00 21/12/2010 15:34
Il gene delle scommesse
E’ il nostro DNA a dirci quanto sappiamo rischiare

di Aristotele Karytinos

Nel gioco come nella vita, capita a tutti di trovarsi in situazioni rischiose. Momenti in cui la posta in palio è alta, in cui una nostra decisione significa vittoria o sconfitta, guadagno o perdita. E allora si invoca l’aiuto della dea bendata. Ma è tutta questione di fortuna? No, è anche questione di genetica.


E questo la genetica come lo spiega?


Il nostro DNA è il “progetto” a partire dal quale ognuno di noi è costruito e influenza moltissime caratteristiche individuali: dipende da esso se, ad esempio, abbiamo gli occhi azzurri oppure neri. Le differenze genetiche però non si limitano a questo e possono avere effetti anche sul nostro comportamento. I comportamenti in situazioni di rischio, in particolare, sono ciò su cui vuole far luce Cary Frydman, studioso di economia presso il California Institute of Technology (http://www.caltech.edu/). Ma che cosa c’entra l’economia? C’entra eccome, perché in ambito finanziario ci si può trovare spesso a fare scelte azzardate per portare a termine un buon affare.

Frydman, in un lavoro recentemente pubblicato sui “Proceedings of the Royal Society B”, si avvale di una teoria psicologica, detta teoria del prospetto, impiegata proprio in ambito economico per descrivere come gli individui si comportano di fronte a una decisione. Basandosi su questa teoria, il gruppo di Frydman ha sviluppato dei modelli matematici per valutare due procedimenti coinvolti nel meccanismo di decisione: come l’individuo assegna un valore a ogni possibilità di una scelta e come confronta questi valori per compiere la scelta.

Allo studio hanno inoltre partecipato 83 individui che sono stati sottoposti a un particolare test: a ciascuno è stata assegnata una somma di 25 dollari, da spendere in una serie di 140 scommesse. Ogni scommessa è stata messa a punto per offrire due opzioni: una con un risultato sicuro e mai negativo (ad esempio il 100 per cento di probabilità di ottenere zero dollari) e una rischiosa (in cui si ha il 50 per cento di probabilità di ottenere un significativo guadagno oppure una perdita). In ogni prova i soggetti hanno potuto scegliere se accettare o rifiutare l’opzione rischiosa. Chi si è prestato a questo test ha anche dovuto concedere agli studiosi un po’ del proprio DNA perché potessero essere analizzati tre geni, MAOA, 5-HTT e DRD4, tutti coinvolti nella regolazione del livello di neurotrasmettitori, ossia quelle sostanze che nel nostro corpo si occupano di trasmettere i segnali nervosi dai neuroni ad altre cellule attraverso le giunzioni dette sinapsi.

I risultati del gruppo di ricerca di Frydman identificano un unico protagonista nell’influenzare le scelte rischiose: il gene MAOA. Il prodotto di questo gene, la proteina MAO A, si occupa di “far pulizia” dei neurotrasmettitori residui (per la precisione dopamina, noradrenalina e serotonina), che dopo aver esaurito il loro compito vanno rimossi. Ci sono due importanti varianti di questo gene, MAOA-L e MAO-H, che si associano rispettivamente a una minore e maggiore efficienza di quest’opera di pulizia. MAOA-L, definito “gene guerriero”, è stato associato a una maggior aggressività e avventatezza, a una propensione verso atteggiamenti criminali violenti e al gioco d’azzardo patologico. Insomma, tutti comportamenti negativi o controproducenti. In questo caso però è diverso: lo studio di Frydman dimostra che la variante MAOA-L si associa a una maggiore propensione al rischio finanziario non per avventatezza, bensì in virtù di una maggiore capacità di fare scelte accurate in situazioni di rischio. Gli individui con la variante MAOA-L sono quindi più propensi di quelli con la variante MAOA-H a prestarsi all’azzardo quando l’affare è conveniente, ma ciò non succede quando l’alternativa più rischiosa è anche la più svantaggiosa.

Gli aspiranti affaristi o gli appassionati di gioco d’azzardo, tuttavia, non devono disperare. Pur convinto dell’accuratezza dei suoi risultati, Frydman avverte che alcune caratteristiche mentali più generali, come l’intelligenza e l’abilità con i numeri, possono influire su questi comportamenti. E poi diciamocelo: in certe occasioni niente batte un bel colpo di fortuna.

Fonte: quarantadue.apnetwork.it