La persona con cui ho parlato ne sa parecchio di fatti interessanti (compreso roba su Bin Laden, eeeh), e alcune cose non me le ha neanche dette tutte. Il Col Moschin è una forza speciale, i Marines no, sono più un FOS (Forze per Operazioni Speciali) come la nostra Folgore. Ma a parte questo, che c'entra poco, anche se ripeto, il mio amico da anni, cecchino, addestratore, investigatore privato (operatore in molte missioni, compresa la Somalia nel '93), mi ha confermato l'enorme improbabilità (non ha parlato di impossibilità, ma quei 5 secondi erano poco fattibili in QUEL contesto) di quanto fatto da Oswald.
questione fucile: qualcuno potrebbe smentirmi il titolo dato al carcano di arma caritatevole?
Non direi proprio. Solo gli Yankee hanno santificato l'arma, ma in realtà questo è un Moschetto già superato negli anni '60. Un esperto sicario avrebbe utilizzato ben altro. Di nuovo ripeto, che qui da noi in Italia, è stato confermato tutt'altro riguardo il fucile impiegato.
Ne approfitto a questo proposito, per fare più chiarezza in merito al fucile, che ha le sue stranezze. All'epoca, e cito due nomi, Roger Craig, Seymour Weitzman, il primo un poliziotto, il secondo un esperto di armi, videro e confermarono che il fucile utilizzato nell'assassinio non era un Carcano ma un Mauser 7.65. Questi erano due testimoni presenti al ritrovamento del fucile, dove il secondo, Weitzman confermò in una dichiarazione giurata il ritrovamento di un Mauser e non di un Carcano.
L'errore del modello di fucile non è una novità, però è stata accantonata e non se ne parla spesso ed invece a mio parere è molto importante.
In oltre riporto quanto trattato sul sito jfkennedy.altervista.org
Sempre riguardo il fucile...
Questa vuole essere una replica al lunghissimo articolo di Diego Verdegiglio, pubblicato da earmi.it, con cui l'autore di "Ecco chi ha ucciso kennedy" ha inteso proseguire la sua battaglia contro l’ANSA, nel tentativo di screditarne le conclusioni riguardanti l’inchiesta (condotta dal giornalista Claudio Accogli e da un ufficiale dell’esercito) sul fucile Mannlicher-Carcano presumibilmente usato per assassinare John Kennedy..
Anche in questo caso, come nel suo libro, Verdegiglio si dilunga in interminabili ed inutili discorsi che poco hanno a che vedere con la sostanza dei fatti conosciuti.
Lo sanno tutti che un Mannlicher-Carcano può uccidere degli essere umani, e nonostante esistano seri problemi dipendenti dalla brevissima durata della sparatoria, il vero interrogativo è se “QUEL” Mannlicher-Carcano, con “QUEL” mirino telescopico, avesse caratteristiche tali da permettere dei tiri precisi come quelli di Dallas.
Verdegiglio, riferendosi alla testimonianza di Robert Frazier, ne cita solo le dichiarazioni utili alle teorie che cerca di sostenere, omettendo sistematicamente quelle scomode. Il perito dell’FBI, infatti, oltre a deporre sulle pessime condizioni dell’arma, dichiarò che il mirino telescopico montato su quel fucile aveva un difetto strutturale, consistente nell’estrema difficoltà di allineamento del crocicchio con il punto di mira. In pratica, ogni volta che si agiva sulla vite della regolazione per l’allineamento verticale, si finiva per compromettere l’allineamento orizzontale, e viceversa. I test condotti da Frazier e da due altri agenti dell’FBI dimostrarono che i colpi finivano più in alto e a destra del bersaglio, e il margine di errore aumentava con l’aumentare della distanza dall’obiettivo.
Ecco gli esiti di quelle prove così come risultano dai reperti prodotti da Frazier per la Commissione Warren.
I reperti 548 e 549, qui sopra, si riferiscono al test effettuato su un bersaglio posto alla distanza di 12 metri. Nonostante la ridicola distanza e il bersaglio immobile, i tre periti colpirono un punto ben distante da quello mirato (con ottica). Killion impiegò addirittura 9 secondi per la sua “strabiliante” performance, cioè quasi il doppio di quello che, secondo la CW, aveva impiegato il cecchino del sesto piano!!!
Il reperto 550 ci mostra i pessimi risultati ottenuti da Frazier su un bersaglio posto a circa 23 metri.
Nel caso degli ultimi 4 test, e cioè i reperti 551, 552, 553 e 554, i bersagli si trovavano a circa 90 metri.
Ancora 0 centri !!!
Va precisato che Frazier e i suoi colleghi non solo testarono l’arma su bersagli fissi, ma spararono diversi colpi in più rispetto ai 3 esplosi presumibilmente da Oswald, e certamente effettuarono dei tiri di prova prima di procedere con i test ufficiali. Oswald, invece, nei due mesi precedenti l’assassinio, non aveva neppure toccato l’arma, almeno stando alle conclusioni Rapporto Warren.
Vediamo ora cosa combinarono i tre tiratori scelti ingaggiati dalla Commissione Warren allo scopo di simulare la performance attribuita a Oswald.
Come notiamo nel reperto 582, che si riferisce alla prova effettuata sparando su una sagoma immobile posta a circa 60 metri, nessuno dei proiettili fu piazzato nella zona delle ferite sofferte da John Kennedy (la linea gialla l’ho aggiunta io).
A una distanza di circa 80 metri, reperto 583, i risultati furono molto deludenti. Solo due colpi su 6 centrarono la sagoma, e comunque ben al di sotto dell’area entro la quale JFK fu colpito. Se poi consideriamo che anche in questo caso il bersaglio era immobile, il risultato diventa addirittura disastroso.
