L’Iveco MLV (Light Multirole Vehicle) è un mezzo blindato leggero di nuova generazione. I suoi principali utilizzatori sono l’Esercito italiano dove è denominato VTLM Lince (dove ha iniziato a sostituire gli obsoleti VM90) e la British Army dove è denominato Panther CLV. Altri suoi utilizzatori sono il Belgio, la Norvegia, la Spagna e l’Austria.
Il mezzo è lungo 4.79m, largo 2.20m e alto 2.05m. Ha un peso di 4.6t ed il motore è un turbodiesel Iveco F1C 4 cilindri da 190hp di potenza. La sua velocità massima è di 130km/h e la sua autonomia di 500km.
Il veicolo possiede un elevato livello di protezione contro il fuoco delle armi leggere, gli IED e le mine; in più, i pacchetti aggiuntivi gli garantiscono anche la protezione contro le armi di medio calibro come le mitragliatrici pesanti.
Come armamento solitamente monta una mitragliatrice calibro .50.
Può essere aviolanciato perché configurato con il sistema LVAD e, grazie alla sua versatilità costruttiva, può avere una cabina lunga con quattro porte o una corta con due porte. Inoltre, può essere attrezzato per fungere da posto comando o da ambulanza protetta.
La versione standard VTLM può ospitare quattro militari equipaggiati con un carico utile maggiore di due tonnellate. Le sospensioni indipendenti anteriori e posteriori, insieme al bilanciamento dei pesi e ad un’ottimale ripartizione della coppia motrice, gli conferiscono un’eccezionale mobilità fuoristrada.
Il mezzo può operare in ambienti radicalmente diversi tra loro, da temperature di +49°C a -32°C, e può essere facilmente trasportato e caricato sugli elicotteri CH-47 e EH-101.
Il VTLM Lince è dotato di una rete CAN che rende reperibili in tempo reale tutte le informazioni diagnostiche e di manutenzione necessarie. Infine, il veicolo può guadare senza preparazione fino a 70cm d’acqua, che diventano 120cm con la apposita preparazione.
Un’altra delle caratteristiche principali del VTLM è la facilità con il quale può essere occultato. La sua segnatura radar è limitata grazie a vernici radar-assorbenti e, grazie alla particolare disposizione delle parti meccaniche come il motore e il turbocompressore, è capace di limitare il calore provocato dalla combustione del carburante. Per ridurre la segnatura IR, il radiatore è stato montato nella parte inferiore della scocca.
La corazzatura è un altro aspetto fondamentale di questo veicolo. Le ruote ed il serbatoio sono separate della cabina, è presente un robusto rollbar, i finestrini possono essere sostituiti con pannelli corazzati in blindovetro ed i kit aggiuntivi possono essere montati in 10 ore: questi possono essere per una blindatura leggera o pesante (per resistere a calibri di 12.7mm).
L’abitacolo viene agganciato al telaio formando una cellula di sicurezza molto compatta, le gomme sono anti-foratura ed i cerchioni sono corazzati. La forma è stata studiata per garantire in caso di esplosione di una mina che l’onda d’urto sprigionata si propaghi verso i lati e non colpisca la corazzatura.
La sicurezza di questo mezzo è stata ampiamente verificata in Afghanistan, dove il Lince ha subito molti attacchi ed è riuscito a proteggere i militari italiani da RPG, Ak-47 e IED anche molto potenti.
Wikipedia è molto precisa riguardo gli attacchi subiti dai Lince in Afghanistan e li elenca in ordine cronologico.
Gli attacchi subìti dal Lince, hanno interessato soprattutto i militari italiani impegnati nella missione ISAF in Afghanistan, tra cui il 132º reggimento carri di Cordenons, il battaglione "Fucilieri dell'Aria" di Martina Franca, l' 11º Reggimento bersaglieri di Orcenico, il 186º reggimento paracadutisti "Folgore" ed il 7º reggimento alpini della brigata Julia.
