00 31/07/2012 19:43
non sul come, ma sul chi... e perchè
Il desiderio di approfondire il tema in oggetto nasce da quando ho scovato in rete questo articolo dedicato all'ardito esperimento di Armando Mei, giornalista e scrittore, appassionato di civiltà antiche autore del libro dal titolo "Giza: le Piramidi Satellite ed il Codice Segreto”, che svelerebbe il nome di colui che costruì (o fece costruire) le Piramidi di Giza.

Credo sia meritevole di attenzione e di approfondimento.

meimor-antichecivilta.blogspot.it/p/ecco-chi-ha-costruito-le-piramidi...


Ecco chi ha costruito le piramidi di Giza

Si tratta di una delle scoperte più importanti degli ultimi decenni. Finalmente, dopo secoli di incertezze e ipotesi inattendibili, abbiamo scoperto chi ha voluto realizzare uno dei complessi più importanti della storia dell'uomo.

La scoperta è stata conseguita dal Team del Progetto Tau-T, completamente autofinanziato e di matrice italiana, che da quasi dieci anni dedica la propria attività allo studio del complesso monumentale di Giza, cercando di individuarne non solo il Progetto Unitario (ovvero associare tutti i monumenti presenti nell'area valutandone, su basi scientifiche, l'appartenenza al progetto originario di Giza), ma anche gli scopi per cui i complessi furono costruiti. Il tutto fuori dagli schemi ormai obsoleti dell'Egittologia cosiddetta "accademica".

Ebbene, il Team dopo meticolosa analisi tecnico-scientifica ha conseguito un risultato davvero straordinario: abbiamo scoperto che sulla Piana di Giza è inciso a caratteri tridimensionali il nome dell'Autore delle Piramidi!

* * *

La storia ufficiale dell’Egitto Dinastico, soprattutto per quanto riguarda il periodo riferito all’Antico Regno, dimostrerebbe che quella terra è stata “isolata” dalle influenze delle altre civiltà a causa delle particolari condizioni geografiche in cui si è sviluppata. Completamente isolata a sud-ovest dalla presenza del deserto, “protetta” dal mare a nord in un periodo in cui la navigazione finalizzata a scopi militari era allo stato primordiale e, infine, difeso ad est dal Nilo. Queste caratteristiche hanno, in un certo senso, protetto il Paese da invasioni o da contatti culturali e commerciali tali da poterne influenzare l’evoluzione nei vari aspetti della vita quotidiana. Eppure, la religione Egizia è intrisa di miti che hanno una chiara e straordinaria similitudine con quelli Sumeri. Perché?

In realtà, se si dovesse partire dal presupposto - ormai arcinoto visto che i libri di scuola ne sono testimonianza – che l’Egitto Dinastico si è evoluto secondo i canoni ufficiali a partire dal 3.100 a.C. e che ha raggiunto, durante la IV Dinastia, il massimo splendore con l’edificazione del complesso monumentale di Giza, allora la similitudine con altre culture sarebbe davvero inspiegabile. Viceversa, se allarghiamo gli orizzonti e si comincia a prendere coscienza del fatto che l’Egitto dinastico sia stato fortemente influenzato da un retaggio ereditato da una Civiltà precedente, allora in questo caso la questione diventa senz’altro più chiara e meno intricata.

Una delle cause di conflitto tra correnti di pensiero, ad esempio, riguarda gli interni della Grande Piramide. Non certamente sulle ragioni per cui sono stati costruiti in quel modo, seguendo delle articolazioni complesse da renderli praticamente unici al mondo, bensì sui motivi per cui all’interno del monumento non esiste lo straccio di un geroglifico!

Sappiamo, che una delle caratteristiche principali che ha reso famosi gli Egizi è proprio la scrittura, una sintesi di abilità artistica e di complessità linguistica davvero notevole. Eppure, i monumenti per eccellenza che rappresentano un elemento distintivo dell’Egitto in tutto il mondo sono stati “esentati” dall’arte lessicale degli scribi.

Si è discusso molto, dei simboli rinvenuti dietro la "porta di Gantenbrink" eppure, anche quei simboli sembrano essere evidentemente frutto di ben altra cultura e non certo ascrivibili a forme di scrittura in uso durante il periodo dinastico.

Così, partendo da queste brevissime premesse (ma ci sono ulteriori elementi fondamentali che non richiamiamo per ragioni di spazio) ci siamo concentrati sulla disposizione delle Piramidi di Giza sulla Piana. Se le Piramidi erano state costruite per trasmettere un ulteriore messaggio, era doveroso analizzare tutto seguendo una linea improntata alla logica razionalità.

Pertanto la prima operazione è stata quella di “leggere” la disposizione delle piramidi.




Quindi ci siamo tempestati di domande sulle procedure da adottare e su quali potessero essere le tecniche utilizzate dai costruttori per tramandare un messaggio attraverso la scrittura dei simboli.

