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109 ANNI DI HORUS - 1904/2013 - L' Eone di Horus di Aleister Crowley

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    00 01/09/2013 16:30
    109 ANNI DI HORUS - 1904/2013 - L' Eone di Horus di Aleister Crowley

    A.Crowley in Magick without Tears:
    "Il Libro annuncia una nuova dicotomia nella società umana; c'è il padrone e c'è lo schiavo; il nobile ed il servo; il lupo solitario ed il gregge"
    "Penserai che io stia invocando una rivoluzione aristocratica.
    Ebbene, è proprio così!"
    .

    Riferimenti mitologici

    L'eone (dal greco aion; in latino tardo aeone, "età", "periodo") appare come un uomo dalla testa leonina (il principio solare ed estivo legato all'elemento fuoco) ed il corpo avvolto da un serpente (l'aspetto sotterraneo, invernale ed umido corrispondente alla terra), con lo scettro, la chiave ed il fulmine tra le mani. Personifica la linfa vitale ed il fluido che continua ad esistere dopo la morte del corpo.

    Venerato come "Anima del mondo" , "Signore della luce" ed emanazione dell'Essere divino, simboleggia il tempo eterno che governa la sfera delle stelle fisse. Contiene dentro di sé tutte le opposizioni cosmiche.
    Un eone, o "Grande secolo", è composto da mille anni terrestri.
    Il passaggio da un eone all'altro coincide con la fine di un'epoca e l'inizio di un nuovo ordine spirituale.

    Nelle religioni astrolatriche di origine caldaica, fu identificato con il Caelus aeternus, e divenne così una divinità sia spaziale sia temporale.
    Tale divinità acquistò poi un carattere personale. Il dio persiano Aion era, come dio originario, una personificazione del tempo della Terra e significava sia età dell'uomo che eternità.
    In Euripide, Eone è figlio di Crono;
    in alcuni culti più tardi, probabilmente orfici, è presente la sua personificazione: in una festa che si teneva ad Alessandria nel santuario di Core, il 6 gennaio, il simulacro della dea veniva esposto, e si annunciava che la dea aveva partorito Eone, il dio dell'eternità (si riteneva che questa personificazione rappresentasse l'anno).

    Eraclito dice: "Lui è un bambino che gioca come un bambino e sposta le figure sul tavoliere. Il regno è di un bambino".
    Eone figura come personaggio di rilievo nelle Dionisiache di Nonno di Panopoli, dov'è in connessione con divinità alate dalla testa di leone.
    In Platone (Timeo) l'aion è una struttura atemporale in cui hanno luogo tutti gli eventi ed i processi temporali, e che assume perciò nei confronti del tempo una priorità ontologica (concezione assunta, attraverso il neoplatonismo, dalla teologia e dalla metafisica cristiane).
    Da neoplatonici e gnostici il termine fu usato per indicare esseri derivati dalla divinità per emanazione, con funzione di intermediari fra la divinità stessa ed il mondo sensibile; mentre nella gnosi giudaica erano considerati eoni la luce e le tenebre (come dualismo irriducibile del bene e del male), le varie correnti gnostiche distinsero numerosi eoni, destinati a rifondersi nel pleroma, il principio supremo.

    Horus è il dio dalla Testa di Falco, figlio di Iside e di Osiride, vendicatore del padre che venne ucciso dal gemello o doppio oscuro di Horus, Set.
    La versione mitica della sua nascita, secondo Plutarco, si basa sul ritrovamento da parte di Iside della testa dello sposo Osiride, smembrato dal fratello Set: gli occhi di Osiride si aprirono ed il raggio d'amore che ne partì fece concepire ad Iside il figlio Horo. Un'altra versione del mito, che appare sui bassorilievi del tempio di Seti I ad Abydos, raffigura la dea come un avvoltoio che si posa sul corpo mummificato di un Osiride itifallico, divenendone incinta. Horo crebbe in Abydos e, divenuto grande promosse una guerra di liberazione del paese dal gioco di Set, sconfigfendolo e prendendolo prigioniero. Viene raffigurato anche come un fanciullo nudo, col dito portato alla bocca, e la treccia infantile ricadentegli da un lato (Arpocrate), Una sua immagine viene anche assunta dal dio solare in atto di sorgere, sopra il fiore di loto, dall'oceano primordiale del Nu.
    Come reincarnazione di suo padre Osiride, il cui regno ebbe termine nel 1904, Horus, come Ra-hoor-Khuit - il Figlio Coronato e Conquistatore - è il Signore del presente ciclo o Eone che durerò per altri duemila anni.