• Sabato 23 febbraio 2008, a 30 km a Nord di Delaram, nella provincia di Farah - Ovest dell'Afghanistan - un Iveco Lince saltò su una potente mina artigianale, tristemente nota in gergo militare come IED, Improvised explosive device.[2] Il veicolo ne uscì pesantemente danneggiato, specialmente nella zona anteriore, ma l'abitacolo resse all'impatto ed i militari italiani che si trovavano all'interno sopravvissero, riportando solo lievi ferite.[3][4][5]
• Mercoledì 9 luglio 2008, a Sud-Est di Herat, cinque militari del XVI Stormo "Fucilieri dell'Aria", a bordo di un Iveco Lince col quale pattugliavano il locale aeroporto, vennero colpiti da un razzo RPG lanciato da un commando di talebani, i quali continuarono poi a far fuoco sul mezzo italiano con dei kalašnikov. Dei cinque Fucilieri, solo due rimasero feriti abbastanza seriamente. Trasportati rapidamente all'ospedale, entrambi furono sottoposti ad un intervento chirurgico che ebbe esito positivo.[6]
• Venerdì 19 e sabato 20 settembre 2008, nella provincia di Badghis - Nord-Ovest dell'Afghanistan - a meno di 24 ore dı distanza l'uno dall'altro, due veicoli furono vittime di attentati effettuati col medesimo tipo di ordigno: nell'esplosione di venerdì 19, l'unico dei soldati italiani dell'equipaggio ad aver subito delle conseguenza, riportò una leggera contusione ad un ginocchio;[7] mentre sabato 20, tutti i militari uscirono illesi.[8]
• Alle ore 7:40 (ora locale) di sabato 18 ottobre 2008, ancora una volta nei pressi dell'aeroporto di Herat, un convoglio militare italiano, che pattugliava l'area, fu vittima di un nuovo attentato, stavolta portato a termine da un suicida talebano alla guida di un'autobomba. Due Iveco Lince - con a bordo complessivamente sette militari italiani - furono investiti dall'esplosione particolarmente potente. Uno dei mezzi uscì fuori strada e l'altro si ribaltò. Dei sette soldati, quattro riportarono ferite leggere e vennero dimessi dall'ospedale quasi subito, altri due rimasero sotto osservazione, per vie precauzionali, anche se le loro condizioni non destavano particolari preoccupazioni; un settimo, invece, che si trovava alla mitragliatrice esterna, sul tetto del veicolo, fu parzialmente esposto all'esplosione e le sue lesioni furono più serie degli altri, ma comunque sopravvisse. In conseguenza di quest'ultimo attacco, che confermò un'evidente inasprimento dell'azione dei talebani contro gli italiani, il Ministro della Difesa Ignazio La Russa dichiarò: «Questo naturalmente ci preoccupa, anche se siamo confortati dal fatto che i nostri militari possono contare su mezzi efficaci, in particolare il Lince, che anche oggi ha confermato di saper offrire un'ottima difesa».[9][10][11]
• Giovedì 14 maggio 2009, nella valle di Mushai, a circa 30 chilometri a Sud di Kabul, una pattuglia motorizzata del 186º reggimento paracadutisti "Folgore", che perlustravano la zona a bordo di tre Iveco Lince, sono stati attaccati da miliziani ostili. Nessuno degli italiani è rimasto ferito, e solo uno dei tre automezzi blindati ha riportato leggeri danni.[12]
• Nella notte tra lunedì 8 e martedì 9 giugno 2009, ancora nella valle di Mushai, e ancora i paracadutisti della Folgore sono stati assaliti da un gruppo di rivoltosi afgani che hanno colpito i Lince su cui viaggiavano i militari italiani a colpi di mitragliatrice leggera e di RPG. Uno dei mezzi ha riportato lievi danni. Nessun ferito tra i paracadutisti.[13][14]
• Martedì 14 luglio 2009, a 50 km a nord-est di Farah in Afghanistan, un mezzo è stato colpito da un IED estremamente potenziato rispetto ai precedenti. Questo ha provocato la morte del mitragliere alla torretta - un parà della Folgore - e il ferimento di tre membri dell'equipaggio.[15] Questo episodio ha portato ad una riflessione sull'adeguatezza dei mezzi in dotazione all'Esercito Italiano in Afghanistan da parte del Ministro della Difesa Ignazio La Russa che ha dichiarato: «Questo è il peggior timore che avevamo e che personalmente avevo: cioè che potesse aumentare a dismisura la potenza degli ordigni esplosivi, in modo da provocare danni anche ai soldati all'interno dei 'Lince', mezzi blindati che si sono rivelati finora molto efficaci».