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Algoritmo riuscirà a tornare alla fonte di bufale, crimini e delle epidemie

Ultimo Aggiornamento: 13/08/2012 14:17
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13/08/2012 08:30

Ecco la notizia che rende quasi inutili Insider ed Eone!!!!
modelli epidemiologici sono da tempo studiati dagli esperti informatici per le forti analogie tra il metodo di diffusione di un’epidemia e la modalità di diffusione dei virus informatici, ma non solo. Anche le notizie, vere o false che siano, si diffondono nella rete con modalità simili a quelle del raffreddore o dell’influenza. Ora alcuni ricercatori di Losanna credono di aver individuato l’algoritmo per capire chi sia il cosiddetto “paziente zero” di una bufala o di una diffamazione su internet. Possibile individuare anche virus informatici, cyber-crimini e addirittura fonti di epidemie nel mondo reale.

Nell’era di Internet non è facile individuare la fonte di una notizia e verificarne l’autenticità, oppure cercare di individuare le attività di organizzazioni criminali che usano la rete. Ora Pedro Pinto, ricercatore presso il Laboratorio di comunicazione audiovisiva dell’Università di Losanna e i suoi colleghi hanno sviluppato un algoritmo che potrebbe diventare un prezioso alleato per chi deve individuare gli autori di crimini informatici o semplicemente la fonte della diffusione di informazioni false.

La ricerca è stata pubblicata il 10 agosto 2012 nella rivista Physical Review Letters.

“Con il nostro metodo, siamo in grado di trovare la fonte di tutto ciò che circola in una rete solo ‘ascoltando’ un numero limitato di membri di quella rete”, ha dichiarato Pinto in un comunicato stampa. Supponiamo che vi imbattete in una bufala su di voi che si è diffusa su Facebook ed è stata inviata a 500 persone – i vostri amici e gli amici degli amici. Come si fa a trovare la persona che ha iniziato la catena? “Guardando i messaggi ricevuti da solo 15 dei tuoi amici, e tenendo conto del fattore tempo, il nostro algoritmo può tracciare il percorso di tali informazioni all’indietro e trovare la fonte,” aggiunge Pinto.

Questo metodo può anche essere utilizzato per identificare l’origine di un messaggio di spam o di virus informatici, utilizzando solo un numero limitato di sensori all’interno della rete.

Inoltre, l’algoritmo può essere impiegato anche nel mondo reale, per trovare ad esempio la fonte primaria di una malattia infettiva, come il colera. E’ stato infatti utilizzato con successo in Sudafrica per trovare il punto da dove sono iniziati i primi casi di infezione.

Il metodo sarebbe utile anche in risposta agli attentati terroristici, come ad esempio l’attacco ad opera di una setta religiosa del 1995 con il gas sarin nella metropolitana di Tokyo, in cui il gas velenoso è stato inserito nei condotti di aerazione delle gallerie sotterranee, uccidendo 13 persone e intossicandone quasi mille. “Con questo algoritmo, non sarebbe necessario dotare tutte le stazioni di rivelatori. Un campione sarebbe sufficiente a identificare rapidamente l’origine dell’attacco, e l’azione potrebbe essere presa prima che si diffonda a tutta la rete”, dice Pinto.

Inoltre, sono state utilizzate anche le simulazioni al computer delle conversazioni telefoniche che potrebbero essersi verificate durante gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001 per testare il sistema di Pinto.

“Ricostruendo lo scambio di messaggi all’interno della rete terroristica che l’11 settembre 2001 colpì l’America, estrapolato dalle notizie rilasciate pubblicamente, il nostro sistema è stato in grado di estrarre i nomi di tre potenziali sospetti, uno dei quali è risultato essere la mente degli attacchi nell’inchiesta ufficiale”. La validità di questo metodo per ora è stato solo dimostrato a posteriori. Ma, secondo Pinto, potrebbe essere utilizzato anche preventivamente – per esempio, per capire un focolaio di infezione prima che vada fuori controllo.

Fonte: gaianews.it/cultura-e-societa/algoritmo-riuscira-a-tornare-alla-fonte-di-bufale-crimini-e-delle-epidemie-243...
13/08/2012 09:21

Li per li mi sembrava una bufala [SM=g6794] e invece no per fortuna.Questo è l'articolo dei ricercatori del politecnico di Losanna pubblicato sul Physical Review Letters physics.aps.org/articles/v5/89 [SM=g8320]
Tempi bui all'orizzonte per i fuffologi,era ora! [SM=g1420767]
[Modificato da Miro.72 13/08/2012 09:25]
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Utente Illuminato
13/08/2012 09:36

un algoritmo tale esiste da tempo, magari ora è stato perfezionato, ad esempio enti governativi americani tipo cia ed nsa trovano sempre gli hacker che cercano di bypassare le loro difese o l'fbi gli autori di virus infornatici che causano milioni di dollari di danni ad aziende varie. certamente è una operazione non facile ma neanche impossibile.
13/08/2012 12:10

Noi usiamo dei software similari per analizzare, mettere in relazione e determinare connessioni, collegamenti, contratti in comune, conoscenze in comune, ecc, ecc.

