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ll caso Trans-en-Provence

Ultimo Aggiornamento: 18/01/2013 18:36
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Utente Esperto
09/01/2013 23:59

L’1 gennaio 1981, avvenne uno dei miglior e più famosi casi di “UFO con tracce” nella storia della casistica ufologica mondiale. Di seguito la deposizione rilasciata dal testimone dell’evento, che inizialmente, per la legge sulla privacy, venne rilasciato uno pseudonimo, Renato Collini. In realtà il nome del teste era Renato Nicolai.

Il seguente scritto è quanto venne rilasciato dall’uomo alla gendarmerie francese.

Ho vissuto a Trans-en-Province al mio attuale indirizzo per quasi 14 anni. Mia moglie ed io viviamo da soli. Lei lavora come donna delle pulizia per un ufficio della sicurezza sociale a Draguignan. Non ho più lavorato dal novembre 1979. Sono stato precedentemente dipendente della società SCNI. Questa azienda quando cessò la sua attività, fui licenziato. Ricevo una pensione di invalidità, perché iniziai a soffrire di problemi di cuore dal 1973.

Ieri, l’8 gennaio 1981, ero impegnato in casa come lo sono praticamente tutti i giorni. Ero dietro casa, a lavorare ad un piano rialzato. Stavo costruendo un rifugio per una pompa ad acqua. Dietro casa mia c’è un disteso terreno pianeggiante. Erano circa le 17:00. Il tempo stava diventando più freddo. La mia attenzione fu attratta da un leggero rumore, una sorta di debole fischio. Mi voltai e vidi un dispositivo in aria, all’altezza di un grande pino, ai margini della proprietà. Questo dispositivo, stava scendendo verso il suolo. Sentivo solo un leggero fischio. Non riuscivo a vedere tutte le fiamme, sotto o intorno a questo dispositivo.

Mentre continuava a scendere, mi avvicinai a piedi verso il rifugio di pietra sopra casa mia. Così, ho potuto vedere molto bene. Ero ad un livello più alto, circa 1,2m dal tetto. Da questa posizione ho visto chiaramente il dispositivo di appoggio al suolo. Si sollevò subito, ancora emettendo un suono, come un leggero fischio. Raggiunse un punto sopra gli alberi, quando lasciò ad alta velocità la foresta di Trans, cioè verso nord-est.

Quando il dispositivo si è sollevato, vidi quattro aperture al di sotto di esso, attraverso le quali non usciva né fumo o fiamme. Il dispositivo produsse un po’ di polvere quando lasciò il terreno. In quel momento, mi trovavo a circa 30 metri di distanza dal luogo dell’atterraggio. In seguito sono andato sul posto e ho notato un cerchio di circa 2 m di diametro. In alcuni luoghi, lungo la circonferenza del cerchio, erano presenti tracce come di abrasioni.

Il dispositivo aveva una forma di due dischi, uno invertito sopra l’altro. Doveva essere alto circa 1,5m. Aveva un colore come il piombo. Questo dispositivo aveva una cresta intorno tutta la sua circonferenza. Sotto la macchina, ho visto due tipi di pezzi, quando si è alzato. Potrebbero essere i reattori o i piedi (di atterraggio). C’erano anche due altri cerchi che sembravano botole. I due reattori, o piedi, si estendevano per circa 20cm sotto il corpo della macchina.

Non ho percepito alcun disturbo alla vista o all’udito.

Questo scritto invece, piuttosto significativo, fu rilasciato da un investigatore.

Scrisse:

Il testimone scopre una sorta di veicolo ovoidale, con la forma generale di due semisfere di volume ineguale, chiaramente separati da una sporgenza piatta, che si estendeva per almeno 15 cm e formando un anello attorno alla massa metallica, che ha un’altezza a sua volta tra i 2 o i 2,5m. La macchina si stacca, producendo una leggera quantità di polvere e con un fischio morbido. Poi, inclinandosi, espone il lato inferiore, e si libra in aria, velocemente, passando esattamente tra i due alberi nel punto dove precedentemente era sceso.

Il testimone ha osservato che la traiettoria di atterraggio non è identica alla traiettoria di decollo.

Il GEPAN (un dipartimento dell’Agenzia spaziale francese, responsabile delle indagini sugli avvistamenti UFO) ha ricostruito la traiettoria e la durata.