    E' significativo che AL sia stato comunicato a Crowley da un'entità che si descrive come il 'ministro' di Hoor-paar-Kraat (cioè Set). Horus è la forma greca del nome Heru-ra-ha dio egiziano che riunisce le forme gemelle di Hoor-paar-Kraat e Ra-hoor-Khuit.

    Horus è descritto come un dio della Guerra e della Vendetta (AL, III, 3). Horus e Ares (Marte) sono identici di nome e di natura; la versione greca del dio della guerra è basata sull'originale egiziano, da cui deriva la nostra parola "eroe". Horus, o Heru, era l'Eroe, l'hero degli antichi riti riguardanti una trionfante divinità solare: il vincitore solare del demone dell'oscurità o drago del profondo. Lo sparviero Horus, l'anima solare-spirituale della Luce, rappresenta il potere di trascendere la terra. E' il Sole d'Inverno e, associato con l'emisfero settentrionale come Set, è il Signore del sud. Nel loro costante conflitto sta il mistero della Magia e la polarità delle correnti d'energia in reciproco antagonismo. La sua ombra terrestre è simboleggiata da un drago o coccodrillo, la bestia che divora il dio solare mentre affonda notturnamente, e annualmente, sotto le acque dell'orizzonte occidentale. Riassume in un unico simbolo i concetti di altezza e profondità, Nord e Sud, femmina e maschio, cielo e terra.

    Il rituale del Nuovo Eone - Cambiamenti di liquidi alchemici

    Nei giorni 8, 9 e 10 Aprile dell'anno 1904, esattamente per un'ora, da mezzogiorno all'una, mentre Aleister Crowley era al Cairo le divinità di Nuit, Hadit e Hoor-paar-kraat attraverso Aiwass, un'entità preterumana, un'Intelligenza incorporea "extraterrestre" (che negli anni a venire identificò col suo "Santo Angelo Guardiano") gli dettarono il succo del libro che costituisce il più importante documento magico del Nuovo Eone: il Liber AL vel Legis, tecnicamente considerato l'ultimo grande tantra, annunciando l'inizio di una nuova epoca: l'epoca di Horo che avrebbe sostituito quella del dio morente.
    (Nel 1909 Crowley ritrova il manoscritto del Liber Legis, che nel frattempo era andato perduto)

    Crowley riconobbe alcune prove dell'inizio del regno di Horus sulla terra nella diffusa turbolenza ed irrequietezza che aveva già prodotto parecchie guerre minori ed una guerra maggiore nel primo decennio del Nuovo Eone. Egli indicava una possibile connessione occulta tra la pubblicazione del Libro della Legge e lo scoppio di queste guerre. Poco prima della sua riedizione nel 1936, allorchè Crowley fece dei passi affinchè il Liber AL venisse presentato in base alle istruzioni date nel libro stesso, egli pubblicò il monito riprodotto nella tavola 8.

    Sebbene la guerra del 1939-45 non sia scoppiata entro i nove mesi dalla sua pubblicazione, ebbero luogo alcuni incidenti politici che Crowley interpretò come una prova dell'intrinseco potere di AL di far sentire se stesso. L'inizio vero e proprio delle ostilità, che ebbe luogo pochi mesi dopo, era da lui considerato come quel "battesimo di sangue" tradizionalmente associato alla nascita di un nuovo eone:


    Vi è un'Operazione Magica della massima importanza: l'Inizio di un Nuovo Eone.
    Quando diviene necessario proferire una Parola, l'intero Pianeta deve essere bagnato di sangue. Prima che l'uomo sia pronto ad accettare la legge di THELEMA, deve essere combatutta la Grande Guerra. Questo Sacrificio cruento è il punto critico della Cerimonia Mondiale della Proclamazione di Horus, il Figlio Incoronato e Vincitore, a Signore dell'Eone.

    Sebbene il sangue fosse il principale veicolo d'energia magica nell'Eone di Osiride caratterizzato dal sacrificio di sangue e dal 'dio morente', nell'eone corrente - l'Eone di Horus -il liquido alchemico è seme.
    Il cambiamento da sangue a seme è simbolicamente implicito nella transizione astronomica dai Pesci all'Acquario, un cambiamento di coluro equinoziale.

    I Pesci, col loro simbolismo di pesce ed acqua, rappresentavano la vagina la cui emanazione acquosa o liquida, il sangue, era la sorgente di energia magica; la sua formula era Cambiamento nella Materia. L'Acquario d'altra parte, simboleggia l'elemento aria, etere o spazio infinito, e la sua formula è Cambiamento nello Spirito; e lo spirito o respiro è simboleggiato da zero o zro (seme) e dal Folle dei Tarocchi. Esso implica quindi una rivoluzione senza sangue, o spirituale, piuttosto che una guerra con spargimento di sangue.

