00 03/02/2017 18:26
Non mi sbagliavo sul tuo conto Hybrid, nell'apprezzarti intendo, per la tua variegata disponibilità. Quell'ateo al 99% è lusinghiero (per te) perchè lascia un varco, una porta aperta all'inconoscibile. Questa che ho proposto è una lettura come tante altre del genere. Letture che inevitabilmente pongono delle domande, guai se non ce le ponessimo, saremmo degli automi.Non c'è certo da scandalizzarsi a dichiararsi atei, Coi tempi che corrono (si dice sempre così...) e con le religioni (tutte) ancorate a dei principi fuori da tempi, con l'uomo "moderno" così terra-terra, sempre più distaccato dallo spirito che lo (dovrebbe) compone, preferendo la materialità che mai nei millenni lo ha reso felice su questo granello di polvere vagante nello spazio.

Non c'è da scandalizzarsi dicevo, a dichiararsi atei, perfino il fisico Planck pur peronando la riconciliazione tra scienza e fede evitava con eleganti perifrasi di nominare Dio: per citare un esempio, parlando di fenomeni della natura vi scorgeva "la presenza di una legge universale che da l'impressione che la natura sia governata da una volontà intelligente". Paul Davies, cercando di dare una risposta alla domanda sulla "CAUSA PRIMA" della vita, parla di un qualche fattore esterno che ha turbato "l'equilibrio termodinamico".

Un fisico che sogna un Dio "naturale" può apparirci coerente alla sua forma mentis, al limite anche simpatico, ma allora "CHI" avrebbe creato questo "Dio naturale?"...Scartata la semplicistica e irrazionale ipotesi del "caso" responsabile dell'evidente intelligenza finalistica che permea l'Universo (intelligenza che la teoria dei quanti non è riuscita ad offuscare, anzi) è possibile, è scientifico stabilire la causa dell'atomo primordiale in un Dio naturale o in semplici ed amorfe tendenze generali non precisamente individuabili? Questa tendenza se non può identificarsi con la "Causa" è certamente l'espressione intelligente di una "legge" e le leggi, lo sappiamo tutti, hanno una CAUSA, una FONTE, hanno un legislatore...

Ci si può chiedere se sia proprio necessario che la scienza dia a questa causa il nome di Dio? Dio è un termine teologico con inevitabili implicanze fideistiche e religiose, poco accette alla mentalità "asettica" del ricercatore scientifico. Fra le poche eccezioni fa spicco A. Einstein, cultore di una religiosità cosmica che non ebbe il pudore di affermare : "io credo nel Dio di Espinoza che si manifesta nell'armonia di tutte le cose esistenti", Affermazione questa che personalmente mi lascia alquanto perplesso, e ho le mie ragioni. Sarebbe utile una "passerella" fra scienza e fede; una definizione di Dio di estrazione scientifica non costringerebbe i fisici, cosmologi, biologi e via dicendo a rincorrere ad ambigui virtuosismi eufemistici... [SM=g1950677]