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“Byte, Dna e (forse) gli alieni: la vita non sarà più la stessa”

Ultimo Aggiornamento: 07/02/2013 10:51
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06/02/2013 15:57

Sulla Stampa di Torino è stato pubblicato un articolo che riprende gli esperimenti sul dna sintetico. C'è un'intervista al genetista Edoardo Boncinelli che fa una riflessione interessante su cosa sia in realtà vivo e se non dobbiamo oggi come oggi rivedere il concetto di vita. Tutto poi finisce per toccare la realtà di una ipotetica vita aliena, e su come questa possa essere considerata vita.

Vi lascio all'articolo a seguire, in fondo il link diretto su LaStampa.it


Si racconta che l’idea sia sbocciata al pub, alla giusta gradazione alcolica: Nick Goldman e Ewan Birney, ricercatori dell’Ebi, l’Istituto di Bioinformatica di Cambridge, hanno pensato di sostituire i nastri magnetici e gli hard drives con un Dna sintetico e di utilizzarlo come archivio perfetto per immagazzinare il flusso di dati che la scienza produce giorno e notte. E, se è vero che un po’ d’alcol ha lubrificato i cervelli, Goldman e Birney non hanno fatto che ispirarsi alla natura: i geni sono stati progettati miliardi di anni fa proprio per classificare le istruzioni di montaggio e funzionamento degli organismi (e i risultati sembrano lusinghieri).

L’esperimento, pubblicato su «Nature», è finito sotto i riflettori di una discussione che trascende i confini disciplinari e coinvolge gli obiettivi della ricerca del XXI secolo: i concetti di vita e di informazione si intrecciano sempre di più, trasformando, prima di tutto, la concezione stessa di che cosa sia «vivo». Gli esseri viventi - spiega il genetista Edoardo Boncinelli, uno dei più celebri scienziati italiani - «sono fatti non solo di materia ed energia, ma di informazione. E non sarebbero tali senza una gestione specifica dell’informazione che contengono».

Professore, se da una parte i computer cominciano a imitare le leggi darwiniane, imboccando la strada di imprevedibili metamorfosi, dall’altra parte che cosa significa questa rivoluzione concettuale per le scienze biologiche?
«La teoria dell’informazione e la biologia molecolare si illuminano a vicenda: portiamo in noi le istruzioni per l’uso - nascere, crescere e riprodurci - in una sorta di nastro, il Dna, appunto, scritto in un alfabeto di quattro lettere, A, C, G, T. Ma non basta. Se non si nutre continuamente ogni cellula, nessuna potrà fare il proprio mestiere. E allora da dove si prende questa ulteriore informazione? Le piante la afferrano dal Sole, noi dal cibo. L’informazione interna va sempre rinfrescata da quella esterna».

Secondo le sue ricerche, ci sono due ulteriori caratteristiche che rendono la vita tanto interessante: ce le spiega?
«La prima è che la vita non è più un dato di fatto, come si pensava al tempo del geocentrismo. Intorno a noi, nel Sistema solare, siamo soli e questo fa della vita l’eccezione, non la regola. La seconda caratteristica è la confutazione di un celebre paradosso. Fino alla prima metà del Novecento ci si interrogava sulla compatibilità dell’Universo, che va inesorabilmente verso il disordine, con la vita, che invece è ordine. Poi si è calcolato che, nel momento in cui genera ordine per esistere, un organismo mette in disordine l’habitat circostante e la somma algebrica dell’uno e dell’altro è a vantaggio dell’ordine perso. Ed ecco la risposta al paradosso, anche se la soluzione non è completa, perché - come spiego nel saggio “La scienza non ha bisogno di Dio” - resta aperta una questione: che cos’ha la vita di speciale da permetterle di moltiplicarsi, nonostante il principio del disordine crescente?».

E qual è la risposta?
«A ogni essere viene consegnato un gruzzolo di informazioni e il messaggio è: “Quando è finito, è finito, e quindi usalo bene”. Solo lo sfruttamento oculato di quei dati permette di vivere e, quanto alla durata, dipende da specie a specie».

Ma resta irrisolto il grande enigma: com’è nata la vita? Si potrà mai risolvere?

«E’ un tema appassionante e si spendono cifre enormi per affrontarlo, ma finora i progressi sono stati pochi. Credo, però, che sia abbastanza ovvio, perchè la scienza per definizione si occupa di fenomeni riproducibili e l’origine della vita non è riproducibile per niente. Oggi si ritiene che all’origine non ci fosse il Dna, ma l’Rna, che all’inizio faceva alcuni “lavori” che oggi fanno le proteine. Tuttavia di quei primi momenti non sappiamo niente, come dei primi istanti del Big Bang. Per qualcuno significa che resteremo sempre all’oscuro e, invece, non è detto».

Intanto si spera di trovare batteri alieni su Marte: lei cosa si aspetta?
«La Nasa finanzia un’ossessione, quella incarnata da Robinson Crusoe. Ma, se e quando troveremo quei batteri, faremo il più grande test della storia. Non sappiamo se molto di ciò che attribuiamo alla vita sia necessario o contingente: il giorno in cui troveremo altre forme viventi risponderemo a tante domande. Penso che non ci sarò, ma provo una curiosità tremenda».


www.lastampa.it/2013/02/06/scienza/byte-dna-e-forse-gli-alieni-la-vita-non-sara-piu-la-stessa-1BCWcnCXl1ULXKP9DY7PiM/pag...
06/02/2013 22:42

Discorso molto interessante.

Secondo me è una "notiziola" che vale ben più di quel che sembra.
Perchè?

In quanto aderisce anch'essa ad una sempre più probabile teoria "del tutto".

Teoria dove la capacità di OGNI COSA di saper attingere da ciò che le sta intorno, è alla base di tutte le cose che "hanno una data di scadenza" in questa realtà.

Dai lunghissimi tempi cosmologici, alla breve vita di alcuni imenotteri, ciò che è in divenire lo è perchè "ingloba" qualcosa dall'ambiente circostante, e "muta" la propria sostanza perchè si nutre, alla fine, di essa.

Una molecola d'idrogeno (per esempio) può esistere da sempre, ed essere l'ultima "cosa" che esisterà.

Un semplice filo d'erba...decisamente no.

L'atomo non si nutre = non modifica la propria energia o informazione di base = non "cambia = non "invecchia" = non "muore". Questo ammesso che non venga mai in contatto con nulla di "reagente" in tutta la sua esistenza....

Nulla si crea (forse), nulla si distrugge (materia e antimateria lo fanno)...ma tutto si trasforma (Non direi proprio tutto...)

Old Scientific Axiom...Debunked!!! [SM=g1950684] [SM=g6794]

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Utente Esperto
07/02/2013 10:51

Forse nel DNA umano,abbiamo "informazioni" genetiche,non attivabili,quando nasce una persona,ogni singola cellula,é già
programmata, a svolgere il suo compito,tutto segue una logica
al fine di realizzare l essere umano completo ,alcune cellule si organizzano,a creare il cervello(credo che sia la prima cosa),altre
organi vitali, ecc.il DNA sintetico,secondo mé e basato sempre
sul Dna umano,l inserimento di elementi di origine extraterreste
a livello molecolare,o addirittura di DNA ,causerà, una fase di rigetto,é come far rivivere animali preistorici ai giorni nostri,
a meno chè,l essere umano e alieno,abbiano una matrice in comune...
[Modificato da darkman66 07/02/2013 10:54]
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