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Via libera trivellazione Campi Flegrei.

Ultimo Aggiornamento: 22/10/2012 18:14
19/05/2012 18:36

Sperando di non sentire la botta.
Entro l'anno inizierà la trivellazione dei Campi Flegrei [SM=g1950693] ,il comune di Napoli,proprietario del sito al 90%,a dato l'ok www.napolitoday.it/cronaca/campi-flegrei-perforazione-trivellazi... L'ambizioso progetto voluto dall'INGV,in passato ha suscitato non pochi dubbi su eventuali rischi dell'operazione. www.nature.com/news/2010/100920/full/news.2010.481.html Ho trovato questo interessante articolo ,http://mondogeologico.blogspot.it/2011/02/la-trivellazione-dei-campi-flegrei-un.html,che riporta che già negli anni 70 una joint-venture tra Enel ed Agip, portò alla realizzazione di una serie di perforazioni dell’area flegrea, fino a toccare una profondità di circa 3.200 metri.
Interessante è il fatto che tali perforazioni furono interrotte, con conseguente chiusura dei pozzi praticati, proprio a seguito del rilevamento di un rischio imminente nell’alterazione dello stato del complesso vulcanico. [SM=g1420770] Chissà se hanno pianificato un piano di evacuazione [SM=g8909] tante le volte...
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Utente Master
19/05/2012 21:10

Bhè considerando il tanto tempo trascorso dall' ultima eruzione del Vesuvio, credo sia necessario aumentare le misure di precauzione...... [SM=g2806959]
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Utente Master
03/06/2012 14:31

Riporto un articolo in cui vengono esplicitati i rischi:

L’ufficio del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ha approvato la perforazione del cuore del “supervulcano” dei Campi Flegrei, al fine di ottenere informazioni necessarie che potrebbero aiutare in futuro ad estrarre energìa geotermica dal vulcano. Il programma internazionale che prevede la perforazione del supervulcano dei Campi Flegrei si chiama Campi Flegrei Deep Drilling Projected è finanziato dal Consorzio internazionale per le perforazioni profonde continentali. Con una storia di enormi eruzioni vulcaniche e con deboli bradisismi in atto, questa zona densamente urbana è esposta ad un rischio vulcanico molto elevato. La caldera dei Campi Flegrei è una formazione geologica a pochi chilometri ad ovest di Napoli, che si è formata nel corso di migliaia di anni dopo il crollo di numerosi vulcani. I ricercatori ritengono che se si verificasse un’esplosione, le ripercussioni interesserebbero tutto il globo, avendo un potenziale così elevato da uccidere milioni di persone e avere un effetto importante sul clima. Il rischio è naturalmente più elevato dal momento che l’area presenta circa 3 milioni di persone nei suoi dintorni. Il progetto per lo sviluppo della geotermia ha un precedente solo in Islanda. In passato questo tipo di attività hanno anche prodotto incidenti: nel 2006, un progetto di perforazione scientifica sul vulcanoLusi, in Indonesia, innescò un’eruzione che uccise 13 persone e causò 30 mila sfollati. Il coordinatore del progetto, Giuseppe di Natale, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ha riferito che la perforazione dovrebbe cominciare entro pochi mesi, alla quale seguirà una seconda trivellazione. La prima idea era quella di forare a 4 chilometri di profondità verso la caldera, ma la comunità scientifica espresse il suo disappunto circa i probabili rischi, e i lavori non sono mai partiti. Ma ora sembra tutto pronto, e gli scavi dovrebbero cominciare prima del termine dell’anno. Gli scienziati sono interessati al graduale sollevamento della superficie terrestre osservato negli anni ai Campi Flegrei, un fenomeno noto come bradisismo.


Credit: ICDP

L’idea è quella di verificare se possa esistere una connessione tra questo fenomeno e le eruzioni vulcaniche. I supervulcani, nonostante le esplosioni si ripresentino con un ciclicità estremamente remota, rappresentano un potenziale pericolo per la popolazione mondiale. La scienza non è ancora in grado di comprendere appieno il legame tra i fluidi magmatici superficiali e i sistemi che generano le eruzioni estremamente esplosive. I ricercatori hanno ancora bisogno di valutare al meglio l’elevato rischio vulcanico nella zona ed elaborare le migliori strategie per la mitigazione del rischio ai Campi Flegrei e in ambienti simili.Benedetto De Vivo, un geochimico presso l’Università di Napoli, ha detto a Science nel 2010, che la perforazione potrebbe causare attività sismica o generare un’esplosione, ma solo se fosse consentito ai fluidi supercritici ad alta pressione, che si prevede che esistano a 3 chilometri o più di profondità, di entrare in contatto con il magma all’interno della caldera. Il centro di ricerca tedesco per le geoscienze, con il quale esiste una collaborazione, ha dichiarato che al momento non vi è alcun rischio se la perforazione avviene in maniera controllata, anche se ha ammesso che il rischio vulcanico non è totalmente da escludere. Una coalizione di scienziati provenienti da 18 paesi prevede di forare in profondità, mentre vari sensori monitoreranno costantemente le variazioni di temperatura, il movimento del magma e l’attività sismica. La prima fase del progetto prevede la perforazione di pozzi di500 metri per studiare la composizione della roccia; nella fase due, si arriverà a quasi 4 km di profondità. I dati raccolti dai sensori permetteranno di mappare la geometria sotterranea del vulcano con una precisione senza precedenti. Si potrebbe anche dare alle autorità locali un’eventuale rapido allarme in caso di eruzione imminente.