    La formula del corrente eone è "l'appassionata Unione degli opposti", e suggerisce il battesimo dello spirito che Crowley attendeva ansiosamente quando scriveva "L'unica speranza di evitare un conflitto che sarebbe da ultimo fatale... risiede nella rivoluzione spirituale".

    Il battesimo di sangue provocato dalla grande guerra non era un'immissione del Nuovo Eone, ma piuttosto un'offerta di addio al vecchio. Onde Crowley anticipò, nella sua vita successiva, una rivoluzione spirituale in contrasto con lo spargimento di sangue causato da una guerra o da una rivolta proletaria.

    Risvolti Geopolitici del Libro della Legge
    Hitler, il "Fratello Nero"


    Aleister Crowley vide delle somiglianze tra il suo vangelo di Thelema ed il nuovo ordine progettato da Hitler.
    Vi sono due versioni di una storia, ritenuta vera da Crowley e da alcuni suoi seguaci, circa il fatto che Hitler abbia creduto a certi principi crowleyani.Una è impossibile, e l'altra è estremamente improbabile. Entrambe si concentrano su Marthe Künzel di Leipzig (leader del ramo tedesco dell'O.T.O. e dell'Astrum Argentinum di Crowley), a cui Crowley nel 1925 disse che il paese che per primo avesse adottato il suo Libro della Legge come testo ufficiale sarebbe divenuto la nazione guida del mondo.

    Le due versioni della storia affermano, l'una che Marthe Künzel, amica di Rudolf Hess, gli fece conoscere il Libro della Legge quando sia lui che Hitler erano in prigione a Landsberg; l'altra che "introno al 1926 o al 1927" ella si convinse che Hitler fosse "il suo discepolo magico" ed in qualche maniera fece in modo di fargli pervenire una copia della pubblicazione di Crowley.

    Non vi sono prove autentiche che Hitler abbia mai sentito parlare della Legge di Thelema di Crowley. In un periodo tra il 1942 ed il 1944, Crowley annotò la sua copia dell'Hitler che parla di Rauschning, segnando le corrispondenze tra le idee di Hitler così come venuvano riportate dall'autore ed il Liber AL.

    In molta dell'amoralità di Hitler il mago trovò somiglianze con il suo stesso credo. La realtà soprannaturale in cui Hitler si muoveva attraeva Crowley, che abitava un universo ugualmente strano. Crowley mise in evidenza tutti i passaggi dove Hitler faceva riferimento, secondo il resoconto di Rauschning, ad un nuovo ordine mondiale od al collasso del vecchio sistema di valori. Si tratta di generiche aspettative sulle quali entrambi potevano trovarsi d'accordo.

    Dove Rauschning riportava l'ammissione di Hitler circa la sua manipolazione del fanatismo di massa, Crowley commentava: "Questa politica era sicuramente implicita in Aiwas nel Libro, con i suoi slogan, i suoi festini e le sue libertà. Quello che ci manca è l'oratore N.1".
    Le corrispondenze che Crowley notò sono spesso praticamente impossibili. Pagina dopo pagina Crowley prende le parti di Hitler contro Rauschning, esaltando la presenza magnetica del Leader e le voci che il dittatore avesse una stanza decorata con "nudi osceni". Alla fine della sua lettura Crowley era giunto alla conclusione che Hitler fosse probabilmente un "Fratello Nero", continuò a spacciare la leggenda secondo la quale le similitudini - della cui esistenza era convinto - fossero state ispirate da Marthe Künzel e dal suo testo sacro.

    I commenti di Crowley ,Regardie e Bouchet sul Liber AL vel Legis

    Sia Israel Regardie che Christian Bouchet hanno giustamente sottolineato le implicazioni anti-democratiche ed elitiste del Liber Legis.

    Secondo Regardie, nel Liber Legis, "non c'è spazio [...] per la democrazia, nè rispetto per l'uomo comune". Crowley sostenne sempre, per la verità, di non essere l'autore del libro e che dunque esso non rispecchiava necessariamente le sue opinioni personali.
    Regardie ha però mostrato, senza voler entrare nel merito dell'"autenticità" dell'esperienza medianica di Crowley, che i concetti espressi nel libro sono perfettamente compatibili con le idee che l'occultista inglese espresse tutta la sua vita.

