Le conseguenze legate al terremoto di Fukushima non sono ancora finite. Uno studio condotto dai ricercatori della Hopkins Marine Station della Stanford University e della School of Marine and Atmospheric Sciences della Stony Brook University ha messo in luce che nel tonno rosso pescato nei mari californiani è presente un livello di radioattività dieci volte più elevato rispetto al 2008.
E di mezzo c'è proprio il disastro nucleare giapponese. Le migrazioni dei tonni hanno portato la radioattività da una costa all'altra del Pacifico, a 6mila miglia di distanza dalla zona colpita dal sisma.
Siamo rimasti molto sorpresi” ha detto il ricercatore Nicholas Fisher. Quantità pericolose di materiale radioattivo sono state trasportate dal vento lontano dall'impianto. Ed è per questo che alcune pericolose sostanze, tra cui gli isotopi del cesio134 e del cesio137 sono finite in acqua, entrando di fatto nella catena alimentare di pesci come il tonno.
Secondo gli esperti, il fatto che il cesio radioattivo sia rimasto nel corpo del tonno per oltre un anno, anche dopo una “nuotata” di 6000 miglia attraverso l'oceano, dimostra la gravitò della situazione. Mentre gli scienziati sostengono che il pesce è sicuro e può addirittura essere mangiato, molti degli effetti della radioattività sul corpo umano sono ancora sconosciuti. Ma i livelli di cesio in 15 degli animali analizzati erano 10 volte superiore alla quantità misurata nei tonni che nuotavano al largo della costa della California negli anni precedenti.
Il Pacifico è un grande oceano, ciononostante il suo attraversamento non ha “ripulito” i tonni dalla contaminazione legata al cesio: “Attraversarlo a nuoto e conservare ancora questi radionuclidi è abbastanza sorprendente” ha detto Fisher.
La prova del nove sarà effettuata quest'estate, quando secondo i ricercatori lo studio sarà ripetuto con un numero maggiore di campioni.