[16] Le maggiori perplessità, già avanzate da alcuni generali della Difesa, riguardano la cosiddetta "ralla", cioè la torretta blindata posta sul tetto del Lince, e che protegge - o almeno dovrebbe farlo - il mitragliere, il quale opera praticamente all'esterno del veicolo, non godendo pertanto dello stesso livello di blindatura di chi invece si trova all'interno.[17] Un problema, questo, che riguarda quei Paesi che hanno acquistato il Lince prevedendone la configurazione con la torretta attivata manualmente da un militare, costretto ad affacciarsi, almeno col busto, sul tetto. L'Inghilterra, invece, ha acquistato i Lince - rinominandoli Panther - dotati di una torretta armata che viene telecomandata dall'interno del mezzo, assicurando così a tutti i militari a bordo il medesimo livello di protezione.[18][19][20]
• Sabato 24 luglio 2009, due distinti attacchi, una la mattina ed uno il pomeriggio, hanno interessato pattuglie di militari italiani a bordo del Lince; in questi due casi, gli attentatori hanno potuto solo ferire, in modo non grave, tre soldati. L'attentato avvenuto la mattina, nell'area di Farah, è stato così descritto dal portavoce del contingente italiano, maggiore Marco Amoriello: «Questa mattina un'unità complessa, composta da personale del 187º Reggimento Folgore e del 1º Reggimento Bersaglieri, è stata attaccata nei pressi del villaggio di Bala Boluk, a circa 50 chilometri a nord di Farah, mentre svolgeva una operazione congiunta con le forze di sicurezza afghane per il controllo del territorio». Di questa squadra, solo un bersagliere è rimasto ferito, riportando una frattura all'ulna del braccio destro. Nel tardo pomeriggio, presso Herat, una motocicletta parcheggiata al lato della strada, carica di esplosivo, è stata fatta esplodere con un comando a distanza al passaggio di un Lince italiano. I militari a bordo, che si erano insospettiti, avevano prudentemente cambiato corsia, allontanandosi dall'ordigno; l'esplosione, in questo modo, ha avuto un impatto meno violento. Il mezzo si è comunque ribaltato, ma solo due degli occupanti hanno riportato lievi ferite.[21]
• Sabato 8 agosto 2009, circa alle 8:30 del mattino, ora locale, quindici chilometri a Sud di Kabul, un ordigno è stato fatto esplodere al passaggio di un convoglio di militari italiani. Uno dei Lince su cui viaggiavano i paracadutisti della Folgore è stato pesantemente danneggiato, ma nessuno dei militari a bordo è rimasto ferito. Questo nuovo attentato ha alimentato la polemica sulle condizioni in cui operano i soldati italiani in Afghanistan. In particolare, il generale Leonardo Tricarico, ex capo di Stato maggiore dell'Aeronautica - già consigliere militare di tre Presidenti del Consiglio - ha dichiarato all'Ansa: «Siamo sicuri che i blindati Lince non siano stati dotati di protezioni migliori per mancanza di fondi? - aggiungendo - Bisogna capire se, e in che misura, sulla sicurezza dei nostri soldati in Afghanistan pesa la carenza di risorse».[22]
• Nella notte tra domenica 23 e lunedì 24 agosto 2009, un Iveco Lince, con a bordo quattro paracadutisti della Folgore, è stato colpito da un ordigno esplosivo mentre si trovava a Sud di Farah, dove stava avendo luogo un'operazione di controllo del territorio da parte dei soldati italiani assieme a militari afgani. Il mezzo ha subito danni, ma nessuno dei paracadutisti a bordo ha riportato ferite.[23]
• Alle 12:10 locali di giovedì 17 settembre 2009, a Kabul, in Afghanistan, sulla strada che porta dal centro cittadino all'aeroporto, nei pressi della rotonda Massud, due Lince in servizio di scorta ISAF-NATO sono coinvolti in un attentato compiuto da due attentatori suicidi su un'auto-bomba, una Toyota bianca, carica di circa 150 kg di esplosivo, come relazionato dall'inchiesta. Sei paracadutisti italiani (del 186º Reggimento Paracadutisti Folgore) restano uccisi e 4 feriti, oltre 10 civili morti e 55 feriti.[24]