    E' vero che diversi elementi sembrano trasparire già abbastanza chiaramente dai suoi versetti: la componente anticristiana, la questione della libertà sessuale, l'elemento elitario.
    Tuttavia la sua natura "ispirata" ed il suo stile oracolare possono prestarsi a molteplici interpretazioni, e sarebbe facile proiettare su di esso idee che non rispecchiano necessariamente quelle di Crowley.

    Gli elementi principali che emergono dai commenti di Crowley al Liber Legis sono due: la questione della nuova etica thelemica opposta a quella borghese e cristiana, ed il problema dell'individualismo.
    Il primo elemento si incentra principalmente sulla questione della libertà sessuale, Crowley si scaglia contro la concezione "borghese", cioè cristiana, della sessualità, ed in primo luogo contro il matrimonio: ogni persona dev'essere libera di vivere liberamente la propria sessualità senza regole imposte dall'esterno, esclusivamente sulla base delle sue inclinazioni. In questo campo deve vivere una libertà individuale assoluta ed incondizionata. La compassione e l'umanitarismo (definito "la sifilide della mente") fanno parte dell'etica borghese, e vanno eliminati radicalmente. Su questo punto si avverte una probabile influenza di Nietzsche, che viene anche citato esplicitamente.

    Si può pensare anche ad una forte componente di darwinismo sociale, che molto probabilmente Crowley assorbì durante i suoi studi a Cambridge. I vari riferimenti ai "deboli" che devono essere "schiacciati" dai "forti" e per i quali non vi deve essere alcun tipo di compassione sono abbastanza significativi.

    Per quanto idee di questo genere siano oggi diffuse quasi esclusivamente in movimenti di tipo neonazista, all'epoca, e almeno sino alla Prima guerra mondiale, erano piuttosto diffuse negli ambienti più disparati, e soprattutto nei circoli progressisti e di sinistra. Crowley sostiene che il dominio dei forti sui più deboli non è tanto una questione etica, ma biologica. E' la natura stessa che ha le sue regole, ed il sentimentalismo umanitario può solo impedirci di vederle e di capirle, ma non consentirci di modificarle. Finchè la selezione naturale ha potuto agire indisturbata "la razza, come tale, è migliorata".

    La "democrazia" con la sua "ipocrisia", non è il regime politico previsto dal Thelema: "è inutile fingere che gli uomini siano uguali, i fatti dimostrano il contrario".

    Vi è quindi una distinzione tra la "folla", che non si è ancora liberata dai suoi pregiudizi, e gli "aristocratici della libertà", gli "eletti". In un passo Crowley afferma che, poichè ognuno di noi "è una stella", essi devono combattere per "liberare" coloro che non sono ancora padroni di sè ed aiutarli a raggiungere la stessa condizione che loro posseggiono già. In un altro passo però sostiene anche che non ci si deve "immischiare" negli affari degli altri è che "ogni individuo dev'esser lasciato libero di seguire il suo cammino".

    Magick without Tears si sofferma diverse volte sul possibile significato politico del Liber Legis. Esso svela al mondo che il "nauseante culto della debolezza", e cioè la democrazia, non è nient'altro che "falso e vile". Anche l'uguaglianza tra gli uomini non è che illusione: "Il Libro annuncia una nuova dicotomia nella società umana; c'è il padrone e c'è lo schiavo; il nobile ed il servo; il lupo solitario ed il gregge". Il radicalismo antidemocratico che sembra emergere dal Liber Legis, ha spinto qualche commentatore a parlare di Crowley come di un "rivoluzionario conservatore".
    In Magick without Tears scrive: "Penserai che io stia invocando una rivoluzione aristocratica. Ebbene, è proprio così!".
    In una lettera a John Symonds del 25 giugno 1956, descriveva il suo sistema come "comunismo aristocratico".

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    00 01/09/2013 18:50
    Sugli Ordini Iniziatici e il Nuovo Eone

    di Marina Aracne

    Si fa un gran parlare di questo Eone: è l’Eone di Horus, di Maat, è l’Era del Kali Yuga, il Passaggio del 2012 e, per gli astrologi, l’Età di Plutone in Capricorno.

    Una cosa appare chiara a ben guardare; per chi esplora Sé Stesso, per chi Ricerca, per chi Pratica, per chi vive intensamente la sua esistenza al di là della mera materia, questa è un epoca invero strana. Tutte le vecchie organizzazioni sociali sono in crisi, così come tutte le vecchie strutture spirituali, che vivono contrazioni interne dove molti Adepti, almeno quelli maggiormente sensibili alle vibrazioni di questo Tempo, si sentono quasi stretti all’interno dei gruppi e degli ordinamenti che ricalcano pedissequamente istruzioni infondo ottocentesche.