La traiettoria, afferma il testimone, dove il fenomeno è iniziato, era sopra gli alberi, più precisamente tra due alte conifere che sovrastano il bosco. Il signor Nicolai, afferma che il moto era veloce e continuo, senza cambiamenti improvvisi di velocità e che non vi era alcuna fermata in volo, fino al momento in cui è stato stabilito il contatto con il suolo. Il percorso di ritorno è stato descritto dal testimone come il percorso di arrivo.

Il suono, lo paragona a un vento che soffia abbastanza forte. Non dice se il suono si è fermato durante l’atterraggio. Lo shock al punto di impatto, è stato ricordato come quello di una pietra che cade a terra.

La fase di decollo…l’oggetto è stato appoggiato a terra per alcuni secondi, prima che improvvisamente si alzò verticalmente sopra diversi metri, inclinandosi, e scomparve poco dopo nel cielo.

Si noti che questo oggetto si sta impegnando nel comportamento che ho chiamato “drop-in”, in cui l’oggetto arriva su una traiettoria ripida e parte su una traiettoria ripida, con solo un breve periodo, lo sbarco o il luogo di sbarco vicino.

Tutta la documentazione ufficiale del caso è presente sul sito del GEIPAN

www.cnes-geipan.fr/index.php?id=202&cas=1981-01-00849

Si può leggere nella descrizione:

Le analisi del terreno furono effettuate da quattro laboratori differenti, conducendo analisi con tecniche differenti, portando esiti complementari. La sintesi di queste analisi hanno evidenziato tre principali risultati:

1. Una compattazione significativa del suolo, mostra la presenza di un corpo pesante che deve aver lasciato un piccolo deposito di ossido di ferro e ferro, ma anche fosfato e zinco.

2. Il residuo nerastro riscontrato, può essere causato dal riscaldamento a combustione

3. Una significativa temperatura (inferiore a 600 gradi) è stata rilevata, Analisi biochimiche effettuate dai campioni di erba medica, sono state effettuate da un laboratorio di biochimica INRA. Essi hanno mostrato un danneggiamento della vegetazione. Le cause di questo, non è stata determinata, ma può essere considerata l'ipotesi di un forte campo elettrico. Analisi effettuate hanno poche opportunità di fare una stima quantitativa del fenomeno, né una prova della testimonianza, che è unica, anche se il comportamento di questi ultimi non consente di dubitare della sua credibilità.

Un importante fenomeno insolito è avvenuto quel giorno, e l'inchiesta non ha permesso di determinarne l'origine.


Qui sopra, una perfetta ricostruzione dell’UFO avvistato da Nicolai. La ricostruzione è merito di Philippe Planard, apparso per la prima volta sulla rivista francese Lumineres Dans La Nuit

Dalle analisi pubblicate dal NICAP
www.nicap.org/transup.htm

Dettagli sulla sequenza degli eventi

Molto importante è determinare il punto o la serie di eventi in sequenza, e sembra essere la seguente:

Tempo trascorso:

0-3 secondi, il testimone vede l’oggetto, che sembra stazionare sopra due alte conifere, di altezza 35 m dal punto di impatto.

3 secondi, l’oggetto tocca il suolo con un suono che sembra “una pietra che cade a terra”. Il moto, dagli alberi al punto di impatto è veloce e continuo. Assumendo la distanza dal punto di impatto, di 35 metri per la cima dell’albero, e assumendo l’altitudine al di sopra della struttura (affermato essere di una decina di metri d’altezza). A causa di un errore di traduzione, si prenda 10 metri come altitudine dell’oggetto, la distanza percorsa tra il primo incontro e l’impatto è di 14 metri.

Di seguito, si prende in considerazione la decelerazione dell’oggetto:

La decelerazione, sulla base di un tempo di 3 secondi, per attraversare questa distanza, è di 0.32g, quindi una velocità di 34 km orari.

Secondo Velasco, un limite superiore al peso basato sulla traccia nel terreno, è di 700 kg. Per realizzare quindi la decelerazione, con quel peso, ci vorrebbe una spinta di 7.171 kg.

4-25 secondi. L’oggetto è a terra, e il testimone cambia posizione d’osservazione. Supponendo che a piedi si raggiungano 10 metri in 8 secondi (una camminata abbastanza svelta), e che a piedi 30 metri richiedono 24 secondi per completarla, si assume quindi che 1 o 2 secondi vengono utilizzati dall'oggetto, durante questa fase, per discendere dal cielo. L’analisi si basa proprio dal riferimento del teste che afferma “mentre mi avvicinavo a piedi, l’oggetto continuava a scendere”.