Credit: INGV

L’area dei Campi Flegrei è sede di una sismicità moderata, che si verifica generalmente in sciami. E’ un tipico esempio di una caldera collassata la cui superficie è in parte (60% )sommersa. Presenta il bradisismo più elevato non immediatamente seguito da eruzioni. Questa zona vanta la più lunga documentazione storica del movimento del suolo associato ad attività vulcanica, come rivelato da incrostazioni marine e molluschi sugli edifici romani e medievali. La deformazione secolare di questa zona è la subsidenza, registrata ad una velocità di circa 1,5-1,7 cm all’anno, con alcuni periodi di sollevamento di grandi dimensioni e molto più rapida. Storicamente, i periodi di sollevamento più evidenti si sono verificati nel 650-730 d.C, nel 1441-1538, ed il terzo è ancora in corso dopo le eruzioni del 1969. Questo periodo recente è caratterizzato da episodi di tassi di deformazione molto veloci, seguiti da periodi di subsidenza minore. Il sollevamento totale nel periodo di riferimento 1969-1984 è stato di 3,5 m, mentre il tasso di sollevamento nel periodo 1983-1984 supera 1 m all’anno. Una subsidenza relativamente veloce è stata registrata dopo il 1985, fino alla fine del 2004, ma dalla fine del 2005 un nuovo episodio di sollevamento è in corso. Attualmente ha raggiunto il livello di 4 cm, di cui la metà negli ultimi due mesi. L’area vulcanica dei Campi Flegrei è stata caratterizzata da una deformazione intensa, con forti variazioni del livello del suolo.


Credit: Meteoweb

Le manifestazioni più recenti di questi fenomeni sono rappresentate dalle due crisi del bradisismo degli anni ’70-’72 e ’82-’84, durante i quali si è verificata una elevazione di oltre 3 m ed un’intensa attività sismica. In particolare, la recente crisi è stata accompagnata da oltre 10.000 terremoti, spesso caratterizzati in sciami. In questi periodi di rapida deformazione del suolo è stato anche osservato un aumento dell’attività della Solfatara, in cui vi è un vasto campo di fumarole. Dopo il 1984 l’area flegrea ha iniziato un processo di lento abbassamento del suolo. Episodi minori di sollevamento si sono verificati nel 1989 e nel 2000, mentre nel 1994 ci fu una battuta d’arresto temporanea. Dal 2004, l’area mostra un trend di lieve ascensione. Gli episodi minori di sollevamento sono stati accompagnati da bassa sismicità, rappresentata da sciami di piccoli terremoti. Ad Ottobre 2004 è iniziato un periodo di lento sollevamento. Nel maggio 2005 ha raggiunto un valore di circa 11 mm. Nel periodo compreso da Maggio ad Ottobre 2005 c’è stata una stagnazione della risalita del suolo, mentre da Novembre 2005 a Marzo 2006 ci fu una nuova ascensione di 13 mm. Oggi misurazioni estremamente precise vengono rilevate dai satelliti rispetto a punti fissi dislocati nelle varie zone interessate in tutto il Golfo di Pozzuoli; ben visibili sono a Pozzuoli i punti fissi (in forma di piramidi metalliche riverse) dislocati all’interno del vulcano Solfatara, vulcano peraltro responsabile del bradisismo flegreo.

Nonostante il progetto possa essere visto con sospetto da alcuni studiosi, lo stesso si avvale dei massimi esperti di vulcanologia del mondo, e i rischi derivanti da questa operazione si riducono ad eventuali incidenti di percorso. Il sindaco di Napoli ha più volte chiesto accertamenti circa la reale pericolosità del progetto e comunicazioni sull’eventualità di sospenderli. Ai cittadini è stato chiesto di non allarmarsi, e l’INGV ha garantito che questa operazione non è mirata naturalmente a “peggiorare” la situazione, ma a ridurre il rischio vulcanico aumentando la capacità scientifica di previsione di possibili eruzioni.

