00 22/12/2011 03:01
Nel celebrare le ricorrenze tradizionali di questo periodo, Natale e l’anno nuovo, sono ben pochi coloro che sanno che esse sono testimonianze residuali di un mondo spirituale dimenticato, che esse derivano da una concezione primordiale dell’universo e dell’esistenza, separata da un profondo lato dalle idee dell’umanità moderna.

Attualmente Natale ed anno nuovo rivestono prevalentemente il carattere di una festa familiare imborghesita, mentre troviamo tracce di queste già nella preistoria in molti popoli con valenze ben differenti. Di solito ci si dimentica che la data del Natale non è convenzionale e dovuta solo ad una particolare tradizione religiosa, ma è determinata da una situazione astronomica precisa: è la data del solstizio d’inverno.

Il solstizio in astronomia è definito come il momento in cui il Sole raggiunge, nel suo moto apparente lungo l'eclittica, il punto di declinazione massima o minima. Il fenomeno è dovuto alla inclinazione dell'asse di rotazione terrestre rispetto all'eclittica; il valore di declinazione raggiunta coincide con l'angolo di inclinazione terrestre e varia con un periodo di 41000 anni tra 22.1° e 24.5°. Attualmente è di 23°27' e l'angolo è in diminuzione.

Il Sole raggiunge il valore massimo di declinazione positiva nel mese di giugno in occasione del solstizio di estate boreale, mentre raggiunge il massimo valore di declinazione negativa in dicembre, in occasione del solstizio di inverno boreale, corrispondente all'estate nell'emisfero australe.

A causa di queste variazioni può capitare che il solstizio astronomico cada nell'emisfero nord (emisfero boreale) il 20 o il 21 giugno per l'estate, o il 21 o 22 dicembre per l'inverno, quest'anno cade il 21 Dicembre alle 5.30 del mattino.

[IMG]http://i40.tinypic.com/qmyihk.png[/IMG]

Il significato che nelle origini ebbe il solstizio d'inverno andò a definire attraverso un adeguato simbolismo cosmico la festa corrispondente a tutto un gruppo di civiltà, compresa quella romana antica la quale già prima del cristianesimo conobbe un "natale solare", il NATALIS SOLIS INVICTI, (giorno in cui si festeggia la nascita del Sole Invincibile), nella stessa data.



Un altro punto poco conosciuto è che mentre oggi festeggiamo due feste distinte, l’una sacra l’altra profana, il Natale e l’inizio del nuovo anno, queste spesso coincidevano.

Le masse globalizzate con giustificazioni religiose si immergono totalmente nella follia del consumismo sfrenato, senza capire minimamente che in questi giorni del ciclo annuale qualcosa di straordinario e di magico accade, un evento cosmico che assumeva un altissimo valore simbolico in tutte le Tradizioni Primordiali.

Molto probabilmente il solstizio d’inverno è collegato al ricordo pauroso delle ultime fasi del periodo glaciale. In una natura minacciata dal gelo eterno l’esperienza del corso della luce del sole nel ciclo annuale doveva avere una speciale importanza, e proprio il punto del solstizio d’inverno rivestiva un significato drammatico che lo differenziava da tutti gli altri del corso annuale del sole.

Infatti in quella data il sole raggiunge il punto più basso dell’eclittica, la luce sembra estinguersi, abbandonare le terre, scender quasi nell’abisso, mentre ecco che di nuovo si rialza e risplende, come in una liberazione o rinascita. Perciò nei primordi un tale punto spesso valse come quello della nascita o della rinascita di una divinità solare.

Nel simbolismo delle origini, i concetti di Sole, di Luce, o "Luce della Terra", di immortalità, si uniscono nel segno di divinità di tale genere. Nell’accennato punto solstiziale del suo risorgere, la luce talvolta si associò all’Albero della Vita sempre verde, talaltra all’"Uomo cosmico dalle braccia alzate", simbolo di resurrezione.



È il "figlio" che nasce; sorge la "nuova vita" e il "nuovo sole".

È l’inizio del nuovo ciclo luminoso.

Ecco perché non di rado la data in questione fu altresì quella dell’inizio calendarico dell’anno nuovo (del Capodanno). Come si disse, così fu nell’antica Roma. A Roma, dopo la riforma di Augusto, che restituì a molti culti romani il carattere cosmico – simbolico che avevano avuto nelle origini, il giorno del solstizio d’inverno, cioè il 24 – 25 dicembre, valse proprio come il “natale” del dio luminoso concepito come una forza invitta : NATALIS INVICTI.

È la forza che vince le tenebre.

Gli stessi dettagli offuscati e inficiati si conservano nell’albero natalizio e nell’uso di accendere su di esso delle luci nella notte di Natale.

È l’accendersi di nuova luce nell’ "albero della vita". Anche se oggi non si sa più che i doni che il Natale porta ai bambini (doni spesso appesi all’albero illuminato), anche questa è un'eco lontana, l'idea originaria era un dono di luce e di vita che il Sole nuovo, il "Figlio", dà agli uomini. Dono, questo, da intendersi in un senso sia materiale, sia spirituale, il convergere dei due significati essendo naturale conseguenza dell’accennata situazione della preistoria, per via della quale il rialzarsi della luce lungo l’eclittica valse come una liberazione dell’incubo di una gelida notte.


Fonti:

Helios, i Solstizi

Wikipedia