton, Yatesbury dove a fronte del gradimento della presenza di cerchi nel proprio terreno vietano tassativamente l'accesso ai visitatori pena il taglio immediato della formazione oggetto di attenzioni troppo ravvicinate.

Questo nonostante il pagamento da parte di quegli aspiranti visitatori della tassa "dovuta" a Klinkenberg, Mallet & C. che si sono visti allontanare in malo modo dal farmer (Stanton St.Bernard nella fattispecie) al momento in cui pensavano di poter accedere al campo forti del millantato potere del "pass" ufficiale ottenuto dietro pagamento di 60 pounds 60 alla premiata ditta di cui sopra.

I farmer lo sanno che c'è questa nuova regola che al momento pare essere stata arbitrariamente e unilateralmente da parte dei furbacchioni (vedi i £60 di contropartita cad) ideata e applicata ?

Sembrerebbe che il possessore dei campi di Stanton pur stando a poche centinaia di metri dalla nuova sede del "cropcirclecenter" (già Silent Circle Cafè altrove locato in precedenza) non ne sapesse niente ...

D'altra parte i farmer hanno sempre avuto il loro tornaconto in quanto da molti anni organizzati per la riscossione diretta (senza cioà l'intermediazione di autoproclamatisi presunti "salvatori dei crop circles" ... ma che significa?) delle donazioni dei visitatori.

[Modificato da RobertoL 28/06/2013 20:57]
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Utente Illuminato
28/06/2013 23:00

Io non credo ai proprietari dei terreni dispiaciuti, anche se è un reato introdursi in proprietà altrui senza autorizzazione. Ma gli inglesi hanno creato dagli anni 80 una struttura di marketing molto attiva, di cui sono parte integrante proprio i proprietari terrieri. Nel Wiltshire le locande sono piena nei mesi estivi esclusivamente da un turismo di nicchia di questo genere. Esistono già dei pass e degli accordi. Per esempio nei terreni di Silbury-hill-avebury.
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Utente Illuminato
29/06/2013 01:46

I danni prodotti dai crop circles non sono così notevoli. La mietitura del grano si fa in giugno o in luglio a seconda delle zone. Il grano si taglia a metà dello stelo, oppure in alcuni casi rasente al suolo. Viene ammucchiato per due settimane e poi si inizia il vero e proprio di raccolta. Ma le spighe non perfette possono essere usato per il foraggio e per il bestiame.
Inoltre anche quelle piegate se in condizioni decenti non vanno certo buttare. Questo non giustifica in nessun modo un illecito come la violazione di un terreno privato, ma ridimensioniamo il danno effettivo, non è così rilevante.
[Modificato da Takenspace 29/06/2013 01:46]
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Utente Praticante
29/06/2013 12:43

29/06/2013 16:52

copio e incollo intervento in un altro forum, in cui si affrontava lo stesso tema.


