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La Cina vuole i minerali in fondo al mare. Accordo per 1 milione di tonnellate.

Ultimo Aggiornamento: 05/05/2012 16:54
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04/05/2012 18:29

La canadese Nautilus fornirà un concentrato di rame. Con oro, argento e zinco come sottoprodotti.


La Cina ha fame di risorse naturali, in particolare di minerali. Dopo gli accordi con numerosi Stati africani, Pechino ora ha rivolto lo sguardo al mare e ha firmato un accordo per accaparrarsi 1,1 milioni di tonnellate di un concentrato di rame, che avrà inoltre come sottoprodotti oro, argento e zinco. I minerali saranno estratti a 1.600 metri di profondità dal fondo del mare davanti alle coste di Papua-Nuova Guinea dalla società specializzata canadese Nautilus Minerals, che ha firmato un accordo con la fonderia cinese Tongling Nonferrous Metals Group Co Ltd.
Risorse - La Nautilus - che ha sede a Toronto ma è posseduta per il 21% dalla cipriota Metalloinvest e per l'11,1% dalla Anglo American Plc - ha i diritti di sfruttamento del deposito Solwara 1 nel mare di Bismark, che separa l'isola della Nuova Britannia da quella della Nuova Irlanda, entrambe nel territorio di Papua-Nuova Guinea. L'accordo con i cinesi ha durata triennale e il primo invio alle fonderie di Tongling è previsto per la fine del 2013. La Nautilus ha investito nel progetto 407 milioni di dollari, e il costo di produzione di una tonnellata di materiale è di 70 dollari. La mineralizzazione è dovuta a un sistema idrotermale sottomarino. Le analisi hanno riscontrato oltre 1 milione di tonnellate di minerali con un tenore del 7,2% in rame e dello 0,4% in zinco, più 5 grammi a tonnellata (g/t) di oro e 23 g/t di argento. Ma sono state individuate risorse possibili per altri 1,54 milioni di tonnellate a tenori ancora più ricchi: 8,1% di rame, 0,9% di zinco, 6,4 g/t di oro e 34 g/t di argento. Un vero tesoro in fondo al mare.

Paolo Virtuani
Fonte: Corriere della sera.It
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