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Hoodoo, un'ampia guida sulla magia degli schiavi neri americani

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    00 16/05/2012 12:04
    Che cos’è il hoodoo

    la parola hoodoo, (pron. Udu) ha origine incerta, quasi sicuramente africana. Viene utilizzata negli stati uniti per indicare un largo insieme di pratiche e credenze magico superstiziose, di origine afroamericana. I praticanti dei riti e degli scongiuri legati a queste credenze si chiamano conjure man, hoodoo man, root doctor. Più nello specifico il hoodoo si prefigura come un’ insieme di leggende, pratiche di magia “simpatica” e non, cabala elementare, cure erbalistiche tradizionali, una sintesi ben riuscita di magia popolare tradizionale che ha le sue origini in africa e il suo sviluppo negli ambienti schiavizzati degli afroamericani di fine seicento. E’ difficile valutare la diffusione di tali credenze e pratiche, in quanto spesso la parola hoodoo ha un largo uso che va dalla magia cerimoniale elementare fino alla costruzione di amuleti. Ciò che è certo è che il hoodoo è soprattutto praticato nell’ area di New Orleans e che, nella società statunitense, queste credenze sono diffuse soprattutto nell’ ambito protestante , anche se non sempre in modo manifesto. Queste credenze accomunano qualche milione di individui di qualsiasi ceto sociale e in qualsiasi ambito. Il hoodoo si affianca spesso alla religione, ma raramente ha una connotazione religiosa ben definita. Non ci sono divinità precise o teologie sviluppate a cui il credente o il praticante del hoodoo fanno riferimento. Sembra che la religione, nel hoodoo sia aggiunta, per così dire, per esclusione e cioè che occupi quel posto che la credenza tradizionale non riesce ad occupare in quanto troppo poco teorica. Sugli altari dei praticanti si possono trovare immagini di santi cattolici, buddisti, divinità pagane, figure che hanno più a che fare con la superstizione che con il sacro, simboli folcloristici, a volte l’ altare è semplicemente un coacervo di contraddizioni teologiche. Accanto ai santi cattolici come S. Espedito, S. Fotino, S.Maria, S. Antonio si trovano immagini di Shiva, Kali, Bhudda, Mercurio e chi più ne ha…. Tutto questo, in ogni caso, non conta per la mentalità del praticante di turno, le cui preghiere e dediche vanno soprattutto agli spiriti dei morti ed agli spiriti naturali che raramente hanno una connotazione specifica. Può sembrare strano, ma non lo è se pensiamo all’ essenza del hoodoo, e cioè alla ricerca di vantaggi terreni attraverso la magia. Qualsiasi simbolo, oggetto o rito sia utilizzato dal praticante, viene inteso solo come un mezzo per ottenere un fine, questo sì, molto specifico. Nel hoodoo il fine giustifica sempre i mezzi. Essendosi diffuso per via orale in circa quattro secoli di storia il hoodoo ha subito le più svariate influenze che si sono innestate su di una base sicuramente africana, mutando poi riti e materiali dalla magia europea, dal cattolicesimo, dalle credenze native americane ed infine, ma questo solo dopo l’ abolizione dello schiavismo, dalle religioni afroamericane come il voodoo, il palo, la santeria, la macuba. I rituali hanno essenzialmente una connotazione personale e quindi non esistono, in questo ambiente, cerimonie di gruppo; il praticante lavora da solo e il suo rapporto con gli spiriti è essenzialmente intimo se non quando vuole trasmettere la sua conoscenza o quando il rituale esige altre presenze.



    Che cosa non è il hoodoo

    Per prima cosa il hoodoo non è una religione organizzata. Sostanzialmente il hoodoo non è neanche una religione. Spesso in Europa o in ambienti superficiali si confonde con il voodoo. In realtà, come vedremo, hoodoo e voodoo sono due cose essenzialmente diverse e lontane sia per origine che per impostazione. Il voodoo è una religione di origine Fon e guineana con spiccata propensione al rituale magico praticata soprattutto nell’ area caraibica di Haiti (voodoo vero e proprio) e Santo Domingo (dove prende la connotazione differente chiamata delle “12 divisioni”). Il voodoo è fortemente sincretizzato con il cattolicesimo ed ha un panteon di divinità, chiamate loa o lwa, dalla precisa connotazione , a loro volta associate per semplice immagine con alcuni santi cattolici. Esiste altresì, e non può essere diversamente, una scala gerarchica ben organizzata e delle cerimonie di carattere sociale, pubbliche o no che siano, dove ogni persona ha il suo posto e il suo compito, che si riflette poi nel sociale. Il Houngan (sacerdote) o la Mambo (sacerdotessa) dirigono le cerimonie; il Cuisiniere prepara le offerte ai loa; Sur Pwan, Hounsi Kanzo, Hounsi Ventalleur sono alcune delle denominazioni che il vuduisant (praticante di voodoo) prende nella gerarchia del tempio voodoo. Esiste un coro per i canti, esistono dei simboli di potere, esistono templi e simboli specifici, esistono delle precise iniziazioni che il fedele deve subire per scalare la gerarchia. Tutto questo non si trova nel hoodoo dove non esiste iniziazione, ne gradi, ne cerimonie a carattere sociale ne templi pubblici. Si ha, a volte, una comunanza di termini in superficie (a volte il praticante di hoodoo usa anche immagini dei loa del voodoo) ma la comunanza di termini si ferma qui. La stessa cosa si può dire di altre religioni afrocaraibiche come la santeria, il candomble, il palo, il batuque, l’ umbanda e la quimbanda. Alcune di esse derivano semplicemente da altre tradizioni e sono state sincretizzate a loro volta con tradizioni diverse in momenti e luoghi differenti. Praticamente tutte queste religioni , però, hanno la caratteristica di avere una gerarchia, gradi iniziatici, terminologie, teologie specifiche, tanto da farle innalzare al rango di “religioni di stato” ( come il voodoo ad Haiti); cosa che non si riscontra nel hoodoo dove, in sostanza, tutto questo non ha nessuna utilità.