• Alle 9:15 locali di lunedì 17 maggio 2010, due militari italiani del 32º reggimento gustatori della Brigata alpina "Taurinense" sono morti a causa di un attentato terroristico avvenuto nel Nord-est dell'Afghanistan, venticinque chilometri a Sud di Bala Morghab. L'attacco - ancora una volta rappresentato da un ordigno improvvisato - ha colpito un convoglio formato da decine di mezzi di diverse nazionalità che si stavano spostando da Herat in direzione di Bala Morghab. L'Iveco Lince rimasto coinvolto faceva parte della testa del convoglio e si trovava in quarta posizione. Oltre alle due vittime, a bordo c'erano altri due soldati - anch'essi della "Taurinense", uno dei quali è una donna - che sono rimasti feriti in modo serio a gambe e schiena.[25][26]
• Alle ore 9:45 locali di sabato 9 ottobre 2010 un ordigno è esploso al passaggio di un convoglio logistico di 70 mezzi che stava portando materiale nella provincia del Farah per costruire una base avanzata. La deflagrazione ha investito un blindato Lince sul quale si trovavano militari italiani. Quattro soldati, appartenenti al 7º reggimento alpini della brigata Julia di Belluno, sono rimasti uccisi ed un quinto è rimasto gravemente ferito. Subito dopo i guerriglieri hanno cominciato a sparare, ma la risposta degli altri militari di scorta li ha messi in fuga. L'attentato è avvenuto nella valle del Gulistan, distretto della provincia di Farah, in Afghanistan. Questo nuovo attacco, portato a termine con un ordigno ad alto potenziale, ha riaperto il dibattito in merito alla sicurezza del Lince in un contesto che vede i talebani dotarsi di IED sempre più potenti. Il generale Massimo Fogari, portavoce dello Stato Maggiore della Difesa, ha dichiarato: «Sono stati numerosissimi gli attacchi subìti dai mezzi Lince, ma di norma il personale si è sempre salvato, invece questa volta abbiamo subito perdite». In conseguenza di questo, il Governo italiano ha deciso di inviare su quel fronte i veicoli blindati Freccia, più lenti e pesanti del Lince, ma dotati di una protezione maggiore.[27]
• Sabato 26 febbraio 2011 un Lince della Folgore si è ribaltato nei pressi di Tarquinia (VT). Un militare è deceduto e cinque sono rimasti feriti, di cui due in gravi condizioni. Il ribaltamento del Lince è avvenuto al chilometro 103 della via Aurelia. Non sono coivolti altri mezzi.[28]
• Alle 12:45 (ora locale) di lunedì 28 febbraio 2011, 25 chilometri a nord di Shindand (ovest dell'Afghanistan), un Lince del 5º Reggimento alpini - impegnato in una missione di pattugliamento e assistenza medica alla popolazione locale - è saltato su un ordigno improvvisato: quattro militari sono rimasti feriti mentre un quinto è morto (tenente Massimo Ranzani, 37 anni, originario di Ferrara). Il ministro della Difesa La Russa ha spiegato che «Il mezzo era dotato di un sistema dissuasore elettronico che impedisce l'accensione dell'ordigno a distanza. Ma evidentemente è stato azionato a mano o con una frequenza non coperta».[29]
• il 4 agosto 2011, 4 soldati italiani del undicesimo reggimento Bersaglieri di Orcenico Superiore di Zoppola sono rimasti feriti dall'esplosione di un ordigno in un'attività di controllo del territorio in un villaggio a 15 km a sud-est da Herat. I 4 militari erano a bordo di un veicolo Lince, e grazie alle sue protezioni hanno riportato solo fratture agli arti inferiori.[30]
• il 30 agosto 2011, durante un attivita' di ricgnizione, 2 paracadutisti del 186 Reggimento Folgore che si trovavano sul mezzo Lince sono rimasti lievemente feriti dallo scoppio di un ordigno improvvisato nei pressi della base italiana di Camp Snow nel sud-est dell'Afghanistan.[31]
• il 23 settembre 2011, nei pressi della base italiana di Herat, 3 italiani a bordo di un Lince hanno effettuato un incidente stradale mortale su di una via alquanto trafficata.[32]
• Alle 18.30 (ora locale) del 27 ottobre 2011, a 10 chilometri dalla Forward Operating Base di Tobruk, sita nel distretto di Bala Baluk, nella provincia di Farah, un mezzo Lince e' stato danneggiato da una improvised esplosive device (IED), ferendo leggermente i 5 soldati italiani, appartenenti al 152° Reggimento Sassari.[33]