eone nero, 03/12/2011 16.28:
Grazie Ivan gentilissimo e grazie Andrea altrettanto
Posso chiedere cosa pensate delle ricerche di Karl Pribram?
"Karl Pribram in collaborazione con il fisico David Bohm, del cosiddetto "modello cerebrale olografico della funzione cognitiva", da lui chiamato "modello olonomico del cervello" e noto anche come "modello olografico di Pribram e Bohm" o come "paradigma olografico". [1]
"Lavorando nel campo della ricerca sulle funzioni cerebrali, anche il neurofisiologo Karl Pribram, dell'Università di Stanford, si è convinto della natura olografica della realtà. Numerosi studi, condotti sui ratti negli anni '20, avevano dimostrato che i ricordi non risultano confinati in determinate zone del cervello: dagli esperimenti nessuno però riusciva a spiegare quale meccanismo consentisse al cervello di conservare i ricordi, fin quando Pribram non applicò a questo campo i concetti dell'olografia. Egli ritiene che i ricordi non siano immagazzinati nei neuroni o in piccoli gruppi di neuroni, ma negli schemi degli impulsi nervosi che si intersecano attraverso tutto il cervello, proprio come gli schemi dei raggi laser che si intersecano su tutta l'area del frammento di pellicola che contiene l'immagine olografica.
Quindi il cervello stesso funziona come un ologramma e la teoria di Pribram spiegherebbe come il cervello riesca a contenere una tale quantità di ricordi in uno spazio così limitato. Quello umano può immagazzinare circa 10 miliardi di informazioni, durante la durata media di vita (approssimativamente l'equivalente di cinque edizioni dell'Enciclopedia Treccani!). Di converso, si è scoperto che gli ologrammi possiedono una sorprendente possibilità di memorizzazione, infatti semplicemente cambiando l'angolazione con cui due raggi laser colpiscono una pellicola fotografica, si possono accumulare miliardi di informazioni in un solo centimetro cubico di spazio. "" [2]
Note:
[1]
it.wikipedia.org/wiki/Karl_Pribram
[2]
sites.google.com/site/revolution0022/home/temi/universo-ol...
Grazie anticipate
Personalmente è una concezione che adoro, ma credo che in ambito accademico abbia ancora le sue molte difficoltà ad entrare.
Uscendo quindi dall'ambito accademico, personalmente propendo più per questa teoria.
Del resto, come disse W Reich (cito quasi testualmente), il malato mentale è una persona che ha visto cosa c'è oltre il velo della nostra realtà, ma non ha retto a questa visione.
Ossia, da questo punto di vista: ben vengano le nostre difese che ci permettono di ridurre tutto ciò che percepiamo ad un Sistema ordinato, coerente, ma soprattutto chiaro, certo, con un certo grado di prevedibilità…
Del resto i malati psichiatrici (soprattutto alcune patologie) talvolta riescono a sconcertare per la loro precisione di descrizioni che la fisica quantistica solamente ora sta iniziando a concepire, così come certe "uscite" che rasentano la telepatia.
Come mi si disse tempo fa', hanno le antenne…
Saluti!!!