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ULTIMA FRONTIERA: PORTE SPAZIALI

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    Roswellino
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    00 13/10/2005 19:06
    ULTIMA FRONTIERA: PORTE SPAZIALI

    econdo la teoria della relatività generale, le proprietà geometriche dello spazio non sono autonome, ma sono determinate dalla materia. Come deve essere quindi considerato l’Universo?

    di Arianna Toma



    Nel secolo scorso ben poche erano le notizie su cui era dato poter fondare un’esposizione il più possibile esatta sul concetto di spazio. Anzi, possiamo dire che da millenni noi crediamo di essere immersi in uno spazio tridimensionale euclideo, dove valgono tutti i principi di tale geometria. Questo è stato verificato sulla Terra e su ciò che la circonda, che è però soltanto un’infinitesima parte dello spazio. Infatti l’Universo, nella sua infinita grandezza, potrebbe essere curvo e in questo caso le linee che ci appaiono rette sarebbero in realtà archi di cerchio. D’altra parte lo stesso campo gravitazionale del Sole curva le traiettorie dei raggi di luce, quindi in vicinanza della nostra stella lo spazio è curvo. Secondo la teoria della relatività generale, le proprietà geometriche dello spazio non sono autonome, ma sono determinate dalla materia. Come deve essere quindi considerato l’Universo? Secondo la concezione dello spazio, esso dovrebbe essere infinito, ma se lo spazio non è euclideo e, in particolare, fosse di natura sferica, allora bisogna concludere che l’Universo è finito e, tuttavia, non ha limiti. Una contraddizione solo apparente: anche Aristotele ammetteva l’esistenza di più universi sferici, racchiusi l’uno dentro l’altro, soggetti ad espansione ed implosione continue. Il tutto avverrebbe nei quattro elementi principali di terra, fuoco, acqua, aria, associabili alle quattro dimensioni di altezza, lunghezza, larghezza e tempo, che interagiscono fra loro in un quarto elemento: l’etere, associabile alla quinta dimensione della geometria di Kaluza sulla teoria unificata dei campi gravitazionale ed elettromagnetico. Se la teoria di Aristotele sugli universi racchiusi l’uno dentro l’altro fosse vera, sarebbe possibile passare da un universo all’altro? Si presentano due possibilità: nella prima, dando per vera l’ipotesi che l’etere possa rappresentare davvero la quinta dimensione (e quindi qualcosa di impalpabile, che c’è ma non si vede), si potrebbe ipotizzare che tra un universo e l’altro ci siano delle porte di accesso, date dai buchi neri. Fino ad oggi questi fenomeni spaziali celano ancora molti misteri sulla loro natura e funzione. Un buco nero è una stella giunta al suo stato finale. Esplodendo come supernova subisce un collasso gravitazionale che addensa tutta la sua materia in un punto, con una forza di attrazione fortissima. Potrebbe essere, insomma, una specie di imbuto che, come un vortice, attira verso di sé tutta la materia che si trova nelle sue vicinanze, espellendola, poi, in un altro Universo: una porta spaziale, dunque.
    Fantascienza? Non credo! Molti sono gli scienziati che non credono all’ipotesi delle porte spaziali, ma è pur vero che i buchi neri rimangono, comunque, un mistero. Perché, dunque, non accettare l’ipotesi "apparentemente" fantascientifica come teoria scientifica? È come dire, perché non accettare la veridicità degli avvistamenti UFO? E ancora: questi velivoli provenienti da altri mondi come riescono a percorrere migliaia se non milioni di anni luce? Tecnologie avanzate, oppure insieme alla loro scienza esiste un qualche meccanismo dello spazio che gli permette di arrivare fino a noi in poco tempo? E questi meccanismi non potrebbero essere proprio i buchi neri, ovvero le porte spaziali?
    Molte sono le domande alle quali, forse, almeno per il momento, non c’è risposta.
