00 26/11/2009 22:09
Quando abbiamo perso la II Guerra Mondiale, i nostri trattati di pace impedivano molti tipi di armamenti, fra cui la costruzione di porta-aerei per un certo periodo, o la costruzione di bombe atomiche.

Ciò non toglie che all’indomani della firma , in Italia si sia iniziato a studiare la possibilità di dotarsi di questo tipo di ordigni.

Avevamo una buona conoscenza nel campo missilistico, che ci portò a produrre un missile, molto simile al Polaris, chiamato Astra ed in grado di avere una portata sui 3.000Km.Furono pure effettuati alcuni lanci di prova, e tutto funzionò.
Per quanto riguarda la Bomba, non avevamo la più pallida idea di come costruirne una, ma l’idea, piuttosto precisa, l’avevano i Tedeschi.

Quando gli altarini furono scoperti, la NATO non prese molto positivamente la situazione intrapresa, e ci consigliò di rispettare i patti stabiliti.

Noi ed i Tedeschi obbiettammo che eravamo gli Stati in contatto con il Nemico (noi a Gorizia, la Germania su tutto il fronte Est), e che avevamo il diritto di difenderci, se fossimo stati attaccati dai Russi.
La soluzione adottata fu che gli USA installarono alcune postazioni dotate di bombe atomiche in Italia, con un meccanismo detto “della doppia chiave”.

In pratica le bombe USA in Italia e Germania hanno l’innesco che deve essere attivato con due chiavi: una l’ha il capo della guarnigione italiana della base (in Italia, sembra siano Aviano e Ghedi), l’altra il capo della guarnigione americana.
Le bombe sono caricate su Tornado italiani o tedeschi, i cui piloti sono addestrati negli USA, ed anche l’accesso ai bunker in cui questi sono posteggiati è regolato con la doppia chiave.


Il Capitolo 5 (Chapter 5) dell’accordo NATO prevede che, in caso di attacco ad uno Stato membro, tutta la NATO debba immediatamente rispondere.
E’ possibile che, in caso di attacco nucleare, ci sia un obbligo automatico degli USA a “sbloccare” le bombe agganciate sotto i nostri aerei.
Tuttavia l’accordo è segreto, e quindi i dettagli non sono conosciuti.