Napolitano: processi non hanno ancora fatto luce.
"Sono trascorsi trent'anni dalla strage di Ustica e, nonostante la memoria e il dolore siano immutati nelle coscienze di tutti gli italiani, il significato di un evento così terribile ci offre oggi la possibilità di una riflessione particolare". Così il Presidente del Senato, Renato Schifani, nel messaggio inviato al Presidente dell'Associazione Parenti delle Vittime della strage di Ustica, onorevole Daria Bonfietti. "Innanzitutto e come ogni anno, a nome dell'Assemblea di Palazzo Madama rivolgo un pensiero commosso alle 81 vittime innocenti di allora. Le vicende seguite alla loro morte violenta - prosegue il Presidente del Senato - ci invitano a riflettere sull'importanza della ricerca della verità come mezzo per rendere giustizia agli scomparsi ma anche quale valore fondante di una società libera e democratica. Esprimo un forte auspicio che i recenti sviluppi giudiziari possano fare finalmente emergere con completezza e chiarezza la verità su quanto realmente accaduto, nella certezza che conoscere le cause del disastro prima del verdetto della storia sarebbe una vittoria straordinaria per noi tutti: sapere cosa avvenne su quel cielo quella sera ci renderebbe migliori, dando alla nostra Repubblica - conclude il Presidente Schifani - una speranza in più di crescere sulla strada difficile della condivisione e della trasparenza".
A trenta anni esatti dalla strage del Dc9 Itavia, Giorgio Napolitano trae un nuovo amaro bilancio di uno dei più controversi "misteri" italiani, quello di Ustica. " Le indagini svolte e i processi sin qui celebrati non hanno consentito di fare luce sulla dinamica del drammatico evento e di individuarne i responsabili", sottolinea il Capo dello Stato rivolgendosi al Presidente della Associazione familiari vittime della strage, Daria Bonfietti. Napolitano celebra questo anniversario nell'unico modo possibile e cioé chiedendo "il contributo di tutte le istituzioni a un ulteriore sforzo per pervenire a una ricostruzione esauriente e veritiera di quanto accaduto, che rimuova le ambiguità e dipani i dubbi accumulati in questi anni". Nulla è chiaro per Ustica.
A trenta anni di distanza, una giornata, quella del 27 giugno, destinata ad entrare nelle cronache probabilmente solo per il concerto di Bob Marley a Milano, marca invece la nostra recente storia nel segno delle ombre, le stesse che ora cita il presidente della Repubblica. Rivolgersi alle istituzioni, allo Stato, dà infatti pienamente il senso di un "segreto" che a loro spetta affrontare nei suoi dettagli. L'Idv, con Leoluca Orlando, chiede alle istituzioni di seguire il monito di Napolitano: "Dopo trent'anni continua il comportamento eversivo di quanti si ostinano ad ostacolare l'accertamento della verità con "muri di gomma" e atteggiamenti che hanno trasformato l'interesse nazionale e il segreto di Stato in veri e propri attentati alla legalità costituzionale. Un oltraggio inaccettabile nei confronti dei familiari delle vittime e di tutti gli italiani". Tuttavia un elemento recente dà il segno di uno Stato che ancora ricerca risposte: una recentissima sentenza, depositata a Palermo il 14 giugno ha indicato con chiarezza che ad abbattere il Dc9 fu un missile. I due avvocati che hanno seguito la vicenda, Falllica e Osnato, spiegano: "la sentenza della Corte di Appello di Palermo ha chiuso ogni porta alle ulteriori fantasiose, infondate e depistatorie ipotesi di deflagrazione di una bomba all'interno del DC9, definitivamente accertando, in punto di fatto, le cause della deflagrazione per opera di un missile. La Corte, sul punto, ha vagliato le numerose perizie versate al fascicolo dibattimentale, valorizzando ogni aspetto ed elemento di prova ed escludendo che una bomba potesse aver lasciato quei segni ritrovati sul relitto". Una questione che fa dire al Pd di Bologna che non è più questione di verità, pur dovuta, ma "una questione di dignità nazionale" e cioé trovare ora la" bandierina" dei responsabili di quella aggressione.
Fonte: Ansa.It
Nella foto, una vittima della tragedia.