Ci sono alcuni aggiornamenti sul blog di Paolo Attivissimo in merito:
attivissimo.blogspot.it/2013/07/oggi-la-seconda-passeggiata-spaziale...
Riporto l'ultimo delle 23:30 di ieri:
È appena terminata la conferenza stampa della NASA sull'inconveniente capitato a Luca. In sintesi: non si sa ancora quale sia stata la causa esatta, ma i sospetti si stanno concentrando sul sistema di raffreddamento della tuta. I medici dell'ESA non segnalano alcun postumo a carico di Luca in termini di salute.
Luca aveva anche un sensore di CO2 difettoso prima di rilevare l'acqua nel casco: il difetto probabilmente dovuto all'acqua stessa. In totale nel casco e nella tuta, ma soprattutto nel casco, si era accumulato circa un litro o un litro e mezzo d'acqua.
Da dove può provenire tutta quell'acqua? Il conto è presto fatto: la sacca d'acqua da bene tiene 32 once (1 litro); il sistema della tuta refrigerante tiene 1 gallone (3,8 litri). L'origine dell'acqua è formalmente tuttora ignota, ma la deduzione è abbastanza logica. La tuta era la stessa usata per la passeggiata spaziale precedente; ce ne sono almeno altre due di riserva a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (più quelle russe).
Fra i rischi che forse molti non immaginano c'è il fatto che il casco è spalmato internamente di un liquido antiappannante, che è irritante per gli occhi. Mescolandosi all'acqua e finendo negli occhi avrebbe causato un bruciore che Luca non avrebbe potuto alleviare; oltretutto l'acqua, in assenza di peso, si accumula in globuli che aderiscono al volto.
Il sapore strano dell'acqua segnalato da Luca non è conferma che l'acqua proveniva dal sistema di refrigerazione, perché anche l'antiappannante, se si mescola con l'acqua, ha un sapore strano.
Alla domanda se sarebbe stato effettivamente possibile un annegamento o strozzamento, i relatori della NASA hanno risposto di sì; ma non c'era rischio di folgorazione perché i componenti elettrici della tuta vicini al corpo sono a tensione e amperaggio molto bassi. Gli stessi relatori hanno fatto i complimenti a Luca per la sua calma e professionalità nel gestire il problema.
Davvero ci vuole così tanto tempo per rientrare in emergenza? No: il rientro di oggi non è stato il più veloce possibile. Esistono procedure ancora più celeri, ma si usano solo se c'è pericolo serio per la vita di un astronauta.