Il grosso ostacolo alla missione umana su Marte non è la tecnologia o il corpo umano.
Il grosso ostacolo è la mente umana.
Le missioni Apollo erano tecnicamente molto più rischiose di quanto non lo sarebbe oggi una missione per Marte, e che gli astronauti di quei anni, avevano molto ben presente la possibilità di rimetterci la pelle, ma non si sono mai tirati indietro.
Però visto che si parla di questa missione dei cento anni magari è il caso di affrontarli questi problemi citati da filovirus, così ne parliamo.I sintomi a cui vanno incontro gli astronauti nel corso di una missione del genere sono molti e preoccupanti: perdita di massa ossea innanzitutto e perdita di massa e forza muscolare.
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Effetti sul sistema cardiovascolare: gli esseri umani che vivono sulla Terra sono soggetti alla forza di gravità. I due terzi delle nostre attività giornaliere consistono nello stare in piedi o nello stare seduti. Pertanto grandi quantità dei fluidi organici come il sangue tendono a defluire verso la parte inferiore del corpo. Il corpo umano è dotato di vari meccanismi per opporsi alla gravità e mantenere un flusso sanguigno sufficiente per il cervello. In un ambiente di microgravità, invece, la quantità e la distribuzione dei fluidi organici viene alterata poiché quest’ultima è libera dall’attrazione gravitazionale. Questo effetto è noto come “lo spostamento dei fluidi” (o fluid shift). I sintomi causati dal fluid shift sono mal di testa e gonfiori.
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Effetti sulle ossa: le ossa sono i sistemi meccanici di cui l’uomo dispone per sostenere la propria postura. Il corpo umano adulto possiede tra i 1000 e i 1200 grammi di calcio e tra 400 e 500 grammi di fosforo. In ogni modo, siccome lo sforzo gravitazionale è assente nello spazio, il calcio e il fosforo delle ossa viene eccessivamente rimosso attraverso i rifiuti organici umani. E’ stato provato sperimentalemte che il 3.2% della perdita ossea media avviene nei primi 10 giorni in assenza di peso. La perdita di calcio attraverso le urine può provocare calcoli renali, che possono causare dolori acuti; inoltre la diminuzione della densità ossea porta ad una successiva frattura dell’osso stesso. Pertanto si rendono necessarie contromisure. Una di questa è di prevenire la perdita ossea con l’esercizio fisico che viene effettuato periodicamente a bordo con un tapis roulant.
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Effetti sui muscoli: il corpo umano galleggia nello spacecraft orbitante. Pertanto, gli astronauti si possono muovere liberamente solo appoggiandosi delicatamente alle pareti e dandosi una spinta. In un ambiente di microgravità, i muscoli si indeboliscono subito perché sono raramente utilizzati.
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Il “mal di spazio”: si chiama anche space motion sickness. Così come succede con il mal di mare, dopo pochi minuti o poche ore che si è in assenza di peso, gli astronauti possono soffrire di “mal di spazio”, caratterizzato da mal di testa, nausea e vomito. Quasi il 70% degli astronauti soffre di questi sintomi.
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Effetti sul sistema vascolare e immunologico: in ambiente di microgravità, i globuli rossi, la principale componente del sangue, si trasformano. Il 90% dei nostri normali globuli rossi ha una forma discoide biconcava. In assenza di peso, alcuni globuli rossi diventano di forma sferica. In ogni caso, questi tornano normali anche dopo missioni di lunga durata nello spazio.
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Effetti della radiazione spaziale: la radiazione spaziale è presente sempre nello spazio. Sulla Terra, l’atmosfera e il campo magnetico fanno da scudo per gli uomini, e non fanno penetrare la superficie terrestre a suddetta radiazione cosmica. Data l’assenza di tale schermatura nell’ambiente spaziale, gli astronauti sono soggetti a una maggiore radiazione cosmica rispetto a quando si trovano a Terra. Per questo motivo, la radiazione spaziale può incidere notevolmente sulla loro salute. Per contrastare gli effetti delle radiazioni nello spazio, gli astronauti indossano le tute spaziali.
[Modificato da UniversalMan 07/11/2010 16:03]