    Storia

    Prima di occuparci della storia del hoodoo è bene fare alcune precisazioni. Per prima cosa bisogna dire che nei casi in cui si ricerchino origini e storia di pratiche del folklore e religioni tradizionali difficilmente si possono riportare fatti e date certe, ed il hoodoo non fa eccezione. In questi casi la successione temporale e le testimonianze si basano quasi sempre su fatti e leggende riportati oralmente per secoli, da persone che non hanno mai avuto un’ educazione al metodo scientifico. Ci baseremo quindi su assonanze linguistiche ed etimologie dei termini comuni, sui pochi fatti sicuri accaduti nelle epoche di sviluppo, sulle testimonianze di giornali e studiosi del campo ed anche sulle leggende, ovviamente, sebbene queste siano spesso la parte meno attendibile della nostra ricerca. Per prima cosa analizziamo il termine hoodoo. Come si è detto è di etimologia incerta. Alcuni studiosi lo accomunano al termine guineano voodoo o vodun che significa “mistero” e si riferisce in genere agli spiriti adorati nel panteon della religione voodoo. La comunanza tra i due termini, però, finisce qui , in quanto le metodologie e la struttura delle due tradizioni sono completamente diverse per i fatti già riportati nei precedenti capitoli. Alcuni praticanti, tuttavia, fanno risalire la parola hoodoo alla errata pronuncia del termine ispanico judio (e cioè “giudeo”) termine effettivamente utilizzato per stigmatizzare le pratiche di magia nera. Due parole spesso utilizzate sono anche gris-gris e ju-ju; due termini, questi, di origine senegalese che significano “amuleto” o “portafortuna”. C’è poi la parola “mojo”, parola che potrebbe derivare dallo yoruba “mojuba” (preghiera). Infine la “polvere mortale” usata nel hoodoo viene chiamata “goofer dust” ovvero “polvere goofer”; il termine “goofer” sembra essere una modifica del termine congolese “kufwa” che significa “morte”. Analizzando le parole possiamo quindi dedurre le molte influenze che la pratica ha avuto nel tempo, ma non la sua origine. Dovremo quindi riferirci ad altri fatti. Primo tra tutti sappiamo che la pratica del hoodoo è di sicura origine africana e quindi dovremo analizzare un’ epoca particolare, quella che va dal 1619 al 1865, ovvero l’ epoca dello schiavismo americano. In quest’ epoca vennero prelevati dalla costa ovest dell’ africa approssimativamente dodici milioni di individui e portati nella costa est del continente americano. Generalmente si preferiva, per ragioni di convenienza, mantenere i gruppi etnici di appartenenza, e così si ebbe una divisione di maggioranza a seconda dei paesi e delle occupazioni, ovvero in genere era di un solo gruppo etnico la maggioranza della popolazione schiavizzata. In Brasile venne schiavizzato soprattutto il ceppo Yoruba, che diede avvio alla tradizione del Candomblè. A Cuba gli Yoruba crearono la Santeria e il ceppo Congo creò il Palo Mayombe. Ad Haiti e S.Domingo il ceppo Dahomey diede vita al Voodoo. In Jamaica la tradizione Ashanti diede vita all’ Obeah. Infine tutte queste tradizioni iniziarono a prendere terminologie e credenze dalle tradizioni occidentali; così gli spiriti del Voodoo e della Santeria, ad esempio, presero ad essere associati ai santi cattolici. Per quanto riguarda l’ area di New Orleans e del sud degli stati uniti i ceppi coinvolti furono soprattutto Congo e Senegal. Dimostrazione ne sia il fatto che la piazza di New Orleans dove gli schiavi si riunivano per ballare fu chiamata fino ad un secolo fa “Congo square”, allo stesso modo in cui il quartiere italiano veniva chiamato “little Palermo”. L’ ipotesi dell’ origine congo e senegalese viene rafforzata dai tipi di rituale connessi al hoodoo. In Senegal è forte la tradizione dei “marabout”, stregoni non iniziati che risolvono problemi divinando e prescrivendo amuleti, radici e rimedi erbalistici tradizionali. In Congo è invece forte il culto dei morti e comune l’ uso di contenitori che hanno valenze più o meno forti a seconda del contenuto, e che possono andare dall’ amuleto al vero e proprio “contenitore per spiriti”. Queste diverse tradizioni le ritroviamo nelle figure del root doctor (praticante di hoodoo), nella pratica dei sacchetti mojo (che, vedremo più avanti, sono amuleti speciali considerati “vivi”) e nella complesse considerazioni riguardanti la voodoo box (in ogni caso uno strumento più moderno). Con l’ andare del tempo il hoodoo originario degli schiavi, si è detto più volte, iniziò a mischiarsi ad altre tradizioni importate. Ad oggi in effetti due superstizioni cardine sono divise tra i credenti e praticanti, superstizioni che dimostrano il sincretismo afro-europeo. La prima è di origine africana e viene chiamata “live things in you” (cose vive dentro di te), viene considerata soprattutto dalla popolazione afroamericana e corrisponde alla credenza secondo cui uno stregone potrebbe, con vari mezzi, popolare il corpo di un malcapitato con sciami di animali, che siano essi serpenti, rane, ragni o non meglio identificati “puppets” (cuccioli). La seconda è di origine europea e viene considerata soprattutto dalla popolazione di ceppo mediterraneo, ed è la credenza nel malocchio (in inglese “evil eye” o “red eye”), ovvero la convinzione secondo cui una persona invidiosa può maledire, anche per caso, un’ altro individuo attraverso lo sguardo. Durante la sua storia, comunque, il hoodoo non ha solo preso, ma ha anche dato molto. Essendo i praticanti e i credenti per l’ 80 per cento appartenenti alla popolazione di ceppo afroamericano la pratica ha permeato, e permea ancora, parte della vita di questa gente. Di questo si possono trovare riferimenti nell’ arte, nella musica e nella cultura. La musica in particolare ha subito la più grande influenza essendo in qualche modo legata a quella sfera intima e quasi sacra toccata anche dal hoodoo. Ascoltando il blues si sentono parole come mojo, goofer dust, il diavolo, l’ uomo nero e riferimenti ad incantesimi d’ amore e d’ odio; molte delle storie del blues (ne vedremo una in particolare) sono le storie di musicisti che hanno influenzato la musica per decenni, e sono storie che parlano di sofferenza, miseria e hoodoo. Spesso non è così facile ritrovare i riferimenti, ma per chi conosce la materia essi sono chiari e lampanti. Rituali fatti con le candele si sono ormai diffusi in tutto l’ esoterismo, e risultano identici , se non per qualche minima modifica, a quelli usati dai conjure man di inizio e metà ‘900 e portafortuna e rituali diffusi in tutta l’ america, ed oramai anche in Europa, hanno origine a New Orleans.
    La storia del hoodoo ha poche date e molti fatti quasi mitologici; la pratica è così diffusa ed integrata nel tessuto sociale da essere quasi invisibile.