Sessanta pounds per un “access pass” stagionale, dieci per quello giornaliero. L’acquirente dotato di “passi” vedrebbe così riconosciuto il diritto all’accesso nei campi in cui sia stato realizzato un cerchio nel grano. Non solo l’accesso per visitare il crop circle da vicino, anzi dall’interno, ma - a differenza di molti musei - si acquista anche la possibilità di fotografarlo, perfino fargli lo scalpo, cioè portarsi a casa qualche spiga come cimelio. Il reato di violazione di proprietà privata verrebbe così cancellato in un batter di ciglia. Sempre che il campo di grano sia di proprietà di un agricoltore che abbia aderito al progetto, e che pertanto abbia acconsentito all’accesso al suo terreno in caso questo divenga teatro della comparsa di uno o più crop circles. Il proprietario dell’appezzamento, da parte sua, avrebbe tutto l’interesse di aderire a questo progetto, poiché riceverebbe il pagamento di una tassa da parte degli artisti che realizzano il pittogramma, e a fine stagione riceverebbe una quota-parte dell’intero indotto. Inoltre il farmer avrebbe il diritto di far pagare un biglietto di ingresso ai visitatori (almeno quelli “tesserati”), trattenendo per se una parte degli introiti, e destinando al “progetto” la restante parte, che a fine stagione sarà spartita tra tutti i farmers. Un po’ come avviene tra i camerieri per le mance del ristorante.
La proposta, a quanto pare, è partita dall’olanda, da Monique Klinkenbergh, che ora si trova a dirigere il neo costituito organo a capo di questo progetto: il “Crop Circle Information and Coordinatin Center” (CICC).
C’è già un sito web (cropcircleaccess.com) che vende la “Wilthire crop circle access pass”. La “National Farmes Union”, per voce di James Shepherd, ha dichiarato che se questo progetto funzionasse potrebbe essere una buona soluzione. I contadini i cui terreni sono interessati dal fenomeno si stima che subiscano una perdita tra i cinquecento e i mille pounds. Stanti così le cose, mediamente basterebbero dieci visitatori autorizzati per coprire le perdite. Dall’ undicesimo in poi (a volte se ne contano centinaia) sarebbe guadagno.
Da parte nostra noi crediamo, ma soprattutto speriamo, che questa iniziativa fallisca.
Innanzi tutto per una questione di principio. Per noi i cerchi nel grano sono sì opere di Land Art (quindi in tutto e per tutto umane) ma hanno sempre rappresentato qualcosa di emozionale, di culturale e di comunicativo. Qualcosa destinata ad entrare in contatto col nostro intimo, con la nostra spiritualità. Il concetto stesso di “ticket”, biglietto, passi, o qualsiasi altro nome gli si possa attribuire, a nostro avviso ricorda inevitabilmente il concetto di business, e stride con questa natura ingenua, passionale, cristallina di un fenomeno (misterioso o meno) ammaliante e puro.
Una componente commerciale questo fenomeno la ha già, d’accordo. Solo pochi giorni fa nel nostro paese, a Cisterna di Latina, è stato realizzato un crop circle pubblicitario per la birra “Peroni”. Due anni fa era stato realizzato un crop circle per il lancio italiano su Fox Channel della serie televisiva “Fallins Skies”. Ben prima di questo erano molte le aziende ad aver commissionato la realizzazione di crop circles a scopo di marketing. Qualche nome: Nike, Pepsi, Microsoft, Sky, Greenpeace, Mitsubishi, History Channel, Discovery Channel, Fox Channel, e tante altre.
Sull’homepage del sito più visitato al mondo, per una settimana, ha campeggiato il logo di “Google” elaborato in caratteri che richiamavano esplicitamente la simbologia dei crop circles. Un noto album dei Led Zeppelin ha come copertina la foto di un cerchio nel grano.
Alcuni gruppi di circlemakers sono usciti allo scoperto, e realizzano glifi su commissione, com’è il caso di Rod Dickinson, John Lundberg, and Will Russell, che si sono costituiti in società, realizzando così degli utili. Altri circlemakers (ad esempio Matthew Williams) sono spesso ospiti di varie trasmissioni televisive, rilasciano interviste e tengono congressi, riuscendo probabilmente a produrre un indotto grazie a queste sue capacità artistiche.
Esiste anche un turismo dedicato a questo fenomeno: delle agenzie di viaggi specializzate, organizzano tours guidati nelle terre dei crop circles, da ogni parte del globo. Esistono artisti che riproducono i più bei crop circles su tela, e si sta sviluppando un vero e proprio merchandising con riproduzioni su pietre, collane, ciondoli, magliette e gadgets di ogni genere. Accanto a tutto ciò proliferano anche trasmissioni televisive, libri, riviste, dvd, solitamente atte ad arricchire più i produttori e gli editori che non i presentatori o gli autori.
Insomma attorno ai cerchi nel grano esiste già da tempo una componente di marketing, puramente commerciale e con scopo di lucro. E’ inevitabile che sia così, e non sempre la cosa è biasimevole, poiché andrebbe analizzato caso per caso. Tuttavia ci sembra sbagliato insistere in questa direzione fino al punto – questo ci pare che sia - di istituire una società (CICC) di dubbia natura giuridica, al precipuo scopo di riscuotere denaro per redistribuirlo tra i suoi soci e contadini aderenti all’iniziativa. Non sappiamo come funzionino esattamente le cose nel regno Unito, ma forse si porrebbe perfino un problema di diritto, laddove il fatto di far pagare un biglietto comporta di fatto la rinuncia al godimento del diritto alla proprietà privata da un lato, e l’esercizio di una attività commerciale dall’altro. Due diritti, uno cancellato l’altro creato, che non si ha la facoltà di annullare o generare arbitrariamente. Il CICC rischierebbe così di apparire alla stregua di un parcheggiatore abusivo. Per non parlare del rischio che alcuni di questi aficionados, patiti dei cerchi nel grano e muniti di tessera, possano ipso facto ritenersi in diritto di visitare qualsiasi crop circle, e quindi invadere la tenuta di un agricoltore che potrebbe non aderire al “progetto” e non gradire affatto la visita. Non sarebbe la prima volta che un contadino, se disturbato nel suo podere, si scopra essere persona facilmente dedita all’intolleranza e risoluta nell’utilizzo di maniere spicciole. Il CICC allora rischierebbe di essere, almeno moralmente, corresponsabile.
La cosa migliore, a nostro avviso, sarebbe lasciare il mondo com’è. Gli artisti dovrebbero impegnarsi ad accordarsi con i proprietari terrieri o trovare il modo di rifondere loro i danni, privatamente o anche in modo anonimo o in segreto. I contadini propongano – come fatto finora - ai visitatori il c.d. “honesty box”, una libera offerta per rientrare del danno subito. Infine i visitatori abbiano il buon gusto di non procurare ulteriore danno e di lasciare una offerta almeno simbolica.
Un po’ di buon senso da parte di tutti è ciò che ci vuole, niente di più, niente di meno.