    Con questo non voglio essere polemica nei confronti della scienza ufficiale, voglio semplicemente lanciare un messaggio a tutti coloro che sono scettici sulla Nuova Scienza degli UFO e su ciò che gli altri avrebbero potuto comunicarci in passato, o su ciò che ci comunicano oggi. D’altra parte l’uomo terrestre, nella sua presunzione, non riesce ad accettare opinioni, teorie e soprattutto scienze nuove e non iper-collaudate, cadendo in una forma di incomunicabilità, sua eccelsa qualità (una volta qualcuno ebbe a dire che la scienza avanzava verso nuovi orizzonti ogni qual volta che uno scienziato moriva, ndr.). Si definisce democratico, ma dove alloggia la democrazia, vista la sua chiusura, quale uomo di scienza, verso ciò che, forse, potrebbe dare una spiegazione ai tanti enigmi irrisolti? Cerchiamo, quindi, tutti insieme di abbracciare quella comunicabilità tanto ricercata; abbattiamo i muri dell’incomprensione e soprattutto della presunzione e rivolgiamoci con la mente e con lo spirito verso più vasti orizzonti, verso la comunicazione universale.
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    micromeganoide
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    Utente Senior
    00 13/10/2005 21:00
    E'un articolo molto interessante. Condivido l'analisi sulla cocciutaggine di alcuni pseudo esperti che hanno i paraocchi.
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    Pag3
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    Utente Senior
    00 14/10/2005 09:49
    e' una delle caratteristiche peculiari dell'uomo quella di voler credere di essere piu' forte e intelligente di tutto il creato...questo deriva dal fatto di avere dominato la terra grazie a un intelligenza superiore agli altri abitanti del globo.
    la psiche umana pero' non accetta di buon grado il concetto di inferiorita',e tende a rimuovere il senso di disagio negando l'esistenza di quello che lo fa sentire debole.
    basti pensare alla reazione immediata e istintiva che l'uomo ha ad esempio quando vede una scena che lo spaventa...chiude gli occhi!
    questi emccanismi involontari trovano espressione anche nella negazione di quello che e' piu' forte di lui,e quindi crea disagio perche' potrebbe corrispondere potenzialmente a un pericolo.
    ...ora...io non discuto e non critico chi non crede agli ufo,penso che rientra nella liberta' avere un parere a riguardo positivo o negativo che sia, purche' si sia pronti a valutare lucidamente e a mente aperta gli avvenimenti.
    cio' che critico e'l'atteggiamento di chi senza avere la verita' in mano si permette di giudicare un fenomeno che non trova una spiegazione per ora tangibile come una ridicoleria!
    noto una somiglianza tra questo atteggiamento e quello che ha portato un certo galileo a rischiare la vita per un pensiero che tutti credevano ridicolo!
    per carita'...nessuno di noi e' galileo e magari tutte le cose di cui discutiamo sono fenomeni naturali al 100%,ma chi critica dovrebbe mettere in conto anche l'ipotesi che ci siano forme di vita molto piu' evolute di noi, e che potenzialmente possano anche esere arivate qui!
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    saturnosky
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    Utente Veterano
    00 15/10/2005 13:54
    Il vero problema è che molti scienziati, per esempio anche i professori che ho avuto io all'università, hanno un approccio convenzionale anche con temi non convenzionali. Faccio l'esempio del paranormale: non si può affermare che non esiste perchè non risponde ai postulati della scienza...se ne rispondesse e fosse spiegabile non sarebbe più paranormale. Ora anche dei pianeti del sistema solare senza molta luce o forza di gravita spropositata si dice: non hanno le condizioni per la nascita della vita. Sbagliato. La vita così come noi la conosciamo forse....la vita che si basa sul carbonio. Ma ci potrebbe essere una vita che parte da principi differenti dai nostri e che noi escludiamo solo perchè non la conosciamo. Tempo fa sulla Luna furono trovati dei batteri su una struttura di esporazione messa li da alcuni astronauti. Ma i batteri non erano lunari: li avevamo portati noi e avevano resistito adattandosi alla vita nello spazio e più specificatamente sulla Luna, e lo avevano fatto contro ogni previsione. La vita ha una grande capacità di adattamento e selezione. A volte ce ne dimentichiamo.

    [Modificato da saturnosky 15/10/2005 13.56]