Cosa potrebbe essere successo??
L’Airbus A330 è uno degli aerei di linea più elettronicamente avanzati, dotato, oltre al sistema di volo Fly-By-Wire (volo tramite cavi elettrici), di tutta una serie di computer che sovrintendono anche alle comunicazioni, ai radar e alle condizioni ambientali di bordo. In tutte le versioni di questo bireattore a medio/lungo raggio, che ha anche un gemello quadrireattore, l’A340, tutta l’elettronica di bordo viene gestita e monitorata principalmente attraverso sei schermi computerizzati presenti nella cabina di pilotaggio, sui quali appaiono i dati di volo e di funzionamento di tutto l’aereo.
L’intero sistema è monitorato dall’Electronic Centralized Aircraft Monitor (ECAM) al quale fanno capo una serie di sensori che attraversano l’intero aereo. Se un parametro in una qualsiasi parte del sistema finisce fuori scala, il pilota viene automaticamente avvertito. L’Ecam, secondo i costruttori, può anche individuare la causa di un guasto, anche se si verificano diversi problemi contemporaneamente.
Anche nel campo delle comunicazioni l’A330 è concepito con dei sistemi all’avanguardia. I velivoli costruiti dopo il 1998 sono dotati del sistema di trasmissione dati Acars/Atsu ad alta potenza, che oltre alle frequenze Vhf utilizza le HF ed è collegato al sistema satellitare Inmarsat. Il sistema è dotato anche di una serie di automatismi e funzioni di sicurezza, come quella che ha determinato l’ultimo messaggio mandato dal volo Air France scomparso sull’Atlantico, sul guasto elettrico.
Tanta elettronica è supportata da ben quattro sistemi elettrici. L’A330 è dotato di tre generatori, con tre livelli di funzionamento che si attivano in successione, al venir meno del precedente. Se nonostante tutto venisse a mancare la corrente elettrica, sotto la pancia dell’aereo uscirebbe un’elica del diametro di un metro per fornire corrente ed energia eolica.
Individuati alcuni resti dell’Airbus di Air France con 228 persone a bordo precipitato ieri sull’Atlantico. E’ stato l’equipaggio di un velivolo militare brasiliano a fare il primo avvistamento. Si tratta di pezzi metallici, salvagenti e sedili di aereo che galleggiano sulla superficie del mare. Il luogo del ritrovamento è a circa 650 chilometri al largo dell’isola Fernando da Noronha, a nord est della costa brasiliana. Il disastro sarebbe dunque avvenuto poco dopo l’ultimo contatto radio con il controllo brasiliano.
“In termini giuridici – dice Jorge Amarao, portavoce dell’Aeronautica militare brasiliana -, non possiamo confermare che si tratti dell’aereo che stiamo cercando. Per confermarlo dovremo trovare un pezzo col numero d’immatricolazione o comunque qualcosa che l’identifichi come l’Airbus di Air France”.
Ma per sapere la verità su quello che è successo al volo 447 occorre localizzare e recuperare le due scatole nere del velivolo. Un’impresa che si annuncia ardua.
“Il recupero di oggetti nell’oceano è molto difficile – dice il portavoce dell’esercito francese Christophe Prazuck – perché il fondo marino è poco praticabile e soprattutto è sotto 4 mila metri d’acqua”.
I pezzi finora individuati si trovano in un raggio di 60 chilometri di superficie. Le correnti atlantiche li stanno spostando, rendendo l’opera di ricerca ancora piu’ difficile. Equipaggi brasiliani, francesi e statunitensi si stanno concentrando nella zona del disastro.
fonti:
euronews.net
il secolo XIX.it