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Riflessione sulla funzione della magia di Joseph Maxwell (1858-1938), procuratore generale alla Corte d’Appello di Bordeaux e importante studioso dei fenomeni psichici: la magia ci dà fiducia nei destini che attendono quell’essere che noi ora siamo e che non conosciamo


La magia ci fornisce indicazioni preziose sull'origine della civiltà e sulla psicologia sociale. La magia è la fonte dalla quale molte scienze hanno preso origine; la sua fecondità non è esaurita, e noi siamo giunti al momento in cui la scienza conquisterà un insieme di fenomeni complessi, nei quali si può supporre l’azione di forme sconosciute di energia, di forme di conoscenza di cui non è stata ancora fatta l’analisi.

La magia, nella misura in cui sembra reale, ci induce a considerare l’essere umano come un’entità di cui l’evoluzione non è ancora compiuta, di cui le potenze non sono ancora tutte sviluppate. La magia ci dà fiducia nel destino che attende quell’essere che noi ora siamo e che non conosciamo e ci rivela il senso profondo dell’assioma socratico: “Conosci te stesso”.

La ricerca accanita delle cause delle cose è uno dei tratti più caratteristici dell’intelligenza umana: ricerca che conduce alla verità per un cammino lungo e tortuoso, perché confonde facilmente la causa e il fortuito antecedente: e per distinguerli è necessaria una prolungata esperienza. L’errore è facile. Il primitivo considera come soprannaturale la malattia, la cui causa è ignota, i cui effetti si fanno sentire senza che il corpo presenti tracce di una lesione apparente, e ritiene che sia uno spirito a determinarla. La magia interviene in questi casi, "terapeuticamente", guarendo la malattia a livello di significati e immaginazione.

Gli scrittori di magia non hanno sempre ben compreso l’argomento che trattavano: questa l’impressione che si ha dalla lettura delle loro opere. Pochi sono quelli che offrono materia su cui riflettere, e anche questi pochi sembrano esigere un’interpretazione piuttosto che una lettura. Ma tuttavia i primi sono più interessanti per lo studio della magia come fenomeno sociale, poiché esprimono il pensiero comune e traducono lo stato d’animo collettivo: si tratta di elementi che operano nelle società in cui le credenze più irragionevoli e le superstizioni più illogiche hanno più forza della ragione: esse hanno dalla loro parte l’energia attuale e dinamica delle masse, mentre la ragione non è che una energia potenziale delle élites.