    Che cos’è il root doctor

    Si chiama root doctor il praticante o la praticante di hoodoo che ha una buona conoscenza dei rituali, dei materiali e della tradizione del hoodoo. Root doctor significa “dottore della radice” , probabilmente per il fatto che erbe e radici venivano utilizzate come cure erbalistiche alternative alla medicina tradizionale. Prende anche il nome di hoodoo man,hoodoo woman, conjure man o conjure woman. Un’ altro dei nomi utilizzati è “two headed doctor” ovvero “dottore a due teste” forse riferito alla doppia natura del suo operato, al fatto che può risolvere problemi o crearli. Spesso si aggiungono al nome proprio i titoli quasi onorifici di mama (mamma) , papa (papà), uncle (zio) o hount (zia) o doctor, appunto. In genere è un’ individuo ben inserito nella comunità che può vivere delle sue pratiche come avere un lavoro comune; la sua autorità in materia di “risoluzione di problemi” grandi o piccoli viene riconosciuta e sfruttata. Ha rapporti con il culto religioso locale, specialmente nelle zone in cui sono insediate comunità cristiane spiritualiste; i vari ministri di culto spesso non approvano la pratica del hoodoo, ma raramente si oppongono pubblicamente poiché la comunità vi è molto legata e il root doctor è in genere un fedele assiduo o comunque non disdegna il culto ufficiale. Il root doctor viene considerato “posseduto dagli spiriti” termine che sta ad indicare la sua intima conoscenza del mondo degli spiriti, appunto. Ci si riferisce a lui (o lei) dicendo che può “assestare un colpo dritto con un bastone storto” (nella accezione originale “put a straight lick with a crooked stick), oppure che “ha il dono” o anche che “è segnato”. Quanto al “dono” o al “segno”, nello specifico, esso viene identificato da alcuni fatti singolari, accaduti in genere alla nascita. Se il nascituro è podalico, o nasce avvolto da un pezzo di sacco amniotico, o è il sopravvissuto di due gemelli, o anche è il settimo figlio di un settimo figlio o viene rianimato appena nato , si dice appunto che questi sia segnato dal dono, in maniera non dissimile per quanto avviene in molte zone del mondo, Italia compresa. Un’ altro metodo di essere “segnati” è quello di sopravvivere alla folgorazione di un fulmine o ad un’ episodio di coma o morte apparente. In ogni caso non tutti i “segnati” sono conjure man e non tutti i conjure man sono “segnati”. Il dottore a due teste spesso occupa un posto particolare nell’ immaginario del sociale. Potremmo dire che il prete è colui che è in contatto con il sacro per vocazione, mentre il root doctor è colui che con il sacro per predisposizione.




    La società del hoodoo.

    La società tipica in cui nasce la pratica del hoodoo è indubbiamente una società di estrazione medio bassa, anche se le sue pratiche si riscontrano a tutti i livelli sociali.
    E’ una società fatta di difficoltà giornaliere, spesso di ignoranza, di fede per necessità. Sarebbe però fuorviante dire che le pratiche del hoodoo sono dovute solo alla cieca superstizione. Esiste indubbiamente anche questa dimensione, come esiste anche nella religione, ma oggi si ricorre al hoodoo anche per “fede ragionata” e non solo per cieco assorbimento popolare. Nell’ ultimo secolo sono stati scritti trattati sul folklore e sull’ aspetto antropologico della pratica e sempre più si fanno ricerche serie sull’ argomento. Molte persone che hanno sperimentato l’ esoterismo “alto” si trovano a ricorrere alla pratica del hoodoo perché i vantaggi sono indubbi: non ci sono iniziazioni formali da subire, non ci sono costose attrezzature da acquistare e non servono spazi “speciali” per operare. Ogni rito è semplice, diretto e quasi sempre personalizzabile a piacere. Questo fa del hoodoo un percorso che può essere intrapreso da chiunque senza difficoltà di sorta, senza legarsi a gruppi di sconosciuti praticanti, semplicemente documentandosi e provando. Internet risulta in questo caso di aiuto. Sul web si può essere facilmente messi in contatto con praticanti pronti a dare un’ aiuto, sui siti specializzati si possono acquistare materiali esotici, trovare trattati, libri tradizionali e non, ed addirittura seguire corsi per corrispondenza sulla tradizione e la pratica coadiuvati da esamini periodici ed aiuto on-line. Il tutto può sembrare kitch, ma infondo non pregiudica per niente l’ abilità o la sensibilità dell’ aspirante root doctor, in quanto il hoodoo guarda al risultato più che alla teoria.
    In tutta la difficile e complessa materia della socialità spuntano comunque casi di interessante “raggruppamento sociale”, come ad esempio la chiesa spiritualista.
    Il legame tra hoodoo e chiesa spiritualista è ben noto e piuttosto forte negli stati uniti del sud. La chiesa spiritualista nasce attorno alla metà dell’ 800 ,in Inghilterra, ad opera del movimento spiritualista, un’ associazione che pratica la comunicazione con gli spiriti tramite medium. La chiesa spiritualista crede nell’ esistenza di un mondo spirituale dove le anime degli uomini andrebbero dopo morte e con cui ci si può mettere in contatto tramite persone addestrate chiamate “medium” e cioè, in latino, “mezzo”. In genere le chiese spiritualiste sono diffuse nei paesi anglosassoni, la liturgia è molto particolare e prevede una preghiera di apertura, preghiere dedicate, inni e infine una dimostrazione medianica, dove il medium chiama diversi spiriti che comunicano, attraverso lui o lei, con le persone che assistono al culto. Spesso sono chiamati spiriti di parenti dei fedeli o dei conoscenti, ed il medium è addestrato a dimostrare tramite descrizioni non equivoche che lo spirito contattato è veramente chi dice di essere. Il praticante di hoodoo trova in questo tipo di chiese tutti gli elementi adatti al proprio culto, soprattutto nel contatto con gli spiriti e nel culto dei morti; anche se in effetti, a meno di particolari tipi di impostazione sociale molto conservatrice, non c’è una vera necessità di appartenere ad un gruppo religioso o ad un gruppo in se per essere un dottore a due teste.



