00 08/06/2011 09:09
UFO CONTACT: SCENARI ALIENI



L’attesa di un contatto, per molti ormai imminente, continua a mantenere viva la fiamma del dibattito, un fuoco che però non sempre si interroga su cosa lo sta alimentando; alcune recenti pubblicazioni, e mi riferisco in particolare al saggio sull’Area 51 e al libro First Contact appena uscito in America, tendono a sfruttare questo rinato interesse per il mondo degli Ufo, ma tendono a strizzare l’occhio al lato commerciale della questione.

Interrogarsi su un prossimo contatto alieno non è compito facile, e chi vuole spacciarlo come tale tende quasi sicuramente a interessi molto più personali e terreni; quali scenari si aprirebbero in occasione di una palese manifestazione aliena sul nostro pianeta?
Pur rimanendo abbastanza scettico sul fatto che una tale eventualità possa avverarsi in tempi molto brevi, il campo di ricerca in tal senso rimane sicuramente vasto e bisognoso di ulteriori approfondimenti.
La prima riflessione riguarda un semplice quesito: quale reazione avrebbe la gente trovandosi improvvisamente a dover accettare senza alcun possibile dubbio la realtà di una presenza aliena?
Il nostro campo di ricerca in tal senso è puramente speculativo, non abbiamo idea di quando ciò potrebbe accadere, non sappiamo per quale motivo non sia già accaduto; l’unica certezza rimane il pensiero, dettato anche da una analisi dei fatti, che tale presenza non è il parto della fantasia di alcuni ricercatori e che una sinergia non di questo mondo è già da tempo in atto.
Volendoci fermare a questa idea, possiamo altresì affermare, che esista anche una sorta di punto di incontro tra scettici e possibilisti; il vero problema nascerebbe quando una realtà di stampo ampiamente teorico si tradurrà in una palese verità.
Non volendoci addentrare nella disamina di quelli che potrebbero essere i fini della presenza aliena sulla Terra, sia essa ostile o del tutto pacifica, non saremmo comunque al riparo da uno dei sentimenti più terribili e nascosti che imprigiona spesso l’uomo: la paura.
Quando parliamo di alieni ci riferiamo spesso all’ipotesi extraterrestre, ma rimane sottointesa una immagine contro la quale, anche storicamente, ci siamo molto spesso dovuti confrontare, quella del diverso.
Per quanti sforzi possa fare la nostra mente nel disegnare un alieno molto simile ai tratti della figura umana, è quasi certo che questa non sarà l’immagine che si paleserà ai nostri occhi; da una disamina della documentazione in nostro possesso, e tenendo conto che abitiamo un pianeta estremamente giovane rispetto a molti altri, avremo quasi certamente a che fare con esseri molto più avanzati di noi, sia da un punto di vista tecnologico che mentale.
L’uso del termine “mentale” non è del tutto estraneo a questo contesto, così come non lo è la voluta omissione del termine “spirituale”, che identifica tutt’altra dimensione del problema.
Quali sono state, almeno storicamente, le reazioni degli uomini di fronte al diverso che, elemento determinante, detta anche legge e sovverte il nostro modo di approcciarci con la realtà che ci siamo creati e dalla quale in fondo dipendiamo?
Una prima entusiasta accoglienza lascerebbe ben presto spazio alla curiosità, seguita dalla diffidenza, quindi dalla paura, infine dalla violenza.
Se questo tipo di scenario inizierebbe a caratterizzare il primo incontro “pubblico”, altre valutazioni implicherebbero il livello politico e religioso.
Per quanto le religioni si sforzino di far rientrare il fenomeno Ufo come una delle tante manifestazioni divine della Creazione, rimane il problema di una eventuale negazione da parte aliena rispetto ad una loro presupposta discendenza divina.
Pensare che altri esseri possano coesistere con noi nell’universo, e che questi stessi esseri non provengano dallo stesso atto divino che, secondo i Libri Sacri, ha dato inizio all’umanità, sarebbe l’inizio di un profondo e insanabile trauma.
Di certo l’impatto più mite riguarderebbe la politica, in senso più stretto le organizzazioni militari e gli alti vertici dei poteri mondiali, i quali, malgrado continuino la loro opera di negazione degli eventi, hanno già una certa “familiarità” con lo scenario del quale ci stiamo occupando.
Questo certo non basterebbe a risolvere il problema; milioni di persone che di colpo dovrebbero nuovamente mettere in discussioni il proprio credo, altrettanti che vivrebbero nell’atavica paura di doversi relazionare con il “diverso”, oltre che nel terrore che uno sconosciuto inizi a prendere in mano il controllo della società umana e la gestione del futuro di ognuno di noi.
Questa è certo una disamina del problema che, soprattutto per motivi di spazio, non si sofferma sui necessari approfondimenti, e che volutamente si tinge di una triste nota di pessimismo; ma esaminando attentamente i fatti e relazionandoli con quella che è stata la storia umana, si tratta certo di uno scenario non del tutto inaspettato.

[Modificato da Sheenky 08/06/2011 09:10]