Tutta roba fatta fare ad-hoc, non esiste nessun software off-the-shelf che puo' fare questo.
13/08/2012 12:21

In ambito criminalistico già da diversi anni c'è la possibilità di tracciare l'identikit di un sospettato o dell'autore di un crimine, partendo da pochi indizi di base. Le tecniche sono in continua evoluzione, ma si rivelano sorprendentemente efficaci. Come si è già detto diversi dipartimenti di polizia americani, stanno valutando dei sistemi di prevenzione dei crimini, che fino a ora stanno dando certi risultati positivi. Certo siamo ancora lontani da potenzialità, come quelle narrate nel film Minority report, ma piano piano le tecniche si affinano e si integrano con nuove scoperte o conoscenze. Considerando che anche l'Amore che per lunghissimo tempo si è creduto un aspetto interiore legato alla psiche, è invece regolato da semplici reazioni chimiche, possiamo dire che noi uomini, siamo macchine biologiche. E un macchinario, per quanto complesso, e anche facilmente controllabile e monitorabile. Una scoperta come questa se ulteriormente dimostrata nei tre casi citati nel titolo, sarebbe molto utile. Il suo utilizzo nell'ambito della previsione dei comportamenti degli individui e delle masse, invece, porrebbe parecchi problemi di eticità e di sicurezza e privacy del singolo. [SM=g8909]
OFFLINE
13/08/2012 13:09

Come molte cose nella vita c'è sempre un rovescio della medaglia.
Si può dire che un'arma è malvagia in assoluto?
Non lo è perchè ad essere determinante è l'uso che se ne fa, si può farne un buon uso ed anche uno cattivo.
Io credo che in questi casi non ci sia una risposta giusta, tutto sommato però sono sempre favorevole alle innovazioni perchè se ci facessimo guidare dalla paura non progrediremmo mai.
13/08/2012 13:49

La tua precisazione sull'uso delle armi è corretto. E chi le usa che decide come impiegarle. Tuttavia ciò è vero in parte. Un missile nucleare pluritestata non ha altra funzione che di distruggere qualcosa. Un arma chimica o biologica, indipendentemente da chi la usa, serve solo a uccidere. Chi le ha progettate del resto si è attenuto a questo principio. Un sottomarino nucleare invece può essere usato sia come vettore di missili, che come piattaforma per scandagliare il fondo marino e le sue profondità. Una granata la puoi anche usare per pescare di frodo, ma anche in quel caso il suo fine ultimo e uccidere qualcosa, o meglio qualcuno. I fucili Galil in dotazione all'esercito israeliano sono forniti di apribottiglie, ma la loro funzione primaria e essenziale è un'altra.
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13/08/2012 14:17

Certo, concordo Black.
Io però ritengo che le armi, di qualsiasi genere siano abbiano due funzioni fondamentali.
Su piccola scala: Deterrente contro i reati e protezione del cittadino (affidata allo stato e non al singolo)
Su Grande scala: Deterrente ed in casi estremi Protezione dei cittadini.

Sappiamo tutti che poi se ne fa un uso errato spesso e volentieri ma questo non le rende intrinsecamente malvagie.
Lo sarebbero in un mondo ideale in cui il rispetto reciproco è realmente alla base del vivere comune ma sappiamo tutti e due quanto utopistica è questa condizione.

Le armi ed ogni altra cosa noi esseri umani produciamo possono essere usate in modo da danneggiare le persone e la comunità.

Ribadisco che è mia personalissima opinione che sia giusto puntualizzare ed evidenziare i rischi a cui andiamo incontro ogni qual volta che ci affacciamo a qualcosa di nuovo, ma nello stesso tempo non bisogna pensare all'immobilismo perchè si finisce come l'Italia: Un paese morto, fermo, in cui ogni forma di innovazione viene stoppata per paura di perdere ciò che consideriamo acquisito.
Un paese fatto di mille ipocrisie dove tutto è vietato o estremamente rigido ma che poi concede sempre una scappatoia a tutto. [SM=g1950687]
[Modificato da fabik 13/08/2012 14:19]
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