Scritto da: °l'oracolo° 26/12/2006 19.33 be escluse le due spiegazioni più razionali cioè quella del meteorite e dell'espolosione di un'atomica, ne resta un'altra anche se molto poco probabile..non è detto che si possa escludere quella di un'astronave aliena, dato che non sapendo quali materiali o carburanti o fonti energetiche utilizzino per la loro propulsione e non conoscendo i materiali da cui sono costituiti non è da escludere che si possa essere verificata una reazione tale da causare quell'esplosione..non lo so..
Felisianos, 30/10/2007 14.14:Date un'occhiata a questa notizia che ho appena letto Bologna, 30 ottobr e 2007 ore 13:53 ITALIANI SVELANO IL MISTERO DELL'"ESPLOSIONE DI TUNGUSKA" Ad un secolo esatto dal misterioso 'evento', sono giunte dai ricercatori dell'Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche di Bologna (Ismar-Cnr) e del Dipartimento di Fisica dell'Universita' di Bologna nuove prove sul 'mistero di Tunguska', che hanno confermato come il 30 giugno 1908 si sia verificato il maggiore impatto storicamente accertato tra il nostro Pianeta e un corpo celeste. Tutto ha inizio in questa data, quando un'enorme esplosione, della potenza pari a circa mille atomiche di Hiroshima, si e' verificata nell'atmosfera al di sopra della remota regione di Tunguska in Siberia. L'opinione ora comprovata e' che si sia trattato della deflagrazione di un asteroide o di una cometa che avrebbe tra l'altro raso al suolo tutti gli alberi della taiga in un'area di oltre 2 mila kmq. Si tratta dell'unico evento di questo tipo avvenuto in epoca storica e per questo motivo fare luce sull'evento di Tunguska contribuirebbe in maniera decisiva alla comprensione degli effetti di un impatto asteroidale o cometario con la Terra, ipotesi tutt'altro che remota e non infrequente nella storia del nostro pianeta. E' stato ora pubblicato sulla rivista scientifica 'Terra Nova' il lavoro di un gruppo di ricercatori italiani dell'Ismar-Cnr e delle Universita' di Bologna e Trieste - Luca Gasperini, Francesca Alvisi, Gianni Biasini, Enrico Bonatti, Giuseppe Longo, Michele Pipan e Romano Serra - che hanno condotto sul luogo una spedizione scientifica e hanno scoperto che il lago Cheko, un piccolo specchio d'acqua (circa 500 m. di diametro), situato ad una decina di chilometri dall'epicentro dell'esplosione del 1908, puo' essere il cratere causato dall'impatto di un 'frammento' di notevoli dimensioni, sopravvissuto all'esplosione principale.