    I libri del hoodoo

    Per prima cosa parleremo del libro più utilizzato dai conjure man: la bibbia.
    La bibbia è considerata da molti conjure man come “il più grande dei libri magici”. Oltre ad usare le invocazioni e i passi della bibbia (soprattutto del vecchio testamento) come formule magiche i conjure man hanno dei concetti di interpretazione dei passi e dei principi della bibbia alquanto peculiari. I passi più utilizzati sono senz’ altro i salmi; i salmi sono 150 e ad ognuno il root doctor associa un’ efficacia specifica in materia di magia. Ci sono salmi per fare buoni viaggi, salmi di protezione, salmi di consacrazione, salmi per allontanare il nemico o per colpirlo, salmi efficaci in materia di amore, di gioco d’ azzardo e quant’ altro. Sono tanto usati che alcuni conjure man moderni hanno scritto trattati specifici sull’ argomento, ad esempio il famoso “power of the psalms” di Godfrey Selig. La bibbia è considerato quindi un’ enorme trattato di hoodoo. Dio è considerato il più grande dei root doctor e la creazione dell’ universo viene interpretata come una grandiosa opera di magia. La gente ha il diritto di praticare il hoodoo e la magia perché dio affida all’ uomo tutto il creato e la possibilità di dare nomi (e quindi comandare) tutte le creature. Inoltre, visto che dio punisce, benedice, aiuta o maledice e che comunque sa e prevede tutto, perché questa punizione o benedizione non dovrebbe passare attraverso le mani del conjure man ,facendolo diventare così uno strumento divino? Mosè viene considerato un grandioso conjure man e gli vengono attribuiti addirittura due libri apocrifi utilizzatissimi dai root workers, il sesto e settimo libro di Mosè (in realtà due grimori probabilmente rinascimentali). Come spiegare allora la proibizione della magia nella legge mosaica? Semplice: Mosè stava proibendo alla gente comune la pratica del hoodoo, per riservarla alla classe dei sacerdoti. In effetti può sembrare strano, ma queste spiegazioni ed interpretazioni sono coadiuvate da citazioni bibliche. Possiamo fare qualche esempio, riportato anche dal famoso rootworker Doctor Kioni, riguardo a storie di “hoodoo biblico”:
    in genesi 30: 1,43 Giacobbe fa abbeverare le pecore bianche mettendo nell’ acqua bastoncini scortecciati e lavorati, in modo che le pecore partoriscano figli pezzati invece di bianchi ;
    nel primo libro di Samuele 30:7,20 il re Davide chiede un responso a dio, ed esso risponde attraverso le pietre del pettorale del sacerdote (si direbbe oggi un’ opera di divinazione);
    nel libro dei numeri 5: 11,31 si dice che per scoprire se una moglie ha tradito si può andare dal sacerdote, il quale le farà bere acqua consacrata con polvere presa dal tabernacolo, e maledirà l’ acqua in modo che se la donna ha tradito sarà anche lei maledetta.
    Questi non sono i soli esempi che si possono fare, in effetti la bibbia è piena di queste “opere di hoodoo autorizzate” nonostante siano proibite dalla legge mosaica. D'altronde il confine tra rituale magico e rituale religioso spesso è labile; al di là dei significati e delle autorizzazioni il mago considera se stesso un sacerdote ed agisce di conseguenza.
    Possiamo dire che forse l’ interpretazione dei root doctor è dettata dalla convenienza, ma non priva di appigli nel testo. Altri libri molto utilizzati dall’ hoodoo man sono i già citati sesto e settimo libro di Mosè, due grimori di vaga ispirazione biblica che sono niente più che cataloghi di formule e diagrammi magici di pronto uso ispirati alle azioni di Mosè, interpretate come atti di hoodoo. Vi troveremo così le formule con le quali Mosè sconfisse i maghi egiziani nel ben noto episodio, con la quale fece scendere la piaga della grandine, ed addirittura un paio di formule che dicono di far comparire dio in persona davanti a chi le pronuncia (!). Infine un’ altro testo è il grimorio chiamato “pow-wow or the long lost friend”. E’ un’ insieme di scongiuri e formule di origine sicuramente centro europea importato alla fine dell’ 800 dalla comunità olandese emigrata in america. In esso si trovano formule che dovrebbero risolvere mali comuni (vermi, contusioni, ferite) oltre a scongiuri contro il male, i cattivi spiriti e la cattiva fortuna. In realtà il conjure man spesso non utilizza le formule per le azioni dichiarate nei libri, ma le usa adattandole al proprio caso, esattamente come fa per i salmi. La formula di Mosè contro i maghi egizi potrebbe essere utilizzata per vincere un nemico, quella per la grandine per distruggerlo, quella per l’ apparizione divina per benedire erbe e preparati. Ancora una volta, dunque, si riscontra nella pratica una grande libertà seppur coadiuvata da principi di funzionamento che sono fondamentalmente tradizionali. Addirittura in certi casi il libro funge da vero e proprio amuleto (pow-wows ha anche questa funzione) o si usa in se per se per allontanare cattivi spiriti (ad esempio si lascia la bibbia aperta ad una certa pagina sull’ altare, direzionandola in una certa direzione). Molti altri sono i libri e libelli che possono essere utilizzati nella pratica del hoodoo, esaminarli uno per uno andrebbe oltre lo scopo di questo trattatelo, oltre ad essere impresa praticamente impossibile. Si consideri solo il fatto che oltre ai libri tradizionali, regionali, importati, si usano anche i libri scritti ex novo dai conjure man di oggigiorno.



    La magia simpatica e il sapore del hoodoo

    Più volte si è accennato al fatto che il hoodoo si basa su semplici principi. Questi principi sono essenzialmente due: la tradizione e la magia simpatica. Quanto alla tradizione ne abbiamo già parlato in materia di storia e ne riparleremo, quello che preme spiegare per ora è il principio della magia simpatica, ma soprattutto il “sapore” del hoodoo. Si è già detto che nel hoodoo vige una certa libertà di interpretazione; questo non significa ,però, che il conjure man faccia tutto ciò che gli passa per la testa. Per ogni rituale, combinazione, preghiera ci sono moltissime varianti; per il rootworker si tratta semplicemente di scegliere quella che si ritiene più adatta o di elaborarne (non inventarne, attenzione) una equipollente basata sui medesimi principi. Dunque diremo che la magia simpatica si basa essenzialmente sulle assonanze e il suo principio fondante è “il simile attira il simile”. Che siano esse similitudini di forma, di concetto o di atto ha poca importanza. Così nel hoodoo troveremo rituali che mimano atti che il root worker vorrà indurre a compiere, erbe e oggetti che avranno forme che rimandano ad un concetto, preghiere che nominano il tema dell’ incantesimo per cui sono utilizzate. Ad esempio si usano bambole battezzate col nome della persona che si vuole guarire o maledire; le pietre magnetiche singole attirano fortuna, appaiate a coppie attirano l’ amore; i dadi portano fortuna al gioco; le viole, dalla forma vagamente simile a quella di un cuore, vengono usate negli incantesimi d’ amore; le candele bianche servono per benedire, quelle rosse servono per incantesimi sessuali, quelle verdi per il denaro (i dollari americani, infatti, sono tutti di colore verde). Meno semplice è capire alcune associazioni che restano nella tradizione ma che ormai hanno perso il loro significato originario. Perché un dente o una zampa di alligatore o di coniglio portano fortuna al gioco d’ azzardo? Per quale motivo il ferro di cavallo porta fortuna? Come mai il giocatore incallito porta con se un frutto di ippocastano? In alcuni casi gli storici potranno darci qualche vaga ed incerta delucidazione come ad esempio, riguardo ai ferri di cavallo, ci potranno dire che al tempo dei romani alcuni di essi erano fatti d’argento, trovarne uno era indubbiamente un colpo di fortuna; ma cosa dire allora della cannella, usata sia per amore che per soldi, o dei fagioli che aiutano a prevenire il malocchio?
    Tutti questi concetti ed aspetti contribuiscono a dare all’ hoodoo quel suo sapore particolare e riconoscibile dovunque, persino se i rituali tipici sono utilizzati per coadiuvare altre filosofie o addirittura altre religioni. Discutendo in mailing list che trattano l’ argomento spesso qualche partecipante domanda se il tale o talaltro rituale usato dalla wicca piuttosto che dalla caos magick è o non è derivato dal hoodoo. Catherine Yronwode nel suo utile trattato “hoodoo rotwork correspondance course” fa un esempio molto semplice e molto calzante paragonando il hodoo alla cucina. Se una persona conosce il sapore di un certo tipo di cucina lo riconoscerà dovunque. Ci possono essere migliaia di variazioni , spezie e condimenti, ma l’ aspetto e l’ odore di quel cibo rimarranno in quell’ ambito generale. Così, al contrario, ci si accorgerà subito se qualche ingrediente è fuori posto. In sostanza in una cena tipica toscana non si servono tacos con salsa guacamole. Alla stessa maniera un rituale tipico dove si spostano candele facendole avvicinare di giorno in giorno per unire due innamorati è riconoscibile come hoodoo, anche se viene fatto nella tundra siberiana da un praticante di wicca. Iniziamo ora, quindi, ad addentrarci più nel particolare ed esaminare gli ambienti tipici del hoodoo e le sue credenze basilari.