    Non è un’epidemia di anarcopensiero, no, credo sia piuttosto, almeno per i Thelemiti, l’evidente segno del fatto che, dopo l’Eone del Figlio, questo è l’Eone della Figlia, il cui Nome sono tutti i Nomi e nessun Nome, la figlia di Iside.

    C’è un concetto fondamentale dietro questa mia affermazione e dietro al mio dubbio circa la cecità degli Ordini a recepire e regolarsi di conseguenza, ed è quello che se le Figlie non sono destate il sonno prende tutti quanti.

    La partecipazione e il contributo del Femminile alla Ricerca Occulta è senza dubbio storicamente minore rispetto al quello del Maschile, e non è un caso.

    Le donne si fanno coppa dando forma a ciò che accolgono in sé, e il sistema/potere patriarcale è il contenuto che nessun Femminile è disposto a mettere davvero in discussione. Si è assistito dunque e si continua ad assistere ad un fatto noto a tutti, ovvero che la storia la scrivono i vincitori.

    Questa non è una mera considerazione che vede contrapporre due principi, né una visione duale, anzi, direi che la contrapposizione non c’è, perché il Femminile, dall’uccisione di Tiamat da parte di Marduk in poi, ha fedelmente accolto i contenuti maschili comportandosi come l’acqua e accettando maternamente di cedere il passo.

    Come tutti sappiamo, esistono le religioni monoteiste, il braccio armato del Padre, organizzazioni che hanno trovato e trovano proprio tra le donne l’esempio della loro resa attraverso una devozione che le vede più che schierate nella soppressione del loro corpo, del loro sesso e della loro potenza creativa.

    Esistono poi le Tradizioni Misteriche, gli Ordini Iniziatici e le Scuole Spirituali, ambiti nei quali sono ben poche le donne che hanno fondato o guidato tali organizzazioni, si contano sulle dita di una sola mano, in oriente come in occidente. Uno dei motivi con i quali in questi contesti si spiega l’assenza oppure il secondo piano delle donne, sarebbe la nota teoria secondo la quale le donne “sono canali” con il Divino, sarebbero già “iniziate” e non avrebbero bisogno come gli uomini di essere “attivate”. Questa favoletta è ben motivata e confezionata ad oc, tanto che molte donne si sentono quasi fiere di questo fatto, considerandolo un ruolo che le esalta.

    Oppure esiste la visione idealistica che alcune Leggi Occulte siano grandemente “oltre” il concetto duale di maschile e femminile, giustificando così il caso che vuole le donne comunque subalterne ai Vertici delle organizzazioni spirituali. Certamente sono davvero strane coincidenze…in realtà le donne hanno necessità forse più dell’uomo di spogliarsi dalla cricca che millenni di patriarcato sociale le ha lasciato attaccata al cervello. In questo Eone sono proprio le donne a dover dar prova di una capacità di Risveglio che evidentemente le Iniziazioni maschili non le hanno potuto e voluto donare. Non è tempo per assurde rivendicazioni, piuttosto è ora che il Femminile riprenda fattivamente in mano i propri Simboli, le proprie Iniziazioni, il proprio Risveglio Spirituale, smettendo i panni di Minerva (nata, appunto, dal cervello di suo padre).

    Esistono poi altre considerazioni da fare relativamente agli Ordini Iniziatici, e queste coinvolgono sia gli uomini che le donne, al momento almeno: il motivo per il quale si entra in un Ordine/Gruppo Iniziatico è sempre intimo e personale ma solo all’ apparenza, nella realtà dei fatti ci sono dei comuni denominatori che vanno ben oltre della fatidica frase “per conoscere me stesso”, anzi questa in genere è la motivazione più facile da apporre ma quasi mai vera, almeno all’inizio, perché all’inizio c’è l’interesse spesso morboso/adolescenziale per tutto ciò che si può raggruppare sotto il titolo di Occulto. A volte sono dei bisogni a dettare la scelta: esperienze personali infelici, desiderio di acquisire qualche potere, sensazione di essere diverso, bisogno di ricevere risposte esterne rassicuranti, squilibri psichici di varia natura, carattere insofferente, solitudine, ricerca di una verità assoluta.

    In altre parole l’impulso iniziale verso l’esperienza Iniziatica a volte è soprattutto di natura compensativa, o per dirla come gli psicologi, prodotto di alcuni complessi mentali/emotivi repressi. Spesso si pensa che i poteri e le conoscenze conseguite compenseranno certe frustrazioni e riempiranno una voragine interiore dando senso alla vita, perché si cercano soltanto risposte rassicuranti al di fuori delle religioni conservando però lo stesso identico bisogno fideistico.