25-28 secondi. L’oggetto si solleva da terra, si inclina e parte. L’altitudine corrisponde a quelle della cima degli alberi, qui stimata a 10 metri (si è sollevato, raggiungendo un punto sopra gli alberi, ed è andato via ad alta velocità).

Ci sono voluti da 1 ai 3 secondi per completare l’operazione.

Di seguito a questo, si calcola l’accelerazione/decelerazione dell’oggetto:

Se presi 3 secondi, con un accelerazione pari a 0.45g per 1,5 secondi per 5 metri di tragitto e poi si prenda una decelerazione a 0.45g su un tragitto di 10 metri. In questo caso, la spinta necessaria in fase di accelerazione deve essere di 10.204 kg, considerando un peso (dell’UFO) di 700 kg.

Se c’è voluto 1 secondo, per accelerare a circa 4G, per 0,5 secondi per 5 metri di tragitto, e poi successivamente decelerato a 4G per 0,5 secondi su un tragitto di 10 metri totali; la spinta necessaria in fase di accelerazione deve essere pari ad una forza di 91.840 kg, ipotizzando sempre un peso di 700 kg.

Le considerazioni del GEPAN sono un po’ diverse, affermando che l’oggetto è salito in verticale per diversi metri, inclinandosi sopra la piattaforma, continuando a salire in questa posizione fino a scomparire nel cielo.

Descrizione della traccia

La traccia al suolo è stata trovata dal testimone appena l’oggetto è partito via. La traccia era circolare, di grandezza di 2,4 metri di diametro, e aveva una forma ad anello, di larghezza 0,2 metri (si afferma che vi era una “corona”, di metri solo 0,1 di larghezza). Si noti che il testimone riferì che l’oggetto fosse una piattaforma di circa 0,15 metri di larghezza.

Le fotografie mostrano come la traccia di colore sia più chiara rispetto al resto. I resti di vegetazione (foglie e bastoni) furono presenti intorno alla zona interessata. Questi elementi non sembrano essere stati influenzati da una forza della pressione o da forte calore. Basandoci su questo, possiamo indicare due possibilità:

a.la forza che ha prodotto la traccia non aveva alcun componente esterno o interno

b.il materiale è stato spazzato portato sulla traccia durante o dopo la partenza dell’oggetto. Si noti infatti, che il testimone cita che durante la partenza dell’oggetto, si sollevò un po’ di polvere.

Il suolo ove è presente la traccia, è più leggero del terreno confinante, sembra essere leggermente rialzato e porta striature radiali. Queste striature non sono perfettamente radiali, ma sono leggermente curvate in senso orario, e sono leggermente irregolari. L’anello mostra queste formazioni molto meglio sui lati est e ovest, dall'anello. Il lato nord della traccia mostra un livello leggermente inferiore dello stesso effetto.

La larghezza dell’anello, non mostra alcuna deviazione notevole, né la circolarità dell’anello mostra alcuna deviazione notevole.

Ipotesi riguardante il momento in cui la traccia è stata formata

- la traccia si è formata nel momento in cui l’oggetto è decelerato
- la traccia si è formata quando l’oggetto ha colpito il suolo
- la traccia si è formata quando l’oggetto si è appoggiato a terra
- la traccia si è formata quando l’oggetto si alzò dal terreno
- la traccia si è formata quando l’oggetto si è librato prima di accelerare

Ai fini di queste ipotesi, si presume sicuramente, che la traccia è un effetto comunque collaterale di una forza esercitata dall'oggetto.

Discriminatori

Ci sono alcuni “discriminatori” che possono aiutare a scegliere l’ipotesi più probabile:

- discriminatori geometrici, in base al comportamento dinamico dell’oggetto

- discriminatori energetici, ovvero sia, l’ipotesi di presenza di energia cinetica può generare il cambiamento di temperatura previsto sulla base delle analisi della traccia

Fatti importanti

Gli effetti delle tracce, riscontrate essere le più rilevanti, sono la E, W e un po’ meno l’anello N.

La traccia mostra gli effetti di un forte riscaldamento, non meno di 600 gradi. Questo riscaldamento è stato ipotizzato essere generato dall’attrito dell’impatto.

La traccia è un anello di misura 0,2 o 0,1 metro in larghezza. Il diametro esterno è di 2, 4 metri. Se il diametro interno è di 2,2 metri, la superficie dell’anello è pari a 41,4 mq. Se il diametro interno è di 2,3 metri, la superficie dell’anello è pari a 21,15 mq.

