00 26/04/2016 14:13
Delta però un conto mischiare due infusi d'olio per curare l'adrenoleucodistrofia, un'altra cosa è rivoluzionare l'approvvigionamento energetico del pianeta [SM=g4413976]

Devo dire anche a Miro che questi istituti indipendenti sono stati criticati già due anni fa da molti ricercatori.
Sembra che il paper fosse scritto da schifo e che mancassero tutte le controprove. Mi ricordano i risultati indipendenti dei compari di Maussan.

Non sto dicendo che l'E-cat sia impossibile ma che questo signore non riesce a mettere in produzione niente semplicemente perché non sa come fare [SM=g4414002] . I suoi test funzionano solo quando ci sono gli istituti indipendenti a farlo ma si caga addosso quando deve proporli al mondo.

Attingo da quale energia.it


La prova è stata condotta a Lugano da un gruppo italo-svedese di ricercatori e tecnici, primo firmatario il fisico Giuseppe Levi dell’Università di Bologna, per lo più composto da persone che fanno parte della cerchia che ha contribuito a dare una credibilità scientifica alle affermazioni di Rossi fin dall’inizio. Il test ha riguardata l’ECat “ad alta temperatura”, un tubo di allumina con dentro una serpentina elettrica per il riscaldamento, che è stato testato prima “a vuoto” e poi caricato con i vari composti, fra cui nichel e idruro di litio-alluminio, per rilasciare idrogeno, che dovrebbero innescare la fusione.
I risultati, a prima vista, sembrano inequivocabili.
1) Mentre l’ECat “scarico” produceva la sola energia correlata alla serpentina elettrica, quello “carico” avrebbe emesso oltre tre volte più energia di quanta ricevuta.
2) L’analisi di piccoli campioni del suo combustibile, prima e dopo la prova, analizzati con uno spettrometro di massa, avrebbero rivelato una quasi totale conversione del mix originario, naturale, di isotopi di nichel, in quasi solo nichel 62, l’isotopo più stabile di questo metallo, e una parallela trasformazione del litio, da litio 7 a litio 6. Una variazione nel mix di isotopi è possibile solo in presenza di reazioni nucleari.

Queste apparenti prove del funzionamento dell’ECat, hanno provocato l’entusiasmo on line da parte dei fan dell’invenzione di Rossi, ma anche articoli osannanti sulla stampa “seria”, come quello apparso su Panorama, che equipara Rossi nientedimeno che a Galileo. Ma veramente questo test prova che l’ECat funziona? Per capirlo abbiamo chiesto a due esperti, di commentarne modalità e risultati.



Sottolineo
La qualità del paper è piuttosto bassa, con una descrizione del tutto insufficiente dell’apparato e delle modalità di sperimentazione, e una serie di grafici che contribuiscono poco o nulla alla chiarezza del contenuto ma, messi ad arte, danno l'impressione di uno studio scientifico complesso» commenta l’ingegnere di sistemi energetici Alex Sorokin, della società di consulenza Interenergy.

Spiega Sorokin - la modalità di misurazione della produzione di energia adottata in questo test è decisamente bizzarra. Invece di usare la procedura standard, cioè immergere il dispositivo in un calorimetro, una vasca contenente acqua, e misurare di quanto aumenta la temperatura dell'acqua, risalendo così al calore prodotto, hanno scelto di misurare la temperatura dell’ECat a distanza con una termocamera, risalendo poi all’energia termica emessa usando l’equazione di Stefan-Boltzmann. Si tratta di un sistema influenzabile e manipolabile in mille modi: in questa equazione la temperatura compare alla quarta potenza, per cui basta un errore minimo per falsare del tutto i risultati.

Ultimo fatto ma non meno importante messo in evidenza nell'articolo


Oltre a questo, continua il fisico «c’è un fatto veramente strano: i risultati mostrano una conversione pressoché totale del mix naturale di isotopi di nichel usati nell’ECat in nichel 62, ma se questo fosse veramente l’origine dell’energia, si sarebbe dovuto assistere a un calo progressivo nella produzione di calore nel corso dell’esperimento, via via che il combustibile andava ad esaurirsi. Invece l’energia emessa è rimasta costante fino alla fine. Bisogna infine sottolineare che, secondo le conoscenze attuali, non è possibile che avvengano reazioni di fusione nucleare senza l’emissione di raggi gamma, o neutroni, o particelle alfa o beta. Invece durante l’esperimento non si è rilevato nessun tipo di radiazione, una cosa che ha lasciato molto perplessi gli stessi realizzatori del test».



Il resto è lunghissimo se volete leggetevelo.
Questo per quanto riguarda l'esperimento di allora, per questa controprova recente mi documenterò [SM=p3784262]