Abbiamo deciso, così, di allineare le piramidi in orizzontale, disponendole secondo un ordine cardinale verso est e mantenendo la configurazione per ciascun complesso senza alterarne l’originalità.

Abbiamo quindi lavorato sull’immagine, trasferendo la Grande Piramide e la Terza sulla stessa linea che segue la Seconda Piramide.



Non ce ne vogliano gli amanti dell’ortodossia e dell’estetica, ma riteniamo che qualsiasi revisione possa essere utile alla ricerca se non comporta danni. E, per nostra coscienza, sapevamo che la manomissione di un’immagine non avrebbe certo arrecato danni all’archeologia.

A questo punto non ci rimaneva che trovare l'anello di congiunzione tra l'Egitto e la terra di Sumer ed, in particolare, alla famosissima scrittura cuneiforme.

Così, abbiamo tratteggiato delle linee che congiungessero gli angoli estremi della facciata sud della terza Piramide, ricavandone un simbolo “apparentemente” cuneiforme… abbiamo fatto la stessa cosa con le piramidi satellite… e poi la stessa cosa con la seconda Piramide… ed infine con la Grande Piramide…

L’immagine che ne avevamo ricavato ci sembrava particolarmente curiosa; disegnate in quel modo le Piramidi sembravano effettivamente una scrittura cuneiforme tridimensionale…



Ci siamo messi immediatamente alla ricerca di un alfabeto cuneiforme che potesse soddisfare la nostra curiosità…

Il primo simbolo analizzato è stato quello della Terza Piramide. Abbiamo verificato se esiste nell’alfabeto sumero un simbolo cuneiforme che avesse un “triangolo” rivolto verso il basso… Solo alcuni secondi e la prima risposta all’interrogativo veniva soddisfatta! Esiste davvero un simbolo nella scrittura sumera con quelle caratteristiche ed è associato, nel nostro alfabeto, alla lettera “G”.

Siamo passati alla seconda verifica. Questa volta alle piramidi satellite della Terza Piramide… tre cunei rivolti verso il basso… anche in questo caso ci siamo trovati in presenza di un simbolo fonetico corrispondente alla lettera “L” del nostro alfabeto.

Il terzo simbolo, quella ottenuto con la Seconda Piramide ha fornito come risultato, il simbolo fonetico corrispondente alla nostra lettera “Z”. Mentre la Grande Piramide e le sue satellite restituivano le lettere corrispondenti al nostro alfbeto "T" e "H"...



Ecco la sequenza ottenuta:

GL Z TH

Ora, è giunto il momento di ricostruire il messaggio…

In sumero, le lettere si leggono nel seguente modo:

GaL Zu TeHu

Che in lingua Italiana corrisponde esattamente alla seguente frase:

Il Grande Sapiente Toth

Ovvero, “Thot il Grande Sapiente”, il Guaritore, lo Scriba degli Dei, l’inventore della scrittura, della matematica e del calendario, il più Saggio tra le divinità egizie creatrici e, non ultimo, il Grande Architetto della Piana di Giza… colui il quale ha voluto rendere alla Storia la figura immortale del suo divino Re, Osiride e della sua consorte, Iside. Pur nella tragica esperienza narrata, Thot è colui che ha tenuto saldo il destino dell’Egitto aprendo la strada alla prima successione semidivina, attraverso il figlio “illegittimo” Horus.

Nella “Terra che Porta il mio Nome” è scritto nei testi ermetici, e la terra che porta di nome di Thot è esattamente Giza!

Armando Mei & Monica Benedetti
Progetto Tau-T



Il tutto ovviamente implica l'edificazione delle piramidi a un tempo di molto precedente la datazione ufficiale, forse addirittura a un tempo 'antidiluviano'.

E ancora una volta il nome di Thoth e del suo figlio Horus tornano alla ribalta nelle teorie 'alternative' avanzate dai ricercatori controcorrente.

Ora, io non ho le competenze per confermare o smentire l'ipotesi proposta da Armando Mei, ma certamente l'articolo mi ha ispirato e ho voluto approfondire personalmente la questione, collegandolo all'allineamento delle piramidi con la costellazione di Orione.

Questo il link al mio articolo:
ufoplanet.ufoforum.it/headlines/articolo_view.asp?ARTICOLO...

di cui riporto un estratto:

La costellazione di Orione, insieme di stelle dall’inconfondibile disegno, sembra aver affascinato da sempre l’uomo: Sumeri, Egizi e Cinesi attribuivano ad essa un significato particolare. In cielo Orione è raffigurato che affronta la carica del Toro sbuffante della costellazione confinante, nonostante il mito di Orione non faccia nessun riferimento a un tale combattimento. In ogni caso, la costellazione nacque con i Sumeri, che videro in essa il loro grande eroe Gilgamesh che combatteva contro il Toro del Cielo. Il nome sumero di Orione era URU AN-NA, che significa luce del cielo. Il Toro era GUD AN-NA, toro del cielo.