La traccia mostra effetti di profondità pari a 1 centimetro nella parte più spessa della traccia. Il volume della traccia è quindi di 0,04 mc.

Ipotesi

La massa dell’oggetto è stata indicata essere di 700 kg. L’accelerazione di gravità è pari a 9,8 m /sec /sec, e la velocità dopo la caduta a 10 m è di 14 m /sec o 50 km orari. L’energia cinetica della massa di 700 kg al termine di tale caduta, è 6,86 x 10 ^ 11 erg (6,86 x 10 ^ 6 joule). L’oggetto era impegnato in un movimento in avanti durante la discesa. E’ stato osservato a 35 metri dal punto di impatto. La velocità di avanzamento è di 34 kph, assumendo quindi una decelerazione costante per 3 secondi, ad una velocità di 0. L’energia cinetica in avanti è quindi, a prima vista, 3,07 x 10 ^ 11 erg (3,07 x 10 ^ 6 joule).

L’energia totale dell’oggetto (cinetica e potenziale) alla sua prima apparizione, è di 9,93 x 10 ^ 11 erg (9,93 x 10 ^ 6 joule). Questo è, in sostanza, il bilancio energetico dell’oggetto, che si presume sia stato dissipato prima o al momento di intersezione con il suolo.

Una forza è stata emessa da un cilindro con una parete di 0,1-0,2 m di spessore e che il cilindro, perpendicolare esteso dal bordo dell’oggetto, è il mezzo con cui questa traccia è stata formata. Questo è supportato dalla corrispondenza tra, la larghezza del cerchione e la larghezza del cerchio. Il materiale dell’oggetto ha un colore specifico, simile al magnesio (1,01 /g – gradi C o 1001 / kg – gradi C). Il terreno ha un calore specifico, 1/5 di quella dell’acqua (838 joule / kg – gradi C)

Valutazione

Come visto in precedenza, siamo ora in grado di capire, tramite i dati a disposizione, in che momento si sono formate le tracce al suolo.

La traccia si è formata quando l’oggetto si è alzò da terra. Questa considerazione è supportata dalla forma della traccia stessa, che indica che la forza si è applicata in un modello quasi avente forma circolare. Ci sono diverse possibilità su come la traccia potrebbe essersi formata. La forza di spinta è stata espressa come una pressione contro il suolo, nella zona dove si può vedere l’anello. Se ci basiamo solo su questo dato, vale a dire che questa pressione fu più che sufficiente per riscaldare il terreno fino ad una temperatura di 600 gradi. La spinta è stata espressa in energia cinetica di particelle, che, una volta dissipata l’energia in calore, ha riscaldato il terreno. Queste particelle possono essere molecolari, atomiche o subatomiche, ovvero sia elettroni, protoni e così via. Una radiazione elettromagnetica potrebbe essere, generata come effetto collaterale dettata dalla spinta.

Giudizio

La prova geometrica indica che la traccia non è stata formata in avvicinamento, all’impatto o durante l’inclinazione alla fase di partenza. L’energia cinetica generata, provata dalla temperatura riscontrata in loco, indica che la traccia non è stata formata da urti o dall’oggetto appoggiato a terra o dalla spinta dell’oggetto durante la sua partenza, espressa come compressione o energia cinetica delle particelle espulse dal bordo dell’oggetto.

Questi risultati indicano che a Trans-en-Provence, è avvenuto un evento non convenzionale. Dai dati emersi, il tutto indica che sul terreno è stata generata una forza estremamente localizzata. Un elicottero di dimensioni simili, per esempio, a 10 metri, creerebbe un grande disturbo a terra, generato dal forte flusso d’aria verso il basso generato dai rotori.

Conclusione

L’UFO di Trans-en-Provence era in grado di dissipare un energia cinetica senza compromettere a sua volta il terreno sotto di esso o quanto c'era intorno. L’oggetto è stato in grado di generare una temperatura di 600 gradi, durante la partenza, nonostante l’apparente insufficienza di pressione alla spinta, per produrre tali temperature così elevate. Una volta decollato, l’UFO a sua volta non ha creato ulteriori effetti all’ambiente. In oltre, sulla base di svariati campioni prelevati e analizzati dal GEPAN, indicano un effetto anomalo sulla fotosintesi del metabolismo vegetale.

Molte osservazioni hanno indicato che il cerchio generato dall’UFO fosse una fonte energetica. Il caso di Trans-en Provence continua a sostenere questa caratteristica.


[Modificato da Ale-95 10/01/2013 00:05]
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