    Il cimitero

    arriviamo qui ad una questione molto delicata del nostro studio.
    Se è facile capire l’ ambiente di sviluppo e la storia del hoodoo, meno facile è capirne gli ambienti della pratica. Il primo che esamineremo è familiare a tutti sebbene susciti reazioni differenti; si tratta del cimitero.
    I rituali e gli incantesimi hoodoo che implicano visite al cimitero sono molti e per evitare di scadere in argomenti che potrebbero essere giudicati morbosi, diremo soltanto i limiti estremi a cui si può arrivare nella pratica del root doctor. Il minimo è pregare al cimitero o usare terra di cimitero (in genere pochi grammi) presa dalla superficie esterna di tombe particolari per confezionare amuleti e polveri. Il massimo è accendere candele votive su di una tomba o sotterrarvi un piccolo feticcio a lato. Altra pratica della tradizione è quella di utilizzare ossa o denti umani negli amuleti. In genere sono piccole schegge o ossa di falangi che , comunque, non si andava e non si va mai a dissotterrare al cimitero dato che le ossa umane, nei paesi anglosassoni, possono venire tranquillamente acquistate da negozi specializzati in modelli anatomici, che possono fornire le parti singolarmente oppure recapitare interi scheletri, montati con appositi attacchi a scomparsa, a studiosi, artisti o appassionati di anatomia . Interessante è riflettere sul fatto che ci si preoccupa spesso delle ossa dei poveri animali e nessuno batte ciglio quando anonimi scheletri di sconosciuti morti in Cina o India sono smerciati un tanto al pezzo. Homo homini lupus. Comunque al massimo in passato poteva succedere di utilizzare ceneri dei propri estinti o di acquistare da qualche custode di cimitero compiacente una piccola scheggia ossea, oggi la pratica è molto meno diffusa. In Italia comunque tutto ciò è proibito dalle vigenti leggi, e quindi non descriveremo nessun amuleto che faccia uso di tali oggetti. Vi garantisco che comunque quello che può non sembrare un “ritegno morale” lo è, ed è un’ eccezione nelle pratiche afrocaraibiche e afroamericane, alcune delle quali trattano i cari estinti in ben altro modo. Riguardo ad altre pratiche cimiteriali, descriveremo più avanti solo la più semplice, che è anche basilare nel hoodoo, ovvero quella di “comprare terra” al cimitero; terra che in effetti, oggi, può essere comprata anche in negozi specializzati.
    Ovviamente le mentalità più sensibili sono scioccate, o scosse da questa familiarità con la morte e i morti. La psicologia del root doctor, però, è molto diversa da quella del normale benpensante. Il conjure man non vede nel cimitero un luogo di paure ancestrali e di “cattivi pensieri”, per lui non è un luogo di morte, ma un luogo di vita e soprattutto di potere sacro. E’ il posto per una forma di vita diversa, con cui si può comunicare, che si può celebrare, che spesso è “familiare” nel vero senso della parola. Il root doctor pensa ai morti come fossero vivi e vegeti ed in grado di disporre autonomamente di ciò che hanno da dare. Può sembrare assurdo per la mentalità abituata al sacro timore reverenziale dei resti terreni, ma il monaco buddista tibetano che offre al bhudda bevande in coppe ricavati da crani umani, o soffia durante le cerimonie in flauti fatti con tibie di vecchi lama non fa qualche cosa di diverso dal conjure man; fa molto di più, solo che in genere, per il suo pacifico contegno, risulta molto più simpatico all’ opinione pubblica.



    L’ incrocio e l’ uomo nero.

    Un’ altro luogo ben noto nella pratica del hoodoo è l’ incrocio. L’ incrocio “ad X”, in particolare, ha un profondo significato. E’ il centro del mondo, il luogo da cui tutte le strade si dipartono, il luogo da cui si possono vedere tutti gli angoli del mondo. E’ un luogo rituale per antonomasia, pieno di potere ed abitato da potenti spiriti. Questo fascino era ben noto anche nell’ antichità europea, che poneva agli incroci le edicole dei lari familiari e del dio Mercurio, edicole che poi si sono trasformate nelle italianissime madonne e santi. La madonna o il santo probabilmente sono lì dall’ anno 500, l’ edicola probabilmente dal 300 avanti cristo. L’ incrocio nel hoodoo è materia di leggende, di patti con gli spiriti ed è il luogo preferito di un personaggio particolare: l’ uomo nero. Spesso viene confuso con il diavolo, e viene anche chiamato diavolo o satana, ma i root doctor sanno che non c’è nulla di più diverso. L’ uomo nero o uomo dell’ incrocio è un personaggio archetipico, presente in molte culture del mondo, in particolare è importante nelle religioni e nelle pratiche africane ed in quelle che da esse derivano. E’ conosciuto con molti nomi: exu, eleggua, papa legba, maitre carrefour, calfu, lucero mundo sono solo alcuni di questi. In alcune religioni e filosofie è una divinità, in altre un’ antenato dotato di grandi poteri ma è sempre legato a quattro cose: il cambiamento, l’ incrocio, la divinazione e il gioco. Viene considerato come uno spirito burlone, amante delle feste, del gioco d’ azzardo, che si diverte a fare scherzi e spesso è considerato il tramite tra gli dei e l’ uomo. Ad esso vengono tributati onori ed offerte prima che agli altri spiriti e , nel hoodoo, è l’ unico spirito che ha un rituale dedicato, il rituale dell’ incrocio, che permette alla persona che lo esegue di fare un patto con lui. Questo patto porta fortuna a chi lo contrae, può essere usato per avere fama o abilità. La cosa che più rende oscuro ed interessante questo spirito è il fatto che non rifiuta mai un desiderio, di qualunque natura esso sia. Esso è il contatto con il nostro inconscio profondo, con il desiderio non espresso, con la nostra vera essenza morale. Sia l’ incrocio che l’ uomo nero non possono essere spiegati, possono essere solo percepiti. Qui entra in gioco la gnosi, l’ intuizione del sacro, la sensibilità personale del singolo.