    Esiste però un criterio per chiarirsi le idee in merito ed anche un termine per esprimere se la persona possiede una purezza di intenzioni sufficientemente libera dalle pastoie intime e personali sopra descritte (immune probabilmente non è possibile) ed è “vocazione” o “chiamata”, termini aimè inquinati dalla cristianità per giustificare la resa individuale ad una fede esterna a sé e ai dogmi della struttura ecclesiastica, ma invero indicativi di ciò che vorrei esprimere. “Qualcosa” conduce e arde dentro, una voragine cava all’interno della quale la sete del Sacro urla, un’energia interiore che malgrado la paura e l’influenza mondana, non ci permette di vivere in una condizione quotidiana semplicemente conformandoci, ma anzi ci fa sentire prigionieri e infinitamente ignoranti, indipendentemente dal livello culturale acquisito fino a quel momento.

    La vocazione è dunque qualcosa che trascende le motivazioni consapevoli e inconsapevoli, è una spinta propulsiva che distingue da subito o quasi un curioso o un pazzo da un Iniziato. Questa persona e solo questa non perderà il suo tempo nell’ intraprendere questo Percorso, in quanto egli già tale, solo ha urgenza di essere stimolato al risveglio e necessita semplicemente di strumenti perché il cammino sia proficuo per lui e per la Struttura di cui egli entra a far parte. Come vediamo qui si può trovare la vera chiave per comprendere ciò che ho detto più sopra: le donne quali strumenti per il risveglio trovano nei metodi degli Ordini? Siamo sicuri che tali mezzi siano davvero compatibili con questo se sono stati messi e punto da uomini, seppur illuminati?

    Gli Ordini Iniziatici, tra l’altro, spesso sono dei ricettacoli di persone del primo tipo e anche i vertici degli stessi non sono esenti da imbarazzanti realtà di fatto: la storia è piena di deliri di onnipotenza, da acerrime rivalità di tipo umano, politico, sessuale, di complessati e di pazzi, di piccoli dittatori e di grandi impostori. Credo che questo non debba mai essere dimenticato e credo anche che questa consapevolezza e attenzione sia doverosa per ogni Ricercatore, rischiando anche una sorta di spietato ma doveroso cinismo.

    Nessuno può dirsi al riparo dalle sozzure e dalle distorsioni che le persone che si autocelebrano perpetrano nei confronti di coloro che iniziano il Percorso, perché essi saranno prede facili, essi si nutriranno di loro, delle loro energie, della loro buona volontà, dell’ingenuità e perfino delle loro sperimentazioni magiche.

    La fagocitazione degli adepti è stata da sempre e alla fin fine la linfa che ha nutrito tutte le implosioni di Ordini e Scuole Iniziatiche che la storia ha ben conosciuto.

    La fase iniziale è quindi per ogni adepto paragonabile all’infanzia, dove ciò che si apprende e percepisce rimane impresso per tutta la vita nei recessi della memoria e guida e condiziona gran parte delle scelte successive di vita.

    La fase iniziale inoltre scrive e descrive in gran parte la fase di arrivo ( sempre che esista un punto preciso per decretarla), ne segna comunque il sapore e l’umore, perché non esiste conoscenza e/o raggiungimento che possa essere immune dal come si è imparato a camminare sul sentiero dell’esperienza magica, considerando anche il fatto che la cosa più difficile è essere al contempo adepti e maestri di sé stessi e quindi in grado di discernere in merito. Questi fatti sono ancora più veri nel caso delle Adepte, che si adeguano a modalità operative, ripeto, create supponendo le sue Chiavi da qualcuno che ovviamente non viveva in sé la femminilità.

    Queste considerazioni portano al concetto di Maestro, inteso come la figura di fratello/sorella di maggiore esperienza o anche lo stesso fondatore o capo di un Ordine. Per noi occidentali non è affatto semplice, noi non siamo culturalmente e mentalmente predisposti all’accettazione di questa figura, anche quando onesta.

    Cosa dovrebbe differenziare un Predicatore di una qualsiasi fede da un Maestro Magista? La risposta è in apparenza semplice: il predicatore fornisce rassicurazioni e rimanda le responsabilità a una divinità esterna insindacabile, il Magista fornisce strumenti per la liberazione interiore volta alla scoperta della propria individualità divina. Ma siamo sicuri che le due figure a volte non si sovrappongano? Quanto è forte la deriva fideista e quanto altrettanto forte è la tentazione manipolativa in coloro che si definiscono/sentono Magisti? Quanto il concetto di salvazione da un lato e l’uso o l’abuso di potere dall’altro è presente più o meno consapevolmente?

