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Cellule staminali embrionali umane ottenute attraverso la clonazione

Ultimo Aggiornamento: 07/10/2011 11:53
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07/10/2011 11:53

Usata una variante della tecnica che portò alla nascita della pecora Dolly: ma per ora sono inutilizzabili.

Le staminali embrionali umane ottenute attraverso la clonazione: l’ultima novità in fatto di ricerca sulle cellule staminali riguarda questo tema, anche se nell’esperimento divulgato da Nature si sono ricavate cellule con tre copie di cromosomi e dunque impossibili da utilizzare.
Nessuna rilevanza clinica - Si tratta di un'operazione destinata a far discutere e soprattutto a surriscaldare gli animi dei detrattori della clonazione e dell’intera comunità scientifica. I ricercatori del New York Stem Cell Foundation Laboratory hanno infatti utilizzato una tecnica di clonazione chiamata trasferimento nucleare di cellule somatiche (SCNT) per riuscire a produrre cellule staminali pluripotenti embrionali partendo da un ovocita.
L'esperimento (che è parte di un progetto più ampio mirato a creare staminali con lo stesso Dna del donatore) è riuscito, ma la comunità scientifica, anche la parte che guarda con interesse all'esperimento del laboratorio newyorchese, lo definisce "privo di rilevanza clinica", poiché le staminali prodotte in questo modo presentano un'anomalia, ovvero sono dotate di un corredo cromosomico formato da triplette anziché da coppie e quindi non risultano compatibili con i tessuti del donatore.
Un passo avanti - In ogni caso i risultati dello studio americano, pubblicato su Nature, rappresentano un passo avanti nel tentativo di riuscire a produrre cellule staminali embrionali partendo da un ovocita e da una cellula somatica di un donatore. Infatti la stessa tecnica era già stata utilizzata in passato con risultati deludenti anche su primati e topi: eliminando il nucleo dell'ovocita e sostituendolo con quello del donatore (in questo modo è avvenuta la clonazione della pecora Dolly) si sperava di arrivare alla formazione della blastocisti, lo stadio iniziale dello sviluppo embrionale, ma la cellula-uovo dopo poche divisioni arrestava la propria crescita. L'innovazione introdotta dagli scienziati del New York Stem Cell Foundation Laboratory è stata quella di lasciare il nucleo dell'ovocita al suo posto e aggiungere quello della cellula somatica. Il risultato ha sorpreso i ricercatori stessi: "Ha funzionato - ha dichiarato Dieter Egli, che con il collega Scott Noggle ha guidato la ricerca - e questo dimostra che gli ostacoli tecnici possono essere superati".
Cellule staminali embrionali - Si tratta di cellule che vengono prodotte da embrioni con pochi giorni di vita e da tempo sono al centro di polemiche e controversie etico-religiose. Di norma vengono estratte da embrioni di scarto provenienti dai centri di fecondazione assistita, ma nel caso in questione le cellule uovo provengono da volontarie che sono state retribuite con ottomila dollari, la cifra che normalmente viene corrisposta alle donatrici per la fecondazione in vitro. Anche a questo proposito esiste un'obiezione etica in quanto pagare le donne per l'espianto degli ovociti equivarrebbe a un'induzione verso una pratica che richiede tempi lunghi e che comporta alcuni rischi per le donatrici stesse.
Questione di compatibilità - Sebbene in seguito all'esperimento statunitense siano state ottenute tredici staminali, queste non possono venire usate a causa dell'anomalia cromosomica che non assicura una perfetta compatibilità con l'organismo del donatore. Il rischio, come nel caso dei trapianti di organi, è quello del rigetto. La soluzione sarebbe quella di estrarre il Dna dal nucleo dell'ovocita in modo da eliminare qualunque incompatibilità con il ricevente, ma questa operazione potrebbe compromettere il processo di duplicazione cellulare e quindi precludere l'obbiettivo di ottenere cellule staminali pluripotenti.
Il parere dell'esperto – Abbiamo sentito il parere di Carlo Alberto Redi, biologo e scienziato, direttore scientifico della Fondazione Policlinico San Matteo di Pavia, che si è mostrato molto polemico con la linea editoriale di Nature per aver presentato come una rivoluzione un lavoro che, pur nella sua importanza, non ha nulla di rivoluzionario. "L’esperimento newyorchese è semplicemente un passo avanti nel capire che all’interno della cellula uovo ci sono fattori e proteine che, quando si toglie il nucleo, vanno persi», precisa Redi, sottolineando l’assoluta mancanza di rilevanza in un esperimento che restituisce cellule assolutamente non utilizzabili e accusando il prestigioso magazine Nature di un’esasperazione giornalistica che si trasformerà in un boomerang. Inoltre, ha voluto chiarire Carlo Alberto Redi, non si tratta assolutamente della prime clonazione di staminali, come erroneamente ha ripreso certa stampa internazionale, bensì semplicemente della prima volta in cui sono state stabilizzate questa cellule a seguito di un procedimento di clonazione.

Fonte: Corriere della sera.it
www.corriere.it/salute/11_ottobre_06/cellule-staminali-clonazione-di-pasqua_0b376e46-f013-11e0-afdf-a2af759d2c...
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