Di Renato Sansone

Fonte: www.meteoweb.eu/2012/06/le-perforazioni-ai-campi-flegrei-scopi-e-rischi-del-progetto-che-prevede-di-entrare-nelle-viscere-del-supervulcan...
03/06/2012 15:56

Uno studio condotto dalla Vanderbilt University Earth suggerisce di guardare con molta più attenzione i super vulcani di quanto non si sia fatto in precedenza [SM=g1950693] .http://news.discovery.com/earth/super-volcanoes-form-super-fast-120601.html
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Utente Master
27/07/2012 11:17

Rispolvero questa discussione per un aggiornamento.


Iniziata la perforazione del supervulcano dei Campi Flegrei.

Italia alla guida del progetto internazionale.

E' iniziata la perforazione dei Campi Flegrei, che permetterà per la prima volta di osservare dall'interno un supervulcano. Esistono solo una decina di vulcani come questi nel mondo, sono strutture capaci di eruzioni molto violente, ma per fortuna molto rare. La perforazione é arrivata già a 200 metri di profondità ed è frutto di un progetto internazionale 'Campi Flegrei Deep Drilling Project'' a guida italiana con l'Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia (Ingv).
''La perforazione e' iniziata da qualche giorno nell'area di Bagnoli Futura'', ha detto il coordinatore del progetto, Giuseppe De Natale, dell'Osservatorio Vesuviano dell'Ingv. L'obiettivo, ha spiegato, e' ''monitorare e studiare questo vulcano per mitigare il rischio''. Si tratta di conoscere a fondo come e' fatto e come funziona un supervulcano e la perforazione permettera' di compiere un 'viaggio' nel passato del supervulcano di Campi Flegrei.
La perforazione era prevista inizialmente nel 2010, ma allora lo stop da parte del Comune aveva bloccato il progetto. Il via libera da parte della nuova amministrazione comunale e' arrivato pochi mesi fa. L'obiettivo, ha spiegato De Natale e' 'monitorare e studiare questo vulcano per mitigare il rischio''.
Il progetto viene realizzato dal programma internazionale 'Campi Flegrei Deep Drilling Project' ed e' finanziato dal Consorzio internazionale per le perforazioni profonde continentali. In questo momento i ricercatori stanno realizzando il primo pozzo previsto dal progetto che sara' profondo 500 metri e avra' un costo di circa 500.000 euro. ''Siamo arrivati - ha spiegato - a toccare il tufo giallo espulso dall'eruzione di 15.000 anni fa e che pensiamo abbia uno spessore di circa 100 metri''. Dopo il primo pozzo di 500 metri, fra circa due anni si prevede di realizzare un secondo pozzo, profondo 3.500 metri. Non e' la prima volta che si perfora il supervulcano di Campi.
Flegrei: negli anni '70 e '80, in pieno bradisismo, spiega De Natale, ci furono perforazioni da parte di Enel e Agip anche piuttosto profonde per scopi geotermici. Si arrivo' a 3.050 metri di profondita', ma le risorse trovate non erano sfruttabili con i criteri di allora perche' si prevedevano centrali troppo grandi e inoltre l'Italia in quel momento era concentrata sul nucleare. La maggior parte delle conoscenze che abbiamo sul vulcano di Campi Flegrei si devono a quei pozzi, che pero' avevano uno scopo diverso, ha aggiunto De Natale, e' la prima volta invece che si fa una perforazione per scopi scientifici, ''per creare un osservatorio in profondita' che studi il vulcano''.

Fonte: Ansa.It
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Utente Master
21/10/2012 19:24



POZZUOLI -L’eruzione della caldera flegrea potrebbe comportare flussi piroclastici in grado di abbattersi in pieno sulla collina di Posillipo, mentre i venti nella stratosfera indirizzerebbero le ceneri vulcaniche direttamente sulla città di Napoli. Lo scenario – da brividi – è contenuto nella relazione della commissione nazionale rischi sismici e vulcanici istituita due anni e mezzo fa dall’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso. Un lavoro delicato giunto alle battute finali. Una relazione al momento ancora top-secret, ultimata dai tecnici nelle scorse settimane dopo due anni e mezzo di lavoro e che sarà trasmessa tra alcuni giorni alla commissione nazionale Grandi Rischi per fare da paradigma al nuovo piano di evacuazione nazionale.




