Oltre la vita ci sono di sicuro i fianchi, poi le gambe, le caviglie ed infine i piedi.
A parte gli scherzi, gli uomini hanno un'innata tendenza ad attribuire a cause occulte o soprannaturali gli avvenimenti che possono essere spiegati con cause naturali. Questa propensione è comune a tutti gli uomini è ciò fa ritenere che essa si sia sviluppata antichissimamente, ben prima che gli antenati dell'Homo Sapiens si diffondessero su tutta la terra e si differenziassero in razze. Deve essere comparsa milioni di anni fa, contemporaneamente e come conseguenza delle tante altre doti cerebrali che caratterizzano l'uomo. E' ragionevole pensare che abbia avuto origine quando il cervello divenne abbastanza sviluppato da far si che l'uomo si ponesse dei problemi e riflettesse sulle cose che accadevano intorno e dentro di lui. I primi semplici circuiti dell'intelligenza gli permisero di incominciare ad elaborare le informazioni provenienti dalla realtà ed ad estrarre da esse concetti logici astratti come quello di maggiore e minore, di somiglianza, di causa ed effetto. Questi circuiti gli permisero di capire, ad esempio, che il fulmine poteva essere la causa di un incendio o che la morte di un compagno poteva essere causata da una malattia. Non sempre, però, essi riuscivano a dare una risposta alle domande che l'uomo si veniva ponendo, ad esempio a "Cosa causa il fulmine e le malattie?" L'incapacità dei circuiti nervosi di attribuire una causa a tutti i fenomeni fisici fu, probabilmente, una condizione necessaria ma non sufficiente ad indurre nell'uomo l'idea della metafisica. L'arrovellarsii intorno a qualche altro problema deve aver dato un fattivo contributo.
"Cosa succede quando si dorme o quando si ingeriscono certe piante(allucinogeni)? Dov'è il mondo, copia deformata e inquietante di quello in cui viviamo e di cui abbiamo fuggevoli visioni quando dormiamo?" Questi quesiti chiaramente erano sollecitati dal fatto che l'uomo sogna, come del resto tanti altri animali. Ma i nostri antenati si trovavano, evolutivamente parlando, in una situazione piuttosto particolare, intermedia tra gli animali e l'uomo moderno. A differenza degli altri animali, stavano cominciando a prendere coscienza di alcuni aspetti della propria attività cerebrale, fra cui il sogno, ma a differenza di noi non avevano ancora capito che la realtà che appare nel sogno non è reale. Per questi motivi, l'unica risposta razionale che potevanbo dare a questa domanda era che doveva esistere un altro mondo, reale ma irraggiungibile, nel quele si trovavano copie di tutto ciò che esisteva nel loro mondo. Alla definizione di questo mondo soprannaturale contribuirono altre riflessioni provocate dal fatto che, nel mondo parallelo, comparivano saltuariamente anche le copie dei defunti. Ma allora "La vita proseguiva oltre la morte? Che cosa abbandonava il corpo morto e si trasferiva nell'altro mondo? Il respiro, ossia lo spirito?"
Fu quindi la comparsa, nel cervello dei nostri antenati, dei nuovi circuiti nervosi dell'intelligenza che produsse, come effetto collaterale, questi pensieri. E, ironia della sorte, probabilmente fu proprio lo strumento mentale che si stava evolvendo per capire l'ambiente fisico, che "razionalmente" formulò le risposte che originarono le istintive credenze metafisiche dell'uomo.