QUOD NON MORTALIA PECTORA COGES, AURI SACRA FAMES
Chi osservasse l'abitato di Canneto di Caronia, sorvolandolo dall'alto, non potrebbe fare a meno di notare una vasta struttura di forma triangolare, che sovrasta le poche case dell'abitato, che insistono sul lungomare.
L'ampio sbancamento della sommità dell'altura che domina il paese, e la sua conformazione a gradoni la contraddistinguono come un insediamento minerario.
Il curioso che si avvicinasse ai cancelli sempre chiusi della miniera, troverebbe un cartello, protetto da un foglio di plastica e scritto a mano con un grosso pennarello nero, che recita "SICILCA Srl - LA MINIERA E' CHIUSA - Vietato l'accesso".
E' - o meglio sarebbe - la vecchia miniera di caolino abbandonata fin dagli anni '70 perchè improduttiva e antieconomica.
Ma se si osserva attentamente la foto, non si potrà far a meno di notare che i lavori di sbancamento sono evidentemente recenti e che la strada che vi conduce non mostra alcun segno di abbandono.
I lavori di estrazione, in tutta segretezza, sono ripresi da qualche mese, ma non è il caolino che viene estratto.
Altro ben più nobile minerale, in quantità e concentrazione impensabili è stato foruitamente trovato due anni fa durante il sopralluogo geologico per la messa in sicurezza del vecchio impianto.
Una fortuna di dimensioni incalcolabili attende i fortunati proprietari di ciò che resta della SICILCA Srl.
Ma, sfortunatamente, la vena aurifera si estende proprio sotto l'abitato del piccolo paese di Canneto, appena fuori dalla concessione mineraria della SICILCA.