    Gli spiriti

    Gli spiriti sono il fondamento del hoodoo, una delle poche credenze “forti” che è presente ed è anche una delle condizioni sine qua non senza cui il hoodoo diventa un’ atto privo di basi ragionate. Gli spiriti sono quelli dei morti, legati ad atti, persone e luoghi ma raramente con una connotazione specifica. La cosa più semplice per definire gli spiriti del hoodoo è il considerare le regole che li governano. Infatti essi sono sottomessi, nella tradizione, a precise limitazioni, proprio come lo sono i vivi. Essi influenzano e regolano la vita di tutti i giorni, fanno parte della comunità umana, si muovono ed agiscono con precisi scopi e secondo desideri simili a quelli delle persone vive. Così uno spirito non potrà attraversare un ponte, un corso d’ acqua viva (come un fiume) una strada trafficata o alcune barriere “magiche” (righe di polveri di mattoni o di sale bianco, ad esempio oppure punti in cui sono state dette preghiere specifiche) a meno che il root doctor non provveda ad eliminare queste barriere rendendole inefficaci attraverso la propria magia. Gli spiriti non potranno entrare in una casa a meno che non siano chiamati dall’ interno. Saranno attirati da invocazioni, preghiere e manufatti specifici, scacciati ed esorcizzati da invocazioni manufatti e preghiere altrettanto specifici. Ameranno le offerte di denaro, candele e cibo, il peperoncino e il pepe, ma odieranno il sale e vorranno essere pagati per ogni lavoro svolto, tanto da prendersi da soli un pagamento dovuto se questo non sarà corrisposto. La cosa più interessante è che gli spiriti, nel hoodoo, possono diventare vivi e reali. Molte sono le leggende urbane che riguardano persone mai esistite: la donna vestita in modo antiquato che paga un caffè con valuta ormai in disuso e si scopre morta da tempo; la vecchietta che prega sulla tomba che si scopre essere la sua; il commesso che da in resto una moneta fortunata , ma di cui poi nessuno si ricorda; il piccolo uomo col cappello rosso che chiede informazioni al root doctor sul perché si raccoglie una data erba, che dice di vivere in quel luogo da sempre, ma che nessuno conosce o riconosce; animali che apportano un’ insperato aiuto con la loro presenza ma che non si rivedono più; l’ uomo nero come il carbone che attraversa di corsa un’ incrocio proprio durante un rituale. Certo è facile spiegare tutte queste storie con le coincidenze e la diffusione di leggende urbane, ed è anche la cosa più logica. Nel hoodoo, però, la logica prende una connotazione affascinante , un’ alone di mistero che contribuisce a creare quel particolare sapore, quella sensazione di una compagnia invisibile e sempre presente; quella particolare atmosfera ironica e macabra di qualche cosa appena oltre il confine, tanto da poterlo toccare.



    La divinazione

    la divinazione è una parte fondamentale del root working. In genere non esiste, in queste pratiche, il concetto ormai invalso nell' uso "new age" secondo cui gli oggetti utilizzati per divinare sono solo un mezzo con cui l' inconscio interpreta i responsi, o addirittura una specie di "mandala meditativo". D' altra parte non si ha neanche un concetto simile a quello superstizioso-europeo secondo cui gli oggetti in questione parlano essendo dotati di un qualche "potere". Piuttosto qualsiasi oggetto o tecnica si usi nel hoodoo come mezzo per la divinazione è considerato come un mezzo di espressione degli spiriti. Gli spiriti parlano attraverso le carte, le conchiglie, la tavola ouija, le ossa, le tessere del domino.... più raramente attraverso la pura e semplice possessione di un medium. I mezzi e gli oggetti utilizzati sono i più disparati, faremo qui una rapida carrellata dei più comuni e dei più strani.
    Senz' altro l' oggetto più utilizzato dal conjure man è il mazzo di carte. In genere un semplice mazzo da 40 carte o un mazzo di carte zingare (come le nostre "sibille"), molto più raramente i tarocchi, che in una tradizione di origine rurale faticano a prendere piede. Il pendolo è un' altro mezzo comune, spesso nella forma della "jack ball", una pallina di cera ripiena delle erbe adatte alla divinazione ed appesa ad un filo , che viene trattata con le stesse cure di un sacchetto mojo. I dadi (2,3,4 o più) danno il loro responso a seconda del risultato numerico del lancio. Ultimamente è rinato l' interesse per la forma di divinazione chiamata "casting bones" ovvero "tirare le ossa"; una procedura in cui da alcune ossa animali (in genere opossum o gallina) lanciate sul terreno o su di un panno danno vaticini a seconda delle configurazioni che possono prendere. Anche se alcuni root doctor ultimamente la utilizzano, l' astrologia è esclusa dalla tradizione hoodoo in quanto per padroneggiarla è necessario avere conoscenze geometriche e matematiche che esulano dalla normale preparazione del conjure man del passato, spesso poco scolarizzato. Per quanto riguarda i metodi più curiosi si annoverano le tessere del domino, che mescolate sul tavolo a faccia in giù, scelte a caso e interpretate a seconda della numerazione danno un valido mezzo di divinazione; un' altro mezzo è la tavola OUIJA, normalmente utilizzata per comunicare con gli spiriti; e infine la "cup of knowledge", una tazza da the speciale, con l' interno decorato a simboli (carte o altri) che da responsi a seconda di quali segni vengono coperti dai residui di the , caffè o preparati vari.
    In questo trattatello daremo uno sguardo più nel dettaglio al mezzo più utilizzato: le carte da gioco; più avanti ne daremo qualche semplice indicazione ed una interpretazione tradizionale.




