00 18/05/2010 17:11
Il Pesce Alligatore è una delle specie di pesci d’acqua dolce più grandi. Nel Nord-America è diffuso in Texas, Oklahoma, Louisisana, Mississippi, Alabama, Tennessee, Arkansas, Missouri, Florida e Georgia anche se un tempo era diffuso anche negli altri Stati più a Nord.
Predilige le acque calme dei fiumi, dei laghi e delle paludi. E’ una specie carnivora ma la sua è una caccia passiva. Infatti, attende le prede tra i canneti e la vegetazione, per poi colpirle con degli agguati. Può raggiugnere i 2m di lunghezza ed un peso di 150kg.
Il nome deriva dal fatto che questo pesce è molto simile agli alligatori, sia nel muso che ne corpo.
Il Pesce Alligatore appartiene ad una famiglia di pesci risalente all’epoca dei dinosauri ed il motivo della sua sopravvivenza fino al giorno d’oggi è da riscontrarsi nella speciale pelle che lo ricopre. Questa è caratterizzata da squame resistenti e affilate che vanno a formare una spessa “maglia” simile ad uan corazza che lo rende praticamente invulnerabile dagli attacchi degli altri animali.
Lo definiroro mostro quando gli vennero attribuiti alcuni casi di aggressione all’uomo ad inizio del secolo scorso. Non vi erano prove concrete ma iniziò ugualmente una caccia spietata per sterminarlo ma, nonostante li sforzi, ancora oggi è abbastanza diffuso. Mai, però, termine fu meno azzeccato.
Il biologo Jeremy Wade, già incontrato con il pescegatto Goonch, ha deciso di indagare e di andare a fondo di questa storia. Recandosi in Texas e facendosi consigliare dai pescatori locali, guidato da una guida del luogo si è recato in un posto adatto alla pesca di questo pesce. Dopo ore di appostamento è riuscito a catturare un esemplare che, però, non era delle dimensioni giuste per giustificare gli attacchi all’uomo. Nonostante questo, durante la liberazione dell'animale il biologo è stato ferito ad una mano proprio da un morso del pesce. La preda servì comunque per effettuare qualche misurazione della lunghezza della bocca, della lunghezza del corpo e per osservarne la dentatura.
Nei giorni successivi Wade ci ha riprovato e, dopo un’intero giorno passato sulla barca a cercare di prendere almeno un altro esemplare, verso il tramonto è riuscito a prenderne uno di dimensioni notevoli.
Le ore e ore di pesca, però, e la consulenza con un esperto di questa specie, hanno spinto il biologo ha formulare la sua tesi sul comportamento di questo pesce: il Pesce Alligatore non è un predatore attivo (sebbene sia vorace) e, quando trova una preda, inizia ad azzannarla e rilascirla fino a quando è sicuro che questa non è pericolosa. Se la preda è piccola, dopo i primi morsi il predatore la afferra definitivamente sapendo che questa non potra opporre resistenza vista la potenza della sua bocca. Se, però, questa cerca di liberarsi, lui la rilascia subito tentando un secondo approccio. Con l’esca di Wade si è comportato così per ore: la azzannava, la trascinava e, non appena il pescatore offriva un po’ di resistenza con la canna, il pesce la lasciava andare per poi ritornare all’attacco dopo alcuni minuti.
La conclusione finale è stata che questo pesce magnifico è pericoloso quando fuori dall’acqua (dove può azzannare per difendersi) ma se nel suo ambiente è assolutamente tranquillo ed innoquo per l’uomo.
Wade, riguardo agli attacchi all’uomo, pensa che sono da attribuire agli alligatori veri e propri, i quali vivono nelle stesse acque del Pesce Alligatore. Le vittime, vedendo il muso dell’aggressore, possono aver scambiato il pesce per il rettile.
E’ vero, l’aspetto è msotruoso ma la caccia spietata a cui è stato sottoposto ingiustamente è stata più mostruosa di lui…