Gilgamesh era l'equivalente sumero di Eracle, il che ci porta a un altro rompicapo. Essendo il più grande eroe della mitologia greca, Eracle merita una costellazione della brillantezza di questa, ma in realtà gli è assegnata una zona di cielo molto più scura. è possibile, allora, che Orione in realtà altro non sia che Eracle sotto mentite spoglie? Potrebbe essere, se si pensa che una delle fatiche di Eracle fu quella di catturare il toro di Creta e che in cielo è raffigurato un combattimento tra Orione e il Toro.



In questa illustrazione, tratta da Uranographia di Johann Bode, Orione solleva il bastone e lo scudo per difendersi dalla carica del Toro sbuffante. La sua spalla destra è segnata dalla stella lucida Betelgeuse, e il suo piede sinistro da Rigel. Tre stelle in fila formano la sua cintura.

Come descritto nel mito Eracle, dopo aver catturato il Toro e averlo cavalcato attraversando le acque che separavano Creta dal continente, raggiunse la Città dei Ciclopi [Atlantide? ndr] e a loro consegnò l’animale. Ecco la traduzione del mito secondo Alice A.Bailey, nata Alice LaTrobe Bateman (Manchester, 16 giugno 1880 – New York,15 dicembre 1949), saggista, esoterista e studiosa di teosofia britannica. La Bailey affermò che la maggior parte delle sue opere le erano state dettate telepaticamente da un «Maestro di Sapienza», chiamato anche «il Tibetano» e in seguito identificato con Djwhal Khul ritenuto un maestro anche della Blavatskij.

“Da solo Ercole cercò il toro, da solo lo inseguì fino alla sua tana, da solo lo catturò e lo montò. Intorno a lui stavano le sette Sorelle [le Pleiadi? ndr] che lo spingevano a procedere e, nella luce splendente, egli cavalcò il toro attraverso l’acqua scintillante, dall’isola di Creta fino alla terra dove dimoravano i tre Ciclopi [Atlantide? ndr].

Questi tre grandi figli di Dio attendevano il suo ritorno, seguendo il suo progredire attraverso le onde. Ercole cavalcò il toro come se fosse un cavallo e, accompagnato dal canto delle Sorelle, si avvicinò alla terra.

Ercole si avvicinava, incitando sul Sentiero il toro sacro, proiettando la luce sul sentiero che va da Creta al Tempio del Signore, nella città degli uomini dall’occhio singolo. Sulla terraferma, al limitare dell’acqua, stavano tre ciclopi che afferrarono il toro, così togliendolo ad Ercole.”

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Torniamo a questo punto alla costellazione di Orione e alla sua “battaglia” celeste contro il Toro questo punto è interessante rilevare come Orione sia molto utile per trovare altre stelle. Estendendo la linea della Cintura verso sudovest, si può trovare Sirio verso nordest, Aldebaran, appunto la stella più luminosa della costellazione del Toro.



Su quest’ultima, su Aldebaran, concentriamo per un attimo la nostra attenzione. Sappiamo che Aldebaran viene nominata nelle esperienze di channelling delle donne membro della società Vril, quest’ultima allineata proprio al pensiero teosofico della Blavatsky. La loro guida era la medium della Thule Gesellschaft, Maria Orsitsch (Orsic) di Zagabria, che aveva ricevuto messaggi e disegni dagli Alieni Ariani di Alpha Tauri nel sistema binario di Aldebaran, distante dalla Terra 65 anni-luce.

Questi Alieni avrebbero visitato l'Antica Agade, portandovi la civiltà che avrebbe poi prodotto l'Impero Accadico, il primo immenso impero della Storia, guidato da Sargon I, detto il signore delle quattro parti del mondo. Il termine Vril, infatti, deriverebbe dal termine accadico "VRI-IL" (Simili a Dei).

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Se non esistono prove certe dei contatti avuti dalle medium della Vril e dei nazisti con questi fantomatici ariani di Aldebaran altrettanto esistono prove oggettive della devozione delle antiche civiltà nei confronti della costellazione di Orione e, indirettamente, della sua battaglia ‘celeste’ contro il Toro Divino.

Le piramidi di Giza, in accordo con le ricerche di Hancock e Bauval, gli henge di Thornbourugh, tumuli circolari del periodo neolitico scoperti in Inghilterra, il sito archeologico di Tenochtitlan e diversi altri luoghi ricordano infatti l’allineamento con le stelle di Orione.



Assumendo come valida la teoria della retrodatazione delle piramidi e di molti altri siti megalitici misteriosi a un tempo precedente la fine della glaciazione di Wurm, ovvero antidiluviano, la decisione del popolo che abitava il pianeta durante la cosiddetta età dell’Oro di costruire i propri monumenti o edifici in modo che ricordassero la costellazione di Orione era [forse] il modo migliore per celebrare la vittoria di un antico Dio (Orione = Enki) contro la popolazione di Aldebaran rappresentata appunto dal Toro Celeste.

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Forse Enki, più che essere "creatore" delle Piramidi è colui che viene celebrato con esse...