    L’ incantesimo o scongiuro

    l’ incantesimo del hoodoo viene più propriamente chiamato scongiuro e, nella sua sostanza, è quanto di più vario si possa immaginare. Può venire classificato a seconda dell’ azione che si vuole intraprendere e si parla allora di scongiuri di benedizione, maledizione, di denaro, di amore, di potere, di salute, di giustizia. Spesso vengono anche classificati a seconda dell’ associazione di “colore” tradizionale: bianco per la benedizione, nero per la maledizione, verde per il denaro, rosso per l’ amore, viola per il potere, blu per la salute, marrone per la giustizia. Gli scongiuri di benedizione comprendono tutti gli esorcismi che cercano di allontanare cattivi spiriti, purificare persone o ambienti, attirare buoni spiriti; quelli di maledizione comprendono le maledizioni vere e proprie, le vendette, gli allontanamenti, la punizione di malelingue e personaggi molesti; quelli di denaro cercano di apportare vantaggi economici o fortuna al gioco; quelli di amore hanno a che fare con i “legamenti”, attirano l’ amore, cementano la coppia o aiutano a trovare un nuovo amante; quelli di potere cercano di fare in modo che alcune persone siano sottomesse ad altre; quelli di salute cercano di guarire malattie o di accelerarne la guarigione; infine quelli di giustizia comprendono tutte le azioni volte a vincere cause legali o avere vantaggi in tribunale. Naturalmente tutte queste categorie non sono distinzioni precise ed insormontabili, e spesso se ne creano di nuove a seconda della situazione e dell’ azione cercata. Per eseguirli si possono usare erbe, preghiere, polveri, oli, sacchetti, pietre, bambole , resti animali, oggetti tra i più vari. Questi “strumenti” diversamente da altre tecniche e filosofie magiche, non hanno una forma precisa e non ce ne sono di indispensabili. Non esistono coltelli, bastoni, coppe consacrate per una certa simbologia piuttosto che per un’ altra; spesso infatti il root doctor agisce con quello che ha al momento. Ricordiamoci, infatti, che il conjure man del passato spesso non aveva la possibilità di ricorrere ad elaborate soluzioni simboliche, ne di leggere testi tradizionali, ne aveva tempo a sufficienza da dedicare allo studio ed alla preparazione. Tutto era affidato al proprio cervello e alla propria conoscenza della tradizione. Col tempo le cose sono cambiate, ma la caratteristica semplicità del hoodoo rimane la stessa. Una cucina fornita di qualche spezia e un pezzo di stoffa, un po’ di terra presa in un posto speciale, un olio fatto per infusione, una candela, una bibbia possono dare soluzioni accettabili per molti dottori a due teste. Laddove il mago moderno occidentale regola il come e il quando secondo complicati calcoli simbolici ed astrologici, il conjure man si accontenta di seguire i giorni della settimana, a volte la fase lunare, in alcuni casi addirittura le lancette dell’ orologio (quando vanno tutte e due su gli incantesimi “buoni”, quando vanno tutte e due giù gli incantesimi “cattivi”). Il mago europeo si prepara con vestimenti e strumenti confezionati all’ uopo, il hoodoo man probabilmente ha gli stessi vestiti con cui tutti i giorni va lavoro. Il mago si prepara con digiuni, penitenze e purificazioni, il dottore a due teste si accontenta di uno spruzzo d’ acqua benedetta, nei casi in cui serve di un bagno di erbe. Il tutto, nei tempi dello schiavismo, aveva il vantaggio di poter essere nascosto e di essere naturalmente indecifrabile per chiunque non conoscesse la materia. Nei prossimi capitoli vedremo alcuni esempi di rituale, in praticamente tutti i casi si recitano preghiere o salmi adatti durante l’ esecuzione; nel confezionare polveri, amuleti, nell’ eseguire purificazioni, nel costruire altari, ogni salmo è associato all’ ottenimento di un certo effetto (denaro, amore, vittoria contro il nemico etc.). Non specificherò quali a meno che non sia strettamente necessario; in un capitolo apposito di questo trattatelo potrete trovare i riferimenti adatti nell’ elenco dei salmi e del loro uso.



    Lo spazio sacro (se ne esiste uno)

    Lo spazio sacro, nella pratica del root doctor, è un luogo naturale piuttosto che consacrato, il quale prende forma nel luogo e nel momento dell’ operazione magica, e cessa di essere particolare alla fine dell’ operazione. Luoghi sacri sono l’ incrocio e il cimitero, ma qualunque stanza o posto lo diventa alla bisogna. Per operazioni veloci, come può essere l’accendere una candela strofinata con oli vari o costruire un sacchetto pieno di amuleti, non si usano consacrazioni complesse , precauzioni cerimoniali, protezioni simboliche, Il dottore a due teste è immerso nel mondo spirituale di cui fa parte e nella pratica l’ operazione di hoodoo è immediata e semplice. Gli spiriti lo conoscono ed egli li paga per i loro servigi con offerte e preghiere, e questo è quanto. Comunque anche nelle operazioni complesse è raro che si costruiscano “cerchi cerimoniali” o “triangoli delle invocazioni” alla maniera europea, per proteggersi da apparizioni di spiriti in quanto , in questi luoghi, gli spiriti sono sempre liberi e presenti. Basta pensare che un pugno di terra di cimitero è ritenuto contenere uno spirito, e che alcuni root doctor ne hanno decine di barattoli (a seconda delle tombe che hanno visitato, per usarli in incantesimi differenti).
    A volte era ed è indispensabile dedicare uno spazio ben preciso per l’ esecuzione di certi scongiuri. In genere si può parlare di “stanze di hoodoo”, è una realtà che oggi si incontra di frequente, ma raramente si riscontrava ai tempi in cui il hoodoo è nato. In ogni caso sono stanze in cui si “immagazzinano” tutti i preparati, gli strumenti e gli oggetti del conjure man e in cui il conjure man esegue i suoi rituali. In queste stanze si possono ricreare altri tipi di spazio sacro al momento non disponibili; per esempio si può ricreare l’ incrocio mettendo una candela ad ogni angolo della stanza. E’ lo spazio ideale per erigere altari permanenti od eseguire operazioni che vengono protratte, ad intervalli, per giorni o a volte mesi.




    L’ altare

    laddove nell' uso della magia europea l' altare è un manufatto consacrato e singolo, nel hoodoo si parla più correttamente di altari al plurale, in quanto il conjure man spesso ne ha più di uno. Ci saranno così altari speciali a seconda della tecnica utilizzata, dell' azione svolta, dedicati a più di una funzione e potranno essere fissi oppure temporanei. In genere l' altare non è consacrato nel vero senso della parola, ed acquista potere solo in virtù di quello che vi viene raggruppato. La cosa più semplice è fare alcuni esempi pratici. Un' altare per l' amore sarà dominato dai colori rosso e rosa, vi saranno sopra candele rosse semplici o a forma di fallo o vagina, simboli sessuali, raffigurazioni di genitali, pietre magnetiche appaiate e caricate con polvere magnetica, raffigurazioni di cuori, violette, radici di giovanni il conquistatore, immagini di santi legati all' amore come S. Valentino o di dei come Shiva e Parvati raffigurati nell' unione sessuale, oli e polveri per avere fortuna in amore e nel sesso etc.
    Un' altare per il denaro e il gioco avrà un colore verde, conterrà dadi, candele verdi, simboli di $ e di € , pietre magnetiche singole, monete (specialmente di anni bisestili), denti e zampe di alligatore o di coniglio, castagne di ippocastano, polveri ed oli per la fortuna e il denaro, carte da gioco, ferri di cavallo, raffigurazioni di dei della fortuna cinesi, biglietti della lotteria con particolari combinazioni numeriche etc.
    Infine un' altare dedicato alla maledizione avrà un' aspetto nero, conterrà polveri di pepe e peperoncino, oli di maledizione, polvere goofer, raffigurazioni del diavolo, di gatti neri, spilli, chiodi, bambole di pezza, candele nere, ossa, terra di cimitero, raffigurazioni di Baron samedi e Maman Brigitte, di Kali etc.
    In genere piuttosto che avere un' altare "tuttofare" (che è anche possibile e in alcuni casi molto pratico) si preferisce disfare un' altare che non serve più e rifare un' altare che serve al momento. L' avere un' altare "tuttofare" confonderebbe la situazione, e forse anche gli spiriti, oltre a dover avere dimensioni considerevoli per contenere tutti gli oggetti adatti.



