00 24/02/2017 00:13
Re:
Hybrid1973, 23/02/2017 20:43:

Per me in fondo sono solo libri e come tali andrebbero presi.
Poi la gente li ha elevati a testi spirituali e allora giù per principio li combatto, poiché soprattutto nella bibbia di spirituale non c'è nulla.
Ammetto che il messaggio cristiano è ottimo anche se non è esente da censura teologica che ha taciuto molti fatti di Gesù.
Ricordo inoltre che entrambi i libri sono stati scritti secoli dopo gli eventi che narrano e che di Gesù non si ha alcuna prova storica.
Molte verità andrebbero cercate nei vangeli apocrifi (termine che non significa falsi ma solo messi da parte) i quali non sono stati - ancora - censurati e/o editati.




Ciao Hybrid. Sulla figura storica di Gesù i vangeli apocrifi sono determinanti, mi riferisco anzitutto ai ritrovamenti di Nag Hammadi. Ma non solo per questi ovviamente, la concordanza delle asserzioni e la logica connessione di svariati elementi storici inducono a riconoscere l'evidenza della storicità di Cristo. Di qualche dettaglio si può anche discutere, ma negare tutta una pluralità di indizi non è possibile. Gli "appoggi" storici non riguardano solo i grandi autori come il giudeo Giuseppe Flavio, ma pure i romani Tacito, Plinio il Giovane e Svetonio. G. Flavio nato verso il 37 d.C. in gioventù ebbe modo di conoscere e di parlare degli eventi relativi a Cristo, infatti di lui parla nell'opera "Antichità giudaiche (pubblicata fra il 93/94 d.C). Da storico attento G. Flavio prima di scrivere di determinati argomenti si era certamente documentato, Quanto scrive di Gesù si ritrova pure nei codici più antichi delle "Antichità giudaiche".

Le stesse osservazioni furono fatte da Tacito, nato verso il 55 d.C. Poco prima del 117 d.C pubblica gli "Annali" e di Cristo parla dettagliatamente, per es. scrive: "Questo nome (di cristiani) viene loro da Cristo,messo a morte dal Procuratore Ponzio Pilato sotto il regno di Tiberio". tacito fu storico scrupoloso che, per le sue affermazioni ha dovuto attingere a fonti assolutamente attendibili. Certamente aveva letto le relazioni dei vari procuratori che ogni anno inviavano a Roma dalla Palestina per informare l'autorità imperiale di ciò che accadeva in quella regione. Plinio il Giovane, Proconsole in Bitinia, scriveva a Traiano nel 112 la sua celebre lettera (lettera n. 96), con la quale, riferendosi alla Bitinia afferma: "Qui i cristiani sono soliti radunarsi prima dell'alba e cantare a Cristo che considerano un dio". Come pure è un dato di fatto quando Svetonio riporta a Nerone fatti compiuti "nel nome di Cristo".

Nei primi decenni dopo la morte di Gesù circolavano numerosi "detti" di Cristo (in greco "loghia"), riportati da vari papiri della metà del II sec. d. C. Alla fine del II sec. d.C. ci fu la stesura del Mishna, una raccolta di leggi e di usanze ebraiche, in esse si parla di Gesù in diverse occasioni. Nella sua opera "Apologetico", San Giustino (II SEC.) allude agli "Acta referentia res gestas sub Pilato", un testo che circolava negli ambienti degli studiosi e in cui spesso viene ricordata la figura di Gesù.I vangeli apocrifi (che in greco significa occulto)anche se in seguito respinti, nei primissimi tempi trattavano nobilmente la figura di Gesù, alla pari degli altri detti canonici, ed erano letti e commentati abitualmente nelle funzioni religiose.