    La purezza e la serietà di una Struttura Iniziatica si dovrebbe scorgere dalla regolazione dei rapporti e dei ruoli tra i membri e in questo il messaggio thelemico, nel suo corpus interno, appare come il più accreditato a impedire queste problematiche, eppure anche questa può essere una considerazione semplicistica da non liquidare in base alla sola Legge.

    Ogni Thelemita è chiamato a costruire il suo Tempio Interiore e a decidere se condividerlo in alcune occasioni con altri, è tenuto a operare per arrivare alla comprensione/conversazione con il proprio angelo/demone, ovvero il divino in sé, è invitato a non collidere con le orbite altrui e al contempo a impedire che la propria Volontà venga ostacolata. Thelema è orientato all’ equilibrio in armonia con l’universo e le sue leggi, dato che dominando le passioni più grossolane a favore di una saggezza e consapevolezza superiore, la Vera Volontà di ogni Magista dovrebbe, iniziazione dopo iniziazione, ri-emergere, mettendo da parte le considerazioni sulla loro efficacia nelle Sorelle per un attimo.

    In effetti nulla come la filosofia thelemica irride alla figura del Maestro in senso fideistico eppure molti thelemiti adorano in senso letterale Crowley, molti Ordini parathelemici o post thelemici sono composti da personalità impastoiate con lo spiritismo, da tendenze buoniste (o sataniste e quindi speculari), spesso anche da omicomprensive metodiche che finiscono con l’accettare tutti o quasi in base a quanto la propensione culturale appaia consona. Nel mondo dell’esoterismo spesso è la consistenza della biblioteca che assicura la vocazione piuttosto che la purezza del fuoco che arde nella persona, e spesso sono proprio le belle parole e i proclami a sostituire la vera pratica rituale, ovvero coloro che pensano di poter tralasciare la necessaria Ritualità opportunamente ri-elaborata per questo millennio, commettono un errore di visione e di metodo. Come scriveva Dion Fortune il procedere con shock emotivi/immaginativi provocati dai Rituali è la migliore maniera per procedere realmente e arrivare in profondità. Nessun Maestro, oggi, può quindi esistere in una metodica che sia davvero Iniziatica se non come un creativo fornitore di strumenti al di sopra di ogni tentazione manipolativa.

    Questo è il punto dolente, e il peggior nemico di colui che inizia il Percorso è proprio la difficoltà tutta umana nel discriminare tra caratteristiche della personalità e il loro riverbero nel ruolo ricoperto in una Struttura Iniziatica. Ma cosa spinge un Magista a fondare/dirigere un Ordine o una Scuola Iniziatica? Ebbene io credo che anche qui esistano diversi piani di motivazione, perché spesso ciò che nutre alcuni è veleno per altri e altrettanto spesso ciò che spinge a lasciare eredi è una semplice e animale aspirazione alla perpetuazione della specie e non la necessità di apportare, con “spirito di servizio”, il proprio contributo all’Evoluzione umana attraverso un Ordine o Scuola magica. Anche qui la parola vocazione è pertinente, perché la Natura profonda di alcuni necessita, per essere pienamente vissuta, di costruire recinti e fissare a terra i propri ottenimenti spirituali: per costoro la propensione costruttiva è un’impellenza o una pura espressione del proprio angelo/demone.

    Come avranno già capito in molti tra i veterani delle scienze esoteriche, quando si raggiunge una mèta spesso si scopre che era illusoria, o che, semplicemente, non si è in grado di gestirla visto la complessità dell’impresa quando i suoi scopi sono così alti. Ogni Struttura Iniziatica è quindi infondo frutto di una scommessa effettuata con se stessi da parte dei fondatori o dei continuatori, spinti da presunte o vere indicazioni di Sé Superiori o Entità di qualche tipo, magari.

    E’ lecito domandarsi ancora una volta quanto questo sia compreso da coloro che si addentrano nei tortuosi meandri della Conoscenza o se invece sia costume di molti l’affidarsi senza riserve usando piuttosto metodi politici per ingraziarsi coloro che si suppone abbiano poteri particolari da “passare”, porte da aprire o cancelli da spalancare. Ancora una volta la tentazione della sovrapposizione tra il predicatore e il magista si affaccia… Occorre quindi animarsi di capacità critiche e non abbandonarsi ai nostri più infantili desideri di soddisfazione immediata per poter iniziare e proseguire positivamente l’esplorazione interiore.