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Utente Esperto
29/06/2013 20:06

Ottimo intervento di Cropbuster, cosa c'è da aggiungere?
Artisti sempre, nel rispetto delle regole.
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Utente Master
30/06/2013 00:00

Takenspace, 29/06/2013 01:46:

I danni prodotti dai crop circles non sono così notevoli. La mietitura del grano si fa in giugno o in luglio a seconda delle zone. Il grano si taglia a metà dello stelo, oppure in alcuni casi rasente al suolo. Viene ammucchiato per due settimane e poi si inizia il vero e proprio di raccolta. Ma le spighe non perfette possono essere usato per il foraggio e per il bestiame.
Inoltre anche quelle piegate se in condizioni decenti non vanno certo buttare. Questo non giustifica in nessun modo un illecito come la violazione di un terreno privato, ma ridimensioniamo il danno effettivo, non è così rilevante.



Gucumatz qualche anno fa aveva calcolato il danno di un pittogramma in qualche centinaio di euro, il problema sono i danni fatti dai visitatori e qua torniamo in linea con le cifre postate da Cropbuster.

Mi colpisce il fatto che dopo lustri di deliri riguardanti i cerchi nel grano finalmente si inizi a prendere coscienza del fatto che sono opera dell'uomo, anche se orde di believer continueranno nella loro ignoranza a credere che si tratti di opere aliene. Il fattore business è sempre stato presente, abbiamo evidenziato diverse volte le cifre spesso stratosferiche dei tour organizzati, ma nessuno aveva mai pensato di risarcire anche i contadini che non sempre sono felici.

Nonostante questo, quanto scritto da RobertoL mi fa sorgere il dubbio che non si tratti di una maniera per raccogliere soldi, anche se potrebbero esserci delle disorganizzazioni che hanno impedito di avvisare tutti.





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