Ed infine, alla distanza di circa 90 metri, reperto 584, gli esiti furono “più incoraggianti”. Cinque colpi su sei colpirono la sagoma, ma la precisione fu ben al di sotto di quella attribuita al modesto Oswald. Anche in questo caso, ovviamente, il bersaglio era fisso.
Riassumendo l’esito delle prove effettuate dai tre tiratori scelti, noteremo che, dei 18 proiettili sparati con il mirino telescopico, 5 non colpirono neppure la sagoma, e nessuno dei restanti 13 proiettili colpì le parti della sagoma riconducibili alle posizioni delle ferite sofferte da JFK.
Anche i tre tiratori scelti, tra i più bravi degli Stati Uniti, e sicuramente molto più bravi di Oswald, spararono il doppio dei colpi attribuiti ad presunto assassino, dopo averne esplosi anche alcuni di prova.
Avrete certamente notato, nei reperti 582 e 583, le x sulla testa della sagoma. Stanno ad indicare due proiettili andati perfettamente a segno, ma sparati utilizzando il mirino ordinario del Mannlicher-Carcano, e quindi non il difettoso mirino telescopico.
Proprio questo fatto ci conduce a ritenere, anche paradossalmente, che quel vecchio e corroso Mannlicher-Carcano poteva addirittura essere preciso se non si faceva ricorso al mirino ottico.
In conclusione, quindi, il corretto interrogativo non può essere quello di chiedersi se un Mannlicher-Carcano avesse la caratteristiche adatte a compiere l’attentato. La giusta domanda è piuttosto la seguente:
Quel cannocchiale, montato su quel fucile, avrebbe permesso dei tiri presisi, come quelli che si realizzarono nella Dealey Plaza a Dallas?
La risposta, categorica, è NO.
Diego Verdegiglio, non potendo eludere il problema del cannocchiale difettoso, ci vorrebbe convincere del fatto che, conoscendo bene l’arma, il cecchino avrebbe potuto compensare il difetto durante la sparatoria. Ora noi, sebbene a fatica, potremmo anche concepire una compensazione nel caso di un bersaglio immobile, ma credere che l’assassino potesse ammortizzare quel difetto - mirando un punto più in basso e a sinistra del bersaglio, riuscendo a mantenere stabile questa compensazione sul bersaglio in movimento, e quindi colpire con la precisione che sappiamo - è solo un modo per continuare a disinformare sui fatti di Dallas e prendere in giro molti di coloro che leggeranno l’articolo in questione.
Inoltre, si omette di dire che:
L'inchiesta si compone di sei video.
-viene intervistato il gen.brig. A. Micheli che e' uno dei massimi esperti del Carcano.
Micheli dice che:
--il C2766 e' stato effettivamente prodotto a Terni
--il Carcano e' assemblato con meccanismi Mannlicher (improponibile la tesi che il C2766 fose un'arma diversa dai Carcano di Terni)
--il Carcano e' dotato di 14 tipi di proiettili di ordinanza, tra cui quelli esplosivi (dum dum) e frangibili
--il proiettile del Carcano viaggia ad una velocita' doppia rispetto al suono (TA PUM, impossibile sentire prima il colpo E POI vedere l'impatto).
-Nessuno, mai, nei video asserisce che l'arma "non era adatta all'attentato".
-test a 80mt, il proiettile "fora e passa" un bersaglio di plastilina che simula una testa. foro in uscita simmetrico ma vistosamente piu' ampio di quello in entrata. bersaglio resta sostanzialmente fermo.
-test a 30mt, il proiettile impatta il bersaglio, causando un movimento ditreo-avanti. Il foro di impatto e' piu' ampio di quello di uscita. E' identico ai frames Zapruder.
-test a 30mt, proiettile frangibile, foro ingresso piu' ampio. Proiettile non si disintegra per la minore resistenza offerta dalla plastilina, rispetto ad un sasso oppure ossa umane.
-documentazione Sifar. Che il Sifar abbia fornito la prova dell'unicita' dell'arma non lo dice l'inchiesta dell'Ansa ma il rapporto Warren.
--non esiste copia o traccia del rapporto originale italiano negli archivi di Stato Usa, ne' agli atti delle commissioni di inchiesta, ne' quelli dei processi. Non so se l'Ansa abbia verificato o meno, ma l'ho fatto io: non esiste.
--il rapporto ordinato da Andreotti, nel resoconto non dell'Ansa, ma del capo della Cia a Roma nel 1964, WK Harvey, non identifica il fucile come unico e addirittura indica un calibro diverso, 7.65.
--la documentazione fornita dall'Italia e' "segretata", infatti viene stralciata nel corso della testimonianza di Frazier. Ciononostante, alla fine nel rapporto finale della commissione, le parole di Frazier vengono di fatto confermate dal Sifar attraverso una costruzione del paragrafo evidentemente ambigua.
Perlomeno fino al 1972 il SID considerava la materia, finanche la compravendita dei Carcano del 1959, un segreto di Stato.
--DV sembra faccia finta di non capire che un lettore senza preconcetti non vede in Andreotti un tassello della cospirazione, anzi: il rapporto italiano sconfessava le conclusioni della Warren Commission. Inoltre, notoriamente, il senatore a vita e' stato l'unico oppositore esplicito del gen. De Lorenzo che proprio nei giorni in cui veniva stilato il documento per la Warren (16 marzo 1964) "attivava il Piano Solo"*. E De Lorenzo, assieme a Rocca, aveva lavorato in stretto contatto con l'ambasciatrice Luce, Karamessines e Harvey stesso per la predisposizione di Gladio**.
*Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti del luglio 1964.
**Commissione Stragi, sen. Gualtieri, sen. Pellegrino.