La letteratura scientifica è piena di riferimenti alla temuta pericolosità della super-eruzione della caldera flegrea: un’area che ingloba i quartieri flegrei di Napoli, da Soccavo a Fuorigrotta, oltre le zone di Pozzuoli e Bacoli. E i tecnici incaricati dal dipartimento guidato ora da Franco Gabrielli hanno lavorato alla simulazione dello scenario catastrofico temuto, in modo da poter avere chiaro il quadro di dove indirizzare oltre mezzo milione di persone in caso di evento catastrofico quale sarebbe un’eruzione di tipo esplosivo.

Non ci sono certezze: si è ragionato su modelli fisico-matematici e scientifici. E lo scenario mette i brividi anche solo a ipotizzarlo. Confermando posizioni già espresse in alcuni studi di settore pubblicati appena qualche mese fa, la commissione nazionale ha ribadito che «i Campi Flegrei hanno potenzialità di danneggiamento niente affatto minore del Vesuvio».

Nella caldera potrebbero aprirsi bocche eruttive in due punti: una in particolare, quella al limite del territorio napoletano, avrebbe una capacità eruttiva tale da proiettare i flussi piroclastici, cioè i frammenti emessi dall’esplosiva eruzione, direttamente sulla collina di Posillipo incenerendola in pieno.



Lo studio dettagliato di tutti i flussi dei venti nella stratosfera misurati negli ultimi decenni, invece, avrebbe indicato una novità importante: la cenere prenderebbe la direzione di Napoli. Su questo presupposto ipotizzato (e temuto) di impatto andrà ora redatto il nuovo piano di evacuazione dai Campi Flegrei: gli sfollati dovranno seguire vie di fuga in direzione opposta a Napoli, verso l’interno della Campania. Andranno rivisti, in questo modo, i vecchi piani. Quello generale dovrà farlo la Protezione civile, mentre a Regioni e Comuni toccherà lavorare ai piani territoriali particolareggiati.






E si dovrà ragionare anche sullo scenario pre-sismico, come avverrà a Pozzuoli con la partnership tra Comune e università, con il gruppo di lavoro Plinius guidato dal professore Giulio Zuccaro: il nuovo piano comunale dovrà tenere in debito conto la sicurezza statica degli edifici sulle vie di fuga. Ieri 16mila cittadini e studenti campani hanno aderito allo Shakeout: la simulazione di evento sismico con relativo esodo organizzato dalla Us Navy. E il sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia, a margine di una esercitazione in una scuola media ha rivolto al capo della Protezione civile Franco Gabrielli un «accorato appello affinché venga al più presto presa in esame la relazione di scenario temuto in caso di eruzione nei Campi Flegrei e venga adottato al più presto il nuovo piano nazionale di esodo».

I Verdi, con Francesco Borrelli, polemicamente notano invece che «è stata la marina militare Usa a promuovere la simulazione anziché la protezione civile nazionale», mentre per il vulcanologo Giuseppe Mastrolorenzo «siamo oramai in attesa da anni di un piano di evacuazione dall’area flegrea come i fedeli attendono i miracoli».

Fonte: www.ilmattino.it/

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Utente Veterano
21/10/2012 19:36

E dov'è lo shock? sono anni che i napoletani purtroppo vivono in un abusivismo edilizio di stato tollerato dagli enti locali. Stessa cosa dicasi in Sicilia alle pendici dell'Etna...alcune costruzioni condonate altre proprio messa in cantiere nonostante il buon senso.
Esistono piani urbanistici nati dopo il 1990 che nonostante i precedenti hanno regalato terreni edificabili alle pendici dei vulcani campani e siciliani sotto la pressione delle cosche mafiose.
Poi quando succede il disastro la gente piange e nessuno sa niente.
E se cercano di abbattere i caseggiati scendono pure in piazza alla faccia di chi il terreno se lo paga 1000euro il Mq.
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Utente Master
21/10/2012 19:40

Re:
REinstein, 21/10/2012 19:36:

E dov'è lo shock? sono anni che i napoletani purtroppo vivono in un abusivismo edilizio di stato tollerato dagli enti locali. Stessa cosa dicasi in Sicilia alle pendici dell'Etna...alcune costruzioni condonate altre proprio messa in cantiere nonostante il buon senso.
Esistono piani urbanistici nati dopo il 1990 che nonostante i precedenti hanno regalato terreni edificabili alle pendici dei vulcani campani e siciliani sotto la pressione delle cosche mafiose.
Poi quando succede il disastro la gente piange e nessuno sa niente.
E se cercano di abbattere i caseggiati scendono pure in piazza alla faccia di chi il terreno se lo paga 1000euro il Mq.




Intanto un normale cittadino che può fare? Nulla! [SM=g2815480]
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Utente Master
22/10/2012 18:14

Papero c'era già una discussione aperta sui Campi Flegrei.
Ho provveduto ad unire la tua a quella già esistente.
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