    I materiali

    i materiali che si usano nella pratica degli scongiuri sono praticamente infiniti. possiamo classificarli in quattro categorie: vegetali, animali, minerali e manufatti. Tra i vegetali si possono annoverare le erbe, gli oli, gli incensi; tra gli animali le ossa, le conchiglie, i peli, le pelli (di serpente, ad esempio) e i denti; tra i minerali le terre, le pietre, alcuni tipi di olio, le polveri di varia natura; tra i manufatti le candele, gli amuleti, i panni, i chiodi, i sacchetti e tutto quello che serve a contenere, aspergere, reggere etc.
    Le erbe sono di vitale importanza nel hoodoo; Catherine Yronwode nel suo trattato "hoodoo herb & root magic" ne classifica più di 400 a seconda dell' uso . Alcune volte servono a più di un uso , come ad esempio la radice di giovanni il conquistatore che serve sia per la fortuna al gioco che per l' amore o per confezionare oli. Anche qui si va per magia simpatica.
    Gli oli sono , anche qui, a migliaia e spesso se ne utilizza di tipo commerciale, per evitare la perdita di tempo del farseli da soli (cosa comunque possibile). Sono oli dai nomi fantasiosi (van-van, zula-zula, come to me, night vision, fast luck etc.) spesso la combinazione di più di un olio essenziale derivato da erbe, oppure la semplice infusione di erbe in olio vegetale (di mandorle o d' oliva). a volte sono oli minerali in cui vengono immerse pietre, le quali dovrebbero dare all' olio un certo potere piuttosto che un' altro. Nel suo trattato "golden secrets of mystic oils" Anna Riva ne classifica più di 500 dando la spiegazione del funzionamento (ma non della formula). Servono ad attivare sacchetti mojo, strofinare candele, preparare bagni purificatori, profumare stanze o vestiti. a volte vengono usati in combinazione con l' erba da cui derivano per rafforzarne l' azione.
    Allo stesso modo si usano gli incensi, che sono di solito in polvere da mettere su carboncini accesi o pressati in forme geometriche da bruciare direttamente. Si usano per profumare e purificare ambienti. Le polveri invece vengono sparse sui vestiti, sulle lettere, sulle tracce o davanti alla soglia di casa di persone e in ambienti che si vogliono scongiurare. A volte di una formula famosa si trovano l' olio, l' incenso e la polvere, che servono tutte allo stesso scopo e si rafforzano l' una con l' altra.
    Altro discorso è per le candele di cui sembra essere più importante il colore che la profumazione, e che occupano un posto a parte nella pratica hoodoo. Henry Gamache, il primo a stilare una tabella precisa delle corrispondenze tra colori delle candele e azioni da assolvere, gli dedicò tutto un trattato ("master book of candle burning") negli anni quaranta, leggendo il quale ci si può rendere conto di quanto abbia influenzato la pratica della magia moderna. Le candele infatti non vengono utilizzate solo accendendole, ma facendolo in tempi prestabiliti, su altari speciali e addirittura facendole "muovere" di giorno in giorno passando da una configurazione ad un' altra. Esse comunque possono venir "caricate" strofinandole con olio e rotolandole in prestabilite erbe. Si trovano infinite varietà di candele, da quelle semplicemente colorate a quelle dalle forme evocative (crocefissi, simboli fallici, diavoli, amanti abbracciati) a quelle rachiuse in vetro, con immaginetta del santo incorporata, garantite per bruciare più di un mese.
    Quanto ai resti animali anche questi sono moltissimi nell' uso del hoodoo. Denti e pelli di serpente, gusci di lumaca, conchiglie, urina, sangue mestruale, peli, ragni essiccati, vengono usati per confezionare polveri, amuleti, mani mojo, incantesimi e scongiuri di ogni tipo. Tra i più curiosi ci sono gli "occhi di gatto" (in realtà al parte colorata di una conchiglia tropicale) , le zampe e i denti di alligatore, i sonagli del serpente omonimo, e infine l' osso penico del procione (sì, il procione ha un' osso nel pene e viene usato come amuleto d' amore).
    Infine i manufatti: chiodi di bara, amuleti fallici, ferri di cavallo, dadi miniaturizzati, chiodi, spilli, feticci, statuette dei più svariati santi, sacchetti, stoffe, carta da alimenti, amuleti di tutti i tipi.


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    Osccillator23
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    Utente Senior
    00 16/05/2012 13:53
    Ottimo riassunto, utile per lo studio antropologico più che rituale.
    Personalmente per la pratica mi affiderei ad un immaginazione che ci appartiene come periodo evolutivo.
    "in me mago agere".
    Siamo troppo moderni, distratti e distaccati per comprendere i rituali morti e sepolti.

    Di fatti l' attuale situazione mondiale è uno shock procuratoci da una una perfetta espressione del "fai cio che vuoi". (L.A.v.L), a cui tutti stiamo partecipando.
    per la serie a volte ritornano

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    ContactUfo
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    Utente Illuminato
    00 16/05/2012 17:11
    Una volta trovai a casa mia nel giardino un pezzo di stoffa legato con uno spago e dentro una croce in metallo piccolissima. Ho sempre pensato che qualcuno mi avesse fatto un maleficio... [SM=g2806965]
    Sapete se esistono riti del genere legati a queste stoffe legati, su internet dicono di si...
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    papero16
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    Utente Master
    00 16/05/2012 20:30
    Personalmente non ci credo......credo sia più un rito dei nativi africani [SM=g2806961]


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    Il vantaggio di essere intelligenti è che si può sempre fare l' imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile [cit.]
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    papero16
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    Utente Master
    00 16/05/2012 20:31
    Personalmente non ci credo......credo sia più un rito dei nativi africani [SM=g2806961]


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    Il vantaggio di essere intelligenti è che si può sempre fare l' imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile [cit.]