    Quando si dice che la Via è di tutti ma non per tutti, è esattamente tutto questo che si intende. Coloro che sono chiamati a fungere da Maestri si regolino quindi osservando il proprio compiacimento e coloro che cercano risposte non si affrettino a far proprie miracolistiche modalità. Alla fine la ricompensa per questi sforzi dovrebbe essere la conquista dello status di Libero/a e la fine di una schiavitù mentale, emotiva e spirituale che è infondo lo scopo vero della Magia. In questo Eone della Figlia, credo sia lecito affermare che il concetto di Scuola Iniziatica debba trasformarsi e mutare le sue Forme, i suoi Metodi, i suoi Rituali, i suoi Simboli e i suoi stessi presupposti di fondo. L’apporto del Femminile in questa trasmutazione è essenziale, credo sia la sfida più importante che lascerà ai posteri questo Eone ancora infante. Al di là dei veli della Tradizione la necessità di una Chiave di Volta da attuare con il piglio igneo che non è affatto solo maschile appare l’unica vera Rivoluzione Thelemica da sperimentare e assecondare, laddove la Coppa riesca ad essere finalmente Creatrice di nuove Forme e Iniziatrice di nuove Stelle.


    www.arcadia93.org/ordini-iniziatici.html


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    Compito della scienza non è aprire una porta all'infinito sapere, ma porre una barriera all'infinita ignoranza.
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    Hiverside
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    ZarzacoDranae
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    Utente Senior
    00 05/03/2017 17:37
    Alleister Crowley tra Loch Ness e il vulcano Popocatepetl
    E' un titolone, ma forse pochi sanno che la tenuta di Boleskine, proprietà di Crowley era situata nei pressi del lago di Loch Ness, e che il famigerato "mago" scalò l'ufologico vulcano Popocatepetl nel 1900. Nel ritiro spirituale (demoniaco...) di Boleskine dette avvio alla prima e vera ricerca interiore per il "Conseguimento della Conoscenza e Conversione del Santo Angelo-Demone Guardiano"...Una sua metafora per indicare il raggiungimento di un'intima consapevolezza e comunione con il proprio SE' radicale attraverso tecniche personali, psichiche e cerimoniali. E' questo l'inizio di "evocazioni" da lui riprese dal "Libro della Magia Sacra di Abra-Melin", un trattato del XIII sec. scoperto nella biblioteca dell'Arsenale di Parigi, utilizzato anche da magisti di rilievo come E. Levi e G. Bulwer-Litton.

    Crowley comunque lo si giri rimane indecifrabile, forse lo era pure lui di se stesso..."Celtizzò" il proprio nome Alexander in A-leìs-tèr assumendo il motto magico di Frater Perdurabo ("resisterò"...) dividendosi nel paganesimo delle confraternite iniziatiche inglesi del suo tempo: l'Ordine Ermetico dell'Alba d'Oro, scalando brevemente i gradi iniziatici fino, come già detto, a scalare le rocce messicane del vulcano Popocatepetl nel 1900, ma anche il K2 Himalaiano nel 1902 e il kangchenjunga in Nepal. Si vede che amava sollevarsi sempre più in alto. La stampa scandalistica lo definì "l'uomo più perverso del mondo", lui di contrasto si definiva il più grande poeta vivente.

    A proposito di poeti, nella sua autobiografia si legge: "Ci voleva la strana coincidenza che i due più grandi poeti inglesi nascessero entrambi in una piccola contea perchè Shakespeare non venisse dimenticato..." in effetti lui nacque a Leamington nel Warwickshire, una cittadina vicina a Stratton upon Avon che dette i natali a Shakespeare. Scrisse libri e poesie, dipinse quadri e nel contempo si rimpinzava di droga dando l'esempio del suo motto "fa ciò che vuoi". Mancava totalmente di freni inibitori, realizzando le situazioni più degradanti e inverosimili. Nei riti omosessuali era passivo, mentre quando venivano ammesse le donne aveva un ruolo attivo.

    Impiantò una base pure in Italia, a Cefalù, accompagnato dalla seconda moglie lady Leah Harcourt, e dalle concubine N. Froux, E. Fox, M. Butts, C. Maitland. Nella casa affittata si praticava l'arte magica. In breve tempo il suo problema principale era di tener lontani i maschi dell'isola che si volevano convertire...Crowley non li accettò mai anche se li scandalizzava mandando le donne da sole a fare il bagno in mare nude. Le orge arrivarono alle orecchie del potere fascista che lo espulse dall'Italia e dall'isola. Uno strano personaggio che giunse ad identificarsi anche con la grande bestia, imprimendo il numero 666 a se stesso e alle sue amanti. Le sue ultime parole furono: "sono perplesso"... Embè...